Una Trasferta Norvegese! Chip Taylor – Block Out The Sirens Of This Lonely World

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Chip Taylor – Block Out The Sirens Of This Lonely World – Train Wreck 2013 – 2 CD

Chi segue le vicende musicali con immutata passione da decenni potrebbe ritrovarsi spiazzato davanti al nome di John Wesley Voight, in arte Chip Taylor. La sua carriera ha origine negli anni sessanta ed è quella di un autore abituato a vivere nell’ombra, al punto da non rendere pubblica una parentela illustre ( è il fratello minore del celebre attore Jon Voight, e di conseguenza il fortunato zio di Angelina Jolie) e custodire gelosamente la propria indipendenza concedendo poco o nulla ai rituali dello show-biz del mercato discografico. Solo la febbrile passione per il gioco (è un giocatore professionista), appanna per un lungo periodo la sua creatività che gli aveva permesso nei sixties di scrivere brani immortali, quali Angel Of The Morning, Wild Thing, (Jimi Hendrix e Troggs), Any Way That You Want Me ( di nuovoTroggs)*** e altri ancora che non sto a menzionare, torna oggi a mettere a frutto il suo talento con un doppio album di notevole impatto emotivo.

L’idea di fare questo disco, nella testa di Chip, scatta all’indomani dell’eccidio nell’isola di Utoya (Norvegia), e il cantautore che in quel periodo era in tour poco distante da quel luogo, si sentì in dovere di scrivere la canzone Darkest Day, in onore delle vittime. Il passo successivo per Taylor è stato chiamare il produttore e polistrumentista Goran Grini, il fidato chitarrista John Platania  e con il valido aiuto di turnisti locali come Bjorn Petterson al basso e Magnus Olson alla batteria, dare vita ad uno dei lavori più intensi della sua carriera.

Un filo conduttore malinconico pervade tutto il disco, a partire dall’iniziale Block Out The Sirens Of This Lonely World, passando per il folk di Never Said Goodbye e Get Me Back e le quasi recitative God Bless Norwegians, Hey Vinnie e That’s How I Love You Tonight. Proseguendo con la splendida North Caucasus Fight Club (una storia di due fratelli pugili), la delicata e tristissima It Wasn’t Me, It Wasn’t You, la ballata Pretty Good Order (Human Beings), per chiudere con il brano più elettrico del disco The Last Video ( che ricorda il miglior Ryan Adams) e la dolcezza struggente di Tears From An Old Yonkers Child. Il bonus CD contiene ulteriori cinque brani, divertenti, che hanno il merito di essere fuori contesto dal resto del disco, e valorizzano ulteriormente la bravura di questo autore.

Dopo una serie di dischi di ottima fattura scritti in coppia con la texana Carrie Rodriguez, da uomo di musica ed autore vero, Chip Taylor questa volta ha scritto per sè stesso, un album di ballate di spessore poetico che vale la pena di ascoltare, piccoli frammenti di dolore, ma anche di luce e di speranza, che blandiscono o scuotono la nostra sensibilità.

Tino Montanari

***NDB Tra i tanti che ci hanno lasciato quest’anno, a febbraio è scomparso appunto anche Reg Presley, il leggendario cantante dei Troggs, sicuramente non uno dei grandi in assoluto, ma una figura importante nel rock e nel pop britannico degli anni ’60 e ’70. Volevo semplicemente ricordarlo.

*Nota Del Bruno Bis. Oggi non mi è capitato di scrivere nulla di nuovo nel Blog, ma volevo rendervi partecipi del “friccico” di eccitazione che ha scatenato in me una notizia, rilasciata ieri all’ora di cena sul TG1 dal nostro amico “Vince Breadcrump” (quando ci parla di notizie internazionali, come l’anno scorso ad agosto quando ricordando il 35° anniversario della scomparsa di Elvis Presley, lo definì “un simpatico mascalzone”, e quello penso fosse il suo giudizio critico sulla carriera, musica scelta per l’occasione It’s Now Or Never, classico del R&R napoletano)! Già, ma vi chiederete tutti, quale è la notizia di ieri, 26 giugno 2013? Blowin’ In The Wind compie 50 anni! (Però l’Unità lo aveva preceduto già l’11 giugno e lì il Mollicone si deve essere un po’ spazientito con la redazione, “perché non mi avvisate di queste notizie!”) E pensare che io ricordavo queste date per il brano: scritto da Bob Dylan nel 1962, eseguito per la prima volta il 16 aprile al Gerde’s Folk City Club di NYC e pubblicato su Sing Out nel giugno, però sempre del 1962 (quindi al limite sono 51, gli anni) e poi sull’album The Freewheelin’ Bob Dylan il 27 maggio del 1963, mentre il singolo uscirà solo nell’agosto del 1963. Ma mi sbagliavo e ora lo so!

Tutte date da cancellare, il nuovo anniversario è il 26 giugno, prendete nota. Per fortuna che esiste il buon Vincenzo e non bisogna inventarlo (questa volta nel video del servizio c’erano anche le versioni di Springsteen, Joan Baez e Stevie Wonder), per cui visto che effettivamente sono passati 50 anni (circa), festeggiamo pure!

Bruno Conti