Novità Prossime Venture 15. Un Concerto “Sconosciuto” Sino Ad Oggi: Jimmy Page And Friends – Tribute To Alexis Korner: Live, Nottingham 1984

jimmy page and friends tribute to alexis korner

Jimmy Page And Friends -Tribute To Alexis Korner: Live, Nottingham 1984- 2CD -Angel Air UK – 27-09-2019

Di questo concerto ero venuto a conoscendo perché “surfando” per la rete a caso, mi ero imbattuto qualche anno fa su YouTube in un video postato dal presunto proprietario del nastro, che cercava una etichetta per pubblicare il tributo nella sua interezza, ma stranamente nessuno era interessato, considerando l’importanza degli artisti coinvolti, anche se ha circolato un bootleg di qualità sonora scarsa.

Siamo a giugno 1984, Alexis Korner era morto il 1 gennaio di quell’anno a causa di un cancro, e Ian Stewart ed alcuni altri artisti illustri avevano deciso di organizzare una serata dedicata alla raccolta fondi per la ricerca di cure sul cancro e nello stesso tempo rendere omaggio ad uno dei “grandi padri bianchi” del blues britannico, che era quello che per primo li aveva scoperti e lanciati. E quando il 5 giugno al Club Palais Ballroom di Nottingham uniscono la loro forze i Rocket 88, l”ultima band di Korner, in cui militavano tra gli altri la grande vocalist Ruby Turner,  proprio il pianista onorario degli Stones Ian Stewart, che come detto era anche l’organizzatore della serata, e il sassofonista dei Colosseum Dick-Heckstall Smith, mentre gli ospiti più importanti erano Jimmy Page alla solista, Jack Bruce al basso e alla voce, Paul Jones, voce e armonica, e Charlie Watts alla batteria, che per l’occasione, con divertente gioco di parole si autodefiniscono la Alexis Light Orchestra, in omaggio al loro vecchio mentore. Il tutto venne mandato in onda per radio.

Alla fine qualcuno ha deciso di pubblicare questo concerto e il 27 settembre la Angel Air farà uscire un doppio CD, il cui contenuto completo è quello che leggete sotto.

.CD1]
1. Intro
2. Sweet Home Chicago
3. When It All Comes Down
4. Early Morning Groove
5. Introducing The Band
6. Bring It On Home
7. How Long Blues
8. Blue Monday
9. Let The Good Times Roll
10. Stormy Monday
11. Splanky
12. Big Boss Man

[CD2]
1. My Country Man
2. Million Dollar Secret
3. River’s Invitation
4. Jimmy Page Jam
5. Money’s Getting Cheaper
6. King Of All I Survey
7. Got My Mojo Working
8. Every Day I Have The Blues
9. Encore Intro
10. Hoochie Koochie Man

A giudicare da quel famoso filmato, con il bis finale corale della serata. solo con la parte audio, la qualità sonora sembra quella di un buon broadcast radiofonico, verificheremo alla uscita.

Bruno Conti

A Volte Ritornano: “Ballando” Sulla Storia Australiana. Archie Roach – Dancing With My Spirit

archie roach dancing with my spirit

Archie Roach – Dancing With My Spirit – Mushroom Music LP – CD – Download

Gli attenti lettori di questo “blog”, sicuramente conoscono lo spazio che spesso abbiamo dedicato agli artisti australiani, a partire da gruppi come i Black Sorrows di Joe Camilleri, i Midnight Oil, la brava Kasey Chambers, Jimmy Barnes e Paul Kelly, senza dimenticare il grande Nick Cave, fino ad arrivare ad una grande “icona” nazionale come Archie Roach (di cui il sottoscritto ha recensito su queste pagine gli ultimi due lavori). Venti anni fa Roach e tre giovani donne (le Tiddas), si sono trovati e hanno collaborato ad un demo, che da allora per una serie di motivi sconosciuti è rimasto chiuso in un cassetto, ma tuttavia non è stato dimenticato, e fortunatamente viene ora recuperato meritevolmente dall’autore, per questo suo ultimo lavoro Dancing With My Spirit (purtroppo al solito non di facile reperibilità). Detto fatto il buon Archie fa un giro di telefonate e si porta in studio le Tiddas (che ovviamente non sono più giovani come un tempo, ma sempre bravissime e che rispondono al nome di Sally Dastey, Lou Bennett e Amy Saunders), e con il supporto di altri talentuosi musicisti tra i quali Bruce Haynes alle tastiere, Dave Steel alle chitarre, il compianto Stuart Speed  pedal-steel e basso, e Archie Cuthbertson alla batteria, con la esperta produzione della talentuosa Jen Anderson (mandolino, violino, ukulele), affidandosi come detto le armonie vocali  al trio delle Tiddas, (che si erano divise nel 2000 e sono tornate insieme per questo album) ci regala una dozzina di canzoni riproposte più o meno come erano state ai tempi originariamente scritte, concepite e cantate.

Premesso che ogni canzone ha una sua storia, il disco si apre  con le calde atmosfere di A Child Was Born Here, con la voce di Archie Roach che si dimostra ancora una volta una delle migliori al mondo (sono parziale lo ammetto), per poi passare alla magnifica melodia della title track Dancing With My Spirit, il “sound” gioioso di una rinfrescante Heal The People, Heal The Land, e commuovere nella struggente ballata Morning Star, impreziosita appunto dalle armonie vocali delle Tiddas. Come sempre abituato a concepire un album come una storia, o come un romanzo, Roach si dimostra ancora una volta un perfetto “storyteller”, autore di brani profondi come Hold On Tight e F-Troop, magnifiche ballate che toccano il cuore e l’anima delle persone, passando per i disinvolti coretti “soul” di una più che nostalgica Dancing Shoes, e della più convenzionale Nowhere To Go, un altro brano struggente, accompagnato in sottofondo dalla fisarmonica della Anderson. Si cambia ancora registro con la corale e immediata Give Unto Caesar, e il sincopato “groove” di una inusuale Colour Of Your Jumper (con inaspettati cori maschili), per poi andare a chiudere con l’andamento allegro (semplicità e orecchiabilità) di My Grandmother, e infine una meravigliosa The River Song (dedicata alla sua defunta moglie, la cantante Ruby Turner), una ode malinconica declamata vicino al fiume con il fuoco acceso del ricordo.

La maggior parte dei brani di Dancing With My Spirit sono di media durata, con arrangiamenti in  stile “roachiano”, con la band che suona chitarre acustiche ed elettriche, batteria,  percussioni e basso, oltre a pianoforte, sintetizzatore, mandolino e violino,  perfettamente adatti al vibrato ormai invecchiato (purtroppo) di Archie, dove comunque si respira una sensazione evidente di coesione fra musicisti e autore, nel riproporre e tornare a cantare le canzoni come erano nate venti anni fa. Difficoltà e gravi perdite, oltre alla sua attuale non facile condizione di salute, che a tratti affiorano nella voce vissuta, non sono estranei agli ultimi lavori di Archie Roach, una leggenda australiana che ha ancora la forza di recuperare un lavoro senza tempo di grande fascino come Dancing With My Spirit (con brani che in buona parte erano già apparsi nell’album Looking For Butterboy (97), dove come sempre le canzoni e le sue storie sono viaggi emozionali pieni di umanità, e mi viene difficile credere che queste canzoni siano state scritte circa un quarto di secolo fa, ma nello stesso tempo suppongo  che Dancing With My Spirit, sia stato rispolverato al momento giusto per rivelarsi agli amanti della buona musica. Lunga vita Archie!

*NDT Come detto l’album non è facilmente reperibile, ma a breve, nella seconda parte di maggio, è già prevista l’uscita (sempre solo in Australia) di un triplo CD The Concert Collection 2012-2018 con materiale dal vivo inedito registrato in quel lasso di tempo e di cui sarà nostra cura rendervi edotti non appena sarà disponibile.

Tino Montanari