Cantautori E “Discepoli” A Confronto! Greg Ashley – Another Generation Of Slaves + Death Of A Ladies’ Man

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Greg Ashley – Another Generation Of Slaves – Trouble In Mind Records

Greg Ashley – Death Of A Ladies’ Man – Guitars and Bongos Records LP- Cassette – MP3

Greg Ashley viene dal profondo Texas, e stranamente il suo percorso musicale si è sviluppato inizialmente con una band garage-punk The Strate-Coats, per poi passare allo psych-rock dei The Mirrors e infine raggiungere un discreto successo con il quartetto dei Gris Gris. Terminato il percorso con il gruppo, il buon Greg pubblica intriganti album solisti, a partire dall’esordio con Medicine Fuck Dream (03) dove ritorna musicalmente agli esordi delicatamente sperimentali http://www.youtube.com/watch?v=Phyr-BbMNO0 , mentre con i seguenti Painted Garden (07) http://www.youtube.com/watch?v=fq21W2K1T6M  e Requiem Mass & Other Experiments (10) http://www.youtube.com/watch?v=AcsXVHvgDCs , i brani si sviluppano su un ritmo ipnotico mentre esplorano suoni diversi, ma con melodie ricche e dolci.

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In questo nuovo lavoro Another Generation Of  Slaves, Ashley (basso e chitarra) si avvale di un organico di musicisti d’impronta jazz, che vede Garrett Goddard e Jimi Marks alla batteria, Thatcher Boomer al clarinetto, Wallace Lafont Jr. al sassofono, John S.Morgan al vibrafono e piano, Graham Patzner al violino, Ario Peristein alla tromba, con il contorno di delicate armonie vocali che rispondano al nome di Ali Rose, Rosemary Steffie e l’asiatica Yea-Ming Chen.

Il brano iniziale East Texas Plain è una ballata brillante con pianoforte e un soffio di percussioni, che rimanda al magnifico Shuffletown di Joe Henry (se non ne siete in possesso, fatelo vostro), mentre nelle seguenti Brother Raymond e Awkward Affections imperversano clarinetti e vibrafoni.

Il pianoforte si riaffaccia nella ballata Medication #7, sussurrata dalla voce di Greg, a cui fa seguito il duetto con Ali Rose nella spensierata Bruises, mentre un clarinetto malandrino e le armonie vocali di Misery Again e poi la sensuale Patterns Of Days,  ti trasportano in un fumoso piano bar di New Orleans. Si chiude con la dolce Prisoner #1131267 (un omaggio a Cohen) con il piano di Morgan ad assecondare il canto di Greg e la bossanova quasi jazzata di December Melodies, con la tromba alla Chuck Mangione di Ario Peristein.

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Quello che non sapevo (e mi ha piacevolmente sorpreso) è il fatto che Greg Ashley fosse un insospettabile fan del grande Leonard Cohen, tanto da rifare traccia per traccia il controverso album (prodotto da Phil Spector) Death Of A Ladies’ Man (77), per pubblicarlo in edizione limitata (*NDB 1. solo download, vinile e una tiratura di 50 copie in musicassetta!), rivoltandolo come un calzino (mi viene il dubbio che l’originale non gli piacesse) http://www.youtube.com/watch?v=-AaAexKfs1g . (*NDB 2. L’usanza della copertina, donna, uomo, donna, come vedete, è abbastanza ricorrente.)

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La rivisitazione dell’album è altamente attraente http://www.youtube.com/watch?v=_DenFf6ImxY , fin dalla geniale copertina, che sostituisce le donne reali con due manichini (nella cover originale per chi non lo sapesse, la signora a destra è la moglie Suzanne Elrod), e Greg, come al solito, lo rifà alla sua maniera, rileggendo le pagine del disco con la propria sensibilità http://www.youtube.com/watch?v=NtbYi3i7gRQ , assistito da ospiti quali Kimberly Morrison, Josh Miller, Matt Montgomery, e dove spicca la tenerezza di una Paper-Thin Hotel che anche il “maestro” avrebbe potuto apprezzare.

Tino Montanari