Un Disco Buono Per Un Nuovo Sport: Il Lancio Del CD. Nel Mercato Sottostante! Keith Urban – Ripcord

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Keith Urban – Ripcord – Capitol Nashville CD

Al mondo ci sono molti uomini fortunati (si potrebbe poi filosofeggiare su chi di essi si merita la fortuna e chi no), e tra di loro ce ne sono alcuni più fortunati di altri. Prendete ad esempio Keith Urban, countryman australiano trapiantato in America, che, oltre ad avere avuto un occhio di riguardo da madre natura, tutte le sere quando torna a casa trova Nicole Kidman ad aspettarlo. Poi c’è l’aspetto musicale, e anche lì non si scherza, in quanto ci troviamo di fronte ad uno dei musicisti più di successo nel mondo del country (e non solo), con sei dei suoi otto album pubblicati finora (dopo una partenza in sordina negli anni novanta) ad essere approdati o al primo posto in classifica o al secondo quando le cose sono andate male.

*NDB Questa volta è arrivato solo al n°4 nelle classifiche, ma n°1 in Australia e in quelle country (ma dove?!?). Ho inserito i video, ma li ascoltate a vostro rischio e pericolo!

Oggi Urban più che un musicista è un brand (un po’ quello che era David Beckham nel mondo del calcio), con una militanza come giudice nella versione americana di American Idol ed una linea di chitarre che portano la sua firma (se non altro è uno che alla sei corde ci sa fare, a differenza di molti colleghi che la usano solo per fare le fotografie): siamo dunque arrivati ad un livello tale di popolarità che la qualità della musica da lui proposta è quasi una cosa di secondo piano, tanto i suoi dischi vendono comunque a palate. Io però ho il compito di giudicare, e nello specifico sto parlando del suo nuovo album (il nono), intitolato Ripcord: diciamo tanto per cominciare che verso quelli come Urban sono un po’ prevenuto, in quanto di solito la musica da loro proposta di country ha ormai poco, ma è decisamente imparentata con quel soft pop che a Nashville va per la maggiore, una musica finta ed un po’ plastificata che gli amanti del vero country non vedono di buon occhio; in aggiunta, prima ancora dell’ascolto del CD i miei dubbi sono aumentati, in quanto Ripcord vede in azione ben sette produttori diversi (e questo di solito è sintomo di gran confusione), ben quattro sessionmen ai sintetizzatori (anche se tra i musicisti c’è pure il poderoso bassista rock Pino Palladino, già nel John Mayer Trio e nella live band degli Who), e tra gli ospiti la famosa, bella ma di poco talento Carrie Underwood, ma soprattutto il famigerato Nile Rodgers (ex Chic) ed il rapper Pitbull (?!?) insieme in un brano.

Se poi aggiungiamo che in sede di promozione questo album è stato definito il più sperimentale da quelli pubblicati da Keith finora, allora i miei dubbi si sono tramutati in puro terrore. I primi secondi di Gone Tomorrow (Here Today), con un bel strimpellare di banjo, sembrano promettere bene, ma è forse l’unico momento ascoltabile di tutto il CD, in quanto il brano prende subito una brutta piega, trasformandosi all’istante in un synth-pop con ritmica quasi dance, una porcheria in pratica. John Cougar, John Deere, John 3:16, bel titolo a parte, è da denuncia (e se fossi Mellencamp farei partire immediatamente una querela), il ritornello sarebbe anche orecchiabile ma l’arrangiamento è quanto di più finto possa esistere https://www.youtube.com/watch?v=Gdu8M2val_w , ed anche Wasted Time non migliora le cose, anzi se possibile le peggiora: canzone pessima, plastificata, insignificante, buona per chi di musica non capisce una mazza, il vero “tempo sprecato” del titolo è quello riservato all’ascolto di questo brano. Ed il pezzo con Rodgers ed il rapper? Una vera tragedia, avrei voglia di mettermi a piangere, ma tutto il disco è su questo livello, musicaccia fatta con i piedi (The Fighter, il duetto con la Underwood, è imbarazzante, pura pop-dance per ragazzini imberbi, roba che neanche gli One Direction).

E’ perfettamente inutile proseguire: non ho mai gettato un CD dalla finestra, ma questa volta sono fortemente tentato dal farlo.

Marco Verdi