Novità Di Marzo Parte Ic. Bjork, Buena Vista Social Club, New Riders Of The Purple Sage, Seth Avett & Jessica Lea Mayfield, Blues Pills, Pine Hill Project, Elliott Murphy, Houndmouth, Phil Manzanera

bjork vulnicurabjork vulnicura 2

Terza parte della lista uscite di marzo, anche con titoli pubblicati nella prima parte del mese (ieri c’era il Post su Renbourn): iniziamo con il nuovo di Bjork Vulnicura, che esce a quattro anni dal precedente Biophilia, ed è il primo ad essere pubblicato dopo la sua separazione con Matthew Barney, che aveva molto influenzato la produzione degli ultimi anni, diventata sempre più astratta e complessa, persino oscura ed estrema (insomma, più che in passato). Stranamente questa volta le canzoni della cantante islandese sono meno astratte del solito e sono proprio una sorta di resoconto sulla fine di una relazione; ed anche il suono, pur essendo sempre basato su archi e ” strumenti e battiti elettronici”, ricorda quello di un disco come Homogenic del 1997, piuttosto che le sonorità minimali dell’ultimo periodo https://www.youtube.com/watch?v=MWHpoJT3qK4 . L’etichetta è la One Little Indian come di consueto, c’è l’immancabile versione Deluxe, come si presume dalle due diverse copertine riportate qui sopra (ma Bjork è sempre stata famosa per fare uscire parecchie edizioni di ogni album), questa volta si tratta solo di differenze nel packaging. Vi segnalo la presenza di Antony Hegarty nel brano Atom Dance. Il CD è uscito il 17 marzo.

buena vista social club lost and found

Il 24 marzo è stato pubblicato un “nuovo” capitolo della saga Buena Vista Social Club, o piuttosto, come bene illustra il titolo, Lost And Found, il produttore e manager della World Cicuit, Nick Gold, ha finalmente avuto il tempo di andare a frugare tra le vecchie registrazioni effettuate nel periodo dal 1996 ai primi anni 2000, quando tutti i leggendari musicisti cubani depositari di quel suono particolare, nato proprio al Buena Vista Social Club negli anni ’30, erano ancora vivi: ecco quindi scorrere materiale inedito registrato sia nelle sessioni originali del 1996 agli Egrem Studio de L’Havana, quelle per intenderci con Ry Cooder, 2 brani, sia materiale in studio, registrato negli anni immediatamente successivi, sia pezzi dal vivo. Ci sono quindi brani con Ibrahim Ferrer, voce solista,Bruca Manigua dal vivo e due pezzi dal vivo, un paio di duetti in studio con Eliades Ochoa e Compay Segundo, Omara Portuondo dal vivo, con Manuel Galban e Cachaito Lopez, e ancora alcuni brani con Ruben Gonzales, anche uno per solo piano, sempre live, Come Siento Yo, che conclude il CD. Non mancano altri tre strumentali, con violino, fiati, percussioni e chitarre in bella evidenza, uno del solo Eliades Ochoa e il super classico, sempre dal vivo, Lacrimas negras, cantato dalla Portuondo, tredici brani in totale. Per gli appassionati di musica cubana una grande “scoperta”, per chi ama di più “l’altro” Cooder, come il sottoscritto, un po’ meno, comunque non si tratta per fortuna di una di quelle operazioni raffazzonate che ogni tanto le case discografiche ordiscono, per metterlo in quel posto ai sempre meno numerosi acquirenti di musica.

new riders felt forum

Per esempio questo triplo CD dei New Riders Of The Purple Sage in che categoria rientra? Si tratta di un concerto dal vivo al Felt Forum di New York City del 18 marzo 1973, quindi epoca d’oro della band californiana, è l’anno di Panama Red, formazione originale con John “Marmaduke” Dawson ancora leader del gruppo, insieme a David Nelson  lead guitar, vocals, David Torbert bass, vocals, Buddy Cage  pedal steel guitar e
Spencer Dryden drums, ospiti in gran parte del concerto, metà dei Grateful Dead, Keith & Donna Godchaux, Jerry Garcia e Bob Weir, più Ramblin’ Jack Elliott che apriva la serata. Ottima la tracklist dei brani eseguiti:

DISC ONE [67:08]
set one-a:
01 [04:26] DJ conversation & crowd/tuning
02 [04:09] I Don’t Know You
03 [06:23] One Too Many Stories
04 [03:40] Rainbow
05 [04:01] It’s Alright With Me (1)
06 [02:49] Teardrops In My Eyes (1)
07 [05:10] Lochinvar (1)
08 [04:48] Truck Driving Man (1)
09 [03:49] Contract (1)
10 [07:32] Take A Letter Maria (1)
11 [03:57] School Days (1)
12 [04:33] Long Black Veil (1) (2)
13 [03:29] Hello Mary Lou (1) (3)
14 [05:10] Henry (1) (3)
15 [03:21] Crazy Arms (1)
DISC TWO [66:32]
set one-end:
01 [03:32] Sutter’s Mill
02 [03:41] California Day
03 [05:29] Sweet Lovin’ One
04 [05:44] Connection (5)
05 [03:40] Whiskey (1)
set two-a:
06 [03:50] DJ conversation & crowd/tuning
07 [00:43] Bob Weir comment to crowd
08 [03:24] Cold Jordan (3) (4)
09 [03:24] I Hear A Voice Callin’ (3) (4)
10 [05:48] Swing Low Sweet Chariot (3) (4)
11 [03:06] Groupie (1)
12 [03:51] She’s No Angel (1)
13 [04:39] You Should Have Seen Me Running (1) (2) (4)
14 [08:52] I Don’t Need No Doctor (1) (2) (3) (4)
15 [06:49] Portland Women (1)
DISC THREE [53:12]
set two-end:
01 [08:02] Glendale Train (1)
02 [05:47] Last Lonely Eagle (1)
03 [05:50] Louisiana Lady (1)
04 [06:43] Honky Tonk Women (1) (5)
05 [15:36] Willie And The Hand Jive (1) (3)
06 [03:12] DJ conversation & crowd/tuning
encores:
07 [02:49] The Race Is On (1) (2) (3) (4)
08 [03:36] Johnny B. Goode (1) (2) (3) (4)
09 [01:37] outro and DJ conversation

Però la Echoes che pubblica questo triplo broadcast radiofonico (quindi un ex bootleg) lo fa pagare tra i 35 e i 40 euro, considerando che si trova anche gratis su archive.org, mi sembra “caruccio”!

seth avett & jessica lea mayfield sing elliott smith

Seth Avett è uno dei due fratelli del gruppo degli Avett Brothers (il secondo in ordine di età, per la precisione. l’altro è Scott), in passato, agli inizi della carriera del gruppo aveva pubblicato un paio di dischi (forse tre), come “Timothy Seth Avett as Darling”, che confesso di non avere mai visto né sentito. Gli album erano usciti per la loro etichetta, la Ramseur Records, che peraltro li ha ristampati ad inizio 2010, ma sono sempre di non facile reperibilità; ora, ancora tramite la loro etichetta personale esce questo Seth Avett And Jessica Lea Mayfield Sing Elliott Smith, un disco dove la coppia rende omaggio allo sfortunato cantautore indie, scomparso una dozzina di anni fa, ma sempre molto amato da colleghi vari che periodicamente lo omaggiano, con tributi di varia natura alle sue canzoni. In questo caso il risultato, ottenuto con due sole voci che armonizzano, accompagnate spesso da una sola chitarra acustica, ma saltuariamente anche da un gruppo, è molto piacevole: sono stati fatti dei paragoni con i dischi di Gillian Welch e David Rawlings come tipo di musica, un folk scarno e malinconico che a tratti si apre in ballate alla Avett Brothers, e se Jessica Lea Mayfield (con alcuni album più elettrici alle spalle, prodotti da Dan Auerbach dei Black Keys) non è forse all’altezza della Welch come cantante, d’altra parte Seth Avett è nettamente superiore a Rawlings, almeno come cantante https://www.youtube.com/watch?v=QyqhAch-B-Q . Quindi un disco gradevole dove convivono le varie anime delle canzoni di Smith, le ballate con influenze beatlesiane, il country-folk, l’indie-rock e l’amore per le armonie vocali che erano insite nella musica del musicista di Omaha. Un piccolo dischetto da scoprire.

pine hill project

Il disco è attribuito ai Pine Hill Project, ma anche questo CD è il risultato dell’unione di due cantautori di talento, Richard Shindell e Lucy Kaplansky, spesso portati in palmo di mano su questo Blog. L’album esce in questi giorni per la Signature Records ed è un gioiellino che ci riporta ai tempi del bellissimo disco uscito come Cry Cry Cry nel 1998 (allora c’era pure la brava Dar Williams):e, per dire, i Red Horse dove li mettiamo? http://discoclub.myblog.it/2010/08/07/un-piccolo-supergruppo-red-horse-gilkyson-gorka-kaplansky/ Per questo Tomorrow You’re Going la coppia ha deciso di realizzare un disco, dove affronta la difficile arte delle cover https://www.youtube.com/watch?v=GzD-Q_o8Cks , e quindi ecco scorrere brani di Gillian Welch, Nick Lowe e Paul Carrack https://www.youtube.com/watch?v=RPuBBCW0ClY, U2, Greg Brown, Little Feat, David Halley e molti altri. Con la produzione di Larry Campbell, che suona anche una infinità di strumenti, e molti musicisti di pregio in studio, tra cui Byron Isaacs e Glenn Patscha (che appare come autore) degli Ollabelle e Bill Payne dei Little Feat. Delizioso https://www.youtube.com/watch?v=Bny4sCz-Epw!

blues pills live open blues pills live

te https://www.youtube.com/watch?v=iSu2Y7Zd_X0 .

elliott murphy aquashow deconstructed

Elliott Murphy, oltre 40 anni dopo torna al suo primo album, con questo Aquashow Deconstructed, dove rivisita, brano per brano, il disco per cui nel lontano 1973 era stato definito, in una recensione doppia su Rolling Stone scritta da Paul Nelson insieme a quella di The Wild, The Innocent And The E Street Shuffle di Springsteen, “il miglior nuovo Dylan dal 1968″. Ovviamente il giudizio, come per altri “nuovi Dylan” dell’epoca, da John Prine in giù, fu sufficiente quasi a distruggerlo, ma la classe e la stoffa c’erano e Murphy è tutt’ora uno dei migliori cantautori rock in circolazione https://www.youtube.com/watch?v=6cBdRBATgHg . Anche le canzoni c’erano e Last of The Rock Stars, White Middle Class Blues, How’s The Family e Like A Great Gatsby, sono ancora oggi nel repertorio dal vivo del cantautore di New York, che da moltissimi anni vive a Parigi. Questa nuova “versione” di un album classico esce prima sul mercato italiano, in una confezione con  copertina leggermente diversa da quella che avranno le versioni tedesca e francese, ma con lo stesso contenuto. Etichetta Route 61 (gli stessi dell’ultimo disco di Carolyne Mas) e disco che conferma tutta la bellezza dell’originale anche in questi nuovi arrangiamenti, con una nota di merito per Marilyn, che ricorda alcune delle più belle canzoni di Lou Reed. Però anche gli originali non scherzano! Sono andato a riascoltarmeli e devo dire che erano veramente belli https://www.youtube.com/watch?v=KLr_eN8KvaM, comunque i fans di Murphy non mancheranno di apprezzare anche la versione 2015.

houndmouth little neon

Secondo album anche per gli Houndmouth, si chiama Litte Neon Limelight e conferma quanto di buono si era detto per il loro esordio del 2013, From The Hills Below The City, presentato come uno dei migliori di quell’anno, con paragoni addirittura con la Band. Anche se il gruppo, con una voce femminile nell’organico, Katie Toupin, rimanda anche al sound di gruppi come i Faces, lato Ronnie Lane o gente come Dylan, Van Morrison, tanto per non esagerare, almeno come sound ed attitudine, rock classico in definitiva, ben suonato e ben cantato, con parecchie belle canzoni in repertorio, il che non guasta https://www.youtube.com/watch?v=r6Bygcox6YE . Vengono da Louisville, Kentucky https://www.youtube.com/watch?v=RwVrquxGSrc , la città dei My Morning Jacket e qualche punto di contatto con la band di Jim James (che pubblicherà il nuovo album ad inizio maggio) non è difficile riscontrarlo, soprattutto nei brani “più classici” https://www.youtube.com/watch?v=Y8wifV5RYr8 . Etichetta Rough Trade, è uscito il 17 marzo.

phil manzanera the sound of blue

Infine, nuovo disco anche per Phil Manzanera, il non dimenticato chitarrista dei Roxy Music e degli 801, ultimamente collaboratore di David Gilmour, mentre uno dei co-produttori di questo nuovo The Sound Of Blue, è Andy Jackson, spesso ingegnere del suono con i Pink Floyd: si tratta di un album strumentale, meno due brani cantati da Sonia Bernardo (?), uno dei quali è una cover di una cover, infatti No Church in the Wild, un pezzo scritto (si fa per dire) da Jay Z e Kanye West, campionava un riff di chitarra di Manzanera https://www.youtube.com/watch?v=gnFvTrcogOg . Niente per cui strapparsi le vesti https://www.youtube.com/watch?v=IZiIOsjxRb8 , almeno per il sottoscritto, ma il vecchio Phil è sempre un musicista interessante che mescola il rock ( e la chitarra ogni tanto ha lampi del vecchio splendore https://www.youtube.com/watch?v=GSGoP26uwHk ) con le radici latine della mamma colombiana, a cui è dedicato il brano Magdalena https://www.youtube.com/watch?v=JyRKr5ziqGg , magari non con i risultati delle due band citate all’inizio, anche se Manzanera sarà il Maestro Concertatore per la Notte della Taranta 2015. Il CD è uscito il 24 marzo scorso per la sua etichetta Expression Records distribuita dalla Universal.

Bruno Conti

Difficilmente Ne Sbaglia Uno! Dar Williams – In The Time Of Gods

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Dar Williams – In The Time Of Gods – Razor & Tie/Floating World

Dorothy Snowden Williams, in arte Dar Williams, è una delle migliori (e più avvenenti) cantautrici americane, con una lunga carriera alle spalle, questo è il nono album in studio in una ventina di anni, più un paio di live, l’ottima doppia antologia del 2010 Many Great Companions (in parte le versioni classiche, in parte rivisitate con una serie di ospiti in versione acustica), senza dimenticare la collaborazione con Richard Shindell e Lucy Kaplansky in Cry Cry Cry.

E difficilmente ne ha sbagliato uno! Partita dal folk acustico ad inizio anni ’90, nella sua New York, patria del genere, si è man mano costruita un repertorio più raffinato e composito dove la sua bella voce, calda e suadente si libra su un tappeto sonoro molto variegato che potrebbe ricordare la Suzanne Vega del periodo migliore, quello dei primi album, dove la struttura acustica, si arricchiva di volta in volta del lavoro di produttori come Steve Addabbo e Lenny Kaye, Anton Sanko e Mitchell Froom.

Dar Williams si è affidata per questo In The Time Of Gods a Kevin Killen, che ha lavorato con altri cantautrici affini a lei come Paula Cole, Tori Amos o la più celtic folk Loreena McKennit, ma anche con U2, Costello, Peter Gabriel, Kate Bush, quindi un curriculum di tutto rispetto: anche in questo album la produzione di Killen regala quel suono classico da major alle procedure (anche se come quasi tutta la produzione della Williams è pubblicata dalla etichetta “indie” Razor and Tie, lei è una fedele!) e con la presenza di alcuni musicisti di gran pregio come Larry Campbell alle chitarre, Charlie Drayton che si disimpegna sia al basso che alla batteria, Rob Hyman degli Hooters a tastiere e chitarre, Gerry Leonard anche lui alle chitarre (e in precedenza con Suzanne Vega, casualmente!). Tutti musicisti che nella loro carriera sono stati anche produttori, ma nonostante tanti galli nel pollaio, la “gallinella” (mi è scappato, non ho resistito) Dar ha saputo imporre il suo songwriting arguto e acculturato a queste dieci canzoni che, come da titolo, prendono lo spunto dalla mitologia greca e romana. E di volta in volta Hermes (Mercurio) è un biker spericolato in You Will Ride With Me Tonight, Vesta è la dea della terra in Have Been Around The World, Artemide è la dea della caccia in Crystal Creek e così via.

Ma c’è spazio anche per le rigogliose armonie di I Am The One Who Will remember Everything alla pari con le migliori canzoni della tradizione cantautorale classica femminile o per il pop solare e radiofonico della deliziosa Summer Child, magari andassero in onda brani come questo sulle radio e allo stesso tempo se molti cantanti e autori non si dovessero “vergognare” di scrivere canzoni che hanno dei ritornelli orecchiabili, chissenefrega se poi alcuni tromboni diranno che è diventata commerciale. Bellissima anche The Light And Sea con le armonie vocali di Shawn Colvin che si intrecciano con il cantato evocativo della Williams. O il suono caldo ed avvolgente della dolcissima Crystal Creek sempre benedetto da sgargianti armonie vocali e la “classica” e pianistica I Will Free Myself quasi mitchelliana.

Ma sono tutte belle le dieci canzoni, poco più di 32 minuti di musica, e alla fine, magari senza scossoni o colpi di genio particolari, ma con una qualità costante, ti rendi conto di avere ascoltato un album che ti ha regalato una pausa di gioia e serenità dai crucci della vita. E non è poco.

Bruno Conti