Una Sorprendente Dinamo Rock-Blues Nera. Skykar Rogers – Firebreather

skylar rogers firebreather

Skylar Rogers – Firebreather – Self-released CD/Download

Viene da Chicago, ma opera con la sua band, i Blue Diamonds, nell’area di St. Louis, dove è stato registrato questo Firebreather, che è il suo esordio, a parte un EP uscito nel 2019 Insecurities: stiamo parlando di Skylar Rogers, cantante nera che mescola orgogliosamente blues, soul, funky e molto rock, non per nulla tra le sue influenze cita Tina Turner, Etta James, Billy Joel, e Koko Taylor, tutte abbastanza comprensibili, a parte forse Billy Joel. Il disco consta di 10 tracce originali, niente cover, la band che la accompagna, un quintetto con due chitarre, basso, batteria e un tastierista, nomi poco conosciuti, ma comunque validi e tosti, anche se tutto ovviamente ruota intorno alla voce gagliarda e duttile della Rogers. Si parte subito forte con il rock-blues tirato di Hard Headed Woman, chitarra incisiva e ricorrente, organo scivolante, il resto della band ci dà dentro di gusto, il timbro vocale una via di mezzo tra Janis Joplin (o se preferite le sue epigone Beth Hart e Dana Fuchs, anche se non siamo per ora a quei livelli), Koko Taylor e la Tina Turner più rockeggiante https://www.youtube.com/watch?v=YtW5bE_Rmig , come ribadisce la robusta Back To Memphis, ancora potente e con la chitarra di Steven Hill sempre in bella evidenza https://www.youtube.com/watch?v=qPGItqPBkuc  .

SkylarRogers_COL01-scaled

Work è più funky, anche se i ritmi rock sono sempre prevalenti, con l’organo che cerca di farsi largo, Like Father Like Daughter il singolo estratto dall’album è sempre molto riffata, addirittura con elementi southern nella struttura del brano e la solista che imperversa sempre https://www.youtube.com/watch?v=m7kj_qZ7cnU , ma la “ragazza” ha classe e quando i tempi rallentano come nella bellissima soul ballad Failure, le influenze di James e Taylor hanno modo di essere evidenziate e la vocalità si arricchisce di pathos, con l’organo che si spinge dalle parti di Memphis https://www.youtube.com/watch?v=bQeUxLGSsCc . Però il genere che si predilige nell’album è sempre abbastanza duretto, come ribadisce la tirata title track, sempre in odore di blues-rock, con chitarra quasi hard e organo ad inseguirsi, mentre basso e batteria pompano energicamente e Skykar canta con grande forza https://www.youtube.com/watch?v=NKMOc4glugs , con Movin’ On che viceversa ha retrogusti gospel su un tempo scandito, coretti e battiti di mano accattivanti per un call and response godurioso, mentre la melodia è affidata all’organo https://www.youtube.com/watch?v=encBYeZcv28 .

skylar rogers firebreather 1

Thankful è una blues ballad pianistica, sempre con le linee fluide e sinuose della solista a fare da contrappunto alla energica interpretazione della Rogers che poi lascia il proscenio a un drammatico e vibrante assolo della chitarra, atmosfera che si ripete nello slow blues Drowning, altro brano che ruota attorno al dualismo tra la voce accorata di Skylar e la parte strumentale con chitarra e organo sempre sugli scudi https://www.youtube.com/watch?v=m7kj_qZ7cnU . E per concludere non manca anche un tuffo nel rock and soul di marca Motown di Insecuties, molto piacevole e disimpegnato, che comunque conferma il talento di questa nuova promessa che potrebbe diventare un ancora maggior concentrato di potenza in futuro, magari affidata ad un produttore di pregio in grado di orientarla più verso le sonorità più raffinate espresse in Failure. Per ora da tenere d’occhio, anche se, manco a dirlo, la versione in CD dell’album è costosa e di difficile reperibilità.

Bruno Conti

La Louisiana Da Oggi E’ Un Po’ Più Povera: A 75 Anni Si E’ Spento Anche Tony Joe White.

tony joe white death

Quando di recente ho recensito per questo blog il (bel) disco nuovo di Tony Joe White, Bad Mouthin’ https://discoclub.myblog.it/2018/10/11/bluesmen-a-tempo-determinato-parte-2-tony-joe-white-bad-mouthin/ , non avrei mai pensato di avere per le mani il suo canto del cigno, e men che meno in tempi così brevi. Nato nel 1943 ad Oak Grove, in Louisiana, Tony si è spento due giorni fa, il 24 Ottobre (a Nashville) per un attacco cardiaco, andandosene con discrezione ed in punta di piedi, esattamente nello stesso modo in cui aveva vissuto e fatto musica per tutta la sua esistenza. Dopo essersi esibito in gioventù in vari club tra Louisiana e Texas, White esordisce nel 1969 per la Monument con l’album Black And White, continuando ad incidere con regolarità per tutti gli anni settanta e diradando notevolmente la produzione negli ottanta. Titolare di un sound tra rock, blues e swamp, di un’abilità chitarristica non comune e di uno stile decisamente “laidback”, Tony non ha mai ottenuto un grandissimo successo, ma è stato uno dei maggiori artisti di culto in circolazione, attirando la stima di molti colleghi anche più blasonati di lui, come Carl Perkins, Eric Clapton e Joe Cocker.

Tra l’altro i suoi brani più noti lo sono diventati grazie ad interpretazioni di altri artisti, a partire da Polk Salad Annie, un classico per Elvis Presley nei primi anni settanta, passando per Rainy Night In Georgia, che fu una hit per Brook Benton e fu incisa anche da Ray Charles, Tennessee Ernie Ford e Johnny Rivers, per finire con Tina Turner che negli anni ottanta avrà un successo planetario con Steamy Windows. Nel 1991 Tony torna agli antichi fasti artistici con l’eccellente Closer To The Truth, disco che lo riporterà prepotentemente sulle scene, dove resterà con regolarità fino appunto al recente Bad Mouthin’, nel quale finalmente il nostro è riuscito a pubblicare un disco di puro blues alla John Lee Hooker (uno dei suoi idoli di gioventù). Alcuni album del nostro a mio giudizio da avere, almeno tra quelli più recenti, sono Snakey (2002), The Heroines (2004, un CD di duetti con voci femminili, tra cui Emmylou Harris, Lucinda Williams, Jessi Colter e Shelby Lynne), Hoodoo (2013) e Rain Crow (2016) https://discoclub.myblog.it/2016/07/05/sempre-la-solita-zuppa-si-ottimo-saporito-gumbo-tony-joe-white-rain-crow/ , tutti ottimi lavori all’insegna del suo tipico swamp-rock, un vero marchio di fabbrica.

Ora mi immagino Elvis (o Johnny Cash) intonare da lassù per l’ennesima volta Polk Salad Annie, ma questa volta avrà l’onore di avere il suo autore ad accompagnarlo alla chitarra.

Marco Verdi

*NDB

tony joe white that on the road look Live

Vorrei aggiungere anch’io qualche pensiero in libertà sulla scomparsa di Tony Joe White. Questo che leggete sotto è un Post che gli ho dedicato otto anni fa, in occasione della pubblicazione di That On The Road Look “Live”, e serve anche da riepilogo, insieme soprattutto ai video che trovate sparsi in tutto l’articolo, della sua personalità di incredibile performer.

Tony Joe White – That On The Road Look “Live” – Rhino Handmade

Questo signore è stato un altro dei “Grandi Vecchi” (era del 1943) della canzone americana. Uno degli inventori dello swamp rock o swamp music che dir si voglia, la sua musica si potrebbe sintetizzare come “Country got soul, soul got blues, blues got swamp” che è un po’ lungo ma efficace. Se siete amanti di quelle musiche che si nutrono da varie “radici” della musica americana, Tony Joe White è sicuramente un numero uno in questo stile: in possesso di una voce profonda e risonante, quasi glabra (pensate a Chris Rea senza quella patina di orecchiabilità o al grandissimo cantautore Greg Brown in un ambito più country-folk, per chi non lo conosce già, ovviamente!), grande chitarrista sia all’elettrica come all’acustica e compositore di spicco con una lunga carriera alle spalle e un futuro davanti. Il 28 settembre esce anche il suo nuovo album The Shine (su etichetta Swamp Records, giustamente) che si spera proseguirà l’ottima serie di dischi degli anni 2000, dove brillano The Heroines del 2004 (un disco di duetti con voci femminili, Jessi Colter, Shelby Lynne, Emmylou Harris, Lucinda Williams) e Uncovered del 2008 (con Mark Knopfler, Eric Clapton, JJ Cale e Michael McDonald).

La Rhino records gli aveva già dedicato un cofanetto quadruplo intitolato Swamp Music – The Complete Monument Years dedicato al periodo 1968-1970, qui siamo in un imprecisato mese e giorno del 1971, in una imprecisata località del globo terracqueo, Tony Joe White azzarda che possa trattarsi della Royal Albert Hall di Londra come gruppo di apertura dei Creedence Clearwater Revival. E questo disco è “The Real Deal” in tutti i sensi: il vero articolo, perché White era un nativo originale della Louisiana e come scherzando (ma non troppo) ricordava al suo “rivale” – Vedi Fogerty, non ci sono alligatori a Berkeley, California – prima di cercare di cancellarlo dal palco con la sua formidabile band. Perché in effetti ogni serata era una vera battaglia tra due dei migliori gruppi live di quel periodo: nel gruppo di Tony Joe White c’erano l’ottimo batterista Sammy Creason, il grande tastierista Michael Utley e il maestro Donald “Duck” Dunn, il fantastico bassista di Booker T & The MG’s, futuro Blues Brothers e collaboratore di Clapton. Una formazione che era una vera forza della natura ma il vero protagonista rimaneva sempre il vocione incredibile di White (e le sue basette che rivaleggiavano all’epoca con quelle di Fogerty e Presley).

Si capisce subito che la serata è di quelle da ricordare, l’apertura è affidata al groove irresistibile di Roosevelt and Ira Lee, con la sezione ritmica subito a mille, l’organo di Utley che colorisce il suono, l’armonica che dà il via alle operazioni e la chitarra di Tony Joe White che comincia ad estrarre il blues dalle sue corde prima di innestare un wah-wah micidiale (whomper stomper come lo chiama il nostro amico) e partire verso i paradisi del rock. Another Night in The Life Of A Swamp Fox sono altri sei minuti e mezzo di swamp rock non adulterato a tutta birra, con chitarra e organo in overdrive, mentre la batteria picchia di gusto e Duck Dunn pompa sul suo basso come pochi altri saprebbero fare, anche qui siamo al livello dei migliori Creedence, veramente una bella lotta, ma questi musicisti sono anche superiori tecnicamente, certo Fogerty aveva dalla sua una miriade di brani di livello memorabile e indimenticabili. A questo punto White introduce una delle sue grandi composizioni, Rainy Night In Georgia (scritta nel 1962, era stata un successo incredibile nel 1970 per Brook Benton, vendendo un milione di copie) una fantastica soul ballad a livello delle migliori cose scritte dai grandi della black music, qui interpretata con grandissima raffinatezza, non vola un mosca in sala, tutti ascoltano rapiti dalla bellezza della musica.

A questo punto parte l’intermezzo acustico introdotto da una stupenda Mississippi River, con la voce che scende, scende, scende verso tonalità caldissime, quasi alla Elvis. Lustful Carl And The Married Woman è una lussuriosa swamp song acustica che non perde nulla del suo fascino anche in versione acustica. Willie And Laura Mae Jones è un’altro dei suoi grandi cavalli di battaglia, anche in questa versione, solo voce, chitarra acustica e armonica non perde un briciolo del suo fascino. Finita la parte acustica riparte la festa con una trascinante Back To The Country, con Utley che passa al piano per un brano quasi rockabilly, dove il basso di Dunn duetta con la chitarra di Tony Joe White a velocità veramente supersoniche, prodigioso. Travellin’ Bone concede un attimo di respiro al pubblico con un altro intermezzo acustico, poi il concerto si avventura in lidi Blues con una bellissima versione di Stormy Monday piegata ai voleri sonori di questo grande musicista. My Kind Of Woman è un altro di quei brani che potrebbero figurare indifferentemente nel repertorio di White o dei Creedence, qui riaccende il wah-wah per un altro fantastico viaggio  nelle “Paludi”. Polk Salad Annie era stato il suo più grande successo (al n°8 nel 1969) e poi sarebbe diventato uno dei capisaldi della rinascita di Elvis apparendo sia in That’s The Way It Is che in On Stage come pure nel concerto del Madison Square Garden ma questa versione di Tony Joe White è insuperabile, oltre 10 minuti di pura libidine sonora con i musicisti che distillano l’essenza della grande musica dal vivo in questo brano dall’andatura ondeggiante tra boogie, country, soul e qualsiasi genere vi venga in mente, non si può resistere al crescendo strumentale nella parte centrale quando i musicisti iniziano ad improvvisare con una veemenza inusitata, in due parole, grandissima musica.

Si poteva anche terminare qui ma manca la coda affidata alla bella country-folk ballad che dà il titolo a questo album, That On The Road Look che non avrebbe sfigurato nel repertorio di Willie Nelson o Townes Van Zandt, bellissima. Così, detto per inciso, perché magari la conoscete, anche quella Steamy Windows che avrebbe contribuito al rilancio di Tina Turner ad inizio anni ’80 l’ha scritta lui! Si fa un po’ fatica a trovarlo (per usare un eufemismo) visto che è della Rhino Handmade ma è una delle Pietre di Rosetta per capire la musica di quegli anni. Eccolo, con le sue basette e con Johnny Cash, e guardate come si divertivano.

Bruno Conti

Un Bluesman Dallo Stile Veramente “Elettrizzante”, E Che Voce! Eugene Hideaway Bridges – Live In Tallahassee

eugene hideaway bridges live in tallahassee

Eugene Hideaway Bridges – Live In Tallahassee – Armadillo

Eugene Hideaway Bridges, nasce a New Orleans nel 1963, e poi rimane con la famiglia in Louisiana per gran parte della adolescenza, per poi trasferirsi in Texas dove si arruola nell’Air Force. Alla fine del periodo militare torna alla musica, da sempre una passione in famiglia: il babbo Othineil Bridges Sr,  in arte Hideaway Slim, era un discreto bluesman, mentre da parte di madre, il ramo Bullock della famiglia, si vantano parentele con Anna Mae Bullock, alias Tina Turner, ed Eugene scherzando (ma non troppo) dice che l’abilità alla chitarra l’ha ereditata dal padre, ma la voce arriva dal lato materno. Il nostro amico ha comunque una cospicua carriera alle spalle, iniziata negli anni ’80, anche con una breve apparizione nella storica band gospel/R&B dei Mighty Clouds Of Joy, dove Bridges ha affinato le sue dote vocali: non per nulla Eugene è in possesso di una vocalità vellutata, ma anche potente, in grado di passare in un attimo da un timbro quasi alla Sam Cooke a uno alla BB King (con il cui bassista, Joe Turner, ha condiviso i palcoscenici europei negli anni ’90, quelli dei primi passi da solista, culminati nel primo album Born To Be Blue, pubblicato nel 1998 e prodotto dal veterano Mike Vernon, non il primo che passava che per strada).

Poi ha firmato per la Armadillo Music, con cui ha pubblicato sinora nove album, compreso questo eccellente Live In Tallahassee, dove si possono apprezzare sia le sue doti vocali che strumentali, oltre al supporto della sua ottima band, con David Webb a piano e organo, Kelpie Mackenzie al basso e Pat Manske alla batteria. Un CD che sorprenderà piacevolmente gli appassionati di quello stile che sta tra blues, soul, gospel e R&B, musica intrisa di tradizione e suonata come Dio comanda. Questa serata in Florida si apre subito molto gradevolmente con la vibrante Step By Step, un classico shuffle dove le linee fluide della solista di Bridges si mescolano gradevolmente con l’organo di Webb, in un brano che rimanda ai grandi King del blues (ad Hideaway Bridges nel 2017 è stato conferito il Lucy Award, l’ Albert King Lifetime Award); niente male anche la sinuosa I Can Never Forget dove Eugene sfodera il suo timbro più felpato, tra soul e gospel, con qualche inflessione alla Sam Cooke, e pure l’intensa  e palpitante How Long, dove continua il perfetto interscambio chitarra/organo e la voce è sempre brillante. Ottime anche l’incalzante When The Blues Overtake You e il classico Chicago blues della solida Mom And Daddy’s Place,  poi quando si immerge in una balata da profondo Sud come la bellissima Good Old Days, si godono veramente tutte le nuances di una voce realmente espressiva come raramente è dato sentire; la mossa Hold On A Little Bit Longer, con Webb passato al piano, è quasi euforica nel suo mix tra R&R e R&B.

This Old House è nuovamente a tempo di shuffle, prima di proporre anche un tocco di Texas blues con l’ondeggiante How Long Will It Take, mentre I Can’t Wait è sempre appassionata e palpitante, con le dita di Bridges che scorrono veloci sulla sua Gibson. She’s Out Of My Life mescola ancora blues e soul con ottima attitudine vocale, mentre Take Home Pay rivisita ancora le lezioni dei grandi “King” del blues, prima di lanciarsi proprio in una versione notevole del classico lentone di BB Sweet Little Angel, dove il nostro amico sfoggia anche la sua grande tecnica alla chitarra in un lungo solo nella parte iniziale, prima di sfoderare la sua voce potente nel resto della canzone https://www.youtube.com/watch?v=lcFwCofikSU .  Anche Don’t Call It Supper è un altro slow di quelli da manuale, mentre I’m Holding On è un altro gioioso tuffo nel soul più cristallino, poi ribadito in un’altra bellissima ballata cantata con il cuore in mano come I’ll Be A King, che potrebbe ricordare il miglior Robert Cray, poi di nuovo a tutto blues per la tirata I Can’t Stop Loving You Baby, prima di concludere questa lunga e soddisfacente cavalcata, 19 brani e quasi 80 minuti di musica, con Rise Above It, altro ottimo esempio del suo stile “elettrizzante”.

Bruno Conti

David Bowie – Loving The Alien 1983-1988. Quarto Cofanetto Della Serie Delle Ristampe Dell’Opera Omnia: Esce Il 12 Ottobre

david bowie loving the alien box

David Bowie – Loving The Alien 1983-1988 – Parlophone/Rhino – 11 CD – 12/10-2018

Abbiamo appena recensito il Live Welcome To The Blackout di David Bowie che già viene annunciato un nuovo Box della serie delle ristampe in ordine cronologiche di tutta la produzione discografica del Duca Bianco. Dopo https://discoclub.myblog.it/2017/08/04/anticipazioni-cofanetti-autunnali-3-david-bowie-a-new-career-in-a-new-town/  che era uscito a fine settembre dello scorso anno e copriva il periodo berlinese fine anni ’70, fino agli inizi anni ’80, ci tuffiamo a capofitto proprio in questa decade che a mio parere non è una delle migliori di Bowie, ma ha comunque alcune cose interessanti. Al solito il cofanetto è ricco di materiale raro ed inedito e, come vedete sopra, contiene un libro rilegato di 128 pagine, oltre ad una serie di 11 CD.

CD Box Set:
128 Page hardback book
Let’s Dance (Remastered) (1CD)
Serious Moonlight (Live ’83) (Previously Unreleased) (2CD)
Tonight (Remastered) (1CD)
Never Let Me Down (Remastered) (1CD)
Never Let Me Down (2018) (Previously Unreleased) (1CD)*
Glass Spider (Live Montreal ’87) (2CD)
Dance (1CD)*
Re:Call 4 (Non-Album Singles, Edits, Single Versions, B-Sides and Soundtrack Music)
(Remastered) (2CD)*

* Exclusive to LOVING THE ALIEN (1983-1988)

Alcuni completamente inediti, tipo il Live del 1983, la nuova produzione 2018 di Never Let Me Down, quel CD chiamato Dance del 1987, che contiene tutti remix dei brani, e il solito doppio della serie Re:Call, che raccoglie tutti i singoli, le B-Sides e i brani presenti nelle colonne sonore dell’epoca in esame. I CD saranno dorati e alcuni album avranno anche nuove copertine e vesti grafiche rivisitate.

Al solito ecco la lista dettagliata dei contenuti, disco per disco:

LOVING THE ALIEN (1983-1988)
Vinyl & CD Track Lists (Showing Vinyl Side Breaks)

Let’s Dance
Side 1
“Modern Love”
“China Girl”
“Let’s Dance”
“Without You”

Side 2
“Ricochet”
“Criminal World”
“Cat People (Putting Out Fire)”
“Shake It”

Serious Moonlight (Live ’83)
Side 1
“Look Back In Anger”
“‘Heroes'”
“What In The World”
“Golden Years”
“Fashion”
“Let’s Dance”

Side 2
“Breaking Glass”
“Life On Mars?”
“Sorrow”
“Cat People (Putting Out Fire)”
“China Girl”
“Scary Monsters (And Super Creeps)”
“Rebel Rebel”

Side 3
“White Light / White Heat”
“Station To Station”
“Cracked Actor”
“Ashes To Ashes”

Side 4
“Space Oddity/Band Introduction”
“Young Americans”
“Fame”
“Modern Love”

Tonight
Side 1
“Loving The Alien”
“Don’t Look Down”
“God Only Knows”
“Tonight”

Side 2
“Neighborhood Threat”
“Blue Jean”
“Tumble And Twirl”
“I Keep Forgettin”
“Dancing With The Big Boys”

Never Let Me Down
Side 1
“Day-In Day-Out”
“Time Will Crawl”
“Beat Of Your Drum”
“Never Let Me Down”
“Zeroes”

Side 2
“Glass Spider”
“Shining Star (Makin’ My Love)”
“New York’s In Love”
“’87 And Cry”
“Bang Bang”

Never Let Me Down (2018)
Side 1
“Day-In Day-Out”
“Time Will Crawl”
“Beat Of Your Drum”

Side 2
“Never Let Me Down”
“Zeroes”
“Glass Spider”

Side 3
“Shining Star (Makin’ My Love)” (ft Laurie Anderson)
“New York’s In Love”
“87 & Cry”
“Bang Bang”

Side 4
David Bowie 1987 logo etching

Glass Spider (Live Montreal ’87)
Side 1
“Up The Hill Backwards”
“Glass Spider”
“Day-In Day-Out”
“Bang Bang”

Side 2
“Absolute Beginners”
“Loving The Alien”
“China Girl”
“Rebel Rebel”

Side 3
“Fashion”
“Scary Monsters (And Super Creeps)”
“All The Mad Men”
“Never Let Me Down”

Side 4
“Big Brother”
“’87 And Cry”
“‘Heroes'”
“Sons Of The Silent Age”
“Time Will Crawl / Band Introduction”

Side 5
“Young Americans”
“Beat Of Your Drum”
“The Jean Genie”
“Let’s Dance”

Side 6
“Fame”
“Time”
“Blue Jean”
“Modern Love”

Dance
Side 1
“Shake It” (Re-mix aka Long Version)
(Originally released on the B-side of the “China Girl” 12″ single on EMI America 12EA 157
(U.K.) and V-7809 (U.S.) in May 1983.)

“Blue Jean” (Extended Dance Mix)
(Originally released on 12″ single on EMI America 12EA 181 (U.K.) and V-7838 (U.S.) in
September 1984.)

“Dancing With The Big Boys” (Extended Dance Mix)
(Originally released on the B-side of the “Blue Jean” 12″ single alongside an Extended Dub Mix
of the same, release details as above.)

Side 2
“Tonight” (Vocal Dance Mix)
(Originally released on 12″ single on EMI America 12EA 187 (U.K.) and V-7846 (U.S.) in
November 1984.)

“Don’t Look Down” (Extended Dance Mix)
(Originally released on the B-side of the “Loving The Alien” (Extended Dance Mix) 12″ single
alongside the “Loving The Alien” (Extended Dub Mix) on EMI America 12EA 195 (U.K.) and
VG-7858 (U.S.) in May 1985.)

“Loving The Alien” (Extended Dub Mix)
(Originally released on the B-side of the “Loving The Alien” (Extended Dance Mix) 12″ single,
release details as above.)

Side 3
“Tumble And Twirl” (Extended Dance Mix)
(Originally released on the B-side of the “Tonight” 12″ single alongside a “Tonight” (Dub Mix),
release details as above.)

“Underground” (Extended Dance Mix)
(Originally released on 12″ single on EMI America 12EA 216 (U.K.) and V-19210 (U.S.) in
June 1986.)

“Day-In Day-Out” (Groucho Mix)
(Originally released on 12″ single on EMI America 12EAX 230 (U.K.) and V-19239 (U.S.) in
March 1987.)

Side 4
“Time Will Crawl” (Dance Crew Mix)
(Originally released on 12″ single on EMI America 12EAX 237 (U.K.) in June 1987.)

“Shining Star (Makin’ My Love)” (12″ mix)
(Originally released on the “Never Let Me Down” digital E.P. on EMI 0094639278954 in May
2007.)

“Never Let Me Down” (Dub/Acapella)
(Originally released on the B-side of the “Never Let Me Down” (Extended Dance Mix) 12″
single on EMI America 12EA 239 (U.K.) and V-19255 (U.S.) in August 1987.)

Re:Call 4
Side 1
“Let’s Dance” (Single Version)
“China Girl” (Single Version)
“Modern Love” (Single Version)
“This Is Not America (The Theme From The Falcon And The Snowman)” – David Bowie / Pat Metheny Group
“Loving The Alien” (Re-mixed Version)

Side 2
“Don’t Look Down” (Re-mixed Version)
“Dancing In The Street” (Clearmountain Mix) – David Bowie and Mick Jagger
“Absolute Beginners” (From Absolute Beginners)
“That’s Motivation” (From Absolute Beginners)
“Volare” (From Absolute Beginners)

Side 3
“Labyrinth Opening Titles/Underground” (From Labyrinth)
“Magic Dance” (From Labyrinth)
“As The World Falls Down” (From Labyrinth)
“Within You” (From Labyrinth)
“Underground” (From Labyrinth)

Side 4
“When The Wind Blows” (Single Version) (From When The Wind Blows)
“Day-In Day-Out” (Single Version)
“Julie”
“Beat Of Your Drum” (Vinyl Album Edit)
“Glass Spider” (Vinyl Album Edit)

Side 5
“Shining Star (Makin’ My Love)” (Vinyl Album Edit)
“New York’s In Love” (Vinyl Album Edit)
“’87 And Cry” (Vinyl Album Edit)
“Bang Bang” (Vinyl Album Edit)
“Time Will Crawl” (Single Version)

Side 6
“Girls” (Extended Edit)
“Never Let Me Down” (7″ Remix Edit)
“Bang Bang” (Live – Promotional Mix)
“Tonight” (Live) – Tina Turner with David Bowie
“Let’s Dance” (Live) – Tina Turner with David Bowie

CD Track List

Let’s Dance
“Modern Love”
“China Girl”
“Let’s Dance”
“Without You”
“Ricochet”
“Criminal World”
“Cat People (Putting Out Fire)”
“Shake It”

Serious Moonlight (Live ’83)
CD 1
“Look Back In Anger”
“‘Heroes'”
“What In The World”
“Golden Years”
“Fashion”
“Let’s Dance”
“Breaking Glass”
“Life On Mars?”
“Sorrow”
“Cat People (Putting Out Fire)”
“China Girl”
“Scary Monsters (And Super Creeps)”
“Rebel Rebel”

CD 2
“White Light / White Heat”
“Station To Station”
“Cracked Actor”
“Ashes To Ashes”
“Space Oddity/Band Introduction”
“Young Americans”
“Fame”
“Modern Love”

Tonight
“Loving The Alien”
“Don’t Look Down”
“God Only Knows”
“Tonight”
“Neighborhood Threat”
“Blue Jean”
“Tumble And Twirl”
“I Keep Forgettin”
“Dancing With The Big Boys”

Never Let Me Down
“Day-In Day-Out”
“Time Will Crawl”
“Beat Of Your Drum”
“Never Let Me Down”
“Zeroes”
“Glass Spider”
“Shining Star (Makin’ My Love)”
“New York’s In Love”
“’87 And Cry”
“Bang Bang”

Never Let Me Down (2018)
“Day-In Day-Out”
“Time Will Crawl”
“Beat Of Your Drum”
“Never Let Me Down”
“Zeroes”
“Glass Spider”
“Shining Star (Makin’ My Love)” (ft Laurie Anderson)
“New York’s In Love”
“87 & Cry”
“Bang Bang”

Glass Spider (Live Montreal ’87)
CD 1
“Up The Hill Backwards”
“Glass Spider”
“Day-In Day-Out”
“Bang Bang”
“Absolute Beginners”
“Loving The Alien”
“China Girl”
“Rebel Rebel”
“Fashion”
“Scary Monsters (And Super Creeps)”
“All The Mad Men”
“Never Let Me Down”

CD 2
“Big Brother”
“’87 And Cry”
“‘Heroes'”
“Sons Of The Silent Age”
“Time Will Crawl / Band Introduction”
“Young Americans”
“Beat Of Your Drum”
“The Jean Genie”
“Let’s Dance”
“Fame”
“Time”
“Blue Jean”
“Modern Love”

Dance
“Shake It” (Re-mix aka Long Version)
“Blue Jean” (Extended Dance Mix)
“Dancing With The Big Boys” (Extended Dance Mix)
“Tonight” (Vocal Dance Mix)
“Don’t Look Down” (Extended Dance Mix)
“Loving The Alien” (Extended Dub Mix)
“Tumble And Twirl” (Extended Dance Mix)
“Underground” (Extended Dance Mix)
“Day-In Day-Out” (Groucho Mix)
“Time Will Crawl” (Dance Crew Mix)
“Shining Star (Makin’ My Love)” (12″ mix)
“Never Let Me Down” (Dub/Acapella)

Re:Call 4
CD 1
“Let’s Dance” (Single Version)
“China Girl” (Single Version)
“Modern Love” (Single Version)
“This Is Not America (The Theme From The Falcon And The Snowman)” – David Bowie / Pat Metheny Group
“Loving The Alien” (Re-mixed Version)
“Don’t Look Down” (Re-mixed Version)
“Dancing In The Street” (Clearmountain Mix) – David Bowie and Mick Jagger
“Absolute Beginners” (From Absolute Beginners)
“That’s Motivation” (From Absolute Beginners)
“Volare” (From Absolute Beginners)
“Labyrinth Opening Titles/Underground” (From Labyrinth)
“Magic Dance” (From Labyrinth)
“As The World Falls Down” (From Labyrinth)
“Within You” (From Labyrinth)
“Underground” (From Labyrinth)

CD2
“When The Wind Blows” (Single Version) (From When The Wind Blows)
“Day-In Day-Out” (Single Version)
“Julie”
“Beat Of Your Drum” (Vinyl Album Edit)
“Glass Spider” ((Vinyl Album Edit)
“Shining Star (Makin’ My Love)” (Vinyl Album Edit)
“New York’s In Love” (Vinyl Album Edit)
“’87 And Cry” (Vinyl Album Edit)
“Bang Bang” (Vinyl Album Edit)
“Time Will Crawl” (Single Version)
“Girls” (Extended Edit)
“Never Let Me Down” (7″ Remix Edit)
“Bang Bang” (Live – Promotional Mix)
“Tonight” (Live) – Tina Turner with David Bowie
“Let’s Dance” (Live) – Tina Turner with David Bowie

Il prezzo al solito non sarà contenuto, indicativamente, a seconda dei paesi si parla di una cifra tra i 120 e i 150 euro. Come detto, esce il 12 ottobre p.v.

Bruno Conti

Oggi Il Rock And Roll Fa 90! Ma Soprattutto Chuck Berry Che Li Compie.

Chuck Berry performs at BB Kings

Chuck_Berry_1971 chuck berry duck walk

Charles Edward Anderson Berry detto Chuck Berry, nasceva il 18 ottobre del 1926 in quel di St. Louis, Missouri da una famiglia del ceto medio afroamericano e sarebbe stato quello che più di tutti, più di Elvis Presley, Jerry Lee Lewis, Carl Perkins Johnny Cash, ovvero il million dollar quartet, più di Fats Domino, Sister Rosetta Tharpe Bill Haley, che ne furono i precursori, fu colui che segnò il passaggio dal Rhythm And Blues al Rock And Roll. Stringendo molto e tralasciando gente come Little Richard, Bo Diddley Gene Vincent. O il R&R forse nacque con Rocket 88 di Jackie Brenston nel 1951…

Chuck Berry lo codificò con Maybellene nel 1955.

Secondo Keith Richards, o così ci racconta nel film Hail! Hail! Rock’n’Roll, lo fece prendendo le due note soliste di un piano nel jump blues, trasferendole alla chitarra elettrica, che divenne lo strumento principe della nuova musica (e già che c’era inventò anche il duck walk).

Ma prima ci furono tutta una serie di brani incredibili, per quello che è stato probabilmente anche il più grande autore di canzoni della storia del R&R (e non solo)!

Vediamone alcune delle più famose in sequenza: con Tina Turner.

Con un baffuto Bruce Springsteen.

Con John Lennon.

Nel film Pulp Fiction.

E con il suo ultimo grande successo, una canzone sul…come dire…non mi viene, su un organo, ma che non è uno strumento musicale: insomma ci siamo capiti!

E dal vivo a Londra nel 1972.

Se avete dei risparmi da parte, qui nel box da 18 CD della Bear Family c’è tutto!

chuck berry rock and roll music

Auguri Chuck!

Bruno Conti

Sempre La Solita Zuppa? Sì, Ma E’ Un Ottimo E Saporito Gumbo! Tony Joe White – Rain Crow

tony joe white rain crow

Tony Joe White – Rain Crow – Yep Roc CD

Credo che Tony Joe White, musicista di lungo corso originario della Louisiana, nella sua carriera abbia guadagnato di più con le versioni dei suoi brani fatte da altri che con i suoi dischi. In particolare citerei Polk Salad Annie, uno dei maggiori successi dell’ultimo periodo di Elvis Presley (ed anche nella versione di White unico suo brano da top ten), ma anche Rainy Night In Georgia, hit del soulman Brook Benton  (incisa, tra gli altri, anche da Ray Charles, Otis Rush, Boz Scaggs e Johnny Rivers) e, nel 1989, Steamy Windows nella versione di Tina Turner. Comunque White da solista non ha mai conosciuto il successo vero, nonostante una discografia che parte dal 1969 e che ha conosciuto qualche battuta d’arresto solo negli anni ottanta, pur avendo inventato un sottogenere, lo swamp rock, ed avendo influenzato diversi colleghi, tra cui sicuramente Mark Knopfler e J.J. Cale (che a sua volta ha ispirato l’ex leader dei Dire Straits). Però White ha sempre fatto la sua musica, fregandosene delle mode, e pertanto è sempre stato fuori dal giro che conta, pur essendo portato in palmo di mano da musicisti e critici: il classico artista di culto, ed anche un musicista “rassicurante” per i suoi fans, in quanto da lui si sa sempre cosa aspettarsi (mentre i detrattori potrebbero asserire che fa dischi tutti uguali).

La sua musica infatti è una miscela molto annerita di rock e blues, influenzata dai bayou della Louisiana e con un suono della chitarra molto particolare, un laidback decisamente paludoso, ed un cantato che va di conseguenza: Tony Joe non è mai stato un grande vocalist, ma il suo timbro cupo è perfetto per il suo tipo di sound. Un sound che è poi lo stesso reso popolare dai Creedence Clearwater Revival, anche se John Fogerty non è un vero born on the bayou, essendo originario della California. Neppure in anni recenti White ha mai mollato il colpo, ma anzi ha realizzato alcuni dei suoi dischi più belli, come The Heroines del 2004, pieno di duetti al femminile con Emmylou Harris, Shelby Lynne, Lucinda Williams e Jessi Colter, ed Uncovered del 2006, con grandi ospiti come Knopfler, Cale, Eric Clapton e Waylon Jennings. A tre anni di distanza dal discreto Hoodoo, ora White pubblica Rain Crow, un CD con nove canzoni nuove di zecca (due delle quali scritte con la moglie Leann White ed una con l’attore/musicista Billy Bob Thornton) che posso tranquillamente collocare tra i suoi più riusciti, almeno in anni recenti. Certo, non c’è nulla di nuovo, Tony fa esattamente il tipo di musica che ci si può aspettare da lui, ma è in ottima forma, le canzoni sono valide, i musicisti pure (a parte Tony sono solo in tre: Steve Forrest al basso e Bryan Owings alla batteria forniscono una sezione ritmica coi fiocchi, e Tyson Rogers colora il tutto con il suo organo hammond) e la produzione, a cura di Jody White (figlio di Tony) è molto diretta e con gli strumenti ben separati tra loro.

E poi, naturalmente, c’è White con la sua tipica chitarra swamp. Hoochie Woman apre il CD con un ritmo sostenuto, un basso molto pronunciato, e subito Tony con i suoi tipici fraseggi e la sua voce profonda, e l’organo sullo sfondo a riempire gli spazi. The Bad Wind è più scura, l’atmosfera è quasi minacciosa, la chitarra si staglia sopra una ritmica volutamente soffusa, ed il brano assume toni cupi e foschi, un classico blues delle paludi. Con la title track rimaniamo in territori swamp (ma con Tony sono quasi cinquant’anni che siamo in quei territori), brano cadenzato ed annerito, con il nostro che canta, parla, soffia nell’armonica e rilascia brevi assoli “fogertyiani” (oppure è John che li fa “tonyjoewhitiani”?). The Opening Of The Box è uno swamp-blues pressante, Tony usa anche il pedale wah-wah, ma la sua vocalità “pigra” ci riporta sulla terra: come canzone forse non è niente di che, ma il modo sporco con cui è suonata le fa guadagnare punti. Right Back In The Fire ha un ritmo intrigante ed una linea melodica insolita per il nostro, che canta anche in maniera rigorosa, con deliziosi spunti chitarristici ed un ottimo organo alle spalle: se la sente Knopfler gli piace di sicuro https://www.youtube.com/watch?v=ptR-UDs5O6Y . Se a The Middle Of Nowhere sostituiamo la voce di Fogerty a quella di White avremo un brano Creedence al 100% https://www.youtube.com/watch?v=zoOh_VTMD6U , anche se qui l’indice di “fangosità” è decisamente più alto; Conjure Child è quasi attendista, ma il suono cupo si insinua piano piano, grazie anche alla voce quasi narrante di Tony, ed alla fine il brano coinvolge appieno. Il CD si chiude con la fluida e scorrevole Where Do They Go (non ho detto solare, queste sono tutte canzoni da luna piena, ecco, Full Moon Songs potrebbe essere un bel titolo per un suo futuro album, devo fare in modo di segnalarglielo) e con Tell Me A Swamp Story, un titolo che dice tutto https://www.youtube.com/watch?v=QbXJTpNMj8U . Un altro bel disco per Tony Joe White: se vi piace il genere, non resterete delusi.

Marco Verdi