Se Vi Piacciono Nell’Ordine Il Blues E L’Armonica, Qui Ne Trovate A Iosa Di Entrambi. Rod Piazza – His Instrumentals

rod piazza his instrumentals

Rod Piazza –  His Intrumentals – 2 CD Rip Cat Records

Rod Piazza è in circolazione (potremmo dire è su piazza, ma temo il linciaggio) da oltre 50 anni: le sue prime prove discografiche con la Dirty Blues Band risalgono al 1967/1968, poi con i Bacon Fat tra il ’70 e il ’71. In quel periodo si esibiva spesso e volentieri con il suo maestro e mentore George “Harmonica” Smith, il massimo rappresentante del cosiddetto West Coast Blues, di cui per certi versi il californiano Piazza ha raccolto l’eredità, soprattutto con i numerosi album registrati con i Mighty Flyers. Proprio da quella cospicua produzione arrivano tutti i brani contenuti in questa doppia antologia che raccoglie il meglio dei  suoi pezzi strumentali estratti anche da CD in alcuni casi non più in produzione da tempo, ancorché tutto il materiale sia comunque già edito.Non so quanti di voi possiedano la sua discografia completa, per cui il bacino di appassionati di blues che potrebbero essere interessati a questo lavoro rimane comunque abbastanza ampio, soprattutto nello specifico per gli amanti dell’armonica, di cui senza false modestie Rod Piazza si autodefinisce sulla copertina del CD “The Wizard Of The West Coast Harp”.

Non so se sia un mago, ma sicuramente il nostro amico è uno dei maggiori virtuosi dello strumento delle ultime generazioni, anche se pure lui ormai ha superato i 70 anni, e quindi per dirla tutta qui troverete poche parole (anzi nessuna) e molta buona musica. Curiosamente, nei 24 brani che compongono His Intsrumentals (da cui probabilmente deriva anche il titolo), non c’è neppure una cover di classici delle 12 battute, solo materiale originale firmato dallo stesso Piazza: lo stile oscilla tra jump, R&B e naturalmente il classico West Coast Blues, swingato e ricco di ritmo, con accenni di rock sparsi qui e là. Le tracce vengono da album pubblicati tra il 1986 e il 2014, soprattutto dalle etichette più importanti per cui ha inciso Rod, Black Top, Tone Cool, Blind Pig e Delta Groove, ma anche un paio di pezzi più rari, pubblicati da Big Mo e Roseleaf Records:Le tracce non sono in ordine cronologico, anche se il brano più vecchio, e tra i migliori in assoluto della raccolta, The Upsetter, tratto da Harpburn dell’86, è posto in apertura del primo CD. Sempre dallo stesso album vengono altre due esibizioni vorticose, la title-track Harpburn, a tutto boogie e l’ottima Cold Chill.

Tra i pezzi degni di nota anche il notevole slow 4811 Watsworth, da Blues In The Dark del 1991, con la sempre ottima Linsey Alexander al piano e Alex Schultz alla chitarra, membri storici dei Mighty Flyers, la lunga Snap Crackle Hop, altra dimostrazione del virtuosismo del nostro al suo strumento, la divertente Scary Boogie, con Rick Holmstrom alla chitarra. Mentre dal secondo CD vi segnalo la gagliarda The Teaser, sempre dal disco Tough And Tender del 1997, come il brano appena citato; Westcoaster del 2007, una sorta di manifesto del suo stile californiano, piacevole ma raffinato nella realizzazione, la vorticosa Ju Ju Cocktail  registrata Live At B.B. King’s nel CD del 2004, e sempre dal vivo Eliminator, da un disco dell’anno successivo. E ancora due tracce recenti, entrambe dal disco del 2014 Emergency Situation, lo scatenato jump blues di Frankenbomp e la lunga Colored Salt, tra blues e R&B, con uso di fiati, la scanzonata Expression Session da Soul Monster del 2009, e, dallo stesso disco, a chiudere,  l’intensa Soul Monster, con l’ottimo Henry Carvajal alla chitarra. Ma non ci sono brani deboli in questo doppio CD, tutto materiale di prima scelta che ne fa consigliare l’acquisto agli amanti del genere. Di nicchia, ma ottimo e abbondante.

Bruno Conti

Una Sorta Di “Mini” Supergruppo (Con Ospiti), Questo Sì Che E’ Blues! Mannish Boys – Double Dynamite

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Mannish Boys – Double Dynamite – 2CD Delta Groove –

Questo potrebbe essere considerato una sorta di “mini” Supergruppo del Blues: con gente in formazione come Finis Tasby, Frank Goldwasser, Kirk Fletcher, il boss della Delta Groove Randy Chortkoff all’armonica, una solida sezione ritmica e sei album alle spalle, i Mannish Boys si sono costruiti una reputazione come una delle migliori formazioni in circolazione. Ma in questo nuovo doppio album Double Dynamite si sono decisamente superati! Secondo me, oltre che per la lunghissima lista di ospiti che si alternano nei 26 brani, è l’arrivo di Sugaray Rayford che ha contribuito in modo non equivoco al successo di questo album. Una “personcina” imponente fin dall’aspetto fisico, come si può rilevare dalla copertina del CD, questo signore canta nove brani in totale nell’album ma stampa la sua presenza come una voce di quelle che si sentono raramente, potente, gagliarda, espressiva, sia alle prese con il soul che con il Blues e anche col funky, con un carisma che risalta anche dall’ascolto del disco in studio, ma dal vivo deve essere ancor più evidente. Senza sminuire il lavoro di tutti i musicisti all’opera in questo album che si candida per essere uno dei migliori dell’anno nell’album nell’ambito Blues-Soul-R&B.

Diviso in due dischi intitolati rispettivamente Atomic Blues e Rhythm & Blues Explosion il doppio parte subito alla grande con una versione di Death Letter di Son House, cantata appunto da Rayford (era presente anche nel suo unico disco solista del 2010 Blind Alley, dove suonano fior di musicisti, tra gli altri Tim Bogert, Gary Mallaber e Phil Parlapiano, se lo trovate non lasciatevelo scappare): Frank Goldwasser con una minacciosa slide si divide il proscenio con l’omone. E da lì è un tripudio (esageriamo!), Finis Tasby, anche se nella suddetta copertina sembra il nonno degli altri, ma ha “solo” 72 anni, è ancora un signor cantante e lo dimostra in una Mean Old World  illuminata anche dai primi ospiti, Rod Piazza all’armonica e Elvin Bishop pure lui alla slide. E il Blues pulsa anche nell’eccellente Bricks In My Pillow con Sugaray ancora ottimo vocalist, il pianino di Rob Rio e la solista di Goldwasser facilitano. Da Jackie Payne, altro vocalist di grande talento della scuderia Delta Groove mi aspettavo uno sfracello nella versione di She’s 19 Years Old/Streamline Woman, e quasi ce la fa ad avvicinarsi al grande Muddy Waters, il titolare dei brani, ma quasi, ancora Goldwasser e Piazza sugli scudi.

Torna Tasby per una saltellante Never Leave Me At Home con l’armonica di Chortkoff al proscenio per la prima volta. Mud Morganfield è il figlio maggiore di McKinley (detto anche Muddy) e proprio recentemente ha pubblicato il suo debutto per la Severn (non c’è paragone con Big Bill, l’altro figlio): non sempre “i figli di” si rivelano all’altezza dei genitori ma spesso il problema sta nel manico, la voce c’è e se i musicisti sono all’altezza, tutto funziona alla grande come in questa versione umorale di Elevate Me Mama con Bob Corritore e Rob Rio ad attizzare il vocalist ed i Mannish Boys. Non ve la faccio lunga perché i brani sono tanti ma la Bad Detective cantata da James Harman, ottimo anche all’armonica, è notevole, come pure lo spazio dedicato sempre al “soffio” di Jason Ricci in Everybody Needs Somebody che non è quella di Solomon Burke ma il brano di Litte Walter. Tasby, Chortkoff e soprattutto il bravo Rayford (sentire come canta The Hard Way, uno slow blues di Otis Spann), si dividono gli altri spazi vocali prima di lasciare la scena nuovamente a Morganfield  per il finale di Mannish Boy che avrebbe fatto felice l’augusto babbo!

Ed è solo il primo CD, il secondo se possibile è anche meglio: tra soul e R&B, come da titolo, e con una sezione di fiati a potenziare la già impressionante batteria di musicisti. Anche in questo caso partenza sparata con una tiratissima Born Under A Bad Sign, canta Finis Tasby, la solista pungente è quella di Bishop nuovamente, i fiati sono sincopati come si conviene e l’organo Hammond di Mike Finnigan si fa sentire. L’istrionico Rayford canta la trascinante That Dood It con Kirk Fletcher alla solista, poi parte la festa del soul con una You’ve Got The Power che illustra il lato romantico di James Brown, cantata in coppia da Sugaray e Cynthia Manley, non conoscevo, bella voce. Il bassista Bobby Tsukamoto alza il fattore funky in Drowning On Dry Land con Nathan James alla solista, Fred Kaplan al piano, di nuovo Mike Finnigan all’organo e Rayford in overdrive . Finnigan ci regala una rara perfomance vocale e pianistica nella cover di puro R&B (non soul) di Mr. Charles Blues (ovviamente il Charles in questione è Ray). Ricorderei anche una versione strumentale di Cold Sweat con Tsukamoto ancora in gran spolvero e apparizioni varie di Jackie Payne, nuovamente, Kid Ramos, Junior Watson, Jason Ricci e gli altri Mannish Boys. Questo sì che è Blues!

Bruno Conti