Passano Gli Anni, Ma La Grinta Rimane! Melissa Etheridge – This Is M.E.

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Melissa Etheridge – This Is M.E. – 10 Spot

Ormai anche Melissa Etheridge, cresciuta a pane e Springsteen (superando pure una tragica malattia), viaggia oltre i cinquant’anni, ma dallo strabiliante esordio con il disco omonimo del lontano ’88 non si è mai fermata https://www.youtube.com/watch?v=Jda-VA1gh-k , e a distanza di due anni dal precedente 4th Street Feeling (recensito puntualmente dal sottoscritto su queste pagine http://discoclub.myblog.it/2012/09/05/ritorno-alle-origini-di-una-rockeuse-melissa-etheridge-4th-s/ ), che chiudeva la lunga storia con la Island, torna in pista con questo This Is M.E. che, se non ho sbagliato i conti, è il suo quindicesimo album in carriera. Per questo nuovo lavoro, la Etheridge si affida ad un “pool” di collaboratori (e produttori) che rispondono ai nomi di Roccstar, Arden Altino, Jerry Duplessis, e affidabili musicisti, tra i quali Jerrod Bettis al basso, Jon Levin al pianoforte e tastiere, Randy Cooke alla batteria, Bernard Grobman alle chitarre, Jon Sosin al basso, la brava violoncellista Neyla Pekarek del gruppo folk Lumineers, con il non trascurabile apporto delle coriste Farah Fleurimond, Angela Hunt, Natalie Walker, ed il risultato finale è una raccolta di brani cantati da Melissa, con una grinta e una convinzione che molti colleghi (anche maschi) dovrebbero invidiarle.

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La partenza del disco ricorda il periodo iniziale (il migliore), con una potente sezione ritmica che accompagna I Won’t Be Alone Tonight e Take My Number https://www.youtube.com/watch?v=zX5UO4lYsxA , mentre A Little Hard Hearted  https://www.youtube.com/watch?v=UobZj-Mn_BY e Do It Again sono quelle classiche ballate rock da sempre marchio di fabbrica della Etheridge, passando per le atmosfere quasi “grunge” di Monster e i riff “hard rock” anni ’70 di Ain’t That Bad. Con All The Way Home, Like A Preacher e Stranger Road Melissa percorre sonorità nuove (si sente lo zampino di tale Roccstar), andando a chiudere con il pop di A Little Bit Of Me https://www.youtube.com/watch?v=laJ6dHS8p9s  e la ballata pianistica Who Are You Waiting For, dove il cello della Pekarek ricama deliziose armonie.

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In conclusione This Is M.E. ha tutti i pregi di un disco di Melissa Etheridge, bei suoni, validi “sessionmen”, e anche qualche grande pezzo, oltre alla sincerità della sua voce roca, calda e potente, che rende le sue “performances” quasi sempre intense ed emozionanti. Quella che verso la fine degli anni ’80 voleva essere una Springsteen al femminile, con giacche di pelle e stivaletti country, si è ritagliata in una lunga carriera un posto suo (senza farsi troppo usare dal sistema), perché il rock non richiederebbe compromessi ma scelte coraggiose che permettano di sprigionare il meglio che si ha dentro, magari non sempre ci riesce, ma sicuramente ci si prova, con onesti risultati, come questo album pare testimoniare.

Tino Montanari