Best Of 2015, Riviste Inglesi: Mojo, Uncut & Q Magazine

mojo 2015 best of

Come promesso, dopo la lista dei migliori dischi dell’album secondo i collaboratori del Blog (e con il sottoscritto che si riserva un sostanzioso conguaglio di titoli non inseriti nella prima stesura) passiamo ai migliori del disco da varie fonti internazionali, iniziando dai tre principali mensili musicali inglesi. Solo i primi 15 per ogni rivista, considerando che gli scorsi anni venivano delle liste chilometriche. Inutile dire che molti titoli non li condivido, ma manco capisco perché sono lì, comunque l’informazione viene prima di tutto. Iniziamo con Mojo, a ritroso dal n°15 al n°1:

Best Albums Of 2015

richard dawson nothing important

15. Richard Dawson – Nothing Important (Non solo nelle classifiche del Blog eccezioni alle regole, anche qui partiamo subito con un disco uscito a Novembre del 2014). Molto interessante e molto “strano”, in senso positivo e non modernista!

sleater-kinney no cities to loves

14. Sleater-Kinney – No Cities to Love

low one and sixes

13. Low – Ones and Sixes

https://www.youtube.com/watch?v=1kU6vFiXSAI

courtney barnett sometimes i sit

12. Courtney Barnett – Sometimes I Sit and Think, and Sometimes I Just Sit

bob dylan shadows in the night

11. Bob Dylan – Shadows in the Night

sufjan stevens carrie & lowell

10. Sufjan Stevens – Carrie & Lowell

sleaford mods key market

9. Sleaford Mods – Key Markets

mbongwana star from kinshasa

8. Mbongwana Star – From Kinshasa

https://www.youtube.com/watch?v=cAZxMZBZ628

songhoy blues music in exile

7. Songhoy Blues – Music in Exile

 https://www.youtube.com/watch?v=KvGsV8Trl8o

bill ryder-jones west kirby

6. Bill Ryder-Jones – West Kirby County Primary

jim o'brien simple songs

5. Jim O’Rourke – Simple Songs

tame impala currents

4. Tame Impala – Currents

new order music complete

3. New Order – Music Complete

endrick lamar to pimp a butterfly

2. Kendrick Lamar – To Pimp a Butterfly

julia holter have you

1. Julia Holter – Have You in My Wilderness

uncut- best of 2015

Visto che i “colleghi” britannici sono abbastanza ripetitivi e scontati e quindi molto dei titoli appariranno più volte, non rimetterò copertine e video degli stessi album. Passiamo ad Uncut, questa volta dal primo al quindicesimo.

Uncut’s Top 15 Albums of 2015 

julia holter have you

1. Julia Holter – Have You In My Wilderness

2. Kendrick Lamar – To Pimp A Butterfly

3. Sufjan Stevens – Carrie & Lowell

ryley walker primrose green

4. Ryley Walker – Primrose Green

father john misty - i love you

5. Father John Misty – I Love You, Honeybear

6. Tame Impala – Currents

7. Courtney Barnett – Sometimes I Sit and Think, and Sometimes I Just Sit

natalie prass

8. Natalie Prass – Natalie Prass

9. Sleaford Mods – Key Markets

10. New Order – Music Complete

bjork vulnicura

11. Björk – Vulnicura

unknown mortal orchestra multi-love

12. Unknown Mortal Orchestra – Multi-Love

13. Jim O’Rourke – Simple Songs

robert forster songs to play

14. Robert Forster – Songs To Play

jason isbell something more than free

15. Jason Isbell – Something More Than Free

q magazine best 2015

E per finire vediamo cosa dicono su Q Magazine, di nuovo dalla posizione 15 alla 1!

Q Top 15

django django born under saturn

15. Django Django – Born Under Saturn

14. Sleaford Mods – Key Markets

joanna newsom divers

13. Joanna Newsom – Divers

foals what went down

12. Foals – What Went Down

11. Father John Misty – I Love You, Honeybear

10. Florence + the Machine – How Big, How Blue, How Beautiful

9. Kendrick Lamar – To Pimp A Butterfly

laura marling short move

8. Laura Marling – Short Movie

kurt vile b'lieve

7. Kurt Vile – b’lieve i’m goin down…

6. Courtney Barnett – Sometimes I Sit and Think, and Sometimes I Just Sit

5. New Order – Music Complete

blur the magic whip

4. Blur – The Magic Whip

jamie xx in clour

3. Jamie xx – In Colour

2. Julia Holter – Have You In My Wilderness

tame impala currents

1. Tame Impala – Currents

Per oggi è tutto. Diciamo che su una trentina di titoli, quanti ne appaiono nella tre liste, non più di di una dozzina appaiono anche nel Blog, in modo più o meno esteso, ma de gustibus…

Alle prossime liste di fine anno e, soprattutto ai prossimi post. Più tardi Fare Thee Well dei Grateful Dead.

Bruno Conti

Novità Luglio. Tame Impala, Amy Helm, Watkins Family Hour, Buddy Guy, Joss Stone

tame impala currents

Come promesso ritorna la rubrica delle anticipazioni sulle prossime uscite discografiche (qualcuna anche già uscita) mentre ferve, al solito, il lavoro sulle recensioni degli album reputati più interessanti, con varie aggiunte che leggerete nei prossimi giorni. E, come al solito, non escludo che alcuni degli album riportati qui sotto poi avranno un Post completo, insieme a qualche titolo recuperato dalle uscite passate che per vari motivi erano stato trascurate.

Il terzo album dei Tame Impala, band australiana neopsichedelica (per mancanza di un termine migliore) è uscito il 17 luglio per la Interscoper/Universal, si intitola Currents ed ha avuto ottime critiche in giro per il mondo. Il sito http://www.metacritic.com/ che riporta i voti medi delle varie riviste e siti musicali indica una media di 83/100, con Pitchfork che gli ha assegnato 9.3, Spin 9, il NME 8, il Guardian 5 stellette, Q 4 stellette, Paste 9.4, e così via.

amy helm didn't it rain

Il 24 luglio uscirà il primo album solista di Amy Helm, figlia di Levon ed ex (?) componente degli Ollabelle, che in effetti dovrebbero essere solo in pausa di riflessione. Amy, oltre ad essere figlia di tanto padre, ha anche una madre di talento, Libby Titus, che è l’attuale compagna di Donald Fagen, e in passato lo è stata anche di Dr. John, dopo la separazione da Helm, nonché co-autrice con Eric Kaz di Love Has No Pride, una delle canzoni più belle di Bonnie Raitt e di molti altri brani nel corso degli anni, oltre ad un paio di album solisti. Quindi la musica di qualità è sempre stata una degli elementi fondamentali della vita di Amy Helm, che arriva a 44 anni a questo album di esordio, Didn’t It Rain, in uscita per la Entertainment One, dopo più di venti anni nel music business, avendo collaborato con grandissimi musicisti nel corso degli anni. A partire da suo padre, che appare alla batteria in tre brani del disco, Larry Campbell ( nel cui recente disco Larry Campbell and Teresa Williams appare anche la Helm), Byron Isaacs, bassista  e polistrumentista degli Ollabelle, che con Daniel Littleton alla chitarra e David Berger alla batteria, fa parte dell’attuale band di Amy, gli Handsome Strangers.

Nel disco suonano anche Bill Payne, Chris Masterson e Jim Weider, oltre a Campbell, alle chitarre, Marco Benevento, Brian Mitchell e John Medeski alle tastiere, più moltissime voce femminili di supporto, Carolyn Leonhart, Elizabeth Mitchell, Allison Moorer, Catherine Russell eTeresa Williams. Il disco è stato prodotto da Byron Isaacs, molto bello, manco a dirlo, con brani originali, cover di Martha Scanlan, Sam Cooke, classici spiritual, come la title-track che era nel repertorio sia di Mahalia Jackson come di Mavis Staples https://www.youtube.com/watch?v=_RglpLdfHpo
Gran disco!

watkins family hous

Anche questa è una bella sorpresa. Watkins Family Hour ricorda quelle riunioni di famiglia allargate come i dischi delle McGarrigle Sisters o della famiglie Wainwright e Thompson, ed in effetti siamo da quelle parti. Sara e Sean Watkins, che sono il lato family del gruppo, li conosciamo tutti, fratelli, ex Nickel Creek (ma il gruppo, al momento silente, esiste ancora), la prima, violinista e cantante, autrice anche di due ottimi album solisti, collaboratrice di Decemberists e Crooked Still, oltre ad apparire in parecchi dischi di pregio usciti negli ultimi anni, il secondo, multistrumentista, anche con alcuni album pubblicati a nome proprio. Tutti e due presenti pore in una sorta di supergruppo, WPA, Work Progress Administration, con un album e un EP a loro nome, progetto dove erano presenti anche Glenn Phillips dei Toad The Wet Sprocket e Luke Bulla, oltre alla sezione ritmica di Costello, Pete Thomas e Davey Faragher, più Benmont Tench (dagli Heartbreakers di Petty) e Greg Leisz. Questi ultimi due, insieme ai fratelli Watkins, Don Heffington alla batteria, Sebastian Steinberg al basso, e soprattutto Fiona Apple, già presente anche nell’ultimo disco della Watkins, in tre giorni, dal vivo in studio, hanno realizzato questo Watkins Family Hour, che comprende soprattutto cover tratte dal repertorio di Grateful Dead, Gordon Lightfoot, Robert Earl Keen, Bob Dylan, Harlan Howard, Lindsey Buckingham, eccetera. Il CD esce il 24 luglio su etichetta Family Hour e mi sembra molto buono https://www.youtube.com/watch?v=vRczyMGcPB8 . Country-rock, country got soul, folk-rock, come volete chiamarlo, il disco ha veramente un bel sound!

buddy guy born to play

Altri due titoli in uscita entro la fine del mese, il 31 luglio. Il primo è il nuovo di Buddy Guy Born To Play Guitar, etichetta RCA/Sony, il seguito dell’ottimo Rhythm And Blues pubblicato nell’estate del 2013, nello stesso periodo in cui esce questo nuovo (anche perché Guy compie gli anni il 30 luglio) e di cui vi avevo parlato ottimamente http://discoclub.myblog.it/2013/07/25/buddy-guy-non-lascia-anzi-raddoppia-il-30-luglio-compie-77-a/

Le premesse sono ottime anche per il nuovo disco https://www.youtube.com/watch?v=ntqlTG40inU ,  prodotto come il precedente da  Tom Hambridge e che vede presenti tra gli ospiti Van Morrison, Billy Gibbons, Kim Wilson e Joss Stone, che rilascia una ottima interpretazione vocale in (Baby) You Got What It Takes. Appena ci metto le grinfie sopra recensione completa.

joss stone water for your soul

Proprio anche di Joss Stone esce il nuovo disco solista Water For Your Soul, etichetta S-Curve/Stone’d Records, ma purtroppo non è altrettanto positivo il giudizio come per la partecipazione al CD di Buddy Guy. Non posso negare di avere sempre avuto una forte simpatia per questa giovane e talentuosa cantante inglese, che però alterna album ottimi, vedi i due volumi della serie Soul Sessions a ciofeghe terribili, come la collaborazione nel “tremendo” disco dei SuperHeavy, con Mick Jagger e Damien Marley, che l’ha convinta alla fine a registrare un disco di reggae. Come saprà chi legge questo Blog sono un grande estimatore (ma anche no) della musica caraibica, quindi il prospetto di un intero album dedicato al genere mi ha subito “entusiasmato”, anzi, mi sarei lanciato sulla versione Deluxe doppia che contiene anche un secondo CD con sei versioni dub di brani presenti in Water For You Soul. A parte nel titolo, soul ce n’è poco, più nu soul, hip hop, R&B e altre diavolerie moderne, oltre a tantissimo reggae. Fate conto che il miglior brano dell’album è forse questa The Answer, che incorpora elementi pop, un violino quasi celtico e ritmi orientali, ma certo un capolavoro non è. Se vogliamo si può salvare anche il secondo brano, This Ain’t Love, un funky -soul orchestrale vagamente alla Isaac Hayes, ma diciamo che il resto dei contenuti è inversamente proporzionale ai talenti vocali della Stone, che a 28 anni è sempre una delle migliori cantanti in circolazione, ma il disco non mi piace (già sentito tutto e bene), parere personale ovviamente. Peccato. Speriamo per il prossimo!

Per oggi è tutto, alla prossima.

Bruno Conti

Best Of 2012! Il Meglio Della Stampa Internazionale 2:”Gli Alternativi”! NME, Spin & The Wire

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Vi dovessi dire che sono le tre mie riviste “musicali” preferite o che se dovessi applicare l’assunto di Voltaire lo farei a cuor leggero, vi racconterei una balla, visto che c’è poco che condivido nelle loro scelte musicali ma pubblicare tre liste per amore di conoscenza non mi costa nulla e quindi vediamo cosa hanno scelto…

NME Best Albums Of 2012

TOP 10

01. Lonerism – Tame Impala

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02. Visions – Grimes

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03. Channel Orange – Frank Ocean

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04. (iii) – Crystal Castles

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05. An Awesome Wave – Alt-J

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06. Given to the Wind – The Maccabees

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07. Beard Wives Denim – Pond

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08. In the Belly of the Brazen Bull – The Cribs

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09. Jake Bugg – Jake Bugg

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10. Django Django – Django Django

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I video sono proprio quelli dei brani scelti dalla “gloriosa” rivista inglese.

 

Spin’s Best Albums of 2012

Top 10


  1. Frank Ocean – channel ORANGE
  2. Kendrick Lamar – good kid, m.A.A.d city
  3. Japandroids – Celebration Rock
  4. DJ Rashad – TEKLIFE Vol. 1 – Welcome to the Chi
  5. Miguel – Kaleidoscope Dream
  6. Bat for Lashes – The Haunted Man
  7. Swans – The Seer
  8. Killer Mike – R.A.P. Music
  9. Ty Segall – Twins
  10. Santigold – Master of My Make-Believe

 

E questi sono quelli di…

The Wire

Top 10 Albums

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  1. Laurel Halo – Quarantine
  2. Sun Araw & M Geddes Gengras meet the Congos – Icon Give Thank
  3. Actress – RIP
  4. Jakob Ullmann – Fremde Zeit Addendum
  5. Jason Lescalleet – Songs About Nothing
  6. CC Hennix & The Chora(s)san Time-Court Mirage – Live at the Grimm Museum 1
  7. Bob Dylan – Tempest
  8. Julia Holter – Ekstasis
  9. Carter Tutti Void – Transverse
  10. Ricardo Villalobos – Dependent and Happy

Se vi state chiedendo cosa ci faccia Tempest di Bob Dylan al 7° posto della lista di Wire, me lo sono chiesto anch’io, ma non ho saputo darmi una risposta!

Visto che parliamo di resoconti e classifiche, se per caso non conoscete Spin, rivista americana ormai bimestrale, per darvi una idea, sono quelli che a maggio scorso hanno pubblicato la lista dei loro “100 Greatest Guitarists”, con questi risultati (solo i primi 10), per non farvi soffrire troppo.

1 Lee Ranaldo & Thurston Moore
2 Kevin Shields (My Bloody Valentine)
3 John Fahey
4 Kurt Cobain
5 J Mascis
6 Prince
7 Tom Verlaine and Richard Lloyd (Television)
8 Johnny Ramone
9 Eddie Hazel (Funkadelic)
10 Jam Master Jay (Run-DMC)

Inutile dire che Jimi Hendrix non è nei primi 100 e che al 100° posto c’è Skrillex. Va bene la provocazione, ma pigliare per il culo! Se non ti piacciono i chitarristi classici basta non pubblicarla e “trattare” solo gli alternativi (perché John Fahey, Tom Verlaine, Richard Lloyd e Eddie Hazel sono fior di chitarristi “classici”). Comunque se la volete vedere spins-100-greatest-guitarists-all-time

Fine degli “alternativi”, domani i classici, con Rolling Stone e la BBC e le mie “alternative”. Ormai sono entrato nel gorgo e per qualche giorno sono alle prese con queste liste, anche se dovrei postare qualche recensione e le ultime uscite interessanti di Dicembre.

Bruno Conti

Novità Di Ottobre Parte IIb. Trey Anastasio, Benjamin Gibbard, Neil Young, Tame Impala, Beth Nielsen Chapman, A Fine Frenzy, Show Of Hands, Tim O’Brien & Darrell Scott, Blackmore’s Night, Holly Golightly & The Brokeoffs, John McLaughlin, Eccetera

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Riprendiamo l’esame delle uscite discografiche del periodo 9-16 ottobre.

Disco solista per Trey Anastasio, chitarrista e leader dei Phish (dei quali è appena uscito un bel sestuplo CD, Chicago ’94). Il disco si chiama Traveler, viene pubblicato dalla Rubber Jungle distribuz. Ato Records, esce il 16 ottobre, co-prodotto da Peter Katis (Interpol, Jonsi, National) e oltre alla solita band vede la partecipazione di due componenti dei National, Bryan Devendorf e Matt Berninger, il percussionista islandese Samuli Kosminen (che deve essere un oriundo, perché non ha il cognome che finsice per …son), Rob Moose dei Bon Iver e la voce femminile di Kori Gardner dei Mates Of State. Più funky e rock del solito, con parecchi brani anche più canzone che jam, senza dimenticare che pure i Phish in studio sono meno torrenziali che nella dimensione Live. Troviamo, tra gli altri brani, una cover di Clint Eastwood dei Gorillaz. Non male!

Anche Benjamin Gibbard pubblica il suo primo disco da solista, Former Lives per la Barsuk Records. L’ex (?) Death Cab For Cutie aveva già pubblicato nel 2009 un bel disco in coppia con Jay Farrar. I brani raccontano gli ultimi 8 anni della sua vita, dei problemi di alcolismo, la vita sentimentale (è stato sposato 2 anni con Zooey Deschanel, ma si sono già divisi). Il disco mi sembra molto bello, con un suono in bilico tra pop raffinato, roots rock, folk e ballate malinconiche. C’è anche un bel duetto con Aimee Mann, Bigger Than Love. Una delle piacevoli sorprese di questa fine anno, esce la settimana prossima anche in Europa per la City Slang.

A fine mese esce Psychedelic Pill di Neil Young con i Crazy Horse e se ne parlerà molto, con un brano di oltre 27 minuti questa volta Neil si è superato. Nel frattempo negli States per la Sony Pictures, in Blu-Ray e DVD, esce questo Journeys, che è il documentario che gli ha dedicato Jonathan Demme, una novantina di minuti sulla vita del “loner” canadese, ricco però anche di momenti musicali, con un paio di brani inediti tanto per gradire. Ma quante canzoni ha scritto?

tame impala lonerism.jpgbeth nielsen chapman the mighty sky.jpga fine frenzy pines.jpg

 

 

 

 

 

 

 

Pubblicato lo scorso 9 ottobre per la Modular Records Lonerism è il secondo album di studio per i Tame Impala. Il trio australiano propone una sorta di pop-rock psichedelico assai interessante e dalle sonorità “moderne”, ma ricco anche di suggestioni anni ’70. Per questo album è stato citato il sound di Todd Rundgren dei primi anni ’70 ed in effetti, a ben sentire, qualche analogia c’è. Comunque sono interessanti. 

Beth Nielsen Chapman è una brava cantautrice americana (con una voce che ricorda Joni Mitchell) di cui mi sono già occupato sul Blog per il precedente album beth-nielsen-chapman-back-to-love.html  di un paio di anni fa, ora sempre per la propria etichetta, la BNC Records, pubblica il suo undicesimo CD, in una carriera più che trentennale. Si chiama The Mighty Sky e nella presentazione del disco, uscito la scorsa settimana in Inghilterra, viene definito “una collezione di canzoni sull’astronomia per bambini di tutte le età”. In effetti i testi del disco sono tutti ispirati a questa scienza, vista come una sorta di metafora per la vita. Da quello che ho potuto sentire il disco ha un suo fascino particolare e si ascolta con molto piacere. In Italia noi ai bambini diamo Antonellina Clerici, altrove riescono a creare qualcosa di più interessante e di qualità.

Anche A Fine Frenzy, al secolo Allison Sudol (chissà perché uno pensa che si chiami A Fine di nome e Frenzy di cognome) ci regala un disco inconsueto, Pines, che proprio di quello tratta: un album che racconta della vita proprio di un pino, anche in questo caso visto come una metafora della decadenza della natura e delle foreste in particolare. Il disco è “strano” ma non più del solito, A Fine Frenzy propone sempre quel suo pop raffinato con elementi elettronici non fastidiosi, illuminato anche da canzoni commerciali, radiofoniche perfino, ma di qualità, con elementi favolistici e un ampio uso del piano in cui la Sudol se la cava alla grande. E il tutto esce il 16 ottobre per una major come la Virgin US EMI, non per nulla i due dischi preedenti erano entrambi entrati nelle classifiche di vendita di vari paesi.

kasey chambers wreck and ruin.jpgblackmore's night a knight in york.jpgshow of hands wake the union.jpg

 

 

 

 

 

 

 

Molto popolare in Australia dove è attualmente forse la numero uno in assoluto, Kasey Chambers alterna dischi a nome proprio ad altri registrati in coppia con il marito Shane Nicholson, questo nuovo Wreck And Ruin è già uscito down under il 18 settembre ma uscirà per il mercato americano ed europeo il prossimo 23 ottobre. Il disco viene pubblicato dalla Sugar Hill anche in una versione doppia Deluxe ed è proprio bello, country ma ricco di roots rock, una serie di duetti che permettono di gustare la voce della Chambers che a cavallo del secolo aveva pubblicato una sequenza di album con un ottimo riscontro di critica. Non escludo che se ne parli sul Blog, magari l’amico Tino che ha una particolare predilezione per questa cantautrice.

Non mi ricordo se si era già parlato di questo CD (o DVD) dei Blackmore’s Night A Knight In York, che era già stato pubblicato la scorsa estate in Europa (Italia compresa), ma visto che questa settimana esce negli Stati Uniti e il vecchio gruppo del chitarrista inglese festeggia i 40 anni di Machine Head ne approfitto per (ri) segnalarlo. Si tratta della registrazione di un concerto tenutosi nell’autunno del 2011 alla Opera House di York in Inghilterra. La voce, come di consueto, è quella della moglie Candice Knight e lo stile è il particolare folk-rock sognante del duo.

A proposito di folk britannico, un’altra delle formazioni storiche britanniche (oltre ai Bellowhead di cui si parlava nel Post di ieri) è quella degli Show Of Hands, un duo di musicisti poco conosciuto dalle nostre parti ma bravissimi. Steve Knightley e Phil Beer, tra cassette, dischi di studio e dal vivo, compilations e altro, hanno abbondantemente superato i 25 titoli nella loro discografia. Questo Wake The Union che esce oggi per la loro etichetta omonima è l’occasione per ascoltare un folk celtico intriso anche di radici americane e con la partecipazione di una valanga di ospiti: Martin Simpson, Seth Lakeman, Bj Cole, Andy Cutting, Paul Sartin dei Bellowhead e molti altri, tra i quali non manca la contrabassista Miranda Sykes, che è il terzo componente del gruppo e che aggiunge spesso le sue splendide armonie vocali. Se non conoscete già e amate il genere, assolutamente consigliati.

tim o'brien darrell scott we're usually a lot better.jpgholly golightly & the brakeoffs.jpgjason lytle department.jpg

 

 

 

 

 

 

 

Tim O’Brien e Darrell Scott stanno registrando un nuovo album di studio che uscirà nei primi mesi del 2013, ma nel frattempo pubblicano questo Live dal titolo autoironico, We’re Usually A Lot BetterThan This, registrato dal vivo in una serie di esibizioni tenute tra il 2005 e il 2006 e pubblicato la scorsa settimana, anche in Europa, dalla Full Light Records. I concerti erano per promuovere il loro precedente disco di studio in coppia ( Real Time, uscito nel 2000), ma anche no, visti gli anni passati. Entrambi sono cantatutori e pluristrumentisti dell’area country/bluegrass, bravissimi e con delle copiose  discografie. Darrell Scott, per i più distratti, era quello che divideva le parti strumentali con Buddy Miller nel disco e nei concerti della Band Of Joy di Robert Plant e Patty Griffin, grande musicista.

Un’altra coppia, più pazzerellona, basta vedere l’abbigliamento sulla copertina del CD, è quella di Holly Golighty & The Brokeoffs. Nonostante lei sia inglese, fanno una sorta di Americana music sgangherata, con elementi alternative rock e in particolare con ampi squarci di melodia e altrettanti di stranezza. Il marito Lawyer Dave si occupa, da solo, principalmente della parte strumentale. Da soli o in coppia, da metà anni ’90 hanno pubblicato all’incirca una trentina di dischi. Forse ho dimenticato di dire il titolo, Someday Run Me Over, etichetta 12Th Street Records, esce oggi 16 ottobre.

Jason Lytle, il vecchio leader dei Grandaddy, dopo una serie di dischi solisti non memorabili esce con questo nuovo album che si intitola Dept Of Disappeareance, sempre per la Anti Records, il 16 ottobre e le critiche non sono state proprio positive, a parte qualche parente o amico. Ma il mondo è bello perché è vario, per cui ognuno è libero di dire quello che vuole, soprattutto i fans, però se vi fidate, state alla larga.

john mclaughlin now here this.jpgian segal candy store kid.jpgmoving sidewalks the complete collection.jpg

 

 

 

 

 

 

 

E con questo trio di chitarristi concludiamo il giro di segnalazioni odierne.

John McLaughlin, anche lui ha compiuto 70 anni quest’anno, è stato, prima con Miles Davis e poi con la sua Mahavishnu Orchestra uno dei fondatori del cosiddetto movimento jazz-rock poi divenuto fusion. Ma già prima aveva suonato nella Graham Bond Organisation con Jack Bruce, Ginger Baker e Dick Heckstall Smith (a proposito, il cofanetto della Repertoire con l’opera omnia del gruppo continua a venire posticipato, ora è previsto per fine ottobre). McLaughlin ha suonato anche con il Tony Williams Lifetime e con gli Shakti ha fuso la musica indiana e il jazz. Per non parlare dei bellissimi dischi in trio acustici con Al Di Meola e Paco De Lucia. Quindi un musicista di quelli super importanti. Da qualche anno, con i bravissimi musicisti dei 4Th Dimension, ha ripreso a fare quel jazz-rock furioso dei tempi d’oro della Mahavishnu Orchestra. Il nuovo album edito in questi giorni dalla Abstract Logix si chiama Now Here This, ed è molto bello, lo sto sentendo in questo periodo perché gli amici della IRD mi hanno chiesto di recensirlo. Spero di trovare il tempo di farlo, in ogni caso lo consiglio vivamente a chi ama questo tipo di musica.

Ian Siegal, eccellente chitarrista inglese di blues, lo scorso anno aveva pubblicato per la Nugene Records un ottimo disco insieme ai “figli di…”, The Youngest Son, registrato negli Stati Uniti The Skinny era uno dei migliori dischi di blues-rock del 2011. Ora, con la stessa etichetta, quasi gli stessi musicisti, ma un nome nuovo per il gruppo, Mississippi Mudbloods, esce in questi giorni Candy Store Kid che mi sembra, più o meno, sugli stessi livelli, quindi molto buono. Appena possibile recensione!

Per finire, a proposito di chitarristi, esce un doppio CD con l’opera omnia, inediti a go-gò compresi, dei texani Moving Sidewalks. Forse senza barba e cappellaccio non lo riconoscete, ma si tratta della prima band, come definirla, psychedelic blues, di Billy Gibbons, il futuro ZZ Top. Jimi Hendrix, per cui all’epoca avevano aperto alcuni concerti, spesso, in quei giorni, li citava come musicisti da tenere d’occhio. In questa confezione doppia The Complete Moving Sidewalks Collection ,che esce per la Rockbeat Records, etichetta americana specializzata nelle ristampe e rarità, troviamo il disco originale Flash, che era già uscito in varie versioni, nel primo CD e altri 16 brani, di cui 9 inediti, nel secondo, alcuni della formazione pre-Moving The Coachmen. Si tratta, fondamentalmente, di un disco per maniaci e completisti, perché alcuni dei brani nel secondo CD sono gli stessi, ripetuti in più versioni, però è interessante segnalarlo ai lettori di questo Blog, almeno penso.

That’s All, alla prossima.

Bruno Conti