Correva L’Anno 1968 1. The Beatles – White Album 50th Anniversary Edition, Parte II

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E adesso vediamo, in questa seconda parte, più velocemente (si fa per dire), ma comunque diffusamente, il contenuto degli altri 3 CD, con le varie outtakes registrate nel corso di quelle che nel cofanetto sono state definite appunto Sessions, una vera cornucopia di delizie sonore per i fan dei Beatles (senza dimenticare, visto il contesto, che fan è pur sempre una abbreviazione di fanatico): ricordando peraltro che nel volume 3 delle Beatles Anthology, come ho ricordato nella prima parte di questo Post, erano stati ugualmente già utilizzati 27 brani (evidentemente numero magico in queste riedizioni) di cui sette venivano dagli Esher Demos, quindi ne rimangono venti in comune con il box del 50°, anche se, come vediamo tra un attimo, la take di Helter Skelter non è la stessa, come pure quelle di alcuni altri brani inseriti nel cofanetto.

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I due brani forse più interessanti ed attesi di questo primo CD erano le versioni “lunghe” di Revolution Helter Skelter. Revolution 1 take 18, dura 10 minuti e 28 secondi, è la versione elettroacustica e rallentata del celebre brano di John Lennon, con vaghi elementi country e folk sulla base rock del pezzo, raffinata ed estremamente ben definita nei primi quattro minuti, poi Lennon e soci cominciano a sbarellare e andare ad libitum, cercando idee adatte da utilizzare in seguito nella versione definitiva. Helter Skelter, altro brano legato, non per loro scelta, alla tragica vicenda di Charles Manson, è considerato una sorta di brano protometal, con sonorità dure inconsuete anche per i Beatles più rock, questa take 2 di 12:53 (ma si vocifera di una di quasi 20 minuti e in Anthology avevano usato solo i primi 5 minuti di questa stessa performance) è decisamente più scandita, lenta e meno selvaggia, con atmosfere più dilatate in lento crescendo, di quella che uscirà sul White Album, con qualche rimando al futuro doom rock dei Black Sabbath.

Insomma, due brani estremamente interessanti, ma con il senno di poi le versioni pubblicate sono state delle scelte sagge ed oculate. A Beginning è l’introduzione orchestrale a Don’t Pass Me By, che verrà utilizzata anche nella parte orchestrale di Good Night: il brano di Ringo Starr in questa take 7 ha un’aria ancora più country e paesana (tipo gli Slim Chance di Ronnie Lane) con il violino di Jack Fallon in evidenza, a fianco del piano e del basso di Paul, e a conferma che se serviva i Beatles usavano anche musicisti esterni, come confermerà la scelta di Clapton per l’assolo di While My Guitar Gently Weeps. Blackbird, take 28, è sempre un brano incantevole, con qualche piccola variazione sul tema. Everybody’s Got Something to Hide Except Me and My Monkey, prova solo strumentale senza numero, è grintosa e vibrante, forse migliore dell’originale, manca solo la voce, ma le chitarre tirano alla grande.

Delle tre takes di Good Night la più interessante è la numero 10 con una chitarra elettrica solitaria che accompagna la voce di Ringo e gli altri che armonizzano alla grande, tutti insieme appassionatamente ancora per una volta, e anche quella pianistica successiva non è male. Ob-La-Di, Ob-La-Da appare in una versione più rockeggiante, quasi a tempo di galoppo, mentre le due takes di Revolution, quella senza numero e quella strumentale, tiratissima, fanno riferimento al singolo originale, e sono entrambe affascinanti. Prima della conclusiva Helter Skelter versione uno, troviamo una prova senza numero di Cry Baby Cry, squisita e sognante.

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Si parte con una versione da urlo di Sexy Sadie (preceduta una piccola citazione ottimistica di Getting Better, visto che tutto sembra procedere per il meglio), la take 3, degna delle migliori interpretazioni di un ispirato Lennon, seguita da una versione acustica molto bella di While My Guitar Gently Weeps, solo voce, chitarra acustica e organo, con interruzioni per dare disposizioni ai tecnici in studio, e una delle perle di queste session, la prima versione in assoluto di uno dei capolavori di Paul McCartney e dei Beatles, ovvero Hey Jude, che poi uscirà come singolo alla fine di agosto, la canzone è diversa, si va per tentativi, ma già si intuisce che la melodia è splendida e diventerà immortale. Non manca una brevissima e divertita jam session sul classico St. Louis Blues, e la take 102 (!) di Not Guilty, a dimostrazione che il gruppo ha provato ripetutamente questa canzone di George Harrison, che a giudicare da questo provino quasi completato a parte la lunga coda strumentale, forse avrebbe meritato migliore fortuna.

Notevole anche la take 15 di Mother’s Nature Son, la perla acustica e bucolica di Paul e interessante anche una gagliarda versione di Yer Blues, con la parte vocale usata in in sottofondo solo come guida e una prodigiosa prestazione di McCartney al basso, lo stesso non si può dire di What’s the New Mary Jane, che è già “bruttarella” di suo ed incompiuta sin dalla prima take acustica. Rocky Raccoon è ancora in stato embrionale e con qualche “cappella”, ma il tocco magico dei Beatles e di Paul già si intravede; di Back In The U.S.S.R viene proposta una travolgente versione solo strumentale, senza i classici effetti dell’aereo aggiunti in post produzione, e interessante e decisamente bella anche la versione solo voce, chitarra e batteria di Dear Prudence. 

In quel periodo i Beatles già provavano anche Let It Be che sarebbe stata incisa poi l’anno successivo, solo un frammento di 1:18 molto embrionale e con George che la interrompe. Per passare alla guida del gruppo per una scintillante versione di While My Guitar Gently Weeps, la terza della take 27, che rivaleggia con quella definitiva, grazie ad un ispiratissimo Eric Clapton alla chitarra, che in qualità di ospite sprona i Beatles a dare il meglio di sé e poi estrae dal cilindro un assolo fantastico. You’re so Square) Baby, I Don’t Care è un’altra breve jam su uno scatenato brano R&R di Leiber & Stoller incisa da Elvis, e di cui ricordo anche una bellissima versione di Joni Mitchell su Wild Things Run Fast. Tocca nuovamente a Helter Skelter, take 17, questa volta è la versione conosciuta, accelerata e senza freni, del brano, con il gruppo che pigia sull’acceleratore a tutto volume. Anche Glass Onion, pur con la voce in secondo piano, è molto simile alla versione finita, ma viene interrotta bruscamente.

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I Will, dopo una falsa partenza clamorosa, emerge in tutta la sua bellezza cristallina nella take 13; seguita da una latineggiante Blue Moon, con la stessa strumentazione di I Will, che viene ripresa brevemente, prima di divagare di nuovo con Step Inside Love Los Paranoias, altri esempi dei Beatles che cazzeggiano allegramente ed amichevolmente in studio, anche in modalità brasileira. Can You Take Me Back era la breve outro di Paul, posta in coda al brano di John Cry Baby Cry, uno dei classici brani improvvisati con il titolo ripetuto ad libitum, sino a sfinimento. A seguire troviamo le tracce strumentali di una scatenata e “gloriosa” Birthday e del leggiadro valzerone Piggies. Happiness Is A Warm Gun take 19 è già quasi quella meraviglia assoluta che diventerà nella stesura definitiva, anche se mancano ancora quegli intrecci corali  vocali che tanto mi hanno sempre fatto impazzire dalla goduria; altre due tracce strumentali Honey Pie, molto vaudeville, e una guizzante Savoy Truffle, e poi ancora una scarna Martha My Dear, senza fiati e archi. Long, Long, Long è un altro dei brani di George che arriva ad una take ragguardevole numericamente, come la numero 44, versione peraltro molto bella di questo meditativo brano nato a Rishikesh, anche se Harrison sbaglia il testo e blocca il tutto.

A seguire troviamo due takes della incantevole I’m So Tired, uno dei brani migliori scritti da Lennon per il White Album, entrambe eccellenti ed approvate da John che cerca anche il giudizio di Paul, la seconda con armonie vocali più prominenti, interessante anche la take 2 di The Continuing Story Of Bungalow Bill, dove si sente anche una voce femminile che sembra quella di Yoko, una versione acustica, solo voce e chitarra di Why don’t we do it in the road?, due tentativi di registrare Julia, una in fila all’altra, durante le prove. La base strumentale di The Inner Light, che però in teoria era già uscita come lato B di Lady Madonna a marzo, e risulta registrata a Bombay a gennaio, quindi non si capisce cosa centri con le sessions per il doppio bianco; stesso discorso per le due takes del lato A, quella strumentale, solo piano e batteria, e un breve tentativo di registrare i backing vocals sempre dello stesso brano, e anche Across The Universe risulterebbe registrata a febbraio del 1968, quindi prima dell’inizio delle sessioni per l’album bianco, ma visto che è così bella, portiamo a casa il regalo e apprezziamo, una chiusura veramente splendida per questo cofanetto.

Questo è quanto, il contenuto completo dei tre CD di outtakes: nel Blu-ray audio troviamo quattro diverse versioni complete del doppio album originale in diverse guise per audiofili, Tanta roba, magari da ascoltare anche a rate in diverse occasioni, e che completa ed integra uno dei dischi più belli ed amati dei Beatles. Potrebbe essere un buon investimento natalizio. oppure se non volete spendere su YouTube mi pare che si trovino tutte a gratis.

Bruno Conti

Correva L’Anno 1968 1. The Beatles – White Album 50th Anniversary Edition, Parte I

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The Beatles – “The Beatles” AKA The White Album 50th Anniversary Edition – Apple/Universal – 6CD/Blu-ray Audio – 3 CD – 4 LP

In questo periodo dell’anno stanno uscendo (e usciranno) varie edizioni speciali commemorative di alcuni album epocali della storia del rock, penso a More Blood More Tracks di Bob Dylan, che non festeggia il suo 50° Anniversario ma è comunque uno dei dischi che spesso entrano nelle liste All Time degli album più importanti e che hanno influenzato la musica dello scorso secolo (Blood On The Tracks nell’ultima classifica di Rolling Stone del 2003 era al 16° posto), mentre il White Album, di cui andiamo a parlare diffusamente tra un attimo, era al 10°. E, stranamente un disco come Electric Ladyland di Jimi Hendrix, che sarà oggetto di un post nei prossimo giorni, sempre per la riedizione del cinquantenario, si trova “solo” al 54°, e anche Cheap Thrills di Big Brother And The Holding Co. (Janis Joplin), uscito in origine pure lui nel 1968 (e oggetto di una edizione potenziata che verrà pubblicata il prossimo 30 novembre), addirittura al 334° posto(!?!). E’ ovvio che queste “ristampe” per gli anniversari importanti di dischi storici non sono di per sé un sigillo di garanzia della qualità, perché in caso contrario non si capirebbe perché non sono state realizzate per esempio per Revolver Rubber Soul dei Beatles o per Are You Experienced? di Jimi Hendrix, ma si sa che le vie della discografia sono misteriose.

Comunque questo “The Beatles”, o “White Album”, Album Bianco, come è più frequentemente chiamato, ha avuto diritto ad una ristampa Deluxe davvero notevole (e anche la versione tripla, più “povera”, non è affatto male). Non starò a tediarvi con lunghi trattati storico-sociologici e musicali sull’importanza del doppio album originale, ma almeno nella lista dei dischi doppi il White Album se la batte con Blonde On Blonde sempre di Dylan, tra quelli degli anni ’60, senza dimenticare Electric Ladyland, e citando alla rinfusa alcuni di quelli anni ’70: Exile On Main Street degli Stones, Songs In The Key Of Life di Stevie Wonder, The Wall dei Pink Floyd, Phisycal Graffiti dei Led Zeppelin, London Calling dei Clash, Quadrophenia degli Who, Live At Fillmore East degli Allman Brothers, e così via. Ma il disco dei Beatles è rimasto veramente nell’immaginario collettivo, anche se non è considerato da molti il più popolare (per quanto avendo venduto 19 milioni di copie nel mondo lo è stato), il più bello, o il più influente nella loro discografia. Probabilmente il più vario, nelle parole del loro produttore George Martin avrebbe potuto essere un fantastico album singolo, e comunque, come concordano quasi tutti, segnò, in modo splendido, l’inizio della fine della loro traiettoria musicale, anche se poi ci fu il colpo di coda di Abbey Road, il vero canto del cigno della premiata ditta di Liverpool.

Secondo molti nel doppio originale non ci sono forse canzoni epocali, ma questo vale anche per i dischi precedenti: Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band non conteneva Strawberry Fields Forever Penny Lane, Magical Mistery Tour non riportava All You Need Is Love Hello Goodbye, e il doppio bianco non avrebbe avuto nei propri contenuti Lady Madonna, Hey Jude Revolution. Ma nell’album, almeno a mio parere, ci sono parecchie canzoni splendide: da While My Guitar Gently Weeps di George Harrison Happiness Is A Warm Gun di John Lennon, che è uno dei miei brani preferiti in assoluto dei Beatles, e ancora Back In The U.S.S.R, Birthday Why Don’t We Do It In the Road?, di Paul McCartney per il lato più rock della band (e anche, in parte, Everybody’s Got Something to Hide Except Me and My Monkey di John). Oltre a perle acustiche ed intimiste come Blackbird, I Will, Mother’s Nature Son Julia. Senza dimenticare piccoli capolavori come Dear Prudence, I’m So Tired Cry Baby Cry, sempre dal lato Lennon.

La “invenzione” dell’heavy metal con Helter Skelter di Paul, e la risposta al British Blues con le 12 battute di Yer Blues (poi presentata anche in TV nel Rock And Roll Circus degli Stones). Altre tre canzoni deliziose di George Harrison come Piggies, Long,Long, Long Savoy Truffle, una per facciata (senza contare le tre che gli furono scartate e appaiono negli Esher Demos, insieme a Child Of Nature di John che sarebbe diventata Jealous Guy, ma ne parliamo fra poco). Anche Ringo Starr presenta il suo primo brano come autore, Don’t Pass Me By e canta la deliziosa Good Night, che chiude il disco. E ne abbiamo saltate altre che contribuiscono alla estrema varietà del doppio, i due estremi della scala, dal collage avanguardistico di Revolution 9, al gradevole cazzeggio pop di Ob-La-Di, Ob-La-Da, per l’eterno bambino dentro di noi. Senza dimenticare altre canzoni che ci accompagnano da una vita: le vignette di The Continuing Story Of Bungalow Bill Rocky Raccoon, il raffinato e diversificato pop di Glass Onion Martha My Dear, la “strana” Honey Pie e il frammento Wild Honey Pie, oltre alla rallentata Revolution 1. Le abbiamo ricordate, alla rinfusa, tutte e 30? Direi di si; anzi no, manca Sexy Sadie, e non mi pare ce ne sia nessuna brutta. Se per caso vi manca il White Album e non volete, o non potete permettervi, per motivi economici o altro, di acquistare il lussuoso, ma costoso, box con sette dischetti, potreste “accontentarvi” della versione tripla, che contiene tutto il ben di Dio appena ricordato, con il nuovo remix 2018 curato da Giles Martin, figlio di George, e Sam Okell, oltre alla prima edizione ufficiale, nel terzo CD, dei leggendari Esher Demos, conosciuti anche come Kinfauns recordings, dal nome del bungalow nel Surrey di proprietà di George Harrison, dove i Beatles si trovarono a maggio del 1968, di ritorno dal viaggio in India, per preparare i demo delle canzoni dell’album, che poi avrebbero completato tra il 30 maggio e il 14 ottobre agli studi di Abbey Road, con qualche session tenuta ai Trident Studios (per esempio quelle per Hey Jude Dear Prudence).

Vediamo quindi quello che contiene il CD 3, brano per brano, con commenti ad hoc per le singole canzoni (chi segue i Beatles con regolarità sa che queste canzoni erano tutte già uscite in svariati bootlegs, ma a livello ufficiale e con questa qualità sonora ovviamente mai prima, a parte sette brani che erano stati inseriti nel volume 3 della serie Anthology). Sono 27 pezzi in totale, di cui 19 poi appariranno nel doppio bianco: volendo siamo di fronte ad una sorta di Unplugged ante litteram, con esibizioni meno “leccate” e studiate di quelle che verranno usate nella famosa trasmissione di MTV, senza pubblico e con una strumentazione molto meno sfarzosa e lussureggiante di quella usata nei futuri live televisivi, dove quasi c’era più gente sul palco che tra il pubblico, sto esagerando, ma non troppo. Ecco il contenuto del dischetto:

1. Back in the U.S.S.R. da potente R&R alla Chuck Berry, ad una comunque energica versione, con voce double tracked e con eco, e i coretti in omaggio ai Beach Boys, senza il verso finale sostituito dal classico cazzeggio improvvisato da McCartney
2. Dear Prudence la famosa canzone dedicata a Prudence Farrow, la sorella di Mia, che era in India a Rishikesh a “meditare” insieme ai Beatles, comunque lo si metta è un bellissimo brano, anche in questa vesta accompagnata solo da acustiche arpeggiate, dalla voce raddoppiata di John e con un finale parlato dedicato alla vicenda indiana con il Maharishi Mahesh Yogi,  a cui Lennon dedicherà anche dei versi al vetriolo in Sexy Sadie
3. Glass Onion uno dei classici divertissement e nonsense lennoniani, con parole in libertà, citazioni di altre canzoni, tipo Strawberry Fields, The Fool On The Hill, Fixing A Hole e altre, tutte inserite per confondere quelli che pensavano che i suoi brani avessero chissà quali significati reconditi,e in questo demo, sempre con voce double-tracked, manca però ancora il celebre “The Walrus Was Paul” poi inserito nella canzone finita
4. Ob-La-Di, Ob-La-Da la famosa “canzoncina” di Paul, odiata da John, e che però in questa veste acustica ha un suo fascino perverso, oltre al solito ritornello irresistibile, sempre voce raddoppiata, quasi immancabile in molti di questi demo registrati in ogni caso su apparecchi casalinghi, ma quasi professionali, di loro proprietà.
5. The Continuing Story of Bungalow Bill questa è una delle famose canzoni surreali e sardoniche di John, che prende lo spunto sempre da un fatto avvenuto durante il soggiorno in India. Il demo non è poi così differente dalla versione completa che uscirà nel White Album, con gli altri Beatles impegnati a fare le voci degli animali degli giungla, al solito divertendosi come dei matti.
6. While My Guitar Gently Weeps una delle delle più belle composizioni mai scritte da George Harrison, la melodia cristallina risalta anche in questa versione intima, solo voce e chitarra acustica e con il testo leggermente differente da quello che uscirà nella versione finale
7. Happiness is a Warm Gun tre canzoni in una, e che nella versione apparsa sul disco all’epoca presentava alcuni dei più intricati ed acrobatici intrecci vocali mai messi su disco dai tre, mentre in questo demo il brano diventa una sorta di ode a Yoko, e mancano la parte introduttiva e quella finale che l’hanno resa quel piccolo capolavoro che poi diverrà
8. I’m so tired bellissima anche in questa versione acustica e in solitaria di John, con intermezzo parlato diverso da quello poi messo nel disco.

9. Blackbird leggermente più lenta dell’originale, voce raddoppiata, ma sempre una della più belle canzoni di sempre di Paul McCartney, con un lavoro da sogno alla chitarra in fingerpicking, una meraviglia
10. Piggies un brano minore, ma delizioso e sognante, di George, purtroppo reso immortale in senso negativo dall’uso distorto che ne fecero Charles Manson ed i suoi accoliti, qui riacquista il suo tono quasi fiabesco.
11. Rocky Raccoon Paul risponde alle avventure di Bungalow Bill, con quelle di Rocky Raccoon, nella prima versione, più breve, mancano il primo e ultimo verso, ma rimane delicata e divertente al contempo
12. Julia l’ultima canzone ad essere registrata per l’album bianco, dedicata alla mamma di John, uno dei suoi brani più malinconici e struggenti, qui con i versi del testo cambiati di ordine, e con il solito call and response della sua voce raddoppiata, bellissima comunque
13. Yer Blues la risposta sardonica di Lennon al boom del british blues, quasi a voler dire, alla Pippo Baudo, “anche il blues lo abbiamo inventato noi!” Con una piccola variazione nel testo in questa versione acustica

14. Mother Nature’s Son un altro dei piccoli capolavori acustici che costellano la carriera di Sir Paul, anche se nel demo manca proprio l’intro di chitarra che era uno dei punti di forza della canzone
15. Everybody’s Got Something to Hide Except Me and My Monkey la versione acustica dell’ennesimo brano dedicato a Yoko (anche se Paul pensava che il monkey del testo facesse riferimento all’eroina) è ancora più dylaniana nell’approccio rispetto alla versione poi uscita sul doppio 
16. Sexy Sadie è l’altro brano dedicato al Maharishi, è infatti inizialmente doveva chiamarsi così, ma su richiesta di George John cambiò il titolo, mantenendo comunque il tenore antisessista della canzone che avrebbe dovuto avere, come riportato dal giornalista Mark Lewisohn, un verso piuttosto pesante che recitava testualmente  “Maharishi, you little twat/Who the fuck do you think you are?/Who the fuck do you think you are?/Oh, you cunt.” . La canzone comunque è molto piacevole anche in questa veste acustica.
17. Revolution una via di mezzo tra la Revolution elettrica e quella più rallentata e quasi country apparsa come Revolution1 nell’album. Piccoli cambiamenti nei versi e battiti di mano per segnare il ritmo. In questo caso la versione elettrica vince a mani basse.
18. Honey Pie era uno dei vari omaggi sonori allo stile music hall tipicamente britannico amato sia da John che Paul e usato nei loro dischi. Questa volta tocca a McCartney che si diverte da par suo anche nella controparte acustica della canzone, dove manca il finale, sciocchina ma piacevole. Era uno dei brani già usciti nella Anthology 3
19. Cry Baby Cry altra piccola delizia dalla penna di John Lennon. Rispetto alla versione uscita sul White Album manca la parte iniziale e la coda aggiunta poi da Paul.

20. Sour Milk Sea A questo punto partono le otto canzoni degli Esher Demos che non faranno parte del disco finale. La canzone di Harrison verrà donata a Jackie Lomax, poi utilizzata nel suo disco di esordio con Paul al basso, Ringo alla batteria, Clapton alla solista e Nicky Hopkins al piano. Questa versione acustica francamente non è memorabile, forse l’avrai scartata anch’io, però forse no.
21. Junk che è stata pubblicata sempre nel primo CD del doppio Anthology 3, è l’unico brano scartato di quelli presentati da Paul McCartney, recuperata per il primo album solista omonimo di Macca, probabilmente non avrebbe sfigurato nel doppio bianco
22. Child of Nature anche questa è una signora canzone, con una melodia memorabile di quelle di Lennon, infatti non per nulla John, cambiando il testo, la tramuterà in Jealous Guy, uno dei pezzi più belli della sua carriera solista e questa versione acustica è veramente incantevole
23. Circles qui Harrison, che l’ha scritta, si accompagna all’organo anziché alle chitarre acustiche, uno dei suoi tipici brani mistici di derivazione orientale, verrà recuperato solo nel 1982 sull’album Gone Troppo, decisamente diversa e più bella di questa che appare come demo

24. Mean Mr. Mustard
25. Polythene Pam questi due brevi brani scritti da Lennon, giustamente verranno recuperati ed inseriti nel long medley della seconda facciata di Abbey Road, la prima qui dura il doppio della versione conosciuta perché il testo viene ripetuto due volte, e francamente nel medley facevano un figurone inserite nel contesto complessivo della costruzione sonora, anche le versione acustiche sono comunque interessant,i per quanto veramente embrionali.
26. Not Guilty forse il migliore dei brani di Harrison scartati dall’album originale, anche questo è già apparso nella Anthology 3, e poi usato da George per il suo album solista omonimo del 1979. Bella versione con un notevole lavoro della chitarra acustica.
27. What’s the New Mary Jane anche questa versione già uscita nella Anthology 3, è una dei tipici brani nonsense e demenziali di Lennon. Per usare un eufemismo diciamo non memorabile, anche se è stata registrata in molte takes pure dai Beatles, o meglio da Lennon e Harrison, una appare proprio nelle Sessions per il White Album, di cui trovate il resoconto nella II parte

fine 1a parte, segue…

Bruno Conti

Prossime Uscite Autunnali 6. The Beatles – White Album : E Naturalmente Per Il 50° Non Potevano Mancare Anche Loro Al 9 Novembre!

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The Beatles – White Album – Apple/Universal – 2 CD – 3 CD – 2 LP – 4 LP – Super Deluxe 6 CD + Blu-ray Audio – 09-11-2018

Se ne parlava da tempo ed ecco che alla fine è stata ufficializzata la data di uscita delle varie edizioni della ristampa di The Beatles, più noto come il White Album, il famoso doppio pubblicato in origine il 22 novembre del 1968, quindi, come era stato per Sgt. Pepper’s, la nuova versione uscirà qualche giorno prima dell’effettivo 50° Anniversario. Il pezzo forte sarà la versione Super Deluxe da 6 CD + 1 Blu-ray, ma ci sarà anche quella doppia del disco ufficiale con nuovo Stero Mix targato 2018, sia in CD come in doppio vinile, e anche un’altra in triplo CD o quadruplo vinile, con un disco extra che conterrà le famose Esher Sessions del maggio 1968, dove vennero realizzate molte registrazioni nella abitazione di George Harrison di canzoni che poi, nella loro versioni definitive sarebbero finite sul Doppio Bianco. Alcune, 7 per la precisione (sono andato a controllare), erano già uscite nella Beatles Anthology Vol. 3, e comunque tutte, e anche molte di più, sono apparse su svariati bootlegs dedicati ai Beatles nel corso degli anni, sia pure mai in modo legale.

Partiamo propria dalla versione tripla e vediamo i suoi contenuti:

CD 1
1. Back In The U.S.S.R.
2. Dear Prudence
3. Glass Onion
4. Ob-La-Di, Ob-La-Da
5. Wild Honey Pie
6. The Continuing Story Of Bungalow Bill
7. While My Guitar Gently Weeps
8. Happiness Is A Warm Gun
9. Martha My Dear
10. I’m So Tired
11. Blackbird
12. Piggies
13. Rocky Racoon
14. Don’t Pass Me By
15. Why Don’t We Do It In The Road?
16. I Will
17. Julia

CD 2
1. Birthday
2. Yer Blues
3. Mother Nature’s Son
4. Everybody’s Got Something To Hide Except Me And My Monkey
5. Sexy Sadie
6. Helter Skelter
7. Long, Long, Long
8. Revolution 1
9. Honey Pie
10. Savoy Truffle
11. Cry Baby Cry
12. Revolution 9
13. Good Night

CD 3
1. Back In The U.S.S.R. (Esher Demo)
2. Dear Prudence (Esher Demo)
3. Glass Onion (Esher Demo)
4. Ob-La-Di, Ob-La-Da (Esher Demo)
5. The Continuing Story Of Bungalow Bill (Esher Demo)
6. While My Guitar Gently Weeps (Esher Demo)
7. Happiness Is A Warm Gun (Esher Demo)
8. I’m So Tired (Esher Demo)
9. Blackbird (Esher Demo)
10. Piggies (Esher Demo)
11. Rocky Raccoon (Esher Demo)
12. Julia (Esher Demo)
13. Yer Blues (Esher Demo)
14. Mother Nature’s Son (Esher Demo)
15. Everybody’s Got Something To Hide Except Me And My Monkey (Esher Demo)
16. Sexy Sadie (Esher Demo)
17. Revolution (Esher Demo)
18. Honey Pie (Esher Demo)
19. Cry Baby Cry (Esher Demo)
20. Sour Milk Sea (Esher Demo)
21. Junk (Esher Demo)
22. Child Of Nature (Esher Demo)
23. Circles (Esher Demo)
24. Mean Mr Mustard (Esher Demo)
25. Polythene Pam (Esher Demo)
26. Not Guilty (Esher Demo)
27. What’s The New Mary Jane (Esher Demo)

Nel caso di questa versione la versione in CD avrà un prezzo abbordabile, mentre il quadruplo vinile limitato veleggerà tra gli 80 e i 100 Euro. Sempre a livello indicativo, ovviamente per i 3 CD. si parla di 25-30 euro. Mentre tutt’altro discorso per la versione Super Deluxe il cui prezzo si aggirerà tra i 140 e i 150 euro. Però il contenuto è molto sfizioso, vediamo quindi i CD dal 4 al 6 e il Blu-ray audio cosa conterranno.

CD 4 – Sessions
1. Revolution 1 (Take 18)
2. A Beginning (Take 4)/Don’t Pass Me By (Take 7)
3. Blackbird (Take 28)
4. Everybody’s Got Something To Hide Except Me And My Monkey (Unnumbered Rehearsal)
5. Good Night (Unnumbered Rehearsal)
6. Good Night (Take 10 With A Guitar Part From Take 7)
7. Good Night (Take 22)
8. Ob-La-Di, Ob-La-Da (Take 3)
9. Revolution (Unnumbered Rehearsal)
10. Revolution (Take 14 Instrumental Backing Track)
11. Cry Baby Cry (Unnumbered Rehearsal)
12. Helter Skelter (First Version Take 2)

CD 5 – Sessions
1. Sexy Sadie (Take 3)
2. While My Guitar Gently Weeps (Acoustic Version Take 2)
3. Hey Jude (Take 1)
4. St Louis Blues (Studio Jam)
5. Not Guilty (Take 102)
6. Mother Nature’s Son (Take 15)
7. Yer Blues (Take 5 With Guide Vocal)
8. What’s The New Mary Jane (Take 1)
9. Rocky Raccoon (Take 8)
10. Back In The U.S.S.R. (Take 5 Instrumental Backing Track)
11. Dear Prudence (Vocal, Guitar & Drums)
12. Let It Be (Unnumbered Rehearsal)
13. While My Guitar Gently Weeps (Third Version Take 27)
14. (You’re So Square) Baby I Don’t Care (Studio Jam)
15. Helter Skelter (Second Version Take 17)
16. Glass Onion (Take 10)

CD 6 – Sessions
1. I Will (Take 13)
2. Blue Moon (Studio Jam)
3. I Will (Take 29)
4. Step Inside Love (Studio Jam)
5. Los Paranoias (Studio Jam)
6. Can You Take Me Back (Take 1)
7. Birthday (Take 2 Instrumental Backing Track)
8. Piggies (Take 12 Instrumental Backing Track)
9. Happiness Is A Warm Gun (Take 19)
10. Honey Pie (Instrumental Backing Track)
11. Savoy Truffle (Instrumental Backing Track)
12. Martha My Dear (Without Brass And Strings)
13. Long Long Long (Take 44)
14. I’m So Tired (Take 7)
15. I’m So Tired (Take 14)
16. The Continuing Story Of Bungalow Bill (Take 2)
17. Why Don’t We Do It In The Road? (Take 5)
18. Julia (Two Rehearsals)
19. The Inner Light (Take 6 Instrumental Backing Track)
20. Lady Madonna (Take 2 Piano & Drums)
21. Lady Madonna (Backing Vocals Take 3)
22. Across The Universe (Take 6)

Blu-ray: The BEATLES (‘White Album’)

Audio Features:
: PCM Stereo (2018 Stereo Mix)
: DTS-HD Master Audio 5.1 (2018)
: Dolby True HD 5.1 (2018)

: Mono (2018 Direct Transfer of ‘The White Album’ Original Mono Mix)

Quindi un totale di altri 50 brani contenuti nei tre dischetti extra del cofanetto. Tra cui si segnalano la Take 10 di Revolution 1, che parte come la Revolution che tutti conosciamo dal Lato B di Hey Jude, solo che in questo caso invece di sfumare, prosegue in una jam di oltre undici minuti totali, con la prima apparizione in studio di Yoko Ono, che suona un synth distorto e recita alcune parti che poi sarebbero finite su Revolution 9. Quello che sorprende, a smentire quello che si è sempre pensato, è che alla fine del brano non c’è tensione, tutti si complimentano, ci sono alcune risatine compiaciute e ad una Yoko preoccupata che chiede se “That’s Too Much?”, John risponde “It Sounds Great” e Paul conferma “Yeah, it’s wild!”. A Beginning, anche questa già presente nella Anthology 3, in pratica era l’introduzione orchestrale di Don’t Pass Me By che qui è unita nella Take 7. Le tre diverse versioni di Good Night, il pezzo per Ringo Starr, prevedono solo John Lennon alla chitarra acustica arpeggiata, niente orchestra aggiunta, e tutti e quattro i Beatles che armonizzano insieme nel coro “good night, sleep tight”. Una occasione rara in questa fase dei loro rapporti.

Helter Skelter è la take 2, la stessa sempre apparsa in Anthology 3, dove veniva però sfumata dopo 5 minuti, mentre in questo caso appare la versione completa da 13 minuti, benché si dice che ne esista una anche da 27 minuti di questo brano proto-metal tiratissimo. Interessante anche la versione di Sexy Sadie con George che canticchia Getting better da Sgt. Pepper, Paul McCartney che suona l’organo in questa take 3. Ci sono due versioni diverse di While My Guitar Gently Weeps, una acustica, la take 2 e la take 27 elettrica, in cui suona anche Eric Clapton di cui si dice fosse presente in ben 20 delle versioni che vennero provate, in quanto si fermò l’intera giornata di registrazione, per la gioia dei fans di Manolenta. Una bellissima versione di Blackbird, take 27, con la “ragazza” di McCartney dell’epoca Francie che si sente sullo sfondo (un po’ di gossip, è lei che fece rompere il fidanzamento con Jane Asher, quando quest’ultima li trovò a letto insieme). Una bellissima versione di Long Long Long con George e Ringo che duettano insieme. Delle Esher Sessions troviamo un demo di Dear Prudence e uno di Sour Milk Sea di George Harrison, brano che poi venne dato a Jackie Lomax.

E ancora alcune delle prime versioni di Hey Jude, già lunga sette minuti, Let It Be. Ancora dai nastri di Esher un pezzo di John Child Of Nature, che poi sarebbe diventato Jealous Guy, come pure molto bella è la take di Julia, mentre due prove successive della stessa canzone sono sul CD 6. Dove ci sono, come negli altri dischetti, molte versioni solo strumentali dei brani del doppio album. Nel reparto “cazzeggi ” troviamo versioni di St. Louis Blues, (You’re So Square) Baby I Don’t Be Care, Blue Moon, Step Inside Love, Los Paranoias, mentre alla fine del disco 6 ci sono versioni alternate di canzoni come The Inner Light, Lady Madonna Across The Universe che poi non sarebbero finite sul disco finale, come pure What’s The New Mary Jane. Insomma materiale raro per la gioia di grandi e piccini ce n’è a iosa, basta attendere fino al 9 novembre, data di uscita del tutto.

Bruno Conti

Rock And Roll Hall Of Fame In Concert. Le Ultime Annate, Grande Musica E Incontri Inconsueti: Il Resoconto

rock and roll hall of fame in concert

Rock & Roll Hall The Fame In Concert – Time Life 4 DVD o 2 Blu-ray Zona 1

All’incirca una decina di anni, tra il 2009 e il 2010, in occasione del 25° Anniversario della nascita della Rock And Roll Hall Of Fame, c’è stato un soprassalto di attività con la pubblicazione di un paio di cofanetti in DVD: uno quadruplo con il concerto tenuto al Madison Square Garden nell’ottobre 2009 appunto per il venticinquennale, quasi 6 ora di musica con concerto e discorsi completi, mentre nel 2010 è uscito un box da 9 DVD con il meglio dei 24 anni precedenti, circa 11 ore di filmati live, più 9 ore di materiale bonus extra. Poi è calato il silenzio: intendiamoci, la manifestazione si è comunque tenuta regolarmente ogni anno, o a Cleveland, dove c’è la sede della fondazione e il museo o al Barclays Center di Brooklyn, NY, solo che poi non è stato più pubblicato nulla. Ed ecco che ora appare questo Rock & Roll Hall The Fame In Concert, un cofanetto di 4 DVD o 2 Blu-ray, che contiene le quattro annate che vanno dal 2014 al 2017 (dal 2010 al 2013 nulla è dato sapere), più di undici ore di contenuti tra discorsi vari e 53 esibizioni dal vivo. In teoria è solo per il mercato americano ma visto che è molto bello, qualità audio/video strepitosa e alcune esibizioni memorabili, vediamo cosa contiene.

DVD 1 2014, siamo al Barclays Center di New York e il programma si apre con una potente Digging In The Dirt di Peter Gabriel (formazione della madonna con David Rhodes, Manu Katchè, Tony Levin e David Sancious) che viene indotto nella Hall Of Fame da Chris Martin dei Coldplay, che sale sul palco con Gabriel per una versione doppio pianoforte della bellissima Washing Ot The Water, tratta da Us, ma poi arriva tutta la band nel finale, mentre per una lunghissima In Your Eyes Peter invita sul palco Youssou N’Dour per duettare con lui, come nella versione originale che era su So. Secondo artista della serata Yusuf, che nel frattempo è tornato Cat Stevens: lo presenta Art Garfunkel, che poi lascia spazia all’artista inglese, accompagnato da Paul Shaffer e dalla Hall Of Fame Orchestra, che esegue alla grande un trittico spettacolare, Father And Son, Wild World e Peace Train, alla chitarra c’è uno che ha tutta l’aria di essere Waddy Wachtel. Linda Ronstadt è la terza artista ad essere “indotta”, ma non è presente a causa del Morbo di Parkinson che non lo permette di esibirsi dal 2011: la presentazione è del suo amico Glenn Frey, poi ascoltiamo Different Drum cantata (bene) da Carrie Underwood, una splendida Blue Bayou, con Emmylou Harris, Bonnie Raitt e ancora Carrie Underwood, le tre rimangono e vengono raggiunte da Sheryl Crow e Glenn Frey per una ottima You’re No Good, e ancora da Stevie Nicks che è la voce solista per It’s So Easy e tutti insieme per una commovente e celebrativa When Will I Be Loved. Sarebbe difficile fare meglio se a seguire non fosse il turno della E Street Band, che come “presentatore” ha Bruce Springsteen, “solo” una ventina di minuti di discorso suo e un’altra ventina degli altri della band, che poi scatena le danze per una portentosa The E Street Shuffle con Vini Lopez tornato alla batteria, solo nove minuti ma molto intensi. A seguire arriva Michael Stipe per presentare i Nirvana e Courtney Love viene fischiata dal pubblico: Dave Grohl e Krist Novoselic eseguono Smells Like Teen Spirit, Aneurysm, Lithium e All Apologies aiutati da Joan Jett, Pat Smear, Kim Gordon, Annie Clark e Lorde. E nel 2014, non presenti nel film, c’erano pure i Kiss e Hall & Oates. Comunque questo è il miglior DVD del lotto.

DVD 2 2015, siamo alla Public Hall di Cleveland.  Annata meno eccitante, con nell’ordine Joan Jett, ospiti Dave Grohl, Miley Cyrus e Tommy James, per una piacevole Crimson And Clover. Della Butterfield Blues Band non c’è quasi nessuno, li presenta Peter Wolf, ma la versione di Born In Chicago con Zac Brown alla voce, Tom Morello alla chitarra e Jason Ricci all’armonica non è per nulla male. E lo è anche la sezione in cui Stevie Wonder presenta una rarissima apparizione pubblica di Bill Withers, “ritirato” dal 1985: i due eseguono insieme Ain’t No Sunshine e poi sul palco per Lean On Me arriva John Legend, che non amo in modo particolare, ma a questi eventi fa sempre la sua porca figura. Green Day presentati da Fall Out Boy fanno tre brani.  Mentre Steve Ray Vaughan And Double Trouble indotti da John Mayer hanno diritto solo a un brano, ma la versione di Texas Flood, con il fratello Jimmie Vaughan, Gary Clark Jr., Doyle Bramhall e lo stesso Mayer è una vera perla. Pure di Lou Reed,  presentato da Patti Smith e il cui premio viene accettato da Laurie Anderson, viene presentata solo una canzone, una bella versione di Satellite Of Love, cantata da Beck. Poi, presentato da Sir Paul McCartney arriva sul palco l’ineffabile Ringo Starr, più rauco vocalmente del solito, ma con un piccolo aiuto dei suoi amici ce la fa: in Boys i Green Days se la cavano, son tre accordi, in It Don’t Come Easy c’è il cognato Joe Walsh alla chitarra, e nella conclusiva I Wanna Be Your Man sono in 700 sul palco, in pratica quasi tutti gli ospiti della serata , per una versione corale, gagliarda e chitarristica.

DVD 3 2016, di nuovo a New York City. Aprono I Deep Purple, senza Blackmore ma con la premiazione contemporanea di Ian Gillan, David Coverdale e Glenn Hughes, tre cantanti presenti per l’occasione, ma canta solo Gillan, Steve Morse alla chitarra, presentazione di Lars Ulrich dei Metallica,  e per gradire Highway Star e Smoke On The Water, due classici dell’hard-rock, quello buono. Di Bert Berns, un grande personaggio degli anni ’60,  solo un Lifetime Achievement presentato da Steve Van Zandt che legge una lista di canzoni veramente impressionante, ma niente musica e neppure, per fortuna, per i rappers N.W.A.. I Chicago sono presentati da Rob Thomas dei Matchbox Twenty, e poi eseguono tre dei loro classici in modo elegante, anche se manca in parte la verve rock-jazz degli inizi, Saturday In the Park e Does Anybody Really Know What Time Is It? sono delle belle canzoni e l’impianto vocale e strumentale è sempre buono, ma il gruppo si riabilita con una brillante e rockeggiante 25 Or 6 To 4, uno dei riff più famosi del rock di sempre. Non malvagi neppure i Cheap Trick presentati da Kid Rock (?!?), dal vivo sono sempre potenti e il loro rock and roll non manca di divertire, come ai tempi di At Budokan. Gran finale con tutti insieme appassionatamente ad intonare Ain’t That A Shame insieme ai Cheap Trick. Ma Steve Miller che fine ha fatto?

DVD 4 2017. Altra buona annata: si parte con gli ELO, Electric Light Orchestra, la loro versione con archi aggiunti di Roll Over Beethoven è anche un sentito omaggio a Chuck Berry, grazie ad un Jeff Lynne ispirato che poi rispolvera altri due classici come Evil Woman e la beatlesiana Mr. Blue Sky. Il discorso finale è di Dhani Harrison e ad accettare il premio c’è anche Roy Wood. Jackson Browne induce nella RRHOF Joan Baez, che esegue da sola Swing Low Sweet Chariot e poi chiama sul palco Mary Chapin Carpenter e le invecchiate (mi sembra più della Baez) Indigo Girls per le deliziose e delicate Deportee (Plane Wreck At Los Gatos) e The Night They Drove Old Night Dixie Down. Gli Yes, in formazione originale (quasi, manca Chris Squire) ricevono il premio da Geddy Lee (che rimane sul palco con il gruppo) e Alex Lifeson dei Rush: Roundabout è una ottima scelta (e Rick Wakeman è in gran forma, come pure Steve Howe),mentre Owner Of A Lonely Heart, per quanto piacevole, meno riuscita. Snoop Dogg induce Tupac Shakur, senza musica, anche perché non c’è, questa è cattiva lo so. I Journey sono stati una delle band migliori anni ’70-’80, nati da una costola dei Santana, poi con l’innesto di Steve Perry sono diventati più rock FM, ma l’attuale cantante filippino non si può vedere e sentire, anche se gli altri suonano. Per fortuna che nel finale di questo quarto DVD, il più lungo del lotto, arriva David Letterman, più barbuto che mai, ad introdurre i Pearl Jam, che poi ci regalano un trittico dei loro classici, Alive, Given To Fly e una splendida Better Man, cantata da tutto il pubblico.

Il gran finale del 2017 con Rockin’ In The Free World qui sotto, non c’è nel DVD, peccato.

Luci ed ombre, ma nel complesso molti di più i momenti da tesaurizzare. Le “inductions” si possono guardare a parte nel menu, ma le parti solo musicali no. Mistero.

Bruno Conti

Dopo Parecchi Anni Torna Una Delle Serie Video Più Belle. Rock And Roll Hall Of Fame – In Concert

rock and roll hall of fame in concert

Rock And Roll Hall Of Fame In Concert – Time Life 4 DVD o 2 Blu-ray – 24-04-2018

Era il 2010, quando uscirono sia il Box da 9 DVD con il meglio delle varie edizioni dei concerti per la Rock And Roll Hall Of Fame che il quadruplo cofanetto con il concerto che festeggiava il 25° Anniversario della manifestazione con una serata speciale al Madison Square Garden, registrata nel 2009. Da allora tutto taceva, ma ecco che la Time Life pubblicherà in questi giorni negli Stati Uniti questo box che vedete qui sopra (4 DVD, ma anche disponibile in doppio Blu-ray): l’uscita è prevista per il 24 aprile, e le due versioni conterranno il meglio dei concerti del 2014-2015-2016-2017. Non chiedetemi perché le edizioni dal 2010 al 2013 non sono mai state considerate, non so dirvelo, forse problemi di diritti di autore, o magari qualcosa è stato pubblicato e venduto direttamente solo sul sito della Hall Of Fame, ma non credo perché non ho mai visto nulla annunciato. Comunque se volete leggere i Post che avevo dedicato alle uscite all’epoca basta che cerchiate nell’archivio del Blog del 2010.

Per quello che riguarda i contenuti di questa imminente uscita, li trovate elencati qui sotto; prima un riassunto a grandi linee e poi la lista completa, disco per disco dei singoli brani e delle canzoni che sono state eseguite nei vari anni, con tutti gli ospiti che si sono alternati sui palchi del Barclays Center di New York e della Public Hall di Cleveland, a seconda delle diverse annate:

ROCK & ROLL HALL OF FAME: IN CONCERT FEATURES:

  • These 4 DVD and 2 Blu-ray Sets feature poignant reunions, moving and often hilarious induction speeches, and 53 iconic performances.
  • The best moments from the 2014, 2015, 2016 and 2017 induction ceremonies.
  • Bruce Springsteen joining inductees the E Street Band for the deep-cut classic The E Street Shuffle from the Boss’s second album, from 1973.
  • Legendary grunge-rock group Pearl Jam delivering thundering performances of Alive, Given to Fly and Better Man.
  • The two surviving members of Nirvana joined on stage by Lorde, Annie Clark, Kim Gordon and Joan Jett for emotional renderings of the group’s biggest hits.
  • Cat Stevens performing a spine-tingling version of Father & Son that rendered the massive Barclays Center quiet as a church.
  • Journey performing three classic cuts: Separate Ways (Worlds Apart), Lights and Don’t Stop Believin’.
  • Ringo Starr being welcomed into the Rock Hall with a little help from Paul McCartney. Features complete Hall of Fame induction speeches, including:
    • Coldplay’s Chris Martin inducting Peter Gabriel
    • Metallica’s Lars Ulrich inducting Deep Purple

The 29th Annual Rock & Roll Hall of Fame Induction Ceremony

Barclays Center: Brooklyn, New York

April 10, 2014

PROGRAM

PETER GABRIEL

Digging in the Dirt Peter Gabriel

Chris Martin Inducts Peter Gabriel
Peter Gabriel Acceptance Speech

Washing of the Water Peter Gabriel with Chris Martin
In Your Eyes Peter Gabriel with Youssou N’Dour

CAT STEVENS
Art Garfunkel Inducts Cat Stevens
Cat Stevens Acceptance Speech

Father & Son Cat Stevens with Paul Shaffer and the Hall of Fame Orchestra
Wild World Cat Stevens with Paul Shaffer and the Hall of Fame Orchestra
Peace Train Cat Stevens with Paul Shaffer and the Hall of Fame Orchestra

LINDA RONSTADT
Glenn Frey Inducts and Accepts on Behalf of Linda Ronstadt

Different Drum Carrie Underwood and Paul Shaffer and the Hall of Fame Orchestra
Blue Bayou Emmylou Harris, Bonnie Raitt, Carrie Underwood and Paul Shaffer and the Hall of Fame Orchestra
You’re No Good Sheryl Crow, Glenn Frey, Emmylou Harris, Bonnie Raitt, Carrie Underwood and Paul Shaffer and the Hall of Fame Orchestra
It’s So Easy Stevie Nicks, Sheryl Crow, Glenn Frey, Emmylou Harris, Bonnie Raitt, Carrie Underwood and Paul Shaffer and the Hall of Fame Orchestra
When Will I Be Loved Sheryl Crow, Emmylou Harris, Stevie Nicks, Bonnie Raitt, Carrie Underwood and Paul Shaffer and the Hall of Fame Orchestra

E STREET BAND
Award for Musical Excellence
Bruce Springsteen Inducts the E Street Band
Acceptance Speech: Roy Bittan, Victoria Clemons on Behalf of Clarence Clemons, Jason Federici on Behalf of Danny Federici, Nils Lofgren, Vini Lopez, David Sancious, Patti Scialfa, Garry Tallent, Max Weinberg and Steven Van Zandt

The E Street Shuffle Bruce Springsteen and the E Street Band

NIRVANA
Michael Stipe Inducts Nirvana
Acceptance Speech: Dave Grohl, Krist Novoselic, and Courtney Love and Wendy O’Connor on Behalf of Kurt Cobain

Smells Like Teen Spirit Dave Grohl and Krist Novoselic with Joan Jett and Pat Smear
Aneurysm Dave Grohl and Krist Novoselic with Kim Gordon and Pat Smear
Lithium Dave Grohl and Krist Novoselic with Annie Clark and Pat Smear
All Apologies Dave Grohl and Krist Novoselic with Annie Clark, Kim Gordon, Joan Jett, Lorde and Pat Smear


 

The 30th Annual Rock & Roll Hall of Fame Induction Ceremony
Public Hall: Cleveland, Ohio
April 18, 2015

PROGRAM

JOAN JETT & THE BLACKHEARTS
Bad Reputation Joan Jett & the Blackhearts
Cherry Bomb Joan Jett & the Blackhearts with Dave Grohl and Gary Ryan
Crimson and Clover Joan Jett & the Blackhearts with Miley Cyrus, Gary Ryan, Dave Grohl and Tommy James

Miley Cyrus Inducts Joan Jett & the Blackhearts
Acceptance Speech: Ricky Byrd, Joan Jett and Gary Ryan
 
THE PAUL BUTTERFIELD BLUES BAND
Born in Chicago Zac Brown, Tom Morello, Jason Ricci and Paul Shaffer and the Hall of Fame Orchestra

Peter Wolf Inducts The Paul Butterfield Blues Band
Acceptance Speech: Elvin Bishop, Lee Butterfield on Behalf of Paul Butterfield, Sam Lay and Mark Naftalin
 
BILL WITHERS
Stevie Wonder Inducts Bill Withers
Bill Withers Acceptance Speech

Ain’t No Sunshine Bill Withers with Stevie Wonder and Paul Shaffer and the Hall of Fame Orchestra
Lean on Me Bill Withers with John Legend, Stevie Wonder and Paul Shaffer and the Hall of Fame Orchestra

GREEN DAY
Fall Out Boy Inducts Green Day
Acceptance Speech: Billie Joe Armstrong, Tré Cool and Mike Dirnt

American Idiot Green Day
When I Come Around Green Day
Basket Case Green Day
 
STEVIE RAY VAUGHAN AND DOUBLE TROUBLE
John Mayer Inducts Stevie Ray Vaughan and Double Trouble
Acceptance Speech: Chris Layton, Tommy Shannon, Jimmie Vaughan on Behalf of Stevie Ray Vaughan, and Reese Wynans

Texas Flood Double Trouble with Doyle Bramhall II, Gary Clark Jr., John Mayer and Jimmie Vaughan

LOU REED

Patti Smith Inducts Lou Reed
Acceptance Speech: Laurie Anderson on Behalf of Lou Reed

Satellite of Love Beck, Jason Falkner, Roger Joseph Manning Jr., Nate Ruess and Paul Shaffer and the Hall of Fame Orchestra

RINGO STARR
Award for Musical Excellence
Paul McCartney Inducts Ringo Starr
Ringo Starr Acceptance Speech

Boys Ringo Starr with Green Day
It Don’t Come Easy Ringo Starr with Joe Walsh and Paul Shaffer and the Hall of Fame Orchestra
Finale: I Wanna Be Your Man Ringo Starr with Paul McCartney, Joe Walsh, Paul Shaffer and the Hall of Fame Orchestra and the Rock & Roll Hall of Fame Jam Band


 

The 31st Annual Rock & Roll Hall of Fame Induction Ceremony
Barclays Center: Brooklyn, New York
April 8, 2016

PROGRAM

DEEP PURPLE
Lars Ulrich Inducts Deep Purple
Acceptance Speech: David Coverdale, Ian Gillan, Roger Glover, Glenn Hughes and Ian Paice

Highway Star Deep Purple
Smoke on the Water Deep Purple

BERT BERNS
Ahmet Ertegun Award for Lifetime Achievement
Steven Van Zandt Inducts Bert Berns
Acceptance Speech: Cassandra Berns and Brett Berns on Behalf of Bert Berns

N.W.A.
Kendrick Lamar Inducts N.W.A.
Acceptance Speech: Dr. Dre, Ice Cube, DJ Yella and MC Ren

CHICAGO
Rob Thomas Inducts Chicago
Acceptance Speech: Michelle Kath on Behalf of Terry Kath, Robert Lamm, Lee Loughnane, James Pankow, Walter Parazaider and Danny Seraphine

Saturday in the Park Chicago
Does Anybody Really Know What Time It Is? Chicago with Rob Thomas
25 or 6 to 4 Chicago

CHEAP TRICK

Kid Rock Inducts Cheap Trick
Acceptance Speech: Bun E. Carlos, Rick Nielsen, Tom Petersson and Robin Zander

I Want You to Want Me Cheap Trick
Dream Police Cheap Trick
Surrender Cheap Trick
Finale: Ain’t That a Shame Cheap Trick with the Rock & Roll Hall of Fame Jam Band


 

The 32nd Annual Rock & Roll Hall of Fame Induction Ceremony
Barclays Center: Brooklyn, New York
April 7, 2017

PROGRAM

ELO
Roll Over Beethoven ELO
Evil Woman ELO
Mr. Blue Sky ELO

Dhani Harrison Inducts ELO
Acceptance Speech: Jeff Lynne and Roy Wood

JOAN BAEZ
Jackson Browne Inducts Joan Baez
Joan Baez Acceptance Speech

Swing Low, Sweet Chariot Joan Baez
Deportee (Plane Wreck at Los Gatos) Joan Baez with Mary Chapin Carpenter, Amy Ray and Emily Saliers
The Night They Drove Old Dixie Down Joan Baez with Mary Chapin Carpenter, Amy Ray and Emily Saliers

YES
Geddy Lee and Alex Lifeson Induct Yes
Acceptance Speech: Jon Anderson, Bill Bruford, Steve Howe, Trevor Rabin, Rick Wakeman and Alan White

Roundabout Yes with Geddy Lee
Owner of a Lonely Heart Yes

TUPAC SHAKUR
Snoop Dogg Inducts and Accepts on Behalf of Tupac Shakur
 
JOURNEY
Pat Monahan Inducts Journey
Acceptance Speech: Jonathan Cain, Aynsley Dunbar, Steve Perry, Gregg Rolie, Neal Schon, Steve Smith and Ross Valory

Separate Ways (Worlds Apart) Journey
Lights Journey
Don’t Stop Believin’ Journey

PEARL JAM
David Letterman Inducts Pearl Jam
Acceptance Speech: Jeff Ament, Matt Cameron, Stone Gossard, Dave Krusen, Mike McCready and Eddie Vedder

Alive Pearl Jam
Given to Fly Pearl Jam
Better Man Pearl Jam

Magari dopo l’uscita dei cofanetti ne parliamo ancora, ma non garantisco.

Bruno Conti

Il “Solito” Ringo, Piacevole E Disimpegnato. Ringo Starr – Give More Love

ringo starr give me more love

Ringo Starr – Give More Love – Universal CD

Personalmente non sono mai stato d’accordo con le critiche più frequenti mosse negli anni verso Ringo Starr, e cioè che fosse un batterista piuttosto scarso e che dovesse la sua fama semplicemente all’allontanamento di Pete Best dal posto dietro ai tamburi dei Beatles. Certo, quello può essere stato un colpo di fortuna, ma il piccolo e nasuto Richard Starkey i galloni se li è guadagnati sul campo, migliorandosi negli anni e mettendo a punto uno stile riconoscibilissimo, pulito ed essenziale: non credo infatti che la miriade di musicisti che, dal 1970 in poi, hanno richiesto i servigi di Ringo sui propri album fossero tutti degli autolesionisti che volevano un batterista poco capace solo perché “faceva figo” avere il nome di un Beatle sul disco. Diverso è il discorso quando si parla di Ringo come musicista in proprio, dato che nella sua ormai ampia discografia (19 album di studio compreso l’ultimo) e volendo stare larghi, di dischi indispensabili ne citerei tre: l’ottimo esercizio di puro country Beaucoups Of Blues del 1970, lo splendido Ringo del 1973 ed il riuscito comeback album del 1992 Time Takes Time. Nel corso degli ultimi vent’anni Ringo ha continuato ad incidere con regolarità (e ad esibirsi con la sua All-Starr Band, ma questa è un’altra storia), sfornando una serie di album tanto piacevoli quanto tutto sommato superflui, con alcuni meglio di altri (Vertical Man, Ringo Rama, Liverpool 8) ed altri apprezzabili ma decisamente meno riusciti, tra i quali metterei senz’altro i tre usciti nella presente decade, Y Not http://discoclub.myblog.it/2009/12/30/ringo-starr-y-not/ , Ringo 2012 e Postcard From Paradise.

Give More Love, uscito il 15 Settembre scorso, è un buon disco, con alcune canzoni ottime ed altre più nella norma, un lavoro che non si aggiunge certo ai tre “imperdibili” citati all’inizio ma si colloca altrettanto certamente tra i più positivi delle ultime due decadi. Inizialmente Give More Love doveva essere un album country da realizzare in collaborazione con l’ex Eurythmics Dave Stewart, ma poi Ringo ha scritto canzoni con uno spirito diverso, più rock, e le ha incise e prodotte in proprio nel suo studio casalingo. E l’esito finale è molto piacevole, forse più del solito: Ringo non sarà mai un fuoriclasse, ma in tutti questi anni ha imparato anche a scrivere canzoni migliori, e se messo nelle giuste condizioni, cioè con in brani adatti a lui e con l’aiuto di qualche amico, è ancora in grado di divertire. Dicevo degli amici, ed in questo disco c’è una lista di nomi impressionanti, che solo ad elencarli tutti ci vuole un post a parte (anche se ognuno di loro, devo dirlo, si mette al servizio del nostro senza rubargli mai la scena): Steve Lukather, Peter Frampton, Joe Walsh, Greg Leisz, Dave Stewart, Gary Nicholson, Benmont Tench, Edgar Winter, Don Was, Greg e Matt Bissonette, Timothy B. Schmit, Nathan East e, l’ho lasciato volutamente per ultimo, l’ex compare Paul McCartney al basso in due pezzi. Un gradevole disco di pop-rock quindi, senza troppe problematiche, di classe e suonato benissimo. Si inizia con la potente We’re On The Road Again, un rock’n’roll trascinante con Lukather alla solista e McCartney al basso che “pompano” che è un piacere e Ringo che canta in maniera sicura (e Paul alla fine piazza un paio di controcanti riconoscibilissimi): ottimo avvio. Laughable, cadenzata ed insinuante, è piacevole ed immediata, grazie ad un bel refrain, e mostra che il nostro ha scelto una produzione più rock che pop, con grande spazio per le chitarre (qui l’axeman è Frampton).

Show Me The Way è uno slow piuttosto asciutto nell’arrangiamento (organo, chitarra e sezione ritmica), ma io Ringo lo preferisco nei brani più mossi, come Speed Of Sound, altro rock’n’roll deciso, ben eseguito e sufficientemente coinvolgente, con Frampton che per l’occasione rispolvera il suo talkbox. Molto carina Standing Still, un rock-country-blues con un bravissimo Leisz al dobro e Ringo che intona una melodia che piace all’istante; King Of The Kingdom (scritta con Van Dyke Parks) ha un tempo reggae, un motivo orecchiabile e solare ed un bell’intervento di Winter al sax, mentre Electricity, nonostante la presenza di Walsh e Tench ed un testo autobiografico, non è una gran canzone. Molto meglio So Wrong For So Long, una languida country ballad con la splendida steel di Leisz, unico residuo del progetto iniziale con Stewart (che infatti è co-autore), un peccato comunque che non si sia andati fino in fondo. La parte “nuova” del CD (dopo vedremo perché nuova) si chiude con la swingata Shake It Up, un boogie dal gran ritmo, una delle più immediate del lavoro, e con la squisita title track, la più pop del disco, ma con il sapore nostalgico dei brani dell’amico George Harrison. A questo punto il dischetto presenta quattro bonus tracks, quattro brani che Ringo ha preso dal suo passato reincidendoli ex novo (e va detto, senza mai superare gli originali), a partire da una versione molto particolare di Back Off Boogaloo, che parte dal demo originale del 1971 al quale sono stati aggiunti gli strumenti odierni, e c’è anche Jeff Lynne alla chitarra (e per una volta non alla produzione). Poi abbiamo la beatlesiana Don’t Pass Me By, suonata insieme alla band indie americana Vandaveer (ed accenno finale ad Octopus’s Garden), una tonica You Can’t Fight Lightning con il gruppo anglo-svedese Alberta Cross e, sempre con i Vandaveer, la sempre bellissima Photograph.

Un disco, ripeto, molto piacevole e senza troppe elucubrazioni mentali, forse non imperdibile, ma comunque se lo comprate non sono soldi buttati.

Marco Verdi

It Was (Really) Fifty Years Ago Today, Ovvero, Erano Giusto 50 Anni Fa, Oggi! The Beatles – Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band

 

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The Beatles – Sgt. Pepper’s Lonely Heart Club Band – Parlophone/EMI CD – Deluxe 2CD – 2 LP – Super Deluxe 4CD/DVD/BluRay

I Beatles, forse il gruppo più popolare di tutti i tempi, sono sempre stati decisamente avari nell’aprire i loro archivi dopo la separazione avvenuta nel 1970: a parte il Live At The Hollywood Bowl uscito negli anni settanta e ristampato lo scorso anno, e soprattutto i tre volumi dell’Anthology pubblicati a metà anni novanta, ai fans è sempre stata offerta la solita, peraltro ottima, sbobba, comprese le tanto strombazzate ristampe rimasterizzate del 2009 di tutta la discografia degli Scarafaggi, che non aggiungevano neppure trenta secondi di musica inedita. Quest’anno la svolta: per il cinquantenario dell’album più famoso dei Fab Four (uscito proprio il primo Giugno del 1967, cinquant’anni precisi precisi, ma il disco è nei negozi dal 26 maggio), cioè il leggendario Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band (per molti è anche il loro migliore, io preferisco il White Album ma comunque sempre di dischi da cinque stelle stiamo parlando), i superstiti Paul McCartney e Ringo Starr, insieme agli eredi degli scomparsi John Lennon e George Harrison, hanno acconsentito ad aprire il magico scrigno delle sessions di quell’album epocale, affidandone la cura a Giles Martin, figlio di George, il celebre produttore dei quattro ragazzi di Liverpool: il risultato è la solita pletora di edizioni diverse, a partire da quella singola e fondamentalmente inutile se lo possedete già (anche se le tracce sono state remixate, ma non rimasterizzate, per quello andava già benissimo il lavoro fatto nel 2009), una doppia interessante con un secondo CD di versioni alternate, e soprattutto un imperdibile cofanetto con quattro CD, un DVD, un Blu*Ray (con lo stesso contenuto del DVD) ed uno splendido libro.

Data l’importanza sia musicale che culturale del disco, questo sarà il primo post “condiviso” della storia del blog: io introdurrò brevemente il disco originale e la sua storia, mentre Bruno vi parlerà nel dettaglio del contenuto del cofanetto quadruplo. L’idea dell’album del 1967 venne a McCartney (che peraltro vuole la leggenda fosse già “morto” il 9 novembre del 1966, sostituito da Billy Shears!!), che voleva una sorta di concept basato sui ricordi adolescenziali di Liverpool dei quattro, ma ben presto il soggetto si tramutò in quello di una serie di canzoni suonate da una band fittizia dell’epoca vittoriana, appunto la Band Dei Cuori Solitari Del Sergente Pepper, legate solo apparentemente da un filo conduttore: il disco è considerato l’apice creativo dei Fab Four, in quanto contiene una serie di gioiellini pop che rasentano la perfezione, con un accenno appena sfiorato di psichedelia (ma proprio all’acqua di rose), e con la figura di George Martin sempre più fondamentale nell’economia del gruppo, da grande arrangiatore quale era, ma anche abile “traduttore” in pratica delle folli idee dei quattro, una caratteristica che era già risaltata l’anno prima nell’altrettanto geniale (e splendido) Revolver. Il disco fu anche il primo dei Beatles senza un singolo portante: nelle stesse sessions, quasi su imposizione della casa discografica, furono incise anche diverse takes sia di Strawberry Field Forever (forse il miglior brano di Lennon all’interno del gruppo) che di Penny Lane, sessions incluse tra l’altro nel cofanetto: i quattro giudicarono però i due brani un po’ fuori contesto rispetto al resto dell’album e quindi li pubblicarono a parte, con il risultato di avere forse il miglior singolo della loro carriera.

Tutto in Sgt. Pepper è perfetto, dall’iconica ed imitatissima copertina ad opera di Peter Blake (e nella quale verranno trovati oscuri messaggi riguardanti la citata e presunta morte di Paul), alle variopinte giacche utilizzate dai Fab Four, ma soprattutto le tredici tracce del disco, capolavori assoluti di pop e con i tipici nonsense lirici dei quattro. Tutto è imperdibile, dall’introduzione finto-live della title track, poi ripresa nel finale, all’irresistibile singalong affidato a Ringo With A Little Help From My Friends, alla psichedelia leggera di Lucy In The Sky With Diamonds, ai bozzetti molto British e tipicamente McCartney di Fixing A Hole, Getting Better, She’s Leaving Home e Lovely Rita (ai quali partecipa anche Lennon con la bucolica e festosa Godd Morning, Good Morning), mentre ho sempre considerato lo spazio affidato a Harrison, Within You Without You, influenzata pesantemente dalla musica indiana ed a mio parere un po’ soporifera e fuori contesto, come il punto debole del disco. I brani che non ho ancora citato sono quelli che da sempre preferisco (ma non è che gli altri non mi piacciono, diciamo che questi sono da dieci e lode), cioè la squisita When I’m Sixty-Four, dal delizioso sapore vaudeville, la divertente ma geniale Being For The Benefit Of Mr. Kite!, ispirata a Lennon da un vero numero da circo di più di un secolo prima, e soprattutto la monumentale A Day In The Life, una eccezionale sinfonia pop di cinque minuti, risultato della fusione di due diverse canzoni di John e Paul, con un grande contributo di Martin ed un finale orchestrale in crescendo che ancora oggi fa venire i brividi. Dopo Sgt. Pepper i Beatles faranno altri grandi dischi (basti pensare all’Album Bianco e ad Abbey Road), ma qualcosa nel rapporto fra i quattro comincerà ad incrinarsi, complice anche la morte improvvisa del loro manager Brian Epstein che li priverà di una guida fino a quel momento indispensabile: ma questa è un’altra storia.

Ed ora, come già detto, la parola passa a Bruno.

Marco Verdi

pepper-six-disc

Il 1° Giugno del 1967 era un giovedì, come pure quest’anno, ed Inghilterra usciva Sgt. Pepper’s  nei negozi. Due o tre giorni dopo, un ragazzino che ancora oggi vedo tutte le mattine davanti allo specchio (celebrato già all’epoca, a futura memoria, nel titolo di una canzone, When I’m Sixty Four, contenuta nell’album), la domenica mattina (poiché gli altri giorni si andava a scuola si ascoltava nei giorni festivi) si sintonizza su Radio Uno della RAI, credo allora ci fosse solo quella, dove viene tramesso in anteprima, tutto completo, il suddetto Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band, ebbene sì, in una trasmissione condotta, mi pare da Adriano Mazzoletti, ma erano altri tempi, in cui le radio trasmettevano gli album interi: poi lunedì mi recai, perché ovviamente ero io, in un negozio per acquistarlo, mentre il mondo dei Beatles, che già frequentavo (ma anche quello degli Stones, di Dylan, di Hendrix e di  mille altri, ero un ascoltatore precoce), si allargò a dismisura per assumere contorni quasi “epocali”. Cinquanta anni dopo, anzi qualche giorno meno, visto che la nuova edizione è uscita il 26 maggio, finalmente un album del gruppo riceve il trattamento Deluxe, che ora andiamo ad esaminare nel dettaglio.

Intanto la confezione del box sestuplo è molto bella; formato tunnel (in termine tecnico discografico), vuol dire che si sfila la copertina del cofanetto, all’interno troviamo quello che a prima vista appare il vecchio LP, ma in effetti è il contenitore che riporta, allocati in apposite tasche, i quattro CD, il DVD e il Blu-ray. Poi il manifesto del disco, quello del Pablo Fanque’s Circus Royal con l’ultima serata dedicata a Mr. Kite, il cartoncino ritagliabile del Sergente Pepper e un bel librettone ricco anche di immagini rare ed inedite. Il tutto esce su etichetta Apple/Universal ma i dischi (rimixati non rimasterizzati) riportano rigorosamente l’etichetta Parlophone/EMI e nella confezione sul retro del “disco” sono riportati, come in origine, i testi (che ai tempi, nel nostro stentato inglese, ci permisero di sapere che i turnstiles, erano i “tornichetti” della metropolitana e che l’handkerchief era il “fazzoletto”). Detto che il disco, descritto sopra, ha un suono splendido: il dancing bass di Paul, la batteria di Ringo, le chitarre di George, John (e Paul), la produzione magnifica di George Martin e tutto il resto, oltre alle voci, sembrano balzare fuori dagli speakers, veniamo ai contenuti extra. Prima i due CD delle “Sgt. Pepper, Session”.

Disc 2

Strawberry Fields Forever – Take 1

Strawberry Fields Forever – Take 4

Strawberry Fields Forever – Take 7

Strawberry Fields Forever – Take 26

Strawberry Fields Forever – Stereo/Giles Martin Mix

When I’m Sixty-Four

Penny Lane – Take 6

Penny Lane – Vocal Overdubs and Speech

Penny Lane – Stereo / Giles Martin Mix 2017

A Day In The Life – Take 1

A Day In The Life – Take 2

A Day In The Life – Orchestra Overdub

A Day In The Life – Hummed Last Chord

A Day In The Life – The Last Chord

Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band – Take 1

Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band – Take 9

Good Morning Good Morning – Take 1

Good Morning Good Morning – Take 8

Si parte con ben quattro diverse takes di Strawberry Fields Forever che tracciano la storia di una delle canzoni più belle di sempre dei Beatles, e che inserita nell’album (con Penny Lane) lo avrebbe reso ancora più epocale di quanto è stato nella storia della musica moderna. La prima take arriva alla fine di novembre 1966 (pochi giorni dopo la morte di Paul, scusate se insisto), solo i quattro Beatles, basso, batteria, la voce solista di John e la sua chitarra ritmica, la chitarra slide di George e quelle armonie celestiali. La Take 4 introduce il sound del mellotron, la voce filtrata e sognante di Lennon, il grande lavoro di Ringo alla batteria e di Paul al basso, mentre la take 7 si avvicina molto a quella che sarà la versione pubblicata della canzone, con la take 26 che invece ci regala una versione completamente diversa, nettamente più veloce, con una intro assai diversa, la batteria impazzita e gli effetti sonori che si impadroniscono del tessuto sonoro della seconda parte del brano, tra fiati, chitarre e tastiere “trattate”. Tutta roba già sentita sugli innumerevoli bootlegs dedicati negli anni ai Beatles, ma mai così bene. Infine per concludere la sequenza il nuovo mix stereo di Giles Martin del 2015, una vera meraviglia sonora della prima psichedelia. A seguire la Take 2 di When I’m Sixty Four (il pezzo dedicato al sottoscritto), abbastanza diversa dall’originale, senza fiati e con un basso super funky di Paul, e con il piano che è l’altro protagonista principale del pezzo, mentre non ci sono ancora i coretti degli altri Beatles.

Poi tocca a Penny Lane, take 6 strumentale, affascinante, dove mi sembra di cogliere brillanti accenni musicali che poi verranno sviluppati in Magical Mystery Tour e più in là ancora nel tempo in Abbey Road, e che danno un’idea di come dovesse essere in quella fucina di idee che erano gli studi di Abbey Road ai tempi dei Beatles. Più per “anally retentive”, come dicono gli inglesi, la parte dedicata solo a sovraincisioni vocali e discorsi in studio, ma poi la versione Stereo Mix del 2017 è veramente superba. A questo punto parte la sequenza dedicata alla più bella canzone mai scritta dai Beatles, A Day In The Life, uno dei loro splendidi esempi di una canzone formata da più canzoni, uno strato dopo l’altro, con Lennon e McCartney che si completano a vicenda (al sottoscritto un altro brano che piace da impazzire, costruito con questo approccio, è Happinees Is A Warm Gun). Si capisce subito che il brano è un capolavoro sin dalla take 1, solo la voce con eco di John, il piano e una chitarra acustica, ma c’è già lo spazio per inserire la parte scritta da Paul, e pure la take 2 è splendida, acustica ed intima, ma con le stimmate del brano complesso che diverrà, per esempio la melodia complessa e ritmica del piano, il suono delle sveglie che i loro vicino di studio a Abbey Road sublimeranno qualche anno dopo in Dark Side Of The Moon. Gli overdub dell’orchestra, l’accordo finale vocale canticchiato, che sentito da solo sembra un mantra tibetano, e i presenti che si divertono a chiamare takes a capocchia e anche l’ultimo accordo provato svariate volte al piano, fanno parte del fascino di questo ”dietro le quinte”. La prima versione strumentale di Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band la canzone, sembra quasi un pezzo a tutto riff dei Kinks, perché i gruppi dell’epoca ascoltavano quello che facevano i loro colleghi, mentre la take 9, cantata, è un gran bel pezzo rock, e si capisce perché Jimi Hendrix, quando la sentì, come tutti gli altri, al 1° giugno, decise di rifarla dal vivo, a modo suo, cioè splendido, solo tre giorni dopo al Saville Theatre, di fronte a degli sbalorditi George Harrison e Paul McCartney. Beatles rockers anche nelle due takes presenti di Good Morning Good Morning, la prima solo un frammento per inquadrare il groove della batteria, la seconda “cruda”, senza tutti gli effetti sonori e gli assolo che saranno aggiunti alla versione definitiva.

Disc 3:

Fixing A Hole – Take 1

Fixing A Hole – Speech And Take 3

Being For The Benefit Of Mr. Kite!

Being For The Benefit Of Mr. Kite! – Take 7

Lovely Rita – Speech and Take 9

Lucy In The Sky With Diamonds – Take 1 And Speech

Lucy In The Sky With Diamonds – Speech

Getting Better – Take 1

Getting Better – Take 12

Within You Without You – Take 1

Within You Without You – George Coaching The Musicians

She’s Leaving Home – Take 1

She’s Leaving Home – Take 6

With A Little Help From My Friends – Take 1

Sgt. Peppers Lonely Hearts Club Band (Reprise) Speech and Take 8

Il disco tre, solo nel cofanetto, contiene altre versioni alternative e prove di studio. Si parte con la Take 1 di Fixing A Hole, che, a differenza del resto dell’album, fu registrata ai Regent Sound Studios di Londra il 9 Febbraio del 1967, perché in quella occasione gli studi di Abbey Road non erano disponibili: un pezzo di Paul McCartney, con la voce double-tracked, e la presenza di George Martin al clavicembalo, il classico walking bass di Paul, mentre in questa versione mancano i coretti degli altri Beatles, assenti anche nella Take 3, preceduta da un breve dialogo, come manca anche il tagliente solo di chitarra di Harrison, presente nella versione pubblicata. Martin passa a harmonium, glockenspiel e organo per Being For The Benefit Of Mr.Kite, il brano circense a tempo di valzer scritto da John Lennon, anche in questo caso, nella Take 1, mancano tutti gli elementi aggiuntivi, i florilegi di armoniche a bocca e la chitarra backwards di George, di nuovo assenti anche nella versione n.7. Diciamo che fino ad ora il disco 3 è quello meno interessante come materiale contenuto. Più compiuta, forse perché è già la take 9, la versione di Lovely Rita, con le chitarre acustiche e il piano in evidenza, ma non il basso di Paul, anche qui mancano tutti gli elementi “decorativi” tipici, fondamentali nelle canzoni dei quattro di Liverpool. Lucy In The Sky With Diamonds, ispirata da un disegno di Julian, il figlio di John, nella take 1, non è ancora quel piccolo gioiellino della psichedelia che sarebbe diventata, ma gli elementi sognanti e i cambi di tempo sono già presenti, mentre la Take 5, con tanto di falsa partenza e John sull’orlo di una crisi di ridarella, come spesso succedeva ai tempi felici, poi nella versione definitiva diventerà uno dei migliori contributi di John Lennon all’album.

Getting Better, fin dal titolo, è uno dei classici pezzi ottimistici di McCartney, che suona il piano elettrico, e si esibisce in uno dei suoi classici esempi di fusione tra rock e errebì “bianco”, la prima take è strumentale, mentre la numero 12 è molto simile all’originale, sempre strumentale, ma con il tampura, l’altro strumento suonato da Harrison in evidenza, e la sezione ritmica di Paul e Ringo molto indaffarata. A proposito di strumenti indiani, l’unico contributo di George Harrison all’album è Within You Without You, posta nel long playing originale all’inizio della seconda facciata, per non spezzare la soluzione quasi da concept album del resto del disco. Anche in questo caso troviamo la Take 1 solo strumentale, con George al sitar, accompagnato da musicisti indiani non accreditati, mentre a seguire troviamo Harrison che insegna ai musicisti stessi le loro parti su una traccia vocale; diciamo non indispensabile, per essere magnanini, o una mezza palla, per essere onesti. Anche She’s Leaving Home appare in due diverse versioni strumentali, ed è un peccato, perché la parte cantata con la storia di Melanie Coe, era uno degli highlight dell’album, comunque la melodia è deliziosa, Sheila Bromberg all’arpa, è la prima donna a venire impiegata in un brano dei Beatles, e l’arrangiamento degli archi è raffinatissimo. With A Liitle Help From My Friends è il contributo di Ringo Starr al LP, ma anche in questo caso non si nota, perché si tratta dell’ennesima versione strumentale, e comunque la canzone diventerà uno degli inni della musica rock nella versione fantastica che ne farà Joe Cocker l’anno successivo, tutta un’altra canzone. Il CD finisce con la take 8 di Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club (Reprise), la ripresa in chiave più rock del brano di apertura con McCartney alla chitarra solista.

Il disco 4 del cofanetto contiene l’album completo in versione Mono, come dovrebbe essere ascoltato secondo i puristi (ma io lo preferisco in stereo) e come bonus alcuni differenti mono mix di Strawberry Fields Forever, Penny Lane, A Day In The Life, il primo mixaggio mono, inedito, come pure quello di Lucy In The Sky With Diamonds e She’s Leaving Home, mentre in coda di tutto troviamo la versione mono pubblicata su un Promo americano di Penny Lane. Tutte leggermente differenti dagli originali. Come ricorda il titolo del Post, in questi giorni è uscito, prima al cinema, e poi in doppio DVD, un documentario di Alan G. Parker, intitolato It Was Fifty Years Ago Today, che traccia in modo approfondito, e anche interessante, la storia dell’album, ma, perché c’è un ma, e pure grosso, non c’è neppure un secondo di musica dei Beatles nel film (e neppure nella quattro ore e mezza di extra nella versione DVD, che peraltro comprende interviste con Lennon, materiale dagli archivi di Ringo e altre chicche assortite), a causa del veto della casa discografica che non ha concesso i diritti per la musica. A questo punto viene molto utile il DVD ( e il Blu-Ray, ma perché ormai vanno sempre in coppia in queste versioni Super Deluxe, visto che il materiale è lo stesso?): si tratta di un documentario realizzato nel 1992 per la Apple, The Making Of Sgt. Pepper, circa 50 minuti molto interessanti con interviste a George Martin che è “l’host” del film, ma anche con Paul McCartney, George Harrison, Ringo Starr e materiale d’archivio di John Lennon. Più i video promozionali, girati nel 1967, di A Day In The Life, Strawberry Fields Forever e Penny Lane, e, dedicate agli audiofili, versioni Hi-Res 5.1 Remix e Hi-Res Stereo Remix dell’album. Ci sarà pure un motivo se Sgt. Pepper è ancora al n.°1 nella lista dei 500 album più grandi della storia della rivista Rolling Stone, e Pet Sounds dei Beach Boys, il disco che lo ha “ispirato”, è al n° 2. Ok, se prendete la lista del NME del 2013, è al n° 87 (?!?), ma quella è una lista per “super giovani”, dove vince The Queen Is The Dead degli Smiths, al 4° ci sono gli Strokes, ma per favore, e nella classifica altre “schiccherie” orride ed incomprensibili, della serie lasciateci perdere siamo inglesi! Comunque visto che anche i Beatles sono inglesi, se non al primo posto, nei primi dieci dischi di sempre questo album ci sta di sicuro. Sono sicuro che Bob Dylan, in alto a destra, e Sonny Liston, in basso a sinistra, ma anche tutti gli altri sulla copertina, avrebbero approvato. Forse Revolver, Rubber Soul, il White Album Abbey Road, scegliete il vostro preferito, sono superiori come album, ma Sgt. Pepper’s Lonely Heart Club Band ha segnato un’era e questo cofanetto ne è il degno testimone!

Bruno Conti

Per Il Momento Può Ricominciare Con Lennon E Harrison In Paradiso: E’ Morto George Martin!

george-martin_81_140634c 50th Annual Grammy Awards - Press Room

Il 2016 si dimostra sempre più nefasto: è di questa mattina la notizia della scomparsa a Londra di Sir George Martin (però alla bella età di 90 anni), musicista, compositore, arrangiatore e produttore britannico il cui nome sarà per sempre legato a doppio-triplo filo a quello dei Beatles. Di formazione classica, Martin iniziò negli anni cinquanta come produttore ed arrangiatore per la Parlophone, collaborando più che altro ai cosiddetti comedy albums e a romanzi di narrativa in versione audio con sottofondo musicale: la svolta della sua carriera avvenne nel 1962, quando fu incaricato di produrre Love Me Do, il primo singolo dei Fab Four e il suo autentico battesimo nel mondo del rock’n’roll (anche se in realtà la prima session da lui patrocinata partorì How Do You Do It?, che poi però venne scartata).

Inizialmente il rapporto tra Martin e gli “Scarafaggi” era quasi di diffidenza, talmente lontani erano i mondi da cui provenivano: aristocratico e snob il produttore, proletari e ribelli i quattro ragazzi (addirittura George Martin all’inizio aveva giudicato Ringo Starr musicalmente inadeguato, rimpiazzandolo con Andy White); con il passare degli anni il reciproco rispetto aumentò, fino a non poter fare a meno l’uno degli altri.

Martin ebbe il merito di incoraggiare sempre lo spirito di sperimentazione dei Beatles, senza porre limiti ed interagendo con loro in tutti i modi possibili; di solito non viene considerato un genio della produzione (a differenza per esempio del contemporaneo Phil Spector, che aveva comunque inventato un suono), ma il suo contributo all’opera dei quattro boys di Liverpool è senza dubbio stato determinante: fu lui infatti a convincerli a registrare Please Please Me in versione più veloce (inizialmente era uno slow alla Roy Orbison), ma potrei fare decine di esempi (le sperimentazioni di Tomorrow Never Comes, il nastro al contrario di Rain, la parte orchestrale di Strawberry Fields Forever, fino all’apoteosi dell’album Sgt. Pepper, nel quale il suo contributo può essere quasi equiparato a quello dei quattro ragazzi).

Dopo la separazione dei Beatles nel 1970 (e con la delusione di non essere stato coinvolto in Let It Be, a favore proprio di Spector), George si dedicò alla produzione di una miriade di altri artisti, tra cui gli America, Jeff Beck, Kenny Rogers, Cheap Trick, Celine Dion, Pete Townshend (la trasposizione teatrale di Tommy) ed Elton John (il singolo Candle In The Wind reinciso in memoria di Lady Diana), oltre a comporre colonne sonore e realizzare album di musica classica dedicata a versioni orchestrali dei Beatles e non.

L’unico Scarafaggio con il quale ha collaborato negli anni è stato Paul McCartney, producendogli singoli come Live And Let Die o interi album come Tug Of War o Pipes Of Peace (ristampati di recente nella collana di riedizioni deluxe di Macca).

Come anche in altri recenti necrologi a mia firma, vorrei ricordare Martin con un brano a mia scelta, ed opto per In My Life, il cui assolo di piano, suonato proprio da George, è uno dei miei preferiti di sempre (con il suo “effetto clavicembalo” ottenuto accelerando il nastro, con la performance eseguita a velocità normale).

RIP Sir George.

Marco Verdi

*NDB. Naturalmente molti degli “espertoni” che affollano Twitter lo hanno confuso con George R.R. Martin, lo scrittore americano, autore del ciclo delle Cronache Del Ghiaccio e Del Fuoco e della serie televisiva Games Of Thrones, ma sono gli inconvenienti dell’era tecnologica e digitale, se vuole gli è consentito toccarsi, dicono che porti bene. Spero nel frattempo che il mio omonimo calciatore goda a lungo di buona salute!

Inevitabilmente, Per Natale, The Beatles “1”+

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The Beatles – “1” – CD, DVD, Blu-ray; CD/DVD Set, CD/Blu-ray Set; 2DVD/1CD Set, 2BD/1CD Set – Apple/Capitol/Universal 06-11-2015

A Natale era quasi inevitabile (potremmo togliere il quasi) che uscisse un “nuovo” prodotto dedicato ai Beatles e il candidato per la pubblicazione è stato l’antologia “1” fino ad ora disponibile solo in versione CD. Quindi è sembrato giusto immetterne sul mercato altre 6, dicasi sei, edizioni. Il contenuto è quello classico che conosciamo, ma arricchito dai video delle canzoni, peraltro apparsi nella The Beatles Anthology, che però era un cofanetto di 5 DVD che raccontava tutta la storia dei Beatles, filmati promozionali inclusi. Comunque, questi i brani:

Bonus DVD 1 Twist & Shout 2 Baby It’s You 3 Words Of Love 4 Please Please Me 5 I Feel Fine 6 Day Tripper 7 Day Tripper 8 We Can Work It Out 9 Paperback Writer 10 Rain 11 Rain 12 Strawberry Fields Forever 13 Within You Without You/Tomorrow Never Knows 14 A Day In The Life 15 Hello, Goodbye 16 Hello, Goodbye 17 Hey Bulldog 18 Hey Jude 19 Revolution 20 Get Back 21 Don’t Let Me Down 22 Free As A Bird 23 Real Love

CD & DVD 1 Love Me Do 2 From Me To You 3 She Loves You 4 I Want To Hold Your Hand 5 Can’t Buy Me Love 6 A Hard Day’s Night 7 I Feel Fine 8 We Can Work It Out 9 Ticket To Ride 10 Help! 11 Yesterday 12 Day Tripper 13 We Can Work It Out 14 Paperback Writer 15 Yellow Submarine 16 Eleanor Rigby 17 Penny Lane 18 All You Need Is Love 19 Hello, Goodbye 20 Lady Madonna 21 Hey Jude 22 Get Back 23 The Ballad of John and Yoko 24 Something 25 Come Together 26 Let It Be 27 The Long and Winding Road

Sopra ho inserito un po’ di immagini relative alle varie edizioni, copertine e formati di alcune delle uscite. Non ho ancora visto tutti i prezzi, ma soprattutto le confezioni multiple, per usare un eufemismo, non sono particolarmente economiche, ma giustamente escono nel periodo che ci porta verso le feste natalizie e comunque i fans saranno disponibili all’immancabile esborso.

Questo il promo, per DVD e Blu-Ray.

https://www.youtube.com/watch?v=q-dJAC2tybE

E questo è il secondo, per il lavoro di restauro che è stato fatto.

https://www.youtube.com/watch?v=8UQK-UcRezE

Un pezzo di Strawberry Fields Forever restaurato.

https://www.youtube.com/watch?v=MIAA4YsL3rc

Penny Lane.

Quindi ricapitolando. Versione singolo CD, con i 27 brani della antologia originale. Versione doppia (con Blu-ray o DVD aggiunto), aggiunti i video delle 27 canzoni. Versioni Deluxe triple contengono ulteriori 23 brani video (dove leggete bonus DVD per la lista sopra, ma vale anche per l’extra Blu-Ray). E infine, qui sotto, cosa è stato fatto, brano per brano , nei vari video restaurati:

  • 1. LOVE ME DO Newly edited clip, featuring material from BBC TV’s The Mersey Sound, with performance footage filmed on 27 August 1963 at the Little Theatre, Southport.
  • 2. FROM ME TO YOU A live performance at the 1963 Royal Variety Show, filmed at The Prince Of Wales Theatre, London, on 4 November 1963.
  • 3. SHE LOVES YOU A live performance from the Swedish Television show Drop In, recorded on 30 October 1963 during a short Scandinavian tour.
  • 4. I WANT TO HOLD YOUR HAND From the Granada TV programme Late Scene Extra filmed on 25 November 1963.
  • 5. CAN’T BUY ME LOVE First broadcast in the TV show Around The Beatles, filmed on 28 April 1964 and broadcast the following month. It features a different audio track to that of hit single, recorded by The Beatles on 19 April 1964.
  • 6. A HARD DAY’S NIGHT Live performance at the Palais des Sports, Paris on 20 June 1965, while on a short European tour.
  • 7. I FEEL FINE Filmed at Twickenham Film Studios on 23 November 1965. One of ten films shot that day to satisfy global TV demand for broadcast material to accompany The Beatles’ hit records.
  • 8. EIGHT DAYS A WEEK A brand new clip edited from material filmed at the Shea Stadium concert in New York City on 15 August 1965, during which the band performed twelve songs, but ‘Eight Days A Week’ was not among them. The clip says so much about the band’s frenetic lifestyle in 1965, at the height of Beatlemania.
  • 9. TICKET TO RIDE Filmed at Twickenham Film Studios on 23 November 1965.
  • 10. HELP! The less frequently seen clip of those filmed at Twickenham Film Studios on 23 November 1965.
  • 11. YESTERDAY Paul performing on The Ed Sullivan Show, videotaped in New York City on 14 August 1965 and broadcast the following month, the day before the single was released in America.
  • 12. DAY TRIPPER Three versions of this clip were filmed at Twickenham Film Studios on 23 November 1965. This is version 2, in which all of the group are wearing polo neck sweaters, except for Paul, who wears a black shirt.
  • 13. WE CAN WORK IT OUT There were three versions of the ‘We Can Work It Out’ video filmed atat Twickenham Film Studios on 23 November 1965. This is version 2 in which all four Beatles are wearing black polo neck sweaters.
  • 14. PAPERBACK WRITER Filmed in 35mm, and in colour, in Chiswick Park, West London, by director Michael Lindsay-Hogg.
  • 15. YELLOW SUBMARINE This clip is newly created from original Yellow Submarine footage.
  • 16. ELEANOR RIGBY This clip is taken directly from the Yellow Submarine movie.
  • 17. PENNY LANE A ground-breaking clip by Swedish director Peter Goldmann that captures The Beatles in Stratford, London, and at Knole Park in Kent, with additional material shot in Liverpool.
  • 18. ALL YOU NEED IS LOVE Filmed in Studio One at Abbey Road, on 25 June 1967, and beamed around the globe as a part of the TV programme Our World. This colourised version was created for The Beatles Anthology TV programme in 1995.
  • 19. HELLO, GOODBYE London’s Saville Theatre was the location for this promo film, shot on 10 November 1967; The Beatles wear their Sgt. Pepper outfits.
  • 20. LADY MADONNA Just prior to leaving for India, The Beatles met up in Studio Three at Abbey Road, on 11 February 1968. They were filmed while recording ‘Hey Bulldog’.
  • 21. HEY JUDE Filmed at Twickenham Film Studios on 4 September, for broadcast on David Frost’s TV show, Frost On Sunday. The introduction by David Frost is different from that on disc 2.
  • 22. GET BACK The promo clip made available at the time of the original release of the single featured performances from the Apple rooftop synched to the record. This new clip has been rebuilt to replicate the original but with improved picture quality.
  • 23. THE BALLAD OF JOHN AND YOKO This original promo clip features outtakes from the Let It Be movie, with other private footage shot in Amsterdam, London, Paris and Vienna.
  • 24. SOMETHING The video features George and Pattie, John and Yoko, Paul and Linda, and Ringo and Maureen. and was filmed at locations in Berkshire, Surrey, and the Mull of Kintyre.
  • 25. COME TOGETHER The clip was created in 2000 by Melon Dezign for the launch of thebeatles.com and the original Beatles 1 album.
  • 26. LET IT BE A 1970 promo clip was made available to support the release of the single and it was different to the one featured in the Let It Be movie; this clip has been rebuilt from the original footage.
  • 27. THE LONG AND WINDING ROAD This clip is taken straight from the Let It Be movie.

DISC TWO

  • 1. TWIST AND SHOUT From the Granada Television programme Scene At 6.30, which was videotaped on 14 August 1963.
  • 2. BABY IT’S YOU One of two clips used to promote the single taken from the 1995 Live At The BBC album. The clip is enhanced by the inclusion of unique colour footage of The Beatles filmed outside the BBC’s Paris Studio on Lower Regent Street, London.
  • 3. WORDS OF LOVE When On Air – Live At The BBC Volume 2 was released in 2013, it included ‘Words Of Love’, a Buddy Holly composition that the band recorded for radio. This new clip is a mix of existing footage and innovative animation.
  • 4. PLEASE PLEASE ME A live performance videotaped on 9 February for The Ed Sullivan Show, which was screened on 23 February 1964.
  • 5. I FEEL FINE Filmed at Twickenham Film Studios on 23 November 1965, this clip shows The Beatles eating fish and chips during their lunch break.
  • 6. DAY TRIPPER From the TV special The Music Of Lennon & McCartney that first broadcast in mid-December 1965.
  • 7. DAY TRIPPER Filmed at Twickenham Film Studios on 23 November 1965, with the group wearing their Shea Stadium Jackets with the ‘Nehru’ collars.
  • 8. WE CAN WORK IT OUT Filmed at Twickenham Film Studios on 23 November 1965 – showing The Beatles wearing the Shea Stadium jackets.
  • 9. PAPERBACK WRITER Shot on videotape at Abbey Road, on 19 May 1966, this studio version is prefaced by a short introduction by Ringo. It was broadcast on The Ed Sullivan Show in America.
  • 10. RAIN ‘Rain’, the B-side of ‘Paperback Writer’, was filmed in colour at Chiswick House, West London, on 20 May 1966.
  • 11. RAIN This black and white clip is a new edit from several takes of ‘Rain’ videotaped at Abbey Road on 19 May 1966.
  • 12. STRAWBERRY FIELDS FOREVER Directed by Peter Goldmann and with newly restored footage, this was filmed at Knole Park, Kent on 30 and 31 January 1967.
  • 13. WITHIN YOU WITHOUT YOU/TOMORROW NEVER KNOWS The merging of these two tracks, one from Sgt Pepper’s Lonely Hearts Club Band, the other from Revolver, was created for The Beatles Love show by Cirque du Soleil, which opened in June 2006 in Las Vegas. This video was created to promote the Love album released later that year.
  • 14. A DAY IN THE LIFE Filmed in Studio One at Abbey Road on 10 February 1967, this includes classical musicians, who were asked to wear evening dress, fake noses and funny hats for the recording session.
  • 15. HELLO, GOODBYE This clip is another shot at London’s Saville Theatre on 10 November 1967; The Beatles wear their ‘street clothes’.
  • 16. HELLO, GOODBYE This third version was also shot at London’s Saville Theatre on 10 November 1967; it includes elements from the first two films but with additional footage unique to this edit.
  • 17. HEY BULLDOG The original footage from a 1968 shoot for the ‘Lady Madonna’ promo film was unearthed in the mid-1990s. It was revealed that The Beatles were recording ‘Hey Bulldog’ and is an edit done to promote the reissue of the Yellow Submarine movie in 1999.
  • 18. HEY JUDE This is an edit of the two other takes filmed on 4 September 1968 for the Frost On Sunday TV show. This has a different David Frost intro to the clip on disc 1.
  • 19. REVOLUTION One of two versions, this was shot the same day as ‘Hey Jude’. John’s lead vocal is completely live, as are most of Paul and George’s backing vocals. The instrumentation, including Nicky Hopkins’ electric piano, is from the master tape.
  • 20. GET BACK This clip was assembled in 2003 to support the release of the album Let It Be…Naked and utilises studio footage from the famous Get Back/Let It Be sessions.
  • 21. DON’T LET ME DOWN This was the B-side of ‘Get Back’ and this clip is a composite of two live performances from the Apple rooftop in 1969. It was made available to support the release of Let It Be…Naked in 2003.
  • 22. FREE AS A BIRD The 1995 video is a work of art by director Joe Pytka, who used the concept of a bird’s-eye view to pay homage to many Beatles songs and images.
  • 23. REAL LOVE This video directed by Geoff Wonfor and ex-10cc and leading pop promo-maker Kevin Godley, this video was made in 1996 to support the release of the single.

Quindi temo che ne varrà la pena, la data di uscita è il 6 novembre: fine del supplemento domenicale, alla prossima.

Bruno Conti

Novità Di Marzo, Parte Ia. Sufjan Stevens, Steve Hackett, Ryley Walker, Boz Scaggs, Ron Sexsmith, Ringo Starr, Daryl Hall & John Oates

sufjan stevens carrie & lowell

Anche questo mese la solita rubrica delle uscite discografiche in breve, ossia quello che non è già stato recensito più ampiamente o nella rubrica delle anticipazioni, tipo il box dei Fotheringay, il nuovo Robben Ford, in uscita martedì 31 marzo o i CD Laura Marling Short Movie Duets di Van Morrison, per non parlare del doppio live Muddy Wolf at Red Rocks di Joe Bonamassa, sui cui tornerò con una lunga recensione. E anche di alcuni dei dischi che ora vado a segnalarvi ho intenzione, sempre tempo permettendo, di fare una recensione completa. Anche per il mese di marzo la rubrica sarà divisa in tre/quattro parti visto che si sono parecchi dischi interessanti in uscita o pubblicati da poco. Partiamo con le release del 31 marzo.

Ad inizio Post campeggia il nuovo Sufjan Stevens che finalmente si è deciso a pubblicare un nuovo vero album, seguito di Illinois, uscito nel lontano 2005. Lo so, nel frattempo Stevens ha pubblicato moltissimo materiale per la sua etichetta, la Ashmatic Kitty, fondata nel 1999 insieme al suo patrigno, che è quel Lowell che appare nel titolo del nuovo disco (Carrie è la mamma): The Avalanche era un secondo disco, definito di outtakes e extras, dalle sessions di Illinois, seguito di quel Michigan che doveva essere il primo tassello del progetto dei 50 stati, che poi il nostro Sufjan ha ammesso essere stata una trovata pubblicitaria. In effetti a voler essere onesti l’ultimo album completo era stato The Age Of Adz del 2010, un disco fortemente interessato da una componente elettronica ed orchestrale ma comunque intrigante (http://discoclub.myblog.it/2010/10/27/strano-ma-vero-the-age-of-adz-di-sufjan-stevens-esordisce-al/), preceduto dall’ottimo EP All Delighted People (un “mini” strano perché durava circa un’ora) http://discoclub.myblog.it/2010/08/23/ma-allora-esiste-ancora-sufjan-stevens-all-delighted-people/. Come notate dai link Sufjan Stevens è sempre stato un musicista che mi ha attirato parecchio, però il progetto di classica contemporanea The BQE e ben due cofanetti di brani natalizi, per quanto piacevoli, avevano un po’ provato la mia resistenza e fedeltà, tanto che il progetto hip-hop del 2014, Sisyphus, me lo ero volutamente perso. Questo nuovo album Carrie & Lowell (incentrato, come si diceva, intorno alla figura della madre, scomparsa nel 2012 e del patrigno, e dei loro viaggi di famiglia verso l’Oregon, nell’infanzia di Stevens)  viene indicato come un ritorno alle sue radici indie-folk. Quindi sarà mia cura ascoltarlo non appena possibile e riferirne sul Blog. Nel frattempo, per ingannare l’attesa https://www.youtube.com/watch?v=lJJT00wqlOo e https://www.youtube.com/watch?v=qx1s_3CF07k, a dimostrazione che il nostro amico non ha perso il vizio di fare bella musica.

steve hackett wolflight

Martedì 31 marzo esce anche il nuovo disco di studio di Steve Hackett Wolflight: mi sono perso il conto del numero, comunque dovrebbero essere più di venti, si tratta del seguito di Beyond The Shrouded Horizon, e viene pubblicato dalla Century Media/Distr. Universal. Ci saranno varie edizioni, standard CD, doppio vinile, download digitale e la solita costosa Deluxe Edition con CD+Blu-ray Mediabook. Viene annunciato dallo stesso Hackett come un album rock, qualsiasi voglia essere il significato del termine applicato alla sua musica.

ryley walker primrose green

Ryley Walker viene indicato come uno dei nuovi “maestri” della chitarra acustica americana (ma anche all’elettrica non scherza), ispirato sia dalla cosidetta American Primitive Music di John Fahey e degli altri musicisti della Takoma, quanto da Bert Jansch, Sandy Bull e altri virtuosi dello strumento, ma anche da Tim Buckley e cantautori alla Tim Hardin,  per me ha anche sprazzi di genio alla John Martyn vecchi tempi. Il disco dello scorso anno, All Kinds Of You, pubblicato dalla Tompkins Square, aveva avuto ottime critiche, ora esce il nuovo Primrose Greens, per la Dead Oceans Records, che sembra altrettanto interessante e valido, https://www.youtube.com/watch?v=96qBM4LL2ps e https://www.youtube.com/watch?v=tXpkcfrSouM

boz scagss a fool to care

Il precedente Memphis, per chi scrive era stata una delle più belle sorprese a livello discografico del 2013 http://discoclub.myblog.it/2013/02/27/la-classe-non-e-acqua-boz-scaggs-memphis/ ora, sempre per la 429 Records/Caroline/Universal esce questo nuovo A Fool To Care, registrato a Nashville, che sempre nel Tennesse è, con la partecipazione, come indicato sulla copertina, di Bonnie Raitt e Lucinda Williams. Il disco sarebbe bello a prescindere, ma avendolo ascoltato posso confermare quanto di buono avevo scritto sul precedente e quindi aspettatevi quanto prima un bel Post ad hoc. Dal vivo https://www.youtube.com/watch?v=hAN8LnK960o e in studio https://www.youtube.com/watch?v=e9sjaVmnrMQ. Dopo la parentesi con i Dukes Of September http://discoclub.myblog.it/2014/03/26/band-tutte-le-stagioni-the-dukes-of-september-donald-fagen-michael-mcdonald-boz-scaggs-live-at-lincoln-center/ un altro gran disco, raffinato e di classe. Un piccolo tuffo nel passato per credere https://www.youtube.com/watch?v=5wNKQ7RRXfk.

*NDB Per la serie rotture di balle nel mondo, la catena americana Best Buy ne pubblicherà una versione con 3 bonus tracks. A loro va il mio sentito vaff…

ron sexsmith carousel one

Altro cantautore raffinato, ma di tutt’altro genere, è il canadese Ron Sexsmith, il nuovo Carousel One esce per la Cooking Vinyl in Europa e per la Compass Records in America, e conferma la vena compositiva di questo musicista che è stato definito anche una sorta di Jackson Browne per i nostri tempi (se l’originale non fosse ancora in pista) ed è pure ammiratissimo dai colleghi, da Paul McCartney a Elvis Costello, passando per John Hiatt hanno espresso la loro ammirazione per Sexsmith, che nel nuovo disco è stato prodotto da Jim Scott ( per intenderci, quello di Wilco, Foo Fighters, Tedeschi Trucks Band e mille altri) che lo ha circondato di musicisti del calibro di Bob Glaub, Jonathan Graboff della band di Ryan Adams, Don Heffington e John Ginty, con risultati eccellenti. Bellissimo il video Saint Bernard con un cagnone stupendo, e molto bella anche la canzone, ma tutto il disco merita https://www.youtube.com/watch?v=r3ToRr-MlQ8

ringo starr postcards form paradise

Per i fans dei Beatles in astinenza il nuovo disco di Ringo Starr, Postcards From Paradise, sarà una boccata di ossigeno (ma a parte, nei prossimi giorni, leggerete anche del nuovo DVD dedicato a Paul McCartney della serie Musicares): gli ultimi CD erano piacevoli (l’aggettivo dei suoi dischi è sempre questo) come sempre, Y Not e Ringo 2012, e anche questo nuovo che esce per la Universal lo vede circondato dalla All-Starr Band che per l’occasione comprende Steve Lukather, Todd Rundgren, Gregg Rolie, Richard Page, Warren Ham e Gregg Bissonette, mentre tra gli ospiti troviamo il cognato Joe Walsh, Benmont Tench, Dave Stewart, Ann Marie Simpson, Richard Marx, Amy Keys, Peter Frampton, Nathan East e Glen Ballard, i primi che passavano per strada. Non male per un signore che a luglio compirà 75 anni e tra poco entrerà nella Rock And Roll Hall Of Fame e non vuole smettere di farci divertire e di divertirsi “with a little help from his friends”, lui che può https://www.youtube.com/watch?v=-4BZgOEJfps

daryl hall & john oates live in dublin

Concludiamo la panoramica di oggi con un DVD (o Blu-Ray): ennesima reunion per Daryl Hall e John Oates, l’ultima volta era stata per un altro disco dal vivo, Live At The Troubadour, due CD+DVD registrati a Los Angeles nel 2008. Questa volta tocca a Live In Dublin, un concerto dal vivo del luglio 2014 all’Olympia Theatre di Dublino. Peccato che il DVD duri “solo” 83 minuti, anche se l’edizione Deluxe 2CD+DVD (che non manca), indichi come durata 111 minuti, compresi dietro le quinte e interviste, comunque i classici ci sono più o meno tutti  1) Maneater 2) Out Of Touch 3) Say It Isn t So 4) Family Man 5) It s Uncanny 6) Back Together Again 7) Las Vegas Turnaround 8) She s Gone 9) Sara Smile 10) Do What You Want, Be What You Are 11) I Can t Go For That (No Can Do) 12) Rich Girl 13) You Make My Dreams 14) Kiss On My List 15) Private Eyes. Take a look

A domani (e nei prossimi giorni) con il seguito.

Bruno Conti