Un Commovente Omaggio! Cody Sings Zevon – Phil Cody

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Phil Cody – Cody Sings Zevon – Appaloosa Records/Ird

Sono passati diciotto anni da quando quel piccolo capolavoro,The Sons Of Intemperance Offering (96), faceva brillare una stella nel firmamento del giovane cantautorato americano https://www.youtube.com/watch?v=kBnz4w_KxVM . Phil Cody era un nome che mi aspettavo circolasse parecchio negli anni a venire, invece è sparito, fagocitato dalle assurde leggi del mercato discografico, distratto da problemi personali che lo hanno arenato in un processo creativo estremamente lento. Quel disco purtroppo non conteneva hit radiofonici, e come spesso accade per molti prodotti di qualità, non ha venduto milioni di copie, forse neppure migliaia e di conseguenza la casa discografica, la Interscope Records, non gli ha dato una seconda chance, ma Cody è diventato comunque un artista di culto, ritrovando una vena creativa che non poteva inaridirsi tanto facilmente, e pubblicava il secondo lavoro indipendente per la Tiny Head Records,Big Slow Mover (2000), bissato due anni dopo da Mag Dog Sessions (02,) con materiale scartato dal disco d’esordio. Da allora del buon Phil purtroppo ho perso le tracce, per ritrovarle un po’ a sorpresa con questo tributo (a dieci anni dalla scomparsa) a Warren Zevon (un grande del cantautorato americano), da cui tanti giovani songwriters hanno tratto ispirazione.

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Cody Sings Zevon è stato registrato sul finire dello scorso anno (tra agosto e l’autunno) in uno studio di registrazione a Los Angeles, con il contributo del fidato Steve McCormick (anche in veste di produttore) come di consueto alle chitarre, e la partecipazione in alcuni brani  di Andy Kamman alla batteria, Eric Lynn al basso e del bravo Matt Cartsonis al mandolino, rileggendo dodici brani (noti e meno noti) pescati dal grande tesoro musicale di Zevon.

Boom Boom Mancini è il brano che apre il disco, seguito da una intensa Splendid Isolation (una delle più belle canzoni di Warren) e da una Johnny Strikes Up The Band avvolgente, sulle note del mandolino di Cartsonis. Mutineer è riletta in una versione accorata e dolcissima https://www.youtube.com/watch?v=VuFI4gwoKBY , come pure la seguente Roland The Headless Thompson Gunner, dove si respira un’aria quasi celtica, passando per le percussioni di Play It All Night Long e il mandolino di una Heartache Spoken Here, cantata con voce nasale da Phil. Le riletture di The Indifference Of Heaven e Don’t Let Us Get Sick  raggiungono un livello di intensità struggente, per poi passare alle dolci atmosfere “hawaiane” di The Hula Hula Boys, per poi finire in gloria con una delle composizioni più recenti di Zevon, Lord Byron’s Liggage (era in My Ride’s Here), e una commovente Desperados Under The Eaves, che chiudeva l’imperdibile lavoro d’esordio omonimo Warren Zevon (76) pubblicato dalla mitica Asylum Records.

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Nel corso di questi ultimi anni sono state pubblicate altri tributi eseguiti da altri artisti (mi piace ricordare Enjoy Every Sandwich: The Songs Of Warren Zevon (04), ma questo Cody Sings Zevon è molto più intimo, in quanto le bellissime canzoni di Warren vengono rivisitate con affetto smodato, e direi anche con ammirazione e intenerita partecipazione, da Phil Cody. Sono certo che in cielo, qualcuno sarà d’accordo con il sottoscritto.

Il disco era disponibile da qualche mese solo per il download, lode alla Appaloosa che lo pubblica, unica al mondo per il momento, anche in formato CD.

Tino Montanari