Anche Quest’Anno Ci Siamo: Il Meglio Del 2019 Secondo Disco Club, Appendice Finale

mumble mumble...

E nell’ultimo giorno dell’anno ecco l’appendice al Meglio del 2019 che mi ero riservato in qualità di titolare del Blog, con ancora un po’ di titoli interessanti usciti nel corso di questa annata e qualche album inserito nella categoria delle sorprese creata ad hoc.

Sorprese del 2019

the highwomen

johnny sansone hopeland

Johnny Sansone – Hopeland

https://discoclub.myblog.it/2019/03/18/un-bellissimo-disco-di-uno-dei-segreti-meglio-custoditi-di-new-orleans-veramente-un-peccato-che-si-trovi-con-molta-difficolta-johnny-sansone-hopeland/

native harrow happier now

Native Harrow – Happier Now

https://discoclub.myblog.it/2019/07/18/un-duo-decisamente-interessante-lei-una-voce-affascinante-native-harrow-happier-now/

ian noe between the country

Ian Noe – Between The Country

hank shizzoe steady as we go

Hank Shizzoe – Steady As We Go

https://discoclub.myblog.it/2019/04/13/sempre-raffinato-e-ricercato-nuovo-album-per-il-ry-cooder-europeo-hank-shizzoe-steady-as-we-go/

tad robinson real street

Tad Robinson – Real Street

Di questo la recensione non l’avete ancora letta ( arrivanei prossimi giorni), ma nel frattempo sentite che meraviglia!

kelly hunt even the sparrow

Kelly Hunt – Even The Sparrow

 

La Pattuglia Dei Bluesmen

walter trout survivor blues

Walter Trout – Survivor Blues

https://discoclub.myblog.it/2019/01/26/non-solo-sopravvive-ma-prospera-ogni-disco-e-piu-bello-del-precedente-walter-trout-survivor-blues/

toronzo cannon the preacher

Toronzo Cannon – The Preacher, The Politician Or The Pimp

bb king blues band the soul of the king

The BB King Blues Band – The Soul Of The King

https://discoclub.myblog.it/2019/06/14/anche-senza-il-vecchio-titolare-un-gruppo-formidabile-the-bb-king-blues-band-the-soul-of-the-king/

texas horns get here quick

The Texas Horns – Get Here Quick

Altro bel dischetto, che come nel caso di JJ Cale, postato solo oggi, è uno di quelli che manca all’appello sul Blog: quindi già da domani farà parte dei “recuperi” di fine 2019 – inizio 2020, che poi si protrarranno ancora per qualche giorno, visto che per il momento non sono previste nuove uscite nella prima parte del mese. Nell’attesa un anticipo.

nick moss band luckey guy

Nick Moss Band – Lucky Guy!

https://discoclub.myblog.it/2019/08/20/un-trio-di-delizie-blues-alligator-per-lestate-3-nick-moss-band-lucky-guy/

christone kingfish ingram kingfish

 

Christone “Kingfish” Ingram – Kingfish

https://discoclub.myblog.it/2019/06/24/lultima-scoperta-della-alligator-un-grosso-chitarrista-e-cantante-in-tutti-i-sensi-christone-kingfish-ingram-kingfish/

dave specter blues from the inside out

Dave Specter – Blues From The Inside Out

 

Una Buona Annata Anche Per Il Folk

steeleye span est'd 1969

Steeleye Span – Est’d 1969

https://discoclub.myblog.it/2019/07/21/50-anni-non-li-dimostrano-affatto-il-disco-folk-dellanno-steeleye-span-estd-1969/

dervish great irish songbook

Dervish – Great Irish Songbook

red river dialect abundance welcoming ghosts

Red River Dialect – Abundance Welcoming Ghosts

https://discoclub.myblog.it/2019/12/19/tra-fairport-convention-e-waterboys-una-piccola-grande-band-folk-rock-dalla-cornovaglia-red-river-dialect-abundance-welcoming-ghosts/

ralph mctell hill of beans

Ralph McTell – Hill Of Beans

Il Resto Del Meglio

delines the imperial

The Delines – The Imperial

old crow medicine show live at the ryman

Old Crow Medicine Show – Live At The Ryman

hold steady thrashing thru the passion

The Hold Steady – Thrashing Thru The Passion

Due album accomunati dal fatto di essere di non facile reperibilità.

marc broussard home

Marc Broussard – Home (The Dockside Session)

the who - who cd

The Who – WHO

Per quest’anno è tutto (forse), da domani si riparte.

Buon Anno.

Bruno Conti

Un “Piccolo Supergruppo” Di Stampo Blues. Rockwell Avenue Blues Band – Back To Chicago

rockwell avenue blues band back to chicago

Rockwell Avenue Blues Band – Back To Chicago – Delmark Records

Mi piacciono questi titoli di album semplici, esplicativi: anche se poi non sempre corrispondono alla realtà. Nel caso in questione più che di un ritorno fisico vero e proprio, si vuole intendere forse una sorta di ideale ritorno alle proprie radici musicali: certo anche il fatto che la Delmark sia una delle etichette storiche, uno dei baluardi del blues a Chicago, ha la sua importanza, come pure il fatto che il disco in parte sia stato registrato proprio nella Windy City (ma anche in un paio di studi in Colorado). Poi a ben vedere questa Rockwell Avenue Blues Band è in un certo senso un “piccolo supergruppo” (visto che non parliamo di grandissimi nomi) dedito alle 12 battute e dintorni: con Tad Robinson, cantante ed armonicista da New York City, che rappresenta l’anima più soul, in possesso di una voce vellutata, il suo ultimo album, Day Into Night è una piccola delizia per gourmet del soul blues, troviamo Steve Freund, anch’egli con una lunga militanza nel blues, chitarrista e cantante, pure da lui da Brooklyn, NYC, e infine Ken Saydak, tastierista sopraffino e cantante, soprattutto per altri, ma con alcuni CD a suo nome, l’unico veramente di Chicago, e la mente dietro a questa “reunion” come RABB. Completano la formazione altri due veterani, Harlan Terson, al basso, e Marty Binder alla batteria.

Il fatto di avere tre leader, tutti in grado di cantare, comporre e suonare con grande brillantezza ha contribuito alla eccellente riuscita di Back To Chicago, un album che fa dalla freschezza e della classe i suoi punti di forza. Niente di nuovo sotto il sole, ma gli amanti del genere troveranno di che gioire: sin dall’inziale Blues For The Hard Times, scritta da Tad Robinson, che se le canta pure, capiamo che il “viaggio di ritorno” alla culla del blues ha dato i suoi frutti, un brano delizioso dove soul e blues convivono in modo perfetto, come nei brani migliori di Robert Cray, per dare una idea, voce melodiosa e felpata, le linee pungenti della chitarra di Freund e l’organo squisito di Saydak , predispongono subito ad un piacevole ascolto. Boogie In The Rain, firmata da Steve Freund, già dal titolo ricorda quei potenti brani dei vecchi Canned Heat, con Robinson all’armonica, lo stesso Freund ficcante alla chitarra e il lavoro di raccordo di Saydak  all’organo, danno l’idea di una band “vera” in azione; in That Face guida democraticamente le danze lo stesso Saydak https://www.youtube.com/watch?v=K4PdMJdvgM4 , quello più canonico nel suo blues, puro Chicago style, ma anche un pizzico di country, vocione d’ordinanza, pianino suadente alla Fats Domino e Robinson che armonizza splendidamente con Ken a livello vocale. Poi riparte il giro, di nuovo con Saydak, uno dei più prolifici, Free To Love Again, che lo vede al piano elettrico è un solido blues-rock con sfumature soul, mentre Chariot Gate sta a metà strada fra Chicago e New Orleans, con il suo ondeggiante drive pianistico e il call and response tra Saydak e soci.

Ma  prima troviamo l’ottima Lonesome Flight, il classico slow blues a firma Freund, che canta e suona la chitarra alla grande, assolo da urlo incluso. We Believe è ancora di Saydak, che si fa aiutare da due veterani della scena come Mary-Ann Brandon e Fred James, per una bella ed avvolgente ballata di grande fascino, cantata da Robinson; poi tocca di nuovo a Freund per una tirata cover di Stranger Blues di Elmore James, niente slide ma tanta grinta. For A Reason di nuovo di Saydak, che questa volta è la voce solista, è incalzante nel suo dipanarsi, mentre Rich Man di Tad Robinson è un’altra piccola perla di soul sudista. Hey Big Bill, classico Chicago style con Freund, che lascia poi spazio al bassista Harlan Terson per una divertente e mossa Love Police, cantata in souplesse da Saydak. Back To Chicago è un lavoro di gruppo, ma la voce solista è quella di Robinson, di nuovo in azione con il suo timbro vocale più suadente, mentre la chitarra di Freund disegna linee soliste perfette; Freund  firma e canta un altro blues lento notevole come Have You Ever Told Yourself A Lie, dove la sua slide vola magnificamente, e chiude di nuovo Saydak, la mente del progetto, con la “sognante” Dream. Veramente un bel dischetto.

Bruno Conti