In “Pellegrinaggio” Alle Radici Del Soul E Del Rock, Risultato Prodigioso! Paul Thorn – Don’t Let The Devil Ride

paul thorn don't let the devil ride

Paul Thorn – Don’t Let The Devil Ride – Perpetual Obscurity Records

Paul Thorn è uno dei tanti “piccoli grandi” segreti della musica Americana di qualità: cantautore con una consistente discografia, una dozzina di album, compresi alcuni live, una antologia e un disco, Pimps And Preachers, forse il suo migliore, che gli era talmente piaciuto da averne pubblicate tre diverse versioni https://discoclub.myblog.it/2011/02/25/temp-8321917b0bce057cb280fea99f41838b/ . Il nostro amico è nato a Kenosha, Wisconsin, ma si è trasferito a vivere, praticamente ancora in fasce, a Tupelo, Mississippi, la patria di Elvis Presley. Babbo predicatore presso la chiesa locale, Thorn ha avuto una vita avventurosa, lasciando la famiglia a 18 anni per “vivere nel peccato”, poi è stato nella guardia nazionale e ha intrapreso una importante carriera nel pugilato professionistico che lo ha portato a combattere nel 1988 contro il grandissimo Roberto “Mano Di Pietra” Duran, perdendo onorevolmente (e il non dimenticato Chris Gaffney ha inciso una bellissima canzone The Eyes Of Roberto Duran, sull’album del 1995, prodotto da Dave Alvin, di cui in rete trovate una eccellente versione video cantata con l’autore Tom Russell e Alvin alla chitarra https://www.youtube.com/watch?v=2gfzk047ImU ).

L’altra grande passione di Thorn è sempre stata, fin da bambino, la musica, ha fatto parte del roster di artisti di Rick Hall, il fondatore dei Fame Studios, e dopo l’esordio per l’A&M del 1997, si è sempre autoprodotto per la propria etichetta, la Perpetual Obscurity, con l’aiuto del co-autore e produttore Billy Maddox, in questo Don’t Let The Devil Ride “aiutato” da Colin Linden. Paul Thorn è il classico cantautore completo, nel suo stile confluiscono rock, country, blues, soul , Americana e southern rock, ma per l’occasione di questo suo secondo disco di cover ha deciso di lanciarsi in un disco di gospel (e blues), altro grande amore e omaggio alle radici della sua famiglia. Se non lo conoscete (ed è un delitto) provate qualsiasi suo album, dal primo Hammer And Nail, al citato Pimps And Preachers, o anche Too Blessed To Be Stressed del 2014, sono tutti belli e anche il nuovo tiene fede alla sua fama. Oltre a Linden nel disco, che è stato registrato tra i Sun Studios di Sam Phillips, i Fame Studios di Muscle Shoals (quando Rick Hall, il vecchio proprietario era ancora vivo) e per la parti dei fiati alla Preservation Hall di New Orleans, con la band presente, oltre alle McCrary Sisters, alla cantante texana Bonnie Bishop, al chitarrista Billy Hinds, al batterista  George Recile, e a vari altri luminari della musica soul e del gospel, tra cui i Blind Boys Of Alabama.

Il risultato è veramente eccellente, rivaleggia con i recenti dischi di Jimmy Barnes e Marc Broussard nella rivisitazione della migliore musica nera. Questa volta soprattutto gospel, ma la musica profana è comunque rappresentata da ottime versioni di You Got To Move, il blues di Fred McDowell “gospelizzato” dalle splendide sorelle McCrary, ma pure Thorn ha una voce notevole, e dalla Love Train degli O’Jays, un pezzo che diventa una giubilante ode al signore, in una versione corale sontuosa. Ma sin dall’iniziale, scintillante e scatenata Come On Let’s Go si capisce che siamo a bordo per un viaggio nel miglior gospel, magari brani poco noti, a parte i due citati, ma con voci, fiati e i musicisti tutti che impazzano alla grande. The Half Has Never Been Told è un blues elettrico potente, con le chitarre di Linden e Hinds in primo piano, assieme alle tastiere di Michael Graham; Keep Holdin’ On è un’altra gospel song dal retrogusto blues di grande fascino, mentre He’s A Battle Axe con il mandolino di Linden in evidenza è più rurale e country, ma ha l’appeal dei brani migliori di John Hiatt, di cui Thorn ricorda molto la voce. Something On My Mind è uno slow blues intenso e fiatistico di grande pregio, Soon I Will Be Done un’altra gospel  esultante con voci e strumenti che impazzano, con One More River che potrebbe ricordare il Ry Cooder blues di fine anni ’70 e He’ll Make A Way, con una slide malandrina, è un altro pezzo splendido e pure Don’t Let The Devil Ride non scherza, vi sfido a trovare un brano brutto in questo album. Ascoltare per godere le gioie della buona musica.

Bruno Conti

L’Ex Pugile Ancora Una Volta Sul Ring Della Musica! Paul Thorn – Too Blessed To Be Stressed

paul thorn too blessed

Paul Thorn – Too Blessed To Be Stressed – Perpetual Obscurity/Blue Rose/IRD

Ci sono storie che vale la pena raccontare, quella di Paul Thorn parla da sola e se ne potrebbe trarre un romanzo. Nativo di Tupelo, Mississippi (non un luogo qualunque nella grande storia del rock’n’roll, li è nato un certo Elvis Presley). Figlio di un pastore protestante, Paul comincia fin da piccolo a cantare nella chiesa di famiglia, cresce a pane e musica e fin dalla tenera età di dodici anni comincia anche a prendere lezioni di boxe da suo zio, e dopo una lunga gavetta prende sul serio la carriera di pugile, che lo porta addirittura nel lontano ’87 a sfidare in diretta televisiva il campione del mondo Roberto Duran (conosciuto anche come “mano di pietra”). Come sia andata a finire è facilmente immaginabile, la sonora sconfitta rimediata lo fa tornare di corsa al suo primo amore, la musica, e tra un pugno e l’altro trova il tempo negli anni a seguire di incidere una mezza dozzina di dischi di buona fattura, a partire dall’esordio con Hammer And Nail (97) a cui faranno seguito Ain’t Love Strange (99), Mission Temple Fireworks Stand (02), Are You With Me? (04), A Long Way From Tupelo (08), Pimps And Preachers (10) http://discoclub.myblog.it/2011/02/25/temp-8321917b0bce057cb280fea99f41838b/  e What The Hell Is Goin’ On? (12), un disco di sole “cover”, andando a pescare autori di riferimento come Allen Toussaint, Rick Danko, Paul Rodgers dei Free, Ray Wylie Hubbard, Buddy Miller e il Buckingham dei Fleetwood Mac.

In questo Too Blessed To Be Stressed, Thorn scrive tutti i brani con il fidato Billy Maddox, avvalendosi di “sessionmen” di esperienza e qualità come Bill Hinds alle chitarre, Jeffrey Perkins alla batteria, Ralph Friedrichsen al basso, Michael Graham alle tastiere, e come coriste Deluxe le bravissime McCrary Sisters, che danno un buon contributo a tutto il lavoro.

paul thorn 1 paul thorn 2

Le prime due riprese (o brani, se preferite) Everything’s Gonna Be Alright https://www.youtube.com/watch?v=Ppf2vogP4os  e Too Blessed To Be Stressed, sono di riscaldamento, ma già al terzo round Paul mette a segno un bel montante con una Everybody Needs Somebody dal ritornello accattivante https://www.youtube.com/watch?v=-vH8vZCwQkg , a cui fa seguire un perfetto colpo ai fianchi con il country di I Backslide On Friday, rifiatando alla grande con il soul-blues di This Is A Real Goodbye, con un bel lavoro al suo angolo di Michael Graham al piano. La sesta ripresa viene affrontata spavaldamente con l’andamento rock di Mediocrity Is King, mentre il “round” successivo Don’t Let Nobody Rob You Of Your Joy è di studio, prima di scatenarsi con la “cover” di Carlo Ditta (noto produttore di New Orleans, anche del grande Willy Deville), un gospel Get You A Healin’ dal sapore delizioso di Lousiana https://www.youtube.com/watch?v=3VVev3uouEA . Le ultime riprese sono di contenimento con il southern blues di annata Old Stray Dogs & Jesus, l’anima rock soul di una coinvolgente What Kind Of Roof Do You Live Under, concludendo l’incontro, vincendo ampiamente ai punti, con una grandissima ballata No Place I’d Rather Be, splendidamente suonata e cantata, dotata di una raffinata melodia degna del miglior John Hiatt. Gong!

paul-thorn 3 paul thorn 4

Nonostante i pugni presi in carriera, Paul Thorn non è affatto uno “suonato”, sa come disimpegnarsi nelle proprie canzoni, scrive brani che fanno vibrare, ballate toccanti, rhythm’n blues e qualche accenno di “roots”, da parte di un “boxeur” (fortunatamente) mancato, dotato di un talento musicale non tanto comune, con una storia da “saga americana” alle spalle, che aspetta solo di essere sceneggiata.

Tino Montanari

*NDB. Il disco era già uscito ad agosto per la propria etichetta Perpetual Obscurity, ed anticipato nella rubrica delle novità mensili, ora viene pubblicato in Europa dalla Blue Rose, distribuita in Italia dalla IRD, e rimane sempre un ottimo album, come avete appena letto qui sopra!

Novità Di Agosto, Parte III. Empty Hearts, Paul Thorn, Ruthie Foster, James Yorkston, Dr. John, Look Again To The Wind – Tribute To Johnny Cash Bitter Tears

empty hearts

Nella settimana successiva a quella in cui, per la prima volta in 37 anni di onorata carriera discografica, Tom Petty con Hypnotic Eye era salito al 1° posto delle classifiche di Billboard, e il tributo a JJ Cale di Eric Clapton era secondo (ma è stata una bella sorpresa di breve durata, questa settimana al numero uno c’è già l’Awesome Mix (?!?) della colonna sonora di Guardians of The Galaxy e al secondo, Now 51), continuiamo con l’elenco delle  novità di agosto.

Prima di tutto una sorta di supergruppo che mi era sfuggito (il CD è uscito negli States il 5 agosto): si tratta degli Empty Hearts, nome fornito per gentile concessione di Little Steven, che pare abbia una lista secreta di nomi di band mai utilizzati o comunque rari (perché in effetti mi pare ci siano dei metallari nordici, forse sevedesi, con lo stesso nome). Supergruppo è forse una parola forte, non sono musicisti particolarmente famosi, per quanto: Wally Palmar, la voce solista e chitarra ritmica viene dai Romantics, Elliot Easton, la chitarra solista, era nei Cars, Andy Babiuk, il bassista, era nei Chesterfield Kings e Clem Burke, alla batteria, viene dai Blondie. A completare la formazione, come special guest, troviamo Ian McLagan, il mitico tastierista dei Faces. E il genere, guarda un po’, mi ha ricordato, a grandi linee, proprio di quello di Tom Petty. Ampie dosi di sixties pop, mutuato dalla British Invasion, Power Pop (e rock) nel DNA di Romantics e Chesterfield Kings, armonie vocali prese dal rock anni ’70 e ’80 californiano, qualche tocco di garage punk, proveniente dalle prime esperienze di Cars e Blondie, e sempre presente nella musica di Romantics e Chesterfield Kings https://www.youtube.com/watch?v=6jaRdPgW7EI . Niente di trascendentale, ma una manciata di canzoni estremamente piacevoli, con chitarre a manetta, ritmiche fresche e pimpanti, tanta passione, sembra di essere in un disco, oltre che di Petty, di Dwight Twiley o dei Knack, ma anche dei primi Who, divertente e scanzonato, con la bella voce di Palmar spesso in evidenza e riff come piovesse. L’estate starà anche finendo, come recitava quella famosa canzone, ma secondo i maestri californiani Beach Boys ce n’è una anche senza fine, la cui colonna sonora potrebbe essere questo disco  . In I Found you again, un ballatone con uso di pedal steel, sembra di ascoltare una via di mezzo di tra il country e il Tom Petty più byrdsiano, mentre in Drop Me Off At Home sembra di essere capitati tra i solchi di Nuggets e in Meet Me ‘Round The Corner in un disco degli Animals. Come al solito niente di nuovo, ma i “cuori” non sembrano vuoti ed aridi. Etichetta 429 Records, distribuzione Universal, negli States.

paul thorn too blessed

Veniamo ai dischi in uscita domani 19 agosto. Del nuovo Paul Thorn Too Blessed To Be Stressed sono venuto a conoscenza grazie al fatto di essere iscritto alla sua mailing list: dodicesimo album della sua carriera, 10 canzoni nuove, disponibile sul suo sito in varie versioni (CD, Vinile, CD+LP+Maglietta+ammenicoli vari, CD+LP versione per fans, CD per fans con sticker, li trovate qui http://www.paulthorn.com/ , anche se il vinile uscirà a metà ottobre, nel frattempo potete dare una ascoltata). Se non conoscete l’artista californiano, e la cosa è grave, questo è quanto è stato scritto in passato su di lui nel Blog, http://discoclub.myblog.it/tag/paul-thorn/, l’ultimo avvistamento nel tributo a Jackson Browne uscito questa primavera, mentre nel 2012 era uscito un disco tutto di covers, What The Hell Is Going On, sempre sulla sua etichetta, la Perpetual Obscurity che pubblica questo nuovo. Se siete troppo pigri, due o tre link per ascoltare qualcosa del nuovo album https://www.youtube.com/watch?v=-vH8vZCwQkg  e in generale della sua musica https://www.youtube.com/watch?v=9sNb7wtlNkU, https://www.youtube.com/watch?v=rQ3O0y2iMjw!

ruthie foster promises of a brand new day

La bravissima Ruthie Foster è una delle favorite di questo Blog,  http://discoclub.myblog.it/2012/02/22/una-grande-soul-singer-ruthie-foster-let-it-burn/, ogni disco è più bello del precedente, questo Promise Of A Brand New Day (bellissimo titolo), pubblicato come di consueto dalla Blue Corn Music, mi sembra addirittura il suo migliore in assoluto https://www.youtube.com/watch?v=4056ThbbNgU . Accanto al soul classico e al blues presenti sempre nei suoi dischi c’è spazio anche per alcune ballate e brani rock che mi hanno ricordato, da quello che ho potuto ascoltare velocemente, la migliore Joan Armatrading degli anni ’70. Voce calda e suadente, potente e dolce al tempo stesso, ottima produzione a cura di Meshell Ndegeocello, che suona anche il basso nel disco, affiancata da Chris Bruce alla chitarra (anche con Sheryl Crow) e dal tastierista Jebin Bruni, pure con Aimee Mann, che suonano abitualmente con Ruthie, oltre al batterista Ivan Edwards e a due musicisti richiesti espressamente dalla Foster, Doyle Bramhall alla chitarra e Toshi Reagon, un “donnone” dalla voce incredibile, che armonizza alla grande con le altre due signore presenti e a Nayanna Holley, in alcune canzoni di questo CD. Un misto di brani nuovi scritti dalla Foster, piccoli classici del soul-rock, come Ghetto, un pezzo scritto da Bettye Crutcher/Homer Banks/Bonnie Bramlett che era su Accept No Substitute di Delaney & Bonnie, Outlaw di Eugene McDaniels, sul disco omonimo ristampato recentemente dalla Rhino, altro piccola gemma, Second Coming, un brano scritto da Willie King (con Alice Cooper, giuro!), altro nome minore, ma da esplorare del blues nero americano (qualche nome da segnalare scappa sempre, è un vizio, spero utile per chi legge). Senza dimenticarsi di It Might Not Be Right, una canzone nuova scritta dalla Foster in coppia con William Bell, uno dei grandi della Stax degli anni ’60. Insomma si “intuisce” che siamo di fronte a un gran bel disco su cui ritorneremo quanto prima sul Blog, visto che esce domani.

james yorkston the cellardyke

Oggi, ma in Inghilterra, viene pubblicato il nuovo disco di James Yorkston, uno dei nomi più fulgidi del “moderno”, non solo folk, britannico (scozzese per la precisione) dell’ultimo periodo. Il disco nuovo, The Cellardyke Recording And Wassailing Society, è il suo ottavo di studio, esce per la Domino Records https://www.youtube.com/watch?v=OfnP_1wkf0U , con la produzione di Alexis Taylor degli Hot Chip, in una commistione di alternative pop e tradizione popolare  https://www.youtube.com/watch?v=AxwSXxO7dPA (Yorkston era anche il leader degli Athletes) è il seguito di I was A Cat From A Book del 2012. Tra i musicisti che appaiono KT Tunstall, The Pictish Trail, Rob Smoughton, Fimber Bravo, e i suoi collaboratori abituali Jon Thorne e Emma Smith https://www.youtube.com/watch?v=xUpy521NTGM . Dovrebbe piacere sia a chi ama l’indie rock, sia agli appassionati di Christy Moore, del primo Donovan o dell’Incredible String Band, persino di Leonard Cohen, sentitevi Thinking About Kat. Un altro nome da appuntarvi!

dr. john ske-dat-de-dat the spirit of satch

Viceversa questo è un nome “classico” come pochi, Dr. John a.k.a Mack Rebennack che omaggia uno dei più grandi della storia della musica, nonché concitttadino di New Orleans, Louis Armstrong, con un disco Ske-Dat-De-Dat: The Spirit Of Satch https://www.youtube.com/watch?v=Ab23oyKYc4w , che non so dirvi che numero sia nella sua discografia (ho perso il conto) ma si annuncia come uno dei più interessanti, anche grazie al notevole numero di ospiti che partecipano al CD, e che esce domani negli USA (e ai primi di settembre in Europa su Proper Records) per la Concord/Universal. Da quello che ho sentito sembra veramente molto bello. d’altronde con queste canzoni e questi musicisti non è difficile immaginarlo:

1. What A Wonderful World featuring Nicholas Payton and The Blind Boys of Alabama
2. Mack The Knife featuring Terence Blanchard and Mike Ladd
3. Tight Like This featuring Arturo Sandoval and Telmary
4. I’ve Got The World On A String featuring Bonnie Raitt
5. Gut Bucket Blues featuring Nicholas Payton
6. Sometimes I Feel Like A Motherless Child featuring Anthony Hamilton
7. That’s My Home featuring Wendell Brunious and The McCrary Sisters
8. Nobody Knows The Trouble I’ve Seen featuring Ledisi and The McCrary Sisters
9. Wrap Your Troubles in Dreams featuring Terence Blanchard and The Blind Boys of Alabama
10. Dippermouth Blues featuring James 12 Andrews
11. Sweet Hunk O’Trash featuring Shemekia Copeland
12. Memories Of You featuring Arturo Sandoval
13. When You’re Smiling (The Whole World Smiles With You) featuring Dirty Dozen Brass Band

look again to the wind johnny cash bitter tears

Altro tributo, ma di artisti vari e ad un singolo disco della discografia di Johnny Cash è questo notevole Look Again To The Wind Johnny Cash’s Bitter Tears Revisited. Questo disco del 1964 aveva come titolo completo Bitter Tears: Ballads of the American Indian, un concept album sulle tribolazioni delle popolazioni native americane, quelli che in Italia chiamiamo “indiani”, per intenderci (tutte queste cose del politically correct alla lunga rompono, questo essere diversamente qualcosa puzza molto di ipocrisia e perbenismo). In ogni caso il disco originale di Johnny Cash era bellissimo https://www.youtube.com/watch?v=MCAf_Ajh_KQ  e anche questo tributo, in uscita domani negli Stati Uniti per la Sony Music Masterworks, e i primi del mese prossimo in Italia e alcuni paesi europei, direi che non è male, sempre da un veloce appunto. Forse l’unico appunto è la presenza di un solo musicista nativo indiano (facciamo pellerossa, questo però è offensivo!), Bill Miller, l’undicesimo ed ultimo ad apparire nell’album http://www.bing.com/videos/watch/video/bill-miller-talks-about-johnny-cashs-bitter-tears-ballads-of-the-american-indian/28ddczy7j?cpkey=079e68e5-86ac-4456-9685-c07bb8eb97d0%257c%257c%257c%257c , con la cover della title track, una canzone scritta da Peter La Farge,  che non era nell’album di Cash ma su quello di La Farge stesso dell’anno prima, As Long as the Grass Shall Grow: Peter La Farge Sings Of The Indians: in ogni caso un disco che presenta una serie di musicisti assai interessanti, spesso incrociati in combinazioni differenti nei diversi brani di questo CD:

  1. As Long as the Grass Shall Grow – feat. Gillian Welch & David Rawlings
  2. Apache Tears – feat. Emmylou Harris w/The Milk Carton Kids
  3. Custer – feat. Steve Earle w/The Milk Carton Kids
    http://www.bing.com/videos/watch/video/steve-earle-on-look-again-to-the-wind-johnny-cash-s-bitter-tears-revisited/28dd5jlqz?from=
  4. The Talking Leaves – feat. Nancy Blake w/ Emmylou Harris, Gillian Welch & Dave Rawlings
  5. The Ballad of Ira Hayes – feat. Kris Kristofferson w/ Gillian Welch & David Rawlings
  6. Drums – feat. Norman Blake w/ Nancy Blake, Emmylou Harris, Gillian Welch & David Rawlings
  7. Apache Tears (Reprise) – feat. Gillian Welch & Dave Rawlings
  8. White Girl – feat. The Milk Carton Kids
  9. The Vanishing Race – feat. Rhiannon Giddens
  10. As Long as the Grass Shall Grow (Reprise) – feat. Nancy Blake, Gillian Welch &  Dave Rawlings
  11. Look Again to The Wind – feat. Bill Miller 

Tra i musicisti utilizzati dal produttore, Joe Henry, perché è lui il curatore del progetto, si segnalano i “soliti” Greg Leisz (steel guitar, guitars), Keefus Ciancia (keyboards), Patrick Warren (keyboards for the L.A. sessions), Jay Bellerose (drums) and Dave Piltch (bass).

Direi che con questo siamo, più o meno, alla pari, con le uscite. Però la settimana prossima e ai primi di settembre escono altri dischi interessanti, per cui non escludo appendici a questa lista. Sempre pronti, tempo permettendo, anche a recensioni singole ed altre anticipazioni varie.

Bruno Conti

C’è Chi Suona Nei Duran Duran E Chi Ha Combattuto Contro Roberto Duran! Paul Thorn – Pimps And Preachers

paul thorn cd+dvd.jpg

 

 

 

 

 

 

 

Paul Thorn – Pimps And Preachers – Blue Rose CD+DVD

Ovviamente non avendolo mai visto nella formazione dei Duran Duran deve essere lui che ha combattuto contro Roberto Duran. Per chi non lo sapesse Roberto “Mano di pietra” Duran è un pugile panamense tra i più leggendari nella storia della boxe, campione del mondo in quattro categorie e ha combattuto in cinque diverse categorie di peso, risultando, secondo alcuni critici il più grande peso “leggero” di tutti i tempi e tra i dieci migliori in assoluto (mi sono documentato, ma comunque ricordo di avere visto alcuni suoi combattimenti in televisione ed era una vera forza della natura). Per tornare alla musica il compianto Chris Gaffney gli ha dedicato una bellissima canzone, The eyes of Roberto Duran e Paul Thorn ha combattutto contro di lui nel 1988, perdendo naturalmente, anche se ricorda di non essere stato gonfiato come una zampogna.

La storia di Paul Thorn è affascinante ed è questo il motivo per cui vi parlo di questo album (che è anche molto bello, ma ci arriviamo tra un attimo): dopo la carriera pugilistica ha fatto vari professioni, l’ultima delle quali. lavorare in una fabbrica di sedie, sempre coltivando la sua passione per la musica, suonando a livello locale in piccoli clubs. E non poteva essere diversamente per uno che è nato a Tupelo, Mississippi la città di Elvis Presley, profondo Sud degli Stati Uniti. A metà anni ’90 è stato scoperto dal manager Miles Copeland (il fratello di Stewart, il batterista dei Police) che gli è fatto ottenere un contratto per la A&M con cui ha pubblicato nel 1997 il suo album di esordio Hammer And Nail (sempre titoli molto evocativi) che ha avuto ottimi riscontri di critica e buone vendite e, probabilmente, rimane il suo album migliore, come molti esordi. Ma questo Pimps and Preachers, il suo settimo disco di studio, oltre a qualche live sparso qui e là, gli si avvicina molto a livello qualitativo. I tempi delle majors sono un lontano ricordo, ora Thorn gli album se li gestisce in proprio a livello indipendente, infatti questo CD era già uscito l’estate scorsa negli States per la sua etichetta Perpetual Obscurity records (un nome, un programma).

Per chi se lo fosse perso al primo giro, vista la non fantastica reperibilità, la benemerita Blue Rose lo ripubblica in questi giorni in una versione potenziata con allegato (al prezzo di uno) un DVD con un concerto completo registrato a Birmingham (ma quella dell’Alabama) nel lontano 2005 ma che rimane attualissimo a livello di sound. Per inciso, per i super fans, il Dvd aveva già avuto una distribuzione pressoché clandestina ai tempi dell’uscita sul mercato americano.

E questa, ragazzi miei (oggi sono generoso, anche ragazze, visto che le Physique du Role dell’ex Boxeur è rimasto) è ottima musica: la vogliamo chiamare Americana (termine che il mio “amico” Dan Stuart aborre), blue collar rock, heartland o semplicemente del buon sano rock classico in ogni caso Paul Thorn è un rocker e cantautore di quelli gagliardi.

Si tratti del classico rock alla Springsteen ( o Mellencamp, o chi volete, sostituite con il vostro nome preferito) dell’iniziale You’re Not The Only One con la bella voce spiegata di Thorn che si sovrappone al suono di una ritmica spigliata e viene sottolineata da una bella slide guitar. Oppure il rock venato di soul della bluesata e, molto Mellencamp anni d’oro, della title-track Pimps And Preachers (Papponi e Predicatori ripresi anche nel disegno della copertina tra la Redemption Lane e il Turn Out Boulevard), organo e chitarra ribadiscono queste sonorità tipicamente sudiste. Ci sono anche belle ballate pianistiche come la deliziosa Tequila is good for heart ancora ricca di sapori southern ma anche con retrogusti alla Randy Newman o al Jackson Browne anni ’70, con la voce vissuta di Thorn che aggiunge di suo allo spessore del brano.

Ancora quel classico sound con doppia tastiera tipico degli anni ’70 più incisivi, quelli di Guthrie Thomas, Tom Jans e altri Beatiful Losers che in quegli anni facevano bellissimi album destinati all’oblio con la crema dei musicisti americani, dai Little Feat in giù. Come la vogliamo definire, ballata uptempo? Mi sembra che possa andare! Weeds in My Roses sta a metà tra gli Stones migliori e il southern rock più travolgente con quel basso che pompa, l’organo e le chitarre grintose e un bel ritornello che ti rimane in testa. Un altro dei temi musicali ricorrenti è quello dei già citati Little Feat, Better Days Ahead si situa tra il loro classico sound e quello di loro epigoni from New Orleans come Subdudes e Radiators, in ogni caso bella musica tra chitarre slide insinuanti e tastiere malandrine.

C’è anche una dolce ballata acustica come Ray Ann’s Shoes dove un violino ricorrente impreziosce la voce “scura” di Thorn. You Might Wrong sempre con la slide sugli scudi ci riporta al R&R classico e cantautorale con i soliti Springsteen, Mellencamp e ci vogliamo mettere anche Seger nei cromosoni, sarà anche musica derivativa ma a noi ci piace, è fatta un gran bene, le canzoni sono belle, lui canta bene, cosa si può volere di più, un Amaro? Buckskin Jones è suono Little Feat allo stato puro e pure di quello buono con lo spirito di Lowell George che aleggia benevolo sulle procedure e la musica che si fa funky e americana. In quegli anni questa musica si definiva semplicemente rock americano, quella della Band, dei Little Feat, dei primi Doobie Brothers perfino, mi allargo? degli Allman Brothers, poi il termine si è traslato su Foreigner, Toto e REO Speedwagon ma non è la stessa cosa. Hope I’m doing this right all’inizio ha un abbrivio quasi alla Steve Miller Band poi diventa una ballata roots alla Mellencamp, molto bella anche questa, con degli incisivi interventi della solista e dell’organo.

Don’t Like Half The Folks I Love sfocia nuovamente in territori boogie di quasi puro southern rock (con quel tocco errebì che ricorda i Wet Willie ma mancano i fiati). Per la serie non manca neanche il sense of Humour e allora vai con “Nona Lisa”, altro brano accattivante di puro blue collar rock tra Springsteen e Mellencamp d’annata, come neppure loro fanno più tanto spesso, con le chitarre che ruggiscono e i ritornelli sono semplici e memorabilizzabili ma non per questo meno efficaci. That’s Life è una variazione sul tema blue-eyed soul, bianconera (ma non in senso sportivo) e anche un tantino gigionesca, ma appena appena.

A questo punto finisce il CD ma rimane da vedere il DVD e vi assicuro che Thorn e la sua Band dal vivo ci danno dentro alla grande: prendete tutti gli argomenti citati fino ad ora, inseriteli in un frullatore gigantesco e shakerate e otterrete un concerto ad alto contenuto di ottani con un gruppo che al di là dell’aspetto esteriore, con un organista che sembra Giuliano Ferrara con i capelli lunghi, il chitarrista che è una via di mezzo tra un pizzicagnolo e un commercialista sovrappeso con tanto di chierica, ma suonano alla pari delle grande band storiche, Heartbreakers, Silver Bullet band, E Street Band (forse ho esagerato?). Comunque vedere per credere, c’è il meglio della sua produzione fino a quel momento (2005) e qualche cover di classe, più un paio di pezzi acustici come bonus nel Bonus!

Avremo perso un pugile ma il cantautore è assolutamente da conoscere, naturalmente se le scriva e se le canta (con un piccolo aiuto da Billy Maddox)!

Bruno Conti

Novità Di Febbraio Parte I e 1/2 – Divine Comedy, Esben And The Witch – Cowboy Junkies – Paul Thorn – Statesboro Revue Eccetera

paul thorn cd+dvd.jpgstatesboro revue.jpgcowboy junkies demons.jpg

 

 

 

 

 

 

 

Seguito del Post di ieri relativo alle uscite della prima settimana di febbraio (e anche qualcosa di già uscito)!

Quello che vedete è l’ultimo disco di Paul Thorn, eccellente cantautore americano, il disco si chiama Pimp and Preachers ed è solo il suo quinto in 15 anni di carriera. In effetti il disco era già uscito lo scorso anno in America arrivando addirittura nei Top 100 delle classifiche Usa ora la Blue Rose Records/Ird lo rende disponibile anche per il mercato europeo (e italiano). Chi ha avuto la pazienza di aspettare o semplicemente non lo aveva trovato viene premiato da una edizione speciale con DVD allegato di un concerto tenuto a Birmingham, Alabama nel 2005, al prezzo di uno. Quelli che hanno tutto, attenti, perché era già uscito come disco autoprodotto come So Far So Good Live.

Sempre la Blue Rose pubblica anche il nuovo disco della Statesboro Revue (che già dal nome si intuisce facciano del sano southern-rock misto a blues), si chiama Different Kind Of Light ed era uno di quei dischi che su Amazon vi vendono “su misura” come CD-R quindi diciamo non di facile reperibilità. Ne avevano già pubblicato uno a livello indeipendente come Stewart Mann and Statesboro Revue. Mi sembrano più che buoni.

Sempre qualche giorno fa vi preannunciavo l’uscita del nuovo disco dei Cowboy Junkies Demons, il secondo capitolo delle Nomad Series dedicato a Vic Chesnutt, o meglio sono alcuni brani della sua produzione rivisitati dalla band canadese. Il disco per il momento è disponibile solo sul loro sito ma sarà nei negozi a metà febbraio per la Proper in Europa e per la Razor and Tie in America. Scusate ma non resisto, lo sto ascoltando adesso e devo dire che se Remnin’ Park era un buon album questo è stupendo probabilmente il più bello della loro carriera, una vera meraviglia. Poi ci ritorno con calma nei prossimi giorni ma per chi li acquista in rete c’è anche un EP aggiuntivo con altri 7 brani.

Non c’entrava niente ma è così bella!

divine comedy live.jpgboy george ordinary alien.jpgricky martin music+alma+sexo.jpg

 

 

 

 

 

 

 

In un ambito più profano, visto che vi segnalo anche le cose che non amo particolarmente (me la sono cavata bene?) la settimana prossima escono anche un nuovo CD dei Divine Comedy, Live At Somerset House registrato la scorsa estate in solitaria, voce, piano e chitarra per la Concert Live.

Esce anche il nuovo Boy George Ordinary Alien The Kinky Roland Files, Decode Records quindi produzione dance per gli amanti del genere, è quello con la cover di Amazing Grace.

Torna anche Ricky Martin con un nuovo album Musica+Sexo+Alma per la Sony Latin, il 1° febbraio negli States e la settimana dopo in Europa e Italia. E’ tutto in spagnolo meno un duetto con Joss Stone The Best Thing About Me Is You.

esben and the witch.jpg

 

 

 

 

 

 

 

Tra i “15 Nomi da tenere d’occhio per il 2011” c’erano anche questi Esben and The Witch il cui debutto Violet Cries esce anche da noi la settimana prossima, etichetta Beggars banquet (matador)/Self. Sono quelli che ricordano molto i primi Siouxsie and The Banshees e Florence and the Machine. Se volete controllare esben+and+the+witch.

Alla prossima!

Bruno Conti