L’Ultimo Dei Vecchi Country Rockers? Greg Harris – Long Lonesome Feelin

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Greg Harris – Long Lonesome Feelin – MRM Records/Appaloosa/IRD

Dopo qualche anno di silenzio ritorna in campo il songwriter di San Diego Greg Harris che, come chitarrista e cantante, ha militato per periodi brevi e alterni (tra il ’79-’81 e ’86-’97) nella mitica formazione californiana dei Flying Burrito Brothers, contribuendo, con il proprio talento di polistrumentista e la propria voce, a dare una marcia in più alla storica band ormai orfana di quasi tutti i componenti originali.

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L’esordio da solista del “nostro” arriva con Acoustic (79), uno splendido album dal suono bluegrass, con una strepitosa versione di Norvegian Wood dei Beatles da lasciare senza parole, https://www.youtube.com/watch?v=HVBSalieaRU  bissato dal successivo Electric (82) https://www.youtube.com/watch?v=mIgSj2Pb4yk&list=PL_M4oF2DOqUYlqbJ4zJivrg5DkPH0a8mz  , Acoustic II (90) https://www.youtube.com/watch?v=OIhjgLxHrE8 , Things Change (96) un’ottima (ri)produzione del primo country-rock americano, con ospiti importanti come Garth Hudson della Band, Al Perkins, e la presenza di due cover di spessore, Blue Eyes di Gram Parsons, e My Back Pages di Bob Dylan ( che fu anche un vecchio hit dei Byrds di Roger McGuinn), e infine il successivo Electro-Acoustics (97), a parte l’esordio tutti distribuiti dalla benemerita Appaloosa Records, una etichetta che per merito del compianto Franco Ratti, non aveva mai smesso di credere nel suo talento. Dopo moltissimi anni di silenzio, la voce e la musica di Harris tornano con un disco autoprodotto, The Record (08), un ottimo album di country-rock elettrico e acustico allo stesso tempo, che merita di essere ascoltato e possibilmente recuperato, cosa che avviene parzialmente nell’ultimo CD, all’interno del quale vengono inseriti alcuni brani di quel disco, diversamente destinato all’oblio (il resto viene dal successivo The Last Of The Great Old Country Rockers, uscito addirittura solo per il download nel 2012).

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Questo nuovo lavoro Long Lonesome Feelin prodotto dal suo vecchio “pard” David Vaught, vede Greg accompagnato dal figlio Jesse Jay Harris (componente del gruppo Rancho Deluxe) alla chitarra, dal batterista Don Heffington in un brano e dal tastierista Skip Edwards, anche alla steel, oltre allo stesso Vaught, per una manciata di nuove composizioni di ottima qualità, recuperando, come già detto e vista la difficile reperibilità, cinque brani dal precedente lavoro in studio: Long Lonesome Feelin, Wills Point, Dales Tune, Long Road To Nowhere e Mexico.

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Il brano d’apertura Long Lonesome Feelin è una bella “road-song” con ripetuti soli di chitarra elettrica, seguita dal country lento di The Last Of The Great Old Country Rockers con il banjo a dettare il ritmo, il delicato “western-swing” di Wills Point, mentre The Guilded Palace Of Sin ( dedicata al primo grande album dei Flying Burrito Brothers di Chris Hillman e Gram Parsons, che però si chiamava The Gilded Palce Of Sin: domanda delle cento pistole, forse un refuso, visto che su The Record il titolo era giusto?) è una solare ballata west-coast dal profumo di frontiera, che ricorda quei tempi andati, per poi tornare al classico honky-tonky di Where’s Your Cowboy Hat e la cover acustica di un brano di Michael Smotherman Can You Fool. Si riparte con il “lungo viaggio dei ricordi” con una splendida ballata dall’influenza ispanica come Brother Lee Love, ben ritmata nell’arrangiamento e arricchita dal suono del banjo, un intermezzo strumentale con Dales Tune, un veloce bluegrass con chitarra, mandolino e banjo che a turno sostengono il ritmo, un’altra ballatona da cantare sotto le stelle come I Couldn’t Stand The Heartache, una intrigante Long Road To Nowhere, dall’andatura sostenuta e guidata da una bella slide guitar suonata dal figlio Jesse Jay, mentre Do Right Woman è una sofferta cover di un celebre brano di Dan Penn, andando a chiudere con il country gioioso di una divertente My Record On The Pig, e un dolce e romantico brano scritto con il grande Rick Danko della Band, Mexico, che scorre soave e lento, con un bel ritornello e invitanti note di mandolino.

Long Lonesome Feeling è una raccolta di ottime canzoni che confermano, se ne fosse bisogno, il talento di Greg Harris (non solo in qualità di strumentista), con un sound che alterna chitarre elettriche e acustiche, banjo e mandolino, e si inserisce a metà strada tra il country-rock dei tempi d’oro e quello che qualcuno definisce oggi “americana”, per un disco rassicurante, da ascoltare in momenti di relax. Bentornato!

Tino Montanari