Correva L’anno…Terry And The Pirates – The Doubtful Handshake

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Terry And The Pirates – The Doubtful Handshake – MIG Music

Partiamo dalla preistoria!

Fine anni ’70, anzi, per la precisione 1979, la Wild Bunch Records (è proprio quello che state pensando, prima della scissione!), a cura di Paolo Carù e Fabio Nosotti pubblica il primo LP (i CD non erano stati ancora inventati) di una entità chiamata Terry and The Pirates (nome preso da un famoso fumetto americano), l’album si chiama Too Close For Comfort  e poi verrà edito in CD da varie case, l’ultima versione della Acadia/Evangeline nel 2008. Si tratta, perlopiù, di materiale registrato dal vivo con mezzi di fortuna, cassette con 1 microfono stereo e quindi la qualità è un po’ primitiva.

Ma Terry Dolan, Greg Douglass e soprattutto John Cipollina sono tra i musicisti coinvolti in questo interessante progetto nato nella Bay Area. Pochi mesi dopo, il 2 dicembre (ho controllato) al Palalido di Milano arriva la Cipollina/Gravenites Band e (purtroppo) il sottoscritto era presente visto che il concerto era organizzato dalla radio con cui collaboravo: ricordo che Cipollina non si trovava fino a pochi minuti prima dell’inizio perché le sue principali attività del tempo erano farsi le ragazze e “farsi” e basta. E il concerto non fu memorabile come ci si poteva aspettare anche se qualche lampo della classe del chitarrista dei Quicksilver fu possibile percepirlo.

Fast Forward di qualche mese, siamo nel 1980 e il produttore e ingegnere del suono Jim Stern riesce a “segregare” i tre personaggi in questione più David Hayes il bassista di Van Morrison e il batterista Jeff Myer, prima al Kelly Quan’s di San Francisco e poi nei suoi studi Luna Productions a Petaluma, California e lascia rollare i nastri. Il risultato di quelle sessioni viene pubblicato dalla gloriosa etichetta tedesca Line (grandissimo catalogo, dei benemeriti, ricordo citando a caso i CD di Mark-Almond, Roger Chapman, Roy Harper, Guthrie Thomas, i Cold Chisel di Jimmy Barnes e mille altri, però, per usare un eufemismo, spesso la qualità sonora faceva cagare).

Anche la prima edizione di questo The Doubtful Handshake non entrerà negli annali della storia dei dischi meglio registrati. Questa nuova versione rimasterizzata dalla Mig (Made In Germany Records) ha un suono sempre ruspante ma incomparabilmente migliore delle vecchie versioni e ci consente di gustare le evoluzioni delle chitarre di John Cipollina e Greg Douglass e del pianino di Pete Sears (l’ex Jefferson Starship non accreditato ma presente come ricorda lui stesso nel libretto del CD).

Già dalla cover iniziale di Ain’t Living Long Like This di Rodney Crowell il disco ha una consistenza e qualità che non ricordavo. I brani sono proprio belli, Terry Dolan canta benissimo, David Hayes è un bassista prodigioso, il genere è più Quicksilver dei Quicksilver stessi, meno psichedelico nel senso di meno jam e più canzoni ma con il trademark inconfondibile della chitarra acida di Cipollina che disegna le sue (in)consuete traiettorie con quel tintinnante vibrato nelle note alte e la seconda chitarra solista di Douglass spesso in versione slide che gli risponde come ai tempi con Gary Duncan. Il trittico di brani firmato da Terry Dolan, Inside and Out, Into The Wind e Inlaws and Outlaws (che aveva avuto una prima versione nel 1970 con Nicky Hopkins al piano) è veramente fantastico, risentito oggi con una qualità sonora ottima puoi gustarti la bravura di questi musicisti che erano stati degli innovatori e soprattutto di un Cipollina in forma strepitosa, prima del declino inarrestabile che l’avrebbe portato ad una prematura scomparsa nel marzo del 1989 a soli 46 anni.

Un brano come Montana Eyes non ha nulla da invidiare a certi brani di Bob Dylan o Roger McGuinn degli anni ’70, con quella qualità epica delle loro migliori canzoni, c’è anche un organo di qualche ospite in studio. E che dire dell’ottimo strumentale firmato da John Cipollina Highway? Gagliardo! Per non parlare della versione Quicksilverizzata di I Put A Spell On You di Screamin’ Jay Hawkins che è quasi più bella di quella dei Creedence, (esiste anche un bel DVD dal vivo al Rockpalast)!

Anche l’unico brano firmato da Greg Douglass All Worth The Price You Pay non è niente male, un bel rock dal ritmo incalzante con le solite chitarre che duellano alla grande. Questa nuova versione del disco (quella definitiva) ha due bonus tracks: una breve jam TD’s Natural Blues, di cui potevamo anche fare a meno e sempre in qualità sonora primitiva una più interessante e psichedelica Walking The Plank dal vivo con l’aggiunta del piano distorto di Nicky Hopkins. Un disco, forse, minore ma che vale la pena di avere.   

Bruno Conti