E La “Saga” Continua … Dirtmusic – Lion City

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Dirtmusic – Lion City – GlitterBeat Records

Con questo Lion City siamo arrivati al quarto capitolo discografico della creatura a nome Dirtmusic, nata dalle menti di Chris Eckman e Hugo Race, rimasti in due dopo l’uscita di Chris Brokaw dal trio originale,il precedente lavoro recensito su queste pagine virtuali  http://discoclub.myblog.it/2013/07/26/musica-dal-mondo-tra-afrobeat-e-desert-blues-dirtmusic-troub/ . Sono bastati pochi mesi per conoscere le  “sessions” dell’ottimo  Troubles ( uscito la scorsa estate), adesso vengono alla luce altre registrazioni (una sorta di volume 2) effettuate in quella occasione, sempre accompagnati da Ben Zabo e dai musicisti della sua band, oltre che da altri importanti artisti “maliani” tra i quali Tamikrest, Samba Tourè, Aminata Traorè e Ibrahima Douf, molti dei quali sotto contratto e presenti nel catalogo della Glitterbeat Records.

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Tutte le undici canzoni meritano di essere citate, a partire dall’iniziale Stars Of Gao con l’apporto dei nigeriani Super 11 (per chi scrive totalmente sconosciuti, ma bravi), Narha con l’incantevole voce di Aminata Wassidjè Traorè , dalla profonda Movin’ Careful incisa con la band “taureg” dei Tamikrest, passando per brani come Justice dal suono inconfondibile Dirtmusic, Ballade De Ben Zaboeseguita  da uno strumento antico come il “balafon”,  e cantata dallo stesso autore, nonché l’afro dub di Red Dust, con i calibrati interventi del grande Samba Tourè https://www.youtube.com/watch?v=3jdI0dtt7y4 . Come i vecchi vinili di una volta, la seconda parte inizia con le inquiete Clouds Are Cover https://www.youtube.com/watch?v=sxdmy_MNm0U  e Starlight Club, seguite dai ritmi afro-garage di Blind City e dall’hip-hop di Day The Grid Went Down, per poi chiudere alla grande con un intrigante e personalissimo requiem September 12, un canto d’amore con cuore e anima, dedicato alla propria nonna dalla giovanissima senegalese Ibrahima Douf https://www.youtube.com/watch?v=MlhoK7upXpc , che conclude un lavoro profondo e intenso, pieno di eccezionali intuizioni musicali.

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Lion City è un disco di affascinante bellezza, un ennesimo e stupefacente viaggio multiculturale nel pulsante tessuto sonoro del Malì, inciso dai Dirtmusic tra il deserto e la luna, per una manciata di canzoni certamente non di facile ascolto, ma una straordinaria occasione per conoscere un gruppo di valenti musicisti e destinato ad un pubblico di ascoltatori dai  palati fini e sopraffini, amanti di questi tipi di sonorità assai particolari.  

Tino Montanari

Musica Dal Mondo: Tra “Afrobeat E Desert Blues”! Dirtmusic – Troubles

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Dirtmusic – Troubles – Glitterbeat Records 2013

Il progetto Dirtmusic nasce come un passatempo a sei mani per outsiders eccellenti del rock d’autore americano, Chris Eckman dei Walkabouts, Chris Brokaw ex Codeine e Come, e l’australiano Hugo Race, con l’album omonimo Dirtmusic (2007), ma nessuno può dire cosa sarebbe successo a questo gruppo se l’anno successivo non si fossero recati al Festival au Desert di Timbuktu, e  quindi fatto la conoscenza con il blues desertico dei Tamikrest, la più giovane rock’n’roll  band “tuareg”, cresciuta sull’onda dei Tinariwen. A seguito di quell’incontro nasce una sorta di fascinazione per la musica africana (in particolare da parte di Chris Eckman), che li porta a registrare un secondo disco, lo splendido BKO (2010) negli studi di Bamako, con la collaborazione dei musicisti dei Tamikrest. In questo terzo capitolo della “saga africana” Eckman e Race, dopo essere rimasti orfani di Brokaw, sono tornati sul luogo del delitto (nonostante la guerra civile in corso), per incidere Troubles nel Club di Salif Keita, al disco hanno collaborato una schiera di artisti locali, a partire da Ben Zabo e i musicisti della sua band, le cantanti Aminata Wassidje Traorè, Virginie Dembèlè (nomi importanti della scena musicale maliana) e Samba Tourè (il cui ultimo disco è stato prodotto dallo stesso Eckman).

La musica che “sgorga” dalle tracce di Troubles, nasce dall’incontro fra tradizioni e scuole musicali diverse: il dub elettronico di Chicken Scratch, Fitzcarraldo e The Big Bend nella sequenza iniziale, il desert blues tribale di Wa Ya Us, la ballata indie Up To Us, le sonorità afro-reggae di Troubles, il ritmo afrobeat della meravigliosa La Paix, con il canto della Traorè, passando per il funk-blues di Take It On The Chin, al superbo soul etereo di Wa Nuza con la voce di Virginie Dembèlè, il sound rabbioso di Sleeping Beauty quasi recitativo di Race, per finire con il lamento tribale di Zoumana Tereta in God Is Mystery, suonato con lo strumento africano “Soku” (una specie di violino con una corda).

Se BKO era figlio dell’infatuazione musicale del momento, questo Troubles assimila al meglio una certa musicalità locale, quell’intreccio tra strumentazione rock e  strumenti propri della tradizione africana, ma anche una forte tensione drammatica (data dagli eventi esterni), e purtroppo dalla grave situazione politica e sociale del Malì. All’inizio di questo progetto i Dirtmusic erano partiti per esportare un pezzo della loro cultura, ma hanno finito col rimanere inghiottiti da una terra straniera, tanto affascinante, quanto problematica. Se siete interessati alla buona musica, la musica che viene da questo mondo, Troubles è il disco giusto. Superlativo!

Dato l’abbondante materiale, per il 2014 è atteso un secondo capitolo, sempre edito dalla Glitterbeat, il marchio che la Glitterhouse ha coniato per queste uscite africane.

Tino Montanari