80° Anniversario Della Nascita Di Johnny Cash. We Walk The Line: A Celebration Of The Music Of Johnny Cash DVD/CD – Blu-ray

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We Walk The Line – A Celebration Of The Music Of Johnny Cash – Sony Legacy – CD/DVD o Blu-ray 07-08-2012

Quest’anno oltre al centenario di Woody Guthrie si festeggia anche l’80° Anniversario della nascita di Johnny Cash, avvenuta il 26 febbraio del 1932. Per questo motivo il 20 aprile al Moody Theater di Austin, Texas si è riunito un nutrito gruppetto di musicisti per festeggiare l’evento con un concerto sotto la direzione musicale di Don Was. Queste sono tutte le informazioni che vi servono e anche di più:

DVD/Blu-ray
Folsom Prison Blues – performed by Brandi Carlile
Get Rhythm – performed by Andy Grammer
I’m So Lonesome I Could Cry – performed by Amy Lee
Hey Porter – performed by Buddy Miller
Why Me Lord – performed by Shelby Lynne
Help Me Make It Through the Night – performed by Pat Monahan
It Ain’t Me Babe – performed by Shelby Lynne and Pat Monahan
Sunday Morning Coming Down – performed by Jamey Johnson and Kris Kristofferson
Jackson – performed by Carolina Chocolate Drops
Wreck Of The Old 97 – performed by Rhett Miller
Ring Of Fire – performed by Ronnie Dunn
Cocaine Blues – performed by Shooter Jennings
Hurt – performed by Lucinda Williams
The Long Black Veil – performed by Iron & Wine
Big River – performed by Kris Kristofferson
Cry, Cry, Cry – performed by Sheryl Crow
If I Were A Carpenter – performed by Willie Nelson and Sheryl Crow
Highwayman – performed by Willie Nelson, Kris Kristofferson, Shooter Jennings and Jamey Johnson
I Walk The Line – performed by Full Ensemble

Bonus Features

I Still Miss Someone – rehearsal performance by Willie Nelson
The Man Comes Around – performed by Matthew McConaughey

Johnny Cash, His Life and Music – Artist interviews, Johnny Cash archival footage, more

Walking The Line: The Making of a Celebration – behind-the-scenes of the historic Johnny Cash 80th Birthday Concert Celebration

Il CD ha gli stessi brani ma in una diversa sequenza, l’uscita come riportato sopra è prevista per il 7 agosto, dovrebbe costare intorno ai 20 euro, euro più euro meno. Stranamente è prevista l’uscita in contemporanea anche per il mercato italiano, in questo caldo agosto, che discograficamente parlando è sempre un mese importante per le uscite sia in Inghilterra che, soprattutto, negli Stati Uniti.

Se ve lo volete sentire e ascoltare tutto ve lo comprate, dal video di presentazione sembra fantastico, buon divertimento!

Bruno Conti

Sempre Più “Forte”! Janiva Magness – Stronger For It

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Janiva Magness – Stronger For It – Alligator Records

Ritorna, più forte che mai, o Stronger For It come ribadisce lei stessa nel titolo del nuovo album, Janiva Magness, una delle migliori voci Blues (ma non solo) attualmente in circolazione. Se avete letto la sua storia nel precedente Post che le avevo dedicato sapete di cosa sto parlando, in caso contrario non dovete fare altro che leggerlo grande-voce-grande-disco-janiva-magness-the-devil-is-an-ange.html. In altre recensioni si dice, e lei stessa genericamente lo afferma nel libretto del CD, che nella sua vita privata non è stato un periodo buono: leggendo tra le righe si parla di “cancro al seno” (ma non se riferito a lei), mentre non appare più tra i collaboratori e neppure è citato nei ringraziamenti, il suo compagno di lunghi anni Jeff Turmes. Che sia la rottura tra i due il motivo di questo periodo buio della sua vita? Non volendo avventurarmi in pettegolezzi glisso. Da un punto professionale, viceversa, tutto sembra andare per il meglio.

Non essendoci più Turmes, è il chitarrista Dave Darling che ha assunto la direzione musicale per questo nuovo album pubblicato come di consueto dall’etichetta dell’alligatore. Non ci sono grandi mutamenti sonori, anzi direi nessuno, rispetto ai due precedenti, ed eccellenti, dischi, la novità principale è che la Magness torna a comporre, i tre brani iniziali, ed era dai tempi del debutto del 1997 che non firmava brani su un suo album. Per il resto ci sono alcuni temi ricorrenti: c’è un brano, bellissimo, Dirty Water, firmato dalla coppia Buddy & Julie Miller, mentre nel precedente ce ne era uno firmato dalla sola Julie. C’è una cover scintillante di un brano deep soul meraviglioso dal repertorio di Gladys Knight, I Don’t Want To Do Wrong e una ripresa di una canzone, You Got What You Wanted scritta da Ike per l’allora moglie Tina Turner che fa il paio con la versione del classico di Ann Peebles I’m Gonna Tear Your Playhouse Down che appariva nel penultimo album The Devil Is An Angel Too (senza dimenticare che I Can Stand The Rain, uno dei classici della Turner l’aveva scritto la Peebles, per la serie nulla accade per caso!).

In tutto ciò Janiva Magness ci delizia con la sua voce profonda e risonante, ma ricca di femminilità e umanità, una di quelle voci che ti riconciliano con la buona musica. Il trittico iniziale firmato dalla stessa Magness ti stende: There It Is, secondo me, pareggia e supera molte delle migliori cose cantate da Bonnie Raitt o Susan Tedeschi, due delle cantanti che si possono prendere come riferimento per la nostra amica che ha dalla sua anche un’attitudine vocale per il soul e il blues tipica delle grandi voci “nere”, si potrebbe dire gritty, traduciamo con sabbioso, crudo, vissuto, fate voi, va comunque bene. Dave Darling punteggia con la sua chitarra gli arrangiamenti ricchi anche di tastiere, piano e organo e l’uso perfetto delle voci di supporto come nell’intensa I Won’t Cry dove la voce scende, scende verso profondità gospel. Una cover superba, vissuta ed intensa, di un brano recente di Tom Waits e Kathleen Brennan, Make It Rain rinasce come un blues-soul sanguigno e ferino.

Whistlin’ In The Rain, l’ultimo brano firmato dalla Magness in coppia con Dave Darling è un ulteriore esempio di come si possa fare del blues “moderno” rivestito di soul anche ai giorni nostri senza essere anacronistici ed essendo assolutamente migliori di mille cantanti del nu soul imperante. Tra le caratteristiche del suo repertorio c’è anche la capacità di riprendere materiale scritto da autrici ed autori provenienti da radici country e roots (come nel caso dei coniugi Miller) e riplasmarlo con la sua sensibilità R&B, è il caso dell’ottima I’m Alive, scritta da Shelby Lynne che è una che già di suo veleggia verso quei lidi. Anche Ragged Company di Grace Potter che attendiamo ad un nuovo album finalmente degno delle sue potenzialità, conferma la classe innata di Janiva Magness, una cantante naturale che non finisce di sorprendere per la bellezza della sua voce.

Perfino quando si cimenta con il repertorio di un cantante pop-rock come il Matthew Sweet di Thought I Knew o Paul Thorn di Things Left Undone, indubbiamente anche grazie agli arrangiamenti sempre scintillanti di Dave Darling, la qualità dell’album non soffre anzi si inventano “colpi di genio” come l’attacco accapella del secondo brano che poi sfocia in una ballata gospel di disarmante bellezza. L’uptempo, tra country e R&R virati al blues, della conclusiva Whoop And Holler dalla penna di Ray Wylie Hubbard aggiunge un ulteriore freccia all’arco esecutivo di questo notevole ultima prova di Janiva Magness.

Per citare uno dei guru dell’epoca moderna, lo scomparso Guido Angeli, “Provare per credere”!

Bruno Conti

Novità Di Ottobre Parte III (Con Recupero). Coldplay, Brian Wilson, T-Bone Burnett, Tom Waits, Cowboys Junkies, Black Country Communion, Noel Gallagher, Chris Isaak, Jane’s Addiction, Eccetera

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Trascuro un attimo la rubrica sulle uscite e se ne accumula subito un bel quantitativo. Per cui anche questa settimana razione doppia: uscite del 25 ottobre e recupero delle principali del 18 ottobre.

Partiamo con i Coldplay che con Mylo Xyloto tornano alle loro sonorità abituali dopo che con il precedente Viva La Vita Or Death prodotto da Brian Eno si erano lanciati in territori più “avventurosi”. Eno è sempre co-produttore del disco e ha partecipato alla composizione di un paio di brani ma la presenza di Rihanna in Princess Of China è abbastanza significativa. Evidentemente la Parlophone/EMI ha chiesto un incremento delle vendite, anche se le critiche preventive all’album sono state quasi tutte abbastanza positive a parte i nemici del NME che gli hanno dato 5 (ma non stellette, come a scuola). Come curiosità, l’ultimo brano Up With The Birds campiona un brano di Leonard Cohen che quindi è stato indicato come co-autore. Seconda curiosità, il disco in Giappone è già uscito il 19 ottobre e ha tre bonus-tracks registrate dal vivo a Glastobury 2011.

Dopo il progetto dedicato a Gershwin, Brian Wilson ha scelto un’altra icona della musica americana, magari meno nobile, e il nuovo album si chiama In The Key Of Disney ed esce, ovviamente, per la Disney/EMI il 25 otttobre una settimana prima delle varie edizioni (megabox incluso) che verranno dedicate a Smile dei Beach Boys di cui vi parlerò la settimana prossima. Quindi ancora pochi giorni e ve ne potrete andare per casa canticchiando Heigh Ho (Biancaneve), When You Wish Upon A Star (Pinocchio), Can You Feel The Love Tonight? (Re Leone) e tante altre classiche canzoni tratte dai cartoni animati più famosi nelle versioni “originali” di Brian Wilson. Le versioni spesso sono “geniali”!

L’uscita del nuovo Tom Waits Bas As Me ve l’avevo anticipata già da un paio di mesi ma da martedì 25 sarà una realtà, ovviamente in più versioni. C’è la versione “normale” singola con 13 brani, quella doppia con 16 brani + libretto speciale e infine la versione in vinile con 13 brani con codice accluso per il download dei brani (non so se la edizione deluxe da 16). Il tutto è scritto da Tom Waits e Kathleen Brennan come di consueto ed esce per la Anti Records. Ci sono una valanga di ospiti: da David Hidalgo dei Los Lobos a Charlie Musselwhite, da Keith Richards a Augie Meyers, Les Claypool dei Primus, oltre agli immancabili Marc Ribot e Larry Taylor.

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Questa settimana è uscito il debutto di quello che comunemente viene definito il fratello “bravo” degli Oasis, ovvero Noel Gallagher’s High Flying Birds, etichetta Sour Mash Records, c’è in CD, LP e digital download. In Irlanda è già al primo posto e in Giappone al 5°

Chris Isaak a distanza di 15 anni da Baja Sessions pubblica nuovamente un album tutto di cover, il titolo è Beyond The Sun e si dice che sia uno dei suoi migliori di sempre. L’etichetta è la Vanguard Records: versione singola con 15 brani, versione Deluxe doppia con 26 brani e, per la serie “i Misteri della Discografia”, in Australia è uscita una Collector’s Edition con ulteriori 3 brani per un totale di 28 e ci sta tutto in unico CD. Strano! Questa è lista dei brani, molto interessante:

Beyond The Sun (Standard)                       Beyond The Sun (Deluxe Edition)
1. Ring of Fire                                             1. My Baby Left Me
2. Trying To Get To You                              2. Oh, Pretty Woman
3. I Forgot To Remember To Forget            3. Doin’ The Best I Can
4. Great Balls of Fire                                   4. Your True Love
5. Can’t Help Falling In Love                       5. Crazy Arms
6. Dixie Fried                                              6. Lovely Loretta
7. How’s The World Treating You               7. Everybody’s In The Mood
8. It’s Now or Never                                         8. I’m Gonna Sit Right Down and Cry
9. Miss Pearl                                               9. Love Me
10. Live It Up                                            10. Doncha’ You Think It’s Time
11. I Walk The Line                                   11. That Lucky Old Sun
12. So Long I’m Gone
13. She’s Not You
14. My Happiness                  

Tutto materiale originariamente registrato ai famosi Sun Studios.

Anche i Jane’s Addiction hanno un nuovo disco in uscita questa settimana: si chiama The Great Escape Artist, è solo il quarto di una carriera che li ha già visti riunirsi due volte. Esce per la Capitol e naturalmente non manca la sua bella edizione doppia con undici brani extra registrati dal vivo a Vive Latino. Ci sono Farrell, Navarro, Perkins, Sitek ed è rientrato anche il bassista Chris Chaney. Strays, il disco della reunion del 2003 non era il massimo (per usare un eufemismo) di questo nuovo se ne parla decisamente in modo positivo, vedremo!

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In questi giorni è stato pubblicato il terzo capitolo delle Nomad Series dei Cowboys Junkies, si chiama Sing In My Meadows, etichetta Latent in Nord America e Proper in Europa. Doveva uscire all’inizio dell’estate ma è slittato al 18 ottobre. Si tratta del disco “psichedelico” annunciato da Michael Timmons e fa seguito al bellissimo Demons che era uscito all’inizio dell’anno (e quindi uno ottimo per il 2011 ce l’hanno già). Appena l’avrò sentito bene sarà mia premura riferirne, come dicono quelli che parlano bene. A un primo ascolto le chitarre sono molto presenti. Come pure in un altro disco che sto sentendo in questi giorni, Lulu di Lou Reed con i Metallica, dove la parola d’ordine è “viuulenza”, almeno nel primo CD. Il secondo è più composito. Recensioni nei prossimi giorni, appena trovo il tempo, insieme ad altre uscite interessanti.

Anche quello di T-Bone Burnett è un dischetto assai interessante, anche se meglio sarebbe stato se fosse uscito in DVD ma non si può avere tutto. Il titolo, The Speaking Clock Revue, spiega tutto: si tratta della registrazione di alcuni brani dello spettacolo che Burnett ha tenuto lo scorso anno in ottobre al Beacon Theatre di New York con molti degli artisti da lui prodotti negli ultimi anni. La sua Band con Ribot, Bellerose, Ciancia, Jim Keltner e molti altri più…

1. Jimmie Standing In The Rain – Elvis Costello
2. Midnight Rider – Gregg Allman
3. Hold On, Hold On – Neko Case
4. Rye Whiskey – Punch Brothers
5. Wonderful (The Way I Feel) – Jim James
6. The Truth Is In The Dirt – Karen Elson
7. The One I Love Is Gone – The Secret Sisters
8. Troubled Land – John Mellencamp
9. Lift Him Up That’s All – Ralph Stanley
10. Fallin’ & Flyin’ – Jeff Bridges
11. Monkey Suit – Elton John & Leon Russell                 

Etichetta Shout Factory negli Stati Uniti, non c’è ancora un distributore europeo.

Shelby Lynne è una delle cantautrici americane che prediligo shelby%20lynne. Ormai si distribuisce in proprio con la sua etichetta, la Everso Records e per tagliare ulteriormente i costi in questo nuovo Revelation Road suona anche tutti gli strumenti, oltre a cantare veramente bene. E’ un dono di famiglia, perchè anche la sorella, la signora Earle, Allison Moorer è una eccellente vocalist. Anche su questo CD ci torno al più presto con recensione completa. Io, prometto prometto, ma poi magari “dimentico”, al limite ricordatemelo.

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Per concludere questo giro (domani o dopo, seconda parte) una “vecchia gloria” e 2 DVD.

La vecchia gloria è Chris De Burgh (non Cyndi Lauper, non sono così irriverente), il cantante anglo/irlandese che oltre ad avere tra i suoi meriti, la figlia Rosanna, Miss Mondo nel 2003 per l’Irlanda, è anche un piacevole cantautore melodico con una lunga carriera alle spalle che ogni tanto si cimenta con dischi di cover, questo Footsteps 2 è ovviamente il secondo della serie, che passa con noncuranza tra versioni di brani dei Beatles, Lady Madonna e Let It Be, Time In A Bottle di Jim Croce, In The Ghetto di Elvis Presley, Long Time Running dei Doobie Brothers, The Living Years di Mike and The Mechanics, S.O.S. degli Abba. Un tipo eclettico come vedete, le versioni sono un po’ alla camomilla ma molto piacevoli anche se i tempi di Far Beyond These Castle Walls e Spanish Train sono passati da più di 35 anni. Etichetta DMG.

Eravate preoccupati! E invece ecco qua un bel disco nuovo di Joe Bonamassa, o meglio un DVD. Era già un bel mesetto che non usciva niente, dall’uscita in coppia con Beth Hart. Questa volta è un doppio DVD o singolo BluRay Live Over Europe con i Black Country Communion. Mascot Records/Provogue/Edel, ripreso con 14 telecamere ad alta definizione in alcune date in Germania nel recente tour estivo europeo. Esce il 25 ottobre, però la devono finire di rompere le balle con queste versioni Deluxe: per un libretto di 28 pagine e un secondo DVD con ben 20 minuti di “dietro le quinte” te lo fanno pagare come un doppio. Se mi arriva il promo lo recensisco, se no vedremo.

Altro DVD molto interessante è questo To Memphis, With Love, dove Cyndi Lauper reitera il suo rinnovato amore per il Blues dopo l’ottimo album Memphis Blues dello scorso anno, questo-le-mancava-cyndi-lauper-memphis-blues.html. Non mancano, oltre a molti classici, i suoi cavalli di battaglia, She Bop e Girls Just Wanna Have Fun. Ospiti Allen Toussaint, Tracy Nelson e Johnny Lang. Etichetta Megaforce, esce il 25 ottobre.

Una curiosità finale. In questi giorni la Meyer Records (quella del Live di Eric Andersen) pubblica un Unplugged In Berlin 2002 di Willy DeVille. Loro dicono che si tratta di nuove matrici, quelle originali, non di scarsa qualità come nel CD Acoustic Trio In Berlin o nel DVD The Berlin Concerts. I brani comunque sono gli stessi e il doppio Acoustic Trio In Berlin non mi sembra inciso così male. Comunque se volete investire i vostri denari è uscito in questi giorni e rimane uno dei migliori concerti della carriera del grande Willy DeVille.

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Alla prossima.

Bruno Conti

Un Disco Di Gran Classe. Shelby Lynne – Tears, Lies And Alibis

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Shelby Lynne – Tears, Lies And Alibis – Everso Records

Questa meraviglia umana (in tutti i sensi) è in possesso di una voce molto bella che ha saputo toccare tanti punti nella sua carriera: dall’iniziale country puro di Nashvile, anche troppo commerciale, dei primi tre album, al western swing e big band sound di Temptation, poi il country pop di Restless. Nel 1999/2000 ha registrato I Am Shelby Lynne un album che iniettava nella sua musica una massiccia dose di R&B, sorprendentemente vincendo un Grammy, non perché non meritato, ma in quanto assegnatole come Miglior Esordiente, dopo più di dieci anni di carriera! Con il successivo Love, Shelby del 2001 ha tentato la strada del pop, con la p minuscola, con scarsi risultati. Finalmente nel 2003 ha realizzato quello che finora era considerato il suo disco migliore Identity Crisis, veramente molto bello. Nello stesso anno ha partecipato alla registrazione del disco live della sorella Allison Moorer, Show un cd con DVD molto bello dove, per oscure ragioni, appare anche Kid Rock (si chiama marketing, baby! Ah già, scusate!).

A questo punto una piccola digressione: il vero nome della nostra amica è Shelby Lynn Moorer quindi spiegato il mistero della parentela. Una tragedia che ha colpito le due sorelle va comunque raccontata: nel 1985, quando Shelby aveva diciassette anni, il padre, che era stato un piccolo direttore di complessi musicali, con la madre insegnante di canto, si è presentato in casa dalla moglie, dalla quale si era appena diviso per problemi di alcolismo e, alla presenza delle due figlie, l’ha uccisa con un colpo di pistola e poi si è suicidato, non aggiungo commenti, ci vuole un coraggio enorme per continuare la propria vita ma le due sorelle Moorer l’hanno avuto, diventando due delle migliori cantanti che calcano i palcoscenici americani.

Torniamo alla discografia della Lynne (che ad oggi vanta undici album più due raccolte, non male, in ventidue anni di carriera), dopo il picco di Identity Crisis con il successivo Suit Yourself tenta anche la strada del rock con discreti risultati. Nel 2008, approdata alla Lost Highway, pubblica Just A Little Lovin’, un disco molto bello dedicato alla musica di Dusty Springfield, ancora accolto da ottime critiche. E siamo arrivati al 2010: questo nuovo album viene rifiutato dalla sua casa discografica (non si capisce perché, visto che per le strane alchimie delle majors, verra poi distribuito dalla Fontana, un’altra etichetta del gruppo Universal). In ogni caso, perché scoraggiarsi, si fonda la propria etichetta, si chiamano gli amici, David Hood e Spooner Oldham dei Muscle Shoals, Mark Jordan, Kenny Malone, John Jackson ed altri, si registra la base di chitarra acustica, spesso molto presente, e la voce nel proprio studio poi si va in uno studio professionale di Nashville e si realizza un signor disco, forse il migliore della propria carriera e così ha fatto Shelby Lynne. Per la legge del “Poco E’ Meglio” il disco ha volutamente un suono scarno, quasi minimale ma allo stesso tempo molto “espansivo” nelle tonalità e mischia tutti gli stili toccati negli anni, country, rock, soul, blues, folk, un pizzico di jazz e Pop (questa volta con la P Maiuscola), realizzando uno stile personale che ha rari precedenti nella scena musicale americana.

Dieci brani, poco più di trentacinque minuti di durata, questo Tears, Lies and Alibis può avvalersi anche del traino creato dalla partecipazione di Shelby Lynne all’ultimo disco di Peter Wolf, il meraviglioso Midnight Souvenirs dove i due duettano nella deliziosa Tragedy: i due brani iniziali sono quelli più mossi, Rains Came sulla rarità e la meraviglia delle piogge in California dove la Lynne abita è una movimentata canzone con chitarre, organo, un sax e la voce matura della nostra amica che fanno muovere il piedino, Why Didn’t You Call Me è un brevissimo mid-tempo dai retrogusti R&B molto sapido. Like A Fool è un lento cantautorale (ogni tanto mi rinfacciano l’uso di questo termine, ma ho controllato sul dizionario, si può usare e comunque rende l’idea), con chitarre, acustica ed elettrica, un basso, delle spruzzate di tastiere e la voce appassionata della Lynne, folk-soul direi, se si potesse usare. Alibi è un’altra piccola meraviglia di equilibri sonori, quel pop di gran classe che citavo prima che qualcosa deve alla magnifica Dusty Springfield ma anche alla scuola di cantautrici come Carole King e Laura Nyro che sembrano tornate di moda. Something To Be Said About Airstreams (che titolo), è una variazione sul tema, con un dobro e una pedal steel, che aggiungono tonalità country-folk di gran classe.

Family Tree è una folk ballad quasi Dylaniana nel suo rigore acustico e ci presenta una ulteriore nuance delle notevoli capacità vocali della bionda Shelby, bello il finale dal fervore quasi gospel. Loser Dreamer è un malinconico “lamento d’amore” dalle sonorità rarefatte e sempre assai raffinate, c’è anche il piccolo tocco di una armonica che aggiunge calore all’arrangiamento del brano, oltre alla solita voce partecipe della cantante. Old # 7 è un valzerone country delicato alle “gioie” dell’alcol e delle bevande, ancora con quella pedal steel ideale alle finalità della canzone. Old Dog, questa volta ci porta in territori country-blues, acustica, con una voce maschile, che non ho riconosciuto, a sostenere quella di Shelby Lynne, mi ha ricordato il John Hiatt più riflessivo, molto bella, è l’unico brano che supera i cinque minuti di durata. Conclude le operazioni la romantica ballata Home Sweeet Home, un altro tassello che ci consegna l’opera più matura di questa bravissima e misconosciuta cantante americana, lo so, si dice sempre così, ma in questo caso nulla di più vero. Sentire, please. Se avete tempo, stasera, 19 maggio, canta alla St. David’s Episcopal Church  di Austin, Texas, son due passi.

Se avete bisogno di un incoraggiamento questa non è nuova ma senti che vocewatch?v=2QbHPMwnS6c

Bruno Conti