Novità Di Febbraio Parte IA. Rhiannon Giddens, Chicago, Pops Staples, Mavericks, Amy Speace E Duke Garwood

rhiannon giddens tomorrow is my turn

A fine mese consueto riepilogo delle novità più interessanti del mese che non hanno avuto, o avranno, una loro recensione o segnalazione specifica. Nei giorni passati sono uscite anche le varie edizioni di Physical Graffiti dei Led Zeppelin, Ol’ Glory di JJ Grey & Mofro, Ooh Yea di Mahalia Barnes. Terraplane di Steve Earle, il nuovo Blackberry Smoke e diversi altri titoli di cui si è parlato più o meno diffusamente sul Blog. In attesa di altri Post completi, tra oggi e domani o dopo, vi segnalo alcune uscite che mi paiono degne di nota, e potrebbero comunque poi venire approfondite. Partiamo con l’album effigiato ad inizio post.

Si tratta dell’esordio solista di Rhiannon Giddens Tomorrow Is My Turn, il primo disco solo (a parte un paio di produzioni indipendenti di assai difficile reperibilità) per la cantante e polistrumentista dei Carolina Chocolate Drops. Il CD, pubblicato dalla Nonesuch, anche grazie alla produzione del “solito” T-Bone Burnett, si discosta abbastanza dalla musica più acustica e tradizionale dei progetti con il gruppo: oltre a country, blues e old-time music, in questo album si ascoltano anche folk, sia americano che celtico, ma puree soul e persino rock. Una cover in inglese di un brano di Charles Azanvour, Tomorrow Is My Turn https://www.youtube.com/watch?v=xhUP9RyxLKg , fatta però alla Nina Simone, O Love Is Teasin, presa da Jean Ritchie ma con accenti celtici, il folk-blues di Shake Sugaree da Elizabeth Cotten https://www.youtube.com/watch?v=FqwRro2G-qA  e Waterboy di Odetta, sempre nell’ambito voci femminili, il pre-R&R e gospel di Up Above My Head, un classico di Sister Rosetta Tharpe, ma anche una ballata assai piacevole, e con il violino della Giddens in evidenza, come Don’t Let It Trouble Your Mind, scritta da Dolly Parton o il valzerone country-soul She’s Got You scritto dal grande Hank Cochran ma legato a Patsy Cline https://www.youtube.com/watch?v=yqqdihSClis . Aiuta il tutto il fatto che nel disco suoni gente come Colin Linden, Jay Bellerose, Keefus Ciancia, Dennis Crouch, Darrell Leonard, Gabe Witcher e molti altri musicisti del giro abituale di T-Bone Burnett.

chicago live in '75

Questo doppio CD dei Chicago Live in ’75, era già uscito a fine 2010 per la Rhino Handmade, quindi a tiratura limitata e piuttosto costoso, come Chicago XXXIV, ma non va confuso con il Live In Japan sempre doppio, pubblicato ai tempi nel 1975, ma registrato in Giappone nel 1972. Al di là della confusione delle date, questo concerto, che riporta il meglio di due serate al Capital Centre di Largo, Maryland tra il 24 e il 26 giugno appunto del ’75, ci presenta la band americana ancora al meglio dello sue notevoli possibilità, prima della scomparsa del chitarrista Terry Kath e della svolta verso un suono più blando e commerciale, e lo fa ad un prezzo abbastanza contenuto. Questo la tracklist dei 2 CD, con tutti i classici dell’epoca in vibranti e tirate esecuzioni:

CD1:
1. Introduction
2. Anyway You Want
3. Beginnings
4. Does Anybody Really Know what Time It Is?
5. Call On Me
6. Make Me Smile
7. So Much To Say, So Much To Give
8. Anxiety’s Moment
9. West Virginia Fantasies
10. Colour My World
11. To Be Free
12. Now More Than Ever
13. Ain’t It Blue?
14. Just You ‘N’ Me
15. (I’ve Been) Searchin’ So Long
16. Mongonucleosis
17. Old Days
18. 25 Or 6 To 4

CD2:
1. Got To Get You Into My Life
2. Free
3. I’m A Man
4. Dialogue https://www.youtube.com/watch?v=hlPaI6Jg6eU
5. Wishing You Were Here
6. Feelin’ Stronger Every Day

pops staples don't lose this

La figlia Mavis ha gelosamente conservato per molti anni i nastri di questo disco registrato dal babbo Pops Staples nel 2000, poco prima della sua morte, anche se il padre, nell’affidarglielo, l’aveva pregata di pubblicarlo subito. Ora a distanza di quasi 15 anni si è finalmente decisa e Don’t Look This è finalmente uscito per la Anti Records, con l’aiuto di Jeff Tweedy (ormai grande amico e collaboratore di Mavis) che lo ha completato, aggiungendo le voci delle sorelle Staples e la batteria del figlio (di Jeff) Spencer, più qualche tocco personale https://www.youtube.com/watch?v=VzMC6UEUNI8 . Il risultato è un gran bel disco e anche se Roebuck “Pops” non era la star della famiglia, era comunque un ottimo musicista che nella sua carriera aveva pubblicato solo 3 album come solista, oltre alla notevole produzione come “capo” dei Staples Singers, di cui questo disco potrebbe essere considerato l’ultimo capitolo https://www.youtube.com/watch?v=U2Vdoghm8Sw , visto che nel frattempo, nel 2013, è morta anche la sorella più anziana, Cleotha Staples.

mavericks mono

Secondo disco per i Mavericks dopo la reunion del 2013 culminata con l’album In Time, questo Mono sembra riportarli agli splendori dei primi tempi: nel frattempo il bassista originale della formazione Robert Reynolds (ex marito di Trisha Yearwood) è stato licenziato a ottobre 2014 dalla formazione, in quanto la sua assuefazione agli oppiacei era andata fuori controllo (sembra che chiedesse anche soldi ai fans sotto false premesse per pagarsi la sua dipendenza): comunque a parte questa triste situazione personale, parlando di musica, Raul Malo, Paul Deakin, Eddie Perez e Jerry Dale McFadden, gli altri membri originali, sembrano in gran forma, e il disco, nella sua consueta miscela di country, rock, musica cubana e messicana (con grande uso di fisarmonica), è assai piacevole e convincente. Eichetta Valory negli USa e Decca/Universal in Europa.

amy speace that kind of girl

Di Amy Speace vi abbiamo segnalato varie volte gli album sul Blog, l’ultima volta nel 2013 http://discoclub.myblog.it/2013/07/19/due-signorine-da-sposare-musicalmente-kim-richey-thorn-in-my/: ora, sempre per la Continental Song City distribuzione Ird, esce il nuovo album That Kind Of Girl (ufficialmente il 3 marzo, ma è già in circolazione): se vi piacciono le belle voci femminili, come potete leggere nella recensione del precedente album, la Speace fa centro ancora una volta con questo CD, finanziato dai fans attraverso il crowfunding della Pledge Music, e prodotto come di consueto da Neilson Hubbard, con la partecipazione di Carl Broemel dei My Morning Jacket e Will Kimbrough alle chitarre, oltre a Tim Easton, Garrison Starr, Rod Picott e Ben Glover, a livello vocale.

duke garwood heavy love

Duke Garwood chitarrista, multistrumentista e cantante inglese ha già pubblicato quattro album a proprio nome, ma un pizzico di fama e riconoscimento gli è venuta soprattutto dalla collaborazione con Mark Lanegan, per l’album Black Pudding del 2013. In possesso di una voce profonda, ma quasi sussurrata, il sound è comunque incentrato principalmente su atmosfere cupe ed intense, ballate dark di una sorta di blues futuribile, che lo presentano come personaggio interessante e diverso da gran parte di quello che circola al momento. Questo Heavy Love, esce, come il precedente, per la Heavenly e se amate un certo rock soffuso e sperimentale (ma non troppo alternativo) potrebbe valere la pena di dargli un ascolto https://www.youtube.com/watch?v=FrcCGjIX6Zo

Il seguito alla prossima.

Bruno Conti

Un Disco Bello E Meritorio! Neal McCoy – Pride: A Tribute To Charley Pride

neal mccoy a tribute.gif

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Neal McCoy – Pride: A Tribute To Charley Pride – Smith Entertainment CD

Charley Pride, nonostante abbia venduto in carriera tra album, singoli ed antologie più di settanta milioni di dischi, è oggi una figura piuttosto dimenticata, oltre che molto poco conosciuto al di fuori dell’America. Pride (ancora vivo ed attivo, il suo ultimo album, Choices, è di due anni fa) è sicuramente stato il più popolare nella ristretta cerchia di country singers di colore, e ha avuto il suo periodo di massimo splendore a cavallo tra gli anni sessanta e settanta, mettendo in fila una serie impressionante di numeri uno nelle classifiche country dei 45 giri (ben ventotto dal 1969 al 1983).

Pride non era uno scrittore, cantava perlopiù brani di altri, ma tra i suoi successi ci sono vari classici del songbook americano, alcuni dei quali ritroviamo in questo Pride, ad opera del countryman di origine irlandese-filippina Neal McCoy. McCoy (nato McGaughey) è un musicista sulla scena da più di vent’anni, con già una dozzina di dischi alle spalle, che non ha mai conosciuto il successo da superstar (solo un paio di singoli al numero uno all’inizio degli anni novanta, ma il suo album meglio piazzato è arrivato “soltanto” al settimo posto), ma si è ritagliato comunque il suo spazio nel panorama country americano.

Pride è dunque il suo atto d’amore verso Charley Pride, e Neal dimostra il grande rispetto per l’artista afroamericano consegnandoci un ottimo tributo, un disco di classico country suonato e cantato come Dio comanda, senza concessioni al commerciale e con qualche ospite di vaglia a cantare con lui.

E le canzoni, inutile dirlo, sono molto belle.

Apre la notissima Is Anybody Goin’ To San Antone (conosciuta anche per le versioni di Doug Sahm da solo e con i Texas Tornados, ma Pride l’ha incisa prima di Doug): McCoy le toglie il sapore tex-mex ma le aggiunge un ritmo rock’n’roll, dandole nuova linfa e mettendo subito il disco sui binari giusti. It’s Just Me è una veloce country song alla quale la fisarmonica dà un sapore cajun, un brano molto gradevole impreziosito tra l’altro dal duetto con Raul Malo, che riesce a far suo il brano al punto da farlo sembrare opera dei Mavericks. Kiss An Angel Good Mornin’ vede Neal dividere il microfono con Darius Rucker, l’ex leader degli Hootie & The Blowfish ormai convertitosi al country: il brano è uno dei più belli del repertorio di Pride, e questa scintillante versione gli rende giustizia.

Kaw-Liga di Hank Williams la conosciamo tutti (Pride ha spesso inciso brani del grande Hank), una grande canzone qui resa con un arrangiamento quasi southern; You’re So Good When You’re Bad è un’elegante slow ballad, molto sofisticata e dal sapore soul: grande classe, non me l’aspettavo da McCoy. La pimpante It’s Gonna Take A Little Bit Longer sembra invece un classico brano alla Willie Nelson, grazie anche alla presenza dell’inconfondibile armonica di Mickey Raphael; Trace Adkins affianca Neal col suo vocione per una bella resa della toccante Roll On Mississippi, cantata dai due con il cuore in mano (e quindi, come direbbe Bergonzoni, con i polsini insanguinati). Just Between You And Me (di Jack Clement) è un godibilissimo honky tonk che più classico non si può; Mountain Of Love l’hanno fatta un po’ tutti (ricordo una bella versione di Johnny Rivers), e Neal la rifà in maniera grintosa, suonata e cantata da manuale.

L’album si chiude con la languida Someone Loves You Honey, forse un po’ troppo leccata, e con la viceversa solare e godibilissima You’re My Jamaica, tra country e Caraibi, un brano che anche Jimmy Buffett potrebbe fare suo senza difficoltà.

Bravo Neal: un bel disco, che ha anche il merito di farci riscoprire un artista di cui ci si ricorda di rado (per non dire mai).

Marco Verdi

Novità Di Agosto Parte IIb. Jimmy Buffett, Laura Veirs, Ricky Skaggs & Bruce Hornsby, Blue October, The Big E Tribute To Buddy Emmons, Santana & McLaughlin Live At Montreux

jimmy buffett songs from st. somewhere.jpglaura veirs warp and weft.jpgricky skaggs bruce hornsby chuck ol' hen.jpg

 

 

 

 

Seconda parte delle novità in uscita domani 20 agosto.

Pur essendo Jimmy Buffett da sempre legato allo stereotipo della musica solare, estiva, marinara perfino, era dall’estate del 2004, dai tempi di Licence To Chill uscito nel mese di luglio, con l’eccezione, forse di qualche disco dal vivo, che non pubblicava un disco nel pieno della stagione estiva. Questo nuovo Songs From St. Somewhere viene distribuito come è consuetudine da parecchi anni dall’etichetta dello stesso Buffett, la Mailboat Records (e questo non ha impedito peraltro al Live del 2010 Encores di andare nella Top Ten di Billboard. Accompagnato come al solito dai tipi della Coral Reefer Band, questo è il 29° disco di studio in quasi 45 anni di onorata carriera discografica e con i Live e le antologie probabilmente si superano i 40, ma il buon Jimmy che quest’anno compie i 67 anni (nato di tutti i posti degli States, non in Florida o California come si potrebbe pensare, ma a Pascagoula, Mississippi) contiene a deliziare i suoi ammiratori con quella miscela di country, rock, musica caraibica e belle ballate che da sempre lo contraddistingue. Non piace a tutti e i vecchi album degli anni ’70, secondo chi scrive, erano di un’altra categoria, in ogni caso in questo Songs From St. Somewhere presenta anche un duetto con Toby Keith, Too Drunk To Karaoke, una versione in spagnolo di I Want Back To Cartagena cantata in coppia con la cantante latina Fannie Lu (che non so chi diavolo sia, magari è consociutissima e bravissima!) e canzoni con titoli come Somethin’ ‘Bout a Boat, Einstein Was A Surfer, Oldest Surfer On The Beach che la dicono lunga sui passatempi preferiti di Buffett che però ci porta anche in Rue De La Guitare e il disco contiene anche un brano come Soulfully che è stato paragonato a quelli di Leonard Cohen. Sto sentendo, bel disco e bella vita! Tra una tournée e l’altra. Parrotheads all’erta.

Laura Veirs è una bravissima cantautrice basata in quel di Portland, Oregon, all’estremo lembo nord-ovest degli Stati Uniti, una delle nuove mecche della musica americana, patria di Decemberists, Shins, Dandy Warhols, M Ward, Modest Mouse e in passato anche di Ellliott Smith e di Paul Revere, nonché di Tucker Martine, che oltre ad essere un ottimo produttore (oltre ai citati Decemberists, Neko Case, Beth Orton, Laura Gibson, Jesse Sykes, Erin McKeown e moltissimi altri, con una preferenza, ma non solo, per le voci femminili) è anche il marito della Veirs, ed insieme sfornano figli, il secondo nato a maggio di quest’anno. Nel nuovo disco, Warp and Weft, che esce il 20 agosto negli USA per la Raven Marching Band Records e la settimana prossima in Europa per la Bella Union, ed è il decimo della sua carriera, dopo Tumble Bee, dedicato alle canzoni per bambini, molto piacevole comunque, appaiono componenti vari dei My Morning Jacket (altri clienti del marito), il batterista Brian Blade, Rob Burger del Tin Hat Trio a tastiere e fisarmonica, Nate Query dei Decemberists, il violinista Jeremy Kittel, Karl Blau a basso e chitarra e, dulcis in fundo, Kd Lang e Neko Case (tra un paio di settimane esce anche il suo disco nuovo, dal titolo chilometrico).

Ricky Skaggs e Bruce Hornsby avevano già fatto un disco omonimo nel 2007 con la crème de la crème della musica country/bluegrass americana e ora ci riprovano con questo Cluck Ol’ Hen che esce per l’etichetta personale di famiglia di Ricky, la Skaggs Family Record. Ovviamente è indirizzato a chi ama il genere.

blue october sway.jpgthe big e a salute to buddy emmons.jpgsantana & mclaughlin live montreux 2011.jpg

 

 

 

 

Un gruppo, un tributo e un DVD della inesauribile serie di Live at Montreux per completare la lista delle uscite “interessanti” (per il Blog) della settimana.

I Blue October sono un gruppo, non conosciutissimo, che viene dal Texas, ma non fa blues, southern o country, ma della buona alternative music. Sway se ho fatto bene i conti, dovrebbe essere il decimo album della loro discografia (penso compresi live, Ep e un disco per la Motown), viene pubblicato dalla Down Records/Up/Up/Down Records, un nome complicatissimo per una etichetta. L’ispirazione oltre che dall’indie e dall’alternative rock viene anche dai Cure e dalla musica inglese ex new wave anni ’80 con chitarre e tastiere in evidenza, qualche ballata e anche reminiscenze dei vecchi Cars o di Peter Gabriel mi sembra traspaiono dal disco. Niente di trascendentale ma piacevole.

Buddy Emmons è stato (si è ritirato) uno dei più grandi pedal steel guitarisr della storia della musica country americana e questo, The Big E: A Salute To Steel Guitarist Buddy Emmons, è un tributo di alcuni dei suoi colleghi chitarristi, Paul Franklin, Steve Fishell, Dan Dugmore, Jay Dee Maness, Mike Johnson, Duane Eddy e molti altri alla sua lunga storia musicale. Ma…nel disco ci sono altrifior di ospiti: da Vince Gill alla accoppiata Rodney Crowell/Emmylou Harris, Willie Nelson, John Anderson, Greg Leisz, Albert Lee, Raul Malo, tanto per citare i più noti e non fare l’elenco delle Pagine Gialle. Anche questo è un disco per “specialisti” ma si ascolta con piacere, distribuzione Warner Music in America,

La serie Live At Montreux si arricchisce di un nuovo DVD (o Blu-Ray), quello che contiene la reunion tra Carlos Santana e John McLaughlin, si intitola Invitation To Illumination Live 2011 e segna la prima volta insieme sul palco per i due musicisti a 40 anni dall’uscita del classico Love, Devotion & Surrender. Esce per la Eagle Rock e mi piacerebbe ascoltare i due, nel brano Montreux Boogie, citare all’interno dello, La Grange degli ZZ Top. Giuro!

Anche per oggi è tutto, alla prossima.

Bruno Conti

Novità Di Febbraio Parte I. Paul McCartney, Mark Lanegan Band, Van Halen, Air, Chuck Prophet, Raul Malo.

paul mccartney kisses on the bottom.jpgmark lanegan.jpgvan halen a different.jpg

 

 

 

 

 

 

 

Prime uscite per il mese di febbraio, numerose e molto differenziate, scelte sempre ad “insindacabile” giudizio, da chi scrive, tra le decine di pubblicazioni: metà oggi, il resto domani.

Iniziamo con Paul McCartney, Kisses On The Bottom è il famoso album di cover di “classici” che Paul annunciava da lungo tempo. Si tratta dei brani che hanno segnato le sua infanzia, quelli che ascoltava dal padre mentre strimpellava il pianoforte, più due brani composti per l’occasione. Visto che i celebrati “sixty-four” per McCartney ormai sono un ricordo, dopo avere dimostrato nell’ultimo tour mondiale che sa ancora fare rock come pochi, dal vivo, questa volta, accompagnato da Diana Krall e dalla sua band e da un paio di ospiti di nome come Eric Clapton e Stevie Wonder, il baronetto si dedica ad un repertorio che proviene dall’epoca pre-Rock and Roll (quest’ultimo già trattato in altri dischi). Con la produzione di Tommy Lipuma, sinonimo di un sound molto raffinato, vengono ripresi brani celebri ma non celeberrimi come I’m Gonna Sit Right Down And Write Myself A Letter, una canzone del 1935 di Fats Waller che è quella che contiene il verso “A Lot Of Kisses On The Bottom, I’ll Be Glad I Got ‘em” che nel senso della frase sta a significare le coccole che si fanno ai bambini e non del bondage. Un salto nel passato che a quasi 70 anni era forse un obbligo prima che fosse troppo tardi, poi tornerà a fare la “sua musica”. Non manca, perversamente, la solita Deluxe Edition Digipack con 2 brani extra a un prezzo più alto. Il tutto esce il 7 febbraio per la Hear Music/Concord/Mpl/Universal.

Dopo 8 anni, una serie di collaborazioni con chiunque respirasse, tre album con Isobell Campbell, due con i Soulsavers, torna la Mark Lanegan Band, nel 2004 era Bubblegum ora è la volta di Blues Funeral. Etichetta 4AD, giudizi abbastanza controversi, 5 stellette su Mojo listen_now_mark_lanegan_bands.html, più circospette le riviste musicali italiani. Esce martedì 7 anche questo, ad un primo ascolto forse troppi synth e tastiere ma non mi sembra male, molto dark come al solito con un “pizzico” di new wave anni ’80 e qualche reminiscenza, per il sottoscritto, sia musicalmente che vocalmente ,con l’ultimo Jackie Leven.

Torna anche la formazione “originale” dei Van Halen, ovvero tre Van Halen perché ora c’è anche “Wolfgang” al basso più il rientrante David Lee Roth, dopo 28 anni nuovamente voce solista del gruppo, una ventata di freschezza! Nuova etichetta la Interscope del gruppo Universal, il disco si chiama A different kind Of truth e non manca l’edizione Deluxe CD+DVD che contiene le Downtown Sessions, versioni acustiche di alcuni vecchi brani.

air le voyage.jpgchuck prophet temple beautiful.jpgraul malo another world.jpg

 

 

 

 

 

 

 

Nuovo disco anche per gli Air. La formazione francese aveva musicato per il Festival di Cannes la versione restaurata del film di Georges Méliés Le Voyage Dans La Lune, un film di 14 minuti che è considerato tra i primi capolavori del cinema muto (datato 1902) e che appare nel DVD allegato alla versione Deluxe del disco. Poi il progetto è stato ampliato, sono stati aggiunti anche alcuni brani cantati e l’album esce per Virgin, sempre martedì prossimo.

Per la Yep Rock è in uscita il nuovo album dell’ex Green On Red (sempre per la vita) Chuck Prophet e come dice lui si tratta di un album dedicato a San Francisco, la sua città di elezione, come Lou Reed aveva fatto, ancora più esplicitamente con New York. L’album si chiama Temple Beautiful ed è un ciclo di canzoni dedicate alla città californiana. Tra rock, psichedelia e qualche ballata, il solito Chuck Prophet, quindi bello!

Around The World di Raul Malo è un disco “strano”, tutte cover per il Roy Orbison moderno (titolo che contende a Chris Isaak) ed ex leader dei Mavericks. Ma questa volta, forse, ha esagerato, da quello che ho sentito, frettolosamente, ma magari no! Brani in inglese, francese, spagnolo, c’è anche L’appuntamento, proprio quella della Vanoni (giuro, ma la faceva già dal vivo, controllare please!), cantata in italiano, ma anche Guantanamera, La Vie en Rose, Besame Mucho e altre.

Questa la tracklist:

01. Indian Love Cell      
02. L Appuntamento      
03. Every Little Thing About You      
04. Lucky One      
05. Let It Be Me      
06. Make the World Go Away      
07. La Vie en Rose      
08. I Said I Love You      
09. Besame Mucho      
10. A Man Without Love      
11. Moonlight Kiss      
12. Dance the Night Away      
13. Guantanamera      
14. Around the World

Dovrebbe uscire la settimana prossima in Inghilterra, quella dopo negli Stati Uniti e a fine mese in Italia, etichetta Decca/Universal.

Domani, il resto delle novità della prima uscita di Febbraio.

Bruno Conti