Il Vangelo di Augusto… Secondo Graziano. Graziano Romani – Augusto

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Graziano Romani – Augusto: Omaggio Alla Voce Dei Nomadi – Route 61 Music

Alcuni anni fa, al termine di un bel concerto di Graziano Romani in quel di Pavia (al Bar Trapani per la precisione), ho avuto la possibilità insieme all’organizzatore Paolo Pieretto, e al partner di quella serata di Romani, Max Marmiroli, di chiedere (come si fa sempre in queste occasioni) a Graziano se era in programma l’uscita di un nuovo disco e quelle che erano le sue voglie musicali (per intenderci, se proseguire il percorso dei CD dedicato ai fumetti), e fin d’allora il nostro amico manifestava un alto interesse di riuscire prima o poi a dedicare un tributo alle canzoni dei Nomadi e Augusto Daolio. E ora fortunatamente quel “poi” è arrivato, con il 24° disco della sua corposa carriera (compresi quelli con le sue band, i mitici Rocking Chairs e i meno noti Megajam 5), portando nel consueto e abituale Bunker Studio di Rubiera la sua attuale “line-up” composta da Max Marmiroli (amico di lunga data di Graziano) al sax, flauto, armonica e percussioni, Follon Brown alle chitarre, Lele Cavalli al basso, Nick Bertolani alla batteria, Gabriele Riccioni alle tastiere, e Lorenzo Iori al violino, dando così una nuova vita a brani più o meno noti dei Nomadi, risalenti al periodo compreso tra gli anni ‘60 e ‘70, e facendoli risplendere sotto una nuova luce con un progetto multiforme.

Il viaggio attraverso la via Emilia inizia con Augusto Cantaci Di Noi, brano che Romani aveva già inserito nell’album Storie Della Via Emilia (01), e che in questa occasione viene riproposto anche in chiusura di questo lavoro in versione più breve, poi a seguire arrivano le famose Tutto A Posto, rifatta in una versione rock-blues che mette in rilievo la bravura della band di Graziano, e l’accattivante melodia di Un Giorno Insieme, per poi riproporre due cover d’autore come L’Auto Corre Lontano (Ma Io Corro Da Te), nella versione originale Wichita Lineman di un musicista superbo come Jimmy Webb (che Romani ama moltissimo), con in sottofondo il sax di Marmiroli, e meritoriamente recuperare una Ala Bianca, vecchio singolo dei Nomadi, ovvero Sixty Years On di Elton John, riletta in una versione semi-psichedelica 

Si riparte per Casalgrande (paese d’origine di Romano), pescando sempre dal repertorio di Francesco Guccini con la mitica Canzone Per Un Amica, riproposta in modalità rock stradaiolo, con un impronta del sax che sembra uscire dalle labbra del compianto Clarence Clemons, per poi ritornare all’anima blues di Non Credevi e Ritornerai ( Sulla Strada), grazie al sapiente uso di armonica e chitarre.

Ecco anche la poco conosciuta Mercante E Servi con un“groove” marcato e l’ottimo lavoro alla chitarra di Follon Brown, e la ripresa di una sempre iconica Per Fare Un Uomo, dove ancora un volta Max Marmiroli dà il meglio di sé. Ci si avvia quindi alla fine del viaggio con una “fumettistica” Gordon, canzone simbolo dell’album, almeno per chi scrive, più innovativo dei Nomadi, seguita da una accelerata versione di Ti Voglio un classico di Bob Dylan, la celeberrima I Want You, con un’armonica a bocca martellante, e riproporre infine una ballata poco conosciuta come Mille E Una Sera, e terminare in gloria in vista di Novellara (paese d’origine di Augusto Daolio) con la ripresa di Augusto Cantaci Di Noi, in una versione più rock, ma anche più breve. Penso che per la riuscita di questo lavoro non sia trascurabile il fatto che da ragazzino Graziano Romani era spesso sotto il palco dei Nomadi, ad ascoltare Augusto che cantava quelle canzoni che parlavano di forza e amore, e che a distanza di tempo oggi come ieri siano ancora attuali.

Penso anche che a differenza dei due tributi dedicati a Bruce Springsteen, Soul Crusaders e Soul Crusaders Again, in questo caso forse Romani lo abbia sentito ancora più nelle sue corde, con la sua bellissima voce sempre più riconoscibile, regalandoci un omaggio alla voce dei Nomadi, pieno di belle canzoni, interpretate con amore e tanta passione, accompagnato da un nucleo di grandi musicisti italiani (una menzione particolare per il più volte ricordato Max Marmiroli), che ha contribuito in modo determinante alla riuscita del disco. Fine del viaggio. *NDT: Mi permetto di fare un inciso: negli anni ’60 e ’70 i discografici italiani hanno “banchettato” come Corvi (c’era pure il gruppo), traducendo in italiano i vari successi inglesi e americani dell’epoca, facendo la fortuna di molti gruppi “senza arte ne parte”, ma non è il caso dei Nomadi, che su questo ci hanno costruito spesso intere carriere.

Tino Montanari

Ripassi Estivi 1: Tornando Sul Luogo Del Delitto. Graziano Romani – Soul Crusader Again

graziano romani soul crusder again

*NDB Siamo entrati in quella stagione, quindi come tutti gli anni nel periodo “vacanziero” (per chi le fa), ci dedichiamo, oltre a novità e anticipazioni discografiche che comunque non mancheranno, ad alcune recensioni di album che per vari motivi durante l’anno sono scappate: un anno sono recuperi, un anno sono ripassi, in questo 2017 si è optato per la seconda opzione. Il primo post della serie, del tutto casualmente, tocca a Tino, come sempre buona lettura.

Graziano Romani – Soul Crusader Again – Route 61 Music

Questo signore è sempre stato uno degli artisti italiani più strettamente legati alla musica di Bruce Springsteen. Infatti tutta la sua carriera artistica lo testimonia, a cominciare dalla creazione dei “mitici” Rocking Chairs (il suo primo gruppo), una band simile, almeno nelle concezione, alla famosa E Street Band, con tanto di sassofonista (il bravo Max Marmiroli), e con diverse “cover” del Boss nel repertorio. Conclusasi l’esperienza dei Rocking, il “nostro” continua anche da solo a cantare e suonare la musica del Boss, fino a mettere in piedi un trio semiacustico i Souldrivers, il cui nome (guarda il caso) è preso dal titolo di un brano di Springsteen, e di conseguenza era quasi naturale che un artista che ha impostato il suo stile e ha tratto ispirazione dalla sua musica, realizzasse un disco completamente dedicato alle sue canzoni; Soul Crusader: The Songs Of Bruce Springsteen, meno naturale che a distanza di sedici anni, Graziano Romani (come i personaggi di Alfred Hitchcock) tornasse sul “luogo del delitto” con un nuovo capitolo della saga, pescando questa volta quasi completamente dal repertorio meno conosciuto, anche con brani “donati” dal Boss a cantanti  e amici come Gary U.S.Bonds e icone della Dance Music. tra le quali una insospettabile Donna Summer.

Le registrazioni dell’album sono state effettuate al Bunker Studio di Rubiera, e in minima parte ai Blue Velvet Studios di Modena, con una line-up che vede la potente sezione ritmica composta da Lele Cavalli al basso e Gigi Cavalli Cocchi alla batteria, lo storico Max Marmiroli al sassofono, il fido Erik Montanari e Fabrizio Tedeschini alle chitarre, Francesco Germini al pianoforte, con l’indispensabile sostegno di Franco Borghi e Andrea Rovacchi alle tastiere e percussioni, e con le armonie vocali di David Scholl e Paola Torricelli Romani.

Data la particolarità del lavoro, mi è sembrato giusto sviluppare il disco “track by track”:

Hold On (To What You Got) – Si parte con il primo brano recuperato da On The Line di Gary U.S. Bonds (se non ne siete in possesso recuperatelo insieme a Dedication), che viene rifatto da Graziano in una tosta versione molto “sixties”.

Protection – Devo riconoscere che questa me l’ero persa, tratta dall’album iniziale omonimo della Summer, viene riletta e le viene resa giustizia in modo convincente, con un bel lavoro del sax di Max.

Because The Night – Questo è sicuramente il brano più noto della raccolta, portato al successo da Patti Smith, cantato con passione da Romani in una bella e accorata versione “rock’n’soul”.

Club Soul City – Secondo estratto dall’album On The Line, una straziante ballata che non sfigura a confronto con l’originale di Gary U.S.Bonds, e questo credetemi è il miglior complimento per Graziano Romani.

Love’s On The Line – Con questo brano si conclude il trittico tratto da On The Line, una potente e trascinante rilettura in stile “Asbury Sound”, impreziosita dall’intrigante giro di armonica.

Man On The Top – Questa canzone viene dalle sessions di Born In The U.S.A. e poi fu recuperata su Tracks, rivisitata con energia e chitarre in gran spolvero, nonché, come al solito, interpretata con passione.

Life Me Up – Questo brano e la “chicca” dell’album (uscito anche in 45 giri per il Record Store Day con lato B When The Lights Go Out): è recuperata dalla colonna sonora di Limbo, film del regista di videoclip John Sayles, si tratta di una struggente ballata, che rimanda ai Rocking Chairs più intimi e passionali, dove svetta di nuovo il sax di Max.

Lion’s Den – Un’altra bella sorpresa, sempre tratta da Tracks, la quadrupla antologia di inediti e rarità uscita nel 1998, qui  rivoltata come un calzino in una rilettura scanzonata e spumeggiante, dove tutta la band sembra divertirsi a far muovere il piedino dell’ascoltatore.

I Wanna Be With You – Stranamente questa canzone (del periodo di The River e recuperata poi sempre su Tracks), è rimasta nascosta colpevolmente per molti anni, e meritoriamente Graziano le rende giustizia riproponendola in una torrida versione “rock”.

The Long Goodbye – Da Human Touch (uno dei dischi meno considerati del Boss) viene riproposto questo brano in versione elettroacustica, con un intrigante e pregevole intervento di Andrea Rovacchi all’harmonium.

Factory – Dal classico Darkness On The Edge Of Town viene ripescata Factory (di recente entrata anche nel repertorio di Lucinda Williams), con un arrangiamento molto più chitarristico e “folkie” rispetto all’originale, che mette ancora una volta in risalto la voce e la bravura di Romani.

The Promise – Questo brano Romani l’aveva già inserito nel disco tributo Light Of Day (uno dei migliori usciti, dedicati a Springsteen), una registrazione del lontano 2002, con una formazione composta oltre che da Graziano, da Fabrizio Tedeschini, Francesco Germini e Max Baldaccini alla batteria e Alex Class al basso, una splendida versione da cui si evince ancora una volta la voglia di cantare il Boss di Graziano.

Il risultato di questo Soul Crusader Again (come era stato per il precedente capitolo) è eccellente, perché Graziano Romani, per il sottoscritto, è di gran lunga il miglior cantante in lingua inglese del panorama italiano, e le sue passionali interpretazioni certificano una personalità e una originalità che temono pochi confronti anche in ambito internazionale. Il suo amore per Springsteen è dichiarato ed evidente, a suo favore giocano sia la passione che la conoscenza profonda del repertorio, anche quello marginale e minore del Boss (come dimostra questa raccolta): il tutto gli viene riconosciuto dai suoi “fans” che lo considerano come un “rocker” che lavora duro, uno che non ha mai gettato la spugna, e soprattutto non ha mai dimenticato le sue radici musicali, quelle sulle quali è cresciuto, ovvero il rock americano, il soul e rhythm and blues.

Tino Montanari

Viva L’Italia Rock: Massimo Priviero & Graziano Romani, Due Grandi Serate Live!

massimo priviero massimo

Massimo Priviero – Massimo – Mpc/Self – 2 CD – DVD

Graziano Romani – Vivo/Live – Route 61 Music – 2 CD

Questi signori da circa trent’anni a questa parte, secondo chi scrive, sono tra i segreti meglio custoditi ( fans a parte) del rock italiano. Massimo cresce a Jesolo ascoltando i dischi di Dylan, Neil Young e Springsteen, mentre a circa 200 km. di distanza Graziano fa altrettanto in quel di Casalgrande, formando nel ’81 una band, i Rocking Chairs, che negli anni diventerà un punto di riferimento (e di culto) per tanti appassionati del rock americano “Made In Italy”, e dopo lo scioglimento (con una breve parentesi con altre band come Megajam 5 e Souldrivers) il nostro intraprende una solida carriera solista che conta ormai sedici album in inglese e italiano, più collaborazioni con gente come Willie Nile, Elliott Murphy e Chris Spedding.

Ma partiamo con Priviero che pubblica un doppio CD con DVD dal vivo (non il suo primo) che documenta il concerto tenuto lo scorso anno, nel mese di Ottobre, all’Alcatraz di Milano (serata che vedeva i Lowlands del mio amico Ed Abbiati come opening act https://www.youtube.com/watch?v=v2GTNqW5mFI ): un concerto ad alta intensità che vede Massimo farsi accompagnare sul palco da musicisti fidati, nonché amici, ormai rodati, tra i quali il bravissimo polistrumentista Alex Cambise, Fabrizio Carletto al basso, Efrem Bonfiglio alle chitarre, Nicola “Nik” Manniello alle tastiere, Riccardo Maccabruni (dei Mandolin’ Brothers) al pianoforte e fisarmonica, un batterista bravo e trascinante come Oscar Palma, e come ospite il grande Michele Gazich che con il suo violino dà un tocco magico ad alcuni brani, senza dimenticare le cornamuse di Giancarlo Galli e dell’artista scozzese Keith Easdale.

La prima parte del concerto vede subito Massimo Priviero proporre brani dall’ultimo lavoro in studio quali Ali Di Libertà, Il Mare, Alzati, Libera Terra, intercalati da “classici” del suo repertorio, come le note Fratellino, Dolce Resistenza, Spari Nel Cielo, tutti pezzi dove la band gira a mille proponendo una sorta di rock italo-celtico, con il potente apporto della sezione ritmica e delle cornamuse dei bravi Galli e Easdale https://www.youtube.com/watch?v=wsgmVerxhXc . Con Era Una Notte Che Pioveva sale sul palco Michele Gazich che con il suo violino che incanta le platee di mezzo mondo accompagna Priviero nella parte più intima della serata, attraverso un bel set di brani che partono da La Strada Del Davai, La Casa Di Mio Padre (un omaggio al genitore), Lettera Al Figlio (dedicata al figlio Tommy e ispirata alla famosissima  poesia di Kipling If), figlio che poi sale sul palco per suonare insieme al padre in una trascinante Occhi Di Bambino, che chiude la prima parte del concerto. La seconda parte, tolte la recente ballata romantica Apri Le Braccia (con un bel lavoro di Cambise al mandolino), e le movimentate e energiche L’Ultimo Ballo e Angel,  ripercorre la prima parte di carriera di Massimo, con brani molto amati dai “fans” come la dolce Fragole A Milano, la sempre acclamata e poderosa Nessuna Resa Mai, la storica San Valentino, con un bel gioco di tastiere, andando a chiudere con la bellissima Madre Proteggi (forse la canzone più bella dell’artista veneziano), osannata dal pubblico in sala https://www.youtube.com/watch?v=xnF2An8kPE8 . Il doppio CD contiene anche quattro canzoni nuove, il singolo Ricordati Di Me, Orgoglio (la più bella), Il Migliore Dei Mondi Possibili e Bacio D’Addio. Il DVD contiene naturalmente il concerto integrale girato in quella serata all’Alcatraz e ripreso in modo estremamente professionale, e credetemi è un bel vedere.

graziano romani vivo live

L’altro personaggio di cui ci occupiamo è Graziano Romani, uno dei rocker italiani più espressivi ed ingiustamente ignorati, che dopo un trentennio di attività “on the road”, dove non ha mai nascosto il suo amore per il rock stradaiolo e la passione per la migliore “soul music”, giunge (anche se sembra strano, però c’era un DVD https://www.youtube.com/watch?v=EeEWoSBYfdw) finalmente al suo primo disco dal vivo: registrato nell’Agosto del 2013 al Festival Parco Secchia di Villalunga di Casalgrande (praticamente casa sua). Vivo/Live giustamente raccoglie il meglio della sua carriera, e si spazia dagli esordi con la sua prima band i Rocking Chairs, a brani tratti dai suoi lavori solisti, cover di Springsteen (la sua fonte musicale), Woody Guthrie, Who, Chuck Berry e anche tre inediti, per più di due ore di musica torrenziale, che alterna Rock And Roll, Rhythm & Blues, Soul e Folk. Graziano, chitarra acustica e armonica, sale sul palco assecondato da una rodata band, composta dai fidati (e recuperati) Franco Borghi piano e tastiere, Max “Grizzly” Marmiroli alle percussioni e sax, Erik Montanari (che sia un mio parente?) alle chitarre elettriche, Michele Smiraglio al basso, Francesco Micalizzi alla batteria, e in alcuni brani il valido apporto chitarristico di Niky Milazzo. 

Il primo CD parte con Solerosso, chitarra, armonica e voce (una delle migliori del vasto panorama musicale italiano), a cui fa seguito il primo degli inediti Soul Is Calling, una ballata “stradaiola” in perfetto stile Del Fuegos (con la band che gira a mille), una galoppante Revolution Blues, mentre My Name Is Tex e Darkwood  vengono pescate dal periodo fumettistico, e sono rispettivamente dedicate a Tex Willer e Zagor, per poi passare alla prima cover della serata Ramblin’ Round di Woody Guthrie, e il primo brano del periodo Rocking, una meravigliosa Cast The Stone (si trova sull’introvabile No Sad Goodbyes). Si riparte con una serie di brani in italiano che ripercorrono il percorso solista di Graziano, a partire dalla chitarristica Adios, la rokkata Da Che Parte Stai, una solare Via Emilia con il sax di Max in evidenza, un omaggio ai DJ con Dio Della Radio, una toccante Augusto Cantaci Di Noi, che ricorda degnamente il cantante dei Nomadi, gli arrangiamenti folk di Corre Buon Sangue, e chiudere la prima parte con la sincopata Stesso Viaggio Stessa Città. L’armonica apre il secondo CD, con The Most Crucial Enemy, una sofferta ballata notturna che Graziano canta con una voce intrisa da mille sigarette e whiskey, seguita dalla cover del suo “amico” Springsteen, la potente The Price You Pay, andando poi a pescare ancora nel “serbatoio” dei Chairs, con Road To Justice e la storica Freedom Rain (dall’album omonimo) con il sax rabbioso di Marmiroli, una tirata No Sad Goodbyes e dal primo album del lontano ’87 New Egypt recuperare i ruvidi rock’n’roll Old Rocked Busted e Never Look Back, intercalate dalle note più rilassate e guidate dal sax di una meravigliosa Up In Dreamland. Si riparte per il gran finale con una torrida versione di Johnny B.Goode di Chuck Berry e un omaggio al miglior Pete Townshend e agli Who con una tiratissima Won’t Get Fooled Again, dove la band gioca di squadra con un suono potente, da classica rock’n’roll band. Le bonus tracks aggiungono l’elettroacustica Lonely As A Cloud, a cui fa seguito l’inizio alla Clarence Clemons della bella L’Attimo Che Fugge Via (che viaggia sempre dalle parti del “Boss”), e una grintosa Vicino Al Cuore.

Se qualcuno avesse ancora qualche dubbio sul valore di questi artisti deve solo ascoltare senza alcuna prevenzione questi due Live, cantati e suonati con incredibile trasporto: in quanto oggi come ieri due belle serate di musica, possibilmente con due ottime rock’n’roll band, valgono più di mille discorsi, proclami o sentenze. Per quanto mi riguarda un sentito applauso a Massimo e Graziano!

Tino Montanari

Le “Sedie A Dondolo” Del Rock Italiano Tornano In Pista. Rocking Chairs Reunion Tour

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rocking chairs reunion

Stanno tornando!

Graziano Romani e soci, dopo il concerto di “prova” del 13 dicembre dello scorso anno a Casalmaggiore (RE) (ri)partono come Rocking Chairs, con la formazione classica, Roberto “Robby” Pellati alla batteria, Antonio “Rigo” Righetti al basso (ora anche nei Lowlands), Carmelo “Mel” Previte alla chitarra, Franco Borghi alle tastiere e Max “Grizzly” Marmiroli (sax).

Il tour è partito il 27 febbraio al Gilgamesh Club di Torino ed il repertorio della serata è stato il seguente:

HEY TONIGHT
STREETWISE
RIGHT FROM WRONG
VALERIE
LISTEN TO YOUR HEART
LIGHTS ACROSS THE BORDER
YESTERDAY’S CHILD
HATE AND LOVE REVISITED
CAST THE STONE
NO SAD GOODBYES
DANCE WITH YOU (incl. NOT FADE AWAY)
CAMDEN TOWN
LOST FREEWAY
SPARKS OF PASSION
SHAMA LAMA DING DONG
THE GATES OF GRACELAND
OLD ROCKER BUSTED
FREEDOM RAIN
I WILL BE THERE TONIGHT
BURNING

Le prossime date certe:

MILANO (06/03, Spazio Teatro 89),

CONCORDIA SAGITTARIA VE (13/03, Teatro),

TRIESTE (02/05, Teatro Miela),

SALVATERRA RE (03/05, Festival),

VILLALUNGA RE (11/07, Parco Secchia).

Egoisticamente (per me che vivo a Milano), la data più vicina, e che più ci interessa è quella di venerdì prossimo, 6 marzo allo Spazio Teatro 89 di Via F.lli Zoia 89 a Milano, ultimamente teatro di conquista delle migliori band di rock italiano in lingua inglese: Lowlands, Mandolin’ Brothers, Cheap Wine, Fabrizio Poggi Chicken Mambo, hanno tutti suonato nel piccolo e confortevole teatro in zona San Siro a Milano. Fatevi un appunto, se volete vedere in azione quella che è stata una delle migliori band italiane della scorsa fine secolo e presumo, sulla fiducia (anche se sono passati quasi 25 anni), lo sia ancora, affrettatevi a prenotare http://www.spazioteatro89.org/musica-marzo/86-musica/marzo/509-rocking-chairs-reunion-tour-2014-2015.html , perché il teatro non è grande e rischiate di perderveli!

Se non li conoscete, un piccolo promemoria: come sono oggi https://www.youtube.com/watch?v=K3v-2MOk35U e https://www.youtube.com/watch?v=g4wd2fYTMiY e come erano https://www.youtube.com/watch?v=qSN9K-EWMUw (addirittura in una rarissima apparizione in Rai) https://www.youtube.com/watch?v=KElXy0Ad1mw

Non aggiungo altro, se leggete abitualmente il Blog e vi piace la musica che tratta sapete cosa aspettarvi, per il sottoscritto una occasione di rivedere Graziano che non vedo dai tempi del negozio.

Bruno Conti

P.s Se qualcuno di loro legge il Post ed ha aggiornamenti su eventuali ulteriori date può postarle nei commenti, poi ci penso io ad aggiungerle!

Music, Etc. Un’Intervista? Quattro Chiacchiere Con Ed Abbiati Dei Lowlands Sui Massimi (E Minimi) Sistemi! Ovvero Cosa E’ Successo Lo Scorso Anno E Cosa Succederà Nel 2015.

Supplemento della domenica di Disco Club!

lowlands 2014

Vi starete chiedendo se, non sempre ma spesso, i titoli dei Post, in questo dispiegarsi quasi alla Lina Wertmuller, nella loro eccessiva e didascalica lunghezza, siano voluti, la risposta è sì! Già si dice quale sarà il contenuto fin dall’abbrivio, ma poi c’è anche molto altro da leggere.

abbiati

Cosa è successo ai Lowlands (e nello specifico anche a Ed Abbiati), almeno a livello discografico, lo vedete nella foto posta in apertura (tre dischi nel 2014),  il resto proviamo a delinearlo in queste quattro chiacchiere in amicizia e libertà, a ruota libera (non un’intervista vera e propria) fatte in una uggiosa giornata di dicembre nella pausa pranzo di Edward e quindi con tempi rapidi, ma rilassati allo stesso tempo. Questa è, più o meno, con un po’ di editing, la trascrizione di quanto ci siamo detto, ma prima ribadisco via link quello che ho scritto durante l’anno sia sull’album di Chris & Edward http://discoclub.myblog.it/2014/06/02/accoppiata-anglo-italo-americana-quel-pavia-chris-cacavas-ed-abbiati-me-and-the-devil/, sia per il disco Love, Etc. http://discoclub.myblog.it/2014/11/21/continua-linvasione-delle-band-pavesi-lowlands-love-etc-disco-concerto/, inseriti entrambi tra le liste dei migliori dell’anno, nell’ambito rock italiano, di questo Blog. Possiamo cominciare…

*NDB Quel “signore” che vedete nel video è Nello Leandri, una delle figure storiche del piccolo mondo musicale di Pavia, titolare nel corso degli anni di vari negozi di dischi in città, e scomparso il giorno di Natale, grande amico ed estimatore di Ed e della sua musica.

B. L’ultima volta che ci eravamo parlati (a parte gli incontri ai concerti) era più o meno un anno e mezzo fa e già allora mi avevi parlato di quelli che erano solo progetti, idee nella tua testa, ma poi si sono concretizzati tutti nel corso del 2014.

E. L’annata tutto sommato è andata bene, abbiamo fatto un pelo in meno del solito come progetti a livello discografico, da quando ci ha lasciati Enrico il bassista (appena prima della registrazione del Live in teatro) ci siamo concentrati su questo progetto nato come unplugged, diciamo acustico, con arrangiamenti chiaramente diversi da quelli degli altri dischi e concerti, con in evidenza piano e fisarmonica e l’uso dei fiati, anche se l’idea iniziale era di fare un disco folk con marching band, tipo gruppo paesano, ma poi abbiamo preso un’altra strada. All’inizio dell’anno Roberto Diana non c’era, era in America, Enrico aveva lasciato la band ed era entrato “Rigo”  Righetti in pianta stabile, che prima aveva collaborato solo saltuariamente con noi.

Abbiati Cacavas Me And The Devil

B. Ma in quel periodo, inizio aprile, non avevi ancora registrato il disco con Chris Cacavas?

E. No, no, avevamo già fatto tutto, lo stavamo mixando, era stato registrato ad agosto del 2013, quindi abbiamo avuto tempo per prepararci per l’unplugged (registrato e ripreso ad inizio aprile allo Spazio Teatro 89 di Milano), anche se in precedenza, prima che partisse Roberto Diana per l’America, avevo passato una giornata in studio con lui e la band e registrato dei pezzi acustici con loro. Poi, appena prima del concerto, mi sono messo d’accordo con il gruppo e ospiti vari e ho proposto loro di entrare in studio, il giorno successivo, per imparare i brani di un album nuovo, visto che non c’era stato il tempo di prepararli prima e in ogni caso arrangiarli, in modo fluido e naturale, sullo stile del lavoro che è stato fatto per i pezzi vecchi, per poi interpretarli in quella vena lì. Quindi circa metà album era costituito dai brani acustici registrati ad inizio anno e gli altri sono stati “insegnati” al resto della band…

lowlands love etc

B. Se mi passi il termine una sorta di “dittatura democratica”, tu scrivi i pezzi e gli altri…

E. Forse. I brani li scrivo tutti io, ma penso che comunque ci sia molto spazio per i musicisti, visto che poi li conosco molto bene, per collaborare. 

B. Parte poi una breve deviazione sul modo di gestione di gruppi dove il leader è uno e gli altri collaborano, ma cantante e autore di testi e musiche è uno solo, tipo Waterboys o i Kinks di Ray Davies, con Roberto Diana nel ruolo di braccio destro à la Wickham o Dave Davies, anche se Ed non mi pare del tutto convinto (in effetti l’idea era mia).

E. Sono quello che ci passa più tempo sui brani, sui testi, sulla musica, quindi alla fine alcune delle canzoni di Love, Etc sono molto vecchie, erano quelle che mi erano rimaste in testa per un sacco di tempo e non avevo trovato la “casa giusta” per loro, pezzi che conoscevo solo io, altri che la band aveva sentito. Per esempio You, Me, The Sky And The Sun lo avevamo anche già registrato per Gypsy Child, mixato, masterizzato e poi non usato, suonato in qualche concerto ai tempi, quando c’era ancora Chiara Giacobbe in formazione, addirittura con l’aggiunta di una sezione di dodici archi, erano dei concerti natalizi e in quella occasione avevamo fatto anche quel brano. Quindi l’inizio dell’anno era partito così, anche con lo split EP registrato con i Lucky Strikes , qualche data in giro e la registrazione degli Unplugged, sia live che in studio. Poi è arrivata l’estate è uscito il disco solista con Chris, registrato ad agosto dell’anno prima, era stato un vero godimento farlo, un paio di canzoni tutte mie, un paio di canzoni tutte sue, il resto è una collaborazione, anche se ammetto che lui è veramente un peso massimo, un musicista che ammiro. Diciamo che nei due terzi dei brani i testi erano più miei e musicalmente qualcosa in più lo ha messo lui.

B. A questo punto chiedo a Ed se per questo disco avesse pensato di suonare anche lui la chitarra elettrica.

E. Ma guarda io la chitarra elettrica ce l’ho…(a questo punto parte una divagazione del buon Ed su una band che ha sempre ammirato moltissimo e di chitarre elettriche ne avevano proprio due), ovvero i Soul Asylum, che con la formazione dove a dominare sono le elettriche e piano e organo, quindi l’essenza del rock according to Mr. Abbiati : Let Your Dim Light Shine, il disco della metà anni ’90, è la mia idea di rock ideale, anzi secondo me hanno anticipato il genere “Americana” …

B. Qui non sono completamente d’accordo io e ricordo che però band tipo Uncle Tupelo, e poi Wilco e Son Volt, e prima ancora Jayhawks e Blue Rodeo in Canada, già facevano quel genere da tempo…

E’ vero, però loro (i Soul Asylum) avevano tutta un’altra visibilità. Quindi tornando al nuovo disco alcuni brani, almeno quattro o cinque erano da dieci anni che circolavano, How many e Still I Wonder sono molto, molto vecchi, anche You And I (oltre a The Sky And The sun), il resto, forse a parte anche My Baby che ho scritto per mia figlia quando aveva sei anni, oggi ne ha tredici quindi…anzi quando ne aveva cinque, ricordo che le avevo regalato il CD con una registrazione molto basica del pezzo per il suo quinto compleanno. Il resto viene dall’ultimo anno, anno e mezzo di vita vissuta, amici persi, e tutto un concetto di amore, meno romantico e più generale.

thompson family family

B. Altra breve diversione del sottoscritto che presenta a Edward il disco della famiglia Thompson, che si chiama proprio Family, che stavo ascoltando proprio mentre andavo all’appuntamento, a questo punto Mr. Abbiati ammette la sua ammirazione per Richard Thompson, a prescindere, anche se non ha ancora ascoltato il disco (però conosce James Walbourne, anzi familiarmente Jamey, il marito della figlia e quindi genero di Richard, grande chitarrista è il commento, lo conosco da quando aveva 16 anni, ma non sapeva del suo grado di parentela con la famiglia Thompson, conoscendo peraltro anche il fratello di James, che fa il batterista). Tra un boccone e l’altro si divaga ancora sul gruppo di Walbourne e Kami Thompson, i Rails, che hanno pubblicato un CD per la Island con il vecchio logo dell’etichetta, disco che naturalmente in Europa continentale non si è neppure visto. Concordiamo entrambi che il disco acustico di Richard Thompson è bellissimo.

lowlands live

B. Torniamo a noi, il famoso disco dal vivo registrato in quella occasione che fine ha fatto, quando uscirà?

E.  Ormai siamo nella fase finale, abbiamo l’audio mixato, le immagini mixate, dobbiamo metterle insieme e ai primi di aprile 2015 dovrebbe uscire…

B. Ma il progetto di cui mi avevi parlato di eventuali altri concerti da pubblicare, una sorta di Bootleg series vostra…

https://www.youtube.com/watch?v=Bl8q0bY1hZ0

E.  Comunque non verranno inserite nella confezione dell’Unplugged che dovrebbe essere di un CD singolo, con parte del concerto, quello che ci sta negli ottanta minuti di durata e il DVD con tutto il concerto. Parlando dei concerti abbiamo molte cose registrate, anche se tornando alla serata a Milano, ci sono stati dei momenti in cui ho pensato di non farlo uscire (B. Perchè era suonato troppo bene? E qui esce il perfezionista che vive in Ed che dice, abbiamo suonato un po’ bene e un po’ male, molti brani avevano dei difetti, ogni brano aveva dei pro e dei contro, l’idea era quella di accorciarlo ma poi abbiamo deciso per il completo in DVD, mentre nel CD taglieremo introduzioni dei brani e brevi racconti, anche perché in quella serata ci sono stati vari momenti di emozione pura, una bella serata di cui Ed Abbiati è in ogni caso molto contento, anche per la notevole affluenza di pubblico nella trasferta milanese, ricordando concerti del passato suonati davanti a venti, anche dieci persone, contro le diverse centinaia di quella occasione).

E. Anche quando siamo andati in Inghilterra con i Lucky Strikes, comunque il nostro target è simile al loro, siamo band da settanta – cento persone a serata, ma non è raro suonare per 20 o 30. Però settanta persone a Spazio Musica di Pavia è quasi il tutto esaurito. E’ stato anche uno degli stimoli che ci ha spinto a portare i concerti del breve tour di Love, etc. nei teatri, però è difficile trovare date, perché il concerto è comunque caro, con così tanti musicisti sul palco, fiati inclusi, siamo una decina.

mandolin' brothers 35

B. Si parla poi brevemente dell’affluenza ai concerti di band scome la loro, tipo Mandolin’ Brothers e Cheap Wine, che più o meno in sequenza hanno suonato allo Spazio Teatro 89 di Milano e si conviene che è veramente difficile avere pubblici più numerosi, con l’esclusione della serata in cui hanno fatto da opening act per Massimo Priviero all’Alcatraz, sempre a Milano, suonando però un set più breve.

E. Comunque mi piacerebbe tornare in teatro almeno una volta all’anno, in occasioni speciali, non suonare solo nei club soliti, per vedere se c’è modo di allargare in qualche modo il nostro pubblico e anche per vendere qualche disco direttamente, che in fondo è il nostro principale mezzo di sostentamento.

RockingChairs2

Sempre divagando sui teatri si parla anche della reunion dei Rocking Chairs, che proprio a marzo del 2015 verranno a Milano con la formazione originale e che nei giorni dell’intervista hanno fatto il concerto di apertura del tour a Casalgrande (Re) ed il cui leader, Graziano Romani ha avuto belle parole per Ed, ricambiate dal leader dei Lowlands che ricorda come la band emiliana sia stata tra gli apripista del rock italiano di fine millennio scorso (in fondo hanno anche un bassista in comune, Antonio “Rigo” Righetti), che, mi dice Edward, in questo periodo ha pubblicato anche un disco da solista, io pensavo il primo, ma invece dovrebbe essere il quarto o il quinto. . Poi si parla anche del fatto che Chris Cacavas ed Ed Abbiati non siano mai riusciti ad esibirsi in concerto per presentare l’album, a parte qualche apparizione di Chris con i Lowlands, e con l’auspicio che l’estate prossima qualcuno li chiami. Con il dispiacere per non essere stati invitati la scorsa estate al Buscadero Day, se non all’ultimo momento, gratis e con spese a loro carico, quindi non se ne è fatto nulla.

https://www.youtube.com/watch?v=XdAGaNJXKIk

Poi nella parte restante del colloquio si è parlato di quei massimi (e minimi) sistemi dell’industria discografica: l’impossibilità di essere trasmessi in radio, di apparire sulla carta stampata, se non quella specializzata, ma zero quotidiani, a parte l’exploit iniziale sul Corriere della Sera, che praticamente ha lanciato l’inizio della loro carriera, del vinile, come unico supporto che ha numeri non i calo, ma su numeri di vendita comunque bassi, di culto, e loro hanno pubblicato l’ultimo album pure in vinile e alla fine ci lasciamo con l’augurio che il disco dal vivo esca effettivamente ad Aprile (magari non il 1°, a mo’ di scherzo) e dovrebbe essere l’unico prodotto del 2015. Anche se in questi giorni ho visto che Ed sul loro sito ha scritto che sta lavorando sul bootleg ufficiale della serata all’Alcatraz, per la serie “una ne pensa e cento ne fa”!

That’s all, grazie Edward e alla prossima.

Bruno Conti