Un Ottimo Modo Per Festeggiare Dieci Anni On The Road. US Rails – Mile By Mile

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US Rails – Mile By Mile – Blue Rose CD

Quando nel 2010 uscì US Rails, album di debutto dell’omonimo gruppo, non avrei pensato che dopo dieci anni sarei stato qui a parlarvi di un nuovo lavoro del quartetto di Philadelphia. Sì, perché quel disco, tra l’altro ottimo esempio di pura american music, sembrava più un lavoro estemporaneo che l’inizio di una nuova avventura, in quanto i componenti della band erano tutti musicisti in proprio ed ognuno titolare di una carriera a sé stante.

Gli US Rails parevano quindi una sorta di divertissement, un supergruppo di outsiders dato che il più famoso dei cinque (si fa per dire) era il chitarrista Tom Gillam, coadiuvato Scott Bricklin alle chitarre e basso, Ben Arnold alle tastiere e Matt Muir alla batteria (Joseph Parsons, il quinto elemento, ha lasciato la band nel corso degli anni): i nostri furono però talmente soddisfatti dalla loro collaborazione e dal tour successivo che decisero di continuare, e disco dopo disco siamo appunto qui a parlare ancora di loro ad una decade di distanza da quando tutto iniziò.

Mile By Mile è il sesto album del quartetto e, forse per l’occasione di festeggare i dieci anni insieme, è senza dubbio il migliore dopo appunto l’esordio del 2010, un lavoro che riconferma i nostri come portavoce di un sound americano al 100%, una miscela coinvolgente di rock, soul, country e musica del sud (nonostante provengano come ho detto da Philadelphia suonano davvero come una southern band). Mile By Mile vede quindi i nostri in gran forma sia dal punto di vista strumentale che vocale (le armonie sono sempre state un loro punto di forza, e poi sono tutti validi cantanti), ma soprattutto per quanto riguarda la scrittura delle canzoni, tra le migliori della loro decennale carriera, situazione favorita anche dal fatto che ci troviamo di fronte a quattro diversi songwriters che si completano a vicenda. Il CD si apre benissimo con Take You Home, una rock song coinvolgente fin dalle prime note, con un riff di chitarra molto stonesiano ed un refrain diretto ed orecchiabile che ricorda un po’ certe cose di Tom Petty, canzone subito doppiata dall’altrettanto riuscita title track, introdotta dalla bella slide di Gillam e con un mood da rock band sudista (e sudata), nonché un ritornello corale decisamente accattivante.

Il ritmo non accenna a sopirsi neanche in Trash Truck, altro rock’n’roll trascinante con le chitarre in tiro ed un delizioso scambio strumentale tra pianoforte e slide: saranno anche di Philadelphia, ma sembrano in tutto e per tutto una band della Georgia o Alabama. Water In The Well è una ballata fangosa ed annerita con elementi blues che inizialmente rimanda a Tony Joe White, ma poi nel refrain il brano si apre facendo filtrare un altro motivo piacevole (e non manca uno splendido ed ispirato assolo chitarristico); What You Mean To Me ci riporta in territori puramente rock per una ballata limpida e cadenzata che allunga la serie di brani che coniugano spessore e fruibilità (qui c’è il piano in evidenza), mentre Hard Headed Woman è un delizioso e saltellante pezzo dal sapore country-rock che ricorda i Jayhawks d’annata e, sto diventando monotono, un ritornello di quelli che si appiccicano alle orecchie. Easy On My Soul è una fluida e lenta ballata di stampo classico, molto anni settanta, ed ancora elementi southern, Tombstones &Tumbleweeds è invece puro rock’n’roll, tra i più coinvolgenti del disco e con un riff che ricorda vagamente quello di Satisfaction, mentre See The Dream è l’ennesima godibile rock ballad dalla melodia che prende subito. Il CD si chiude con l’irresistibile Fooling Around, un rockin’ country ruspante e godereccio, e con il mid tempo pianistico Slow Dance, dallo squisito sapore soul.

Dieci anni festeggiati dunque nel migliore dei modi per gli US Rails, un gruppo per il quale il detto “l’unione fa la forza” è una solida realtà.

Marco Verdi