Lo Strano Caso Delle “Civili Guerre” Di Una Coppia (Di Musicisti): Civil Wars

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The Civil Wars – The Civil Wars – Sensibility Recordings/Columbia/Sony-BMG

Questo è quanto scrivevo in sede di presentazione dell’imminente uscita dell’album, qualche giorno fa…

“I Civil Wars lo scorso anno vinsero due Grammy per il loro primo album Barton Hollow, peraltro già uscito una prima volta nel 2011 e poi ripubblicato nel 2012 dalla Sony, che aveva rilevato il loro contratto, con alcune tracce aggiunte. Poi, a novembre, nel bel mezzo di una tournéè promozionale e della registrazione del secondo album, il duo annunciò che si prendeva una pausa a tempo indefinito per “inconciliabili differenze di ambizione”. Considerando che i due, Joy Williams e John Paul White erano stati anche una coppia a livello sentimentale non era difficile capire da potevano provenire queste frizioni. Poi però, nel corso del 2013, prima è uscita una colonna sonora prodotta da T-Bone Burnett con la loro partecipazione e ora questo album eponimo, “postumo”? Il disco, che è prodotto in parte da Rick Rubin (un brano) e il resto da Charlie Peacock, il loro primo produttore, è comunque bello, come si evince da altri album nati da separazioni e rotture come Rumors dei Fleetwood Mac o l’ultimo di Richard & Linda Thompson (nel primo album c’era già un brano che si chiamava Poison and Wine, una premonizione?).  Esce per la Sony, che, evidentemente, per evitare di rimanere con il cerino in mano, lo mette comunque sul mercato.”

Ma…ci sono alcune incongruenze in quanto da me detto. I due, presentati, come coppia, lo sono solo a livello musicale, in quanto John Paul White, è sposato e vive a Florence in Alabama con i suoi quattro figli, mentre Joy Williams è sposata con Nate Yetton, il manager del gruppo, insieme al quale, proprio lo scorso anno, ha avuto un figlio. Quindi le teorie erroneamente da me riportate a livello di gossip non hanno nessun fondamento sentimentale, ma dipendono da attriti di altro tipo, perché comunque esistono forti divergenze. Come ha confermato la Williams in alcune interviste fatte in occasione dell’uscita dell’album, mentre White tace. Ovviamente a livello pubblicatario tutto serve, quindi la casa discografica non smentisce. Lei, tra l’altri, pur avendo solo 30 anni, ha alle spalle una lunga carriera come cantante di quella che viene definita “Christian Music”, avendo già pubblicato tre albums tra il 2001 e il 2005 (oltre ad una serie di EP, usciti fino al 2009) che hanno venduto complessivamente oltre 250.000 copie e anche White aveva già dato alle stampe un CD nel 2008, prima di decidere di pubblicare un album dal vivo, come duo, nel 2009, intitolato Live At Eddie’s Attic e sempre lo stesso anno, un EP, Poison Wine, che sarebbe stato uno dei brani portanti dell’album Barton Hollow uscito nel 2011 per la Relativity Records e pubblicato di nuovo nel 2012 in Europa dalla Sony Music, in occasione della conquista dei due Grammy, con 6 tracce extra, due delle quali erano presenti nella versione per il download del disco. Per completare la loro operazione globale di conquista del mercato, appaiono anche con un brano nella colonna sonora del film Hunger Games, Safe and Sound, scritta e cantata con Taylor Swift (?!?) e T-Bone Burnett che produce il tutto. La canzone non è male, comunque!

Dopo avere venduto più di mezzo milione di copie (654.000 copie a oggi) del primo album e dopo la nascita del primo figlio di Joy Williams, i due sono entrati in studio, sempre con Charlie Peacock come produttore (ma hanno collaborato anche con Rick Rubin) e hanno registrato questo nuovo “eponimo” album prima di partire per un tour europeo, durante il quale, a novembre hanno annunciato che si sarebbero presi quello che gli americani chiamano un lungo “hiatus”, che dura a tutt’oggi, interrotto solo dall’uscita del CD ai primi di agosto. Si è parlato poco di musica in questo Post ma l’album nel suo insieme non differisce musicalmente moltissimo dal precedente, a parte per una maggiore ricchezza nei suoni e negli arrangiamenti che avvolgono il country-folk più intimo e basato sulle ottime armonie vocali del duo e sulla voce assai piacevole della Williams stessa (ma anche John Paul White canta spesso, da solo e in coppia). I due si scrivono le canzoni, da soli e con Charlie Peacock e Phil Madeira, nel disco ci sono anche un paio di cover mirate: una Tell Mama, scritta da Clarence Carter con Daniel e Terrell, ma resa celeberrima da Etta James (e anche Janis Joplin ne faceva una “versioncina”niente male), qui ripresa in un versione più consona allo stile baroque-dark-folk del gruppo, anche se i florilegi degli arrangiamenti di Peacock sono sempre interessanti con quelle pedal steel sognanti che fanno capolino spesso; l’altra cover è Disarm, un vecchio brano degli Smashing Pumpkins tratto da Siamese Dreams e che il gruppo aveva già registrato nel Live At Amoeba (ebbene sì, avevano registrato anche un altro CD dal vivo), cantata da John Paul White con le sostanziali armonie della Williams, in una versione acustica ed intima che è molto vicina al sound dei loro concerti, dove si esibiscono (si esibivano?) solo loro due senza altri accompagnamenti.

Il resto del disco ha degli arrangiamenti a momenti anche più complessi, con uno stile che al sottoscritto ricorda certe cose dei Fleetwood Mac dell’era Nicks-Buckingham, ad altri, per la voce melodrammatica (e gotica) della Williams, certe cose, meno rock, degli Evanescence di Amy Lee. Per esempio l’iniziale The One That Got Away, tra momenti acustici e sprazzi di elettricità, con Peacock impegnato alle tastiere e, tra gli altri, gli ottimi Dan Dugmore e Jerry Douglas a steel e dobro o la successiva I Had me A Girl, l’unico brano sopravvissuto della collaborazione con Rubin, hanno un suono più tirato, tra chitarre elettriche e batterie che danno un sound più rock’n’roll al tutto e l’alternanza delle due voci soliste è sempre affascinante ancorchè meno intima, vogliamo dire, Fleetwood Mac era Tusk? Same Old Same Old è uno di quei brani dove i testi, malinconici e pessimisti hanno creato questo alone di “disco maledetto”, anche se poi le atmosfere musicali sono comunque serene e raccolte, bellissima canzone tra l’altro. Dust To Dust con una leggera elettronica non fastidiosa ricorda certe cose dello Springsteen di Tunnel Of Love o ancora del duo Buckingham-Nick se avessero avuto un approccio più country verso la propria musica, dolcissima e deliziosa.

Eavesdrop, tra mandolini, violini dobro e dulcimer ricorda molto il suono di Barton Hollow anche se con una maggiore grinta per l’aggiunta di una sezione ritmica che dà una professionalità da major senza essere troppo fastidiosa nei suoi imporvvisi crescendo. Devil’s Backbone ha quel tocco di gotica folk-rock che regala emozioni all’ascoltatore mentre, per chi scrive, From This Valley, con il suo suono aperto, country, tipico dei “vecchi” Civil Wars, è una ballata quasi Appalachiana, dove strumenti e voci si intersecano gli uni nelle altre: se dovessero incidere ancora mi farebbe piacere sentire altri brani di questa pasta sonora, bellissimo. Detto delle cover, rimane ancora Henry nuovamente percorsa dal dualismo tra le voci e le chitarre di White, sempre interessante in una futura ottica Live, senza dimenticare la particolare Sacred Heart, una sorta di ninna nanna o preghiera (al Sacro Cuore?) cantata in francese e reminiscente dei brani più raccolti delle grandi Kate & Anna McGarrigle. Conclude D’Arline uno dei brani acustici cantati da John Paul White, con le immancabili armonie vocali della Williams, che ha ricordato nella intervista di cui sopra, che nonostante i rapporti tesi più volte ricordati. i due hanno sempre cantato insieme in studio di registrazione.

Non un capolavoro, ma tutto sommato un buon album che, forse anche grazie alle tensioni ed alle emozioni sprigionate, conferma quanto di buono si era detto di loro. Vedremo se la storia continuerà, per il momento godiamoci questo disco.

Bruno Conti

P.S. Il CD debutta al 1° posto nella classifica USA. E, non so se sia un caso, ho ricevuto nella mail un “thank you from Joy & John Paul” dal Columbia Marketing per il supporto.

Novità Di Agosto Parte Ia. Civil Wars, Vince Gill & Paul Franklin, Explosions In The Sky, Frankie Miller, David Clayton-Thomas

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Riprendiamo la rubrica delle anticipazioni discografiche (a breve scadenza, le altre, le più importanti e sfiziose, arrivano a raffica, con molto anticipo) con le uscite del 5 agosto e un CD che era sfuggito,  pubblicato qualche tempo fa, molti altri titoli hanno avuto e avranno un loro spazio a parte specifico e poi ci sarà una sorta di “ripasso” delle vacanze con alcuni dischi interessanti di cui non ero riuscito ad occuparmi, ma che penso meritino una recensione più approndita.

Come potete notare, sui mercati intermazionali le pubblicazioni di novità, a differenza dell’Italia, dove tutto tace, si intensificano e nelle prossime settimane usciranno, ad esempio, anche Jimmy Buffett, Tedeschi Trucks band e altro materiale interessante, ma ne parliamo al momento opportuno, ossia nei prossimi giorni.

Partiamo con un terzetto eterogeneo di novità.

I Civil Wars lo scorso anno vinsero due Grammy per il loro primo album Barton Hollow, peraltro già uscito una prima volta nel 2011 e poi ripubblicato nel 2012 dalla Sony, che aveva rilevato il loro contratto, con alcune tracce aggiunte. Poi, a novembre, nel bel mezzo di una tournéè promozionale e della registrazione del secondo album, il duo annunciò che si prendeva una pausa a tempo indefinito per “inconciliabili differenze di ambizione”. Considerando che i due, Joy Williams e John Paul White erano stati anche una coppia a livello sentimentale non era difficile capire da potevano provenire queste frizioni. Poi però, nel corso del 2013, prima è uscita una colonna sonora prodotta da T-Bone Burnett con la loro partecipazione e ora questo album eponimo, “postumo”? Il disco, che è prodotto in parte da Rick Rubin e in parte da Charlie Peacock, il loro primo produttore, è comunque bello, come si evince da altri album nati da separazioni e rotture come Rumors dei Fleetwood Mac o l’ultimo di Richard & Linda Thompson (nel primo album c’era già un brano che si chiamava Poison and Wine, una premonizione?).  Esce per la Sony, che, evidentemente, per evitare di rimanere con il cerino in mano, lo mette comunque sul mercato. Lo sto ascoltando in questi giorni, recensione a breve.

Vince Gill ha una produzione alquanto ondivaga che alterna buoni album a dischi decisamente più commerciali. Gli ultimi due, Guitar Slinger e ora questo Bakersfield in coppia con Paul Franklin, fanno parte di quelli buoni. Si tratta di un disco di materiale tratto dal repertorio di Buck Owens e Merle Haggard che facevano parte del cosiddetto “Bakersfield Sound” rivale, negli anni ’60, del suono più caramelloso e commerciale che veniva da Nashville. Franklin è quel bravissimo musicista che suona la pedal steel guitar, slide e dobro in qualche migliaio di dischi di musica country registrati nelle ultime decadi, Gill pure, ma questa volta, anche in virtù del repertorio scelto, tra i classici Together Again e The Bottle Let Me Down, hanno centrato decisamente l’obiettivo: se amate il genere, ovviamente! Distribuzione MCA Nashville/Universal.

Prince Avalanche è un film di cui non so molto, se non che, su suggerimento di Chris Hrasky degli Explosions In The Sky è ambientato in Texas, Bastrop State Park. La colonna sonora è stata scritta da David Wingo, appunto con gli Explosions In The Sky, è totalmente strumentale, esce domani in America per la Temporary Residence e, a differenza dei dischi precedenti del gruppo, ha un sound meno elettrico, più “bucolico”, sempre leggermente psichedelico ma tipo i Pink Floyd primi anni ’70, con inserti orchestrali in una struttura prevalentemente acustica. Comunque non mi sembra male da quello che ho sentito.

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Un paio di personaggi dal passato.

Il primo è uno dei miei cantanti preferiti, Frankie Miller, e questo cofanetto, triplo CD o doppio DVD è una piacevolissima sorpresa. Esce per la Mig Music si chiama Live At Rockpalast e contiene tre concerti:

DVD 1 Traclisting:
Ain’t Got No Money
Zap Zap
Be Good To Yourself
A Fool In Love
It’s All Coming Down Tonight
Angels With Dirty Faces
To Dream The Dream
Danger Danger
Standing On The Edge
The Jealous Kind
A Woman To Love
Down The Honky Tonk
Bad Case Of Loving You
Don’t Stop
Let’s Spend The Night Together

DVD 2 Tracklisting:
Rockpalast Capture (Peter Ruchel)
A Fool In Love
Brickyard Blues
Papa Don’t Know
When I’m Away From You
A Woman To Love
Cold Turkey
Ann Elisabeth Jane
Fallin’ In Love
When Something Is Wrong With My Baby
Be Good To Yourself
Ain’t Got No Money
The Fire Down Below
Down The Honky Tonk
Little Queenie
Let’s Spend The Night Together

Il CD triplo è anche meglio perché contiene ancora più materiale, questo è il retro della copertina, dove potete leggere titoli dei brani, anni di registrazione e musicisti utilizzati:

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Inutile dire, grandissimo cantante, alla pari con i primi Eric Burdon, Joe Cocker, Rod Stewart e, aggiungerei, Paul Rodgers e il primissimo Robert Palmer, quello di Alan Bown Set e Vinegar Joe con Elkie Brooks, nonché dei primi album solisti Sneakin’ Sally Through The Alley, registrato in quel di New Orleans con Meters e Lowell George, e che sembra un disco dei Little Feat e Pressure Drop, con tutti i Little Feat, che verranno ristampati in un doppio dalla Edsel a fine mese. Notizia nella notizia. Rock Got Soul!

Anche David Clayton-Thomas viene dal passato, altra voce formidabile, è stato per moltissimi anni il cantante dei Blood, Sweat And Tears. Il nuovo album, A Blues For The New World, è già uscito da qualche tempo, su Antoinette Records distr. Universal Music Canada, quindi non di facile reperibilità, per usare il solito eufemismo. Blues con fiati di buona fattura, come di consueto.

Fine della prima parte, domani gli altri titoli.

Bruno Conti

Balzi Nel Futuro: Elton John – The Diving Board & Inside Llewyn Davis Colonna Sonora

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Oggi un Post veloce e “in breve”: mi ha colpito che il 17 settembre (data da confermare) usciranno sia il nuovo album di Elton John The Diving Board (versione normale, Deluxe e Super Deluxe), con formazione a trio, solo Elton, Raphael Saadiq al basso e Jay Bellerose alla batteria, più Doyle Bramhall alla chitarra in due brani, che la colonna sonora del film dei fratelli Coen sulla vita di Dave Van Ronk sotto il nom de plume di Inside Llewyn Davis, cantano e suonano, Oscar Isaac (l’interprete del film), Justin Timberlake (Uhm!), Carey Mulligan, Marcus Mumford e i Punch Brothers. Entrambi saranno prodotti da T Bone Burnett.

Al momento opportuno seguiranno gli appropriati aggiornamenti.

Bruno Conti

*NDB La canzone nel trailer del film è Farewell, un brano “raro” di Bob Dylan contenuto nelle Bootleg Series Vol.9 -The Witmark Demos 1962-1964. Gli anni sono quelli!

Cofanetti e Cofanettini, Presenti e Imminenti! Ghost Brothers Of Darkland Country/Stephen King/John Mellencamp/T-Bone Burnett – ZZ Top The Complete Studio Album 1970-1990 – Woody Guthrie At 100 – Live At The Kennedy Center

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Tre uscite interessanti, in formati multipli, box sets o CD+DVD e notizie collegate.

Ghost Brothers Of Darkland Country – CD+DVD Hear Music/Concord/Universal 04-06-2013 USA – 11-06-2013 EU – 25-06-2013 ITA

In Italia esce tre settimane in ritardo rispetto al mercato americano ma non ci meravigliamo, d’altronde il progetto è in gestazione da parecchi anni e sarebbe dovuto uscire, secondo gli ultimi avvistamenti, il 19 marzo di quest’anno. Si tratta di un musical “gotico-sudista”, la parte letteraria è affidata a Stephen King, e pare non fosse eccelsa, da qui il ritardo, ma essendo lo scrittore americano un grande appassionato di musica ha coinvolto nella lavorazione anche John Mellencamp, che ha scritto musica e testi e T-Bone Burnett, che ha curato la direzione musicale e ha prodotto il disco, perchè, volendo, ne esiste anche una versione singola, solo con le canzoni e degli estratti del recitato che è a cura di Kris Kristofferson, Meg Ryan, Matthew McConaughey, Samantha Mathis, Elvis Costello, che sono il cast del musical o della mini-opera, come volete chiamarla.

Nella parte cantata invece abbiamo, come da lista dei brani completa, intermezzi parlati compresi:

Disc: 1
1. Introduction By The Zydeco Cowboy
2. That s Me (Performed by Elvis Costello)
3. Anna and Frank Badmouthing Drake
4. That s Who I Am (Performed by Neko Case)
5. The Ghosts Argue and Fight
6. So Goddam Smart (Performed by Dave Alvin, Phil Alvin, Sheryl Crow)
7. Monique and Anna Meet
8. Wrong, Wrong, Wrong About Me (Performed by Elvis Costello)
9. Frank and Drake Argue
10. Brotherly Love (Performed by Ryan Bingham, Will Dailey)
11. Monique, Frank, Drake, and Anna Argue
12. How Many Days (Performed by Kris Kristofferson)
13. The Ghosts Talk (Dialog Underscoring: Patrick Fleming)
14. Home Again (Performed by Sheryl Crow, Dave Alvin, Phil Alvin, Taj Mahal)
15. Monique Comforts Drake
16. You Are Blind (Performed by Ryan Bingham)
17. Joe Begins To Tell His Story
18. Tear This Cabin Down (Performed by Taj Mahal)
19. Joe Continues His Story
20. My Name Is Joe (Performed by Clyde Mulroney)
21. Jenna Expresses Her Feelings
22. Away From This World (Performed by Sheryl Crow)
23. Monique Frustrated With The Boys
24. You Don t Know Me (Performed by Rosanne Cash)
25. Joe Continues As The Ghosts Observe (Dialog Underscoring: Patrick Fleming)
26. And Your Days Are Gone (Performed by Sheryl Crow, Dave Alvin, Phil Alvin)
27. Jack And Andy Fight Over Jenna
28. Jukin (Performed by Sheryl Crow)
29. Jack And Andy Argue And Fight
30. So Goddam Good (Performed by Phil Alvin, Dave Alvin, Sheryl Crow)
31. Joe Talks With His Younger Self
32. What Kind Of Man Am I (Performed by Kris Kristofferson, Phil Alvin, Sheryl Crow, Dave Alvin, Taj Mahal)
33. The Shape Sums Things Up
34. Truth (Performed by John Mellencamp with Lily and Madeleine Jurkiewicz)
35. Joe Talks With The Bartender 

Della parte musicale si parla molto bene, anche se Mellencamp canta solo in un brano, il progetto letterario ha entusiasmato meno, ma sentirò bene per giudicare.

ZZ Top – The Complete Studio Albums 1970-1990 – Box 10 CD Rhino/Warner – 11-06-2013

Questo esce in contemporanea all over the world, a prezzo speciale, la settimana prossima e sono i dieci album pubblicati dalla band texana nel periodo del loro contratto con la Warner, e quindi, senza bonus o extra, comprende i seguenti dischi:

ZZ Top’s First Album (1971)
Rio Grande Mud (1972)
Tres Hombres (1973)
Fandango! (1975)
Tejas (1976)
Degüello (1979)
El Loco (1981)
Eliminator (1983)
Afterburner (1985)
Recycler (1990)

Woody Guthrie at 100! Live At The Kennedy Center – CD+DVD Sony Legacy 11-06-2013 UK 18-06-2013 USA – ??? ITA

Questa è la uscita più sorprendente, perché inattesa. Si tratta del concerto registrato il 14 ottobre dello scorso anno al Kennedy Center di Washington, DC per festeggiare il centenario della nascita di Woody Guthrie, a tre mesi dalla data di nascita, che era il 14 luglio. Lo spettacolo verrà trasmesso, in contemporanea all’uscita discografica dalla PBS Television, con otto brani in meno. Ovviamente anche le date di uscite discografiche e spettacoli vari non c’entrano nulla con il compleanno di Guthrie, ma è proprio lì il bello, sarebbe troppo semplice uscire alle date giuste. In ogni caso, questa è la lista completa:

CD:

  1. Howdi Do – Old Crow Medicine Show
  2. Union Maid – Old Crow Medicine Show
  3. Ramblin’ Reckless Hobo – Joel Rafael
  4. Hard Travelin’ – Jimmy LaFave
  5. Riding In My Car – Donovan
  6. I Ain’t Got No Home – Rosanne Cash with John Leventhal
  7. Pretty Boy Floyd – Rosanne Cash with John Leventhal
  8. I’ve Got To Know – Sweet Honey In The Rock
  9. House Of Earth – Lucinda Williams
  10. Pastures Of Plenty – Judy Collins
  11. Ease My Revolutionary Mind – Tom Morello
  12. Deportee – Ani DiFranco with Ry Cooder and Dan Gellert
  13. You Know The Night – Jackson Browne
  14. So Long, It’s Been Good To Know Yuh – Del McCoury Band with Tim O’Brien
  15. Woody’s Rag – Del McCoury Band with Tim O’Brien and Tony Trischka
  16. Do Re Mi – John Mellencamp
  17. 1913 Massacre – Ramblin’ Jack Elliott
  18. This Train Is Bound For Glory – All Performers
  19. This Land Is Your Land – All Performers

 

DVD:

 

  1. Howdi Do – Old Crow Medicine Show *
  2. Union Maid – Old Crow Medicine Show
  3. This Is Our Country Here – Jeff Daniels *
  4. Ramblin’ Reckless Hobo – Joel Rafael
  5. Hard Travelin’ – Jimmy LaFave *
  6. Riding In My Car – Donovan
  7. I Ain’t Got No Home – Rosanne Cash with John Leventhal *
  8. Pretty Boy Floyd – Rosanne Cash with John Leventhal
  9. I’ve Got To Know – Sweet Honey In The Rock
  10. House Of Earth – Lucinda Williams
  11. Pastures Of Plenty – Judy Collins *
  12. Ease My Revolutionary Mind – Tom Morello
  13. Deportee – Ani DiFranco with Ry Cooder and Dan Gellert
  14. I Hate A Song (spoken word) – Jeff Daniels *
  15. You Know The Night – Jackson Browne
  16. So Long, It’s Been Good To Know Yuh – Del McCoury Band with Tim O’Brien
  17. Woody’s Rag – Del McCoury Band with Tim O’Brien and Tony Trischka *
  18. Do Re Mi – John Mellencamp
  19. 1913 Massacre – Ramblin’ Jack Elliott *
  20. Nora Guthrie (spoken word)
  21. This Train Is Bound For Glory – All Performers
  22. This Land Is Your Land – All Performers

* Bonus track does not appear in televised PBS special

Il DVD contiene anche materiale raro relativo a performances dello stesso Guthrie, un documentario e interviste varie.

Sembra più che intereressante, peccato che non sia mai uscito a livello ufficiale il concerto che era stato fatto per festeggiare il 90° compleanno di Pete Seeger al Madison Square Garden di New York: per l’occasione c’erano Bruce Springsteen, John Mellencamp, Ani DiFranco, Emmylou Harris, Joan Baez, Dave Matthews, Tom Morello, Arlo Guthrie, Bruce Cockburn, Taj Mahal, McGarrigle Sisters, Steve Earle, Billy Bragg e tantissimi altri. Il tutto è durato più di quattro ore e mezza. Sono passati 4 anni, era il 2009, ma speriamo ci ripensino, come diceva il maestro Manzi “Non è mai troppo tardi!”, anche se alcuni, Kate McGarrigle e Richie Havens, non ci sono più. Per la serie le notizie collegate, nei prossimi giorni, mi devo ricordare di parlare giustappunto del doppio tributo a Kate McGarrigle, intitolato Sings Me The Songs: Celebrating The Works of Kate McGarrigle, curato con amore da Joe Boyd  e con la partecipazione di parenti ed amici, un cast fantastico, ma ne parliamo prossimamente.

Alla prossima.

Bruno Conti

Novità Di Maggio Parte V. Vampire Weekend, Carolyn Hester, Groundhogs, Huey Lewis, Mark Lanegan, Handsome Family

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Riprendiamo con la lista delle uscite principali del mese di maggio. A conferma del fatto che siamo in un mese ricco di CD interessanti (per i gusti del Blog) le ho divise in tre, forse quattro, differenti Post, senza dimenticare titoli specifici che hanno avuto o avranno la loro bella recensione ad hoc. Si tratta di uscite del periodo 14-21 maggio. Partiamo con i primi tre.

I Vampire Weekend approdano al terzo album della loro discografia, Modern Vampires Of The City, etichetta Xl, uscito il 14 maggio, sempre con ottime critiche. Ezra Koenig il loro leader è una sorta di novello ibrido tra Paul Simon e Brian Wilson, trasportato ai giorni nostri e inserito in una indie alternative band: il risultato è sempre molto fresco e piacevole, anche se per qualcuno un po’ ripetitivo, comunque bravi, insomma la buona musica la (ri)conoscono.

Mark Lanegan prosegue i suoi dischi di collaborazioni, questa volta con il pluristrumentista Duke Garwood (soprattutto alla chitarra) e Lanegan si “limita” a cantare, ma i risultati sono ottimi, più intimisti del solito (come ai tempi di Isobel Campbell), niente hard rock desertici o duri blues distorti,  soprattutto ballate “nere” e anche intermezzi e preludi chitarristici alla John Fahey. Uscito il 14 maggio per Ipecac/Heavenly/V2/Coop.

Honey Moon del 2009 tutto sommato era un bel disco, ma questo Wilderness ai primi ascolti sembra anche meglio, ai livelli delle cose migliori della Handsome Family, la coppia marito-moglie Brett & Rennie Sparks che si dividono musica e testi, come di consueto, suonano tutti gli strumenti e si fanno aiutare da qualche ospite: Stephen Dorocke al violino, Dave Gutierrez, chitarra, mandolino, pedal steel, Ted Jurney al basso e Jason Toth alle percusssioni. La etichetta è Carrot Top Records, Loose in Inghilterra, esce il 21 maggio con la solita miscellanea di alternative country, Americana, old time folk e murder ballads.

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Ne esiste anche una versione Deluxe Box set, libro + vinile, che vedete qui sopra.

 

Tre ristampe molto differenti tra loro ma comunque interessanti.

 

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Poteva mancare la ristampa Deluxe doppia per Sports di Huey Lewis & The News? Certo che no e quindi in occasione del 30° Anniversario dall’uscita la Universal che con l’acquisizione del catalogo EMI ha ora i diritti dei loro dischi, lo ripubblica in versione rimasterizzata e con un secondo dischetto che ripropone i 9 brani del disco in versione Live. Il loro mega successo come singolo, The Power Of Love, sarebbe apparso nella colonna sonora di Back To The Future e nella versione europea di Fore, ma Sports vendette all’epoca più di sette milioni di copie e dal disco furono estratti i singoli Heart & Soul, I Want A New Drug, The Heart Of Rock & Roll e If This Is It. Ed era pure un bel disco di rock, non con quell’orribile sound anni ’80. Nel 2010, con Soulsville, un omaggio alle loro radici erano tornati a fare buona musica, come potete verificare leggendo vecchie-glorie-3-huey-lewis-and-the-news-soulsville.html.

In questi giorni, con il trambusto creato intorno al “ritorno” della music folk dall’anteprima al Festival di Cannes del film sulla vita di Dave Van Ronk, realizzato dai fratelli Coen con il titolo Inside Llewyn Davis (che uscirà poi a dicembre, con relativa colonna sonora prodotta da T-Bone Burnett che potrebbe bissare il successo di O Brother Where Art Thou), cade a fagiuolo la ristampa di questo doppio CD dedicato alla musica di Carolyn Hester. Personaggio poco conosciuto all’interno della scena del Greenwich Village, è stata la prima moglie di Richard Farina, che poi avrebbe sposato la sorella di Joan Baez, Mimi. Peraltro la Hester cercò di fare mettere sotto contratto dalla Columbia Joan Baez, non riuscendoci, ma lei, tramite John Hammond, riuscì poi nell’intento con Bob Dylan, dopo avere a sua volta firmato un contratto con l’etichetta americana. Senza farla troppo lunga (ma magari ci torno in un’altra occasione, CD alla mano), una piccola etichetta inglese, la Jasmine Records, pubblica questo doppio CD, dal titolo illuminante, Introduces Bob Dylan, approfittando della legislazione europea che dopo 50 anni consente di pubblicare dischi di cui è scaduto il copyright. E quindi nel dischetto, ci sono i primi tre album della Hester, Scarlet Ribbons della Coral (1957) e due omonimi, uno del 1960 per la Tradition e uno del 1961 per la Columbia con Bob Dylan all’armonica. In totale però sono 52 brani, perché, con mossa astuta, l’etichetta ha aggiunto anche il primo album completo di Dylan, addirittura con 2 bonus tracks che erano uscite ai tempi solo come singolo. Il disco esce domani, a prezzo speciale, sul mercato inglese: secondo me, per evitare sorprese, tipo ritiro dal mercato, se interessati, conviene afffrettarsi. Non guasta che la Hester fosse una folkinger con una voce interessante, a cavallo tra la Baez e Judy Collins. Tra l’altro Carolyn è ancora in pista ed era presente al concerto per i 30 anni di carriera di Dylan al Madison Square Garden, cantando in coppia con Nanci Griffith Boots Of Spanish Leather. Magari non una scoperta sconvolgente come Karen Dalton ma da conoscere! In ogni caso questo è il contenuto:

Disc 1

CAROLYN HESTER
‘SCARLET RIBBONS’ – 1957
1. SCARLET RIBBONS (For Her Hair)
2. I KNOW WHERE I’M GOIN’
3. THE TEXAN BOYS
4. DANNY BOY
5. YE BANKS AND BRAES
6. THE WRECK OF THE OLD NINETY-SEVEN
7. BLACK IS THE COLOR OF MY TRUE LOVE’S HAIR
8. THE RIDDLE SONG (I Gave My Love a Cherry)
9. LOLLY TOO DUM
10. LITTLE WILLIE
11. HUSH-A-BYE
12. I WONDER AS I WANDER
‘CAROLYN HESTER’ – 1960
13. THE HOUSE OF THE RISING SUN
14. THE WATER IS WIDE
15. THE LORD
16. VIRGIN MARY (1961 Version)
17. LINDA CAPULLIO
18. GO WAY FROM MY WINDOW
19. SHE MOVES THROUGH THE FAIR
20. JAIME
21. LITTLE PIG
22. IF I HAD A RIBBON BOW
23. BLACKJACK OAK
24. MALAGUENA SALEROSA
25. SUMMERTIME

Disc 2

‘CAROLYN HESTER’ – 1962
1. I’LL FLY AWAY
2. WHEN JESUS LIVED IN GALILEE
3. LOS BIBLICOS
4. YARROW
5. DINK’S SONG (Fare Thee Well)
6. SWING AND TURN JUBILEE
7. ONCE I HAD A SWEETHEART
8. COME BACK, BABY
9. DEAR COMPANION
10. GALWAY SHAWL
11. POBRE DE MI
12. VIRGIN MARY (1962 Version)
‘BOB DYLAN’ – 1962
13. YOU’RE NO GOOD
14. TALKIN’ NEW YORK
15. IN MY TIME OF DYIN’
16. MAN OF CONSTANT SORROW
17. FIXIN’ TO DIE
18. PRETTY PEGGY-O
19. HIGHWAY 51
20. GOSPEL PLOW
21. BABY, LET ME FOLLOW YOU DOWN
22. HOUSE OF THE RISIN’ SUN
23. FREIGHT TRAIN BLUES
24. SONG TO WOODY
25. SEE THAT MY GRAVE IS KEPT CLEAN
BONUS TRACKS
26. MIXED UP CONFUSION
27. CORRINA, CORRINA

E questa è lei, sembra un po’ anche Jacqui McShee, almeno in questo brano…

E al Madison Square Garden, 30 anni dopo…

L’ultima ristampa è uno dei soliti cofanetti da 3 CD a prezzo speciale del vecchio catalogo EMI, questa volta tocca ai mitici Groundhogs di Tony S. McPhee (una specie di Peter Green più selvaggio), non il primissimo periodo di Bues Obituary,Thank Christ For The Bomb o Split, numero 5 nelle classifiche inglesi del 1971 (altri tempi!), e neppure del disco con il mio titolo preferito Who Will Save The World? The Mighty Groundhogs!, con in copertina i componenti della band vestiti da supereroi improbabili (avrei sempre voluto farmi salvare da loro), peraltro il tutto disegnato dalla Marvel Comics: questi, insieme a Scratching The Surface, il primo disco, li trovate nel triplo Thank Christ For The Goundhogs uscito nel 2010. E qui, ragazzi, parliamo di blues(rock) primevo ed non adulterato, grande musica. Split, divisa in quattro parti, durava più di 20 minuti.

Comunque, per festeggiare 50 anni di carriera, esce The United Artists Years (1972-1976), sempre in 3 CD che raccoglie il seguente materiale:

Disc  1

1.            I Love Miss Ogny (2013 – Remaster)

2.            You Had a Lesson (2013 – Remaster)

3.            The Ringmaster (2013 – Remaster)

4.            3744 James Road (2013 – Remaster)

5.            Sad Is the Hunter (2013 – Remaster)

6.            S’one Song (2013 – Remaster)

7.            Earth Shanty (2013 – Remaster)

8.            Mr Hooker, Sir John (2013 – Remaster)

9.            Split I (BBC in Concert, recorded at The Paris Theatre, 7 December 1972)

10.          I Love Miss Ogyny (BBC in Concert, recorded at The Paris Theatre, 7 December 1972)

11.          You Had a Lesson (BBC in Concert, recorded at The Paris Theatre, 7 December 1972)

12.          Earth Shanty (BBC in Concert, recorded at The Paris Theatre, 7 December 1972)

13.          3744 James Road (BBC in Concert, recorded at The Paris Theatre, 7 December 1972)

Disc  2

1.            Sad Is the Hunter (BBC in Concert, recorded at The Paris Theatre, 7 December 1972)

2.            Split II (BBC in Concert, recorded at The Paris Theatre, 7 December 1972)

3.            Split IV (BBC in Concert, recorded at The Paris Theatre, 7 December 1972)

4.            Cherry Red (BBC in Concert, recorded at The Paris Theatre, 7 December 1972)

5.            Ship On the Ocean (BBC in Concert, recorded at The Playhouse Theatre, 23 May 1974)

6.            I Love Miss Ogyny (BBC in Concert, recorded at The Playhouse Theatre, 23 May 1974)

7.            Split I (BBC in Concert, recorded at The Playhouse Theatre, 23 May 1974)

8.            Soldier (BBC in Concert, recorded at The Playhouse Theatre, 23 May 1974)

9.            Split II (BBC in Concert, recorded at The Playhouse Theatre, 23 May 1974)

10.          Live a Little Lady (7″ Edit) (2013 – Remaster)

Disc  3

1.            Crosscut Saw (2013 – Remaster)

2.            Promiscuity (2013 – Remaster)

3.            Boogie With Us (2013 – Remaster)

4.            Fulfillment (2013 – Remaster)

5.            Live a Little Lady (2013 – Remaster)

6.            Three Way Split (2013 – Remaster)

7.            Mean Mistreater (2013 – Remaster)

8.            Eleventh Hour (2013 – Remaster)

9.            Body Talk (2013 – Remaster)

10.          Fantasy Partner (2013 – Remaster)

11.          Live Right (2013 – Remaster)

12.          Country Blues (2013 – Remaster)

13.          Your Love Keeps Me Alive (2013 – Remaster)

14.          Friendzy (2013 – Remaster)

15.          Pastoral Future (2013 – Remaster)

16.          Black Diamond (2013 – Remaster)

Che sarebbero Hogwash, BBC In Concert doppio, Crosscut Saw e Black Diamond. Vai con le “marmotte”!

I primi album erano decisamente superiori, comunque ancora una grande band.

Per oggi è tutto, si prosegue domani.

Bruno Conti

Corvi E Fuorilegge Al Tempo Stesso, Per L’Occasione! Counting Crows – Echoes Of The Outlaw Roadshow

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Counting Crows – Echoes Of The Outlaw Roadshow – Cooking Vinyl 2013

Ci sono gruppi che danno il meglio nei concerti dal vivo, e  i Counting Crows rientrano sicuramente nella categoria. Due brevi note per i pochi lettori (spero) del blog che non conoscono questa band: nati come duo acustico composto da Adam Duritz e David Bryson, ufficialmente nel ’92 a San Francisco, suonano in vari Club della Bay Area finché non vengono notati da alcuni talent-scout della Geffen Records, messi sotto contratto e affidati a T-Bone Burnett, nella veste di produttore. Il risultato è il successo planetario di August And Everything After (venti milioni di copie vendute), in cui brillano le particolari doti vocali di Duritz, autore di gran parte dei brani. Dopo un tour di supporto ai Rolling Stones nelle date americane del ’94, i “corvi” entrano in studio e registrano Recovering The Satellites (96), cui faranno seguito lavori sempre di buon livello come This Desert Life (99), Hard Candy (2002), Saturday Nights & Sunday Mornings (2008), e il recente disco di cover Underwater Sunshine (2012) che ha dato vita al tour da cui nasce l’ultimo album cosa-hanno-fatto-durante-le-vacanze-estive-counting-crows-un.html.

In un ventennio di carriera (se non ho sbagliato i conti) questo è il quarto album live ufficiale dei Counting Crows, partendo dal doppio Across A Wire: Live in New York City (98), New Amsterdam: Live At Heinekem Music Hall (2003), e lo splendido August and Everything After: Live At Town Hall (2011), in cui ripropongono il fortunato disco d’esordio.

Echoes Of The Outlaw Roadshow è stato registrato nel corso del tour americano del 2012, e basterebbero i primi due brani per giustificarne l’acquisto: una  Girl From The North Country del vecchio Bob (Dylan) rivisitata “unplugged”, una delle mie canzoni preferite da sempre e la famosa Round  Here, in una versione dilatata di 10 minuti, con il fantasma di Van Morrison nella lirica Sweet Thing.  Ma ci sono anche una fantastica Friend Of The Devil (Jerry Garcia) e una felice cover (ancora) dylaniana You Ain’t Goin Nowhere (Byrds). Le rimanenti “perle” vengono pescate dal vasto repertorio ufficiale di cui sopra, con una menzione speciale per Four Days (in versione Rem), la lunga e scoppiettante Rain King e la ballata sofferta Up All Night, in cui è protagonista il piano.

Il talento di Adam Duritz è indiscutibile, e in questo live la band un CD dalle fresche sonorità roots, avvolgenti ballatone elettriche, azzeccati interventi di pianoforte, organo, fisa e la voce del leader che canta con generosa passione. I Counting Crows confermano ancora una volta di essere  alfieri del vero rock, e in un’epoca in cui la musica è quasi completamente artefatta, dischi come questo (a dispetto delle mode o da MTV), sono e saranno sempre benvenuti.

Tino Montanari   

Novità Di Febbraio Parte IIIb. Civil Wars + T-Bone Burnett, Blue Aeroplanes, Wayne Hancock, Dave Edmunds, A Concert For Kirsty MacColl

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Ultimi scampoli di dischi in uscita nei prossimi giorni.

Il primo, è uno “strano” CD in uscita (per il momento solo mercato americano) per la Sensibility Music e si tratta della colonna sonora di un documentario A Place At The Table, destinato a sensibilizzare l’opinione pubblica americana sui problemi economici delle famiglie USA e in particolare quelli sulla fame (temo che con l’aria che tira, se ne parlerà anche da noi): la particolarità è che la musica è eseguita dalla accoppiata T-Bone Burnett e The Civil Wars (il duo americano, che sull’orlo del grande successo, improvvisamente a novembe scorso è andato in pausa, sembra per problemi interni, dovuti anche alla recente maternità della cantante Joy Williams). Il disco è interessante perché presenta materiale registrato in varie combinazioni tra i musicisti, anche se è prevalentemente strumentale a parte due brani cantati; il CD esce domani, il film il 1° marzo e questa è la lista dei brani:

A Place At The Table track-listing:

1. Mississippi Delta – T Bone Burnett
2. Long Time Gone – The Civil Wars & T Bone Burnett
3. Uptown Brown’s – T Bone Burnett
4. Focus (Rosie’s Theme) – The Civil Wars
5. At the Table – T Bone Burnett
6. The Need – The Civil Wars & T Bone Burnett
7. Long Time Gone (Dustbowl Version) – The Civil Wars & T Bone Burnett
8. Food Deserts – T Bone Burnett
9. Jonestown Elementary (Tremonica) – T Bone Burnett
10. Getting Worse – The Civil Wars
11. Barbie at the Bodega – The Civil Wars
12. Witnesses to Hunger – T Bone Burnett
13. I Do Exist – T Bone Burnett
14. Finding North – The Civil Wars

I Blue Aeroplanes sono stati (sono, perché dovrebbero essere ancora in attività) molto amati dalla critica a cavallo tra gli anni ’80 e i 90′, e Beatsongs, uscito in origine nel 1991 è stato forse il loro miglior album. La band di Gerard Langley faceva dell’ottimo rock di qualità ed era uno dei gruppi britannici più amati dai R.e.m. Ora la Cherry Red ripubblica questo album in versione rimasterizzata doppia con un secondo CD che contiene B-sides ed inediti. Potrebbe essere l’occasione giusta per riscoprirli, un paio di brani come assaggio:

 

Disc One
1. HUH
2. YR OWN WORLD
3. ANGELWORDS
4. FUN
5. CARDBOARD BOX
6. MY HURRICANE
7. AEROPLANE BLUE
8. JACK LEAVES AND BACK SPRING
9. COLOUR ME
10. STREAMERS
11. THE BOY IN THE BUBBLE
12. SIXTH CONTINENT
Disc Two
1. PONY BOY B-Side Yr Own World
2. AEROPLANE BLUES LA MIX
3. STRANGER Gig Flexi
4. TROUBLE, TELL ME I’M ALIVE Gig Flexi
5. BUOY previously unreleased
6. MIS – FIRING B-Side Yr Own World
7. MEAN TIME previously unreleased
8. AUTUMN JOURNAL XV
9. TALKIN’ ON THE OTHERPHONE B-Side Boy in
the Bubble
10. DISNEY HEAD B-Side Boy in the Bubble

Wayne “The Train” Hancock è un cantante country di quelli “giusti”. Il nuovo disco si chiama Ride ed esce per i tipi della Bloodshot ed è un misto, come al solito, di country & western, rockabilly, R&R.

 

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Una ristampa ed un disco “tributo”.

Il primo CD è la ristampa rimasterizzata e potenziata di uno dei dischi migliori di Dave Edmunds, Subtle As A Flying Mallet, uscito in origine nel 1975, viene ora ripubblicato dalla RPM con 8 bonus tracks aggiunte. Questa è l’essenza del vero pub rock britannico…

Esce solo in CD (ma si tratta di 12 brani in tutto) A Concert For Kirsty MacColl, la serata che si è tenuta allo Sheperd’s Bush Empire nel 2010 per commemorare la scomparsa della cantante inglese, avvenuta nel 2010 per un incidente in barca. Per molti era quella di Fairytale Of New York con i Pogues di Shane MacGowan, ma era anche la figlia di Ewan MacColl e tra i suoi successi ci sono stati anche They Don’t Know, nel 1979 in piena era punk ed una bellissima versione di A New England di Billy Bragg.  In contemporanea con questo disco dal vivo, esce anche un Best Of e la ristampa dei suoi dischi potenziati (questi già usciti da qualche mese). Il tutto su Salvo Records, a prezzo speciale. Lista dei brani e dei partecipanti, come vedete si mescolano “sacro” e “profano”:

  • 1. Soho Square (Ellie Goulding)
  • 2. Walking Down Madison (Alison Moyet)
  • 3. Tread Lightly (Amy MacDonald)
  • 4. They Don’t Know (Andrea Corr)
  • 5. In These Shoes (Catherine Tate)
  • 6. A New England (Billy Bragg)
  • 7. Dear John (Eddi Reader with Boo Hewerdine)
  • 8. Head (Alison Moyet)
  • 9. Angel (Floating Around My House) (Brian Kennedy)
  • 10. Days (Brooke Supple)
  • 11. Fairytale of New York (Dave Duffy & Amy MacDonald)
  • 12. There’s A Guy Works Down The Chip Shop Swears He’s Elvis (Phill Jupitus with Boz Boorer and Phil Rambow)

 

That’s alla folks, alla prossima.

Bruno Conti

Soddisfacente! Brandi Carlile – Bear Creek

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Brandi Carlile – Bear Creek – Columbia Records

Ci sono degli artisti che si ascoltano, ed eventualmente si acquistano, a prescindere! Perché sono bravi e quindi sai già che sui loro dischi troverai buona musica e Brandi Carlile fa parte di questa categoria. Bella voce, facilità di scrivere canzoni, un genere che abbraccia il meglio di quello che la musica di qualità ha prodotto nell’era dei cosiddetti singer-songwriters, poi, volendo, uno può discutere la sua discografia disco per disco e financo canzone per canzone, ma prima si vanno a vedere e sentire i contenuti poi eventualmente li si discute e alla fine non si rimane mai completamente delusi o perché no, a seconda dei casi, soddisfatti in quanto “un comunque sì” lo meritano solo quelli di talento e in questo caso ce n’è in abbondanza!

Dopo l’inizio in sordina (ma buono, per i tipi di All Music Guide addiritttura il  suo migliore) dell’esordio omonimo Brandi Carlile del 2005, la nostra amica ha fatto il botto, a livello di critica e di successo, con il secondo album The Story, prodotto da T-Bone Burnett, che viene considerato all’unanimità il suo “capolavoro”. Poi da quel punto i pareri si dividono: la sua casa discografica ci crede e le affianca un altro pezzo da 90 come Rick Rubin (per la verità meno efficace del suo predessore), per produrre il successivo Give Up The Ghost che spacca la critica musicale. Chi lo considera una (parziale) delusione, chi lo osanna forse perfino troppo, ma il disco, sicuramente più discontinuo del precedente, ha in ogni caso alcune belle canzoni e la conferma come una della cantautrici migliori delle ultime generazioni, forse quella in grado di incarnare meglio lo spirito dei grandi del passato, eclettica e non etichettabile in un genere specifico. Anche il successivo Live At Benaroya Hall With The Seattle Symphony è stato soggetto di pareri diversi (e comunque un disco con un’orchestra sinfonica che è arrivato fino al 14° posto delle classifiche americane non deve essere proprio malvagio): chi lo ha definito “pomposo” e magniloquente, troppo ridondante nei suoi arrangiamenti orchestrali ed altri, compreso il sottoscritto, a cui è piaciuto sia per i contenuti che come una sorta di riassunto riveduto e corretto della prima parte della sua carriera from-seattle-with-love-brandi-carlile-live-at-benaroya-hall.html, che non comprende solo i tre album citati, ma nella prima parte degli anni 2000 ha prodotto una serie di EP, dal vivo e in studio, ricchi di cover e sorprese.

Anche per questo nuovo album Brandi Carlile si è ispirata, almeno per la scelta dell titolo, a uno dei suo idoli assoluti, Elton John, che quando registrò ai Chateau d’Hèrouville Studios chiamò quel disco Honky Chateau (é quello con Rocket man); Brandi si è detta, visto che è una delle poche scelte che la casa discografica mi lascia fare, scegliere il titolo, perché non chiamarlo Bear Creek, dal nome dello studio di registrazione vicino a Seattle dove è stato realizzato l’album, suona anche bene! Quindi, in compagnia della nuova produttrice (e ingegnere del suono) Trina Shoemaker (vincitrice anche di Grammy con Sheryl Crow)  e di 13 nuove canzoni, molte rodate da una lunga frequentazione dei palchi americani (nel resto del mondo purtroppo la si vede poco), dalla permanenza in quegli studi questo è il risultato che ne è scaturito.

E’ un capolavoro? Probabilmente no, a parte per i fans e le fans più accanite! Forse neppure un grandissimo disco (lo diranno il tempo e ascolti più approfonditi) ma, di primo acchito, sicuramente, nel piattume generale (illuminato più spesso di quello che si pensa da improvvisi lampi di classe, intesa come buona musica, parlo in generale) fa la sua più che onesta figura. Brandi Carlile è accompagnata come sempre dai fidati gemelli Phil & Tim Hanseroth che scrivono con e senza di lei la quasi totalità dei brani, la batterista Allison Miller (con l’aggiunta di Matt Chamberlain in alcuni brani) e il cellista Josh Neumann a cui si aggiungono per l’occasione Dave Palmer alle tastiere e Jeb Bows della band di Gregory Alan Isakov al violino e mandolino.  

I tredici brani spaziano dal country-folk speziato ed intenso dell’iniziale Hard Way Home che doveva essere il primo singolo, seguita da Raise hell, un brano che la Carlile esegue da molto tempo in concerto e quindi mi era già capitato di ascoltarlo in varie esibizioni su YouTube ma la versione in studio ha quel qualcosa in più fornito dal contrasto tra il mandolino, la struttura elettrica del brano, il battito di mani e quella coloritura quasi country-gospel fornita dalla bella voce di Brandi, definita dalla rivista Paste “The Best Voice in Indie Rock”, ma io direi del rock in generale perché restringere le categorie. Save Part Of Yourself ha ancora questo spirito gospel fornito dai cori e dal ritmo marciante delle percussioni con il mandolino sempre in evidenza e qualche spruzzata di archi qui e là.

That Wasn’t Me è il primo singolo tratto dall’album: si tratta dell’unica ballata pianistica scritta dalla sola Carlile e prende lo spunto da quelle classiche di Elton John del periodo di Tumbleweed Connection ed è inteso come un complimento perché il brano ha la maestosa serenità malinconica del grande cantautore inglese all’apice della sua carriera. Anche Keep Your Heart Young già un must delle esibizioni live qui acquista quell’aria country e paesana mutuata forse dalle frequentazioni con Kris Kristofferson che appare nel video di That Wasn’t Me. 100 è un pezzo classico del suo repertorio, un brano rock dal ritmo incalzante (con echi alla U2) percorso anche dal suono del cello (e qualche violino) e dalle tastiere che coloriscono un suono più moderno e meno roots rispetto al resto dell’album. A Promise To keep con un bel fingerpicking acustico che mi ha ricordato il Paul McCartney acustico è una ballata malinconica dove piano e violoncello sono ancora in primo piano e si dividono gli spazi con la sua bella voce. I’ll still be there è un altro brano tipico del suo repertorio, con aperture melodiche caratterizzate dal falsetto in alcuni momenti e con un bel assolo di fratello Tim.

What Did I Ever Come Here For è l’altra ballata pianistica del disco (ho mentito prima) ma scritta in questo caso non da Brandi ma dall’altro gemello Phil: si sente una ulteriore voce femminile di supporto che non so se è quella doppiata della stessa Carlile (il multitracking grande invenzione) o di qualche ospite (le sue amiche Indigo Girls?) mentre il cello si ritaglia uno spazio solista nella intensa parte centrale prima del gran finale. Piano e cello rimangono anche per la dolce e orecchiabile Heart’s content forse un brano minore ma sempre piacevole, adatta ad eventuali usi per futuri spot o in serie televisive che spesso nel passato hanno utilizzato la musica della cantante americana. Rise Again è uno dei brani dalla struttura più rock, ancorché con la presenza del mandolino, già ascoltato spesso nelle esibizioni live, ricorda qualcosa degli U2 meno pomposi per il riff ricorrente e pressante della chitarra elettrica. In The Morrow ci riporta alle sonorità più rootsy dei primi brani di questo CD anche se con quel timbro antemico e corale che hanno molti brani di Brandi con il mandolino nuovamente in evidenza nella coda strumentale. Il finale è affidato a Just Kids una sorta di ghost-track esplicita, nel senso che non è una traccia nascosta ma appare dopo qualche decina di secondi di silenzio e poi si esplicita in una lunga introduzione strumentale “spettrale” tra tastiere e archi che introducono la voce “trattata” e ricca di eco e riverbero per questo omaggio alla nostalgia dei “vecchi tempi” (a 31 anni!) giovanili con un omaggio al melodramma sonoro di cantanti come Roy Orbison o Patsy Cline, qui modernizzati ma che sono nel DNA di Brandi Carlile.

Come direbbe Nero Wolfe (il ritorno televisivo mi ha stimolato vecchie ri-letture di Rex Stout): “Soddisfacente, Brandi!”.

Bruno Conti

Uscite Discografiche “Prossime Venture” Periodo Giugno-Agosto 2012 Parte II (TBC – Da Confermare). Eric Burdon, Joe Jackson, Suzanne Vega, ZZTop, Pink Floyd, Sam Phillips, Asia, Blues Traveler

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La seconda parte della carrellata di uscite, con qualche eccezione, prevede album la cui uscita tecnicamente è TBC (To Be Confirmed): Da Confermare. Quindi niente copertina e data di uscita non certa. Il primo di cui Vi parlo è quel signore che vedete effigiato qui sopra: si tratta di Eric Burdon (ebbene sì, invecchiato ma è proprio lui), reduce dal piccolo successo personale al SXSW di Austin dove è salito sul palco per cantare con Springsteen (che ha dichiarato che, negli anni, “ogni fottuta canzone che ho scritto era stata copiata da quelle di Burdon e anche il nuovo fottuto album”) la sua classica We Gotta Get Out Of This Place, che nata come canzone del Brill Building scritta da Barry Mann e Cynthia Weil per i Righteous Brothers, con alcuni aggiustamenti nel testo, nella versione degli Animals è diventata una sorta di inno della classe lavoratrice prima inglese e poi mondiale, e non solo. Comunque il nuovo album, in uscita il 18 settembre per la ABKCO, si chiamerà ‘Til Your River Runs Dry e si annuncia come uno dei migliori e più personali della carriera del grande cantante inglese, una delle voci più potenti e straordinarie della storia della musica rock. E’ stato prodotto dallo stesso Burdon e da Tony Braunagel tra New Orleans e la California e tra i brani c’è memorial-day

 

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Il nuovo album di Joe Jackson, in uscita il 26 giugno per la Razor And Tie negli States, come si capisce dal titolo sarà un omaggio a Duke Ellington. Questi i titoli, così vedete anche gli altri cantanti coinvolti nel progetto:

01. I’m Beginning To See The Light
02. Mood Indigo
03. I Got It Bad (And That Ain’t Good)
04. It Don’t Mean A Thing (If It Ain’t Got That Swing) [feat. Iggy Pop]
05. I Ain’t Got Nothin’ But The Blues [feat. Sharon Jones]
06. Caravan [feat. Sussan Deyhim]
07. Perdido [feat. Lilian Vieira]
08. Isfahan
09. Rockin’ In Rhythm
10. The Mooche
11. Black And Tan Fantasy

Tra i musicisti anche Questlove e altri membri dei Roots, il contrabassista Christian McBride, la violinista Regina Carter e, in un paio di brani, Steve Vai alla chitarra, oltre ai suoi musicisti Vinnie Zummo alla chitarra e Sue Hadjopoulos alle percussioni.

 

Il quarto volume della serie Close-Up di Suzanne Vega sarebbe dovuto uscire il 10 luglio (e prima a Maggio) ora sembra che uscirà il 7 agosto. Eichetta Razor and Tie in USA e Cooking Vinyl in Europa, l’unica cosa certa è il titolo Songs Of Family. Spero che non succeda anche per lei quello che hanno fatto i Cowboy Junkies alla fine delle Nomad Series ovvero pubblicare un box con un CD inedito perché a quel punto un bel “vaffanculo” sarebbe d’uopo.

Il nuovo album degli ZZTop prodotto da Rick Rubin non ha ancora un titolo o una data di uscita ma questa Flying High sarà “sicuramente” una delle canzoni. Com’è? Boh!

 

 

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Questo invece è certamente in uscita il 26 giugno. Un bel documentario sul Making Of del classico album del 1975 dei Pink Floyd mancava all’appello. E allora vai con The Story Of Wish You Were Here in versione DVD o Blu-Ray per la Eagle Rock/Edel.

 

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Martinis And Bikinis era il titolo del quarto, e forse più bello in assoluto, album di Sam Phillips, grande cantuatrice americana, che allora era la moglie di T-Bone Burnett che produsse questo album (come quasi tutti gli altri della Phillips). Il 17 luglio la Omnivore Recordins lo ripubblicherà in versione rimasterizzata con 4 bonus tracks nel CD o doppio vinile, questa la tracking list:

1. LOVE AND KISSES
2. SIGNPOSTS
3. SAME RAIN
4. BABY I CAN’T PLEASE YOU mOlqiJeOOe8
5. CIRCLE OF FIRE
6. STRAWBERRY ROAD
7. WHEN I FALL
8. SAME CHANGES
9. BLACK SKY
10. FIGHTING WITH FIRE
11. I NEED LOVE
12. WHEEL OF THE BROKEN VOICE
13. GIMME SOME TRUTH
Bonus Tracks
14. I NEED LOVE (With The Section Quartet)
15. FIGHTING WITH FIRE (Remix)
16. BLACK SKY (Version 2)
17. STRAWBERRY ROAD (2012 Version)

Nel disco suonano, tra gli altri, Colin Moulding degli XTC, Peter Buck dei R.E.M, Marvin Etzioni e Don Heffington dei Lone Justice, Benmont Tench degli Heartbreakers, Marc Ribot, Mickey Curry, e gli arrangiamenti sono di Van Dyke Parks. Il disco, manco a dirlo, è molto bello!

 

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Il 3 luglio uscirà XXX il nuovo album degli Asia per l’italiana Frontiers anche in versione doppia limited con DVD allegato.

 

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E il 17 luglio è in uscita il nuovo disco dei redivivi Blues Traveler che negli anni ’90 erano uno dei miei gruppi rock americani preferiti, recensiti a ripetizione dalle pagine del Buscadero. Non so se depone a loro favore che in questo nuovo Suzie Cracks The Whip in uscita il 26 giugno per la 429 records ci sia un duetto, I Don’t Wanna Go, con Crystal Bowersox proveniente da American Idol (magari è bravissima, non la conosco, per curiosità ho letto in Wikipedia i brani che ha cantato nella trasmissione e i gusti sono ottimi). Nel caso vi fosse sfuggito a marzo è uscito un bel doppio antologico del gruppo Blues Traveler 25, ricco di rarità nel secondo CD. Questa c’è, è il primo brano.

Proseguiamo un altro giorno quando avrò nuovo materiale, domani invece lista (ricchissima) delle uscite del 29 maggio, almeno una ventina di titoli; dalla settimana prossima riparto anche con le recensioni, magarì già da domani se qualche “ospite” produce qualcosa.

Bruno Conti

Un Curtis Tira L’Altro Ma Anche “Questo Non Me Lo Aspettavo”! Curtis Stigers – Let’s Go Out Tonight

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Curtis Stigers – Let’s Go Out Tonight – Concord Jazz/Universal

Lo so, il titolo l’avevo già usato, cambiando il nome, per Jonathan Edwards e Jonathan Wilson, e anche il “sottotitolo” se è per questo, ma dopo oltre 900 Post in questo Blog ogni tanto mi “scappa” di riutilizzare un titolo quando rende l’idea. E quindi, dopo l’ottimo Curtis Salgado, eccomi a parlare di questo CD di Curtis Stigers: confesso che mai e poi mai mi sarei aspettato di recensire un album di questo cantante americano. Il suo genere, nel passato, è sempe stato “l’Anticristo” della musica che mi piace, e ne ascolto di ogni tipo, ma lo smooth pop prima e jazz in seguito, dell’ex lungocrinito interprete di Boise, Idaho mi aveva sempre convinto poco. Il suo primo album omonimo era stato un notevole successo nell’America dei Kenny G, Michael Bolton e Co. e quindi lo avevano chiamato per la colonna sonora di The Bodyguard ma poi il suo stile si era man mano trasformato, lungo l’arco di una decina di album, da un “leccato” pop con venature soul in un altrettanto levigato, ma mai esaltante, jazz da crooner leggero.

E poi, al decimo disco, mi fa questo Let’s Go Out Tonight e mi spiazza completamente. Intanto la scelta del repertorio, brani di alcuni cantautori pescati tra la crema della musica rock, pop e soul e non dal classico songbok americano dei Cole Porter, Gershwin e Rodgers & Hart. Nonché un produttore come Larry Klein, che oltre ad essere stato il bassista e marito di Joni Mitchell, nel corso degli anni si è creato un CV come architetto di suoni tra i più raffinati in circolazione: artisti come Madeleine Peyroux, Holly Cole, Julia Fordham, Vienna Teng, Rebecca Pidgeon, Walter Becker, Tracy Chapman, Melody Gardot e nel passato Mary Black, Shawn Colvin, David Baerwald, oltre naturalmente a Joni Mitchell, si erano rivolti alle sue sapienti mani per creare un suono caldo ed avvolgente, ricco nei particolari e di gran classe, anticipatore, in parte, dello stile di T-Bone Burnett e, soprattutto, Joe Henry. Non per niente in questo disco suonano i musicisti abituali di Burnett e Henry: Jay Bellerose alla batteria, Dean Parks alla chitarra, Larry Goldings e Patrick Warren alle tastiere, David Piltch al basso (Klein non pratica quasi più lo strumento, peccato perché era un bassista quasi ai livelli di Jaco Pastorius) e l’eccellente John Sneider alla tromba, oltre allo stesso Stigers che in alcuni brani utilizza il suo sax con ottimi risultati.

Si diceva della scelta oculata dei brani e dei loro autori: si parte alla grande con una versione di Things Have Changed di Robert Dylan (giuro, è scritto così sul libretto, il nome d’arte è Bob, sarebbe come se Iggy Pop diventasse Iguana o Ignazio Pop, per dire), il brano chiunque l’abbia scritto è comunque bellissimo e appariva nella colonna sonora del film con Michael Douglas The Wonder Boys, un Dylan come avrebbe potuto interpretarlo Tom Waits se avesso avuto la voce di Neil Diamond, rasposa, leggermente roca e vissuta ma non esageratamente profonda come quella di Waits, diciamo quella degli anni ’70 che molti ancora oggi preferiscono (ho alzato timidamente la mano) e anche lo stile è quello, con assolo libidinoso di tromba che è la ciliegina sulla torta di questo pezzo. David Poe (altro musicista raffinato e poco conosciuto che ha avuto un disco prodotto da Burnett) è l’autore, nonché alle armonie vocali, nel brano Everyone Loves Lovers, una dolcissima slow song per innamorati dove la voce di Stigers pennella la note e l’arrangiamento di Klein ricorda quelli del Burt Bacharach dei tempi d’oro, l’interscambio tra la chitarra “trattata” di Parks, l’organo di Goldings, i fiati di Sneider e lo stesso Stigers è ai limiti della perfezione per questo tipo di canzone. Oh How It Rained è un vecchio brano soul di Eddie Floyd e Steve Cropper che qui diventa un blues sofferto e primigenio.

Goodbye di Steve Earle, è un brano che già di suo è molto bello, come quello appena citato di Dylan, in questa versione soffice diventa una canzone totalmente diversa ma altrettanto valida, e questo sarebbe il compito di coloro che chiamiamo “interpreti”, fare propria la canzone, ma ci riescono solo quelli bravi e in questo disco Stigers centra pienamente l’obiettivo: la tromba, il piano, l’organo e la ritmica delicata al servizio della voce partecipe di Stigers, bellissima. Into Tempation è un brano di Neil Finn, il leader dei Crowded House per intenderci, ma in questa versione diventa un’altra ballata notturna e fumosa. Otis Clyde è stato un autore nero-americano minore ma il suo posto nella storia se l’è meritato con Route 66 e comunque questa This Bitter Earth è strepitosa, la faceva Dinah Washington, ma la versione di Stigers è notevole, sembra un brano del Ray Charles più ispirato, sia per come è cantata, con l’inflessione vocale di “The Genius” ma anche per l’arrangiamento ricalcato sul sound degli album Modern Sounds in Country & Western, con la pedal steel di Parks ad adagiarsi insinuante sulla tromba di Sneider.

Ma a dispetto di tutti questi brani di autori grandissimi il capolavoro dell’album è una versione di quella meraviglia che si chiama Waltzing’s For Dreamers, una canzone di una bellezza disarmante scritta dal geniale Richard Thompson, e questa versione è da pelle d’oca e lacrimuccia anche se non siete sentimentali. A questo punto sarebbe impossibile fare meglio ma anche Chances Are scritta da Hayes Carll ha molte frecce al suo arco, una ballata solare ancora una volta con uso di tromba e con Stigers che canta in assoluta souplesse sillabando il testo con perfezione quasi assoluta, altra piccola perla ancora una volta con quell’effetto Diamond meets Charles. You’re Not Alone non è quella di Michael Jackson ma un brano scritto da Jeff Tweedy dei Wilco per Mavis Staples, ancora una volta con quel tipo di sound raffinato tipo la Mitchell fine anni ’70, primi ’80, quando collaborava con Klein o un Van Morrison d’annata, che non avevamo ancora nominato, ma ci sta, bello l’assolo di sax di Stigers, breve e pertinente. La title-track Let’s Go Out Tonight firmata da Paul Gerard Buchanan (perché il nostro amico è uno preciso con nomi e cognomi) è un brano tratto dal repertorio della band di Buchanan, i Blue Nile forse il gruppo che ha la maggiori similitudini sonore con il contenuto di questo album, altra ballata notturna e intimista sempre caratterizzata da quel mood malinconico impersonato dalla tromba di John Sneider.

Una bella sorpresa, non me l’aspettavo!

Bruno Conti