Un Ritorno Alle Origini In Un Tempio Della Musica. Bryan Ferry – Live At The Royal Albert Hall 1974

bryan ferry live at the royal albert hall

Bryan Ferry – Live At The Royal Albert Hall 1974– BMG Rights Management – CD Deluxe Edition – 2 LP

Di questa vera icona rock britannica mi ero già occupato recensendo su queste pagine, sul finire del 2013 un eccellente DVD Live In Lyon https://discoclub.myblog.it/2013/11/21/intramontabile-dandy-del-rock-bryan-ferry-live-in-lyon/ , e ora con piacere mi accingo a parlarvi di questo Live At The Royal Albert Hall uscito da pochi giorni nei negozi e su tutte le piattaforme musicali. In questo concerto Bryan ripropone i suoi primi due dischi da solista These Foolish Things (73) e Another Time, Another Place (74), due album di “covers” , in quanto in quel periodo Ferry avvertiva il bisogno direi quasi fisiologico di misurarsi con brani di altri artisti, e mettersi in competizione con loro in un ideale e immaginario “braccio di ferro”, rischiando la propria reputazione artistica. Così nella serata del 19 Dicembre 1974 sale sul palco della mitica Royal Albert Hall di Londra (e se passate da quelle parti è d’obbligo visitarla), accompagnato da un’orchestra di 30 elementi diretta da Martyn Ford, con il sostegno dei fidati “pard” dei Roxy Music Phil Manzanera alla chitarra, Paul Thompson alla batteria, Eddie Jobson al piano e violino, e con il contributo di John Porter e  John Wetton al basso, e l’aggiunta delle belle e brave coriste Vicki Brown, Doreen Chanter, Helen Chappelle, per un lungo viaggio musicale attraverso alcuni classici del passato, che spaziano dagli anni ’30 ai ’60, scegliendo le canzoni con cui Bryan si era musicalmente formato, e che nell’occasione vengono riproposte e personalizzate in questo live con la sua abituale classe, marchio distintivo di tutta la sua  carriera.

Il concerto inizia alla grande con una rilettura “satanica” di Sympathy For The Devil degli Stones, con subito le coriste in evidenza, per poi recuperare un brano degli anni ’60 I Love How You Love Me, portato al successo dal trio femminile The Paris Sisters, con una bella sezione fiati a dettare il ritmo, seguito dal rock’n’roll scatenato di una Baby I Don’t Care (uno dei punti di forza del primo Elvis Presley con il “prefisso” (You’re So Square),,, e ripreso tra i tanti anche da Joni Mitchell e Led Zeppelin), per poi passare ai ritmi pop di una piacevole It’s My Party, cantata ai tempi (sempre anni ’60) da Lesley Gore che vendette a vagonate. Il Ferry di quel periodo alternava l’approccio pop al rock dei Roxy Music, e la dimostrazione lampante è la seguente Don’t Worry Babe dall’album Shut Down Vol .2 dei Beach Boys, con le tre coriste in formato “Stax”, a cui fanno seguito il rock sincopato di Another Time, Another Place, dello stesso Ferry, l’omaggio a Ike & Tina Turner andando a recuperare una Fingerpoppin’ con largo uso di una intrigante sezione fiati, per poi rispolverare meritoriamente un classico come The Tracks Of My Tears, portata al successo dal grande Smokey Robinson con i suoi Miracles.

Dopo una buona dose di applausi, le riletture proseguono, sorprendentemente andando a recuperare dal vasto repertorio di Lennon-McCartney una poco conosciuta You Won’t See Me (la trovate su Rubber Soul), per poi commuovere il pubblico in sala con una stratosferica versione di Smoke Gets In Your Eyes dei Platters con il sax di Chris Mercer in evidenza (brano eseguito anche da artisti del calibro di Dinah Washington, Sarah Vaughan, Eartha Kitt, Patti Austin e perfino Thelonious Monk), e poi finalmente cantare la lucida follia di A Hard Rain’s A-Gonna Fall del grande Bob Dylan, con una versione dal crescendo “rossiniano” che mette in risalto ancora la bravura delle soliste. Dopo una lunga e meritata ovazione in sala, ci si avvia alla fine del concerto con Bryan Ferry che recupera dall’appena oubblicato Country Life dei suoi Roxy Music, un brano d’atmosfera con i violini in sottofondo come A Really Good Time, per poi ritornare al suono R&B con una mossa The ‘In’ Crowd, portata al successo da Dobie Gray, e poi andare a chiudere con un brano del lontano 1936 scritto da tale Jack Strachey, una These Foolish Things suonata e cantata in perfetto stile “ragtime”. Sipario, nuovaovazione e applausi più che meritati. Tutta la vicenda artistica dell’eterno “dandy” del pop è stata un continuo percorso in bilico tra la sua appartenenza al suo gruppo i Roxy Music e la parallela carriera solista iniziata negli anni ’70, un signore ricordo che nel corso di una lunga e gloriosa carriera ha venduto la bellezza di oltre 30 milioni di dischi, con un patrimonio di canzoni che ha influenzato intere generazioni, con il suo stile da “crooner” futurista, accompagnato da un’eleganza sopraffina, e, cosa più importante, sempre con uno stuolo di formidabili musicisti e “sessionmen” ad assecondarlo.

Anche se i tempi sono cambiati, per parafrasare il suo mito Bob Dylan, questo Bryan Ferry Live At The Royal Albert Hall è un album che, nonostante sia rimasto inedito per 46 anni, è stato giusto portare alla luce, in quanto certifica l’inizio della carriera solista di Ferry, in un concerto che è un’istantanea straordinaria di brani famosi e non, che sono “amplificati” dai pard nella sua band ( leggi Roxy Music), potenziati dalla sezione archi e corni di una meravigliosa orchestra, e dalla contagiosa esibizione canora, ovviamente in smoking, sul palco del celebre teatro londinese da parte del nostro amico Bryan Ferry. NDT*: Per completezza di informazione aggiungo che il 29 Marzo del 2019, Bryan Ferry e la sua band, i Roxy Music, hanno fatto ingresso nella famosa e istituzionale Rock And Roll Hall Of  Fame.

Tino Montanari

Uscite Prossime Venture 1. Roxy Music – Roxy Music Ristampa Deluxe 1° Album

roxy music roxy music super deluxe

Roxy Music – Roxy Music – Super Deluxe 3 CD + DVD – 2 CD – LP – Virgin/Universal 02-02-2017

Con il nuovo anno inoltrato riprende la rubrica dedicata alle prossime uscite più interessanti, soprattutto ristampe. Già ieri avete letto della doppia antologia Live  fondamentalmente inutile dedicata ai Grateful Dead, in uscita verso fine marzo. Molto prima, al 2 febbraio è annunciata la ristampa potenziata del 1° album omonimo dei Roxy Music, pubblicato in origine nel giugno 1972, a cui fece seguito, in agosto, il singolo Virginia Plain, il primo estratto dall’album. I Roxy Music furono, soprattutto nella prima fase, una band in bilico tra glam-rock, art-rock e progressive, con una formazione dove brillavano varie stelle: Bryan Ferry, il cantante, pianista, e unico autore delle canzoni, Brian (Peter George St John le Baptiste de la Salle) Eno, impegnato ad uno dei primi modelli di sintetizzatore VCS3 e tape effects, Phil Manzanera alla chitarra, Andy Mackay, a sax e oboe, Paul Thompson alla batteria e Graham Simpson al basso. Il produttore del disco fu Pete Sinfield, il paroliere dei King Crimson, visto che Eno era ancora lungi dal trasformarsi in quel grande alchimista di suoni che sarebbe diventato in futuro: album che al sottoscritto è sempre piaciuto parecchio (come i tre successivi) e che risentito anche oggi fa la sua bella figura e non risente del passare del tempo.

Per realizzare questa ristampa Bryan Ferry e il produttore Rhett Davies si dice siano in azione da quasi sette anni. Per l’album originale si è utilizzata la masterizzazione di Bob Ludwig del 1999. Mentre per il materiale extra i nuovi master sono stati creati dall’ingegnere del suono Frank Arkwright agli studi Abbey Road. In più il grande fan della band Steven Wilson ha preparato la versione DTS Dolby Surround inserita nella parte Audio del DVD. E non è tutto, la confezione, formato LP,  include anche un libro di 136 pagine curato dallo stesso Ferry e stampato su carta speciale. Ovviamente per il prezzo si parla, molto indicativamente, di una cifra tra i 130 e i 150 euro.

Però c’è veramente molto materiale extra, eccolo:

Tracklist
[CD1: The Album]
1. Re-Make/Re-Model
2. Ladytron
3. If There Is Something
4. Virginia Plain
5. 2 H.B.
6. The Bob (Medley)
7. Chance Meeting
8. Would You Believe?
9. Sea Breezes
10. Bitters End

[CD2: Demos & Out-Takes]
Early Demos April/May ’71:
1. Ladytron
2. 2 H.B.
3. Chance Meeting
4. The Bob (Medley)
Album Out-Takes:
5. Instrumental
6. Re-Make/Re-Model
7. Ladytron
8. If There Is Something
9. 2 H.B.
10. The Bob (Medley)
11. Chance Meeting
12. Sea Breezes
13. Bitters End
14. Virginia Plain

[CD3: The BBC Sessions]
1. If There Is Something – John Peel Radio Session, London 1972
2. The Bob (Medley) – John Peel Radio Session, London 1972
3. Would You Believe? – John Peel Radio Session, London 1972
4. Sea Breezes – John Peel Radio Session, London 1972
5. Re-Make/Re-Model – John Peel Radio Session, London 1972
6. 2 H.B. – John Peel Radio Session, London 1972
7. Ladytron – John Peel Radio Session, London 1972
8. Chance Meeting – John Peel Radio Session, London 1972
9. Virginia Plain – John Peel Radio Session, London 1972
10. The Bob (Medley) – Live / BBC “In Concert”, Paris Theatre, London 1972
11. Sea Breezes – Live / BBC “In Concert”, Paris Theatre, London 1972
12. Virginia Plain – Live / BBC “In Concert”, Paris Theatre, London 1972
13. Chance Meeting – Live / BBC “In Concert”, Paris Theatre, London 1972
14. Re-Make/Re-Model – Live / BBC “In Concert”, Paris Theatre, London 1972

[DVD]
Audio:
– The full album remixed in 5.1 by Steven Wilson
Video:
1. Re-Make/Re-Model – The Royal College Of Art, 6/6/72
2. Ladytron – The Old Grey Whistle Test, 20/6/72
3. Virginia Plain – Top Of The Pops, 24/8/72
4. Re-Make/Re-Model – Full House, 25/11/72
5. Ladytron – Full House, 25/11/72
6. Would You Believe – French TV, Bataclan, Paris, 26/11/72
7. If There Is Something – French TV, Bataclan, Paris, 26/11/72
8. Sea Breezes – French TV, Bataclan, Paris, 26/11/72
9. Virginia Plain – French TV, Bataclan, Paris, 26/11/72

L’edizione doppia comprende il 1° e il 3° CD del Box, mentre il vinile singolo riporta solo l’album originale.

Esce il prossimo 2 febbraio.

Alla prossima.

Bruno Conti

Il Suo Miglior Disco Da Solista! David Gilmour – Rattle That Lock

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David Gilmour – Rattle That Lock – Columbia/Sony CD – CD/DVD – CD/BluRay

Al titolo del post avrei potuto aggiungere tra parentesi “e non ci voleva molto!”, ma sarebbe stato poco rispettoso della carriera dell’ex chitarrista dei Pink Floyd, che già ha sempre dovuto sopportare continui paragoni con l’ex compagno di scuderia Roger Waters: superiore dal punto di vista vocale e strumentale, David Gilmour è infatti sempre stato trattato dall’alto in basso da certa critica in quanto palesemente inferiore al bassista come autore di musiche e soprattutto di testi, dimenticandocisi che Waters è sempre stato uno dei fuoriclasse assoluti nella stesura delle canzoni. Un altro fatto che in molti non hanno perdonato a Gilmour è quello di aver assunto la leadership dei Floyd all’indomani dell’uscita di Waters dopo The Final Cut, ed aver goduto di un successo planetario colossale soprattutto grazie al celebre moniker ed alle vecchie canzoni riproposte nei tour più che per l’effettiva bontà dei due album pubblicati: io non sono d’accordo con queste critiche, primo perché nessuno ha ordinato a Waters di andarsene, secondo perché Gilmour ha vinto la causa intentatagli dall’ex compagno (conquistando quindi il pieno diritto di usare il nome Pink Floyd) e terzo perché il chitarrista non ne ha mai approfittato, dando alle stampe appena due dischi in dieci anni e poi di fatto sciogliendo il gruppo all’indomani del tour di The Division Bell.

Quindi Gilmour non è Waters (così come Springsteen non è Dylan, i Faces non sono gli Stones, e così via), precisazione ovvia ma doverosa per uno che è un grande musicista ma non un genio, e non mi sembra il caso di fargliene una colpa: detto ciò, va anche però riconosciuto che i dischi solisti di David non hanno mai convinto fino in fondo, dall’esordio omonimo del 1978, legato al sound dei Floyd dal punto di vista del suono ma non, ahimè, delle canzoni, passando per About Face del 1984, nel quale Gilmour esplorava sonorità pop e folk-rock senza convincere del tutto, fino a On An Island del 2006 (tra lui e Waters fanno a gara a chi è più pigro), inappuntabile dal punto di vista formale ma totalmente mancante di canzoni valide, forse il più deludente tra i tre (visti anche i dodici anni di tempo che aveva avuto per prepararlo). Che Gilmour stesse lavorando al quarto disco da solista si sapeva fin dall’anno scorso quando, a sorpresa, pubblicò a nome Pink Floyd (insieme a Nick Mason) The Endless River, canto del cigno della storica band ed omaggio allo scomparso Richard Wright.  

Ebbene, Rattle That Lock, che esce con una splendida copertina in puro stile Hipgnosis, è non solo di gran lunga il miglior album di David, ma un ottimo disco di rock d’autore “in his own right” come dicono in Inghilterra, nel quale il nostro mette a punto una bella serie di canzoni (in collaborazione come di consueto con la compagna Polly Sampson), sonorità non necessariamente floydiane (anche se è chiaro che qualche riferimento qua e là c’è), suonando e cantando il tutto con la maestria che conosciamo, e producendo insieme all’ex Roxy Music Phil Manzanera, da tempo suo collaboratore, anche negli ultimi lavori dei Floyd. Tra i musicisti troviamo nomi ben noti a chi segue le gesta di Gilmour e del suo ex gruppo (Jon Carin, Guy Pratt, lo stesso Manzanera, Andy Newmark, Steve DiStanislao), ma aggiungendo qua e là qualche nome nuovo e, in The Girl With The Yellow Dress, le partecipazioni di Jools Holland e Robert Wyatt, mentre Gilmour si occupa delle chitarre (ovviamente), ma anche di piano, organo e basso.

L’album si apre con la languida 5 A.M., uno strumentale d’atmosfera, con la chitarra inconfondibile del nostro a ricamare una melodia sospesa e sognante, mentre l’acustica arpeggia sullo sfondo; la title track (già in circolazione online da almeno un mese) è una bella canzone, ritmata ed orecchiabile, uno dei brani più diretti di tutta la carriera di Gilmour, con un assolo finale impeccabile: perfetta per entrare subito nel vivo del disco. Faces Of Stone, introdotta da un piano obliquo, è una ballata elettroacustica e malinconica, più sullo stile di Leonard Cohen che su quello del suo autore, il classico pezzo che non ti aspetti. A Boat Lies Waiting è un lento decisamente d’impatto, con il piano in evidenza e la slide tipica di David in sottofondo: la melodia, corale e soffusa, fa il resto. Dancing Right In Front Of Me è più movimentata, impeccabile dal punto di vista strumentale anche se da quello compositivo suona un po’ ripetitiva (bello però l’intermezzo jazzato); In Any Tongue ha un inizio minaccioso, poi la tensione si stempera ed il brano si tramuta in una rock song ariosa e spaziosa, forse la più floydiana del CD (sullo stile di Comfortably Numb), ma anche una delle più riuscite, con un grande assolo finale da parte di David. Lo strumentale Beauty sembra una outtake di The Endless River, mentre The Girl In The Yellow Dress è un raffinatissimo jazz afterhours che David conduce con mano leggera ed in maniera del tutto credibile. Il disco si chiude con la funkeggiante Today, a dire il vero un po’ pasticciata e tutto sommato dimenticabile, e con And Then…, terzo strumentale del disco, intenso e struggente, con la splendida chitarra di David che dardeggia da par suo. Otto canzoni tra il discreto ed il buono su dieci: David Gilmour questa media non l’aveva mai tenuta, forse neanche nei suoi dischi coi Pink Floyd.           In assenza di un disco solista di Waters dal 1992, Rattle That Lock è il classico grasso che cola.

Marco Verdi

*NDB Ovviamente Marco ha parlato della versione singola dell’album, ma come sapete (e come è riportato in apertura) ne esiste anche una con DVD o Blu-Ray aggiunti, che riportano quattro jam strumentali con Richard Wright, quattro documentari, video e altro, con questi contenuti riportati sotto:

1. Barn Jam 1
2. Barn Jam 2
3. Barn Jam 3
4. Barn Jam 4
5. The Animators ALASDAIR + JOCK (Documentary)
6. Rattle That Lock (Video)
7. The Animators DANNY MADDEN (Documentary)
8. The Girl In The Yellow Dress (Video)
9. Polly Samson & David Gilmour At The Borris House Festival Of Words And Ideas (Documentary)
10. The Making Of The Rattle That Lock Album (Documentary)
11. Rattle That Lock (Extended Mix) (Audio)
12. The Girl In The Yellow Dress (Orchestral Version) (Audio)
13. Rattle That Lock (Youth Mix 12 Extended Radio Dub) (Audio)
14. Rattle That Lock (Radio Edit) (Audio)
15. The Rattle That Lock Album in 5.1 Sound and PCM Stereo (Tonqualität: 96kHz/24bit einschließlich 5.1 PCM und DTS Master Audio und Stereo PCM)

Il 18 Settembre Prossimo Arriva Il Nuovo David Gilmour – Rattle That Lock

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David Gilmour – Rattle That Lock – Columbia – CD CD+DVD CD + Blu-ray LP 18-07-2015

A nove anni dall’ultimo album On An Island torna David Gilmour con questo nuovo Rattle That Lock, co-prodotto dallo stesso Gilmour con Phil Manzanera, i testi sono di Polly Sampson, la grafica della bellissima copertina è a cura degli “eredi” della vecchia Hipgnosis di Storm Thorgerson guidati da Dave Stansbie della Creative Corporation, con la foto di copertina a cura di Aubrey Powell o viceversa, non è chiarissimo. Il singolo che precede l’album, la title-track, con un testo ispirato al Libro II del “Paradiso Perduto” di John Milton, inizia con quattro note create dal suono degli annunci sulle linee ferroviarie francesi SNCF. E se volete un parere, mi sbilancio, non mi sembra un brano straordinario, al di là del sempre ottimo lavoro della solista di David. Nel Brani appare il Liberty Choir e le due cantanti Mica Paris e Louise Marshall. Comunque visto che è già stato postato in rete da un paio di giorni, eccolo…

Per il resto, lo stesso Gilmour ha annunciato che nelle quattro lunghe Jam che compaiono nel bonus DVD dell’edizione Deluxe ci sono quelle che dovrebbero essere le ultime registrazioni di Rick Wright. Questi sono i brani, con relativi autori della edizione standard in un CD:

1) 5 A.M. (Gilmour)
2) Rattle That Lock (Gilmour/Samson/Boumendil)
3) Faces Of Stone (Gilmour)
4) A Boat Lies Waiting (Gilmour/Samson)
5) Dancing Right In Front Of Me (Gilmour)
6) In Any Tongue (Gilmour/Samson)
7) Beauty (Gilmour)
8) The Girl In The Yellow Dress (Gilmour/Samson)
9) Today (Gilmour/Samson)
10) And Then…..(Gilmour)

Tra le altre informazioni che filtrano alla batteria nel singolo troviamo Steve Di Stanislao, abituale collaboratore di Gilmour, mentre non è dato sapere (o almeno io non lo so) se ci saranno i frutti della ulteriore annunciata collaborazione con Crosby & Nash. In ogni caso questo è il contenuto del secondo dischetto, DVD o Blu-ray che dir si voglia:

1. Barn Jam 1
2. Barn Jam 2
3. Barn Jam 3
4. Barn Jam 4
5. The Animators – Alisdair + Jock (Documentary on makers of the “Rattle That Lock” video)
6. “Rattle That Lock” video
7. The Animators – Danny Madden (Documentary on maker of “The Girl In The Yellow Dress” video)
8. “The Girl In The Yellow Dress” video
9. Polly Samson and David Gilmour at The Borris House Festival of Words and Ideas (Documentary on their creative collaboration)
10. The making of the “Rattle That Lock” album (Documentary)
11. Audio – “Rattle That Lock” Extended Mix
12. Audio – “The Girl In The Yellow Dress” Orchestral Version
13. Audio – “Rattle That Lock” Youth Mix – 12′ Extended Radio Dub
14. Audio – “Rattle That Lock” Radio Edit
15. The “Rattle That Lock” album in 5.1 Surround Sound

david gilmour rattle that lock cd+dvd

Come vedete ci sono parti sia audio che video, oltre a memorabilia vari: libretto di 32 pagine con foto e testi, altro libro di 48 pagine con il citato Libro II del Paradiso Perduto di Milton, poster, cartolina e plettro. Nel frattempo Gilmour ha smentito qualsiasi voce di una eventuale reunion dei Pink Floyd con Roger Waters, che nel frattempo, alla fine della settimana prossima, pubblica varie nuove edizioni di Amused To Death e annuncia per l’autunno Roger Waters The Wall Live, preceduto da alcune anteprime nelle sale cinematografiche di tutto il mondo del film presentato al Toronto Film Festival del 2014.

Restiamo in attesa.

Bruno Conti

Novità Di Marzo Parte Ic. Bjork, Buena Vista Social Club, New Riders Of The Purple Sage, Seth Avett & Jessica Lea Mayfield, Blues Pills, Pine Hill Project, Elliott Murphy, Houndmouth, Phil Manzanera

bjork vulnicurabjork vulnicura 2

Terza parte della lista uscite di marzo, anche con titoli pubblicati nella prima parte del mese (ieri c’era il Post su Renbourn): iniziamo con il nuovo di Bjork Vulnicura, che esce a quattro anni dal precedente Biophilia, ed è il primo ad essere pubblicato dopo la sua separazione con Matthew Barney, che aveva molto influenzato la produzione degli ultimi anni, diventata sempre più astratta e complessa, persino oscura ed estrema (insomma, più che in passato). Stranamente questa volta le canzoni della cantante islandese sono meno astratte del solito e sono proprio una sorta di resoconto sulla fine di una relazione; ed anche il suono, pur essendo sempre basato su archi e ” strumenti e battiti elettronici”, ricorda quello di un disco come Homogenic del 1997, piuttosto che le sonorità minimali dell’ultimo periodo https://www.youtube.com/watch?v=MWHpoJT3qK4 . L’etichetta è la One Little Indian come di consueto, c’è l’immancabile versione Deluxe, come si presume dalle due diverse copertine riportate qui sopra (ma Bjork è sempre stata famosa per fare uscire parecchie edizioni di ogni album), questa volta si tratta solo di differenze nel packaging. Vi segnalo la presenza di Antony Hegarty nel brano Atom Dance. Il CD è uscito il 17 marzo.

buena vista social club lost and found

Il 24 marzo è stato pubblicato un “nuovo” capitolo della saga Buena Vista Social Club, o piuttosto, come bene illustra il titolo, Lost And Found, il produttore e manager della World Cicuit, Nick Gold, ha finalmente avuto il tempo di andare a frugare tra le vecchie registrazioni effettuate nel periodo dal 1996 ai primi anni 2000, quando tutti i leggendari musicisti cubani depositari di quel suono particolare, nato proprio al Buena Vista Social Club negli anni ’30, erano ancora vivi: ecco quindi scorrere materiale inedito registrato sia nelle sessioni originali del 1996 agli Egrem Studio de L’Havana, quelle per intenderci con Ry Cooder, 2 brani, sia materiale in studio, registrato negli anni immediatamente successivi, sia pezzi dal vivo. Ci sono quindi brani con Ibrahim Ferrer, voce solista,Bruca Manigua dal vivo e due pezzi dal vivo, un paio di duetti in studio con Eliades Ochoa e Compay Segundo, Omara Portuondo dal vivo, con Manuel Galban e Cachaito Lopez, e ancora alcuni brani con Ruben Gonzales, anche uno per solo piano, sempre live, Come Siento Yo, che conclude il CD. Non mancano altri tre strumentali, con violino, fiati, percussioni e chitarre in bella evidenza, uno del solo Eliades Ochoa e il super classico, sempre dal vivo, Lacrimas negras, cantato dalla Portuondo, tredici brani in totale. Per gli appassionati di musica cubana una grande “scoperta”, per chi ama di più “l’altro” Cooder, come il sottoscritto, un po’ meno, comunque non si tratta per fortuna di una di quelle operazioni raffazzonate che ogni tanto le case discografiche ordiscono, per metterlo in quel posto ai sempre meno numerosi acquirenti di musica.

new riders felt forum

Per esempio questo triplo CD dei New Riders Of The Purple Sage in che categoria rientra? Si tratta di un concerto dal vivo al Felt Forum di New York City del 18 marzo 1973, quindi epoca d’oro della band californiana, è l’anno di Panama Red, formazione originale con John “Marmaduke” Dawson ancora leader del gruppo, insieme a David Nelson  lead guitar, vocals, David Torbert bass, vocals, Buddy Cage  pedal steel guitar e
Spencer Dryden drums, ospiti in gran parte del concerto, metà dei Grateful Dead, Keith & Donna Godchaux, Jerry Garcia e Bob Weir, più Ramblin’ Jack Elliott che apriva la serata. Ottima la tracklist dei brani eseguiti:

DISC ONE [67:08]
set one-a:
01 [04:26] DJ conversation & crowd/tuning
02 [04:09] I Don’t Know You
03 [06:23] One Too Many Stories
04 [03:40] Rainbow
05 [04:01] It’s Alright With Me (1)
06 [02:49] Teardrops In My Eyes (1)
07 [05:10] Lochinvar (1)
08 [04:48] Truck Driving Man (1)
09 [03:49] Contract (1)
10 [07:32] Take A Letter Maria (1)
11 [03:57] School Days (1)
12 [04:33] Long Black Veil (1) (2)
13 [03:29] Hello Mary Lou (1) (3)
14 [05:10] Henry (1) (3)
15 [03:21] Crazy Arms (1)
DISC TWO [66:32]
set one-end:
01 [03:32] Sutter’s Mill
02 [03:41] California Day
03 [05:29] Sweet Lovin’ One
04 [05:44] Connection (5)
05 [03:40] Whiskey (1)
set two-a:
06 [03:50] DJ conversation & crowd/tuning
07 [00:43] Bob Weir comment to crowd
08 [03:24] Cold Jordan (3) (4)
09 [03:24] I Hear A Voice Callin’ (3) (4)
10 [05:48] Swing Low Sweet Chariot (3) (4)
11 [03:06] Groupie (1)
12 [03:51] She’s No Angel (1)
13 [04:39] You Should Have Seen Me Running (1) (2) (4)
14 [08:52] I Don’t Need No Doctor (1) (2) (3) (4)
15 [06:49] Portland Women (1)
DISC THREE [53:12]
set two-end:
01 [08:02] Glendale Train (1)
02 [05:47] Last Lonely Eagle (1)
03 [05:50] Louisiana Lady (1)
04 [06:43] Honky Tonk Women (1) (5)
05 [15:36] Willie And The Hand Jive (1) (3)
06 [03:12] DJ conversation & crowd/tuning
encores:
07 [02:49] The Race Is On (1) (2) (3) (4)
08 [03:36] Johnny B. Goode (1) (2) (3) (4)
09 [01:37] outro and DJ conversation

Però la Echoes che pubblica questo triplo broadcast radiofonico (quindi un ex bootleg) lo fa pagare tra i 35 e i 40 euro, considerando che si trova anche gratis su archive.org, mi sembra “caruccio”!

seth avett & jessica lea mayfield sing elliott smith

Seth Avett è uno dei due fratelli del gruppo degli Avett Brothers (il secondo in ordine di età, per la precisione. l’altro è Scott), in passato, agli inizi della carriera del gruppo aveva pubblicato un paio di dischi (forse tre), come “Timothy Seth Avett as Darling”, che confesso di non avere mai visto né sentito. Gli album erano usciti per la loro etichetta, la Ramseur Records, che peraltro li ha ristampati ad inizio 2010, ma sono sempre di non facile reperibilità; ora, ancora tramite la loro etichetta personale esce questo Seth Avett And Jessica Lea Mayfield Sing Elliott Smith, un disco dove la coppia rende omaggio allo sfortunato cantautore indie, scomparso una dozzina di anni fa, ma sempre molto amato da colleghi vari che periodicamente lo omaggiano, con tributi di varia natura alle sue canzoni. In questo caso il risultato, ottenuto con due sole voci che armonizzano, accompagnate spesso da una sola chitarra acustica, ma saltuariamente anche da un gruppo, è molto piacevole: sono stati fatti dei paragoni con i dischi di Gillian Welch e David Rawlings come tipo di musica, un folk scarno e malinconico che a tratti si apre in ballate alla Avett Brothers, e se Jessica Lea Mayfield (con alcuni album più elettrici alle spalle, prodotti da Dan Auerbach dei Black Keys) non è forse all’altezza della Welch come cantante, d’altra parte Seth Avett è nettamente superiore a Rawlings, almeno come cantante https://www.youtube.com/watch?v=QyqhAch-B-Q . Quindi un disco gradevole dove convivono le varie anime delle canzoni di Smith, le ballate con influenze beatlesiane, il country-folk, l’indie-rock e l’amore per le armonie vocali che erano insite nella musica del musicista di Omaha. Un piccolo dischetto da scoprire.

pine hill project

Il disco è attribuito ai Pine Hill Project, ma anche questo CD è il risultato dell’unione di due cantautori di talento, Richard Shindell e Lucy Kaplansky, spesso portati in palmo di mano su questo Blog. L’album esce in questi giorni per la Signature Records ed è un gioiellino che ci riporta ai tempi del bellissimo disco uscito come Cry Cry Cry nel 1998 (allora c’era pure la brava Dar Williams):e, per dire, i Red Horse dove li mettiamo? http://discoclub.myblog.it/2010/08/07/un-piccolo-supergruppo-red-horse-gilkyson-gorka-kaplansky/ Per questo Tomorrow You’re Going la coppia ha deciso di realizzare un disco, dove affronta la difficile arte delle cover https://www.youtube.com/watch?v=GzD-Q_o8Cks , e quindi ecco scorrere brani di Gillian Welch, Nick Lowe e Paul Carrack https://www.youtube.com/watch?v=RPuBBCW0ClY, U2, Greg Brown, Little Feat, David Halley e molti altri. Con la produzione di Larry Campbell, che suona anche una infinità di strumenti, e molti musicisti di pregio in studio, tra cui Byron Isaacs e Glenn Patscha (che appare come autore) degli Ollabelle e Bill Payne dei Little Feat. Delizioso https://www.youtube.com/watch?v=Bny4sCz-Epw!

blues pills live open blues pills live

te https://www.youtube.com/watch?v=iSu2Y7Zd_X0 .

elliott murphy aquashow deconstructed

Elliott Murphy, oltre 40 anni dopo torna al suo primo album, con questo Aquashow Deconstructed, dove rivisita, brano per brano, il disco per cui nel lontano 1973 era stato definito, in una recensione doppia su Rolling Stone scritta da Paul Nelson insieme a quella di The Wild, The Innocent And The E Street Shuffle di Springsteen, “il miglior nuovo Dylan dal 1968″. Ovviamente il giudizio, come per altri “nuovi Dylan” dell’epoca, da John Prine in giù, fu sufficiente quasi a distruggerlo, ma la classe e la stoffa c’erano e Murphy è tutt’ora uno dei migliori cantautori rock in circolazione https://www.youtube.com/watch?v=6cBdRBATgHg . Anche le canzoni c’erano e Last of The Rock Stars, White Middle Class Blues, How’s The Family e Like A Great Gatsby, sono ancora oggi nel repertorio dal vivo del cantautore di New York, che da moltissimi anni vive a Parigi. Questa nuova “versione” di un album classico esce prima sul mercato italiano, in una confezione con  copertina leggermente diversa da quella che avranno le versioni tedesca e francese, ma con lo stesso contenuto. Etichetta Route 61 (gli stessi dell’ultimo disco di Carolyne Mas) e disco che conferma tutta la bellezza dell’originale anche in questi nuovi arrangiamenti, con una nota di merito per Marilyn, che ricorda alcune delle più belle canzoni di Lou Reed. Però anche gli originali non scherzano! Sono andato a riascoltarmeli e devo dire che erano veramente belli https://www.youtube.com/watch?v=KLr_eN8KvaM, comunque i fans di Murphy non mancheranno di apprezzare anche la versione 2015.

houndmouth little neon

Secondo album anche per gli Houndmouth, si chiama Litte Neon Limelight e conferma quanto di buono si era detto per il loro esordio del 2013, From The Hills Below The City, presentato come uno dei migliori di quell’anno, con paragoni addirittura con la Band. Anche se il gruppo, con una voce femminile nell’organico, Katie Toupin, rimanda anche al sound di gruppi come i Faces, lato Ronnie Lane o gente come Dylan, Van Morrison, tanto per non esagerare, almeno come sound ed attitudine, rock classico in definitiva, ben suonato e ben cantato, con parecchie belle canzoni in repertorio, il che non guasta https://www.youtube.com/watch?v=r6Bygcox6YE . Vengono da Louisville, Kentucky https://www.youtube.com/watch?v=RwVrquxGSrc , la città dei My Morning Jacket e qualche punto di contatto con la band di Jim James (che pubblicherà il nuovo album ad inizio maggio) non è difficile riscontrarlo, soprattutto nei brani “più classici” https://www.youtube.com/watch?v=Y8wifV5RYr8 . Etichetta Rough Trade, è uscito il 17 marzo.

phil manzanera the sound of blue

Infine, nuovo disco anche per Phil Manzanera, il non dimenticato chitarrista dei Roxy Music e degli 801, ultimamente collaboratore di David Gilmour, mentre uno dei co-produttori di questo nuovo The Sound Of Blue, è Andy Jackson, spesso ingegnere del suono con i Pink Floyd: si tratta di un album strumentale, meno due brani cantati da Sonia Bernardo (?), uno dei quali è una cover di una cover, infatti No Church in the Wild, un pezzo scritto (si fa per dire) da Jay Z e Kanye West, campionava un riff di chitarra di Manzanera https://www.youtube.com/watch?v=gnFvTrcogOg . Niente per cui strapparsi le vesti https://www.youtube.com/watch?v=IZiIOsjxRb8 , almeno per il sottoscritto, ma il vecchio Phil è sempre un musicista interessante che mescola il rock ( e la chitarra ogni tanto ha lampi del vecchio splendore https://www.youtube.com/watch?v=GSGoP26uwHk ) con le radici latine della mamma colombiana, a cui è dedicato il brano Magdalena https://www.youtube.com/watch?v=JyRKr5ziqGg , magari non con i risultati delle due band citate all’inizio, anche se Manzanera sarà il Maestro Concertatore per la Notte della Taranta 2015. Il CD è uscito il 24 marzo scorso per la sua etichetta Expression Records distribuita dalla Universal.

Bruno Conti

Un Addio Con Stile! Pink Floyd – The Endless River

pink floyd the endless river cover

Pink Floyd – The Endless River  – Parlophone CD – CD + DVD – CD + BluRay

Se qualcuno all’inizio del 2014 mi avesse detto che l’anno si sarebbe chiuso con un nuovo disco dei Pink Floyd, avrei sottoposto il mio interlocutore al test per stabilirne il tasso alcolemico. Stiamo infatti parlando di una delle band più “pigre” e lente della storia del rock, con l’ultimo disco risalente ormai a vent’anni fa (The Division Bell), e con uno dei suoi elementi cardine, Richard Wright, passato a miglior vita nel 2008, al punto che nessuno li riteneva più neppure una band.

Nel 1993 però, durante le registrazioni di The Division Bell, i Floyd abbozzarono anche una serie di brani strumentali, che inizialmente pensavano di pubblicare con il titolo di The Big Spliff, ma poi non se ne fece più niente. Recentemente, pare su pressioni della compagna-liricista-manager Polly Samson, David Gilmour ha deciso di contattare il vecchio compagno Nick Mason (ovvero quello che resta dei Floyd, come tutti sanno Roger Waters lasciò la ditta trent’anni fa, all’indomani di The Final Cut) per rimettere le mani su quelle registrazioni e completarle per pubblicare il loro disco definitivo. Alle sessions del 1993/94 (dove era dunque presente ancora Wright), sono state aggiunte nuove parti strumentali e, in una sola canzone, anche parti cantate: il risultato, The Endless River, mette fine alla storia dei Pink Floyd con una serie di brani riusciti, nel puro spirito del gruppo, ed anche con un filo di malinconia. Pare infatti che non ci siano dubbi sul fatto che questo sarà l’ultimo progetto della band: Gilmour (che ha già un disco solista pronto per il 2015) è stato categorico, compreso il fatto che non ci saranno esibizioni dal vivo, mentre Mason dal canto suo ha lasciato una porta aperta…

(NDM: è di questi giorni la notizia che Carlo Conti ha invitato i Floyd ad esibirsi come ospiti al prossimo Festival di Sanremo. Chissà se i nostri sapranno resistere al fascino del Carlone nazionale: io spero che non vadano, dato che verrebbero pagati con soldi pubblici, e credo che il loro cachet sia superiore a quello di Gigi D’Alessio.

Mentre le vecchie sessions erano prodotte da Gilmour e Bob Ezrin, le parti aggiunte vedono in consolle anche Andy Jackson, Youth e l’ex Roxy Music Phil Manzanera, che appare anche come musicista insieme ai soliti noti (Guy Pratt, Jon Carin, Anthony Moore e Durga McBroom ai vocalizzi in un paio di pezzi). Quello che si nota al primo ascolto è che qui, più che nei due episodi precedenti che sembravano quasi album solisti di Gilmour (A Momentary Lapse Of Reason più di The Division Bell), il trio suona come una vera band, compatta ed ispirata e, paradossalmente, c’è molto più Wright ora che non è più tra noi che prima quando era ancora parte attiva del gruppo. Il disco, pur essendo strumentale al 98% (ma non lo definirei ambient come ha scritto qualcuno), non annoia assolutamente, anzi, se ascoltiamo ad occhi chiusi (se non vi addormentate è il modo migliore per ascoltare i Floyd), troviamo più di un rimando ai lavori classici della storica band: qualcuno parlerà di autocitazione, ma se comprate un disco dei Pink Floyd credo che vogliate ascoltare il loro classico suono, e non divagazioni di sorta.

Il CD è diviso in quattro mini-suites, come se fossero lati di un vecchio doppio LP, mentre sia nel DVD che nel BluRay troviamo tre tracce audio in più (TBS9, TBS14, Nervana

The Endless River si apre con Things Left Unsaid (titolo emblematico), inizio tipico con suoni d’atmosfera, rumori di sottofondo, voci che parlano e rimandi neanche troppo velati all’incipit di Shine On You Crazy Diamond; il pezzo confluisce in It’s What We Do, che in realtà è il prosieguo del brano precedente con più chitarre e l’aggiunta di Mason, e si chiude con Ebb And Flow, solo Gilmour più Wright al piano elettrico. Puro vintage Floyd, molto gradevole: la sensazione è quella di rivedere un vecchio amico che non sentivamo da tempo. Il secondo “lato” si apre con le sonorità spaziali di Sum, interrotte dalla chitarra distorta di David: echi sia da The Wall che da One Of These Days; in Skins c’è molto Mason (che infatti figura tra gli autori), la cupa Unsung è un breve intermezzo che porta alla bella Anisina, dalla melodia più aperta e quasi solare, con Gilmour spettacolare alla slide.

Dei sette pezzi che compongono la terza parte segnalerei senz’altro l’affascinante The Lost Art Of Conversation, scritta e dominata da Wright, la mossa e chitarristica Allons-Y (e qui siamo dalle parti di Run Like Hell), Autumn ’68, quasi ecclesiastica grazie all’uso del pipe organ, la fluida Talkin’ Hawkin’, ancora con Gilmour a farla da padrone. Qualcuno ha paragonato questo disco ad Ummagumma (la parte in studio), ma mentre là le parti soliste erano decisamente complesse e talvolta difficilmente digeribili, qui siamo di fronte a sonorità molto più eteree, leggere, gradevoli. La quarta ed ultima parte si contraddistingue per il brano finale, Louder Than Words, unico cantato del disco, una canzone discreta ed abbastanza scorrevole, ma direi nella media (e d’altronde quello bravo con le parole era Waters).

The Endless River non sarà il capolavoro di una carriera, ma se davvero sarà il passo di addio dei Pink Floyd, lo ricorderemo come un commiato fatto con classe e buon gusto.

Marco Verdi

P.S: Roger Waters ha tenuto a far sapere con un comunicato che lui non era in nessun modo coinvolto in questo progetto. Secondo me, proprio perché è una sorta di omaggio a Wright (e con le vecchie divergenze paiono ormai appianate), si doveva fare di più per coinvolgerlo almeno in un brano. Ma poi forse è vero che alla fine non si sarebbe parlato d’altro

L’Ultimo Atto Ufficiale? A Novembre Pink Floyd – The Endless River

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pink floyd the endless river cd+blu-ray

Pink Floyd – The Endless River – Parlophone/Warner Uk – Columbia/Sony USA – CD – Deluxe CD+DVD – Deluxe CD+Blu-Ray – 2 LP

Siamo forse all’epilogo definitivo della carriera ufficiale dei Pink Floyd? Qui e nel titolo del post di punti di domanda ne andrebbe tutta una serie, ma probabilmente, salvo futuri ripensamenti di Roger Waters, o anche degli altri, questa dovrebbe essere l’ultima pubblicazione ufficiale di materiale “nuovo” ed inedito del leggendario gruppo di Londra. L’annuncio a sorpresa di questa nuova uscita era arrivato con un tweet di Polly Sampson datato 5 luglio che annunciava per ottobre l’uscita di un nuovo album del gruppo con il titolo The Endless River, ricordando anche che sarebbe stato il canto del cigno di Rick Wright. Nel frattempo l’uscita ufficiale si è spostata al 10 novembre nell’ancora Regno Unito, all’11 negli Stati Uniti e Italia, e in date limitrofe in altri paesi del mondo.

pink floyd the endless river vinile

Mancava il doppio vinile nella serie delle immagini.

Tracklist
Side 1
Things Left Unsaid
It’s What We Do
Ebb And Flow

Side 2
Sum
Skins
Unsung
Anisina

Side 3
The Lost Art Of Conversation
On Noodle Street
Night Light
Allons-y (1)
Autumn’68
Allons-y (2)
Talkin’ Hawkin’

Side 4
Calling
Eyes To Pearls
Surfacing
Louder Than Words

Si tratta di un disco quasi completamente strumentale, tratto dalle stesse sessions del 1993 di The Division Bell, ed sarebbe potuto uscire anche all’epoca con il titolo The Big Spliff, ma era stato “congelato” e ora vede la luce con nuove registrazioni aggiunte effettuate da David Gilmour e Nick Mason nel corso del 2013, oltre all’aggiunta di alcune parti vocali di Durga McBroom Hudson, vecchia collaboratrice storica della band e di Gilmour.

david gilmour durga mcbroom

In particolare in un brano chiamato Louder Than Words, a cui la Sampson ha aggiunto un nuovo testo, il tutto prodotto da David Gilmour, Phil Manazanera, Youth e Andy Jackson. Comunque questa è la lista dei brani definitiva, ovviamente delle versioni Deluxe, che avranno 39 minuti di materiale extra, audio e video (riprese delle sessions ai Britannia Row e Astoria Studios, oltre a materiale fotografico inserito nel DVD), tre tracce musicali e sei video…

1. Things Left Unsaid
2. It’s What We Do
3. Ebb and Flow
4. Sum
5. Skins
6. Unsung
7. Anisina
8. The Lost Art of Conversation
9. On Noodle Street
10. Night Light
11. Allons-y (1)
12. Autumn ’68
13. Allons-y (2)
14. Talkin’ Hawkin’
15. Calling
16. Eyes to Pearls
17. Surfacing
18. Louder Than Words

Deluxe Edition bonus tracks:
TBS9
TBS14
Nervana
Anisina
Untitled
Evrika (a)
Nervana
Allons-y
Evrika (b)

Devo dire che all’inizio ero abbastanza scettico sul risultato finale, pensando a qualcosa di “raccogliticcio”, ma leggendo le varie notizie che sono apparse poco alla volta in rete (per esempio la presenza di un assolo dell’organo della Royal Albert Hall, registrato nel 1969, l’utilizzo di David Crosby e Graham Nash in un altro brano, firmato da Gilmour e quel poco che si sente nel trailer) potrebbe anche essere un disco interessante. Qualche perplessità ha suscitato il ruolo di Polly Sampson, Mrs. Gilmour, che nei fans più sfegatati ha rievocato una sorta di effetto Yoko Ono, per la scritta “Pink Floyd feat. Rick Wright & Polly Sampson”, ma non credo sarà così, per l’ultima volta in studio insieme di David Gilmour, Nick Mason Richard Wright. Vedremo, ma soprattutto sentiremo.

Primo, brevissimo, assaggio sopra e qui qualche pirla che si è divertito https://www.youtube.com/watch?v=yvEzQn9izD4 e https://www.youtube.com/watch?v=3KmHbYDfRAk

Bruno Conti

Che Delusione! Parziale E Futura, Ma Pur Sempre Delusione. Roxy Music – The Complete Studio Recordings 1972-1982

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Roxy Music – The Complete Studio Recordings 1972-1982 – Virgin/EG Records – 02-04-2012

In questo 2012 si festeggiano anche i 40 anni di carriera discografica dei Roxy Music e quindi quale migliore occasione per pubblicare un bel Box retrospettivo sulla carriera di Bryan Ferry, Brian Eno (solo nei primi due album), Andy Mackay, Phil Manzanera, Paul Thompson e Graham Simpson (nella foto e nella prima formazione); poi sarebbero transitati vari altri membri nella formazione, tra cui i più importanti sono stati Eddie Jobson e John Gustafson.

Questo cofanetto: 8 CD + 4 DVD esce a quasi 17 anni dal precedente Thrill Of It All pubblicato a fine 1995. Chissà quanti tesori inesplorati avranno trovato nei loro archivi? Niente! Praticamente ci sono gli otto album di studio e alla fine di ciascuno sono stati inseriti i brani che all’epoca era usciti come 45 giri, lati A e B e qualche remix. Le stesse cose all’incirca che apparivano nel quarto dischetto del cofanetto appena citato. Se poi consideriamo che i quattro DVD sono audio e quindi contengono solo gli album in versione per audiofili capite perché parlo di delusione. Senza dimenticare che erano uscite anche delle belle versioni degli album in mini-CD Vinyl Replicas. Se non uscisse il 2 aprile avrei pensato ad uno scherzo. Il tutto naturalmente, visti i contenuti, immagino costerà una cifra. E per aggiungere probabile “danno alla beffa” sono previste altre pubblicazioni nel corso dell’anno per festeggiare l’evento (saranno lì gli inediti). Per il momento questa è la lista completa:

TRACKLISTING

CD1: Roxy Music

1. Re-make/Re-model

2. Ladytron

3. If There Is Something

4. 2HB

5. The Bob (Medley)

6. Chance Meeting

7. Would You Believe?

8. Sea Breezes

9. Bitters End

Bonus Tracks:

10. Virginia Plain

11. The Numberer

CD2: For Your Pleasure

1. Do The Strand

2. Beauty Queen

3. Strictly Confidential

4. Editions Of You

5. In Every Dream Home A Heartache

6. The Bogus Man

7. Grey Lagoons

8. For Your Pleasure

Bonus Tracks:

9. Pyjamarama (Island Mix)

10. Pyjamarama (Polydor Mix)

11. The Pride And The Pain

12. Do The Strand (USA 7” Mix 3:19) **never been available on CD before**

CD3: Stranded

1. Street Life

2. Just Like You

3. Amazona

4. Psalm

5. Serenade

6. A Song For Europe

7. Mother Of Pearl

8. Sunset

Bonus Track:

9. Hula Kula

 

CD4: Country Life

1. The Thrill Of It All

2. Three And Nine

3. All I Want Is You

4. Out Of The Blue

5. If It Takes All Night

6. Bitter Sweet

7. Triptych

8. Casanova

9. A Really Good Time

10. Prairie Rose

Bonus Tracks:

11. The Thrill Of It All – 1977 Greatest Hits Edit (4’20) ) **never been available on CD before**

12. Your Application’s Failed

13. The Thrill Of It All (USA 7” Mix 3:20) **never been available on CD before**

CD5: Siren

1. Love Is The Drug

2. End Of The Line

3. Sentimental Fool

4. Whirlwind

5. She Sells

6. Could It Happen To Me?

7. Both Ends Burning

8. Nightingale

9. Just Another High

Bonus Tracks:

10. Love Is The Drug (USA 7” Mix 3:00) **never been available on CD before**

11. Sultanesque

12. Both Ends Burning (7” Mix 3:58) **never been available on CD before**

13. For Your Pleasure – Live **never been available on CD before**

CD6: Manifesto

1. Manifesto

2. Trash

3. Angel Eyes (***rock version***)

4. Still Falls The Rain

5. Stronger Through The Years

6. Ain’t That So

7. My Little Girl

8. Dance Away (***ballad Version***)

9. Cry, Cry, Cry

10. Spin Me Round

Bonus Tracks:

11. Trash 2

12. Dance Away (Single Version)

13. Dance Away (Canadian Extended 12” Mix)

14. Angel Eyes (Single Version)

15. Angel Eyes (12” Single Version)

CD7: Flesh And Blood

1. The Midnight Hour

2. Oh Yeah

3. Same Old Scene

4. Flesh And Blood

5. My Only Love

6. Over You

7. Eight Miles High

8. Rain Rain Rain

9. No Strange Delight

10. Running Wild

Bonus Tracks:

11. Oh Yeah (7” Version) **never been available on CD before**

12. Manifesto (Remake)

13. South Downs

14. Lover

15. Jealous Guy

16. To Turn On You (1981 B-Side Version) **never been available on CD before**

CD8: Avalon

1. More Than This

2. The Space Between

3. Avalon

4. India

5. While My Heart Is Still Beating

6. The Main Thing

7. Take A Chance With Me

8. To Turn You On

9. True To Life

10. Tara

Bonus Tracks:

11. Avalon (7” Single Version) **never been available on CD before**

12. Always Unknowing

13. Take A Chance With Me (7” Single Version) **never been available on CD before**

14. Take A Chance With Me (USA 7” Mix) **never been available on CD before**

15. The Main Thing (12” Single Version)

16. The Main Thing – Remix **never been available on CD before**

DVD 1: Roxy Music / For Your Pleasure

DVD 2: Stranded / Country Life

DVD 3: Siren / Manifesto

DVD 4: Flesh + Blood / Avalon

E questi erano gli inediti nel 4° disco di Thrill Of It All:

Disc 4 (singles, rare and unissued material)
1.The Virginia Plan (single)
2.The Numberer (unreleased song)
3.Pyjamarama (single)
4.The Pride And Pain (unreleased song)
5.Manifesto (New Version)
6.Hula Kula (unreleased song)
7.Trash 2 (unreleased song)
8.Your Application’s Failed (unreleased song)
9.Lover (rare song from Miami Vice soundtrack)
10.Sultanesque (unreleased song)
11.Dance Away (extended version)
12.South Downs (unreleased song)
13.Angel Eyes (extended version)
14.Always Unknowing (unreleased song, though avalible as a bonus song in some new Avalon editions.
15.The Main Thing (extended remix)
16.India (B-side to More Than This Single)
17.Jealous Guy (single)

Per questa volta rinuncio, grazie!

Bruno Conti

P.s Naturalmente mancano tutti gli album dal vivo e i DVD Video!