Beatles Connections – Silkie You’ve Got To Hide Your Love Away

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The Silkie – You’ve Got To Hide Your Love AwayHux Records

Il bello di internet e di un blog in particolare è l’immediatezza del mezzo, se ti viene in mente qualcosa lo scrivi e subito è a disposizione di tutti. Il perchè di questa breve divagazione? Oggi avevo intenzione di scrivere un post su un argomento totalmente diverso ma poi per una concatenazione di fatti e pensieri ho deciso di parlarvi di questi Silkie!

La connessione con i Beatles è chiara fin dal titolo dell’album ma è più profonda e meno conosciuta di quanto si possa pensare: intanto siamo all’inizio degli anni ’60, 1964 per la precisione, quattro giovani e speranzosi studenti della Hull University, Sylvia Tatler voce, Mike Ramsden chitarra e voce, Ivor Aylesbury chitarra e voce e il contrabassista Kevin Cunningham decidono di unire le loro forze e formare un gruppo. E fin qui niente di strano o meglio forse sì, perchè i quattro sono una sorta di risposta inglese a Peter, Paul & Mary o agli australiani Seekers, quindi folk di protesta ma non troppo. E qui la storia prende una strada strana, pubblicano il primo disco un flexi-disc con tre canzoni (principalmente cover di Dylan) e iniziano a fare concerti, uno dei primi locali dove approdano è il Cavern di Liverpool e qui, come in tutte le favole che si rispettino, vengono notati da Brian Epstein che li mette sotto contratto e diventa il loro manager. A questo punto bisogna registrare un album, magari con un aiutino da parte dei Beatles: narra la leggenda (o sarà storia?) che il 9 agosto 1965 entrano negli IBC studios è lì trovano ad aspettarli un trio di loschi figuri, John Lennon si assume il compito di produrre la session, Paul McCartney è alla chitarra, George Harrison alle percussioni, il brano scelto è You’ve Got To Hide Your Love Away il primo brano cantatutorale di Lennon in risposta alla “minaccia” Bob Dylan. Per i Silkies è un colpo di fortuna, Help l’album sta per uscire in quei giorni ma il brano non verra pubblicato come singolo, quindi la loro versione schizza fino al 10° posto delle classifiche americane e raggiunge un rispettabile ventottesimo gradino in quelle inglesi.

A questo punto un passo indietro: la stessa leggenda orale narra che John Lennon era così contento di quella versione registrata che avrebbe telefonato a Brian Epstein dicendogli di avere tra le mani un potenziale numero uno ( e sbagliando di poco, perché di successo si trattò). Purtroppo “l’altro quartetto” non fu in grado di capitalizzare sul successo del brano perchè una potenziale tournéè americana già pronta dovette essere annullata a causa della mancata concessione dei visti d’espatrio, succedeva in quegli anni! La Tatler e Ramsden si sono poi sono sposati nel 1966 e hanno proseguito la loro carriera a livello locale per oltre trentacinque anni, anche con i loro figli.

Alla Metà degli anni ’90 l’etichetta americana One Way ha pubblicato una versione in CD dell’album originale con varie bonus, ma è andato praticamente subito fuori catalogo, ora la meritevole etichetta inglese Hux ne ha pubblicato una nuova versione che è giunta anche nelle nostre lande ed è il motivo per cui ve ne parlo: sedici brani, una valanga di cover di Bob Dylan da The Times The’re A-Changin’ a Mr. Tambourine Man, passando per Bob Dylan’s Dream e Girl Of The North Country, ma anche Blowin’ In The Wind e Love Minus Zero-No Limit, e ancora It Ain’t Me Babe e Tomorrow Is A Long Time (quindi fan di Dylan e Beatles, occhio alla penna).

Il tutto è molto piacevole e leggero, leggero con il sound tipico dell’era, prima della svolta rock e psichedelica che era lì dietro l’angolo.

Un piccolo assaggino, non erano per niente male.

Bruno Conti