Viste Le Premesse Mi Aspettavo Di Più! Andy Frasco And The U.N. – Happy Bastards

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Andy Frasco And The U.N. – Happy Bastards – Ruf records **

Dopo una serie di almeno quattro album pubblicati a livello indipendente, Andy Frasco And The U.N. approdano su etichetta Ruf. Conoscendo il repertorio dell’etichetta tedesca, incentrato su blues, rock,vecchi  gruppi classici di rock anni ’70, molte voci femminili e chitarristi, mi aspettavo qualcosa di simile, ma devo dire che sono rimasto sorpreso, purtroppo non in modo positivo dal nuovo lavoro di questa band californiana. Come sapete io rispetto il lavoro di tutti i musicisti, perché immagino la fatica e l’impegno che ci sono dietro ogni disco che viene pubblicato, però conoscendo a grandi linee i nomi degli artisti che vengono abitualmente recensiti su queste pagine avrete notato che certa musica non viene trattata per principio, basta leggere i nomi che stazionano abitualmente ai primi dieci posti delle classifiche americane o inglesi e per principio il 90% e oltre non vengono proprio trattati, come si suole dire, se li conosci li eviti, poi se a uno piacciono è libero di ascoltarli.

In teoria Andy Frasco e i suoi pard, che vengono definiti nelle cartelle stampa come una “American rock-blues band”, sono fautori di un genere che miscela funky armonico e influenze jazzy in uno stile che viene presentato come “Party Blues”. Per correttezza mi sono andato a risentire i dischi precedenti del gruppo e mi sono ritrovato in parte con queste definizioni, ma il nuovo Happy Bastards, ovviamente parere personale, è la tra le cose più deludenti in ambito rock che mi sia capitato di ascoltare negli ultimi anni. Sto ascoltando ancora il CD, anche in questo momento in cui scrivo, cercando di trovare qualcosa di buono nel guazzabuglio di suoni, grooves e ritmi che si susseguono nell’album: a voler essere generosi si salvano l’iniziale The You Up che sembra una versione anni 2000 della vecchia One Of These Nights degli Eagles, con le sue sferzate di chitarra elettrica e ritmi serrati e sospesi, la gioiosa scorribanda nel R&R  misto a R&B della frenetica When You’re Lonely (Fill You Up), dove fiati e arrangiamenti vocali corali danno questa impressione di party music che può ricordare certe cose dei Blues Brothers e sicuramente Andy Frasco And The U.N. saranno strepitosi dal vivo, con il leader libero di lasciar scorrere le sue mani su piano e organo che sono i suoi strumenti, il sassofonista Ernie Chang di soffiare con vigore nel proprio strumento e Shawn Eckles di inventare ritmi funky sulla chitarra, come succede parzialmente nel disco anche in (Oh My My) Can’t Get You Off My Mind, titoli lunghi ma idee poche. Forse il latineggiante blues acustico Let’s Get Down To Business, esile esile, o il gagliardo funky-rock della salace Blame It On The Pussy, che lascia intravedere un certo potenziale della band e qui Eckles è veramente bravo. E pure Good Ride, un pezzo rock che ricorda vagamente i Doobie Brothers dei primi anni ’70, non è male, come pure la conclusiva, movimentata My Recovery, ma niente di memorabile comunque.

Per il resto è notte fonda, alcuni pezzi sono veramente irritanti nella loro sciatteria, anche considerando le potenzialità della band. Quindi gli diamo la condizionale e li rimandiamo ai lavori forzati dal vivo, dove pare siano veramente bravi, com’è testimoniato da parecchi video che si trovano in rete, di cui uno lo vedete qui sopra.

Bruno Conti