Un Affare Di Famiglia. Eliza Carthy & Norma Waterson – Gift

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Eliza Carthy & Norma Waterson – Gift – Topic Records

Eliza Carthy e Norma Waterson sono figlia e madre, hanno fatto molti dischi insieme ad altri componenti della famiglia (la Waterson Family, Waterson:Carthy) ma mai come duo. Questo disco colma la lacuna e si candida autorevolmente a miglior disco folk tradizionale dell’anno.

A questo punto sapete di che argomento si tratta ( e sapete che a me, e quindi in questo blog, piace spaziare in tutti generi) e quindi chi non è interessato all’argomento se ne può andare!

Siamo rimasti in pochi? Spero di no, comunque aggiungiamo qualche altro elemento: il babbo di Eliza e quindi marito di Norma è il grande Martin Carthy, membro fondatore degli Steeleye Span e poi autore di una gloriosa carriera solista, ma spesso in coppia (Dave Swarbrick) o in gruppo (i Brass Monkey, Blue Murder) con altri artisti del folk tradizionale e quindi spesso anche con i Watersons, ma in questo caso svolge, in modo impeccabile, il ruolo di comprimario e collaboratore, con lui ci sono Oliver Knight, cugino di Eliza, chitarrista e polistrumentista, che cura con la stessa Carthy la produzion del disco, Danny Thompson, magnifico come sempre al contrabasso e Marry Waterson, la sorella di Oliver Knight a confermare che trattasi di “Affare di Famiglia”. In effetti ci sarebbero anche Martin Simpson e Aidan Curran, ma diciamolo!

Il risultato è strepitoso: spesso si usa il termine Grande Vecchio per indicare un personaggio fondamentale nell’ambito di un genere musicale, ma trattandosi di una signora, Norma Waterson userei il più rispettoso Gran Dama del folk britannico (Sandy Denny non c’è più ma operava in un ambito diverso e secondo me è fuori concorso, Shirley Collins si è ritirata da molti anni, Maddy Prior e Jacqui McShee operano in un ambito più elettrificato e possono competere più con Eliza Carthy). Alla tenera età di 71 anni (oltre un certo limite si può dire anche l’età di una signora) è ancora in possesso di una voce straordinaria, potente ed espressiva come poche e la pur brava figlia, se si può dire, non gli fa un baffo, ma è soprattutto quando cantano insieme che diventano straordinarie.

Si capisce fin dall’iniziale strepitosa rilettura del tradizionale Poor Wayfaring Stranger dove le voci di Norma e Eliza con il contributo non indifferente di Marry si alternano e si intrecciano con incredibile naturalezza con la chitarra di Curran e il contrabbasso di Thompson, ma è subito chiaro che l’assoluta protagonista è Norma Waterson che l’autorevole rivista Mojo ha definito la più squisita voce del panorama musicale inglese, così, senza distinzione di sesso e genere.

La figlia Eliza Carthy, anche eccellente violinista e mandolinista, ha provato anche varie escursioni in un genere più mainstream anche cantautorale (lo so, l’ho detto ancora!) con una decina di album a nome proprio e innumerevoli collaborazioni, familiari e non: in Little Grey Hawk conduce lei le danze, con la sua voce caratterizzata da una leggera raucedine, meno potente della mamma ma sempre rispettabile ed espressiva, il suo violino e il banjo di Martin Simpson accompagnano le operazioni.

Ma vediamo quelli che sono i brani fondamentali di un album tutto di alto livello ma che raggiunge i suoi picchi oltre che nel brano iniziale, nell’ottima e trascinante Bonaparte’s Lament, con anche un consistente lavoro strumentale di tutto l’ensemble di musicisti. The Rose And Lily è fantastica, un brano tradizionale che condivide un’atmosfera rarefatta e sospesa con la conosciutissima (anche dai profani del folk visto che l’hanno suonata un po’ tutti) John Barleycorn: l’interpretazione, in questo caso di Eliza Carthy, è magistrale, accompagnata da un violino, dal piano e dalla chitarra elettrica di Oliver Knight, oltre naturalmente alla mamma Norma, ci regala oltre 6 minuti di grande musica. watch?v=w_CxR3rkoZs

Ottima anche Bunch of Thyme con la voce senza tempo di Norma Waterson che intona uno dei brani tradizionali più affascinanti del canone folk britannico, ben coadiuvata dalle armonizzazioni della figlia Eliza, alle prese anche con viola e violino.

Interludio.

Se volete approfondire la grande tradizione di questa musica, nel 2009 la Topic Records ha pubblicato un fondamentale Box di 7 CD intitolato Three Score & Ten – A Voice To The People, con annesso libro formato LP di oltre 100 pagine, cofanetto che traccia i 70 anni di storia di questa etichetta che ha fatto la storia della musica popolare in Gran Bretagna (il prezzo è abbordabile).

Torniamo al CD: a questo punto c’è un delizioso medley tra Ukulele Lady e (If Paradise Is) Half As Nice), devo dire che Battisti/Mogol in chiave folk tradizionale inglese non li avevo mai sentiti ma escono vincenti anche da questa prova. Per gli inglesi il brano è famosissimo, è stato un numero 1 in Inghilterra nel 1969 per gli Amen Corner ma non sanno che, scritta originariamente per Ambra Borelli/La Ragazza 77 come il Paradiso della vita, un flop incredibile, è poi rimbalzata di ritorno dal Regno Unito ed è diventata Il paradiso di Patty Pravo. Ebbene la versione che ne fa il duo Carthy/Waterson in medley con l’old time jazz di Ukulele Lady è assolutamente imperdibile, in quanto i due brani prima eseguiti separatamente, nel finale si combinano, verso dopo verso fino a diventare un tutt’uno indivisibile. Una pausa di lievità in un disco altrimenti molto “serio”, ma il genere lo richiede.

L’ultimo brano che vorrei citare (ma, ripeto, è tutto di ottima fattura) è la conclusiva Shallow Brown, dove le famiglie Waterson e Carthy uniscono le loro voci (sette in tutto perché ci sono anche gli zii, Anne & Mike Waterson) in una versione corale e trascinante di questa ulteriore gemma della tradizione folk inglese.

Per molti ma non tutti, ma provate e potreste essere piacevolmente sorpresi anche già sapendo cosa vi aspetta.

Bruno Conti