Forse L’Ultimo “Testamento” Di Una Voce Storica Del Rock: Dall’Hard&Heavy Coi Nazareth Al Folk Rock. Dan McCafferty – Last Testament

dan mccafferty last testament

Dan McCafferty – Last Testament – Ear Music – CD – 2 LP

Come da consuetudine inizio le recensioni del nuovo anno recuperando un CD uscito a Ottobre del 2019 passato, per chi scrive, colpevolmente sottotraccia (salvo qualche rara eccezione): mi riferisco a questo Last Testament del co-fondatore e voce originale della ottima formazione scozzese hard-rock dei Nazareth. Dopo due album ad inizio di carriera, l’omonimo Dan McCafferty (75) e Into The Ring (87), passati forse giustamente inosservati (anche se erano inserite molte “covers”, tra le quali Cinnamon Girl di Neil Young, Boots Of Spanish Leather di Bob Dylan, Out Of Time dei Rolling Stones) e dopo oltre 45 anni di carriera con loro, ha abbandonato la band alla fine del 2013 per seri motivi di salute (una rara malattia polmonare), esce a sorpresa con questo piccolo gioiellino, che potrebbe essere il suo “epitaffio” musicale.

Ad accompagnarlo nella stesura del testamento, Dan McCafferty (che ha scritto tutti i testi dei brani), si è affidato al “notaio”, oltre che compositore, tastierista, fisarmonicista ceco Karel Marik, autore di tutte le musiche e ovviamente produttore del lavoro, trovando come vecchi “testimoni” musicisti di valore quali Jan Herman al basso, Jan Karpisek alla batteria, Vojtech Bures alle chitarre, e il bravissimo Cameron Barnes alle Pipes e Whistle, senza dimenticare come vocalist turniste del luogo un trio composto da Jamie Adamson, Katie Forrest, Kristyna Peterkova, il tutto registrato e mixato nel Substation Studio di Rosyth, ovviamente della incantevole Scozia. Il “contratto” prende il via con il folk tipicamente scozzese di una You And Me, accompagnata dalla fisarmonica di Marik e le cornamuse di Barnes, per poi commuovere subito il recensore con una bella ballata malinconica come Why, cantata con cuore e anima da Dan, mentre la seguente Looking Back dopo un inizio acustico, si sviluppa in un crescendo folk-rock importante e spavaldo, per poi ritornare subito con Tell Me alla tipica ballata rock anni ’70, in perfetto stile Nazareth.

La parte centrale del testamento vede emergere la vena più hard del disco, a partire da una I Can’t Find The One For Me, dove accanto al suono duro delle chitarre si sovrappongono le cornamuse e la fisarmonica, con la fisa di Karel di nuovo sugli scudi in una ballata dolce come Look At The Song In Me Eyes, per poi tornare ai sapori scozzesi con la cornamusa che impazza nell’accompagnare Dan in una grintosa Home Is Where The Heart Is, ed alle chitarre distorte e ritmo indiavolato di My Baby. Si continua con una ballata pianistica impressionante come Refugee, con il violoncello di Marina Saches che nella parte finale sottolinea le voci del coro, per poi cambiare ritmo con i suoni mitteleuropei e tzigani di una melodrammatica Mafia, e andare a recuperare dall’album Rampant (74) dei Nazareth, una pietra preziosa come Sunshine, rifatta in una versione voce e piano da spezzare il cuore, seguita da una folk-ballad arieggiante come Nobody’s Home, eseguita in duetto con la brava Kristyna Peterkova. Ci si avvia alla parte finale del contratto con una intrigante Right To Fail, cantata e suonata in uno stile che richiama il periodo da “belle époque” in quel di Parigi, il maniacale ritmo della torrida e quasi psichedelica Bring It On Back, e andare infine a chiudere la stesura del suo testamento musicale, con una versione acustica del brano iniziale You And Me, accompagnato solo dal pianoforte del bravissimo Karel Marik.

Dopo una vita in giro “on the road” come vocalist dei Nazareth, Dan McCafferty ora a 73 anni si rimette in gioco con questo Last Testament , che potrebbe anche essere il suo ultimo disco (per i citati motivi di saluti), un lavoro chiaramente personale con un set di canzoni dal suono più folk, con la presenza dominante della fisarmonica in tutto il percorso del lavoro (era dai tempi di Archie Brown & The Young Bucks con Dirt And Romance (95) che non sentivo un “sound” del genere), suonato come Dio comanda e cantato ancora oggi da una voce notevole. In conclusione, non è certo un capolavoro, ma non abbiate fretta, concedetevi il tempo di ascoltarlo, in quanto Last Testament sarà anche uno di quei dischi reputati minori, ma che poi si fa fatica a togliere dal lettore CD.

Tino Montanari

Musica “Americana” Dalla Scozia! Stevie Agnew – Wreckin’ Yard

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Stevie Agnew – Wreckin’ Yard – Skimmin’ Stone Records

Dunfermline,città scozzese nella contea di Fife, è famosa negli ambienti rock per aver dato i natali a Ian Anderson, leader dei Jethro Tull, e a gruppi di un certo rilievo come i Nazareth e i Big Country. Adesso torna alla ribalta per il disco d’esordio di Stevie Agnew, figlio d’arte (suo padre Pete è il bassista dei Nazareth, eroi nazionali dell’hard rock), che in coppia con il produttore e batterista Chris Smith (che è stato componente di un’altra gloria locale, i Big Country), ha composto tutti i brani di questo Wreckin’ Yard, con il santino del Boss nella tasca e nel cuore e venti anni di concerti in giro per la Scozia. Il suono, molto corposo, vede oltre a Stevie alla voce, chitarra e armonica, Chris Smith alla batteria e percussioni, Ali Ferguson alle chitarre elettriche e acustiche, Anthony Ellington alla pedal steel e dobro, Chris Agnew al basso, Brad Carter al banjo, Dave Watt, piano e Ted Taylor al violino, con il contributo delle coriste Beth Malcolm, Elaine Shorthouse, Linda Wilson e Kirsten Adamson (altra figlia d’arte, suo padre era il defunto leader dei Big Country, Stuart Adamson).

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Una batteria pulsante accompagna l’iniziale title track Wreckin’ Yard, dall’andatura country http://www.youtube.com/watch?v=aqNzArK_f8Y , mentre una chitarra acustica apre la seguente Pretend You Love Me Tonight, sognante ballata con assoli di armonica e coretti “soul” http://www.youtube.com/watch?v=5UDkWerNVoc , per poi passare a All That I Can See cantata in duetto con una dolce voce femminile. Sulle note del banjo di Brad Carter, il vocione di Stevie introduce Winter Rain, che vede la giovane Kirsten duettare su un tappeto acustico, con armonica in sottofondo http://www.youtube.com/watch?v=XdDxDcVpiso , a seguire la superba The Pugilist (eccellente racconto su di un pugile professionista), con il sottofondo dei violini “gitani” di Dave Watt e Ted Taylor http://www.youtube.com/watch?v=pYP2hhh9fPw (si viaggia dalle parti di One More Cup Of Coffee del grande Dylan).

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Con Sub Prime (termine a cui ci stiamo abituando, in tempi di crisi) si cambia registro, un brano “ country shuffle” con piano, dobro e cori femminili e una band che gira a mille http://www.youtube.com/watch?v=ks_EZhZg3OA , mentre Heavy Duty rivisita lo Springsteen di My Hometown, per poi avventurarsi in un blues voodoo Sixteen Years, che sembra uscito dalle paludi del Delta. Si riparte con un altro duetto (questa volta con Beth Malcolm), una Paid My Dues (Loving You) ballata di atmosfera http://www.youtube.com/watch?v=aFrrDa3kccE  che fa da preludio ad un altro racconto epico come The Whore In Me, la campestre The Mighty Bones, con abbondanza di chitarre acustiche, banjo, violini http://www.youtube.com/watch?v=hhh7ZPzWhp0 , mentre Skimmin’ Stone è un’altra ballata di struggente bellezza, interpretata con forza emotiva da Stevie Agnew. Il cerchio si chiude con una nuova lunga versione della title track, a testimonianza di un lavoro convincente, con un “sound” che spazia fra “americana” e lo Springsteen più intimistico, facendo finta di non sapere che Stevie Agnew e i suoi ottimi musicisti siano scozzesi.

Tino Montanari

*NDB Anche questo disco ormai è uscito da quasi un anno, ma visto che si inizia a parlarne solo ora, sembrava giusto aggiungere la nostra voce ai tanti commenti positivi, veramente un gran bel disco. Ovviamente la ricerca continua!

Novità Di Aprile Parte II. Ben Waters, Brian Setzer, Chris Barber, Explosions In The Sky, Whitesnake, Gorillaz Eccetera

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Intanto, prima di cominciare, come al solito facciamo la conta dei “bambini presenti e assenti” ovvero delle uscite confermate e di cui vi ho già parlato da tempo. Domani 19 aprile escono il nuovo album di Mike and The Mechanichs, quello della Steve Miller Band normale e Deluxe, quello di The Head and The Heart, la band americana che apriva per l tour europeo dei Low Anthem, kd lang nel Regno Unito, mentre in America era uscito la scorsa settimana e in Italia uscirà la prossima. Tra gli assenti il cofanetto da 8 di Roger Waters che è stato ulteriormente rinviato a fine aprile – inizio maggio. Lo so, avevo promesso di parlare di The Head and The Heart, ma un po’ non ho avuto tempo, un po’ altri argomenti si sono fatti avanti per cui sono in ritardo. Vi confermo che il disco, che in America esce per la Sub Pop e in Europa (Italia compresa) per la V2/Coop Universal, è molto buono, tra i migliori delle proposte dei nuovi gruppi, in quel filone che sta tra Mumford and Sons, Low Anthem e il pop-folk più raffinato con eccellenti armonie vocali. “Qualcuno” ha sparato con assoluta nonchalance Talking Heads, ma non mi pare proprio.

Domani esce per la Eagle/Edel il disco di Ben Waters che ai più (quasi tutti) non dirà molto. Il titolo Boogie 4 Stu – A Tribute To Ian Stewart (a 25 anni dalla sua scomparsa) aiuta molto. Si tratta di un album che un pianista dedica ad un altro pianista, che per inciso era considerato il 6° Rolling Stones, giustamente, essendo stato uno dei membri fondatori del gruppo. Quello che rende assai interessante il disco è la presenza in vari brani di molti (tutti) gli Stones. Anche se i vari musicisti hanno registrato i loro contributi in momenti diversi Watchin’ The River Flow di Bob Dylan è il primo brano che vede riunito (dal 1992) Bill Wyman con i colleghi Mick Jagger, Keith Richards, Ron Wood e Charlie Watts. Il collegamento è fornito proprio da quest’ultimo che suona la batteria nel gruppo di Ben Waters, A,B,C & D Of Boogie Woogie e appare in molti brani. Ci sono amche Pj Harvey che è la cugina di Waters, Jools Holland e molti altri. Vogliamo mettere tracklist e musicisti? Mi sembra una buona idea.

1) BOOGIE WOOGIE STOMP (ALBERT AMMONS) PIANO – BEN WATERS
2) ROOMING HOUSE BOOGIE (AMOS MILBURN) KEITH RICHARDS – GUITAR, BILL WYMAN – BASS
BEN WATERS – PIANO, VOCALS, ADY MILWARD – DRUMS, DEREK NASH – SAX
CLIVE ASHLEY – SAX
3) WORRIED LIFE BLUES (BIG MACEO) CHARLIE WATTS – DRUMS, KEITH RICHARDS – VOCALS
RONNIE WOOD – VOCALS, GUITARS, DAVE GREEN – DOUBLE BASS
JOOLS HOLLAND – HAMMOND ORGAN. WILLY GARNET – SAX
DON WELLOR – SAX, BEN WATERS – PIANO
4) BOOGIE FOR STU (WATERS, HOLLAND) BEN WATERS – PIANO, JOOLS HOLLAND – PIANO
DAVE GREEN – DOUBLE BASS, CHARLIE WATTS – DRUMS, WILLY GARNET – SAX
DON WELLOR – SAX
5) MAKE ME A PALLETT ON YOUR FLOOR (JIMMY YANCEY) JOOLS HOLLAND – PIANO, VOCALS
BEN WATERS – HAMMOND ORGAN, DAVE GREEN – DOUBLE BASS, CHARLIE WATTS – DRUMS
WILLY GARNET – SAX, DON WELLOR – SAX, ALEX GARNET – BARITONE SAX
6) MIDNIGHT BLUES (TRAD) CHARLIE WATTS – DRUMS, JOOLS HOLLAND – PIANO, BEN WATERS – PIANO
7) LONELY AVENUE (RAY CHARLES) RECORDED ON STU’S PIANO PJ HARVEY VOCALS, BV’S SAX
BEN WATERS, PIANO, ORGAN, BV’S,
8) WATCHIN THE RIVER FLOW (BOB DYLAN) KEITH RICHARDS – GUITAR, MICK JAGGER – VOCALS, HARMONICA, CHARLIE WATTS – DRUMS, RONNIE WOOD – GUITAR, BILL WYMAN – BASS
BEN WATERS – PIANO, TOM WATERS – ALTO SAX, WILLY GARNET – SAX, DON WELLOR – SAX
ALEX GARNET – BARITONE SAX, DAVE SWIFT – TAMBOURINE
9) ROLL ‘EM PETE (BIG JOE TURNER)  HAMISH MAXWELL – VOCALS, CHARLIE WATTS – DRUMS
DAVE GREEN – DOUBLE BASS, JOOLS HOLLAND – PIANO, BEN WATERS – PIANO, WILLY GARNET – SAX
DON WELLOR – SAX, TERRY TAYLOR – GUITAR
10 SUITCASE BLUES (ALBERT AMMONNS)  BEN WATERS – PIANO,
11 BRING IT ON HOME TO ME (SAM COOKE) IAN STEWART LIVE FROM MONTREUX JAZZ FESTIVAL WITH ROCKET 88
Produce lo stesso Ben Waters con Glyn Johns, ingegnere del suono, come ai vecchi tempi!

Anche il disco di Chris Barber, annunciato da vari mesi, poi spostato a settembre, “dovrebbe” uscire in questi giorni per la Proper Records. Ieri 17 aprile il grande trombonista, e tra i “padri fondatori” della musica rock (ma soprattutto jazz inglese), ha compiuto 81 anni e quindi il disco sarebbe un giusto tributo al suo compleanno. Si tratta di un doppio CD che raccoglie vario materiale registrato in epoche differenti anche considerando la presenza di molti musicisti che non ci sono più ma Memories of My Trips ha parecchi brani registrati appositamente per l’occasione visto che Barber imperterrito continua a suonare come nulla fosse. Anche i brani più vecchi dovrebbero essere “inediti”, direi che pure in questo caso una bella lista serve all’uopo!

Cd 1
01 brownie mcghee – memories of my trip 2:55
02 ottilie patterson with sonny terry & brownie mcghee with dick, graham, eddie, monty, pat & chri2:45
03 ottilie patterson with sonny terry & brownie mcghee with dick, graham, eddie, monty, pat & chri 2:27
04 eric clapton & chris barber with chris stainton, dave bronze and henry spinetti – weeping willow 3:56
05 the muddy waters blues band with chris barber – kansas city 7:02
06 james cotton, alexis korner, chris barber and keith scott – love me or leave me 4:00
07 rory gallagher with chris barber – can’t be satisfied 4:42
08 lonnie donegan with the chris barber’s jazz & blues band – diggin’ my potatoes 5:38
09 jeff healey and his jazz wizards with chris barber – goin’ up the river 7:49
10 van morrison with the chris barber skiffle group – how long blues3:42
11 van morrison with chris barber’s jazz & blues band – goin’ home 4:33
12 van morrison with chris barber’s jazz band and dr. john – oh didn’t he ramble 5:34
13 ottilie patterson with the chris barber’s jazz band – lonesome road 4:42
14 paul jones with the chris barber jazz & blues band – i’ll be rested 5:34
15 andy fairweather low with the chris barber jazz & blues band – precious lord, take my hand 5:18
16 alex bradford with chris barber’s jazz band and singers – couldn’t keep it to myself 4:50
17 john slaughter’s last blues – another sad one 2:02

Cd 2
01 ottilie paterson with the chris barber band and edmond hall – st. louis blues 10:08
02 chris barber’s jazz band with edmond hall and ian wheeler – high society 4:47
03 keith emerson and the t-bones with chris barber – rock candy 2:57
04 trummy young with the chris barber jazz & blues band – georgia on my mind 10:19
05 joe darensbourg, pat halcox and chris barber – rose room 5:12
06 albert nicholas with the chris barber jazz & blues band – c jam blues 6:03
07 the boston tea party with chris barber and john slaughter – tea party blues 6:30
08 eddie durham with the chris barber jazz & blues band – jack teagarden blues 6:28
09 sammy price, sandy brown, chris barber, ruan – o’lochlainn and keith smith – tailgate boogie 4:25
10 chris barber’s six piece band with jools holland – sunny side of the street 2:54
11 chris barber’s six piece band with jools holland – winin’ boy blues 4:43
12 mark knopfler with the chris barber jazz band – blues stay away from me 3:44
13 mark knopfler with the chris barber jazz band – ragtime piece 2:48
14 mark knopfler with the chris barber jazz band – the next time i’m in town 3:27

Il nuovo, 4° album, della creatura di Damon Albarn The Fall esce domani 19 aprile per la EMI/Parlophone (ma il vinile era già disponibile il 16 aprile nel Record Store Day) in versione CD e download digitale. Sono 15 nuovi brani prodotti dai Gorillaz e Stephen Sedgwick.

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Addirittura una trilogia di “a volte ritornano”. I Whitesnake di David Coverdale pubblicano per la Frontiers Records un nuovo album Forevermore (in alcuni paesi, Italia inclusa è già uscito) disponibile anche in versione CD+DVD. Quello degli Uriah Heep Into The Wild viene pubblicato, sempre dalla Frontiers, domani 19 aprile, mentre il nuovo Nazareth (di cui la Salvo sta ripubblicando tutto il vecchio catalogo rimasterizzato e con bonus) si chiama Big Dogz ed esce per la Ear Music.

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I Texani Explosions In The Sky giungono al 6° disco (il primo da 4 anni a questa parte) con questo Take Care, Take Care, Take Care che esce domani in Europa (ma non in Italia, più avanti) per la V2. Se non li conoscete si tratta di una delle formazioni “sperimentali” e strumentali più interessanti, cavalcate chitarristiche tra psichedelia e post-rock, ma senza troppe etichette sono semplicemente bravi. Il disco dura 45 minuti e considerando che una traccia dura 3 minuti e mezzo e in totale sono sei brani avete già un’idea di cosa aspettarvi, se no provate a pensare ai primi Pink Floyd.

L’ex leader degli Stray Cats, Brian Setzer abbandona il suono Big band e pubblica questo album tutto strumentale Setzer Goes Instru-Mental! Classici e Rock and Roll a tutta velocità per la Surfdog (in Italia per la Edel dal 26 aprile).

Torna uno dei gruppi più interessanti degli anni ’80, i Feelies della coppia Glenn Mercer e Bill Million tornano a incrociare le loro chitarre in uno stile che deve molto ai migliori Television ma anche con moltissime altre influenze. Ai tempi mi piacevano moltissimo, dal poco che ho sentito velocemente del nuovo disco Here Before mi sembra che la classe di dischi come Crazy Rhythms, The Good Earth e Only Life (tutti e tre da avere) sia rimasta immutata anche a venti anni dall’ultimo disco Time For a Witness (così li abbiamo detti tutti). Etichetta Bar None, quindi import.

Credo sia tutto per questa settimana.

Bruno Conti