Un Altro Sconosciuto “Perdente”, Ma Di Valore! Michael J. Sheehy

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Se amate i “losers”, i personaggi con le parabole da perdenti, penso di avere il musicista che soddisferà le vostre esigenze. A metà degli anni novanta, dopo un lungo periodo di eccessi, il nostro amico Michael John Sheehy fonda con un gruppo di amici i Dream City Film Club (sfigata band britannica che aveva per modelli Elvis Presley e i Virgin Prunes). Nonostante tutto, il gruppo non si sa come, ottiene numerosi ingaggi nei Club della zona e un contratto discografico con la Beggars Banquet, e Michael è senza dubbio la mente creativa e nel giro di pochi anni è pronto ad affrontare una carriera solista di notevole qualità. Il lavoro d’esordio Sweet Blue Gene è del 2000, e come nei seguenti Ill Gotten Gains (2001), No Longer My Concern (2002), la musica del musicista inglese, è composta da atmosfere intimistiche, crepuscolari e ammalianti che l’autore  sa creare con indubbia maestria.

Dopo qualche anno di riflessione Sheehy, torna nel 2007 con Ghost On The Motorway (con una brano bellissimo Twisted Little Man, che era nella colonna sonora della serie televisiva Deadwood), e con l’ultimo With These Hands del 2009, una sorta di “concept album”, ideato su un Musical ambientato nei primi anni ’60, che narra la storia di Francis Delaney, un pugile fittizio che richiama la storia del film Lassù qualcuno mi ama, interpretato dal grande e mai dimenticato Paul Newman.

 

Michael  J. Sheehy, ha imparato ad amare la musica nei pub chiassosi e malfamati di Londra, e nel tempo è diventato un ottimo musicista (suona le tastiere e la chitarra con molta abilità), ma è innanzitutto un narratore di storie, all’interno delle quali è racchiusa la parte più preziosa, intima e oscura della sua vita. Se amate la musica di Tom Waits e Nick Cave, penso che non farete fatica ad entrare nelle coordinate musicali di questo magnifico “perdente”, un altro dei tanti, forse troppi, illustri sconosciuti, un autore completo e sensibile, da seguire con estremo interesse anche in futuro.

Tino Montanari