Ma esistono ancora? Take 1: Kansas -There’s Know Place Like Home

kansas there's know place.jpgNuovo anno, inauguriamo un’altra rubrica: ero indeciso con “Ancora Tu”, ma poi ho optato per questo Ma esistono ancora, devo decidere se con punto interrogativo o punto esclamativo visto che il significato cambia e di parecchio.

Per l’occasione optiamo per la domanda: la risposta ovviamente sarà sempre un sonoro Sì con significative furtive toccatine degli artisti interessati, ma non è questo il punto, ovviamente.

Intanto vi giuro che non parleremo di Bay City Rollers, A Flock of Seagulls e di tutti i gruppi e solisti che il mio quasi omonimo Carlo Conti invita regolarmente nelle sue trasmissioni.

Ma veniamo a bomba: questo dovrebbe essere il settimo (tra CD e DVD) album dal vivo dei Kansas, gloriosa formazione rock americana che proprio quest’anno ha festeggiato il 35° anniversario (anche se sotto altre forme esistevano da qualche anno prima, questa è la formazione classica). Ci sono, naturalmente, il leader del gruppo, Steve Walsh, il batterista Phil Ehart, il bassista Billy Greer, il violinista David Ragsdale e il chitarrista Richard Williams (gli ultimi quattro, per non aspettare i comodi del leader, hanno formato una band collaterale, Native Window che ha pubblicato un omonimo esordio nell’estate del 2009), non mancano, visto l’aspetto commemorativo del concerto Kerry Livgren, tastierista e chitarrista della formazione originale e Steve Morse, che ha militato a più riprese nel gruppo, in prestito dai Deep Purple, suo attuale gruppo. Risultato finale?

Dopo un primo ascolto gli avrei sparato, soprattutto per le parti cantate di Walsh che in alcuni momenti sono veramente imbarazzanti, poi agli ascolti successivi ho un po’ rivisto la mia posizione. Non siamo di fronte ad un capolavoro ma c’è di peggio: i primi cinque album e il live Two for the Show rimangono i dischi da avere (se volete e amate il genere!), prog-rock, AOR, melodic rock, i Genesis americani con un violino in più e un Peter Gabriel in meno, varie sono le definizioni che li hanno contraddistinti.

Questo Live registrato in quel di Topeka (la località ha scatenato anche commenti ilari, ma loro da lì vengono, Topeka, Kansas, capito il perchè del nome, astuti) è uscito in 5 (cinque) versioni diverse: per il mercato americano DVD oppure Cd singolo con alcuni brani in meno, in Europa Cd doppio, 2cd + dvd, dvd, oppure in entrambi i continenti anche blu-ray (in effetti farebbe sei!).

Brani salienti? Point of Know Return (è un vizio con questi titoli), la lunga Song For America che inizia come una outtake da Selling England dei Genesis e finisce come un brano dei primi E,L&P, tutto, però meglio di come sembra sulla carta ( o se preferite in un post), i classiconi Dust On The Wind e Carry On Wayward Son, che secondo alcuni commenti che ho letto in rete non avrebbero dovuto suonare per svecchiare il repertorio. A parte il fatto che avrebbero rischiato il linciaggio, sarebbe come se Springsteen, per partito preso, non suonasse Born to Run, o gli U2 One. Oltre a tutto non avendo registrato un album nuovo dal lontano 2000 e quelli precedenti erano del 1995 e 1988 non è che abbiamo un repertorio nuovo immane. Per i fans c’è comunque una sorta di live jam inedita, registrata nel pomeriggio delle prove, Down the road, non male devo dire.

Che altro? Ah, un piccolo particolare, il gruppo è accompagnato da una orchestra di archi, più o meno presente nei vari brani ma che sicuramente caratterizza il live in questione.

Interrogativo o esclamativo? Non so, devo decidere, giudicate voi

Per la serie strano ma vero, il tutto pubblicato anche in Italia.

Bruno Conti