Per Ora, Il Migliore Album Di “Rock’N’Soul” Dell’Anno! – Nathaniel Rateliff & The Night Sweats

nathaniel rateliff and the night sweats

Nathaniel Rateliff – Nathaniel Rateliff & Night Sweats – Stax / Universal

Avevo lasciato Nathaniel Rateliff che sussurrava le canzoni di Falling Faster Than You Can Run http://discoclub.myblog.it/2014/02/23/il-ritorno-del-giardiniere-nathaniel-rateliff-falling-faster-than-you-can-run/ , e ora lo ritrovo sul mio lettore con questo nuovo lavoro dove  ha cambiato completamente stile e suono, una manciata di canzoni intinte nel classico soul della “Stax” anni sessanta, che ci rimandano ai mitici Otis Redding e Sam & Dave, ma anche Sam Cooke, Wilson Pickett e compagnia cantante. Prodotto dal navigato ex (?)-cantautore  Richard Swift (Black Keys, Damien Jurado fra i tanti), Nathaniel Rateliff & The Night Sweats, oltre al barbuto e tatuato Rateliff alla voce, chitarre, basso e percussioni, si avvale di una “gang” di musicisti dalle facce poco raccomandabili, ma di indubbio valore, tra i quali lo stesso Richard Swift all’organo e piano, Patrick Meese alle chitarre, basso, batteria e percussioni, Mark Shusterman alle tastiere, Starett Rogers al basso, e una formidabile sezione fiati composta da Nick Krier, Adam Shaffner, Leah Concialdi, Andreas Wild al sassofono baritono e tenore, Rick Benjamin al trombone, e Derek Banach  e Wesley Watkins alla tromba, per undici tracce che ripercorrono in un certo senso la storia dei mitici Muscle Shoals Studios.

La partenza è fulminante fin dall’iniziale I Need Never Get Old con atmosfere che richiamano il “sound” Stax, a cui fanno seguito una Howling At Nothing con la voce baritonale di Nathaniel che viene supportata dai cori della sua band, Trying So Hard Not To Know dove viene evidenziato un grande lavoro di chitarre e percussioni, per poi passare all’honky-tonky di I’ve Been Falling, introdotto dal piano su un tessuto di fiati dall’arrangiamento corposo, e una S.O.B. (una delle più belle canzoni dell’anno), che inizia con dei semplici battimani e un coro che richiama i canti di lavoro dei neri nelle piantagioni di cotone e che poi si trasforma, nel ritornello, in una “vampata” di suoni irresistibili, dove è proprio impossibile non muovere il piedino. Dopo questa scossa adrenalinica si riparte con il moderno country di Wasting Time, mentre con Thank You si ritorna alla classica ballata soul alla Sam Cooke, passando pure per un R&B d’antan come Look It Here, a cui fanno seguito Shake, un bel blues d’atmosfera, una deliziosa ballata folk-soul I’d Be Waiting cantata in un tono confidenziale alla Gary U.S. Bonds (recuperate ad ogni costo, se già non l’avete, Dedication, l’album che contiene alcuni brani di e con Springsteen https://www.youtube.com/watch?v=nTKtcsUjVMc ), andando a chiudere forse con il brano più debole del disco, Mellow Out con un ritornello ossessivo ma comunque piacevole da ascoltare.

Nathaniel Rateliff & The Night Sweats è un sorprendente album di soul classico, forse nulla di nuovo ma fatto un gran bene, con belle canzoni che trovano le loro radici nel “gospel” e nella musica nera in generale, suonato in modo impeccabile da una potenziale grande band come i Night Sweats, dove spicca il talento e il timbro vocale di Nathaniel Rateliff, con tutto l’insieme di questi fattori che dà a questo lavoro concreto e robusto lo spirito che ha illuminato quei meravigliosi anni.

Per il sottoscritto, sicuramente uno dei dischi dell’anno, per tutti gli altri, fidatevi, grande musica.!

Tino Montanari