Chi Cerca Trova, Un Altro Nome Da Tenere D’Occhio! Rick Holmstrom – Cruel Sunrise

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Rick Holmstrom – Cruel Sunrise – M.C. Records

Rick Holmstrom è da cinque anni il chitarrista della band di Mavis Staples, che è poi la sua: Jeff Turmes, l’ex marito di Janiva Magness, al basso, slide e sax, e Stephen Hodges, alla batteria. Con quest’ultimo e con quel pazzoide di John “Juke” Logan aveva registrato nel 2010 un selvaggio disco dal titolo di Twist-O-Lettz di cui vi ho parlato da queste pagine, bellissimo ma unico nel suo stile ( blues-boogie-and-roll-rick-holmstrom-john-juke-logan-stephen.html). Cruel Sunrise è il seguito dell’album del 2007, Late At Night, ma tiene conto degli sviluppi ultimi della carriera di Holmstrom, con la presenza della Staples che canta, manco a dirlo, divinamente, in un paio di brani. Proprio Mavis gli ha fatto il complimento più bello che si può fare ad un musicista che ruota in quell’ambito, che è Blues, ma non solo, dicendo che Rick gli ricorda moltissimo il suo babbo, il grande Pop Staples. E quindi in questo lavoro troviamo un po’ di tutto, rock delle radici, swamp, soul, gospel, canzoni e molto altro, il tutto nobilitato dal tocco leggiadro della chitarra del leader, che ha un timbro e una varietà sonora tra le più valide nel panorama attuale. Quindi tutto perfetto e disco straordinario? Quasi. Perché il difetto, come ho detto altre volte, risiede nella voce di Holmstrom, che è uno strumento adeguato, in alcuni brani molto efficace, in altri abbastanza anonima e lima leggermente la qualità del prodotto finale, che è, in ogni caso, tutt’altro che disprezzabile.

Il disco si apre con una notevole Need To Dream, un brano rock che si colloca a metà strada tra gli Smithereens e Dave Alvin quando lascia viaggiare la sua chitarra, roots-rock di buona fattura e con la voce di Holmstrom, in questo caso, ricca di grinta, gli arrangiamenti e il lavoro della ritmica sono pressoché perfetti. Cruel Sunrise è una sorta di blues “anomalo”, con un ritmo ondeggiante e la solista che cesella note pungenti e vibranti, con il sax di Turmes che ne sottolinea il lavoro, veramente un grande chitarrista, non di quelli “esagerati” ma con una tecnica sopraffina e soprattutto un “tono” fantastico. Owe You Everything è una sorta di swamp blues minaccioso alla Susie Q, percorso dalla voce unica di Mavis Staples che con il passare degli anni non accenna a perdere un briciolo della sua magia, come hanno dimostrato gli ultimi album, di cui questo brano è una sorta di estensione, stessi musicisti, stessa cantante, stesso autore, Rick Holmstrom, che firma anche tutti i brani dell’album, oltre a rilasciare un assolo “cattivo”, incitato dai “come on Rick” di Mavis. You Drive ‘em Crazy è una bella ballata, quasi Stonesiana nel suo incedere, peccato che lui non sia Jagger. It’s Time I Lose è uno di quei bluesacci ribaldi, intrisi di rock, ma penalizzato dal cantato, anche se la parte strumentale è trascinante. Blues che si fa ancora più accentuato in Creepin’ In ma la parte cantata non mi intrippa. A testimoniare la varietà dei temi musicali I’ll Hold You Close è una canzone dalle atmosfere malinconiche con il sax di Turmes che fa capolino di tanto in tanto nelle pieghe del brano, mentre la chitarra di Holmstrom assume timbri lancinanti, quasi alla Neil Young, breve ma intensa.

Lord Please è l’altro brano affidato alla voce di Mavis Staples, che però non si sente moltissimo, canta più che altro all’unisono con Rick, mentre la canzone è prevalentemente strumentale con dei brevi intermezzi vocali e il risultato è notevole. Anche Break It Down è la conferma dell’attuale vena compositiva di Rick Holmstron, che dice di avere scritto molto in questo periodo, per “riposare” dal suo lavoro di padre di due bambine piccole e sfogare la sua ispirazione. I’m Not Afraid di nuovo ricade in quel cantato, a Milano si dice loffio, ma se guardate sul vocabolario trovate la definizione del termine, anche la buona parte strumentale questa volta non salva il tutto. A differenza di By My Side, cantata con più convinzione e con una bella costruzione melodica, come la possiamo definire? Una bella canzone potrebbe andare? Luellie è uno strumentale quasi sperimentale, dove i tre strumentisti possono dare libero sfogo alle loro notevoli capacità tecniche: apre un assolo di sax di Turmes, con la batteria di Hodges in libertà, poi entra la chitarra di Holmstrom, dalle tonalità quasi sognanti, che sviluppa un bellissimo assolo in crescendo. Non c’entra un tubo con il resto del disco ma ha un suo fascino, come tutto il CD!

Bruno Conti

P.s. Esiste anche una versione Deluxe dell’album, con un secondo CD con 12 cover strumentali di classici del soul, del blues e del rock.

Viaggio Nelle Radici Della Musica. The Mystix – Mighty Tone

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The Mystix – Mighty Tone – Mystix Eyes Records 2012

Non sempre è facile accostarsi ai nomi minori, la tentazione ed il desiderio insieme è quello di voler scoprire a tutti i costi nuovi artisti, e sottoporli al pubblico degli appassionati per farne oggetto di “culto”, oltretutto la difficile reperibilità degli autori di volta in volta scoperti, aumenta la curiosità ed il gioco di complicità che ne scaturisce. Fatta dunque questa onesta precisazione, vi consiglio l’ascolto di tali The Mystix, attempati veterani della scena blues-rock di Boston,un “supergruppo” di  vecchi marpioni che hanno stile, classe, senso del ritmo e tecnica sopraffina, dovuta ad una lunga gavetta come sessionmen di lungo corso per tanti grossi calibri della scena cittadina e non solo.

Acclamati dal New England come miglior Band di  Boston, debuttano con Satisfy You (2006), e il loro secondo lavoro Blue Morning (2008) è un disco caldo, avvolgente, di grandissimo mestiere, con due cover di valore, I’m a Love You un blues di Jimmy Reed e una sorprendente Rattled dei mai dimenticati Traveling Wilburys, trasformata in un pregevole country-rock. Con Down To The Shore (2009), fanno un ulteriore salto di qualità con una dose massiccia di Chicago Blues, e una forte tradizione sudista. Compongono questa formazione di “turnisti”, Jo Lily ex frontman dei Duke and the Drivers, Bobby Keyes bravissimo chitarrista per Mary J.Blige e Jerry Lee Lewis, Marty Richards batterista con J.Geils Band, Gary Burton e Duke Robilard, il tastierista Tom West che accompagna Susan Tedeschi e Peter Wolf e Marty Ballou bassista con Edgar Winter e John Hammond, più altri musicisti dell’area Bostoniana.

Il risultato di Mighty Tone è tutto da sentire, canzoni senza fronzoli, partendo dall’iniziale Blues #4 pescata dal repertorio di Jimmie Rodgers tra gli inventori del country e dello yodel (infatti il brano in origine si chiamava Blue Yodel #4), eseguita con la voce al catrame di Jo Lily, e proseguendo con lo swamp-rock di Wish I Had Answered (firmata da Pop Staples). Mighty Love e Mean Woman Blues sono due torridi brani blues con armonica d’ordinanza. Il brano che dà il titolo alla raccolta Mighty Tone è uno spensierato honky-tonky, mentre il tradizionale Wave My Hand  è un blues da suonare in un locale di New Orleans, come la seguente Jelly Roll, dixie fino al midollo. Bobby Keyes è un chitarrista dal tocco brillantissimo, e lo dimostra ampiamente in Keep On Walkin’, mentre Just To Be With You è una ballata blues che sarebbe piaciuta al compianto Willy Deville. Non poteva mancare un tocco di Messico con I Believe I’ll Run On, mentre Time Brings About A Change è un boogie raffinato che avrebbe fatto la sua bella figura in Modern Times di Dylan (pur con tutti i distinguo e senza scandalizzarvi troppo). Chiude il disco un altro brano tradizionale Too Close, un “bluesaccio”  solo chitarra, armonica e la voce migliore che potessero desiderare di avere i Mystix.

E’ un peccato che questo gruppo di “malviventi” di talento non abbiano il riconoscimento dovuto, anche se è questo il sottile ed egoistico desiderio degli appassionati, ma poco male, Mighty Tone è un disco di blues bianco e non solo, di puro godimento, i compagni ideali per il vostro sabato sera, poi se decidessero di fare un salto dalle nostre parti (in un certo locale di Pavia), sarei ben contento di dividere con loro un buon Jack Daniel’s.

Tino Montanari