Per La “Gioia” Del Grande Van, E Nostra, Ristampe Varie Future. Van Morrison, Il 30 Ottobre Astral Weeks & His Band And The Street Choir

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Quest’anno, dopo essere stato per alcuni anni senza un contratto discografico, Van Morrison ha firmato un contratto di distribuzione con la Sony/Bmg, l’ultima major che gli mancava di avere girato, e di conseguenza a metà marzo ha pubblicato un “nuovo” album, Duets: Reworking Tha Catalogue su etichetta RCA http://discoclub.myblog.it/2015/03/21/vivo-van-morrison-duets-re-working-the-catalogue-la-recensione/, decisamente un buon disco. Come conseguenza logica, anche dal titolo del CD, la Sony, che ha acquisito pure i diritti del catalogo discografico, ed essendo in possesso di una ulteriore etichetta come la Sony Legacy, specializzata in questo tipo di operazioni, si prepara a ristampare i vecchi album di Morrison che erano spariti dal mercato, e proprio verso la seconda metà di agosto venivano annunciati i primi 4 titoli di questa operazione, Saint Dominic’s Preview, Hard Nose The Highway, It’s Too Late To Stop Now e Enlightenment, credo sempre scelti a caso con il vecchio sistema del bambino bendato utilizzato per le estrazioni delle lotterie, anche se non è dato sapere se saranno singoli dischi o versioni doppie potenziate, come spesso è peculiarita della serie Legacy, e con una data presunta, ma non indicata di uscita, nel 2016. Nel frattempo il primo frutto tangibile di questa operazione è la pubblicazione del classico doppio The Essential Van Morrison, senza inediiti e rarità, ma con una ottima selezione di brani per chi si vuole avvicinare alla musica del grandissimo Van The Man.

van morrison the essential

I classici e i successi ci sono tutti, mancano ovviamente i brani più lunghi e le chicche prelibate del suo immenso repertorio:

[CD1]
1. Gloria (w. Them)
2. Here Comes The Night (w. Them)
3. Spanish Rose
4. Brown Eyed Girl
5. Astral Weeks
6. The Way Young Lovers Do
7. Moondance
8. Crazy Love
9. And It Stoned Me
10. Into The Mystic
11. Domino
12. Wild Night
13. Tupelo Honey
14. Jackie Wilson Said (I’m In Heaven When You Smile)
15. Warm Love
16. Fair Play
17. Caravan
18. Hungry For Your Love
19. Cleaning Windows (Live)

[CD2]
1. Bright Side Of The Road
2. And The Healing Has Begun
3. Tore Down A La Rimbaud
4. Someone Like You
5. Irish Heartbeat (w. The Chieftains)
6. Whenever God Shines His Light (w. Cliff Richard)
7. Have I Told You Lately
8. Real Real Gone
9. Enlightenment
10. Why Must I Always Explain?
11. Days Like This
12. That’s Life
13. Rough God Goes Riding
14. Precious Time
15. Once In A Blue Moon
16. Magic Time
17. Playhouse
18. Sweet Thing (Live)

Ma nel frattempo, con immensa gioia di Morrison, mi immagino, e da qui il titolo del Post, la Warner/Rhino che possiede i diritti dei primi 3 album, annuncia le ristampe dei due in loro possesso non ancora usciti, dopo la ripubblicazione potenziata nell’ottobre 2013 di  Moondance, senza l’approvazione dell’artista irlandese che aveva fatto sentire la sua voce per esprimere il suo disappunto per l’intero progetto http://discoclub.myblog.it/tag/moondance/. Non ho ancora avuto occasione di leggere se si è espresso anche su questo nuovo capitolo della sua saga, ma presumo non la prenderà molto bene neppure in questo caso. In ogni caso la Warner ha annunciato l’uscita dei due titoli per il 30 ottobre, e per una volta, bontà loro, escono entrambi “solo” in versione singola, comunque rimasterizzati e potenziati con alcune tracce extra. Se vi manca, nel frattempo vi consiglierei di provvedere anche all’acquisto dell’Astral Weeks revisited in edizione Live…

 

Comunque questi i contenuti delle nuove versioni:

Van Morrison – Astral Weeks

Track Listing
1. “Astral Weeks”
2. “Beside You”
3. “Sweet Thing”
4. “Cyprus Avenue”
5. “The Way Young Lovers Do”
6. “Madame George”
7. “Ballerina”
8. “Slim Slow Slider”
Bonus Tracks – Previously Unreleased
9. “Beside You” (Take 1)
10. “Madame George” (Take 4)
11. “Ballerina” (Long Version)
12. “Slim Slow Slider” (Long Version)

Van Morrison – His Band And The Street Choir

Track Listing
1. “Domino”
2. “Crazy Face”
3. “Give Me A Kiss”
4. “I’ve Been Working”
5. “Call Me Up In Dreamland”
6. “I’ll Be Your Lover, Too”
7. “Blue Money”
8. “Virgo Clowns”
9. “Gypsy Queen”
10. “Sweet Jannie”
11. “If I Ever Needed Someone”
12. “Street Choir”
Bonus Tracks – Previously Unreleased
13. “Call Me Up In Dreamland” (Take 10)
14. “Give Me A Kiss” (Take 3)
15. “Gypsy Queen” (Take 3)
16. “I’ve Been Working” (Alternate Version)
17. “I’ll Be Your Lover, Too” (Alternate Version)

Ci risentiamo poi al momento dell’uscita per un esame più approfondito, sempre tempo permettendo.

Bruno Conti

Non Il Cofanetto Che Ci Si Aspettava Da Lei! Joni Mitchell – Love Has Many Faces

joni mitchell love has many faces

Joni Mitchell – Love Has Many Faces – 4 CD Rhino – 17-11-2014

Nel 2012 la Rhino aveva pubblicato un box da 10 CD intitolato The Studio Albums 1968-1979, ora la stessa etichetta ne pubblicherà uno da quattro CD, Love Has Many Faces, in data 17 novembre. Ma nessuno dei due, purtroppo, è quello che era stato annunciato alcuni anni or sono, inserito anche nelle liste di uscita del gruppo Warner, e poi cancellato, all’epoca si disse per problemi di budget. Quel box, in 4 CD e 1 DVD, avrebbe dovuto contenere una cornucopia di materiale, tra cui moltissimi inediti audio e video, che ripercorrevano tutta la carriera della bionda cantante canadese. Anche mettendo insieme le due “nuove” uscite, però, non riusciamo a trovare neppure un miserrimo brano inedito. Comunque vediamo di cosa tratta questo nuovo cofanetto, che nasce da una idea della stessa Joni Mitchell.

joni mitchell studio albums

Un progetto che ha richiesto prima 18 mesi, per trovare e mettere in sequenza tutte le canzoni di Joni che parlavano di amore, inizialmente in un solo disco, e poi altri due anni per ottenere questo album, più complesso, che porta come sottotitolo A QUARTET, A BALLET, WAITING TO BE DANCED. Quindi la cantautrice ha voluto creare questo balletto in quattro parti dedicato all’amore, pescando da 53 canzoni della sua discografia di 17 album, messe in sequenza tra loro per ottenere l’effetto di un balletto in quattro parti (o atti, come riportano i singoli dischetti) o quattro balletti, con i brani riuniti in ogni singolo album, o parte del balletto stesso, in base alla loro aderenza tematica alla propria visione.

joni mitchell ottobre 2014

Come sempre, progetto ambizioso quello della geniale autrice, cantante, e ora, per le note ma misteriose vicissitudini di salute (almeno a giudicare dalla foto qui sopra, presa il 12 ottobre, e nel video registrato alla celebrazione del suo 70° compleanno, il 18 giugno dello scorso anno https://www.youtube.com/watch?v=XdpTGFZSgfA e comunque le scelte, anche di ritirarsi, si rispettano, però si può cambiare idea!), soprattutto pittrice ed artista visiva. Se non altro tutti i brani sono stati rimasterizzati nel 2014 per ottenere questo collage sonoro e nelle parole della Mitchell dovrebbero suonare sia familiari che nuove in questa sequenza ad hoc che, si spera, sarà un viaggio interessante attraverso la sua opera, con le canzoni che nelle sue intenzioni interagiscono l’una con l’altra, nel tentativo di creare una sorta di opera cinematografica, un documentario sonoro sulla sua vita. Questo almeno sulla carta, poi vedremo se si tratterà solo di una ennesima, sia pure Super, raccolta di successi, con i brani scelti dalla stessa Joni Mitchell, tra 40 anni di registrazioni. In ogni caso le canzoni sono queste:

CD1
1. In France They Kiss On Main Street
2. Ray’s Dad’s Cadillac
3. You Turn Me On I’m A Radio
4. Harlem In Havana
5. Car On A Hill
6. Dancin’ Clown
7. River
8. Chinese Cafe/Unchained Melody
9. Harry’s House/Centerpiece
10. Shades Of Scarlett Conquering
11. Number One
12. The Windfall (Everything For Nothing)
13. Come In From The Cold

CD2
1. Court And Spark
2. No Apologies
3. Trouble Child
4. Not To Blame
5. Nothing Can Be Done
6. Comes Love
7. Moon At The Window
8. Blue
9. Tax Free
10. The Wolf That Lives In Lindsey
11. Hana
12. Hejira
13. Stay In Touch
14. Night Ride Home

CD3
1. You’re My Thrill
2. The Crazy Cries Of Love
3. Love Puts On A New Face
4. Borderline
5. A Strange Boy
6. You Dream Flat Tires
7. Love
8. All I Want
9. Be Cool
10. Yvette In English
11. Just Like This Train
12. Carey
13. The Only Joy In Town

CD4
1. Don Juan’s Reckless Daughter
2. Two Grey Rooms
3. God Must Be A Boogie Man
4. Down To You
5. A Case Of You
6. The Last Time I Saw Richard
7. Raised On Robbery
8. Sweet Sucker Dance
9. Lakota
10. Cool Water
11. Amelia
12. Both Sides Now
13. My Best To You

Le canzoni sono tutte belle, la sequenza è intrigante, la confezione pure, ci saranno anche un poema per ogni singolo brano, sei dipinti e dei commenti dell’autrice sul processo di registrazione dei brani originali: vedremo e, come al solito, soprattutto sentiremo. Il prezzo dovrebbe essere onesto, sui 60 dollari negli USA e sotto i 50 euro in Europa, indicativamente.

Bruno Conti

Ci Mancava Soltanto Lui? Ry Cooder 1970-1987 In Uscita A Novembre!

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Ry Cooder – 1970-1987 – 11 CD Warner/Rhino 12-11-2013

Il 2013 verrà ricordato come l’anno dei box sets, una lunga serie alla quale ora si aggiunge questo cofanettino targato Rhino di 11 CD, nei negozi attorno a metà Novembre dedicato al grande Ry Cooder (attivo come non mai negli ultimi anni, abbiamo parlato da poco del suo ultimo bellissimo album dal vivo), che conterrà tutti i dischi “rock” (quindi niente colonne sonore o collaborazioni) incisi dal chitarrista californiano per la Warner, che vanno da Ry Cooder del 1970 a Get Rhythm del 1987.

La confezione dovrebbe essere del tipo sparagnino, quindi niente bonus tracks o libretto con liner notes (sulla falsariga del box uscito qualche mese fa dedicato agli ZZ Top), ma comunque, se di Cooder avete poco o nulla, questo è un cofanetto imperdibile, dato che per una cifra intorno ai trenta euro vi portate a casa alcuni tra i più bei dischi usciti in quel periodo.

Disc: 1 Ry Cooder
Disc: 2 Into the Purple Valley
Disc: 3 Boomer s Story
Disc: 4 Paradise and Lunch
Disc: 5 Chicken Skin Music
Disc: 6 Show Time
Disc: 7 Jazz
Disc: 8 Bop Till You Drop
Disc: 9 Borderline
Disc: 10 The Slide Area
Disc: 11 Get Rhythm

Tra tutti, album come Boomer’s Story, Paradise And Lunch, Chicken Skin Music, Bop Till You Drop (il primo disco completamente digitale nell’era dei CD) e anche Get Rhythm (che a me è sempre piaciuto un casino) sono degli autentici capolavori.

Fateci un pensierino.

Marco Verdi

Lampi Dal Passato! Tony Joe White – That On The Road Look “Live”

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Tony Joe White – That On The Road Look “Live” – Rhino Handmade

Questo signore è un altro dei “Grandi Vecchi” (si fa per dire, è del 1943) della canzone americana. Uno degli inventori dello swamp rock o swamp music che dir si voglia, la sua musica si potrebbe sintetizzare come “Country got soul, soul got blues, blues got swamp” che è un po’ lungo ma efficace.

Se siete amanti di quelle musiche che si nutrono da varie “radici” della musica americana, Tony Joe White è sicuramente un numero uno in questo stile: in possesso di una voce profonda e risonante, quasi glabra (pensate a Chris Rea senza quella patina di orecchiabilità o al grandissimo cantautore Greg Brown in un ambito più country-folk, per chi non lo conosce già, ovviamente!), grande chitarrista sia all’elettrica come all’acustica e compositore di spicco con una lunga carriera alle spalle e un futuro davanti. Il 28 settembre esce anche il suo nuovo album The Shine (su etichetta Swamp Records, giustamente) che si spera proseguirà l’ottima serie di dischi degli anni 2000, dove brillano The Heroines del 2004 (un disco di duetti con voci femminili, Jessi Colter, Shelby Lynne, Emmylou Harris, Lucinda Williams) e Uncovered del 2008 (con Mark Knopfler, Eric Clapton, JJ Cale e Michael McDonald).

La Rhino records gli aveva già dedicato un cofanetto quadruplo intitolato Swamp Music – The Complete Monument Years dedicato al periodo 1968-1970, qui siamo in un imprecisato mese e giorno del 1971, in una imprecisata località del globo terracqueo, Tony Joe White azzarda che possa trattarsi della Royal Albert Hall di Londra come gruppo di apertura dei Creedence Clearwater Revival. E questo disco è “The Real Deal” in tutti i sensi: il vero articolo, perché White era un nativo originale della Lousiana e come scherzando (ma non troppo) ricordava al suo “rivale” – Vedi Fogerty, non ci sono alligatori a Berkeley, California – prima di cercare di cancellarlo dal palco con la sua formidabile band.

Perché in effetti ogni serata era una vera battaglia tra due dei migliori gruppi live di quel periodo: nel gruppo di Tony Joe White c’erano l’ottimo batterista Sammy Creason, il grande tastierista Michael Utley e il maestro Donald “Duck” Dunn, il fantastico bassista di Booker T & The MG’s, futuro Blues Brothers e collaboratore di Clapton. Una formazione che era una vera forza della natura ma il vero protagonista rimaneva sempre il vocione incredibile di White (e le sue basette che rivaleggiavano all’epoca con quelle di Fogerty e Presley).

Si capisce subito che la serata è di quelle da ricordare, l’apertura è affidata al groove irresistibile di Roosevelt and Ira Lee, con la sezione ritmica subito a mille, l’organo di Utley che colorisce il suono, l’armonica che dà il via alle operazioni e la chitarra di Tony Joe White che comincia ad estrarre il blues dalle sue corde prima di innestare un wah-wah micidiale (whomper stomper come lo chiama il nostro amico) e partire verso i paradisi del rock. Another Night in The Life Of A Swamp Fox sono altri sei minuti e mezzo di swamp rock non adulterato a tutta birra, con chitarra e organo in overdrive mentre la batteria picchia di gusto e Duck Dunn pompa sul suo basso come pochi altri saprebbero fare, anche qui siamo al livello dei migliori Creedence, veramente una bella lotta, ma questi musicisti sono anche superiori tecnicamente, certo Fogerty aveva dalla sua una miriade di brani di livello memorabile e indimenticabili. A questo punto White introduce una delle sue grandi composizioni, Rainy Night In Georgia (scritta nel 1962, era stata un successo incredibile nel 1970 per Brook Benton, vendendo un milione di copie) una fantastica soul ballad a livello delle migliori cose scritte dai grandi della black music, qui interpretata con grandissima raffinatezza, non vola un mosca in sala, tutti ascoltano rapiti dalla bellezza della musica.

A questo punto parte l’intermezzo acustico introdotto da una stupenda Mississippi River, con la voce che scende, scende, scende verso tonalità caldissime, quasi alla Elvis. Lustful Carl And The Married Woman è una lussuriosa swamp song acustica che non perde nulla del suo fascino anche in versione acustica. Willie And Laura Mae Jones è un’altro dei suoi grandi cavalli di battaglia, anche in questa versione, solo voce, chitarra acustica e armonica non perde un briciolo del suo fascino.

Finita la parte acustica riparte la festa con una trascinante Back To The Country, con Utley che passa al piano per un brano quasi rockabilly e dove il basso di Dunn duetta con la chitarra di Tony Joe White a velocità veramente supersoniche, prodigioso. Travellin’ Bone concede un attimo di respiro al pubblico con un altro intermezzo acustico, poi il concerto si avventura in lidi Blues con una bellissima versione di Stormy Monday piegata ai voleri sonori di questo grande musicista. My kind Of Woman è un altro di quei brani che potrebbero figurare indifferentemente nel repertorio di White o dei Creedence, qui riaccende il wah-wah per un altro fantastico viaggio  nelle “Paludi”.

Polk Salad Annie era stato il suo più grande successo (al n°8 nel 1969) e poi sarebbe diventato uno dei capisaldi della rinascita di Elvis apparendo sia in That’s The Way It Is che in On Stage come pure nel concerto del Madison Square Garden ma questa versione di Tony Joe White è insuperabile, oltre 10 minuti di pura libidine sonora con i musicisti che distillano l’essenza della grande musica dal vivo in questo brano dall’andatura ondeggiante tra boogie, country, soul e qualsiasi genere vi venga in mente, non si può resistere al crescendo strumentale nella parte centrale quando i musicisti iniziano ad improvvisare con una veemenza inusitata, in due parole, grandissima musica.

Si poteva anche terminare qui ma manca la coda affidata alla bella country-folk ballad che dà il titolo a questo album, That On The Road Look che non avrebbe sfigurato nel repertorio di Willie Nelson o Townes Van Zandt, bellissima.

Così, detto per inciso, perché magari la conoscete, anche quella Steamy Windows che avrebbe contribuito al rilancio di Tina Turner ad inizio anni ’80 l’ha scritta lui!

Si fa un po’ fatica a trovarlo (per usare un eufemismo) visto che è della Rhino Handmade ma è una delle Pietre di Rosetta per capire la musica di quegli anni.

Eccolo, con le sue basette e con Johnny Cash.

Bruno Conti