Scott Ramminger – Advice From A Father To A Son – Arbor Lane Music
Ragazzi che bel dischetto! Ma dove lo avevano nascosto per tutti questi anni il nostro amico Scott Ramminger? Sì, assolutamente, è già un amico: uno che fa un disco come questo Advice (per brevità) si merita comunque amicizia e rispetto da chi apprezza la buona musica. E ne aveva già fatto un altro un paio di anni fa, Crawstickers, dal nome del suo gruppo, dell’area di Washington, DC, che lo accompagna abitualmente http://www.youtube.com/watch?v=nEi3ZNm1PQw .
Questa volta ha fatto le cose in grande (ma non del tutto), si è preso il suo sax, che è lo strumento che utilizza abitualmente ed è partito per una trasferta in quel di New Orleans, dove lo aspettavano quattro musicisti straordinari: George Porter Jr., uno dei più grandi bassisti della storia della Crescent City (forse il più grande in assoluto), bastano i nomi dei Meters e dei Neville Brothers? Shane Theriot alla chitarra, negli ultimi anni ha suonato con Zachary Richard, Maria Muldaur e Jo-El Sonnier, ma in passato è stato con Aaron Neville e una miriade di altri. David Torkanowsky, se non sono disponibili Dr. John e Allen Toussaint (e Fats Domino e Professor Longhair per ovvi motivi), con piano e tastiere è il migliore su piazza ed è in grado di fare meraviglie e Johnny Vidacovich alla batteria, è un maestro dei ritmi (con DeVille e Johnny Adams). Aggiungete che Ramminger ha scritto alcune bellissime canzoni che sembrano delle outtakes dell’opera di Randy Newman, e canta anche con quello stile tra il laconico e il sardonico tipico del grande Randy. Non basta?
In alcuni brani il “nostro” Scott si circonda di alcune voci femminili da sballo, le McCrary Sisters, reginette del gospel e del soul, ma che due o tre cose sul funky forse le conoscono, sentitevi Funkier Than Him, un brano dove titillano ed aizzano di gusto il buon Ramminger, mentre i quattro di New Orleans, trovato un groove micidiale, provvedono a far venire giù le pareti di casa, con chitarra, sax e tastiere che decorano il tutto. Ma ci sono anche canzoni dove la melodia è di casa, per esempio la bellissima I Really Love Your Smile, Randy Newman meets Dr.John, con il pianino di Torkanowsky che va come un cippa lippa e il sax che ricama, mentre anche Theriot ci mette del suo.
Ma se serve del rock la premiata ditta chiama Etta Britt, anche da lei da Nashville come le McCrary Sisters, una abituata a duettare con Delbert McClinton, e sotto l’impulso della batteria in overdrive di Vidacovich ti confezionano una This Town’s Seen The Last Of Me, che di casa sta in mezzo tra gli Stones di Sticky Fingers e i Little Feat arrapati, giuro sul manuale delle giovani Marmotte! The Other’s Man’s Shoes è una ballata mid-tempo vellutata con la voce di Regina McCrary a duettare deliziosamente con Scott mentre Torkanowksy accarezza organo e piano con amore e Theriot con la sua chitarra tira la volata per l’assolo di sax del leader, che classe!
E anche la title-track, con tromba e trombone aggiunti, ci trasporta in qualche tipico locale di New Orleans, magari il Tipitina, a tempo di gumbo music http://www.youtube.com/watch?v=88GiyJGbBtg , la Britt è nuovamente la voce si supporto e il buon Ramminger sembra il fratello di Randy Newman (o di Hugh Laurie) in trasferta sulla foce del Mississippi. Se volete ancora un giro di danze, stretti stretti, al night di questi strepitosi musicisti, I’ve Got A Funny Feeling, è una ballatona di quelle che non si scrivono quasi più (quasi!), quando nel finale Theriot ti estrae dal cilindro un assolo di quelli magici, ti scappa l’applauso.
Magic In the music con le McCrary di nuovo in azione, di supporto, e l’inesorabile basso di George Porter Jr. che macina ritmi (come in tutto il resto dei brani, peraltro) è un’altra traccia di ottimo funky-rock, Theriot sfodera anche il suo wah-wah per l’occasione.
Ma i Crawstickers in quel di Washington, DC che fanno http://www.youtube.com/watch?v=UbUE7JRd53U ? Aspettano il boss che, probabilmente finito il budget, torna a casa per registrare le ultime tre canzoni. I musicisti sono bravi, le tre sorelle non mollano l’osso, ma More Than One Flavor non ha lo stesso “gusto” degli altri brani, altra classe e grinta, qui siamo più nella normalità http://www.youtube.com/watch?v=tNtKu6r7ysw . Formazione ristretta per una Must Be True swingata, con organo e chitarra che guidano le danze, ma quel quid inesplicabile (o forse sì, saranno mica più bravi gli altri, ho questo vago sospetto?) delle sette tracce iniziali sembra sparito, anche se nella conclusiva Sometimes You Race The Devil ci si lancia pure nel reggae i vertici iniziali non si raggiungono più. Peccato, quello che poteva essere un piccolo capolavoro ritorna a più miti propositi, ma per l’eptalogia della prima parte (spesso ci sono dischi che di brani buoni faticano a metterne insieme due o tre) non posso fare a meno di consigliarlo agli amanti del New Orleans Sound e della buona musica in generale. Il disco è uscito già da parecchi mesi e si fatica a trovarlo ma vale la pena di cercarlo!
Ora, a “soli” tre anni e mezzo (il resto mancia) esce (il 24 settembre p.v.) la seconda parte del progetto di Peter Gabriel, che prevedeva un disco di “risposte” degli artisti che erano stati omaggiati e “grattati” nel disco originale, ovvero questo:
Tracklist:
1. Heroes (David Bowie) 2. The Boy in the Bubble (Paul Simon) 3. Mirrorball (Elbow) 4. Flume (Bon Iver) 5. Listening Wind (Talking Heads) 6. The Power of the Heart (Lou Reed) 7. My Body Is a Cage (Arcade Fire) 8. The Book of Love (The Magnetic Fields) 9. I Think it’s Going to Rain Today (Randy Newman) 10. Apres Moi (Regina Spektor) 11. Philadelphia (Neil Young) 12. Street Spirit (Fade Out) (Radiohead)
Pensa che ti ripensa, rimugina, mumble, mumble e finalmente escono i brani di Gabriel rivisitati dagli artisti del primo disco, meno tre che sono stati sostituiti:
1. “I Don’t Remember” – David Byrne 2. “Come Talk To Me” – Bon Iver 3. “Blood Of Eden” – Regina Spektor 4. “Not One Of Us” – Stephin Merritt 5. “Shock The Monkey” – Joseph Arthur 6. “Big Time” – Randy Newman 7. “Games Without Frontiers” – Arcade Fire 8. “Mercy Street” – Elbow 9. “Mother Of Violence” – Brian Eno 10. “Don’t Give Up” – Feist feat. Timber Timbre 11. “Solsbury Hill” – Lou Reed 12. “Biko” – Paul Simon
Vi pareva che Neil Young, i Radiohead e David Bowie si potessero degnare di trovare il tempo (in più di 45 mesi) per incidere un brano di Peter Gabriel? Evidentemente no, perché sono stati “sostituiti” da Joseph Arthur, Brian Eno (al posto di Bowie, direi) e Feist.
Se ai tempi non avevate comprato il primo disco, al prezzo di poco più di un CD, uscirà anche una versione doppia che li raccoglierà entrambi (è la terza copertina, quella con, non saprei come definirle, delle palline?). Una volta tanto, una bella idea, e non costosa! Il tutto naturalmente su etichetta Real World.
Bruno Conti
P.s Non essendoci video nuovi ho messo quello di My Body Is A Cage, la cover del brano degli Arcade Fire, uno dei più intriganti di Scratch My back.
Harry Nillsson – The RCA Album Collection – 17 CD – Sony Legacy – 30-07-2013
Ancora un titolo che era sfuggito tra i moltissimi cofanetti in uscita in questo periodo. Per la benemerita serie a prezzo super speciale della Sony/BMG esce finalmente (a fine mese) un volumetto dedicato all’opera omnia di Harry Nilsson (mancano praticamente solo Flash Harry e la colonna sonora di Popeye del 1980) e considerando che Nilsson si era ritirato quasi completamente dalle scene, salvo di tanto in tanto scrivere qualcosa per Musical, colonne sonore o canzoni per bambini, fino alla sua morte avvenuta per un attacco di cuore nel gennaio del 1994. Per completezza di informazione dal cofanetto manca anche Spotlight On Nilsson, un disco pubblicato dalla Tower Records nel 1966 e che comprendeva i suoi primi quattro 45 giri, lato A e B, e un paio di brani inediti. Ma se ne può fare tranquillamente a meno, cosa che non si può dire per il resto della sua produzione, che lo colloca tra i migliori cantautori americani in assoluto del periodo sixties e seventies.
Quasi tutto lo conoscono almeno per il brano Everybody’s Talkin’ (il tema del film Uomo Da Marciapede- Midnight Cowboy) peraltro scritta dall’altrettanto grande Fred Neil e anche l’altra sua canzone più famosa, Without You, era stata scritta da Pete Ham e Tom Evans, ovvero i Badfinger e, ironia della sorte, la versione di maggior successo, e una delle tantissime del brano che è diventato uno standard della musica pop, è quella di Mariah Carey. Ma in questo cofanetto, frugando tra le decine di brani sarè possibile trovare moltissimi gioiellini che rivaleggiano con il meglio della produzione pop dei Beatles ed in particolare di John Lennon, di cui fu grandissimo amico e anche collaboratore musicale a più riprese, soprattutto per l’album Pussy Cats registrato durante il famoso “Lost Weekend” di Lennon, quando se ne andò lontano da Yoko Ono per 18 mesi (il disco ricorda moltissimo come tipo di suono quelli di Lennon del periodo, Mind Games e Walls And Bridges, ma con il tocco di Nilsson aggiunto!) . Nel disco suona una quantità impressionante di musicisti e amici di bevute e altro, oltre a Nilsson e Lennon, che lo produsse, Ringo Starr, Jesse Ed Davis, Jim Horn, Jim Keltner, Bobby Keys, Sneaky Pete Kleinow, Danny Kortchmar, Klaus Voorman, Keith Moon e decine di altri.
Ma anche negli altri album della sua produzione, suona il gotha della musica mondiale e, come potrete leggere nelle liste dei brani contenuti nei vari album, ci sono moltissime sorprese, a partire dalle due cover dei Beatles, You Can’t Do That e She’s Leaving Home nel primo album Pandemonium Shadow Show del 1967, che comprende anche una cover di River Deep Mountain High di Ike And Tina Turner, oltre alle proprie, bellissime 1941 e Without Her, ripresa dai Blood, Sweat And Tears. Nel secondo, Aerial ballet c’è Everybody’s Talkin’, molto tempo prima dell’uscita della colonna sonora. Nel 1970 Harry Nilsson pubblicherà un intero album dedicato a Randy Newman (quasi un suo omologo e altro grandissimo talento della musica americana), Nilsson Sings Newman. Comunque, ripeto, ogni disco ha la sua quota di piccole gemme di musica pop di sopraffina qualità e questa è l’occasione giusta per scoprirle. In più, oltre alle decine di bonus sparse sui vari album originali, sono stati aggiunti tre album completi di inediti e rarità, tra cui spiccano anche un paio di brani cantati in italiano.
Qui sotto trovate una dettagliatissima lista di tutti i contenuti del Box:
Disc 1 PANDEMONIUM SHADOW SHOW (Stereo and Mono) STEREO 1. Ten Little Indians 2. 1941 3. Cuddly Toy 4. She Sang Hymns Out Of Tune 5. You Can’t Do That 6. Sleep Late, My Lady Friend 7. She’s Leaving Home 8. There Will Never Be 9. Without Her 10. Freckles 11. It’s Been So Long 12. River Deep – Mountain High MONO 13. Ten Little Indians 14. 1941 15. Cuddly Toy 16. She Sang Hymns Out Of Tune 17. You Can’t Do That 18. Sleep Late, My Lady Friend 19. She’s Leaving Home 20. There Will Never Be 21. Without Her 22. Freckles 23. It’s Been So Long 24. River Deep – Mountain High
Disc 2 AERIAL BALLET (Stereo and Mono) STEREO 1. Daddy’s Song 2. Good Old Desk 3. Don’t Leave Me 4. Mr. Richland’s Favorite Song 5. Little Cowboy 6. Together 7. Everybody’s Talkin’ 8. I Said Goodbye To Me 9. Little Cowboy 10. Mr. Tinker 11. One 12. The Wailing Of The Willow 13. Bath MONO 14. Daddy’s Song 15. Good Old Desk 16. Don’t Leave Me 17. Mr. Richland’s Favorite Song 18. Little Cowboy 19. Together 20. Everybody’s Talkin’ 21. I Said Goodbye To Me 22. Little Cowboy 23. Mr. Tinker 24. One 25. The Wailing Of The Willow 26. Bath BONUS TRACK 27. Aerial Ballet radio spot (previously unreleased)
Disc 3 HARRY 1. The Puppy Song 2. Nobody Cares About The Railroads Anymore 3. Open Your Window 4. Mother Nature’s Son 5. Fairfax Rag 6. City Life 7. Mournin’ Glory Story 8. Maybe 9. Marchin’ Down Broadway 10. I Guess The Lord Must Be In New York City 11. Rainmaker 12. Mr. Bojangles 13. Simon Smith And His Amazing Dancing Bear BONUS TRACKS 14. I Will Take You There – single mix 15. Waiting (from the motion picture Jenny) 16. Rainmaker – single mix 17. Mournin’ Glory Story – UK single (previously unissued on CD) 18. Garbage Can Ballet – alternate (previously unreleased) 19. Harry Radio Spot (previously unreleased) 20. Voices Of Vista radio spots (previously unreleased)
Disc 4 NILSSON SINGS NEWMAN 1. Vine St. 2. Love Story 3. Yellow Man 4. Caroline 5. Cowboy 6. The Beehive State 7. I’ll Be Home 8. Living Without You 9. Dayton, Ohio 1903 10. So Long Dad BONUS TRACKS 11. Snow 12. Love Story – alternate version 13. Cowboy – alternate version 14. I’ll Be Home – alternate version 15. Living Without You – alternate version Tracks 11-15 first issued on Nilsson Sings Newman (Buddha CD 74465 99703 2, Released 2000)
Disc 5 THE POINT! 1. Everything’s Got ‘Em 2. The Town 3. Me And My Arrow 4. The Game 5. Poli High 6. The Trial And Banishment 7. Think About Your Troubles 8. The Pointed Man 9. Life Line 10. The Birds 11. P.O.V. Waltz 12. The Clearing In The Woods 13. Are You Sleeping? 14. Oblio’s Return BONUS TRACKS 15. Think About Your Troubles – alternate version 16. Life Line – alternate version 17. Down To The Valley – alternate mix/extended ending 18. I’ll Never Leave You 19. The Point! Travel Brochure radio spot w/ Bill Martin (previously unreleased) Tracks 15-18 first issued on The Point! (BMG Heritage CD 07863 65128 2, Released 2002)
Disc 6 AERIAL PANDEMONIUM BALLET 1. Introduction 2. 1941 – slowed down track and remixed 3. Daddy’s Song – new vocals, guitar/piano out of sync 4. Mr. Richland’s Favorite Song – new background vocals and remixed 5. Good Old Desk – slowed down track and remixed 6. Everybody’s Talkin’ – dumped second voice and remixed 7. Bath – re-eq’d original tracks 8. River Deep-Mountain High – new vocals and remixed 9. Sleep Late, My Lady Friend – remixed 10. Don’t Leave Me – remixed 11. Without Her – new vocals and remixed 12. Together – new vocals, edited out bridge and remixed 13. One – remixed 14. Closing BONUS TRACKS 15. You Can’t Do That – remix 16. It’s Been So Long – Italian version (previously unreleased) 17. Sleep Late, My Lady Friend – Italian version (previously unreleased) 18. Without Her – Italian version (previously unreleased) 19. Cuddly Toy – Italian version (previously unreleased) 20. You Can’t Do That – Italian version (previously unreleased) 21. BBC Saturday Club intro (previously unreleased) 21. 1941 – Live on BBC’s Saturday Club (previously unreleased) 23. Mr. Richland’s Favorite Song – Live on BBC’s Saturday Club (unreleased) 24. Nilsson talks with Brian Matthew (previously unreleased) 25. Together – Live on BBC’s Saturday Club (previously unreleased) 26. Good Old Desk – Live on BBC’s Saturday Club (previously unreleased) 27. Aerial Pandemonium Ballet radio spot (previously unreleased)
Disc 7 NILSSON SCHMILSSON 1. Gotta Get Up 2. Driving Along 3. Early In The Morning 4. The Moonbeam Song 5. Down 6. Without You 7. Coconut 8. Let The Good Times Roll 9. Jump Into The Fire 10. I’ll Never Leave You BONUS TRACKS 11. Si No Estas Tu – Spanish version Of “Without You” 12. How Can I Be Sure Of You 13. The Moonbeam Song – demo 14. Lamaze 15. Old Forgotten Soldier 16. Gotta Get Up – alternate version 17. Nilsson Schmilsson radio spots Tracks 12-17 first issued on Nilsson Schmilsson (RCA/BMG CD 82876 57265 2, released 2004)
Disc 8 SON OF SCHMILSSON 1. Take 54 2. Remember (Christmas) 3. Joy 4. Turn On Your Radio 5. You’re Breakin’ My Heart 6. Spaceman 7. The Lottery Song 8. At My Front Door 9. Ambush 10. I’d Rather Be Dead 11. The Most Beautiful World In The World BONUS TRACKS 12. What’s Your Sign? 13. Take 54 – alternate 14. Campo De Encino 15. Daybreak – single version 16. It Had To Be You/I’d Rather Be Dead 17. Son Of Schmilsson radio spot Tracks 12-16 first issued on Son Of Schmilsson (RCA/Legacy CD 82876 78249 2, released 2006)
Disc 9 A LITTLE TOUCH OF SCHMILSSON IN THE NIGHT 1. Lazy Moon 2. For Me And My Gal 3. It Had To Be You 4. Always 5. Makin’ Whoopee! 6. You Made Me Love You (I Didn’t Want To Do It) 7. Lullaby In Ragtime 8. I Wonder Who’s Kissing Her Now 9. What’ll I Do 10. Nevertheless (I’m In Love With You) 11. This Is All I Ask 12. As Time Goes By BONUS TRACKS 13. I’m Always Chasing Rainbows 14. Make Believe 15. Trust In Me 16. It’s Only A Paper Moon 17. Thanks For The Memory 18. Over The Rainbow Tracks 13-18 first issued on A Touch More Schmilsson In The Night (RCA Germany 90251, released 1988)
Disc 10 PUSSY CATS 1. Many Rivers To Cross 2. Subterranean Homesick Blues 3. Don’t Forget Me 4. All My Life 5. Old Forgotten Soldier 6. Save The Last Dance For Me 7. Mucho Mungo/Mt. Elga 8. Loop De Loop 9. Black Sails 10. Rock Around The Clock BONUS TRACKS 11. Down By The Sea 12. The Flying Saucer Song 13. Turn Out The Light 14. Save The Last Dance For Me – alternate 15. Don’t Forget Me – demo 16. Black Sails – demo 17. Pussy Cats radio spots with Eddie Lawrence (previously unreleased) Tracks 11-16 first issued on Pussy Cats (Buddha CD 74465 99815 2, released 1999)
Disc 11 DUIT ON MON DEI 1. Jesus Christ You’re Tall 2. It’s A Jungle Out There 3. Down By The Sea 4. Kojak Columbo 5. Easier For Me 6. Turn Out The Light 7. Salmon Falls 8. Puget Sound 9. What’s Your Sign? 10. Home 11. Good For God BONUS TRACK 12. Goin’ Down – alternate (previously unreleased)
Disc 12 SANDMAN 1. I’ll Take A Tango 2. Something True 3. Pretty Soon There’ll Be Nothing Left For Everybody 4. The Ivy Covered Walls 5. Here’s Why I Did Not Go To Work Today 6. The Flying Saucer Song 7. How To Write A Song 8. Jesus Christ You’re Tall 9. Will She Miss Me? BONUS TRACK 10. A Tree Out In The Yard (Central Park) (previously unreleased)
Disc 13 …THAT’S THE WAY IT IS 1. That Is All 2. Just One Look/Baby I’m Yours 3. Moonshine Bandit 4. I Need You 5. A Thousand Miles Away 6. Sail Away 7. She Sits Down On Me 8. Daylight Has Caught Me 9. Zombie Jamboree (Back To Back) 10. That Is All – Reprise BONUS TRACK 11. . . . That’s The Way It Is radio spot (previously unreleased)
Disc 14 KNNILLSSONN 1. All I Think About Is You 2. I Never Thought I’d Get This Lonely 3. Who Done It? 4. Lean On Me 5. Goin’ Down 6. Old Bones 7. Sweet Surrender 8. Blanket For A Sail 9. Laughin’ Man 10. Perfect Day BONUS TRACKS 11. Ain’t It Kinda Wonderful (from The World’s Greatest Lover) 12. Sweet Lorraine – Nilsson & Dr. John (previously unreleased) 13. Shuffle Off To Buffalo (previously unreleased) 14. Ballin’ The Jack – Nilsson & Dr. John (previously unreleased) 15. All I Think About Is You – Harry Nilsson & Dr. John (previously unreleased) 16. Knnillssonn radio spot (previously unreleased)
Disc 15 NILSSON SESSIONS 1967-1968 1. 1941 – demo (previously unreleased) 2. World – demo (previously unreleased) 3. Signs – demo (previously unreleased) 4. Cuddly Toy – demo (previously unreleased) 5. This Could Be The Night – demo 6. As I Wander Lonely 7. The Family (previously unreleased) 8. Miss Butter’s Lament 9. Mr. Tinker – alternate version (previously unreleased) 10. Leggenda (Italian Single) 11. Sister Marie (previously unreleased stereo remix) 12. She Wandered Through The Garden Fence (previously unreleased) 13. One – alternate version (previously unreleased) 14. I Said Goodbye To Me – alternate version (previously unreleased) 15. Searchin’ (previously unreleased) 16. She’s Just Laughing At Me (previously unreleased) 17. Together – alternate version (previously unreleased) 18. Bath – alternate version (previously unreleased) Tracks 6 & 8 first issued on Personal Best: The Harry Nilsson Anthology (RCA CD 07863 66354 2, released 1995). Tracks 1-16 recorded 1967; tracks 17-18 recorded 1968.
Disc 16 NILSSON SESSIONS 1968-1971 1. You Are Here (previously unreleased) 2. The Cast And Crew (from Skidoo) 3. Garbage Can Ballet (from Skidoo) 4. I Will Take You There (from Skidoo) 5. Girlfriend 6. Wasting My Time – alternate mix (previously unreleased) 7. Rainmaker – alternate version (previously unreleased) 8. Open Your Window – alternate take (previously unreleased) 9. Postcard (previously unreleased) 10. Think About Your Troubles – alternate version (previously unreleased) 11. Marry Me A Little (previously unreleased) 12. Ballin’ The Jack (previously unreleased) 13. Gotta Get Up – demo (previously unreleased) 14. Down To The Valley – single mix 15. Buy My Album – single mix 16. Joy – alternate version 17. Blackbird (previously unreleased) 18. Paradise (previously unreleased) 19. Lucille (previously unreleased) 20. Early In The Morning – alternate version Tracks 2-4 first issued on Skidoo RCA 1152, released 1968. Track 5 first issued on Personal Best: The Harry Nilsson Anthology (RCA CD 07863 66354 2, released 1995). Tracks 16 & 20 first issued on Aerial Pandemonium Ballet (Buddha CD 74465 99704 2, released 2000). Tracks 1-8 recorded 1968; tracks 9-11 recorded 1969; tracks 12-17 recorded 1970; tracks 18-20, 1971.
Disc 17 NILSSON SESSIONS 1971-1974 1. Walk Right Back 2. Jump Into The Fire – alternate version (previously unreleased) 3. Isolation 4. Without You – demo 5. Driving Along – demo 6. Gotta Get Up – demo 7. Coconut – demo 8. Old Forgotten Soldier – alternate demo 9. Down – demo 10. The Moonbeam Song – alternate demo 11. Jump Into the Fire 12. Per Chi – Italian Version Of “Without You” 13. Joy – guitar demo 14. Joy – piano demo 15. You Made Me Love You (I Didn’t Want To Do It) – alternate version 16. Lullaby In Ragtime – alternate version 17. Always – alternate version 18. It Had To Be You – alternate version 19. I Want You To Sit On My Face (previously unreleased) 20. A Souvenir – Also Sprach Schmilsson Schmixon (previously unreleased) Tracks 1 & 3 first issued on Aerial Pandemonium Ballet (Buddha CD 74465 99704 2, released 2000). Tracks 4-10 first issued on Nilsson Schmilsson (UK Camden Deluxe CD 74321 75742 2, released 2000). Tracks 13 & 14 first issued on Son Of Schmilsson (UK Camden Deluxe CD 74321 75746 2, released 2000). Tracks 15-18 first issued on A Touch More Schmilsson In The Night (RCA Germany 90251, released 1988).Tracks 1-12 recorded 1971; tracks 13 & 14 recorded 1972; tracks 15-19 recorded 1973; track 20 recorded 1974.
Ed Harcourt – Back Into The Woods – Kid Gloves Music – 2013
C’è stato un periodo tra il 2000 e il 2003, nel quale Ed Harcourt era anche più di una promessa per quanto riguardava il cantautorato pop: infatti l’EP Maplewood (2000) e i primi due album Here Be Monsters (2001) e From Every Spere (2003) sono state gemme preziosissime nell’ambito del folto panorama musicale inglese. Il terzo lavoro Strangers (2004) e i successivi The Beautiful Lie(2006) e Lustre (2010) sono stati episodi meno convincenti, rispetto alle attese degli addetti ai lavori. Agli esordi Ed giovane e talentuoso, si presentava con un “cocktail” di brani davvero gustoso, un misto di pop, ballate soul, songs confidenziali e richiami jazz, il tutto realizzato con gli strumenti suonati da lui stesso. Con questo Back Into The Woods il nostro cambia ancora le carte in tavola, e sotto la produzione di Pete Hutchings si è chiuso fra le mitiche pareti dello Studio Due di Abbey Road, e tutto in una notte (per ridurre al minimo i costi), in quasi totale solitudine, ha registrato questi nove pezzi inediti solo con la sua voce, piano e chitarra, niente basso e batteria e qualche arrangiamento d’archi e cori.
Il risultato è formalmente atipico, ma capace di sorprendere per eclettismo, con la rallentata tenue morbidezza dell’iniziale The Cups & The Wane, il delicato violino della moglie Gita in Hey Little Bruiser, i cori di Wandering Eye, la ballata notturna Murmur In My Heart, la melodia toccante di Back Into The Woods, proseguendo con la “beatlesiana” Brothers & Sisters, l’amabile ballata The Pretty Girls, la calda tranquillità di Last Will & Testament e chiudere poi con una The Man That Time Forgot malinconica e sentimentale che ricorda un po’ Tom Waits.
Con questo Back Into The WoodsEd Harcourt, dimostra di aver frequentato con molto profitto “l’università dei songwriters” di gente come Brian Wilson e Randy Newman, specialmente quando si tratta di metter giù melodie e armonie che, fin dal primo ascolto, catturano e affascinano, con canzoni che entrano in ritmo e sintonia con il nostro battito del cuore.
Uno dei “mini-eventi” discografici di questo 2012 che volge al termine è sicuramente il ritorno discografico di Iris DeMent (che come forse ricordate è anche la moglie di Greg Brown). Erano infatti ben sedici anni, cioè da The Way I Should (che all’epoca era il suo terzo album), che la brava Iris non pubblicava un disco di brani originali: in mezzo (nel 2004) era uscito il bellissimo Lifeline, che però era una raccolta di brani tradizionali (tranne uno) a sfondo gospel, oltre a qualche sparuta apparizione in colonne sonore, tributi ed ospitate per duetti in dischi altrui. Mi ero quindi quasi dimenticato della sua esistenza, in sedici anni è cambiato il mondo (non solo musicale), ma ci ha pensato la sua nuova fatica Sing The Delta a farmi di nuovo apprezzare un’artista di primissimo livello.
Sing The Delta (il titolo potrebbe far pensare ad un album di cover di blues del Mississippi, ma in realtà sono tutte canzoni nuove di zecca) è infatti un grande disco, ispirato, lirico, suonato in maniera fluida e cantato al solito molto bene dalla voce squillante e giovanile di Iris (in contrasto con la sua immagine trasandata presente sulla copertina e nel booklet del CD, stile massaia stressata), un disco musicale nel vero senso della parola con Iris davvero in forma smagliante, accompagnata da uno stuolo di musicisti di primo piano, tra cui i produttori Bo Ramsey (fedele collaboratore suo ed anche di suo marito) e Richard Bennett, il maestro della steel guitar Al Perkins e l’ex Double Trouble Reese Wynans: lei stessa si dimostra una pianista formidabile, sentire per credere (e questo particolare non lo ricordavo). Senza esagerare, penso di trovarmi di fronte ad uno dei 10-15 migliori dischi dell’anno, di sicuro il migliore in ambito femminile (più di Mary Gauthier, che è dal vivo e quindi non con brani nuovi, di Ashes And Roses di Mary Chapin Carpenter, bello ma alla lunga un po’ statico, e di Banga di Patti Smith, che mi è piaciuto solo in parte).
Dodici brani, uno meglio dell’altro, con uno stile che parte dal country, punto di partenza naturale della musica di Iris, per sfociare nel folk e nel gospel con estrema naturalezza, eccellente feeling interpretativo e grande compattezza di fondo, il tutto condito con una finezza non comune. Anche i testi riflettono questa semplicità: si parla di famiglia, lavoro, affetti, fede, ricordi di gioventù, un mix estremamente spontaneo nel quale realtà (inteso come rimembranze autobiografiche di Iris) e finzione si fondono in maniera mirabile, lasciando il dubbio su dove finisce una cosa e dove comincia l’altra. L’inizio è strepitoso: Go OnAhead And Go Home è una grandissima canzone, con un riff di piano irresistibile, una melodia coinvolgente cantata in maniera superlativa (sto già finendo gli aggettivi a disposizione…). Una delle migliori opening tracks da me ascoltate negli ultimi mesi. E poi, ribadisco, Iris al pianoforte è una goduria per le orecchie, suona quasi come RandyNewman.
Before The Colors Fade, più lenta, è buona ma non eccezionale, l’unico episodio leggermente sottotono, ma con The Kingdom Has Already Come, un country-gospel che rimanda addirittura al miglior Elton John (quello di dischi come Tumbleweed Connection e Madman Across The Water), il disco si rimette sui binari giusti e non si ferma più. La pimpante TheNight I Learned How Not To Pray, dall’arrangiamento bucolico e solare, è il tipo di brani country che Emmylou Harris non fa più da una vita, mentre Sing The Delta è unosplendido slow dal sapore quasi soul, dovuto anche all’uso discreto dei fiati. If That Ain’t Love è honky-tonk deluxe, con un tocco folk (ma che pianoforte), Livin’ On The Inside è calda, fluida e ricca di sfumature country, errebi e gospel, mentre Makin’ My Way Back Home è la più country del disco, con la steel di Franklin che ricama da par suo. Le ultime quattro canzoni, la profonda Mornin’ Glory, There’s A Whole Lotta Heaven (strepitosa questa, ricorda Newman anche nello stile), le deliziose Mama Was Always Tellin’ Her Truth e Out Of The Fire, non fanno che completare nella maniera giusta un disco pressoché perfetto.
Album così in America vengono definiti instant classic: speriamo solo di non dover attendere il seguito per altri sedici anni.
Ry Cooder – Election Special – Nonesuch/Warner 21-08-2012
Questo Election Special è solo il suo 16° disco da solista, in una carriera iniziata nel lontano 1970, senza contare le innumerevoli collaborazioni e le colonne sonore, ma dal 2005, prima con Chavez Ravine e poi con la trilogia My Name Is Buddy, I, Flathead e Pull Up Some Dust And Sit Down, per non dire della notevole collaborazione con i Chieftains in San Patricio, la sua discografia ha ripreso vigore e qualità, oltre a un ritorno ai primi amori del blues e del folk, dopo gli anni della musica etnica e cubana e delle colonne sonore.
Cooder è sempre stato un grande musicista, riconosciuto come il più grande chitarrista slide bianco (anche se forse, per la potenza, Johnny Winter gli si avvicinava, con uno stile diverso, e negli anni a seguire ha(nno) creato molti discepoli) e uno dei più grandi ricercatori della musica popolare (e rock) americana. Ma nella sua scrittura è sempre stata presente anche una vena sarcastica, alla Randy Newman per intenderci, che negli ultimi anni si è trasformata in impegno politico, senza mai perdere di vista la forza della musica che in Cooder, come già ricordato, prende linfa soprattutto dal Blues in tutte le sue forme e generi.
Un paio di settimane fa ha dato una bella intervista al quotidiano inglese The Guardian, che se volete potete leggere qui ry-cooder-mitt-romney-dangerous-cruel?newsfeed=true , (sempre citare la fonte), dove definisce il candidato presidenziale americano, il rivale di Obama, Mitt Romney “un uomo pericoloso, un uomo crudele”! E sarà anche per questo, visto attraverso gli occhi del suo setter e delle sue disavventure, raccontate dalla stampa americana e reiterate più volte da Letterman nel suo show, che gli ha dedicato un Mutt Romney Blues. Lui e il figlio Joachim alle percussioni, costruiscono un quadretto blues acustico degno delle migliori canzoni di Boomer’s Story o di Paradise And Lunch. Non entro nel merito del Cooder “politico” perché non sono in grado di giudicare (anche se Romney, oltre che al suo cane e al buon Ryland non ispira molta fiducia neppure al sottoscritto), se volete approfondire, l’intervista citata è molto esplicita.
Brother Is Gone, un delicato brano di impostazione folk guidato dal mandolino ma arricchito da una strumentazione avvolgente curata anche dalle percussioni del figlio, racconta la storia dei fratelli miliardari David e Charles Koch. Mentre in The Wall Street Part Of Town dedicata agli occupanti di Zuccotti Park comincia ad affilare la sua slide con un riff stonesiano, “tanto di cappello dinnanzi a Ry Cooder”, come ebbe a dire Keith Richards nella sua autobiografia Life. (pag.229)
Anche Guantamano ha quel drive tra soul, blues e rock che fa parte del Cooder che più amo, etnomusicologo e polemista, ma caspita se suona, il riff non è uno sconosciuto nel suo DNA, se Richards è il numero due tra i “riffmeisters” (naturalmente Chuck Berry è il capostipite), Ry è lì nella Top Ten. Un nervoso e inquieto Obama che si aggira nottetempo per la Casa Bianca è il soggetto di un fantastico slow blues cadenzato come Cold Cold Feeling, degno delle sue pagine migliori. Prego notare che in questo disco Ry Cooder sembra avere ritrovato anche una grinta e una capacità vocale che si credeva perduta dopo anni di musica strumentale. Il country-folk campagnolo da string band di Going To Tampa è un’altra delle molte sfaccettature della musica presente in questo album.
Se la rivista Uncut ha eletto questo Election Special “Disco del mese” una ragione ci sarà, oltre al fatto che il recensore Bud Scoppa è un compatriota di Cooder ed ha sempre amato l’opera del musicista californiano. Kool-Aid è un blues elettrico futuristico che per certi versi mi ha ricordato alcune cose dei sottovalutati Little Village, il gruppo dove Cooder militava con John Hiatt e Nick Lowe, e la slide qui viaggia alla grande! Nel centenario di Woody Guthrie, Cooder ha composto anche un brano antimilitarista come The 90 and The 9, degno erede delle parabole guthriane, coro singalong compreso. Anche la conclusiva Take Your Hands Off It difende la Costituzione e la carta dei diritti, ma lo fa al tempo di un rock-blues che rispolvera i ritmi e la “cattiveria” di Bop Til You Drop o di Slide Area.
Qualcuno ha detto che questo Election Special è meno vario musicalmente del precedente Pull Up Some Dust…, troppo “blues monocorde” ma per me è, ancora una volta, un esempio del miglior Ry Cooder. Sarà pure un “instant record” per i contenuti ma averne di dischi così!
Bruno Conti
P.S. Complimenti a tale Biamaku, che ha realizzato i tre video non ufficiali postati su YouTube, notevoli!
Qualcosa alla fine si dimentica sempre, per cui oggi doppia razione di Post.
Partiamo con il CD+DVD Live In London di Randy Newman di cui mi erano arrivate notizie in una mailing list della Nonesuch già mesi fa e poi, per parlarne in prossimità dell’uscita, me ne stavo dimenticando. Per la verità il doppio esce martedì 8 novembre negli Stati Uniti e una settimana dopo, il 15 novembre, in Europa per cui siamo ancora in tempo. Si tratta della registrazione di un concerto tenuto alla LSO St.Luke’s Church, una chiesa anglicana del 1700 restaurata dalla London Symphony Orchestra per l’utilizzo nei loro concerti. Ma anche la BBC, e in questo caso la sua orchestra, di tanto in tanto la utilizza: per una delle poche date fatte da Newman in Europa per pubblicizzare l’album Harps And Angels del 2008, uno dei migliori di quell’anno. Sono 22 brani con moltissimi classici tra cui Mama Told Me Not To Come, Short People, God’s Song, Louisiana 1927, You Can Leave Your Hat On (eh sì l’ha scritta lui!), Political Science, Sail Away, I Thing It’s Going to Rain Today (molto adatta al periodo) e Laugh And Be Happy e A Few Words In Defense Of Our Country che apparivano in quell’album. Un gioiellino da aggiungere ai Randy Newman Songbooks nella rilettura dei suoi capolavori.
Anche Murray McLauchlan, uno dei più grandi cantautori canadesi di sempre, era tornato sulle scene circa tre anni fa con Songs From The Streets, una doppia antologia edita dalla True North che ripercorreva il meglio delle sue canzoni, con qualche inedito, una rilettura di Carmelita di Warren Zevon e un brano nuovo scritto per l’occasione. A parte consigliarvi di recuperarla perchè si tratta di ottima musica, nella schiera dei cantautori canadesi nati negli anni ’70, McLauchlan era secondo solo a Cockburn per bravura e consistenza dei suoi dischi, evidentemente è stata propedeutica per un ritorno più duraturo. Questo Human Writes contiene dieci brani nuovi e sul mercato canadese, sempre per la True North, era già disponibile da alcune settimane. Addirittura la prima tiratura é stata tutta autografata da McLauchlan che, forse, non si aspettava grandi vendite. Non perdetevelo perché questo signore è uno di quelli bravi.
L’accoppiata Medeski, Martin & Wood + John Scofield era già apparsa in Scofield’s A Go Go, Verve 1998 e poi, come titolari alla pari, in Out Louder della Indirecto Records uscito nel 2006. La stessa etichetta ora pubblica questo doppio CD Msmw Live: In Case The World Changes Its Mind. Sono solo dodici brani, ma un’ora e cinquanta di musica dal vivo, quindi si improvvisa alla grande, in quel miscuglio di jazz, rock, blues e funky che li rende un po’ gli eredi, riveduti e corretti per i giorni nostri, delle scorribande chitarra-organo dei grandi Jimmy Smith e Wes Montgomery. Non solo jazz, anche se non è musica “facilissima”, però suonano, ragazzi! Qui le jam si specano.
Questo due erano rimasti invece, come si dice, “in canna”. Non tutti gli album vengono presentati nella rubrica delle anticipazioni, su alcuni, i più meritevoli a mio parere, ci ritorno, altri li recensisco direttamente, ma la pigna di CD vicino al PC e all’impianto diventa sempre più alta e anche con l’aiuto di “ospiti” esterni non riesco a smaltire gli arretrati per cui ogni tanto alcuni titoli “vanno in fanteria”, anche con tutta la buona volontà e con grande dispiacere. Ma bando alle tristezze e veniamo a questi due album.
Il primo, Van Dyke Parks Arrangements Volume I è già uscito dal 20 settembre per la Bananastan LLC, anche se, onestamente, purtroppo non se ne sono accorti in molti. Ed è un peccato perché in questa raccolta risalta il genio del collaboratore storico di Brian Wilson e di molti altri grandi musicisti. In questo CD ci sono brani dello stesso Van Dyke, di George Washington Brown, di Sal Valentino, di Arlo Guthrie, di Dino Martin, di Bonnie Raitt, di Ry Cooder, dei Mojo Men, di Lowell George e dei Little Feat. Quindi musicisti noti e assolutamente “oscuri” uniti dall’arte di Van Dyke Parks, con arrangiamenti spesso al limite della genialità e anche i suoi album solisti per la Warner, ancorché “strani” per usare un eufemismo erano spesso unici per le loro trovate ma anche per la vena pop bizzarra. Da scoprire, d’altronde se siete in questo Blog a leggere un motivo ci sarà.
I Barr Brothers non sono né famosi nè influenti nella storia del rock, però sono bravi. Questo disco eponimo dei fratelli Brad & Andrew Barr (ex degli Slip, chiii? Non erano male, hanno fatto un paio di dischi, Angels Come On Time per la Rykodisc nel 2002 e Eisenhower per la Bar/None nel 2006, tra pop, rock e alternative, una sorta di Big Star in miniatura) è uscito a fine settembre per la Secret City Records e non è affatto male, agli stili del precedente gruppo hanno aggiunto anche un po’ di folk, che va di moda, psichedelia, blues e il risultato è molto interessante, nel filone dei “nuovi” gruppi americani, da Fleet Foxes a Decemberists a Low Anthem nel senso che non hanno un genere definito come questi gruppi, magari non gli assomigliano neppure se non nell’eclettismo sonoro, ma pure nel loro calderone sonoro confluiscono mille influenze. Da investigare, se volete album-stream-the-barr-brothers—the-barr-brothers.html.
Continuiamo le nostre poderose liste di uscite del mese di maggio (settimana per settimana) che si conferma denso di appuntamenti discografici di valore. Oltre a confermarvi l’uscita per la prossima settimana di Blind Boys Of Alabama, Warren Haynes (già “anticipato” a marzo), Diana Jones, il cofanetto sestuplo degli Hollies, il nuovo “stupendo” CarsMove Like This (di cui la rivista Rolling Stone ha detto “è come se non avessero mai smesso”, ma l’avevano fatto, perché ripensarci, aggiungo io), tutte cose che trovate in Post precedenti. Questa settimana, tutti in uscita il 10 maggio, aggiungiamo:
Hugh Laurie, di questo disco si parlava da quasi un anno e qualche accenno mi sembrava di averlo già fatto. L’album si chiama Let Them Talk esce per la Warner Bros e non fatevi ingannare da quella faccia da Dr.House, lui è proprio bravo, sia come musicista (piano e chitarra) che come cantante. Se poi si fa produrre da Joe Henry e per registrare questo tributo alla musica di New Orleans (da parte di un inglese) e ai suoi interpreti ha chiamato musicisti come Dr.John, Irma Thomas, Tom Jones, Allen Toussaint e tutti i musicisti che suonano abitualmente con Joe Henry (Bellerose, Leisz, Piltch, Warren e Breit, alcuni presenti nell‘ultimo Lamontagne per intenderci). Risultato finale eccellente, questa volta è proprio il caso di dire “provare per credere”.
Tornano anche gli Okkervil River dopo l’ottima collaborazione con Roky Erickson. La band di Will Shelf allarga ulteriormente il proprio spettro sonico e questo I Am Very Far che esce come di consueto per la JagJaguwar dovrebbe essere il sesto album, collaborazioni, Ep e raccolte di rarità escluse ( disponibile anche in versione da nababbi, cofanetto di legno tipo confezione bottiglie di vino di lusso, CD, Vinile, libretto con i testi, 7 pollici con 2 brani esclusivi, memorabilia vari, a quella centata di euri, cosa sarà mai!).
Secondo capitolo del Randy Newman Songbook. A otto anni dal precedente l’occhialuto Randy Newman torna con un nuovo disco solo voce e piano dove rivisita 16 brani del suo sublime catalogo. Etichetta Nonesuch, lo aiutano nella produzione Mitchell Froom e Lenny Waronker.
Il fratello Simone ha fondato The Duke and The King, autori di uno dei dischi più belli del 2010, gli altri due Felice Brothers pubblicano ora questo Celebration Florida per la Fat Possum. La concorrenza familiare stimola a dare il meglio, chi gode è l’ascoltatore. In questo caso (per gli uni e per gli altri) verrebbe da dire come se la Band non se ne fosse mai andata (o vivesse ai giorni nostri), e il sottoscritto aggiunge, per fortuna.
Greg Brown è il 61enne babbo di Pieta e marito di Iris Dement, nonché fondatore della Red House Records (e uno dei miei preferiti in assoluto, anni fa gli avevo dedicato un bel articolo retrospettivo sul Buscadero, ma parecchi anni fa!). Con l’inseparabile Bo Ramsey pubblica l’ennesimo capitolo della sua saga iniziata nel 1980 (ne avrà fatti almeno una trentina di dischi, alcuni bellissimi). Si chiama Freak Flag è il primo che esce per la Yep Rock e anche il primo dove utilizza ProTools e altre moderne diavolerie. Il risultato sembra non risentirne e il suo vocione ci delizia con una ulteriore serie di canzoni sempre originali e profonde, tra folk, country e canzone d’autore. Un grande!
Anche Booker T. Jones è stato un grande, anzi un grandissimo, uno dei pilastri fondanti della Stax e uno dei più grandi organisti nella storia della musica soul. Nel precedente Potato Hole, sempre per la Anti Records era accompagnato dai Drive-by Tuckers e da Neil Young. In questo nuovo The Road From Memphis c’è il “rivale”, chitarrista dei Funk Brothers e della Motown, Dennis Coffey, ma anche alcuni cantanti “nuovi e vecchi”: Lou Reed, Sharon Jones, Matt Berninger dei National e Yim Yames dei My Morning Jacket (a proposito il loro disco nuovo esce a giugno, da quello che ho sentito “MMMHHH”)!
Miles Kane è l’ex leader del gruppo inglese dei Rascals (da non confondere con quelli americani degli anni ’60, anche se…) nonché collaboratore dell’Artctic Monkeys Alex Turner nei Last Shadow Puppets che facevano del british pop ispirato da Bacharach. Per questo suo esordio da solista Colour Of The Trap che esce per la Columbia Kane si è spinto ancora più indietro negli anni ’60, nell’era di Joe Meek e degli albori del beat britannico sempre mescolato con il repertorio indie-alternative ma il più retrò possibile.
Eliza Carthy con la mamma Norma Waterson nel 2010 aveva fatto The Gift, decisamente il disco folk più bello dell’anno. Questo Neptune che esce per la Hem Hem Records (ma se le inventano di notte queste etichette, per rendere la vita difficile agli acquirenti di CD) ha alcuni dei difetti dei suoi dischi da solista, nel senso che è dispersivo, tra flamenco, tango, calypso, brani alla Julie London e l’immancabile folk. Questo a un primo affrettato ascolto (come al solito). Poi magari, sentito meglio, è bellissimo.
Torna dopo il capitolo Flatlanders, Jimmie Dale Gilmore e visto che la musica acustica, l’old time music e il folk dei tempi che furono è tornato in auge, come aveva fatto Loudon Wainwright III con il disco dedicato a Charlie Poole anche lui riscopre il repertorio a cavallo delle due guerre con questo Heirloom Music registrato con i Wronglers su etichetta Redeye label.
Secondo disco degli Zombies originali con Rod Argent e Colin Blunstone dopo la prima reunion del 2004 e una massiccia serie di ristampe in questi ultimi anni che ne hanno ristabilito lo status come uno dei più raffinati gruppi della British invasion di fine anni ’60. Si chiama Breathe Out, Breathe In ed esce per la Red House Records che non credo sia la stessa di Greg Brown (ma non sono sicuro).
“The Magnificent” Webb Sisters come le chiamava cavallerescamente Leonard Cohen sono le due sorelle inglesi che hanno allietato con le loro armonie vocali gli ultimi tour del nostro amico canadese. Questo Savages è il loro terzo disco, probabilmente il migliore, prodotto dal veterano Peter Asher (esatto, quello dei Beatles, James Taylor, Linda Ronstadt), esce martedì 10 maggio per la Proper Records.
Last but not least, questo DVD (ma c’è anche il BluRay) è la documentazione del concerto che gli AC/DC hanno tenuto lo scorso anno (per la verità dicembre 2009) di fronte a 200.000 scatenati argentini. Si chiama Live At River Plate, e come vedete è vietato ai minori di 12 anni ( o ai maggiori?). Esce per la Sony/BMG, dura 110 minuti ed è stato girato con 32 camere ad alta definizione nello stadio argentino.
Alla prossima (anche oggi volevo dedicare il post al disco di Diana Jones, perché ha una bella storia oltre a buona musica, poi mi sono detto, dedichiamoci alle nuove uscite che faccio prima e infatti…domani giuro, forse).
Se avessi dovuto cedere all’impulso del primo ascolto questo album non avrebbe fatto una bella fine, ovviamente in modo figurato e verbale, ma devo dire peraltro, ad essere sincero che, dopo vari ascolti, non mi sembra quel capolavoro che mi/ci vogliono far credere. Sì, sicuramente è un disco di buona qualità ma per dirla con le parole di qualcuno, parafrasando il titolo, “E’ il disco dei Suoi Sogni” non dei nostri, questa raccolta di 14 canzoni tra le sue preferite, scelte tra i brani dell’era Rock ( ma perché è finita e quando inizia?).
Contrariamente alle prime voci il disco non è prodotto da Rick Rubin, che aveva fatto un ottimo lavoro nei precedenti Home Before Dark e 12 Songs applicando quel principio del “meno è meglio” già utilizzato per l’ultima fase della carriera di Johnny Cash. In mezzo è uscito il disco dal vivo Hot August Night NYC dove Neil Diamond si era riimpossessato dei suoi successi vecchi e nuovi eseguiti con il “suono” del vecchio Neil, melodrammatico, volutamente “eccessivo” come piace a parte del suoi vecchi fans ma sempre efficace nelle riletture dei suoi classici. L’ulteriore passo è questo omaggio ad alcuni dei brani e degli autori che Diamond ha più amato nel corso degli anni.
Il suono è comunque caratterizzato da piano e tastiere (Benmont Tench), molte chitarre acustiche, percussioni, archi qui e là ma non scarno e raccolto come si potrebbe pensare, una sorta di sofferta mediazione tra l’ultimo corso e il Neil Diamond dei vecchi tempi, lontano comunque dagli eccessi sonori degli anni ’80 e ’90, tipo l’altro album di cover, quel As Time Goes By – TheMovie Album che non mi aveva proprio fatto impazzire, anzi!
Ain’t No Sunshine di Bill Withers perde quel ritmo irresistibile della versione originale ma mantiene il suo fascino grazie all’interpretazione di Diamond che a dispetto dei 70 anni suonati ha sempre una gran voce, il doppio uso di piano e organo è notevole, ma una chitarra acustica intrigante che apriva il brano viene sommersa da una sezione archi troppo invadente che rovina parzialmente l’atmosfera raccolta della canzone.
Per Blackbird dei Beatles, Neil Diamond si è inventato un arrangiamento più complesso dove alla chitarra acustica originale viene aggiunto un violino country-folk che non convince del tutto, fa perdere al brano quella sua aria bucolica unica. Alone Again Naturally di Gilbert O’Sullivan, notevolmente rallentata, perde quella sua aria scanzonata e allegra ma acquista un nuovo fascino in questa veste più raccolta e rallentata con due sole chitarre acustiche a creare il tessuto del brano. Feels Like Home di Randy Newman è una bellissima canzone e questa versione quasi alla Simon & Garfunkel con una seconda voce a rispondere a quella di Diamond ricorda vagamente Bridge Over Troubled Water. Midnight Train to Georgia era uno dei classici della soul music di Gladys Knight & The Pips, e in questa versione rallentata, diamondizzata, con molti archi non mi fa impazzire anche se devo ammettere che l’inserimento di una armonica a bocca per sottolineare la melodia è un piccolo tocco di genio ma non porta a casa il risultato, preferisco di gran lunga l’originale anche se il buon Neil canta con grande impegno come peraltro in tutto il disco.
Anche la versione di I’m a believer con tanto di vibrafono e tempi rallentati snatura l’aria allegra e scanzonata della canzone scritta all’origine per i Monkees e famosa anche in Italia come Sono Bugiarda della Caterina Caselli, ma qui sembra proprio un’altra canzone, non so sospendo il giudizio magari sentendola ancora mi piacerà di più, mi sembra moscia. Love Song è uno dei brani meno noti, scritto da Lesley Duncan appariva su Tumbleweed Connection di Elton John (non credo Diamond conosca la versione originale dell’autrice per-associazione-di-idee-lesley-duncan-sing-children-sing.html) e rimane una canzone affascinante anche in questa versione arricchita dalle percussioni di King Errison che aggiungono un tocco esotico al tappeto di chitarre acustiche e al piano molto misurato che caratterizzano il sound globale.
Losing You è il secondo brano firmato da Randy Newman (che come Diamond ha iniziato la carriera come autore di canzoni per altri nella seconda metà degli anni ’60), anche in questo caso in una versione acustica molto raccolta senza il piano della versione originale. Hallelujah è proprio quella di Leonard Cohen, solo una chitarra elettrica arpeggiata e la voce sofferta di Neil Diamond, nulla a che vedere con le versioni melodrammatiche dei vari concorrenti degli X-Factor inglesi che l’hanno ripresa, questa volta lo spirito originale della canzone di Cohen è colto in pieno, gran bella versione. A Song For You del redidivo Leon Russell mantiene lo spirito dell’originale con un sax ricorrente che gli conferisce quel tocco alla Billy Joel dei tempi d’oro. Lo stesso non si può dire della versione di Yesterday che non avevo assolutamente riconosciuto in una lunga intro pianistica che, secondo me, c’entra come i cavoli a merenda, anche l’aggiunta dei fiati(c’è anche un corno inglese?) che sostituiscono gli archi originali snatura il suono e non mi piace neppure il cantato troppo carico di Diamond, a qualcuno piacerà, al sottoscritto no. Let it be me è il brano più vecchio, fu un successo per gli Everly Brothers nel 1960, ma risale alla metà degli anni ’50 nella sua versione originale in francese Je T’appartiens cantata da Gilbert Becaud, alla cui versione mi sembra si sia rifatto Diamond per quella che compare in questo Dreams.
Desperado comunque la metti e la canti rimane una bellissima canzone e questa versione abbastanza fedele all’originale mi sembra particolarmente indovinata. La conclusione è affidata a un brano poco noto di Harry Nilsson,Don’t Forget Me che risulta comunque uno dei brani migliori di questa raccolta e in questo caso l’arrangiamento con i fiati è particolarmente azzeccato.
Luci e ombre ma nel complesso un giudizio positivo anche se non mi sembra quel capolavoro che molti dipingeranno.
Se avete 6 dollari e 93 centesimi da investire non potrei pensare ad una idea migliore di questo EP con 7 pezzi pubblicato il 27 luglio per il download digitale. id380357318
Contiene alcuni suoi brani rivisitati per chitarra acustica o piano (e sax, come in Ribbon Bow) e alcune cover tra cui una bellissima del brano di Randy NewmanPolitical Science di cui vi avevo parlato giusto qualche giorno fa in riferimento al DVD sull’Old Grey Whistle Test. fantastici-quegli-anni-old-grey-whistle-test-bbc.html.