Tra Texas E Louisiana Un Altro “Sfizioso” Artista Di Culto Da Scoprire. Johnny Nicholas – Mistaken Identity

Johnn+y-Nicholas mistaken identity

Johnny Nicholas – Mistaken Identity – Valcour Records

Nel CV di Johnny Nicholas una delle prime cose che viene evidenziata è quella di essere stato un componente degli Asleep At The Wheel: ma poi se approfondiamo scopriamo che Nicholas ha fatto parte della band solo dal 1978 al 1981, apparendo in un disco, il pur ottimo Served Live, dove cantava alcuni brani e suonava chitarra ritmica, piano e armonica, non in un ruolo di primo piano. Questo non per dire che non sia bravo, tutt’altro, ma quanto spesso le biografie siano fuorvianti. Il buon Johnny appartiene anche lui alla categoria dei “diversamente giovani”, avendo ormai superato i 70 anni; una lunga carriera che negli inizi di metà anni ‘60 lo vede nel Rhode Island con la Black Cat Blues Band insieme a Duke Robillard, poi passando brevemente per la California, arriva a Chicago e suona con Big Walter Horton e Robert Lockwood Jr., in seguito di nuovo nel Rhode Island in una band con Ronnie Earl, a questo punto arriva l’esperienza con gli Asleep, ma anche “visite musicali” dalle parti della Louisiana, e che ti fa poi il buon Johnny?

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Si ritira per dieci anni per formare e crescere una famiglia, si apre una stazione di servizio, trasformata in ristorante, nel Sud del Texas, ma a inizio anni ‘90 torna alla musica blues, accompagnando Johnny Shines e Snooky Pryor, e proseguendo nella propria carriera solista, che ad oggi consta di otto album, non conosciutissimi ma tutti di buona fattura, benché di non facile reperibilità. Ed eccoci arrivati a questo Mistaken Identity, prodotto dal vecchio amico della Louisiana, il maestro di cajun Joel Savoy, registrato quasi tutto in presa diretta con una piccola pattuglia di ottimi musicisti texani, Scrappy Jud Newcomb (del giro Austin dei Loose Diamonds) a chitarre e mandolino, il bravissimo bassista Chis Maresh (di recente nel Live di David Grissom) e il batterista John Chipman, più alcuni ospiti tra cui spiccano Max e Josh Baca a bajo sexto e accordion, Chris Stafford e Eric Adcock alle tastiere e un gruppetto di vocalist aggiunti.

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Genere musicale potremmo dire blues contemporaneo, con forti componenti roots: Nicholas si scrive quasi tutte le canzoni, con l’eccezione di una bellissima cover di River Runs Deep del compianto Stephen Bruton, posta in chiusura e che da sola vale quasi l’acquisto, un piccolo capolavoro di equilibri sonori, una ballata soffice e sinuosa che profuma di Sud, dove la slide della resonator di Nicholas interagisce con organo e la chitarra di Newcomb e con la voce vissuta ma sicura dello stesso Johnny https://www.youtube.com/watch?v=fmModwL0kZE  Il resto del disco è a tratti decisamente più bluesato, dall’elettrica e grintosa She Stole My Mojo con elementi di southern rock, tra bottleneck e armoniche insinuanti, a Mule And The Devil, più polverosa e sottile, tra mandolini, clavinet, il violino di Savoy e l’armonica con un’aria pigra e indolenta che rimanda sempre alle amate atmosfere roots https://www.youtube.com/watch?v=dUY2lVS44AQ , con il resto della band a far quadrare il cerchio del suono. Spark To A Flame inserisce anche elementi country e l’uso di voci femminili per completare un quadro sonoro più complesso, dove strumenti acustici ed elettrici si intrecciano con grande facilità https://www.youtube.com/watch?v=W3y994qiQ38 , mentre la title track, con un pianino barrelhouse a guidare le danze, sembra uscire da qualche disco di New Orleans, con tocchi R&B e soul, rimandi a Dr. John e JJ Cale, entrambi maestri del laidback sound, e anche qualche tocco sardonico di Randy Newman nella voce di Nicholas https://www.youtube.com/watch?v=4ep4GBzrO0E .

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Deliziosa pure Guadalupe’s Prayer dove bajo sexto e chitarre acustico mi hanno ricordato il suono di un altro grande “sudista di culto” come Grayson Capps  . I Wanna Be Your Baby è un bel blues-rock sempre pigro e indolente, ma con le chitarre decisamente presenti https://www.youtube.com/watch?v=NphjhMBTJY8 , e nella divertente Tight Pants si vira verso il R&R e ritmi molto più mossi e trascinanti, per farsi di nuovo riflessivi e malinconici in una storia tipica della Louisiana come She Didn’t Think Of Me That Way, nella quale l’accordion di Josh Baca e il resonator aggiungono ulteriori tocchi bajou a questa incantevole ballata https://www.youtube.com/watch?v=RKSE9JYkGWc , con Highway 190 che oscilla tra coretti doo-wop e old school R&R, un po’ Chuck Berry e un po’ Fats Domino, comunque assai godibile, come peraltro tutto il disco, della serie non solo blues: da scoprire.

Bruno Conti