Metallari Loro? Ma Per Piacere! Thin Lizzy – Rock Legends

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Thin Lizzy – Rock Legends – Universal 6CD/DVD Box Set

Nel mondo della musica internazionale una cosa che non ho mai potuto soffrire molto è la generalizzazione, specie in quel settore che oggi viene denominato per brevità “classic rock” ma che negli anni 70 e 80 era tutto “hard rock” o peggio ancora “heavy metal”, riunendo sotto lo stesso cappello band diverse come Black Sabbath, Blue Oyster Cult, Judas Priest e Iron Maiden, tanto per fare qualche nome. Un altro gruppo che ha sofferto di questo problema sono stati i Thin Lizzy, band originaria di Dublino che heavy metal non lo è mai stata, e pure sull’hard rock avrei qualcosa da ridire specie per la prima parte della carriera, mentre effettivamente negli anni dal 1976 al 1982 qualcosa di più duro nel loro sound c’era, specie nelle infuocate esibizioni dal vivo. Il loro carismatico leader, cantante e (grande) bassista Philip Lynott (già era raro avere una rock band dall’Irlanda all’epoca, più ancora con un frontman di colore) aveva infatti influenze disparate, tra le quali anche il compatriota Van Morrison (che però faceva parte dell’Irlanda “britannica”) per quanto riguardava lo stile compositivo, mentre il suono in seguito avrebbe affondato le sue radici addirittura nel rock americano di Bruce Springsteen e Bob Seger (anzi, per certi versi i Lizzy suonavano springsteeniani ancora prima del Boss) e nel funk-rock dei Little Feat.

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Una grande band quindi, alla quale la generalizzazione di cui dicevo prima non ha fatto certo del bene, e che nelle sue varie configurazioni ha sempre avuto fior di chitarristi, come Gary Moore (già con Lynott negli Skid Row – non quelli americani di Sebastian Bach – e poi nei Lizzy in tre diversi momenti), il fondatore Eric Bell, già con gli ultimi Them con Morrison nella line-up, il futuro collaboratore dei Pink Floyd (ma non solo) Snowy White, John Sykes, nome che gli appassionati di hard rock anni 80 conoscono benissimo essendo poi entrato a far parte di Tygers Of Pan Tang e Whitesnake, ed anche per un breve periodo Midge Ure, che diventerà famoso negli eighties come leader del gruppo synth-pop degli Ultravox. I Thin Lizzy sono stati quindi una splendida realtà del panorama rock internazionale con album di notevole livello come Jailbreak, Johnny The Fox, Black Rose e lo strepitoso Live And Dangerous (registrato appunto dal vivo), fino a quando Lynott non ha sciolto la compagnia nel 1984 per dare il via ad una carriera solista che non è mai decollata a causa della sua prematura scomparsa avvenuta nel 1986 a seguito di complicazioni dovute all’uso prolungato di sostanze proibite: in anni recenti la vecchia sigla è stata riattivata dall’altro chitarrista storico del gruppo, Scott Gorham, solo per qualche tour, mentre i nuovi album in studio sono stati pubblicati con il nome di Black Star Riders, band che non ha molto da spartire con i Lizzy storici.

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Per celebrare i 50 anni del gruppo di Dublino la Universal invece della solita antologia di cui il mercato è già saturo, ha da poco pubblicato uno splendido cofanetto dal titolo invero un po’ generico di Rock Legends, uno di quei rari casi in cui un box set può accontentare sia i neofiti che i fans. Infatti il manufatto (tra l’altro piuttosto oversize, con all’interno uno splendido libro che mette insieme tutti i tour programs del gruppo ed un altro con i crediti dei musicisti brano per brano) riunisce in sei CD ben 99 pezzi di cui 74 inediti assoluti, tra demo, versioni alternate e brani dal vivo, più un DVD invero abbastanza avaro (solo quattro canzoni registrate nello show televisivo di Rod Stewart A Night On The Town  https://www.youtube.com/watch?v=INiYaZKmeTo più un documentario di un’ora intitolato Bad Reputation, comunque non inedito). Dunque una collezione da leccarsi baffi e barba: peccato che il box, prodotto in quantità limitata, sia già praticamente introvabile, almeno a prezzo di listino (che comunque supera di slancio i cento euro), ma a breve, per chi se lo era perso, sarà disponibile una nuova tiratura limitata.

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Il primo CD è anche quello senza inediti in quanto è una sorta di greatest hits ma fatto esclusivamente con i singoli, nelle versioni appunto adattate per i 45 giri ed alcuni remixati, una chicca anche per i collezionisti. Un ripasso quindi di alcuni dei pezzi più noti del gruppo, come la strepitosa cover del traditional Whiskey In The Jar (il loro primo successo, ed anche quello salito più in alto in classifica https://www.youtube.com/watch?v=wyQ-tScuzwM ), The Rocker, le classiche The Boys Are Back In Town https://www.youtube.com/watch?v=hQo1HIcSVtg  e Jailbreak ed altri brani popolari del calibro di Don’t Believe A Word, Dancing In The Moonlight, Waiting For An Alibi https://www.youtube.com/watch?v=F9xT8p6L8Sc , Do Anything You Want To, Chinatown e Killer On The Loose. Ma anche canzoni come Randolph’s Tango (a proposito del primo Springsteen) https://www.youtube.com/watch?v=0Pwv0s7HHSk , il trascinante rock’n’roll con fiati Little Darling, la deliziosa Philomena, dedicata da Lynott a sua madre, la ruspante cover di Rosalie, uno dei pezzi meno noti di Bob Seger (presente in due versioni: quella del 1975 e dal vivo nel 1978 https://www.youtube.com/watch?v=cSo9CC2wKVI ), la splendida Wild One, altri due rock’n’roll di ottimo livello come Trouble Boys e Hollywood, fino al singolo finale del 1983 The Sun Goes Down.

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Il secondo dischetto, intitolato The Early Years, prende in esame appunto i primi passi di Philip e soci per la Decca dal 1970 (si erano formati l’anno prima) al gennaio del 1974, ed a parte il primissimo singolo The Farmer (ed il suo lato B I Need You, che però appare in CD per la prima volta) https://www.youtube.com/watch?v=3gTLni91vpc  è tutto materiale inedito. Oltre ad una manciata di missaggi alternativi il nucleo del dischetto è formato da due sessions radiofoniche alla RTE Radio Eireann (entrambe senza pubblico), rispettivamente del ’73 e ’74: come highlights abbiamo il roboante boogie 1969 Rock, con grandissimo lavoro di Bell alla solista https://www.youtube.com/watch?v=Jhcs2J75YVo , il tostissimo rock-blues Suicide, con lo stesso Bell che si sposta alla slide ma con medesimi risultati (all’epoca i nostri erano una sorta di power trio, non avevano ancora le “twin guitars”, ed è anche per questo che le dodici battute sono molto presenti in questo CD https://www.youtube.com/watch?v=UXG-xw3dOZU ), lo strepitoso blues afterhours Broken Dreams, di nuovo con Eric che offre una grande prestazione. Abbiamo anche il medley Eddie’s Blues/Blue Shadows, favolosa jam con ospite alla sei corde il grande bluesman Eddie Campbell https://www.youtube.com/watch?v=U7ADOyYuAfM , la sanguigna cover di Ghetto Woman di B.B. King, con Gary Moore protagonista https://www.youtube.com/watch?v=Q3QDdFLG84U . Il grande chitarrista dice la sua anche negli ultimi tre pezzi, la pulsante e rocknrollistica Things Ain’t Working Out Down At The Farm, una robusta rilettura del classico di Don Nix Going Down https://www.youtube.com/watch?v=2GIPDs6sLmU  e la formidabile Slow Blues, in cui il buon Gary offre una performance superba https://www.youtube.com/watch?v=FQ2uq2zo5sM .

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Il periodo più famoso dei nostri, quello alla Mercury, è l’argomento dei tre CD successivi, con una full immersion nel loro catalogo con tutte versioni inedite in gran parte demo, ma suonate come se fossero canzoni fatte e finite ed in molti casi ancora più ruspanti e dirette delle originali: nei primi due dischetti il connubio chitarristico è tra Gorham e Brian Robertson, mentre il terzo inizia con Moore, prosegue con White e termina con Sykes (tutti al posto di Robertson, Gorham è sempre presente). 45 canzoni in tutto, e per non fare una recensione a puntate mi “limito” a citare le coinvolgenti versioni strumentali di Rock And Roll With You e Cadillac, l’ottima rock ballad Banshee, con la parte vocale ancora da perfezionare ma quella chitarristica già sublime, lo squisito funk-rock-blues dal sapore quasi southern Nightlife, le “americane” Freedom Song e Kings Vengeance, la sempre strepitosa Suicide (sentite le chitarre) e l’altrettanto bella Cowboy Song, dai marcati echi springsteeniani https://www.youtube.com/watch?v=wmQjkHLzkqU . Il demo di The Boys Are Back In Town è perfino più potente e diretto della versione originale (e forse pure meglio) https://www.youtube.com/watch?v=rQMui7wrMto . Running Back è un godurioso rock’n’roll, Romeo And The Lonely Girl ricorda ancora il primo Boss (anche nel titolo) https://www.youtube.com/watch?v=BBEePBySEC4 , Emerald è una rock song travolgente e con parti di chitarra strepitose.

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Un cenno va anche all’orecchiabile Fool’s Gold, la suggestiva ballata Borderline, davvero bella, l’irresistibile Johnny, con altro assolo torcibudella https://www.youtube.com/watch?v=cqxHPK7QLp8 , la dura ma godibile Killer Without A Cause, la pulsante Are You Ready, puro “hard’n’roll”, lo splendido medley di arie tradizionali irlandesi Roisin Dubh (grandissimo Moore) https://www.youtube.com/watch?v=Tx2Q8El13B0 , le ottime e rockeggianti We Will Be Strong e Sweetheart, il boogie alla ZZ Top I’m Gonna Leave This Town, il rockabilly sotto steroidi Kill ed il blues cadenzato In The Delta, con Huey Lewis all’armonica https://www.youtube.com/watch?v=Uv-3do9RI1k . Il sesto ed ultimo CD presenta quindici brani live, sempre inediti, registrati durante il Chinatown Tour del 1980, con selezioni provenienti da due serate all’Hammersmith Odeon di Londra ed a Tralee (località irlandese); la formazione dei Lizzy in questa tournée comprendeva, oltre a Lynott, Gorham e White, Darren Wharton alle tastiere e Brian Downey alla batteria. Ed il CD è semplicemente esaltante nonostante un uso per fortuna molto parco dei synth, con i nostri che forniscono una prestazione esplosiva con versioni al fulmicotone di Are You Ready, Waiting For An Alibi https://www.youtube.com/watch?v=MhyOgB4cdwI , Jailbreak, The Boys Are Back In Town ed una sempre fantastica Suicide https://www.youtube.com/watch?v=JO6V_VwjrEw , ma non sono da meno le coinvolgenti Do Anything You Want To Do, Dear Miss Lonely Hearts, Chinatown e l’elegante ballata Still In Love With You, corredata da un notevole assolo https://www.youtube.com/watch?v=3Iq9n2YDECQ .

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Gran finale con due potenti e superlative riletture di Rosalie e Whiskey In The Jar, quest’ultima con l’apparizione a sorpresa di Bell sul palco. Se non conoscete a fondo i Thin Lizzy, o se anche per voi erano un gruppo di metallari, questo Rock Legends potrà rappresentare una rivelazione…ammesso che riusciate ancora a trovarlo.

Marco Verdi

Thin Lizzy – Rock Legends. Il 23 Ottobre Esce Anche Un Cofanetto Per Celebrare I 50 Anni Della Grande Band Irlandese.

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Thin Lizzy – Rock Legends – 6 CD + 1 DVD UMC/Universal Music – 23-10-2020

Ok, a voler essere pignoli, Phil Lynott, il leader, fondatore della band, bassista, cantante e autore delle canzoni, era nato a West Bromwich, ma ha vissuto gran parte dei suoi anni formativi a Dublino, Eric Bell, nei Thin Lizzy Mark I, veniva da Belfast, Irlanda del Nord, come Gary Moore, presente in alcune fasi del gruppo, Scott Gorham, proveniva dalla California, mentre Brian Robertson, l’altro chitarrista, era scozzese, ma i Thin Lizzy sono sempre stati considerati giustamente una sorta di gloria nazionale della Emerald Island. E quindi per festeggiare il 50° Anniversario, anche se il nucleo dei Thin Lizzy si unì nel Dicembre del 1969, e il primo disco omonimo fu pubblcato nel 1971, ecco questo bel cofanetto. Come altri box usciti in questo periodo, anche Rock Legends ha avuto una lunga gestazione: si è iniziato a parlarne addirittura nel 2012, quando si vociferava  di circa 700 canzoni ritrovate tra i 150 nastri che Lynott aveva nei suoi archivi.

Poi i tempi si sono fatti lunghi, ma alla fine il cofanetto è pronto: con 99 tracce in tutto, delle quali 74 mai pubblicate prima, e 83 mai uscite su CD. Il tutto inserito in quel manufatto che vedete sopra, che oltre ai 6 CD, consta anche di un DVD, con il documentario di un’ora della BBC Bad Reputation, e il breve special televisivo di Rod Stewart del 1976, A Night On The Town, dove eseguirono 4 brani, anche questi mai pubblicati prima. Nella lussuosa confezione ci sono le repliche di nove tour programmes, inseriti in un librone rilegato, la riproduzione dei molto ambiti libri di poesia di Phil Lynott (che era anche un raffinato paroliere), quattro stampe di Jim Fitzpatrick, l’autore di molte copertine della band, e un altro libro di citazioni varie, raccolte tra i componenti del gruppo e di molti fan celebri, che raccontano le loro esperienze dell’aver suonato con Lynott. Il prezzo, al solito molto a livello indicativo, dovrebbe essere tra i 90 e i 100 euro, ma in questo caso, visto che c’è molta “trippa per gatti”, sembra essere ragionevole, anche se unito a tutte le altre uscite previste nel periodo, sarà comunque un bel salasso per gli appassionati.

Dopo l’uscita, prevista per il 23 ottobre, ce ne occuperemo più diffusamente, comunque nel frattempo ecco la solita lista completa dei contenuti. Quelli con l’asterisco sono gli inediti, soprattutto materiale di studio, ma il sesto CD contiene brani dal vivo suonati durante il Chinatown Tour del 1980.

CD ONE The Singles

Whiskey in The Jar – 7″ Edit
Randolph’s Tango – Radio Edit*
The Rocker – 7″ Edit
Little Darling – 7″ Single
Philomena – 7″ Single
Rosalie – 7″ Mix*
Wild One – 7″ Single
The Boys Are Back in Town – 7” Edit*
Jailbreak – 7” Edit*
Don’t Believe A Word – 7″ Single
Dancing in The Moonlight – 7″ Single
Rosalie / Cowgirl’s Song – 7″ Single
Waiting for An Alibi – Extra Verse
Do Anything You Want To – 7″ Single
Sarah – 7″ Single
Chinatown – 7” DJ/Radio Edit*
Killer on the Loose – 7″ Single
Trouble Boys – 7″ Single
Hollywood (Down on Your Luck) – 7” Edit*
Cold Sweat – 7″ Single
Thunder and Lightning – 7” Edit*
The Sun Goes Down – 7” Remix*

CD TWO Decca Rarities

The Farmer – Debut 7″ single
I Need You – Debut 7″ single B-side*
Whiskey in The Jar – Extended Version Rough Mix*
Black Boys on The Corner – Rough Mix*
Little Girl in Bloom – US Single Promo Edit*
Gonna Creep Up on You – Acetate*
Baby’s Been Messin’ – Acetate*
1969 Rock + Intro – RTE Radio Eireann Session 16 January 1973*
Buffalo Gal + Intro – RTE Radio Eireann Session 16 January 1973*
Suicide + Intro – RTE Radio Eireann Session 16 January 1973*
Broken Dreams + Intro – RTE Radio Eireann Session 16 January 1973*
Eddie’s Blues/Blue Shadows + Intro – RTE Radio Eireann Session 16 January 1973*
Dublin + Intro – RTE Radio Eireann Session 16 January 1973*
Ghetto Woman – RTE Radio Eireann Session 04 January 1974*
Things Ain’t Working Out Down at The Farm – RTE Radio Eireann Session 04 January 1974*
Going Down – RTE Radio Eireann Session 04 January 1974*
Slow Blues – RTE Radio Eireann Session 04 January 1974*

CD THREE Mercury Rarities

Rock and Roll with You – Instrumental Demo*
Banshee – Demo*
Dear Heart – Demo*
Nightlife – Demo*
Philomena – Demo*
Cadillac – Instrumental Demo*
For Those Who Love to Live – Demo*
Freedom Song – Demo*
Suicide – Demo*
Silver Dollar – Demo*
Jesse’s Song – Instrumental Demo
Kings Vengeance – Demo*
Jailbreak – Demo*
Cowboy Song – Demo*

CD FOUR Mercury Rarities

The Boys Are Back in Town – Demo*
Angel from The Coast – Demo*
Running Back – Demo*
Romeo and The Lonely Girl – Demo*
Warriors – Demo*
Emerald – Demo*
Fool’s Gold – Demo*
Weasel Rhapsody – Demo*
Borderline – Demo*
Johnny – Demo*
Sweet Marie – Demo*
Requiem for A Puffer (aka Rocky) – Alternate Vocal, “Rocky He’s A Roller”*
Killer Without A Cause – Demo*
Are You Ready – Demo*
Blackmail – Demo*
Hate – Demo*

CD FIVE Mercury Rarities

S & M – Demo*
Waiting for An Alibi – Demo*
Got to Give It Up – Demo*
Get Out of Here – Demo*
Roisin Dubh (Black Rose) A Rock Legend – Demo*
Part One: Shenandoah*
Part Two: Will You Go Lassie Go*
Part Three: Danny Boy*
Part Four: The Mason’s Apron*
We Will Be Strong – Demo*
Sweetheart – Demo*
Sugar Blues – Demo*
Having A Good Time – Demo*
It’s Going Wrong – Demo*
I’m Gonna Leave This Town – Demo*
Kill – Demo*
In the Delta – Demo*
Don’t Let Him Slip Away – Demo*

CD SIX Chinatown Tour 1980

Are You Ready? – Hammersmith Day 2 (29/05/1980) *
Hey You – Hammersmith Day 2 (29/05/1980)*
Waiting for An Alibi – Hammersmith Day 2 (29/05/1980) *
Jailbreak – Hammersmith Day 2 (29/05/1980)*
Do Anything You Want to Do – Hammersmith Day 2 (29/05/1980)*
Don’t Believe A Word – Tralee (12/04/1980) *
Dear Miss Lonely Hearts – Hammersmith Day 2 (29/05/1980)*
Got to Give It Up – Hammersmith Day 3 (30/05/1980)*
Still in Love with You – Hammersmith Day 3 (30/05/1980)*
Chinatown – Hammersmith Day 3 (30/05/1980)*
The Boys Are Back in Town – Hammersmith Day 3 (30/05/1980)*
Suicide -Hammersmith Day 3 (30/05/1980)*
Sha La La – Hammersmith Day 2 (29/05/1980)*
Rosalie – Hammersmith Day 2 (29/05/1980)*
Whiskey in The Jar – Hammersmith Day 3 (30/05/1980)*

DVD 

NIGHT ON THE TOWN – ROD STEWART LWT TV SPECIAL BROADCAST OCTOBER 24th 1976

Four songs never before commercially released recorded for a Rod Stewart TV special in 1976.

Jailbreak
Emerald
The Boys Are Back in Town
Rosalie / Cowgirl’s Song

BAD REPUTATION DOCUMENTARY        

Never before commercially released 60-minute documentary made by Linda Brusasco and first broadcast on BBC4 in September 2015.

Nel gennaio 1986, dopo una lunga storia di eccessi con le droghe, Phil Lynott morì a soli 36 anni: un grande “Rocker”, come recitava il titolo di una delle sue più famose canzoni, ma non solo, fu anche balladeer raffinato, ma ci sarà occasione di parlarne.

Bruno Conti

Gary Moore, Il Rocker Innamorato Del Blues Parte I

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Sono passati ormai circa nove anni dalla morte di Robert William Gary Moore, deceduto in circostanze mai del tutto chiarite con certezza, per un sospetto infarto, causato probabilmente da un eccessivo uso di alcol, nella serata precedente al 6 febbraio del 2011, in un hotel in quel di Estepona, Spagna, dove si trovava in vacanza. L’occasione di parlare della sua carriera ci viene fornita dalla uscita di un recente (e molto bello) album inedito dal vivo Live From London https://discoclub.myblog.it/2020/01/28/una-serata-blues-speciale-a-londra-nel-2009-gary-moore-live-from-london/ , uscito in questi giorni e di cui avete letto sul Blog. Come ricorda il titolo dell’articolo, Gary Moore si è sempre diviso tra le sue due grandi passioni musicali, il blues e il rock (spesso anche parecchio hard), ma quello per cui viene unanimemente ricordato è la sua notevole tecnica alla chitarra, influenzata a sua volta da altri solisti come Jeff Beck, Peter Green, che è stato il suo mentore, Jimi Hendrix, ad entrambi dei quali ha dedicato un album tributo, oltre a vari bluesmen assortiti (B.B. e Albert King, Albert Collins) mentre tra i suoi “discepoli” spiccano Martin Lancelot Barre, Joe Bonamassa e in ambito hard’n’heavy Kirk Hammett, John Sykes, Slash, Randy Rhoads, che lo hanno citato tra le proprie influenze, mentre diversi altri musicisti dopo la sua morte hanno espresso la loro ammirazione per questo nord irlandese tosto e dalla vita turbolenta.

Vita che inizia il 4 aprile del 1952 in un sobborgo di Belfast, uno di cinque figli di una coppia, in cui il padre Bobby era un promoter, e che quindi inculcò questa passione per la musica al figlio fin dalla più tenera età, tanto che già intorno ai dieci anni iniziava ad esibirsi dal vivo negli intervalli degli spettacoli organizzati dal genitore. E già a 16 anni lascia la famiglia per entrare nella band locale degli Skid Row (da non confondere con i metallari americani, venuti molti anni dopo), dove sostituì il primo chitarrista Ben Cheevers e fece il primo incontro della sua vita con Phil Lynott, allora vocalist della band, che fu peraltro licenziato prima ancora di incidere l’album di esordio, ma la cui strada si intreccerà spesso negli anni a venire con quella di Gary. Vediamo le fasi salienti della carriera

1967-1978 Gli esordi con gli Skid Row, Gary Moore Band, Thin Lizzy, Colosseum II

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Gli Skid Row negli anni di gavetta di Gary, suonarono diverse volte come supporto ai Fleetwood Mac di Peter Green, che pur essendo una delle influenze primarie future di Moore, almeno agli inizi fu forse più utile alla loro carriera, favorendo un contratto con la Columbia/CBS che portò all’uscita di due buoni album tra power rock trio e “blues” con quell’etichetta tra il 1970 e il 1971.

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Nel Maggio del 1973 il nostro amico pubblica Grinding Stone – CBS 1973 ***1/2, il suo primo album solista, benché attribuito alla Gary Moore Band: si tratta di un buon disco, prodotto da Martin Birch, lo storico collaboratore dei Deep Purple. Anche in questo caso lo stile è molto “eclettico”, in mancanza di un termine migliore: si passa dal boogie rock frenetico ma con elementi jazz-rock che anticipano il sound dei Colosseum II della lunga title track (e qui Gary Moore ha già sviluppato il suo solismo virtuosistico, con wah-wah a manetta, ma anche le sonorità spaziali care al Peter Green di End Of The Game, di cui già suonava la favolosa ’59 Gibson Les Paul vendutagli per una miseria, e il suono magnifico dello strumento si sente) alla ancora più lunga Spirit, oltre i 17 minuti, in cui duetta magnificamente con le tastiere del futuro Caravan Jan Schelaas.

Sul finire del 1974 partecipa, solo in una traccia, al disco dei Thin Lizzy – Nightlife – Vertigo 1974 ***1/2: ma che brano, si tratta della mitica ballata romantica Still In Love With You, accreditata sul disco al solo Phil Lynott, ma il contributo di Moore fu fondamentale, in quanto il brano era la combinazione di due canzoni e Gary all’epoca, chiamato come sostituto di Eric Bell, era l’unico chitarrista del gruppo.

Nel novembre del 1974, chiamato da Jon Hiseman, che aveva appena sciolto i Tempest dove avevano militato altri due chitarristi, per usare un eufemismo, “non male” come Allan Holdsworth e Ollie Halsall, due dei più grandi virtuosi della solista in assoluto,

il nostro amico accetta di entrare nella formazione dei Colosseum II, dove oltre a Hiseman trova Neil Murray al basso e Don Airey alle tastiere.

Il gruppo realizza tre album tra il 1976 e il 1978, ottimi esempi del migliore jazz-rock britannico: il primo album Strange New Flesh – Bronze Records 1976 ***1/2 è probabilmente, come spesso capita, il migliore, anche se il mellifluo e soporifero cantante Mike Starrs sarebbe da eliminare fisicamente seduta stante, però la parte suonata è decisamente valida. L’iniziale Dark Side Of The Moog gioca con il titolo del disco dei Pink Floyd, ed è uno strumentale vorticoso in bilico tra Jeff Beck (uno dei preferiti di Moore) e gli Utopia o la Mahavishnu Orchestra, la cover di Down To You di Joni Mitchell (?!?) è interessante nella parte strumentale con continui cambi di tempo, peccato per il cantato in falsetto à la Cugini di Campagna di Starrs. Il secondo album Electric Savage – MCA 1977 – *** rimane nel rock energico del quartetto con Put It This Way, sempre caratterizzato dall’interscambio tra Moore e Airey, mentre Hiseman è prodigioso alla batteria, forse il tutto è un tantino “esagerato”, ma tanto di cappello ai musicisti, per il resto Beck è sempre la stella maestra, benché dischi come Blow By Blow o Wired sono di un’altra categoria.

Stesso discorso anche per War Dance – MCA 1977- ***, uscito a soli cinque mesi dal precedente, che anticipa quella che per il sottoscritto sarà l’involuzione sonora di Moore negli anni ’80 (per i fans dell’hard rock viceversa gli anni migliori, ma è noto che de gustibus…), comunque War Dance e Fighting Talk confermano il progressive jazz-rock del gruppo, ma vista la mancanza di successo si sciolgono a fine anno.

1978-1980 Intermezzo solista, di nuovo Thin Lizzy e G-Force

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Durante gli ultimi mesi con i Colosseum II Moore incide l’eccellente Back On The Streets – MCA/Universal 1978 ***1/2, uno dei suoi dischi rock migliori, tanto da venire ristampato anche in un CD potenziato nel 2013 https://discoclub.myblog.it/2013/09/08/meglio-di-quanto-ricordassi-gary-moore-back-on-the-streets-r/ : al basso si alternano Mole e Phil Lynott, e alla batteria Simon Phillips e Brian Downey, alle tastiere c’è Don Airey per un disco dove appare la prima versione di Parisienne Walkways, ancora una ballata, ma di quelle squisite, della coppia Lynott/Moore, con lirico assolo di Gary, una versione rallentata di Don’t Believe A Word, uno dei classici assoluti dei Thin Lizzy, cantata splendidamente da Lynott, mentre Moore ci regala un assolo degno del miglior Peter Green. Notevoli anche Back On the Streets, Fanatical Fascists, lo strumentale Flight of the Snow Moose, una via di mezzo tra Camel e Colosseum II.

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Sul finire del 1978 Moore sostituisce in pianta stabile Brian Robertson, per la registrazione dell’album Black Rose: A Celtic Legend – Vertigo 1979 ***1/2, per quello che viene considerato l’ultimo grande classico della band, un disco che mescola la tradizione musicale irlandese al rock muscolare, ma sempre raffinato e variegato al contempo, del gruppo di Lynott.

Ci sono alcuni “classici” del repertorio dei Thin Lizzy come la galoppante Do Anything You Want To con le twin guitars di Gorham e Moore, la bellissima Waiting For An Alibi e il medley Róisín Dubh (Black Rose): A Rock Legend, un eccellente esempio di rock celtico che ha delle forti analogie con i primi Horslips o con i Runrig.

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Nel 1980 esce anche G-Force – Jet Records **1/2, disco non particolarmente memorabile, che anticipa gli heavy metal years, di lui leggete nella seconda parte.

Fine prima parte.

Bruno Conti

Una Serata Blues Speciale A Londra Nel 2009. Gary Moore – Live From London

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Gary Moore – Live From London – Mascot/Provogue – 31-01-2020

Al 31 gennaio 2020 (pare posticipata al 7 febbraio all’ultimo momento in alcuni paesi) è prevista l’uscita di Live From London, ennesimo disco dal vivo postumo dedicato a Gary Moore. Non ricorre nessuna evenienza particolare: il musicista irlandese era nato a Belfast il 4 aprile del 1952, ed è morto a Estepona,una località di vacanza vicino a Malaga, in Spagna, il 6 febbraio del 2011, per un infarto, probabilmente causato dalla fortissima quantità di alcol ingerita nel corso della serata precedente (gli è stata trovata nel sangue una percentuale letale di alcol pari al 3,8%). Nel corso degli anni sono già usciti alcuni album postumi dal vivo di Moore: penso all’ottimo Blues For Jimi, uscito nel 2012 e relativo ad un concerto del 2007, una serata speciale dedicata ad tributo alla musica di Hendrix https://discoclub.myblog.it/2012/09/12/due-grandi-chitarristi-al-prezzo-di-uno-gary-moore-blues-for/ , e nel 2011 era stato pubblicato Live At Montreux 2010, con  la registrazione di una data del luglio 2010, la più recente rispetto alla data della sua scomparsa https://discoclub.myblog.it/2011/10/22/un-ultimo-saluto-gary-moore-live-at-montreux-2010/ , tutte della sorte di one-off, serate speciali, come anche questo Live From London, un evento organizzato dalla emittente radio Planet Rock, con una attenzione speciale riservata al materiale blues, pur non mancando alcuni brani dall’ultimo album di studio del 2008 Bad For You Baby, e la classica Parisienne Walkways in chiusura del set di 13 brani.

Ovviamente, e parlo per me, questo è il repertorio di Gary Moore che prediligo, ma il chitarrista ha fans sparsi per il mondo che amano anche il suo repertorio più robusto, diciamo pure hard-rock. La tecnica non si discute, ma dal 1990 della “conversione”, o del ritorno al blues, il nostro ha realizzato una serie di album eccellenti, inframmezzati ad altri più scontati: qui siamo di fronte al suo lato migliore. Aiuta anche il fatto che la serata si sia svolta alla 02 Academy di Islington, una venue più raccolta ed accogliente rispetto ad arene e palazzetti, quindi più adatta al tipo di repertorio. Non ho ancora informazioni precise sulla formazione, ma visto che si tratta del Bad For You Baby World Tour, e si sente chiaramente la presenza di un tastierista, azzardo Vic Martin a piano e organo, Pete Rees al basso e Sam Kelly alla batteria: partenza sparatissima con una poderosa Oh Pretty Woman, con potenti sventagliate della Gibson di Moore, versione gagliarda ma di ottima fattura, Bad For You Baby e Down The Line sono due dei brani nuovi  tratti dall’album in promozione, entrambe sempre tirate ma senza esagerazioni o “durezze” fuori luogo, la seconda veloce e compatta con chitarra ed organo ad interagire con le scale velocissime della solista di Gary in primo piano.

A questo punto parte la sezione blues, già inaugurata dalla cover di Oh, Pretty Woman di Albert King, da After Hours arriva l’omaggio a B.B. King, che appariva anche nel CD originale, con una solida e pungente Since I Met You Baby, seguita da un uno-due strepitoso dedicato al primo album di Mayall con i Bluesbreakers, prima una lunga e fluente Have You Heard, con la chitarra che improvvisa in grande libertà, e poi l’altrettanto classica All Your Love di Otis Rush, con il suo riff inconfondibile e le continue accelerazioni, grande lavoro nuovamente di Moore alla solista, e anche eccellente interpretazione vocale di Gary, brillante nel corso di tutta la serata. Seguono altre due canzoni dal disco del 2008, Mojo Boogie di JB Lenoir, dove il nostro mette in mostra anche la sua destrezza nell’uso del bottleneck, e una fantasmagorica versione di quasi 12 minuti di I Love You More Than You’ll Ever Know, il celebre slow blues scritto da Al Kooper per il primo album dei Blood, Sweat And Tears,  poi interpretato da Donny Hathaway e da decine di altri artisti, in anni recenti da Joe Bonamassa e Beth Hart, sia in studio che dal vivo, grande prestazione di Moore alla solista in una serie di assoli da sballo.

Di Too Tired, un brano di Johnny Guitar Watson, ricordiamo delle notevoli versioni con Albert Collins, sia in Still Got The Blues come nel Live At Montreux, uno shuffle dalla grande carica, e non manca neppure la title track del suo album più famoso, la splendida blues ballad Still Got The Blues (For You), prima di chiudere il concerto con una trascinante Walking By Myself. I due bis prevedono la pimpante e coinvolgente The Blues Is Alright, una dichiarazione di intenti  verso il suo grande amore per le 12 battute, e infine Parisieenne Walkways, la canzone scritta insieme al suo grande amico Phil Lynott, la lirica, struggente e malinconica ballata dedicata  al padre di Phil e alla Parigi del dopoguerra, caratterizzata da un lungo e lancinante assolo dove Moore tira le note fino all’inverosimile. Veramente un bel concerto che rende ancora una volta merito alla bravura e alla classe del musicista nord-irlandese. Esiste anche una edizione speciale cartonata del disco, con quattro plettri, due sottobicchieri personalizzati, un adesivo ed una cartolina, però mi sembra una cosa per feticisti.

Bruno Conti

Il Meglio Degli Anni Del Blues, Fase Due, Raccolto In Un Box. Gary Moore – Blues And Beyond

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Gary Moore – Blues And Beyond – Santuary/BMG Rights Management 4CD/2 CD

Robert William Gary Moore, come altri giovani artisti nati in Irlanda (ma anche e soprattutto in Inghilterra) e vissuti a cavallo tra la fine anni ’60 e i primi ’70, ha vissuto le ultime propaggini dell’epopea del cosiddetto British Blues: Moore si presentava come un arrivo tardivo, visto che la sua carriera inizia intorno al 1968, quando entra negli Skid Row, band dove militava il suo futuro pard Phil Lynott, un gruppo ritagliato sulla falsariga dei Taste di Rory Gallagher, ma soprattutto dei Fleetwood Mac del suo idolo Peter Green, che durante un tour dove la band irlandese faceva da supporto proprio ai Mac lo presentò alla CBS/Columbia, che fece incidere un paio di dischi a Moore e soci. Poi, rimanendo sempre in un ambito blues-rock, pubblicherà un eccellente album solista nel 1973 Grinding Stone, prima di entrare nei Thin Lizzy in sostituzione di Eric Bell (che proprio in questi giorni ha pubblicato un album solo), ma rimanendo brevemente in formazione, per ritornare in pianta più stabile nel periodo di Black Rose, incidendo però con il gruppo la prima versione di Still In Love With You, il suo brano più celebre, per quanto accreditato a Phil Lynott, la cui carriera si intersecherà a più riprese con quella di Moore. Nel frattempo, dopo l’esperienza con i Colosseum II, Gary Moore prosegue la sua carriera solista che però approda ad un hard-rock, per il sottoscritto, abbastanza di maniera e non sempre brillante, per quanto la sua chitarra era sempre in grado di infiammare le platee, soprattutto dal vivo.

Nel 1990 il nostro amico (ri)approda al Blues con una serie di album veramente belli, Still Got The Blues, After The Hours e Blues For Greeny, uscito nel 1995 e dedicato al suo mentore Peter Green, che dopo l’abbandono dei Fleetwood Mac gli aveva affidato la sua Gibson Les Paul del 1959, strumento dal suono splendido. Però i brani contenuti in questo box antologico non vengono da quel periodo, ma dal “secondo ritorno” al blues, quello avvenuto tra il 1999 e il 2004, attraverso quattro album pubblicati per la Sanctuary e di cui, nei primi due CD di questo quadruplo, c’è una abbondante scelta, sempre orientata verso il lato più blues del chitarrista irlandese, per quanto meno limpidi e genuini del periodo Virgin anni ’90, comunque nobilitati da un eccellente scelta di brani Live aggiunti “inediti” inseriti nel CD 3 e 4 del cofanetto, che rivisitano classici delle 12 battute misti a molti dei brani migliori del suo repertorio. Nella bella confezione è anche contenuto un libro, I Can’t Wait, che è la sua biografia autorizzata. Nei primi due dischetti, che si possono acquistare anche a parte, come una buona doppia antologia di quel periodo, spiccano l’iniziale Enough Of The Blues, l’hendrixiana (altro pallino di Moore) Tell Woman, a tutto wah-wah, una lancinante versione di Stormy Monday dove la chitarra scivola maestosa e sicura, una sincera That’s Why I Play The Blues (molti pensano che la svolta blues di Gary fosse dovuta ad a una sorta di opportunismo, ma BB King, che ha suonato spesso con lui dal vivo, la pensava diversamente).

Troviamo ancora Power Of The Blues, tra Gallagher e i Thin Lizzy, una chilometrica Ball And Chain (non quella della Joplin e Big Mama Thornton), di nuovo molto ispirata dall’opera di Jimi Hendrix, la pimpante Looking Back di Johnny Guitar Watson, il lungo e sognante strumentale Surrender, molto alla Peter Green via Santana, la tirata Cold Black Night, un altro slow come There’s A Hole, Memory Pain di Curtis Mayfield, di nuovo molto hendrixiana, l’ottima The Prophet, l’omaggio a BB King nella fiatistica You Upset Me Baby e quello a Otis Rush (e ai Led Zeppelin) in una carnale I Can’t Quit You Baby, un’altra delle sue classiche e sognanti ballate come Drowning In Tears, una cattivissima Evil di Howlin’ Wolf, ma più o meno tutti i brani contenuti nel doppio antologico sono di eccellente fattura, fino alla versione Live di Parisienne Walways del Montreux Festival 2003.

Il doppio CD dal vivo inedito è ancora meglio: versioni fantastiche di Walking By Myself, Oh Pretty Woman veramente ottima, una splendida Need Your Love So Bad che forse neppure Green (forse) avrebbe saputo fare meglio, All Your Love brillantissima e una struggente Still Got The Blues, molto vicina a Santana, lo shuffle perfetto di Too Tired e una devastante versione di 13 minuti diThe Sky Is Crying, con una serie di assoli veramente magistrali, e poi ancora Further On Up The Road, una scatenata Fire di Jimi Hendrix, la trascinante The Blues Is Alright e le versioni dal vivo di Enough Of The Blues e dello strumentale The Prophet. Insomma Gary Moore era uno di quelli di bravi e questo cofanetto lo certifica una volta ancora.

Bruno Conti

Meglio Di Quanto Ricordassi! Gary Moore – Back On The Streets Ristampa Potenziata

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Gary Moore – Back On The Streets – Universal 24-09-2013 UK 1-10-2013 ITA

Sono passati all’incirca due anni  e mezzo dalla morte di Gary Moore, avvenuta nel febbraio del 2011, e dopo la pubblicazione, soprattutto di materiale dal vivo inedito, da parte della Eagle/Edel che era l’ultima etichetta dell’artista irlandese, ora anche la Universal comincia a ristampare i vecchi dischi del chitarrista. E lo fa partendo proprio dal primo disco solista di Moore (se non contiamo Grinding Stone che era uscito nel 1973 come Gary Moore Band, disco interlocutorio ma non malvagio, dopo gli anni con gli Skid Row, non quelli “terribili” americani, ovviamente): il disco, pubblicato in origine nel 1978 dalla MCA, risentito oggi, a parere di chi scrive, non è per nulla male, anzi, decisamente un buon disco di rock. Rock in tutte le sfaccettature: hard rock, jazz-rock, blues rock, rock melodico e persino punk rock. Con tutta la maestria di Gary, che anche se non sempre viene riconosciuto tra i maestri dello strumento, è comunque un signor chitarrista. Gli anni passati nei Colosseum II e i vari passaggi con i Thin Lizzy del suo grande amico Phil Lynott hanno lasciato un segno più che evidente sullo stile eclettico e forse un po’ frammentario di Back On The Streets. Ma anche se quelli erano gli anni dell’esplosione del punk e della new wave in Gran Bretagna, il rock classico aveva sempre un forte seguito tra gli appassionati e gruppi e solisti non erano irreggimentati in generi a compartimento stagno.

E così nel disco vengono praticamente utilizzate due formazioni: quella jazz-rock dei brani dal 4 al 7, dove a fianco di Moore sono nuovamente Don Airey alle tastiere e John Mole al basso, reduci dall’appena terminata avventura con i Colosseum II e con l’aggiunta di Simon Phillips alla batteria, soprattutto nei tre strumentali, la lunga Flight Of The Snow Moose, Hurricane e What Would You Rather Bee Or A Wasp, che dimostrano che non avevano nulla da invidiare nelle loro evoluzioni a velocità supersonica  a formazioni come i Brand X di Phil Collins o i Gong di Pierre Moerlen, senza risalire a Mahavishnu Orchestra, Return To Forever o Tony Williams Lifetime. Ma c’era tutto un florilegio di chitarristi inglesi in quegli anni, da Allan Holdsworth a Gary Boyle, passando per lo stesso Jeff Beck, che frequentavano questo genere musicale, magari un po’ turgido e iper tecnico che però ha sempre avuto molti seguaci. Ma nel disco c’è anche l’hard poderoso dell’iniziale Back On the Streets, dove Phillips e Airey dimostrano di saperci fare anche in un ambito rock, la chitarra solista raddoppiata di Gary Moore ricorda molto il sound dei Thin Lizzy e il wah-wah innestato nell’assolo è devastante.

Phil Lynott canta e suona il basso, con Brian Downey alla batteria, in una magnifica versione della “sua” Don’t Believe A Word, una delle più belle canzoni scritte dal colored irlandese, anche con il suo repentino cambio di tempo nel finale, grande brano, con la chitarra di Moore che attinge a sonorità mutuate dal suo grande maestro Peter Green! La stessa formazione accelera ulteriormente temi e ritmi, in una frenetica Fanatical Fascists, scritta sempre da Lynott, ma cantata da Gary, che per la veemenza potrebbe ricordare il punk di gruppi come i Clash o gli Stiff Little Fingers che imperavano in quegli anni. In mezzo ai brani jazz rock c’è una strana Song For Donna, una canzone d’amore che illustra anche il lato più dolce della musica di Moore, sempre presente negli anni, con delle ballate spesso melodiche (e scritte con Lynott) come la insinuante Parisienne Walkways, qui cantata da Phil ma che sarebbe diventata un cavallo di battaglia imprescindibile nei concerti di Moore e il suo primo grande successo nelle classifiche inglesi, una via di mezzo tra le melodie di Peter Green e Carlos Santana.

Il brano Track Nine, il primo delle bonus tracks, nonostante il nome, non ha nulla a che vedere con gli esperimenti dei Beatles, ma è sempre un furioso jazz-rock, mentre l’altra bonus, Spanish Guitar, uscita nel 1979 come singolo in Norvegia, appare in ben tre versioni (non c’era altro?), una cantata da Lynott, una da Moore e una strumentale ed è una specie di variazione sul tema francese di Parisienne Walkways, questa volta in “salsa” spagnola e santaneggiante. In definitiva un bel dischetto, considerando anche che esce a prezzo speciale,  per la gioia degli amanti dei chitarristi, ma non solo, un ulteriore tassello nella carriera di Gary Moore, che toccherà i suoi vertici nel periodo Blues!

Esce a fine mese.

Bruno Conti   

C’erano Pochi Cofanetti In Circolazione. Questi Mancavano All’Appello! Whitesnake – Box ‘O’ Snakes + Thin Lizzy – Live At The BBC Box

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Whitesnake – Box ‘O’ Snakes: The Sunburst Years 1978-1982 – EMI 9CD+1DVD+1 7″ White Vinyl EP

Altro mega confanetto in uscita in questi giorni e pensate che copre solo il periodo dal 1978 al 1982 della carriera dei Whitesnake! Contiene i 5 album di studio, il Live…In The Heart Of The City, 2 CD con i concerti al Festival di Reading del 1979 e 1980 registrati per la BBC e in precedenza inediiti, un DVD con un “Official Booteg” registrato nel 1980 a Washington, DC, anche questo inedito. Più un libro di quello succosi, 90 pagine formato gigante, con foto mai viste e una intervista a David Coverdale nonché un breve saggio del giornalista Geoff Barton della rivista Classic Rock. E anche, per i patiti del vinile, un 45 giri in vinile bianco con l’EP di esordio Snakebite che conteneva i primi 4 brani incisi dal gruppo. Il tutto temo che vi costerà ben oltre i 100 euro. Ma ormai è un classico!

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Thin Lizzy – Live At The BBC Boxset – 6CD + 1DVD – Universal

Thin Lizzy – Live At The BBC – 2CD – Universal

Avete appena comprato la serie di CD “rimasterizzati e potenziati” della discografia dei Thin Lizzy con aggiunte molte tracce inedite tratte dal materiale BBC e ora, giustamente, per punirvi, la Universal pubblica questo cofanetto che raccoglie gran parte del materiale registrato dalla band di Phil Lynott presso l’emittente di stato inglese, comprese le famose Peel Sessions (uscite anche a parte) e molto altro.

Se volete tirare fuori i vostri CD e fare il classico “celo-manca” per vedere se vale la pena di ricomprare per l’ennesima volta, questa è la tracklist dei contenuti completa e dettagliata:

Disc 1
play 01 Look What The Wind Just Blew In (Sounds Of The Seventies, 1971) 04:25
play 02 Return Of The Farmers Son (Sounds Of The Seventies, 1971) 03:52
play 03 Whiskey In The Jar (John Peel Session, 1972) 05:54
play 04 Suicide (John Peel Session, 1972) 04:00
play 05 Black Boys On The Corner (John Peel Session, 1972) 03:06
play 06 Saga Of The Ageing Orphan (John Peel Session, 1972) 03:38
play 07 Vagabond Of The Western World (John Peel Session, 1973) 04:27
play 08 Gonna Creep Up On You (John Peel Session, 1973) 03:24
play 09 Little Girl In Bloom (John Peel Session, 1973) 04:45
play 10 Randolph’s Tango (John Peel Session, 1973) 03:46
play 11 The Rocker (John Peel Session, 1973) 05:17
play 12 Slow Blues (John Peel Session, 1973) 05:36
play 13 Randolph’s Tango (Bob Harris Session, 1973) 03:46
play 14 Little Girl In Bloom (Bob Harris Session, 1973) 04:41
play 15 The Rocker (Bob Harris Session, 1973) 05:15
Disc 2
play 01 Little Girl In Bloom (Rock On Session, 1974) 05:26
play 02 Little Darling (Rock On Session, 1974) 03:07
play 03 Showdown (Rock On Session, 1974) 04:41
play 04 Sitamoia (Bob Harris Session, 1974) 03:45
play 05 Little Darling (Bob Harris Session, 1974) 03:05
play 06 Slow Blues (Bob Harris Session, 1974) 05:31
play 07 Showdown (Bob Harris Session, 1974) 04:12
play 08 It’s Only Money (John Peel Session, 1974) 02:41
play 09 Little Darling (John Peel Session, 1974) 03:06
play 10 Still In Love With You (John Peel Session, 1974) 05:33
play 11 Black Boys On The Corner (John Peel Session, 1974) 04:12
play 12 Sitamoia (John Peel Session, 1974) 03:15
play 13 She Knows (John Peel Session, 1974) 05:13
play 14 It’s Only Money (John Peel Session, 1974) 02:44
play 15 Sha La La (John Peel Session, 1974) 03:42
play 16 Philomena (John Peel Session, 1974) 03:42
Disc 3
play 01 Dear Heart (Bob Harris Session, 1974) 04:33
play 02 Banshee (Bob Harris Session, 1974) 02:48
play 03 Half Caste (John Peel Session, 1975) 03:54
play 04 Rosalie (John Peel Session, 1975) 03:19
play 05 Suicide (John Peel Session, 1975) 05:19
play 06 Emerald (John Peel Session, 1976) 03:56
play 07 The Warrior (John Peel Session, 1976) 03:54
play 08 Cowboy Song (John Peel Session, 1976) 05:12
play 09 Jailbreak (John Peel Session, 1976) 04:04
play 10 Don’t Believe A Word (John Peel Session, 1976) 02:45
play 11 Johnny (John Peel Session, 1976) 04:15
play 12 Fools Gold (John Peel Session, 1976) 03:52
play 13 Johnny The Fox Meets Jimmy The Weed (John Peel Session, 1976) 03:41
play 14 Killer Without A Cause (John Peel Session, 1977) 03:45
play 15 Bad Reputation (John Peel Session, 1977) 02:50
play 16 That Woman’s Gonna Break Your Heart (John Peel Session, 1977) 03:29
play 17 Dancing In The Moonlight (It’s Caught Me In A Spotlight) (John Peel Session, 1977) 03:24
play 18 Downtown Sundown (John Peel Session, 1977) 03:57
Disc 4
play 01 The Rocker (Live In Concert, 1973) 06:00
play 02 Things Ain’t Working Out Down At The Farm (Live In Concert, 1973) 08:01
play 03 Slow Blues (Live In Concert, 1973) 07:58
play 04 Gonna Creep Up On You (Live In Concert, 1973) 03:48
play 05 Suicide (Live In Concert, 1973) 04:28
play 06 She Knows (Live In Concert, 1974) 06:01
play 07 It’s Only Money (Live In Concert, 1974) 03:35
play 08 Still In Love With You (Live In Concert, 1974) 05:19
play 09 Showdown (Live In Concert, 1974) 05:09
play 10 Rock N Roll With You (Live In Concert, 1974) 04:28
play 11 Baby Drives Me Crazy (Live In Concert, 1974) 04:22
Disc 5
play 01 Angel Of Death (Live at the Hammersmith Odeon, 1981) 07:42
play 02 Renegade (Live at the Hammersmith Odeon, 1981) 06:18
play 03 Hollywood (Down On Your Luck) (Live at the Hammersmith Odeon, 1981) 04:42
play 04 The Pressure Will Blow (Live at the Hammersmith Odeon, 1981) 03:58
play 05 Killer On The Loose (Live at the Hammersmith Odeon, 1981) 05:51
play 06 The Boys Are Back In Town (Live at the Hammersmith Odeon, 1981) 04:58
play 07 Are You Ready (Live at the Hammersmith Odeon, 1981) 02:45
play 08 Baby Drives Me Crazy (Live at the Hammersmith Odeon, 1981) 09:21
play 09 Emerald (Live at the Hammersmith Odeon, 1981) 04:45
Disc 6
play 01 Introduction (Live at the Regal Theatre, 1983) 50
play 02 Jailbreak (Live at the Regal Theatre, 1983) 03:54
play 03 This Is The One (Live at the Regal Theatre, 1983) 04:01
play 04 Cold Sweat (Live at the Regal Theatre, 1983) 03:38
play 05 The Sun Goes Down (Live at the Regal Theatre, 1983) 08:01
play 06 The Holy War (Live at the Regal Theatre, 1983) 05:35
play 07 The Boys Are Back In Town (Live at the Regal Theatre, 1983) 05:32
play 08 Rosalie (Live at the Regal Theatre, 1983) 07:01
play 09 Baby Please Don’t Go (Live at the Regal Theatre, 1983) 07:02
play 10 Still In Love With You (Live at the Regal Theatre, 1983) 06:58
play 11 Dancing In The Moonlight (It’s Caught Me In A Spotlight) (Live at the Regal Theatre, 1983) 04:32
play 12 Baby Drives Me Crazy (Live at the Regal Theatre, 1983) 07:40
Disc 7
play 01 The Boys Are Back In Town (Live at The Rainbow, 1979) 04:46
play 02 Emerald (Live at The Rainbow, 1979) 04:03
play 03 Dancing In The Moonlight (It’s Caught Me In A Spotlight) (Live at The Rainbow, 1979) 03:56
play 04 Massacre (Live at The Rainbow, 1979) 02:55
play 05 Still In Love With You (Live at The Rainbow, 1979) 07:57
play 06 Don’t Believe A Word (Live at The Rainbow, 1979) 03:33
play 07 Are You Ready? (Live at The Rainbow, 1979) 02:49
play 08 Sha La La (Live at The Rainbow, 1979) 05:50
play 09 Baby Drives Me Crazy (Live at The Rainbow, 1979) 06:11
play 10 Me And The Boys (Live at The Rainbow, 1979) 05:18
play 11 Jailbreak (Live at The Regal Theatre, 1983) 03:57
play 12 This In The One (Live at The Regal Theatre, 1983) 03:55
play 13 Cold Sweat (Live at The Regal Theatre, 1983) 03:20
play 14 The Sun Goes Down (Live at The Regal Theatre, 1983) 08:04
play 15 The Holy War (Live at The Regal Theatre, 1983) 05:08
play 16 The Boys Are Back In Town (Live at The Regal Theatre, 1983) 05:35
play 17 Rosalie (Live at The Regal Theatre, 1983) 07:23
play 18 Baby Please Don’t Go (Live at The Regal Theatre, 1983) 06:34
play 19 Whiskey In The Jar (Live on Top Of The Pops, 1973) 03:37
play 20 Jailbreak (Live on Top Of The Pops, 1976) 03:08
play 21 Don’t Believe A Word (Live on Top Of The Pops, 1976) 02:16
play 22 Dancing In The Moonlight (Live on Top Of The Pops, 11/08/77) 02:40
play 23 Dancing In The Moonlight (Live on Top Of The Pops, 25/08/77) 02:21
play 24 Rosalie (Cowgirl Song) (Live on Top Of The Pops, 11/05/78) 03:11
play 25 Rosalie (Cowgirl Song) (Live on Top Of The Pops, 22/06/78) 02:32
play 26 Waiting For An Alibi (Live on Top Of The Pops, 1979) 03:08
play 27 Sarah (Live on Top Of The Pops, 1979) 02:43
play 28 Chinatown (Live on Top Of The Pops, 1980) 02:26
play 29 Are You Ready (Live on Top Of The Pops, 30/04/81) 02:36
play 30 Are You Ready (Live on Top Of The Pops, May 1981) 02:33
play 31 Back On The Streets (Live on The Old Grey Whistle Test, 1979) 04:04
play 32 Don’t Believe A Word (Live on The Old Grey Whistle Test, 1979) 04:37
play 33 Ode To A Black Man (Live on The Old Grey Whistle Test, 1981) 03:46
play 34 Somebody Else’s Dream (Live on The Old Grey Whistle Test, 1981) 05:31
play 35 Renegade (Live on Three Of A Kind, 1983) 04:39

Se più modestamente volete accontentarvi la Universal pubblicherà anche una versione doppia con una selezione di 33 brani dal settuplo CD (si può dire, ho controllato sul dizionario). Anche perché pure questo cofanetto si avvicinerà pericolosamente alla soglia dei 100 euro.

E tenetevi pronti, prima di Natale usciranno molti altri Box assai appetibili e dai costi micidiali, a partire da questo di Costello, con gioco accluso che vi costerà intorno ai 250 euri. Per 1DVD, 1 CD e un 10 pollici. Se ce li avete! Se no aspettate il 2012 e usciranno anche le versioni per “poveri”

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Il primo Post pubblicato in questo Blog il 2 novembre del 2009 non casualmente si intitolava “Spendi Spandi Effendi”. 750 post dopo (eh sì, ne faccio più di uno al giorno) siamo ancora lì, ma ci piace?!?

Bruno Conti

Un Ultimo Saluto? Gary Moore – Live At Montreux 2010

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Gary Moore – Live At Montreux 2010 – Eagle/Edel CD o DVD

La storia di Gary Moore al Festival di Montreux è lunga e risale fino agli inizi degli anni ’90 come è stato documentato dall’eccellente cofanetto di 5 CD Essential Montreux o dai vari DVD che si sono succeduti negli anni con le registrazioni delle sue partecipazioni alle serate del Festival svizzero ma la gran parte erano dedicate al suo repertorio diciamo “più Blues,” anche se nel corso della sua carriera il rock, prima con Skid Row, Thin Lizzy e gli album degli anni ’80 ha sempre avuto una notevole importanza. Anche la breve militanza nei Colosseum II ha evidenziato le sue grandi attitudini di guitar hero L’irlandese era forse un rocker prestato al Blues (e quindi un blues-rocker) o quella prima chitarra data da Peter Green al connazionale ha avuto un effetto indelebile sulle sue scelte di gran parte degli ultimi anni della sua carriera quando aveva deciso di dedicarsi con più regolarità a questo stile musicale.

 

Sarà un caso ma gli album migliori dopo Still Got The Blues che ha segnato una svolta nella sua carriera sono stati, a mio parere, quelli più bluesati: da After Hours all’eccellente Blues For Greeny, omaggio al suo mentore per arrivare fino a Old New Ballads Blues del 2006 quando erano le 12 misure del blues a guidare le sue scelte certi suoi “eccessi metallurgici” venivano meglio tenuti a freno. Indubbiamente Gary Moore è stato un grande chitarrista, forse non uno dei numeri uno ma sicuramente uno di quelli in grado di far confluire le varie influenze della sua musica in uno stile fluido e vario che incorporava le derive celtiche della sua terra con il rock muscolare e di gran classe dei Thin Lizzy (uno dei gruppi più sottovalutati della storia dell’hard rock dove però il vero protagonista era il suo grande amico Phil Lynott, autore e cantante dalle sopraffine qualità). Perché dobbiamo ammettere che la parte vocale è sempre stata il lato più debole della sua musica, sulla chitarra nulla da dire, la voce diciamo che non era il suo forte.

 

Anche questo concerto registrato al Festival di Montreux del 2010, che rimarrà la sua ultima partecipazione vista l’inattesa morte avvenuta quest’anno il 6 febbraio in Spagna per un attacco cardiaco, conferma luci e ombre dei suoi ultimi anni. Intanto segnala un ritorno al rock anche in attesa di un nuovo album che doveva essere registrato e del quale tre brani inediti fanno parte di questo album: Days Of heroes, un brano lizzyano che reitera con grande vigore quel connubio tra rock e arie celtiche già ben evidenziato da Over The Hills and Far Away (non quella dei Led Zeppelin) che apre il concerto, una rock ballad melodica e in crescendo come Where Are You Now  e nuovamente lo stile “irlandese” di Oh Wild One. Tre brani interessanti anche se non memorabili che fanno la loro bella figura nell’ambito del concerto, arricchiti come di consueto da una bella serie di assoli di chitarra. Nel mezzo ci sono Military Man un brano anni ’80 a firma Phil Lynott con una bella costruzione sonora, la prima parte sparatissima e poi una seconda parte più ricercata e raffinata come era tipico del bassista dei Thin Lizzy.

 

Il lungo Medley tra So far away e Empty Rooms è uno dei momenti topici del concerto con il classico lavoro di toni e coloriture sonore utilizzato nelle  parti strumentali con quelle note lunghe e lancinanti tipiche del suo solismo. Blood Of Emeralds che appariva in After The War era il suo tributo al grande amico Phil, colorato di Irlanda nella musica e nei testi, una delle sue canzoni più belle del periodo rock. Anche Out In The Fields era una collaborazione con Lynott, l’ultimo brano registrato dal colored irlandese ed apparso in Run For Cover l’album più saccheggiato per questo concerto dal vivo. Naturalmente non manca il blues, in un angolino ma sempre presente, molto tirata la versione di Walking By Myself, il trio di musicisti che suona con Moore non è il massimo della finezza ma ci danno dentro di gusto, anche troppo in certi momenti. Per Johnny Boy sfodera anche la chitarra acustica per un brano un po’ ruffiano che non è mai stato tra i miei preferiti, prima del gran finale con il cavallo di battaglia Parisienne Walkways uno dei suoi più grandi successi sempre scritto con Lynott e che è l’occasione per ascoltare per l’ultima volta il suo grande virtuosismo alla chitarra. Forse non il miglior live della sua carriera ma un onesto commiato per il rocker irlandese. Riposa in pace, se le case discografiche vorranno!

Il DVD ha due brani in più, Thunder Rising e Still Got The Blues.

Bruno Conti