Se Volete Celebrare Ancora Il Natale (In Ritardo) Facendo Casino! Old 97’s – Love The Holidays

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Old 97’s – Love The Holidays – ATO CD

I texani Old 97’s sono stati tra I pionieri del movimento alternative country degli anni novanta, insieme a band come gli Uncle Tupelo, i Jayhawks ed i Whiskeytown, e nel 2019 celebreranno i 25 anni di carriera: un quarto di secolo all’insegna di un country-rock di grande energia, con elementi punk ben presenti nel suono, ma anche con il ricorso spesso a sonorità più vicine al folk (infatti loro si autodefiniscono “loud folk”). In tutto questo tempo i nostri non hanno mai cambiato formazione, e sono ancora guidati dunque da Rhett Miller (che affianca a quella del gruppo una carriera da solista, e ha da pochissimo pubblicato il suo nuovo lavoro The Messenger https://discoclub.myblog.it/2019/01/22/senza-il-suo-abituale-gruppo-la-musica-cambia-la-qualita-no-rhett-miller-the-messenger/ ) insieme a Ken Bethea, chitarra solista, Murry Hammond al basso e Philip Peeples alla batteria. Il loro ultimo lavoro in studio, Graveyard Whistling, risale all’inizio del 2017, e sul finire del 2018 i quattro hanno deciso di celebrare il Natale pubblicando il loro primo album stagionale, Love The Holidays.

Ed il disco si rivela divertentissimo, puro Old 97’s sound: Miller e compagni mescolano abilmente brani della tradizione a canzoni nuove di zecca, il tutto suonato con la solita forza e grinta, ma anche con un gusto spiccato per le melodie immediate e fruibili. Un lavoro diverso dai soliti album natalizi, che per la sua peculiarità e freschezza trovo adatto ad essere ascoltato anche in altri periodi dell’anno. Il divertimento inizia subito con la title track, un brano ritmato e vigoroso tra rock, country ed errebi, con le chitarre ed una piccola sezione fiati che fanno a gara a chi ci mette più energia; I Believe In Santa Claus, se non fosse per la chitarra elettrica leggermente distorta e la sezione ritmica che pesta, sarebbe una languida ballata anni sessanta, ma sicuramente la preferisco con questo arrangiamento più rock. Deliziosa Gotta Love Being A Kid, rockin’ country a tutto ritmo e grinta, con un approccio degno dei Clash ma dalla melodia irresistibile. Snow Angels è più lenta ed attendista, ma alla maniera dei nostri (quindi sempre con brio), Christmas Is Coming è un coinvolgente e scintillante “punky-tonk” (ovvero un incrocio tra punk e honky-tonk), mentre Wintertime In The City è una ballatona quasi canonica, di buona fattura, che dimostra che i quattro sanno anche essere più accomodanti se vogliono (per contro, Rudolph Was Blue è uno scatenato rockabilly con chitarre in tiro e fiati ancora dietro la band).

Con Here It Is Christmastime i nostri ci propongono una squisita e toccante country ballad, anche se un po’ sgangherata come da loro stile, e con Hobo Christmas Song siamo in pieno honky-tonk elettrico, un pezzo saltellante e dal motivo vincente, con tanto di gorgheggi yodel. Auld Lang Syne è un traditional famosissimo (cantato più che altro a Capodanno), e la band lo rivolta come un calzino, rifacendolo in pura veste punk-rock, decisamente elettrica ma anche difficile da resistere; ancora più punk è la popolare Angels We Have Heard On High (sembrano i Ramones redivivi), mentre la nota God Rest Ye Merry Gentlemen è resa quasi irriconoscibile da un arrangiamento tra rock e surf music (con ottima prestazione chitarristica), con risultati comunque godibili. Il CD si chiude con altri due traditionals: in Up On The Housetop i nostri ricordano notevolmente i Pogues, con un pezzo tra rock e folk davvero coinvolgente, mentre la gentile Blue Christmas è decisamente più “natalizia”. Un disco quindi divertente e trascinante, in puro stile Old 97’s: Rockin’ Christmas at its best!

Marco Verdi

Senza Il Suo Abituale Gruppo La Musica Cambia, La Qualità No! Rhett Miller – The Messenger

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Rhett Miller – The Messenger – ATO CD

Il 2018 è stato un anno molto impegnativo per il texano Rhett Miller, in quanto abbiamo avuto il primo album natalizio del gruppo che guida sin dai primi anni novanta, gli Old 97’s (il divertente Love The Holidays) ed anche il suo settimo lavoro in studio da solista, The Messenger, che come al solito si stacca abbastanza dallo stile della sua band principale. Infatti quando è all’interno degli Old 97’s Rhett si diverte, lascia uscire prepotentemente il rocker che è in lui (spesso il punk-rocker, seppure con elementi country sempre ben radicati), mentre quando è da solo la sua parte cantautorale prende decisamente il sopravvento. E anche The Messenger (il cui titolo è stato scelto da Miller con lo stesso criterio dei precedenti, che tranne due eccezioni rispondono ai nomi di The Instigator, The Believer, The Interpreter, unico live album, The Dreamer e The Traveler) segue il trend instaurato con i lavori passati, un (bel) dischetto di rock da cantautore, con diversi riferimenti alla musica del Sud ed al suono degli anni sessanta e settanta, tra solide ballate e brani più movimentati.

Un album piacevole e ben fatto, nel quale Miller lascia per un attimo da parte le scorribande tipiche degli Old 97’s e si presenta come musicista completo; anche qui, come nel suo gruppo abituale, è accompagnato da un terzetto: Sam Cohen, che oltre a produrre l’album suona (benissimo) chitarre, steel, piano ed organo, Brian Betancourt al basso e Ray Rizzo alla batteria. L’opening track, Total DIsaster, è un brano dal ritmo saltellante, con un suono di basso molto pronunciato, qualche riverbero chitarristico che rimanda ai sixties ed un mood rilassato e quasi laidback. Did I Lose You At I Love You è languida, i riverberi sono più pronunciati e ci troviamo in territori cari a Chris Isaak, anche se la voce di Rhett è molto più “rootsy” e meno melodiosa di quella del californiano: ottima la chitarra di Cohen, alla Hank Marvin; Wheels è una rock song cadenzata e dai sapori decisamente Muscle Shoals, ritmo sostenuto, bella chitarra ed un suono caldo, You Were A Stranger è una limpida e distesa ballata, dall’approccio cantautorale ma con un arrangiamento da brano rock anni settanta, un pezzo solido e piacevole al tempo stesso.

Deliziosa The Human Condition, ancora contraddistinta da un’atmosfera sudista d’altri tempi, una melodia vincente ed la solita ritmica sbarazzina: Miller conferma, se ce ne fosse stato bisogno, di essere un songwriter a 360 gradi. Close Most Of The Time è una pop song di nuovo con un piede degli anni sessanta, davvero gradevole e diretta, I Used To Write In Notebooks è uno slow pianistico con un altro motivo di stampo pop, mentre Permanent Damage è puro folk-rock con tanto di jingle-jangle, anche se il piglio è da garage band (ci vedo qualcosa dei Dream Syndicate meno aggressivi). Con I Can’t Change Rhett torna a fare musica prevalentemente acustica, con una ballata delicata e spruzzata di country, Bitter/Sweet è una squisita slow song, con la steel alle spalle ed un motivo toccante ed evocativo; il CD termina con la bellissima We’re In Trouble, altro lento dall’atmosfera nostalgica, eseguito con ottima perizia, e con Broken, ennesimo brano dallo script impeccabile.

Con gli Old 97’s o da solo, Rhett Miller si conferma un musicista ed autore di tutto rispetto, che sa separare benissimo il suo lato scanzonato e casinista da quello più serio e cantautorale.

Marco Verdi

Una Bella Serata Tra Amici, Vecchi E Nuovi, In Quel Di Austin, TX. Johnny Cash – We Walk The Line

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 Johnny Cash – We Walk The Line A Celebration Of The Music Of Johnny Cash – Sony Legacy CD/DVD o Blu-Ray

Se ne parlava da mesi, ve lo avevo anticipato in modo definitivo il 27 luglio, ora è disponibile, per cui parliamone!

20 Aprile 2012, Moody Theatre, Austin, Texas, un gruppo di musicisti di diversa provenienza (tra poco li vediamo) si unisce per festeggiare l’80° Anniversario della nascita di Johnny Cash, che paraltro non è, né il 20 aprile, giorno del concerto e neppure il 7 agosto, giorno di uscita ufficale dei dischetti, bensì il 26 febbraio, ma non stiamo troppo a sottilizzare.

Sono sul palco Don Was, al basso e direttore musicale, Buddy Miller e Greg Leisz a tutti i tipi di chitarre, dall’Inghilterra via Austin Ian McLagan alle tastiere e Kenny “picchiaduro ma non solo” Aronoff alla batteria. Non male! Subito li raggiunge sul palco per dare il via alle operazioni l’attore Matthew McConaughey. All’inizio l’avevo scambiato per John Carter Cash, ma troppo bello ed atletico non poieva essere lui, comunque poco male, McConaughey si rivelerà un “host” simpatico e competente, facendosi anche una cantatina che si trova tra gli extra del DVD. Quindi dà il via al concerto e sul palco sale la prima cantante:

1) Brandi Carlile -Folsom Prison Blues

Nel corso della serata si esibiranno anche alcuni musicisti che sinceramente non so quale grado di empatia abbiano con la musica di Johnny Cash, ma sicuramente la cantante di Ravensdale, Washington, anche se tutti la accostano alla scena di Seattle (dove ha iniziato la carriera), è una che è sempre vissuta a pane e Johnny Cash, tanto che già a 8 anni cantava con la mamma Tennessee Flat Top Box e Folsom Prison Blues è sempre stato uno dei cavalli di battaglia del suo repertorio live. Con quel gruppo alle spalle è difficile fare male e Brandi (vestita come the Woman In Black) ci mette grinta e passione confermandosi una delle voci più interessanti dell’attuale panorama musicale americana. Grande versione con Buddy Miller e Greg Leisz che cominciano a macinare note con le loro chitarre, ben supportati dall’organo inossidabile di Ian McLagan.

2) Andy Grammer – I Get Rhythm

Questo belloccio californiano è uno dei primi misteri della serata, ma evidentmente, come nel caso del tributo a Dylan di inizio anno, l’industria discografica si para il culo inserendo anche qualche giovanotto di belle speranze. Certo, con tutti i miliardi di musicisti al mondo che potevano eseguire questo brano, Andy Grammer non sarebbe stata la mia prima scelta e forse neppure la millesima, ma, ripeto, con quei musicisti alle spalle è difficile fare male, e il nostro amico se la cava discretamente.

3) Amy Lee – I’m So Lonesome I Could Cry

Altra scelta misteriosa. La ex e ora nuovamente cantante degli Evanescence, così, a occhio, non si sembra una grande appassionata di Cash. E infatti quella che viene presentata come la sua canzone preferita di Cash, in effetti è un brano di Hank Williams, che però faceva parte del suo repertorio. Una struggente ballata country con weeping steel guitar viene cantata peraltro in modo più che rispettoso e degno da Amy Lee.

4) Buddy Miller – Hey Porter

Qui le cose cominciano a farsi serie. Eseguita come Ry Cooder avrebbe fatto se l’avessero invitato per suonare Get Rhythm. Byddy Miller si conferma uno dei pilastri della musica “roots” americana!

5) Shelby Lynne – Why Me Lord

Non le avranno dato il Grammy per nulla. Shelby Lynne alle prese con uno dei brani gospel-country più belli mai scritti da Kris Kristofferson, ancora una volta incanta con la sua voce calda, potente ed espressiva.

6) Pat Monahan – Help Me Make It Through The Night

Ancora un brano di Kristofferson per la voce solista dei Train, che non vedrei male in futuro alle prese con questo tipo di repertorio perché la canta veramente bene, grande voce e grande interpretazione.

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7) Shelby Lynne & Pat Monahan – It Ain’t Me Babe

Gli ultimi due cantanti ascoltati, uniscono le forze per un duetto in uno dei brani di Bob Dylan che Johnny Cash amava di più, quasi sempre eseguita in coppia con la moglie June Carter. Bellissima versione, con un arrangiamento maestoso ed avvolgente, poi in crescendo, probabilmente frutto della mente di Don Was (vedremo cosa riuscirà a fare con il nuovo Van Morrison, che sarà prodotto da lui), in ogni caso gran bella canzone.

8) Jamey Johnson & Kris Kristofferson – Sunday Morning Coming Down

Ancora un duetto e ancora una canzone di Kris Kristofferson, in coppia con una delle forze emergenti della nuova musica country di qualità, per cantare una delle canzoni che hanno fatto la leggenda di Johnny Cash. Ci voleva coraggio per cantare alla televisione americana nel 1970 “Wishing, Lord, That I Was Stoned”, ma che bella canzone ragazzi! Anche in questa versione lenta ed intensa non perde un briciolo del suo fascino, la voce di Kristofferson sempre più “spezzata”, ma mai vinta, sorretta dal baritono poderoso di Johnson, bella accoppiata.

9) Carolina Chocolate Drops – Jackson

Questi sono i giovani che ci piacciono, alle prese, nel loro inconfondibile stile, con un altro dei classici della coppia John & June. Che dire? Bravi, sempre più bravi!

10) Rhett Miller – Wreck Of The Old 97

E il leader degli Old 97’s cosa potevano invitarlo a cantare? Giovanile d’aspetto, ma i 40 li ha passati, Rhett Miller (non è parente di Buddy), da solo o con il suo gruppo è uno dei migliori musicisti della nuova scena alternative country americana e lo conferma anche in questa serata con una versione sparatissima di questo brano da cui ha preso il nome il suo gruppo.

11) Ronnie Dunn – Ring Of Fire

Questo brano l’avrei fatto cantare da qualcun altro, ma devo ammettere che l’ex metà di Brooks & Dunn realizza una versione di buon spessore, con le immancabili trombe mariachi affidate a una coppia di “ragazze messicane”. L’omaggio della Nashville più tradizionale alla musica di uno dei “fuorilegge” di quella scena.

12) Shooter Jennings & Amy Nelson – Cocaine Blues

I due figli d’arte ci regalano una bella versione, gagliarda e grintosa, di uno dei brani che erano sul leggendario At Folsom Prison. Shooter Jennings è sempre bravo, la figlia di Willie Nelson non la conoscevo, ma buon sangue non mente. E poi, ripeto, con quella house band chiunque farebbe un figurone.

13) Lucinda Williams – Hurt

Il brano di Trent Reznor dei Nine Inch Nail è stato uno degli ultimi capolavori del Johnny Cash interprete, nella sua serie degli American Recordings, la voce dolente e sofferta di Lucinda Williams, manco a dirlo, è perfetta per questo brano. Uno degli highlights del concerto.

14) Iron & Wine – Long Black Veil

Altra ottima scelta nell’ambito dell’alternative country (e non solo) è quella di Sam Bean, ovvero Iron & Wine. In una parola, stupenda!

15) Kris Kristofferson – Big River

Torna il grande Kris per rendere il favore. Johnny Cash oltre a cantare alla grande le canzoni degli altri ne scriveva molte belle anche lui. Questo ne è un limpido esempio, proprio una di quelle del classico boom chicka boom, e con la band in grande spolvero, bella anche la interpretazione di Kristofferson!

16) Sheryl Crow – Cry Cry Cry

Lei è come il prezzemolino, c’è sempre, però è brava e questo brano le calza proprio a pennello, gli anni passano ma quando vuole (e può) la classe non manca, ottimo ed abbondante.

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17) Willie Nelson & Sheryl Crow – If I Were A Carpenter

Sheryl Crow rimane e arriva uno dei più grandi amici di Cash, per una versione di un altro dei suoi grandi classici in duetto con la moglie June. Scritta da Tim Hardin, era stata pubblicata come singolo dalla Columbia nel 1969 (nel libretto del doppio, che è formato CD, quindi piccolo e non ingombrante, trovate anche tutte le altre informazioni sulle versioni originali, data ed eventuale album dove appariva). Mickey Raphael si aggiunge all’armonica e la coppia, con la super band alle loro spalle, realizza una versione da sogno di questa stupenda canzone. Non sempre e comunque amo quello che Willie Nelson produce ma quando la ispirazione lo coglie è sempre un grande.

18) Willie Nelson, Kris Kristofferson, Shooter Jennings, Jamey Johnson – Highwayman

Degli originali ne sono rimasti solo due, ma Shooter sostituisce il babbo Waylon Jennings con grande piglio e il vocione di Jamey Johnson sostituisce Johnny Cash con bravura per un brano che ci avvicina alla conclusione del concerto con un altro degli highlights della serata.

19) Full Ensemble – I Walk The Line

Tutto il cucuzzaro sul palco per il gran finale con una versione country-folk di un superclassico che vede tutti i musicisti alternarsi sul palco.

E qui finisce il concerto nella versione CD per restare negli 80 minuti canonici di durata (anche qualcosa meno). Ma negli extra del DVD oltre alla esibizione di Matthew McConaughey che recita e canta The man comes around, c’è anche una eccellente I Still Miss Someone di un ancora ispirato Willie Nelson, registrata durante le prove. Una serie di brevi interviste con tutti i partecipanti inframmezzate da qualche breve filmato preso dai suoi special televisivi, che proseguono nel segmento definito Walking The Line: The Making Of A Celebration. Un piccolo appunto: ma niente Rosanne e John Carter Cash? E pure Carlene Carter?

Per parafrasare il famoso “poeta televisivo” Paolo Bonolis, visto che a parte il promo iniziale YouTube non ci viene in soccorso, Ove possibile, s’ha da avere!

Bruno Conti

Novità Di Giugno Parte I. Dexys, Chris Robinson, Squackett, Paul Simon, Heart, Hives, Rodney Crowell, Alan Jackson, Joe Walsh, Rhett Miller, Albert King, Box Vanguard

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Iniziamo un ulteriore mese di novità discografiche con le uscite di martedì 5 giugno: di molti vi ho già parlato con molto anticipo e confermo le uscite di Neil Young, Beach Boys, Patti Smith, Brandi Carlile, Alejandro Escovedo, Shawn Colvin e molti altri che non sto a citare, ma questa settimana è ricca di altre novità e ristampe.

Partiamo con un clamoroso ritorno. Si chiamano Dexys semplicemente, perché Kevin Rowland ha detto che sono simili ma non del tutto al vecchio gruppo, qualsiasi cosa voglia significare questa affermazione. Comunque dei vecchi Dexys Midnight Runners, inattivi dal 1985 dell’ottimo Don’t Stand Me Down, ci sono solo Pete Williams, il bassista e il trombonista Big Jim Paterson. Inoltre c’è Mick Talbot, il tastierista dei Merton Parkas e degli Style Council che ad inizio carriera aveva gravitato intorno al primo nucleo dei Dexys. Il nuovo album del gruppo si chiama One Day I’m Going To Soar, esce per la BMG Right’s Management e si dice sia un ritorno ai fasti del passato, sentiremo! A giudicare dal video è sempre classico Celtic Pop Soul.

Nuova formazione che onomatopeicamente in italiano ricorda movimenti spiacevoli di pancia (” ho un po’ di squackett!”) ma molto più prosaicamente è la somma dei due cognomi: Chris Squire e Steve Hackett, gli Squackett. Il bassista degli Yes e il chitarrista dei Genesis che genere faranno? A Life Within A Day esce per la Antenna/Esoteric e non manca una costosa edizione CD+DVD che in più ha “solo” l’album ripetuto in versione 5.1 Dolby Surround e la copertina cartonata.

Questo Kin, Songs By Mary Karr & Rodney Crowell, è in effetti il nuovo album (molto bello) di quest’ultimo con i testi firmati da una scrittrice americana. Oltre alla bravura di Crowell, uno dei migliori songwriters americani in assoluto, quello che lo rende interessante è la presenza di Norah Jones, Vince Gill, Lucinda Williams, Lee Ann Womack, Rosanne Cash, Kris Kristofferson & Emmylou Harris, in ordine di apparizione sulla copertina. Non sono duetti,  spesso gli ospiti sono le voci soliste nelle canzoni scritte da Crowell e Mary Karr!

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Tre musicisti che approfittano delle pause sabbatiche dei rispettivi gruppi.

Chris Robinson Brotherhood presenta un’altra “fratellanza” dopo quella di Devon Allman & Co. Il disco dell’ex (?) Black Crowes si chiama Big Moon Ritual esce per la Silver Arrow/megaforce ed è un disco di rock classico. Solo sette brani ma ciascuno sui sette minuti e oltre con Neal Casal alla chitarra solista e armonie vocali. Ma non poteva fare un disco a nome del gruppo? SSQM, Sono Strani Questi Musicisti! Comunque il disco è buono.

Anche Rhett Miller, dopo The Interpreter questa volta The Dreamer, lasciati momentaneamente gli Old 97’s, pubblica per la Maximun Sunshine un album che per l’occasione ricorda molto il suono del suo gruppo, country-rock e americana. C’è un bel duetto con Rosanne Cash, As Close As I Came To Being Right. Si sente pure un’altra voce femminile nel disco, quella di Rachael Yamagata e alla batteria appare come ospite Jerry Marotta e tanta pedal steel, mi pare niente male anche questo ad un primo ascolto.

Joe Walsh, diciamo che ufficialmente fa parte sempre degli Eagles, ma sono quei 40 anni che periodicamente pubblica anche album solisti. Questo Analog Man però è una primizia, prodotto da Jeff Lynne sembra un ritorno ai tempi belli dei vecchi dischi (quelli degli uomini “analogici” contro i “digitali”). Della prima categoria è presente anche il cognato di Joe Walsh, tale Ringo Starr, alla batteria: hanno sposato le sorelle Bach. Non manca la versione CD+DVD che per una volta ha senso perché oltre al consueto Making of e track-by-track ci sono anche i video di tre brani registrati dal vivo.

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Per la serie “Ristampe e Box, che passione”, tre cofanetti interessanti.

Il primo è la ristampa per il 25° anniversario di Graceland di Paul Simon, stranamente esce per la Sony, visto che in origine era stato pubblicato dalla Warner. C’è il CD, che si trova anche da solo:

1. The Boy In The Bubble
2. Graceland
3. I Know What I Know
4. Gumboots
5. Diamonds On The Soles Of Her Shoes
6. You Can Call Me Al
7. Under African Skies
8. Homeless
9. Crazy Love, Vol II
10. That Was Your Mother
11. All Around The World Or The Myth Of Fingerprints
12. Homeless (Demo)
13. Diamond on the Soles of Her Shoes (Alternate version)
14. All Around the World or The Myth of Fingerprints (Early version)
15. You Can Call Me Al (Demo)
16. Crazy Love (Demo)
17. The Story of Graceland as told by Paul Simon

E il DVD del documentario Under African Skies che racconta la storia di questo bellissimo album. Presentato al Sundance Film Festival, il documentario esce anche da solo, come BluRay e contiene varie chicche, tra cui tre video dei tempi, l’apparizione al Saturday Night Live e molte interviste. Il CD come vedete ha anche una traccia audio con Paul Simon che racconta la storia del disco. Per i fan più incalliti ci sarebbe anche una versione Superdeluxe con due CD in più (ma uno è semplicemente lo sdoppiamento in due del CD da 17 brani, per lasciare l’album originale com’era). il quarto dischetto contiene 5 brani registrati dal vivo a San Sebastiano in Spagna nel 1989. Oltre ai soliti memorabilia che fanno lievitare il prezzo alle solite cifre stratosferiche.

Il secondo cofanetto che vi presento oggi, dedicato alle Heart, ovvero le sorelle Ann & Nancy Wilson, comprende tre CD più un DVD ricchi di inediti e rarità. Si chiama Strange Euphoria ed esce per la Sony Legacy. Per rompere i “maroni”, in esclusiva per Amazon USA, c’è un quinto CD con 5 cover di brani dei Led Zeppelin. Questo è il contenuto della parte audio:

Disc: 1
1. Through Eyes And Glass (by Ann Wilson & The Daybreaks)
2. Magic Man (demo)
3. How Deep It Goes (demo)
4. Crazy On You (demo)
5. Dreamboat Annie (Fantasy Child) + Dreamboat Annie Reprise (edit)
6. Love Alive
7. Sylvan Song
8. Dream Of The Archer
9. White Lightning And Wine (live at the Aquarius)
10. Barracuda (live from BBC Radio Concert)
11. Little Queen
12. Kick It Out
13. Here Song (demo)
14. Heartless (demo)
15. Dog & Butterfly (acoustic demo)
16. Straight On
17. Nada One

Disc: 2
1. Bebe le Strange
2. Silver Wheels II
3. Even It Up
4. Sweet Darlin’
5. City’s Burning
6. Angels
7. Love Mistake
8. Lucky Day (demo)
9. Never (live, with John Paul Jones)
10. These Dreams
11. Nobody Home
12. Alone
13. Wait For An Answer
14. Unconditional Love (demo)
15. High Romance (demo)
16. Under The Sky (demo)
17. Desire Walks On (“Beach demo” version)

Disc: 3
1. Kiss (by The Lovemongers)
2. Sand (live) (by The Lovemongers)
3. Everything (live) (by Nancy Wilson)
4. She Still Believes (live)
5. Any Woman’s Blues (demo) (with the Seattle Blues Revue Horns)
6. Strange Euphoria
7. Boppy’s Back (demo)
8. Friend Meets Friend (live) (by The Lovemongers)
9. Love Or Madness (live)
10. Skin To Skin
11. Fallen Ones
12. Enough
13. Lost Angel (live)
14. Little Problems, Little Lies (by Ann Wilson)
15. Queen City
16. Hey You
17. Avalon (Reprise)

Disc: 4 (Amazon Exclusive)
1. Going to California
2. Battle Of Evermore
3. What Is And What Should Never Be
4. Immigrant Song
5. Misty Mountain Hop

Nel DVD c’è una rara apparizione televisiva del 1976 più i soliti commenti track-by-track.

E un bel Box quadruplo che festeggia la storia della grande etichetta americana Vanguard negli anni ’60, dove lo vogliamo mettere? Make It Your Sound, Make It Your Scene Vanguard Record 1960’s Musical Revolution racconta la storia di quegli anni attraverso una selezione di brani tratti dal catalogo di questa casa discografica. Non credo ci siano inediti, ma molto materiale raro o poco conosciuto di artisti “minori” accanto ai “grandi” del folk, del blues, del jazz, del country e del rock, c’è un po’ di tutto di quel periodo. Ecco la tracking list completa:

Disc: 1
1. I’m So Glad – Skip James
2. Done Got Wise – Big Bill Broonzy
3. Stagolee – Mississippi John Hurt
4. Gospel Train – Golden Gate Quartet
5. Oh Mary, Don’t You Weep – Swan Silvertones
6. The Prodigal Son – Rev Robert Wilkins
7. Bosco Stomp – Cajun Band
8. Blues Is A Botheration – Otis Spann
9. Too Much Alcohol – J.B. Hutto & His Hawks
10. Blues After Hours – Pee Wee Crayton
11. I Can’t Be Satisfied – John Hammond
12. What’s The Matter With The Mill – Koerner Ray & Glover
13. Cocaine – Dave Van Ronk
14. Samson And Delilah – Rev Gary Davis
15. Cotton Crop Blues – James Cotton
16. Clay’s Tune – Charlie Musselwhite Blues Band
17. I Can’t Quit You Babe – Otis Rush
18. You Lied To Me – Junior Wells
19. Fever – Buddy Guy
20. Ball And Chain – Big Mama Thornton
Disc: 2
1. Deep River Blues – Doc Watson
2. Hello Stranger – Mike Seeger
3. House Carpenter – Almeda Riddle
4. 500 Miles – Hedy West
5. Little Glass Of Wine – Stanley Brothers
6. Going Down This Road Feeling Bad – Watson Family
7. Stewball – John Herald With The Greenbriar Boys
8. This Land Is Your Land – Weavers
9. Pretty Boy Floyd – Cisco Houston
10. Walk Right In – Rooftop Singers
11. The Rocky Road To Dublin – Liam Clancy
12. Jug Of Punch – Clancy Brothers
13. The Leaves That Are Green – Country Gentlemen
14. Walls Of Time – Bill Monroe With Peter Rowan
15. Where Have All The Flowers Gone? – Pete Seeger
16. Anger In The Land – Hedy West
17. There But For Fortune – Phil Ochs
18. Thirsty Boots – Eric Andersen
19. The Last Thing On My Mind – Tom Paxton
20. San Francisco Bay Blues – Jesse Fuller
21. Roll On Buddy – Kentucky Colonels With Clarence White
22. Hard, Ain’t It Hard – Kingston Trio
23. Many A Mile – Patrick Sky
Disc: 3
1. North Country Blues – Bob Dylan
2. Farewell, Angelina – Joan Baez
3. Early Morning Rain – Ian & Sylvia
4. Reflections In A Crystal Wind – Mimi & Richard Fariña
5. Driving On Bald Mountain – Odetta
6. Four Strong Winds – Ian & Sylvia
7. Mobile Line – Jim Kweskin
8. Dope Again – Serpent Power
9. I-Feel-Like-I m-Fixin’-To-Die Rag – Country Joe & The Fish
10. Sock It To Me – Sandy Bull
11. Down In The Basement – Notes From The Underground
12. Negative Dreamer Girl – Circus Maximus
13. Rock And Roll Music – Frost-4
14. Cristo Redentor – Charlie Musselwhite With Harvey Mandel
15. Nobody Blues – Serpent Power
16. Born In Chicago – Paul Butterfield Blues Band
17. Oud And Drums – Sandy Bull
18. Janis – Country Joe & The Fish
19. Sweet Lady Love – Frost
20. Lonely Man – Circus Maximus
Disc: 4
1. The Night They Drove Old Dixie Down – Joan Baez
2. Hobo’s Lullabye – Gary & Randy Scruggs
3. Dueling Banjos – Dillards
4. Shell Game – Jerry Jeff Walker
5. Get Your Biscuits In The Oven And Your Buns In The Bed – Kinky Friedman
6. I’m A Woman Jim Kweskin & The Jug Band with Maria Muldaur
7. March! For Martin Luther King – John Fahey
8. The Death Of Stephen Biko – Tom Paxton
9. Here I Go Again – Country Joe & The Fish
10. You Should Be More Careful – Elizabeth
11. Soldier Blue – Buffy Sainte-Marie
12. Sold American – Kinky Friedman
13. Sail – Oregon
14. Rene’s Theme Larry Coryell & John McLaughlin
15. Commemorative Transfiguration And Communion At Magruder Park – John Fahey
16. Morning Song To Sally – Jerry Jeff Walker
17. She Used To Want To Be A Ballerina – Buffy Sainte-Marie
18. A Nickel’s Worth Of Benny s Help 31st Of February
19. Wish I Was A Punk – Notes From The Underground
20. Kiss My Ass – Country Joe McDonald

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L’ultimo terzetto di uscite è un po’ eterogeneo ma avevo esaurito gli accoppiamenti.

Il primo è il nuovo album del country man per eccellenza Alan Jackson che dopo oltre vent’anni passati con la Arista approda per questo Thirty Miles West alla nuova etichetta Capitol. Ma niente paura per gli appassionati, a parte il logo non cambia niente. Volendo ci sarebbe un duetto con Zac Brown, Dixie Highway.

Il gruppo rock svedese degli Hives pubblica il nuovo album Lex Hives, sulla loro etichetta negli USA, ma in Europa è distribuito dalla Columbia, file under rock, come al solito.

Per finire, una nuova ristampa dal catalogo Stax, si tratta di I’ll Play The Blues For You di Albert King, rimasterizzato e arricchito di 4 tracce in più. In America era già uscito il 22 maggio. Così come gli album di Joe Walsh e Escovedo per il mercato italiano usciranno una settimana dopo, il 12 giugno.

Direi che anche per oggi è tutto, non fate caso agli “anche”, oggi me ne sono scappati parecchi ma non avevo voglia di fare “anche” il proto di me stesso ed eliminarli, per cui per questa volta ve li cuccate. Alla prossima!

Bruno Conti

Novità Di Novembre Parte V. Paul McCartney, Unthanks, Adele, Bellowhead, Dixie Chicks, Smashing Pumpkins, Rhett Miller, Jeffrey Foucault, Eccetera

 

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Ultima lista di novità per le uscite di novembre del giorno 29 (e qualche recupero). In questi giorni sono usciti, e stanno uscendo, molti dischi in vinile per il Record Store Day versione Black Friday, ma visto che stanno uscendo a rate, anche fino al 6 dicembre, alla faccia dell’ultimo venerdì di novembre, se volete ve li cercate da soli. C’è materiale dei Pink Floyd, John Lennon, Nirvana, Rolling Stones, Pete Townshend, Bob Dylan, Beatles, Janis Joplin, Warren Haynes e altri. Passiamo alle uscite in CD e DVD:

The Love We Make di Paul McCartney (che ieri 27 novembre era al Forum di Assago) è un documentario girato nelle immediate vicinanze dell’attentato alle Torre Gemelle con Paul che gira per le strade di New York seguito da una telecamera, con la regia di Albert Maysles (quello di Gimme Shelter degli Stones). Nel DVD viene seguita e documentata anche la preparazione e la realizzazione del Concert For New York City con molti filmati del concerto e del dietro le quinte con tutti i suoi famosi partecipanti. Viene distributo dalla Eagle Rock/Edel anche in Blu-ray.

Dixie Chicks VH1 Storytellers dice tutto il titolo, è stato registrato nell’occasione della loro partecipazione alla trasmissione ideata da Bill Flanagan. Il periodo è Settembre 2006, quello immediatamente successivo alle polemiche con il Governo Bush. I brani contenuti sono i seguenti:The Long Way Around / Truth No. 2 / Silent House / Cowboy Take Me Away / Lullaby / Lubbock or Leave It / Not Ready To Make Nice / Easy Silence / So Hard / Wide Open Spaces / Sin Wagon. Etichetta Sony Music, anche questo esiste sia in DVD che Blu-ray.

Adele con l’ultimo album 21 ha venduto qualche fantastiliardo di copie, ma a differenza di alcune sue colleghe che anche loro in questi giorni pubblicano DVD di concerti, tipo Britney Spears, Kylie Minogue, Lady Gaga e company, è veramente brava e ha una bella voce. Questo Live At The Royal Albert Hall che esce in DVD o Blu-Ray con il CD del concerto allegato alla confezione, oltre al meglio della sua produzione ha alcune cover come If I Can’t Make You Love Me di Bonnie Raitt, If It Hadn’t Been For Love degli Steeldrivers e Make You Feel My Love di Bob Dylan che in YouTube ha avuto più di 40 milioni! di contatti. Eichetta XL recordings.

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I Bellowhead sono uno dei migliori gruppi folk inglesi e come potete vedere dalla copertina del DVD sono la metà di mille in formazione. Hedonism era stato scelto come secondo miglior disco di folk dello scorso anno alle spalle di Gift di Norma Waterson e Eliza Carthy. Ora esce questo Hedonism Live registrato nel corso del tour per promuovere quel disco. Lo pubblica la Proper ed è una ennesima ottima occasione per conoscere questa grande formazione britannica (che fa parte di quelle di cui avrei dovuto parlarvi e poi per il soliti problemi di tempo, il CD, a parte la dovuta segnalazione nelle Anticipazioni, era passato dalla pigna degli ascolti al dimenticatoio, purtroppo). Io segnalo comunque perché sono molto bravi e originali, con il loro stile che mescola strumenti tradizionali, fiati e sonorità rock e gitane. Grande gruppo!

A proposito di grandi, Dusty Springfield è stata una delle più importanti cantanti inglesi dagli anni ’60 fino alla sua morte avvenuta nel marzo del 1999. Almeno Dusty In Memphis dovrebbe essere in ogni collezione che si rispetti ma se fosse possibile acquistare un Box sarebbe anche meglio visto che la Springfield era una artista anche da singoli. Nel passato erano già usciti cofanetti dedicati alla sua opera, ma questo Goin’ Back: The Definitive Dusty Springfield li supera tutti: in quattro CD e 3 DVD è raccolto il meglio della sua produzione. L’unico problema è il prezzo che supera abbondantemente i 100 euro. Però c’è l’alternativa per i “poveri ricchi” con un altro box di 3 CD + 1 DVD che si chiama The Magic Of Dusty Springfield e contiene una selezione più ristretta (ma assai corposa e interessante) ad un prezzo che è circa un terzo dell’altro. Per entrambi distribuzione Universal (non in Italia, per il momento).                                                                                                         

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Un terzetto di CD di gruppi o solisti “minori” ma non per questo meno validi. Cominciamo con un’altra delle migliori formazioni folk (ma è “solo” folk?) della Terra d’Albione, gli Unthanks, che inaugurano una serie di registrazioni che si chiameranno Diversions, il volume 1 The Songs Of Robert Wyatt & Antony And The Johnsons -Live From The Union Chapel London è molto esplicativo fin dal titolo. Registrato lo scorso dicembre del 2010 pare sia ottimo, Robert Wyatt ha detto che se dovesse scegliere un disco per tramandare ai posteri la sua musica opterebbe per questo delle Unthanks che, secondo lui, con le loro voci “chiare e vibranti” sono tra quanto c’è di meglio in circolazione al momento. E chi siamo noi per contraddire il grande Robert? Etichetta Rabble Rouser Music.

I Crooked Still sono una formazione bluegrass americana che incide per la Signature Records negli States e per la C.S.C. in Europa. Questo mini album con 7 brani o EP se preferite, esce per celebrare il loro 10° anno di carriera, contiene, tra l’altro, delle bellissime cover di We Can Work It Out dei Beatles e American Tune di Paul Simon. La voce è quella bellissima di Aoife O’Donovan, se vi piacciono Alison Krauss & Union Station qui c’è “trips for cats”.

Rhett Miller oltre ad essere il leader degli Old 97’s ha anche una carriera come solista, questo The Interpreter Live At Largo che esce per la Maximun Sunshine raccoglie una serie di “interpretazioni” di brani più o meno celebri. Ci sono Homeward Bound (e qui elevo un sincero ringraziamento ad un tipo che nella sua “recensione” del disco su Amazon attribuisce questo brano a John Denver e si chiede come avesse fatto a non accorgersi che Denver potesse avere scritto un brano così bello? Forse perchè l’ha scritto Paul Simon! Due risate sono sempre bene accolte), American Girl di Roger McGuinn (per rimanere in tema di equivoci, sembra uguale a Tom Petty, o è viceversa?), un medley di Wave of Mutilation dei Pixies con I wanna be sedated dei Ramones, Brilliant Mistake di Costello, Waterloo Sunset dei Kinks, The Bewlay Brothers del Bowie più dyaniano di sempre e molte altre belle canzoni, solo Rhett Miller con la sua chitarra, in alcuni brani c’è anche Jon Brion e in uno Joey Santiago proprio in una ripresa del brano dei Pixies. Molto piacevole!

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Se volete ulteriormente fare del male al vostro portafoglio, domani 29 novembre, la Virgin/EMI pubblica le versioni Deluxe di Siamese Dream e Gish degli Smashing Pumpkins. Entrambe sono triple e contengono l’album originale rimasterizzato, un secondo CD con rarità, inediti ed outtakes oltre ad un concerto dal vivo, sempre inedito, su DVD. Per Gish Live From The Metro, Chicago 1990, per Siamese Dream sempre Live At The Metro, Chicago ma del 1993. In Europa ed Italia escono il 6 Dicembre.

Finiamo questo giro con un altro disco (come i Crooked Still) già uscito da qualche giorno, si tratta del nuovo Jeffrey Foucault Cold Satellite, il secondo che esce nel 2011 (ma aveva già avuto una breve diffusione un annetto fa). La particolarità è che i testi sono della poetessa americana Lisa Olstein, mentre la musica è il “consueto” eccellente country-folk-rock roots di Foucault, uno dei migliori cantautori dell’ultimo decennio. L’etichetta è sempre la Continental Song City la stessa degli album di Israel Nash Gripka.

Per oggi è tutto.

Bruno Conti