Una Epica Saga Del West Lunga Quarant’Anni ! Tom Russell – The Rose Of Roscrae A Ballad Of The West

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Tom Russell – The Rose Of Roscrae – Frontera/Proper Records – 2 CD

Con questo ambizioso nuovo lavoro The Rose Of Roscrae (A Ballad Of The West), Tom Russell chiude una trilogia iniziata con The Man From God Knows Where (98), una saga familiare che narra la storia della famiglia Russell attraverso le varie generazioni, dall’Irlanda agli Stati Uniti, proseguita con Hotwalker (05) un viaggio a ritroso nella memoria e nella storia dell’America  (che coinvolge personaggi del calibro di Charles Bukowsky, Jack Kerouac, Lenny Bruce, Virginia Brown, etc), chiudendo il cerchio con questa epica “saga” popolare, che si sposta dall’Irlanda al Texas, dalla California al Messico, attraversa le pianure e raggiunge il Canada, per 52 tracce (molte narrate, la maggior parte cantate) e con la durata totale di 150 minuti, raccolta in 2 CD, di una storia affascinante.

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Prodotto da Tom Russell e Barry Walsh The Rose Of Roscrae dispone di un gotha di leggendari icone americane tra cui: Jimmie Dale Gilmore, David Olney, Johnny Cash, Joe Ely, Ian Tyson, Augie Meyers, Fats Kaplin, Jimmy LaFave, Ramblin Jack Elliott, Jack Hardy, John Trudell, David Massengill, Guy Clark, Dan Penn, e grandi voci femminili come Eliza Gilkyson, Maura O’Connell, Gretchen Peters e altri che non elenco per non rubare ulteriore spazio.

La “saga” racconta la storia di un giovane irlandese di 16 anni nativo di Templemore, tale Johnny Dutton, che raggiunge l’America alla fine del 1880 per diventare un cowboy, lasciandosi alle spalle il suo primo amore, la rosa di Roscrae, e l’overture, come nei migliori colossal è affidata alla voce drammatica di Jimmie Dale Gilmore, poi durante il percorso troviamo la voce inconfondibile di Johnny Cash in Sam Hall, una fantastica ballata irlandese, come la title track The Rose Of Roscrae https://www.youtube.com/watch?v=dBh3sl3vAa8 , e la melodia trascinante di Hair Trigger Heart, cantate con passione da Tom Russell https://www.youtube.com/watch?v=xfv8rmh5B5Q , incontrando poi sulla strada la coppia Jimmy LaFave e Gretchen Peters, alle prese con una delicata Ain’t No More Cane On The Brazos, un’altra dolce ballata texana come The Hands Of Damien, le note commoventi di Carriekfergus con Finbar Furey, passando per i canti indiani Crazy Horse e Custer’s Luck che non potevano che essere cantati da John Trudell, in coppia con Thad Beckman, andando a chiudere la prima parte di percorso con una commovente She Talks To God affidata nuovamente alla voce di Tom Russell  https://www.youtube.com/watch?v=dNQWuga7Gjs. La seconda parte del viaggio vede la bellissima voce di una rediviva Maura O’Connell declamare come una preghiera l’immortale The Water Is Wide, e riprendere dal punto di vista femminile I Talk To God, lasciando poi spazio alle voci di Eliza Gilkyson in The Bear e The Railroad Boy, e ancora Gretchen Peters, in una straziante ninna nanna messicana come Guadalupe https://www.youtube.com/watch?v=5AOvny2s8Pg , andando poi sul sicuro con una nuova versione del classico Gallo Del Cielo del duo Joe Ely e Ian Tyson, e una versione francofona di Bonnie Dobson del tradizionale En Canadien Errant, per poi calare un tris d’assi come Jimmie Dale Gilmore, Guy Clark e Dan Penn in un medley di Desperados Waiting For A Train (una delle più belle canzoni di sempre), per poi ritornare alle atmosfere irish con The Stable, e il viaggio nei ricordi dell’ormai anziano Johnny Dutton, non poteva che chiudersi con la ripresa da parte di Maura O’Connell (e la sua magnifica voce) di The Rose Of Roscrae, per un lavoro che si candida fin d’ora a essere uno dei dischi dell’anno (l’unico piccolo difetto, forse è un po’ troppo lungo).

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Ultimando questa “trilogia” con The Rose Of Roscrae Tom Russell ha firmato il suo capolavoro, il nostro è un artista che per oltre quattro decenni e con 28 album alle spalle (se non ho sbagliato i conti) ha scritto una serie di canzoni che sono state interpretate dai musicisti più disparati, tra i quali ricordiamo Johnny Cash, Joe Ely, Jerry Jeff Walker, Suzy Bogguss, Nanci Griffith, Dave Alvin, Peter Case, Hugh Moffatt, e ancora tra gli altri Barrence Whitfield, con cui ha inciso due splendidi album Hillbilly Voodoo (93) e Cowboy Mambo (94) ormai introvabili, migliorando negli anni la sua scrittura e incidendo dischi che sono delle vere e proprie operazioni culturali, e sarebbe un delitto non accorgersi della bravura di questo personaggio, specialmente dalle nostre parti e  per i lettori (spero molti) di questo blog. Epico!

Tino Montanari

Tra Folk E Blues: Solo Chitarra E Batteria! Thad Beckman e Danny Montgomery – When The Sun Goes Down

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Thad Beckman & Danny Montgomery – When The Sun Goes Down – Distinguishing Mark Records

Thad Beckman è un interessante cantautore e chitarrista, da parecchi anni sulle scene, ha già pubblicato quattro album come solista, con uno stile che oscilla tra il classico folk d’autore e il blues. Beckman è anche, da qualche anno, il chitarrista che accompagna abitualmente Tom Russell http://www.youtube.com/watch?v=uAaVM8PUQfU  in tour e qualcosa deve avere appreso dal grande storyteller texano d’adozione o così si percepisce dai suoi album solisti http://www.youtube.com/watch?v=2SntFfAy-MU .

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Ma questo When The Sun Goes Down è uno strano esperimento: niente di stravolgente ma sicuramente un CD particolare. Si tratta di un disco registrato in coppia con il batterista Danny Montgomery, un album per sola chitarra acustica e batteria non è certamente molto usuale e l’esperimento, se tale voleva essere, è sicuramente riuscito. Il genere prevalente è il blues acustico, ma tra gli undici brani Beckman ci infila ben sei sue composizioni e quindi il mood spesso è quello del classico disco da folk singer. E ne ho anche uno in mente, forse non per il genere, ma sicuramente per il tipo di voce, ovvero Gordon Lightfoot. Come mi è venuto in mente? Non lo so. Sono quei tipici casi in cui ascolti qualcuno e ti sembra di cogliere delle analogie, ma per quanto ti sforzi non riesci a focalizzare di cosa si tratta, poi, tac, scatta una rotella nel suo cervello e dici, ma questo assomiglia moltissimo come voce a Lightfoot e son soddisfazioni (!), tra i piaceri di ascoltare la musica c’è anche il fatto di cogliere queste somiglianze, spesso del tutto inconsce e non percepite dallo stesso autore.

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Non credo che Beckman si sia svegliato una mattina e abbia detto, oggi mi va di cantare come Gordon, è semplicemente un fatto intrinseco, la voce è simile. Ma non il genere, come detto, anche se nell’iniziale Dust Bowl Madonna, qualche frammento del cantato piano, tranquillo, ma ricercato del cantautore canadese emerge. Per il resto del disco siamo su territori decisamente più vicini al blues, anche se la title-track, la notevole When The Sun Goes Down, ricorda per certi versi anche le canzoni meno tipicamente country di Willie Nelson, un altro che sa come suonare una chitarra acustica con grande perizia, ma ancora, e nuovamente, il Lightfoot citato poc’anzi. Ci sono un paio di brani strumentali, Blues On “E” e The Assassination Of L.K, dove si apprezza l’ottimo picking di Thad Beckman, e il “divertissement” finale di Jingle, Jangle, Jingle più una bella cover, accelerata e quasi irriconoscibile, di Buckets Of Rain di Dylan, che diventa un divertente country-blues.

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Nel resto del disco, ogni tanto, i due si divertono anche ad improvvisare ai rispettivi strumenti come in I Got The Blues About You dove Beckman lascia spazio a qualche rullata in libertà di Danny Montgomery. C’è anche qualche canzone che ha quel sapore leggermente bluesy-pop come certe cose di George Harrison negli ultimi album e singoli dei Beatles, tipo For You Blue, ma come avrebbe potuto suonarla Mississippi John Hurt, una specie di incrocio tra le due cose, qui estrinsecato nella piacevole Well Bottom Blues http://www.youtube.com/watch?v=lhIhnABq1lk . Per il resto non mancano un paio di classici delle 12 battute come Walking Blues e Blues Before Sunrise, che possono ricordare gli Hot Tuna degli inizi, niente basso di Casady ma una batteria discreta ed agile a segnare il tempo. Piacevole e ben suonato, con parecchi virtuosismi chitaristici, una simpatica curiosità da parte di un musicista degno di essere conosciuto. Non solo per specialisti del Blues!

Bruno Conti