Sia Pure Parecchio In Ritardo, Ma Da Atlanta, Georgia Riceviamo Sempre Buona Musica! Michelle Malone – Stronger Than You Think

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Michelle Malone – Stronger Than You Think – SBS Records

Devo riconoscere che questa gagliarda signora, di cui mi sono occupato sin dall’inizio della sua carriera, e ancora qualche tempo fa, quando ero venuto in possesso dei precedenti lavori Day 2 (12) e Acoustic Winter (14) http://discoclub.myblog.it/tag/michelle-malone/ , è uno dei tanti miei “conflitti d’interessi” musicali. Parliamo di Michelle Malone, un eccellente esordio avuto con l’esordio New Experience , che l’aveva segnalata come una delle cantautrici rock più interessanti sul finire degli anni ’80, negli anni a seguire, per continuare a fare la “propria” musica, ha dovuto fondare una sua personale etichetta, la SBS Records (*NDB E come titolare del Blog anch’io mi ero “occupato” di lei discoclub.myblog.it/2010/09/21/una-donna-indipendente-michelle-malone-moanin-in-the-attic), arrivando ora con questo Stronger Than You Think al diciottesimo disco, prodotto come gli ultimi in coppia con Gerry Hansen (Shawn Mullins, Randall Bramblett, Chuck Leavell). Michelle è dotata di una voce grintosa, tagliente e molto personale, suona le chitarre, il mandolino e l’armonica, e come sempre in sala d’incisione si avvale di fior di musicisti, tra i quali lo stesso Hansen alla batteria e percussioni, Michael Steele al basso, Ben Holst alla lap steel, e ospiti come compagni di viaggio  musicali il polistrumentista Kristian Bush, leader del gruppo Sugarland, con cui Michelle è stata in tour in tempi recenti e l’amica Amy Ray delle Indigo Girls (entrambi di Atlanta, e co-autori con la Malone in un paio di brani).

Stronger Than You Think si apre sul lamento di un’armonica blues in Stomping Ground, un brano chitarristico che ricorda il periodo iniziale di Tom Petty e dei suoi Heartbreakers, a cui fa seguito il rockabilly veloce e vivace di Vivian Vegas https://www.youtube.com/watch?v=Wjv6PEtS7Ic , la rabbia rock grintosa di My Favorite T-shirt, per poi passare al lato più dolce della sua musica, con l’acustica e introspettiva I Got An Angel. Niente male anche  il brano firmato con Kristian Bush When I Grow Up, pure questo con le chitarre in spolvero e  sostenuto da una buona base ritmica, mentre Black Swan è il dolce e breve preludio alla splendida Swan White, una ballata sognante e struggente, interpretata come sempre alla grande da Michelle, per poi ritornare al rock blues à la Bonnie Raitt di una sostenuta Keep My Head Up, e ad una bella I Don’t Wanna Know, cantata in coppia con la co-autrice Amy Ray, un brano con il marchio di fabbrica delle Indigo Girls. Con Ashes si viaggia su sonorità Jagger/Richards, mentre Ramona è una ballata straziante sulla vecchiaia, raccontata dal punto di vista di una figlia, chiusa nuovamente da un’armonica lancinante, e cantata in modo sofferto da Michelle (sicuramente la “perla” del disco), seguita dai riff chitarristici di Fish Up A Tree, per poi chiudere con il ritornello gioioso di una scanzonata Birthday Song (I’m So Glad). 

Michelle Malone ha sempre avuto una buona fetta di  fans e sicuramente non li perderà con questo Stronger Than You Think, dove  la ritroviamo al meglio delle sue possibilità canore e anche di autrice, con una scrittura di prim’ordine, da cantautrice coraggiosa, autentica, capace comunque di esporsi in prima persona nel sempre più vasto panorama del rock “indipendente” americano. Inutile dire che per gli estimatori si tratta di un altro disco da non perdere (pur se di difficile reperibilità e uscito già da qualche tempo), e per chi ancora non la conosce un consiglio: mettete con fiducia mano al portafoglio!

Tino Montanari

Una Veterana Del Folk-Rock, Non Solo Sogni Ma Anche Realtà! Catie Curtis – Flying Dream

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Catie Curtis – Flying Dream – Catie Curtis Records

Questa veterana della scena folk di Boston è in giro già da vari anni (venticinque per la precisione), e nonostante una bella voce, un’ottima scrittura e il plauso della stampa locale e americana, dalle nostre parti, purtroppo, non è mai riuscita veramente ad imporsi come merita. Catie ha iniziato la sua carriera sul finire degli anni ’80 con Dandelion (89), per poi proseguire con From Years To Yours (91), sino a farsi notare definitivamente con Truth From Lies (95) e con l’omonimo Catie Curtis (97), prima di approdare allo Rykodisc Records con, forse, il suo lavoro più riuscito Crash Course In Roses (99).

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Dopo due dischi interlocutori My Shirt Looks Good On You (01) e Acoustic Valentine (03), incide un album intimo e profondo come Dreaming In Romance Languages (04), per poi passare alla Compass Records dove negli anni seguenti pubblica Long Night Moon (06), Sweet Life (08), Hello, Stranger (09), Stretch Limousine On Fire (11) http://discoclub.myblog.it/2011/11/08/un-disco-autunnale-per-una-grande-cantautrice-americana-cati/ , tutti lavori gradevoli e interessanti, prima di uscire in piena autonomia con questo Flying Dream, prodotto dalla collega e co-autrice Kristen Hall (grande cantante in proprio, poi fondatrice dei Sugarland, dai quali fu fatta fuori in modo, diciamo, non elegante). Per le sessioni di registrazione (al Woolly Mammoth Sound Studio di Boston), Catie Curtis è stata aiutata dai più noti musicisti dell’area, a partire dal polistrumentista Duke Levine (già collaboratore di Suzanne Vega e Mary Chapin Carpenter) alle chitarre, mandolino e banjo, Jamie Edwards organo, pianoforte e tastiere (anche con Sarah McLachlan, Aimee Mann, Ron Sexsmith e molti altri), Richard Gates al basso, Jim Gwin batteria e la stessa Hall ai cori, il tutto ha prodotto un lavoro interessante ma, per chi scrive, leggermente inferiore ai precedenti.

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Flying Dream è totalmente composto da canzoni che esplorano le molte sfumature dell’amore, a partire dalla title-track dall’incedere sognante https://www.youtube.com/watch?v=Q-jZZiBrBkc , ballate delicate dal sapore malinconico come Four Walls, Maybe Tomorrow e If  I’m Right, brani dalle belle armonie vocali tipo The Queen e Live Laugh Love, una filastrocca country con il banjo in evidenza. When You Find Love è un colpo al cuore, una stupenda ballata acustica che (purtroppo, o forse no, dipende dai gusti) nel ritornello ricorda It Must Have Been Love dei Roxette, mentre Orion è un motivo dal ritmo gioioso, passando per il brano meno riuscito del disco, una versione quasi imbarazzante di This Girl’s In Love With you di Burt Bacharach, rivisitata con un arrangiamento lievemente “dub”(la migliore probabilmente rimane quella di Herb Alpert & Tijuana Brass), chiudendo in bellezza con la toccante The Voyager https://www.youtube.com/watch?v=CwD3f731iZU .

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Catie Curtis appartiene a quel gruppo di cantautrici indipendenti di cui la scena di Boston è sempre stata molto generosa, a partire dalla grande Mary Gauthier, passando per Patty Larkin, Dar Williams e altre di spessore come Eliza Gylkison e Carrie Newcomer per citarne solo alcune, e anche se questo lavoro, come detto, è un po’ sottotono, Catie è una folksinger brava e credibile, dotata di una voce limpida e intensa, scrive testi toccanti e non banali, creando un perfetto equilibrio tra voce e musica.

Tino Montanari