Torna Il “Cesellatore”, Alcune Impressioni! Donald Fagen – Sunken Condos

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Donald Fagen – Sunken Condos – Reprise

Devo dire che quando ho cominciato a vedere i primi segni dell’imminente uscita di un nuovo album di Donald Fagen, mi sono detto che non era possibile, “solo” sei anni dopo l’uscita di Morph The Cat. Non va mica bene, ventiquattro anni per una trilogia, quella di The Nightfly, che abbiamo scoperto con certezza essere tale, solo quando è uscito il cofanetto retrospettivo, e adesso è già pronto questo Sunken Condos. Ma stiamo scherzando! E invece no, non era uno scherzo, il disco è qui, lo sto ascoltando, è pure bello, genere “Donald Fagen”, nel senso che quando schiacci il bottone Play e parte il primo brano Slinky Thing, lo stile è inconfondibile, al massimo poteva essere un nuovo disco degli Steely Dan, ma Fagen fa parte di quella categoria a parte che è un genere a sè stante. Ok, c’è jazz, c’è funk, c’è rock, soul e persino pop ma il risultato finale è Fageniano, per coniare un nuovo sinonimo, solo per l’occasione nella sua personalità più groovy.

Dopo un disco più rilassato e meditativo come Morph, il nostro amico questa volta ha voluto essere più funky, ma sempre a modo suo, con quella precisione e quella levità che potremmo anche definire classe: in quanti dischi trovi, in brani diversi, tre assoli di armonica e tre di vibrafono. E trovare un tipo come Michael Leonhart, che è anche più pignolo di lui nella produzione e negli arrangiamenti, non deve essere stata una cosa facile. Oltre a tutto questo signore deve avere delle origini italiane celate, perché va bene tenere famiglia, ma tre parenti nello stesso disco costituiscono “raccomandazione”: il babbo Jay, contrabbassista jazz, la moglie Jamie alle armonie vocali e pure la sorella Carolyn ai Vocal Ad-Libs, va bene il nepotismo, ma senza esagerare. Se poi lui pure si sdoppia, e sotto lo pseudonimo di Earl Cooke Jr. si occupa anche delle parti di batteria, siamo di fronte ad un piccolo genietto, tastiere, vibrafono, tromba, fisarmonica, flicorno, glockenspiel, percussioni e che caspita! E tutto suona alla perfezione fin nel minimo particolare.

A rendere più vivace e meno preciso e tassonomico il tutto ci pensa proprio Donald Fagen, che, rigenerato dai suoi tour con la Dukes Of September Rhythm Revue (con Michael McDonald e Boz Scaggs, altri praticanti dell’arte del blue-eyed soul) e prima ancora con la New York Rock And Soul Revue, dove c’era la meravigliosa Phoebe Snow, ha riscoperto una certa passione per il ritmo, il groove, anche il gusto per le cover, e nel disco ce n’è una, inconsueta e intrigante, di un brano di Isaac Hayes del periodo Polydor, la quasi disco di Out Of The Ghetto, con i consueti coretti tipici dei dischi di Fagen e qualche “stranezza”, come un assolo di violino in un brano così funky e qualche inflessione vocale (e musicale) alla Stevie Wonder, che ritorna anche in altri brani (ed è inteso come un complimento perchè nella prima metà degli anni ’70 pochi facevano dischi belli e consistenti come quelli di Wonder), come anche l’uso dell’armonica mi sembra mutuato da quei dischi, mentre il vibrafono o la marimba hanno un che di Zappiano (Ruth Underwood dove sei?). Se poi il caro Donald si autocita e fa una sorta di cover di sè stesso, per esempio in una canzone come Miss Marlene, che è una specie di I.G.Y parte seconda, fa parte sempre di quell’essere una categoria a parte, quelli che hanno un sound. Un disco di Van Morrison o di Richard Thompson lo riconosci subito e lo stesso vale per Fagen, non tradiscono mai i loro ammiratori!

Un altro dei protagonisti del disco è la chitarra di Jon Herington, spesso in evidenza con assoli mai banali e impegnato con un wah-wah insinuante in un brano come Good Stuff che se non arriva ai limiti inarrivabili degli Steely Dan di Aja prova ad avvicinarli con le sue atmosfere avvolgenti (ma in quel disco suonava gente come Wayne Shorter, Steve Gadd, Larry Carlton, Joe Sample e mille altri, che con tutto il rispetto per l’attuale fantastico gruppo di Fagen, erano un’altra cosa). Comunque Herington “costringe” un musicista come Larry Campbell a fare il chitarrista ritmico di supporto nel disco, ma nella conclusiva Planet d’Rhonda ,secondo me, la solista è quella dell’ottimo chitarrista jazz Kurt Rosenwikel, che dà un’aria più raffinata e meno funky al brano, anche se meno immediata, forse.

Senza stare a fare una disamina di tutti i nove brani, il disco mi pare bello, come dicevo in apertura, e ho voluto mettere in questo Post alcune delle impressioni che mi ha suscitato un ascolto attento, ripetuto e molto gratificante del disco, che ad ogni nuovo giro ti rivela particolari unici e sonorità veramente cesellate! E non ho citato neppure una volta Walter Becker (non ho resistito).

Bruno Conti

Il 16 Ottobre In Uscita Sunken Condos Il Nuovo Album Di Donald Fagen

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Visto che nel Blog (e non solo) ci sono dei fans di Donald Fagen due parole veloci in attesa dell’uscita di Sunken Condos prevista per la Reprise/Warner il prossimo 16 ottobre. Si tratta del primo album solista di Fagen dopo la conclusione della Nightfly Trilogy con al’album Morph The Cat del 2006 e la pubblicazione l’anno successivo del bellissimo cofanetto relativo alla trilogia con sette dischetti tra CD e DVD, anche se gli audiofili, per quello che si è letto, sono rimasti parzialmente delusi (per la qualità del suono, non certo per il contenuto).

Il nuovo album viene anticipato dal singolo promozionale I’m Not The Same Without You che potete ascoltare qui sotto…

Questi sono i brani, 8 originali e una cover di Out Of The Ghetto di Isaac Hayes.

 

  1. “Slinky Thing”
  2. “I’m Not the Same Without You”
  3. “Memorabilia”
  4. “Weather in My Head”
  5. “The New Breed”
  6. “Out of the Ghetto” (Isaac Hayes)
  7. “Miss Marlene”
  8. “Good Stuff”
  9. “Planet D’Rhonda”

Donald Fagen questa estate ha girato gli Stati Uniti con i Dukes Of September, ossia Michael McDonald e Boz Scaggs, e il tour avrà un’ultima propaggine il 24 ottobre a Honolulu, se vi capita di essere da quelle parti.

Viceversa se volete sapere tutto sull’album, questo è il link per leggere un’intervista con Michael Leonart, il co-produttore dell’album http://dl.dropbox.com/u/78948039/sunken_condos_interview.pdfhttp://

Direi che è tutto.

Bruno Conti

P.S.

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In questi giorni è uscito anche il nuovo disco solista di Jon Herington, Time On My Hands. Si tratta del quinto album da solista del musicista che da parecchi anni occupa il ruolo di chitarrista negli Steely Dan e nelle band di Donald Fagen e Walter Becker.


Meglio Esagerare! World Party – Arkeology Box Set

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World Party – Arkeology – 5CD – Seaview Records – 10-04-2012

L’ultimo disco se non ho fatto male i conti risale al 2000, Dumbing Up, ma nel frattempo Karl Wallinger (che sarebbe i “World Party) è stato lontano dalle scene per molti anni a causa di un aneurisma che l’aveva reso incapace di parlare. Nel 2006 è ritornato con un tour americano e poi nel 2007 in Australia come supporto degli Steely Dan. Nel 2008 è uscito Big Blue Ball un progetto di artisti vari originato da Peter Gabriel edito dalla Real World e registrato in un arco di tempo che andava dal 1991 al 2007, nel quale Wallinger appariva in quattro brani. Nel 2011 è tornato al South By Southwest di Austin per un concerto gratuito come supporto dei Blue October.

Ma in tutti questi anni ha continuato a lavorare a questo progetto mastodontico che uscirà il 10 aprile: 5 CD di materiale completamente inedito registrato tra il 1985 e il 2011. Demo, canzoni nuove, Everybody’s Falling In Love è del 2011, outtakes, live, brani radiofonici, b-sides, covers, in tutto 70 brani mai sentiti prima. Questo è il contenuto del cofanetto che come formato si presenta come un calendario di 142 pagine che traccia la storia di 25 anni dei World Party…

DISC 1
1. “Waiting Such A Long Time”
2. “Nothing Lasts Forever”
3. “Everybody’s Falling In Love”
4. “Where Are You Going When You Go”
5. “Photograph”
6. “Everybody Dance Now”
7. “Closer Still”
8. “I Want To Be Free”
9. “I’m Only Dozing”
10. “No More Crying”
11. Interview/”Sweet Soul Dream” (Live Radio)

DISC 2
1. “Lucille”
2. “The Good Old Human Race”
3. “Put the Message in the Box” (Live)
4. “Trouble Down Here”
5. “Basically”
6. “Silly Song”
7. “Man We Was Lonely”
8. “She’s The One” (Live)
9. “Ship of Fools”
10. “Mystery Girl”
11. “This is Your World Speaking”
12. “All The Love That’s Wasted”
13. “Lost in Infinity”
14. “New Light”

DISC 3
1. “Words”
2. “Dear Prudence”
3. “Call Me Up” (Live Radio)
4. “Like A Rolling Stone”
5. “Sooner Or Later”
6. “Love Street”
7. “Time On My Hands”
8. “Who Are You”
9. “Sweetheart Like You”
10. “Another World”
11. “You’re Beautiful, But Get Out of My Life”
12. “Living Like The Animals”
13. “Stand” (Live)
14. “Thank You World” (Original Jam)

DISC 4
1. “Break Me Again”
2. “Baby” (Demo)
3. “Ship Of Fools”
4. “Put The Message In The Box”
5. “When Did You Leave Heaven”
6. “Nature Girl”
7. “It’s A Pity You Don’t Let Go”
8. “My Pretty One”
9. “De Ho De Hay”
10. “We Are The Ones”
11. “World Groove”/”Mind Guerilla”
12. “Happiness Is A Warm Gun”
13. “Kuwait City”
14. “Do What I Want”
15. “All We Need Is Everything”
16. “Outro”

DISC 5
1. “Mystery Girl” (Early Version)
2. “What Is Love All About” (Outtake)
3. “I Hope it All Works Out For You”
4. “And God Said” (Long version)
5. “It Ain’t Gonna Work”
6. “Another One”
7. “I Am Me”
8. “It’s Gonna Be Alright”
9. “In Another World”
10. “Thank You World”
11. “Cry Baby Cry”
12. “Temple Of Love”
13. “Fixing A Hole”
14. “Way Down Now” (Live)
15. “Change The World”

Non voleva uscire con un “semplice CD” ma nello stesso tempo era contrario al solo formato digitale, per cui Karl Wallinger ha deciso che era meglio esagerare! Molti lo conoscono perché ha suonato nella formazione originale dei Waterboys, altri perché è quello che ha scritto She’s The One, poi un megasuccesso per Robbie Williams (la sua versione è prealtro molto più bella), ma in effetti i World Party sono anche stati uno dei migliori gruppi pop-rock britannici degli ultimi 30 anni.

Attendo con curiosità il cofanetto.

Bruno Conti

Sono Passati Venticinque Anni (E Qualche Mese)! Rosie Vela – Zazu Anniversary Edition

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Rosie Vela – Zazu 25th Anniversary Edition – Cherry Red Records

Questo era uno dei tanti dischi usciti negli scorsi mesi che per varie ragioni non stati segnalati nel Blog nonostante tutte le buoni ragioni e la volontà di farlo. Non è uno dei dischi “fondamentali” della storia del rock (o del pop) ma ha una storia alle sue spalle che lo rende quantomeno interessante. Quindi stimolato da un commento apparso un paio di giorni fa nel Blog mi accingo a parlare di questa opera prima e unica di Rosie Vela da Galveston, Texas ma cresciuta a Little Rock, Arkansas.

Questo Zazu ha una lunga storia alle spalle (che però renderemo breve e concisa): Rosie Vela frequenta nella prima metà degli anni ’70 l’università dell’Arkansas dove conosce Jimmy Roberts un giovane di talento che condivide con lei la passione per la musica. I due iniziano a frequentarsi, sboccia l’amore e decidono di sposarsi alla fine del 1973. Per i casi (brutti) della vita a lui viene diagnosticato un cancro, i due si sposano lo stesso nel Febbraio del 1974 ma sei mesi dopo Jimmy Roberts muore.

A questo punto Rosie decide di dare un deciso cambio alla sua vita per dimenticare questa disgrazia e si trasferisce a New York dove, aiutata dal suo aspetto, diventa una delle modelle americane più famose e finisce anche sulla copertina di Vogue…

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Prova anche la strada del cinema con una piccola parte nel megaflop i Cancelli del Cielo di Michael Cimino, peraltro bellissimo, ma la musica è la sua vera passione e con i notevoli guadagni derivati dalla sua professione, e gli studi di piano della sua gioventù, si costruisce uno studio di registrazione casalingo nel suo appartamento e comincia a lavorare su un album. Avevo detto breve e concisa, lo so, ma non fa per me!

I suoi demos girano le varie case discografiche e viene messa sotto contratto dalla A&M che la affida al produttore Gary Katz. Già sentito nominare? Esatto è proprio lui, quello dei dischi degli Steely Dan e quindi si spiega la connessione con Donald Fagen e Walter Becker. Si era detto che era la fidanzata dell’uno o dell’altro o più inconfessabili Bunga Bunga (che non conosco) ma pare che l’incontro, prima con Becker, avvenga negli studi Village Recorder di Los Angeles dove Walter si trovava a passare per salutare un vecchio amico. Sente una voce interessante, si unisce alle tastiere, ma poi dice che conosce un tastierista più bravo di lui che potrebbe essere interessato. Con Katz prepara un demo che viene spedito a New York a Fagen, con il quale non si sentiva da sei anni, dallo scioglimento degli Steely Dan. A Fagen piace, tutti si trasferiscono ai Sound Ideas di New York, vengono convocati anche Rick Derringer e Jim Keltner e nascono i 9 pezzi che compongono questo Zazu.

Che è un disco figlio degli anni in cui nasce: suono molto sintetico anni ’80, è stato definito synth-pop, lei ha una bella voce, soprattutto nei toni medio-bassi, pensate ad una sorta di Annie Lennox meno dotata vocalmente, anche il genere si avvicina, ma con la raffinatezza del sound del duo Becker-Fagen aggiunta, l’effetto finale è simile, piacevole ma non memorabile, come quello degli Steely Dan più “leggeri” e pop. Il disco ha buone critiche ma non vende e il secondo disco, registrato e pronto, non verrà mai pubblicato (e non viene utilizzato per la ristampa di questo Zazu, magari per l’edizione del 50°, quando non ci saremo più e forse nemmeno i dischi, ma si sa che le case discografiche sono geniali in questo). Lei ha continuato a lavorare nel cinema, televisione e musica (con gli ELO di Jeff Lynne con cui ha avuto una relazione) ma la storia sembrava finita lì, poi questa ristampa che però è passata abbastanza sotto silenzio.

Per avere un’idea di cosa parliamo ho inserito qualche video nel Post, giudicate voi se vale la pena di investigare ulteriormente.

Bruno Conti