Il “Solito” Pop Da Camera Ma In Gustosa Versione Riveduta E Corretta! Tindersticks – Across Six Leap Years

tindersticks across six leap years

Tindersticks – Across Six Leap Years – City Slang 2013

Ad appena un anno e mezzo da The Something Rain (recensito puntualmente su queste pagine da chi scrive  http://discoclub.myblog.it/2012/03/30/una-pioggia-di-note-tindersticks-the-something-rain/), i Tindersticks,  per celebrare il ventesimo (più uno) anniversario di carriera, tornano in sala d’incisione, nel leggendario Studio 2 di Abbey Road, (proprio quello dei Beatles!) per registrare una sorta di “greatest songs” anomalo, nuove versioni di brani, però rari e tratti in gran parte dai loro album di minor successo, delle cui versioni i componenti della band non erano particolarmente soddisfatti http://www.youtube.com/watch?v=YdXRc9syInQ

I dieci frammenti che riprendono vita in queste nuove versioni partono con la ballata d’apertura Friday Night, estratta dal primo album solista del leader Stuart A. Staples (Lucky Dog Recordings (05) rifatta in una specie di rumba rallentata, mentre nella seguente Marseilles Sunshine sono gli archi a condurre le danze, passando poi nella malinconica She’s Gone , a un valzer dove duettano chitarra e pianoforte. E ancora, una Dying Slowly (siamo dalle parti del grande Cohen), contenuta in Can Our Love (01) album colpevolmente passato quasi inosservato. Gli archi si ripresentano (con più ritmo) in If You’re Looking For A Way Out (tratta da Simple Pleasure (99), e, sembra quasi incredibile, una batteria sincopata accompagna Say Goodbye To The City  http://www.youtube.com/watch?v=hnQ4mMYF02g, per arrivare a due ballate-manifesto del gruppo, Sleepy Song  http://www.youtube.com/watch?v=K7WQwHqU-9w e A Night In, pescate entrambe dal bellissimo secondo album omonimo Tindersticks (95 e) cantate con tono quasi dimesso dalla bellissima voce baritonale di Staples. Il cerchio si chiude con una visionaria I Know That Loving e con un brano uscito in un singolo in edizione limitata del 2008, What Are You Fighting For?, immeritatamente lasciato fuori dai dischi ufficiali (sarebbe stato perfetto in The Hungry Saw dello stesso anno.

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Across Six Leap Years, è una panoramica eccellente per un gruppo che sviluppa un “pop da camera”, come di consueto, di un livello musicale elevatissimo (anche se la ricetta, lo ammetto, è sempre la stessa), in cui Staples e i suoi compagni d’avventura fanno di questo auto-tributo il punto di ripartenza per dare un altro degno successore al citato The Something Rain. Disco per completisti (ma anche per i fans più affezionati), da ascoltare a notte fonda (magari in dolce compagnia), con un buon bicchiere in mano, lasciandosi trasportare da una musica tra le più fascinose in circolazione, perfetta per queste fredde serate invernali.

Tino Montanari