Lo So. Avevo Promesso! Miracle Worker & Ain’t No Miracle Worker Take 2. E Altre Storie…

 

Avevo promesso di non parlare più dei SuperHeavy fino alla fine dell’estate, lo so! Ma oggi non ho avuto tempo per scrivere un Post quindi me la cavo con la parte II di Miracle Worker Vs. Ain’t No Miracle Worker (ovvero Ragazzo di Strada dei Corvi, ma questa è la versione più lenta della Chocolate Watch Band, altro grande gruppo garage/psichedelico).

Tipicamente estivo il brano del “supergruppo” ora disponibile in rete come video ufficiale con Mr. J. che rispolvera Mr. D. e Joss Stone molto carina con il grembiulino, in base a questa canzone il disco non lo acquisto manco dipinto ma pare, azzardo un sembrerebbe che, forse, ma forse, l’album sia meglio.

Chiedo venia, domani o dopo recensione Kenny Wayne Shepherd nuovo. Non male ma…

Bruno Conti

P.s

Se avete quei 300 euro che vi crescono, il 4 ottobre per la Rhino esce questo Box degli Smiths The Complete Smiths. Oppure lo mettete nelle vostre richieste per Babbo Natale insieme alla Uber Deluxe Version di Achtung Baby degli U2. Oppure i Box di Hendrix, Nirvana e Sting in uscita a settembre.  Buone Feste! Come dite? E’ Ferragosto! Vado a farmi un ghiacciolo, gusto alla giacca di Jagger.

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Complete is the ultimate The Smiths remasters collection, lovingly reworked by
Johnny Marr and Rhino UK. Presented in a unique trunk-style box, the collection
is packaged for the first time across three formats: CD, LP and Deluxe
CD/LP/7inch. It includes all four of the band’s studio albums: The Smiths
(1984), Meat Is Murder (1985), The Queen Is Dead (1986), Strangeways, Here We
Come (1987); their sole live album Rank (1988); as well as firm fan favourite
compilations Hatful Of Hollow (1984), The World Won’t Listen (1987) and Louder
Than Bombs (1987).

Each album has been taken back to original tape sources and remastered by
master-engineer Frank Arkwright, assisted by Johnny Marr at the Metropolis
Studios in London. Individually numbered, the collector’s editions are strictly
limited to 3000 worldwide. Contents include:

    8 x CD Mini LP Albums
    8 x 12″ LP Albums
    25 x 7″ Singles
    The Complete Picture DVD
    8 x 12″ Art Prints
    Single & Album artwork poster
    Code to download catalogue as high-quality MP3s
    Booklet with new liner notes and foreword by Johnny Marr

“The Smiths have never sounded so good”–Johnny Marr, 2011

Capisco I Crolli Di Borsa! U2! Achtung Baby Uber Deluxe Edition?!? E Altro…

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U2 – Achtung Baby 20 Anniversary Edition -6 CD + 4 DVD – 01-11-2011 Uber Deluxe Edition

Vi avviso prima così fate in tempo a prepararvi! Quella del crollo in borsa vorrebbe essere una battuta ma non troppo: se i fans degli U2 sparsi per il mondo devono sborsare, 400 euro, 330 sterline o quasi 600 dollari dei loro risparmi per prenotare questo mega cofanetto le riserve subiranno un drastico calo. E’ proprio vero che non c’è limite alla provvidenza (e alle pretese delle case discografiche), vediamo cosa contiene questo manufatto a forma di scatola da puzzle:

CD di Achtung Baby, CD di Zooropa (quindi ci risparmiano la deluxe?) e quattro interi CD di B-Sides e re-workings (nel senso di “nuove  versioni”?) di materiale inedito registrato durante le sessions tenute a Berlino.

4 DVD, tra cui Zoo TV: Live From Sidney, From The Sky Down, che è un nuovo documentario girato per l’occasione e che sarà presentato in anteprima al Toronto International Film Festival l’8 settembre (com’era successo per Springsteen lo scorso anno), tutti i videoclip e non meglio specificato (al momento) bonus material.

5 singoli in vinile chiaro con le copertine originali, 16 stampe d’arte tratte dalla copertina con relativo contenitore, un libro in brossura di 84 pagine, una copia della rivista Propaganda, 4 spillette, un pacchettino di adesivi, una copia dei famosi occhiali da sole di Bono tipo “The Fly”. E questa è la lista che viene segnalata, ma guardando la foto del Box che vedete qui sopra mi pare di notare anche un paio di vinili formato LP. Perché naturalmente, a parte, esce anche la versione vinile quadrupla.

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Passiamo alle versioni per “poveri”: c’è una Super Deluxe che Ok non ha tutta la memorabilia e i vinili ma ha comunque i 6 CD, 4 DVD,libro e stampe e ve la cavate con 100 euro (circa) e vi risparmio le altre valute. Curiosamente in Europa dovrebbe uscire su etichetta Mercury.

Infine versione doppia con album e B-sides e rarità.

E’ il disco con One (vista in YouTube più di 7 milioni e mezzo di volte per ogni versione ufficiale, si dice più 100 milioni globalmente e una delle più belle canzoni degli ultimi venti anni), mi piaceva abbastanza ma non mi hai entusiasmato, parlo dell’album (molto meglio di Zooropa e Pop comunque), penso che opterò per la versione doppia. L’ho scritto sopra ma lo ribadisco anche qui: uscita il 1° novembre. Quando avrò altri dettagli vi terrò informati. Cominciate a risparmiare!

Bruno Conti

Riuscirà Una Delle Migliori Band Sul Pianeta A Farsi Pubblicare I Propri Dischi? Hothouse Flowers -Goodnight Sun

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Hothouse Flowers – Goodnight Sun – 2CD Self Released

Ce l’abbiamo fatta! Non purtroppo a farlo pubblicare, quello no, ma almeno mi sono deciso a parlarne che è il primo passo verso una maggiore conoscenza di questa meravigliosa Band (almeno si spera) e di questo stupendo disco dal vivo.

Intanto due parole sugli Hothouse Flowers che in circa 25 anni di carriera (con alcune pause) si sono trasformati dalla “Best Unsigned Band In Europe” come li aveva definiti la rivista Rolling Stone nel lontano 1985 al “Miglior gruppo senza contratto nel mondo” di oggi. Considerevoli passi avanti direi. Quando apparvero, prima sulla scena irlandese e poi dovunque, con la loro eccitante miscela di rock, soul, gospel e musica celtica che in mancanza di un termine migliore definiremo Celtic Soul, nessuno si sarebbe aspettato che sarebbero diventati prima così famosi e poi sarebbero scomparsi in una sorta di oblio. Cinque album pubblicati nella prima fase, quella più gloriosa, con i fantastici People del 1988 e Home del 1990 che rimangono tra i dischi più belli pubblicati in quegli anni. Poi, dopo il Live del 1999 una lunga pausa che li porta alla pubblicazione dell’ottimo Into Your Heart nel 2004, l’ultimo album di studio del gruppo, pubblicato a livello indipendente dall’etichetta RubyMusic. Il leader e cantante Liam O Maonlai ha pubblicato un album solista intitolato Rian nel 2005 (in precedenza nel 1995 aveva dato vita agli ALT con Andy White e Tim Finn). Questo in breve e sulla carta la carriera di questo straordinario gruppo irlandese che negli anni ’80 duellava in popolarità con gli U2 almeno sulla scena irlandese e inglese, ma c’era posto per entrambi come erano soliti dire e in fondo Bono e soci erano quelli che avevano permesso loro di incidere i primi brani per l’etichetta Mother.

Ma i quattro irlandesi continuano a fare musica e che musica! Liam O Maonlai non ha perso una virgola della sua proverbiale carica, i loro concerti, per chi può assistervi, sono sempre dei piccoli eventi. Questa serata in particolare in quel di Kansas City, Missouri al Kansas City Irish Festival del 2009, anche per i loro standard, rimane uno dei punti più alti della loro carriera.

Sono 13 brani sparsi su 2CD (che potete trovare sul loro sito news.asp o, con grande fatica, anche in qualche negozio italiano, a prezzi elevati, ma vale ogni singolo centesimo dell’investimento) che ripercorrono il meglio della loro carriera più alcune covers fantastiche.

Le “danze” (é proprio il caso di dirlo) si aprono con una sinuosa versione di Santa Monica, un brano che coniuga il meglio della musica americana da highways con le melodie della musica irlandese, rock come se ne ascolta poco in giro, una sezione ritmica agile e inventiva, la chitarra di Fiachna O Braonain e il piano elettrico e la voce espressiva di Liam ti prendono per mano e ti portano sulle strade della California e del mondo, tra gli svolazzi soul delle armonie vocali del gruppo, una meraviglia tanto per cominciare, se proprio volete una pietra di paragone pensate al Van Morrison più rock di Wavelength (e il mitico Van The Man rimane sempre il punto di riferimento della musica degli Hothouse Flowers).

Ma il quartetto irlandese ama anche le proprie origini e spesso esegue in concerto struggenti arie popolari cantate in gaelico come la successiva Ar Bhruach na Laoi che si inserisce senza soluzione di continuità in una versione di I Can See Clearly Now (il pezzo reggae di Johnny Nash) che definire sontuosa è farle un torto, quasi dieci minuti di musica in crescendo e in apnea dove viene estratta ogni singola stilla di quanto di meglio ci si possa ascoltare dalla musica dal vivo, partecipazione del pubblico, melodie incredibili, una intensità quasi dolorosa tra i picchi e valli della canzone che rimane la versione di riferimento e inarrivabile di questo standard del rock. La parte centrale ti trascina e trasporta con una veemenza inarrestabile. Difficile fare della musica migliore.

Ma la successiva Forevermore è un altro piccolo gioiello di equilibri sonori, una canzone che è un inno alla speranza cantata con grande slancio da O Maonlai (forse i cognomi impronunciabili sono l’unica cosa negativa di questo complesso) e scivola su una base musicale quasi antemica, che è una caratteristica del sound della band, questa tendenza a fare della musica semplice ed epica al tempo stesso, caratteristica dei grandi talenti ma che non ha portato loro fortuna dopo l’innamoramento iniziale. Ovviamente il pubblico apprezza. Isn’nt It Amazing è una lunga ballata rock evocativa, ancora illuminata dalla chitarra di Fiachna e dal piano elettrico di Liam, che estrae dalle corde vocali una interpretazione struggente sorretto dall’urgenza della sezione ritmica che propelle il ritmo del brano con una costante accelerazione verso lidi rock’n’soul e tra delicate armonie vocali (tutte frutto del genio della band che sembra più numerosa dei quattro elementi che la compongono). In questo brano mi ricordano i momenti più epici di un altro grande e sfortunato complesso, i Waterboys di Mike Scott nel periodo della “Big Music” di This Is The Sea, altro grande musicista tra genio e sregolatezza, a livello musicale, a livello personale non mi permetterei mai di giudicare.

Be good è uno dei loro brani più celebri e anche orecchiabili, se volete, con un ritornello cantabile e un groove divertente e ritmato che fonde ancora una volta la migliore musica pop con il soul e la canzone d’autore in modo perfetto. Sweet Marie è uno dei momenti più intimi del concerto, una dolce canzone appoggiata su una chitarra acustica e sul piano acustico del leader che canta con grande impegno cercando di ricreare quei momenti catartici (mi è venuto così) tipici della musica del grande Van già citato in precedenza ( e che verrà a sua volta citato nella seconda parte del concerto con una pillollina di In The garden, da No Guru No method No teacher), e ci riesce anche. Semplicemente bellissima!

Il primo CD si conclude con un’altra meraviglia sonora che risponde al nome di Trying To Get Through, altri dieci minuti di goduria musicale (ma brani scarsi o mediocri non ce ne sono), un’altra perla di gospel profano in cui il rock e la musica soul si mescolano in modo inestricabile e divino.

Il secondo CD è composto solo da cinque brani ma che brani ragazzi! Si parte con l’intensa An Emotional Time dove Liam o Maonlai si cimenta anche in alcuni arditi falsetti sostenuto dalla slide di O Braonain per una ballata mid-tempo dalle atmosfere sognanti. Poi è party time! Si inizia con gli oltre tredici minuti della stupenda Your Love Goes, altro brano dal crescendo inarrestabile, punteggiato da una chitarra wah-wah malandrina e dalle imprenscindibili (sto esaurendo i vocaboli) armonie vocali. Fa la sua apparizione anche un flauto quasi da folk celtico che aggiunge un’aria paesana alle procedure musicali prima delle sciabolate rock della chitarra che illuminano la notte del Missouri. Anche nelle parole della band che potete trovare sul loro sito pare che quella sia stata una serata magica e irripetibile, fortunamente fermata su nastro (si diceva così una volta) per i posteri. Il finale call and response con il pubblico, in puro stile gospel, su disco probabilmente non rende l’eccitazione della musica ma almeno ci prova. Altri dodici minuti per le travolgenti arie celtiche e gaeliche della bellissima Si De Mhamo I, tra rock e musica popolare nella migliore tradizione della musica irlandese. Ancora un brano gaelico, lento e maestoso, Amhkran na Tra Baine che forse spezza un po’ i ritmi del concerto prima del gran finale con la profetica Don’t Go, oltre 16 minuti di pura gioia sonora per uno dei loro cavalli di battaglia, che mescola anche musica africana, ritmi cubani e tanto altro al melting pot caleidoscopico della musica degli Hothouse Flowers per un finale festoso e quasi infinito che conferma la loro incredibile ecletticità (a questo punto ho esaurito aggettivi ed avverbi per almeno 2 o 3 Post).

In due parole: “Una meraviglia”! Scusate il ritardo con cui ne ho parlato e confermo che si tratta di uno dei dischi dal vivo (e in assoluto) più belli del 2010 appena finito. Buona ricerca!

Bruno Conti

Il Miglior DVD Musicale Dell’Anno (E C’è Pure In CD) -The 25th Anniversary Rock and Roll Hall Of Fame Concerts

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Rock And Roll Hall Of Fame Concerts – The 25th Anniversary – Time Life 3 DVD – 2 Blu-ray – 4 CD

Ovviamente arrivano importati dagli States ma in giro si vedono e si trovano. Se, come vi ho detto qualche giorno fa è stato sicuramente il più bel concerto degli anni che vanno dal 2000 al 2009, questo uscito ora è altrettanto certamente il miglior DVD ( o Blu-ray o cofanetto di CD) relativo ad un concerto (anzi due) pubblicato in questo 2010.

D’altronde dove trovate in un DVD (o in altri formati) tutti insieme sullo stesso palco: CROSBY, STILLS & NASH, Bonnie Raitt, Jackson Browne, James Taylor, STEVIE WONDER, Smokey Robinson, John Legend, B.B. King, Jeff Beck, PAUL SIMON, David Crosby & Graham Nash, Dion Dimucci, SIMON & GARFUNKEL, ARETHA FRANKLIN, Annie Lennox, METALLICA, Lou Reed, Ozzy Osbourne, Ray Davies, U2, Bruce Springsteen, Patti Smith & Roy Bittan, Mick Jagger, Fergie & will.i.am, JEFF BECK, Sting, Buddy Guy, Billy Gibbons/ZZTop, BRUCE SPRINGSTEEN & THE E STREET BAND, Sam Moore, Tom Morello, John Fogerty, Darlene Love, Billy Joel. Ho dimenticato qualcuno? Little Anthony & The Imperials, Jerry Lee Lewis, Black Eyed Peas.

Ma manco a Woodstock si era vista una tale concentrazione di artisti, insieme, da soli o nelle combinazioni più laocoontiche. 51 brani tratti dallo special televisivo della HBO vincitore dell’Emmy Award, più 16 brani non mandati in onda dalla HBO sul DVD o sul Blu-ray per un totale di 5 ore e 30 minuti. “Solo” 54 brani nella versione CD.

E’ veramente Natale! (La fascetta del DVD riporta anche un’offerta che non so se vale anche fuori dagli Stati Uniti, comunque acquistandolo ti regalano 12 numeri della rivista Rolling Stone). Sciambola!

Imperdibile.

Bruno Conti

“Fenomeni” O Un’Altra Occasione Mancata? Kings Of Leon – Come Around Sundown

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Kings Of Leon – Come Around Sundown – Sony/Bmg 19-10-2010

La famiglia Followill muove un altro passo nel loro piano di dominazione mondiale. Conquistano Mojo che elegge questo Come Around Sundown disco del mese ma anche molte (meritate?) critiche! Non so, mi attirerò l’ira dei “nuovi fans”, ma non mi convincono del tutto. Ogni disco mi sembra un passo indietro rispetto al precedente, sempre più lontani dal Southern rock rivisitato delle origini verso quello che viene definito AOR (Arena Oriented Rock) ovvero più tastiere e meno chitarre. La voce di Caleb Followill rimane uno “strumento” più che adeguato con accenni di Springsteen e Bono ( e qualche eco di Hold Steady e Gaslight Anthem) ma le chitarre ruggiscono sempre meno. Alcune canzoni tipo il singolo Radioactive (dove ricordano gli U2, ma quelli buoni) watch?v=-IAxoqoqJ44 , la ballata uptempo The Face (sempre gli U2 ma con Springsteen alla voce), le atmosfere country di Back Down South, le più vicine ai “vecchi” Kings Of Leon. Anche Beach Side non è male, con un bel riff di basso e le tastiere che non rompono troppo le balle. Mi amigo ricorda molto gli Eagles che furono e non mi dispiace come pure la conclusiva Pickup Truck, forse dalle atmosfere sonore un po’ irrisolte.

Intendiamoci loro sono bravi e dal vivo sono spettacolari ma per chi si aspettava i “vecchi” Lynyrd Snynyrd o ZZTop dovrà accontentarsi dei “nuovi” U2. Poteva andare peggio. Un 6 di stima (che, non dimentichiamolo, equivale alle canoniche tre stellette).

Bruno Conti

Fantastici Quegli Anni! Old Grey Whistle Test – BBC

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The Old Grey Whistle Vol.1 – BBC 2DVD Uk – Warner 1 DVD Usa

Parafrasando il titolo di un’opera del buon Mario Capanna (ma la politica non c’entra niente), qui ci vogliamo riferire al periodo tra il 1971 e il 1987 in cui la BBC” mandò in onda la “mitica e leggendaria” (per mancanza di aggettivi più magniloquenti) trasmissione Old Grey Whiste Test. All’inizio la presentava “Whispering” Bob Harris (se vi capiterà di vedere qualche episodio capirete perché aveva quel soprannome) e poi fu seguito da altri cinque presentatori che si sono alternati negli anni e qui ricordano i bei tempi passati.

Se vi ho incuriosito o attizzato con il riferimento inserito nel post dedicato a Lesley Duncan la realtà è addiritura superiore alla fantasia: versione doppio DVD per l’Inghilterra, versione singola per gli States (ma sono comunque più di tre ore di musica e interviste), versione non pervenuta per il mercato italiano (e te pareva? Ma comunque in rete o usato, qualche sciamannato o bisognoso che lo vende si trova sempre!).

Perché è cosi fondamentale ed importante averlo o comunque vederlo? Innanzitutto è tutto dal vivo, con o senza pubblico, ma tutte le versioni dei brani e le interviste sono rigorosamente inedite e realizzate appositamente per la trasmissione e poi, spesso, le versioni sono eccellenti, in alcuni casi meglio degli originali. Infine ce n’è per tutti i gusti e si spazia in tutti i generi. Questo di cui vi parlo brevemente (ma non troppo) è il volume 1 ma esistono anche un volume 2 e 3 e in ogni caso, non dovrei dirvelo io, ma girando in rete si trovano centinaia di filmati tratti dalla trasmissione.

Si parte e siamo nel 1971: il primo brano è Under My Wheels di Alice Cooper tratta da Killer e il rock del noto golfista in privato e trasgressiva rock star in pubblico è ancora graffiante e vibrante. Elton John, solo voce e pianoforte, ci regala una bellissima versione di Tiny Dancer tratta da Madman Across The Water, quando era uno dei musicisti più validi in circolazione e non sbagliava un disco (vediamo se l’annunciata e imminente collaborazione con Leon Russell prodotta da T-Bone Burnett confermerà quei segnali di ripresa degli ultimi dischi). A seguire una strepitosa versione di We Gotta Have Peace di Curtis Mayfield uno dei più grandi cantanti soul della storia e che meriterebbe un posto negli annali solo per People Get Ready se non ne avesse scritte altre decine altrettanto belle.

Randy Newman esegue una sardonica Political Science uno dei più straordinari brani di critica alla politica Usa di intervento nel mondo dove soavemente invita il suo governo a lanciare una bella bomba atomica (Let’s drop the big one) illustrando anche perché farlo: “Nessuno ci ama e non capisco perché…Lanciamo quella grossa e polverizziamoli…L’Asia è troppo affollata, l’Europa troppo vecchia, l’Africa è fin troppo calda e il Canada troppo freddo, il Sud America ci ha fregato il nome, lanciamo quella grossa così non ci sarà più nessuno a incolparci…”. Fantastica e di una levità assoluta. Una caratteristica che balza all’occhio in questo, come in tutti i filmati che precedono e seguono, è quanto sono giovani tutti i protagonisti, ma giovani proprio e quanto sono bravi. Uno dei DJ dice, giustamente, che gran parte dei personaggi che appaiono in questo video sono ancora rilevanti e vivi ai giorni nostri, la loro musica non finisce mai di stupire.

Bill Withers con Ain’t No Sunshine, Rory Gallagher debordante con la sua vecchia Fender arruginita e la solita camiciona a quadretti (l’ho visto anch’io in quegli anni e aveva la stessa camicia e la stessa chitarra), i Wailers (che non erano ancora Bob Marley & The Wailers) con Peter Tosh e Bunny Wailer in una strepitosa e piena di soul Stir it up, anche loro giovvani (con 2 v). I Roxy Music ancora con Brian Eno in una tiratissima Do The Strand. watch?v=TWfXqae1NzA Edgar Winter e il suo gruppo in una pirotecnica Frankenstein dove il fratello pure lui albino di Johnny strapazza qualsiasi tipo di tastiera compreso un primitivo synth con un virtuosismo sbalorditivo. Captain Beefheart con la sua grande Magic Band gigioneggia in una relativamente sobria Upon the my o my, i Little Feat di Lowell George sono all’apice della loro carriera in una debordante versione di Rock and roll doctor con la slide del leader che taglia l’aria. John Lennon ci regala una delle sue ultime grandi esibizioni con una bella versione di Stand by me. Ronnie Van Zant scatena i suoi fidi chitarristi Allen Collins e Gary Rossington, giovanissimi e belli pure loro, in una pantagruelica versione di Free Bird.

Emmylou Harris giovane e bellissima ancora con i suoi capelli corvini e una Hot Band con Rodney Crowell al seguito ci regala una pimpante Amarillo. Bonnie Raitt, con la voce ancora quasi libera da quella sexy raucedine che avrebbe caratterizzato gli anni a venire è già grande con una ottima Too Long At The Fair. Tom Waits seduto al suo piano e con una band con solo contrabbasso, sax e batteria con le spazzole è assolutamente devastante in una eccezionale versione di Tom Traubert’s Blues, quella ballata accorata dedicata a Waltzing Matilda. watch?v=9ZmqbcBsTAw Qui ci avviamo alla fine degli anni ’70 (e che anni sono stati e che musica e che personaggi!) e arrivano il punk e la new wave con qualche eccezione.

I Talking Heads con, indovinate, una giovanissima, e bravissima, Tina Weymouth con il suo basso pulsante e le chitarre sghembe di David Byrne (va bene, non lo dico più!) e Jerry Harrison eseguono il loro primo cavallo di battaglia Psycho Killer “Qu’est-ce que c’est?”.  Gli Xtc ancora lontani dalle fantasie sixties-psichedeliche (e fantastiche) degli anni futuri eseguono una punkissima Statue of Liberty. Debbie Harry e i suoi Blondie sono la quintessenza del cool in una non notissima (I’m always touched by your) Presence Dear. Tom Petty è gia Tom Petty, uno dei grandi del rock, in una antemica American Girl. I Police con un occhialuto Sting causa incidente, sono alle prese con Can’t Stand Losing You mentre Bruce Springsteen, assediato e baciato dalle sue fans, è gia strabordante in una versione pirotecnica di Rosalita. watch?v=BLxgkTYWE6U

Cosa rimane? O come direbbe l’amico George, what else? Iggy Pop è a torso nudo in cinque secondi per eseguire una feroce I’m Bored, gli Specials sono l’epitome del boom del Two Tone/Ska con A Message to you Rudi e i Damned molto compresi nella loro versione di Who del punk disintegrano gli studi della BBC in un medley di Smash It Up/I Just can’t be happy today, i Ramones sono, come dire, i Ramones con Rock’n’Roll High School e gli U2, occhio alla pettinatura fantastica di Bono e The Edge con i capelli hanno una freschezza e una grinta invidiabili in una bella versione di I Will Follow. Concludono i R.e.m. con Peter Buck snello e slanciato e con Michael Stipe anche lui con i capelli, ma tanti capelli, lunghi sulle spalle, addirittura con i boccoli ma già carismatico in una notevole versione di Moon River/Pretty Persuasion. watch?v=_QTFKOnGWto

Se tutto questo non bastasse alla fine ci sono delle interviste rilassate, amichevoli, interessanti, piacevoli, fondamentali in una parola con dei, lo so avevo promesso, giovani Bernie Taupin e Elton John, Mick Jagger e Keith Richards separati, Robert Plant, John Lennon che parla senza problemi anche dei Beatles e Bruce Sprinsgteen che dopo tre ore di concerto è ancora vivo e disponibile a parlare di musica, come tutti gli altri, perchè di musica si parla in queste interviste, dopo averla vista.

Vi ho infilato qualche link per verificare, ma fidatevi!

Bruno Conti

Un Altro Dei Dischi Dell’Anno? Arcade Fire – The Suburbs

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Arcade Fire – The SuburbsMerge/Universal CD/2 LP

Già cominciano a circolare voci sul “tradimento” dell’etica indie da parte del gruppo di Montreal unite ad altre voci (la maggior parte) che parlano di questo The Suburbs, il loro terzo, come del migliore della loro discografia.

Un giorno mi diranno quale è questo cosidetto filone indie o alternative (ma rispetto a cosa?): in ogno caso io mi unisco al gruppo dei “favorevoli”, non sara un capolavoro assoluto, (ma quanti ne escono in un anno?) ma mi pare un ottimo CD proprio nella vecchia ottica dell’album, inteso come vinile, che sarebbe doppio.

Ci sono tutti i piccoli escamotages del caso, tipo il disco che esce con otto copertine diverse tra cui scegliere, il vinile con copertina gatefold, ma c’è anche sostanza.

Una delle solite critiche è che è troppo lungo. Ma benedetti uomini e donne, il vostro lettore CD è fornito della funzione skip, tac e si passa al brano successivo, al limite ci si ritorna in un altro momento quando l’umore è quello giusto, non per fare un discorso alla “Catalano”, ma meglio avere un album con sedici tracce da ascoltare ed eventualmente tre o quattro da scartare, piuttosto che uno con dieci o dodici brani che se ne trovi quattro o cinque che non ti piacciono son c… amari.

Ma comunque devo dire che il disco funziona proprio nella sua interezza: sentito parecchie volte, e in questi giorni l’ho fatto per il piacere dell’ascolto e non per il “dovere” della recensione, regge sia nell’insieme che nei singoli brani.

Al sottoscritto ha ricordato qualcosa di Spectoriano (nel senso di Phil Spector), quel “wall of sound”, muro del suono, che ha sempre caratterizzato il settetto di Montreal (intesa come “casa” del gruppo, ma i due fratelli Butler sono nativi della California del nord e hanno vissuto per molti anni nei “suburbs” di Houston, Texas da cui il titolo dell’album), quel di più è meglio si diceva, la tendenza di “caricare” i suoni il più possibile, senza mai esagerare (ma ogni tanto ci sta pure) e diversificare molto le atmosfere dei brani. Era una caratteristica che avevano anche alcuni artisti britannici dei primi anni ’70 e penso al primo David Bowie o ai Roxy Music dei primi dischi, la capacità di mescolare sonorità elettroniche non eccessive al meglio del rock classico, con quei “lustrini” del glam a stemperare le atmosfere.

Il co-produttore Marcus Dravs, che è lo stesso del precedente Neon Bible e che ha lavorato anche con James, Coldplay e Brian Eno, ha saputo unire questo presunto stadium rock, il rok classico degli anni ’70 e l”anima indie e alternative (e ridagli!) degli Arcade Fire per plasmare questo The Suburbs che accontenterà palati più raffinati e amanti del buon pop.

Il disco si apre, nella title-track, sul mellifluo falsetto di Wim Butler e su atmosfere che ricordano il Bowie di Hunky Dory, il perfetto singolino d accoppiare a Month Of May come hanno fatto nel 12″ pubblicato a maggio. Il suono è semplice e complesso al tempo stesso, con le tastiere di Regine Chassagne, la signora Butler a interagire con archi, intesi come violini, viole, violoncelli e contrabbassi suonati dai vari componenti del gruppo che anche dal vivo si scambiano le varie strumentazioni.

Ready to start è un altro singolo potenziale, con una ritmica urgente di stampo rock e un sound radiofonico “moderno”, con chitarre ruggenti, sintetizzatori e tastiere varie che accompagnano la voce filtrata di Butler, glam rock futuribile, i vecchi Roxy con le tastiere di Eno.

Modern Man ricorda vagamente Learning to Fly di Tom Petty con il suo ritmo incalzante e le sue atmosfere orecchiabili, e non è inteso come un’offesa, meno complessa nei suoni dei brani precedenti anche se definirla semplice è esagerare.

Qualcuno ha paragonato questo disco nel suo insieme al ciclo di poemi di William Blake, Songs Of Innocence and Experience ma mi sembra un po’ esagerato, e perchè non la Divina Commedia o Romeo e Giulietta, in fondo trattasi di canzonette. Rococo, con la voce di Regine a doppiare quella del marito ricorda certi eccessi pop, ma quelli più gloriosi, degli ELO, tamto bistrattati e poi rivalutati, strati su strati di strumenti per un suono iper-raffinatissimo e un finale con chitarra in feedback.

Empty Room con la sottile voce di Regine Chassagne a guidare le danze ha comunque una energia synth-rock di grande appeal, con il solito muro di chitarre e tastiere e la ritmica in overdrive. City with no children aldilà del titolo visionario è uno dei brani più classici di rock dell’album, potrebbe essere su un album di Springsteen o degli Hold Steady e farebbe la sua bella figura. Half light, ancora con la voce della Chassagne a guidare il gruppo, si apre con un fade-in ed è un brano piacevole ma non memorabile, funzionale all’album nel suo insieme e qui ha un senso, ma non fondamentale, forse superfluo è eccessivo, magari ai prossimi ascolti potrei rivalutarla, gli arrangiamenti sono sempre maestosi e con quei crescendi tipici degli Arcade Fire.

Il battito elettronico di Half Light II ci introduce ad atmosfere che ricordano i Depeche Mode o gli U2 (che sono dei grandi fans e usavano Wake Up come brano intro dei loro concerti) fase 2 della produzione Eno/Lanois, “moderna ma con giudizio”. Suburban War con una bella chitarra con riverbero in evidenza è uno dei brani migliori dell’album, malinconica e appassionata ricorda certe cose più intimiste dei R.E.M. di Automatic for The People o dei primi Smiths, ma riviste nell’ottica inconfondibile degli Arcade Fire, con continui cambi di tempo e aperture orchestrate quasi eccessive ma vincenti all’ascolto.

Month of May è l’altro singolo e unisce un ritmo veloce quasi punk alla Ramones a sonorità electro-pop, tipo i primi Roxy Music di Virginia Plain, una strana alchimia che però funziona.

Wasted Hours è uno dei pochi brani lenti, visto che nella musica degli Arcade Fire non c’è posto per le ballate questo brano è la massima approssimazione ad un brano del “connazionale” Neil Young che ci potremo mai aspettare e questo si ricollega a certi giudizii che hanno paragonato questo album ad un incontro tra Neil Young e Depeche Mode. Altri lo hanno definito il loro OK Computer, ma superiore, confontato con i Radiohead oltre ai già citati R.E.M. di Automatic. Deep Blue è un altro dei brani definiti non indispensabili dalla critica ma al sottoscritto non dispiace, semplice e con un coretto pop nel ritornello.

We used to wait ricorda molto, ma molto da vicino, sarà il pianino insinuante, i Supertramp. ebbene sì, ma quelli migliori di Crime of the century, proprio il gruppo che era bello “odiare” negli anni ’70 e che periodicamente fanno capolino nella musica di qualche gruppo contemporaneo, anche loro maniaci della perfezione sonora e vocale e che ricevono un “omaggio” inatteso in questo brano. Sprawl è il secondo brano diviso in due parti, distinte e molto diverse tra loro, il primo è una ballata (no, non si può dire!) malinconica e raccolta, mentre la parte II, cantata dalla Regine Chassagne, sembra una traccia perduta della produzione dei Blondie, anche vagamente danzereccia, che sicuramente avrà i suoi estimatori ma non il sottoscritto.

Per concludere rimane The Suburbs (Continued) che riprende il tema del brano iniziale in un breve intramuscolo che nulla aggiunge e nulla toglie al disco nel suo insieme, fine della track-by-track.

Da domani nei negozi!

Capolavoro o disco normale? Ai posteri l’ardua sentenza! E con questa sentenza Pilatesca me ne lavo le mani. Anzi no, normale capolavoro potrebbe andare?

Bruno Conti

Giugno 2010. Novità E Anticipazioni. Appendice 3. Chemical Brothers, Morcheeba, Alejandro Escovedo, Monica Mancini Eccetera

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Prima facciamo velocemente il punto della situazione: viaggiare informati a cura del BCI, Bruno Conti Informations. Le varie edizioni del DVD degli U2 360° At The Rose Bowl, singola, doppia e box Deluxe saranno nei negozi da venerdì 11 giugno. Per la serie strano ma vero, viceversa, il nuovo dei Crowded House Intriguer che vi avevo dato in uscita a metà luglio, dovrebbe essere anticipato al 22 giugno.

Il nuovo CD dei Morcheeba Blood Like Lemonade che vede il ritorno della cantante originale Sky Edwards esce il venerdì 11 giugno.

Il nuovo album dei Chemical Brothers Further è in uscita il 15 giugno; sarà il primo a non utilizzare Guest Vocalists, quindi 8 tracce strumentali, eventualmente nella versione Deluxe CD+DVD.

Cambiando totalmente genere il 22 giugno (speriamo!) esce il nuovo album di Alejandro Escovedo, uno dei segreti meglio custoditi della musica Americana, texana in particolare, si chiama Street Songs Of Love è prodotto dal grande Tony Visconti e prevede un duetto con Bruce Springsteen nel brano Faith.

Per il momento il Box di Mellencamp e il doppio Dvd di Springsteen sono confermati in uscita il 22 giugno. Lo stesso 22 Giugno esce anche un doppio DVD a prezzo speciale, 14.90 euro al pubblico, Amiche Per L’Abruzzo, con la registrazione completa del concerto tenuto lo scorso anno allo Stadio di San Siro da tutte le più famose voci femminili della musica italiana. Visto che il ricavato andrà in beneficenza, mi raccomando!

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Questo me l’ero proprio dimenticato! Dato che è uscito proprio oggi nei negozi ve lo ricordo: Steve Winwood Revolutions un box di 4 CD con il meglio della sua produzione dagli Spencer Davis Group ai Traffic e Blind Faith fino alla sua carriera solista. Non c’è mezzo brano inedito, o meglio una versione re-incisa nel 2010 di Spanish Dancer. Il prezzo è molto vantaggioso, super consigliato a chi non ha nulla di Winwood, per gli altri vedete voi, controllate il portafoglio e decidete.

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Come direbbe Aldo di Aldo, Giovanni e Giacomo, non ci posso credere, ma dopo due anni di annunci e rinvii esce Homeland di Laurie Anderson, è una confezione CD+DVD e vede tra i suoi ospiti Antony Hegarty (Antony & The Johnsons) e Lou Reed alla chitarra, esce, indovinato, il 22 giugno.

Sempre lo stesso giorno verrà pubblicato il nuovo album di Monica Mancini I’Ve Loved These Days, il suo quinto, credo: se il dubbio vi ha assalito, in effetti è la figlia del grande Henry Mancini. La particolarità del disco è che si tratta di cover tutte degli anni ’60 e fin lì nulla di strano: se non che nei vari brani a duettare con la Mancini appaiono gli autori dei brani e quindi, Jackson Browne appare in These Days, Brian Wilson in God Only Knows con l’aggiunta dei Take 6, Stevie Wonder in Blame It On The Sun e Felix Cavaliere nella cover di How Can I Be Sure dei Rascals. Quando si hanno degli amici così perché non usarli!

A fine mese, il 29 giugno, esce il primo DVD di un concerto completo dal vivo di Robert Cray (gli altri erano raccolte), si chiama Cookin’ In Mobile, è il suo primo per la Vanguard/Emi è comprende anche il CD con lo stesso concerto. Il tutto a prezzo speciale.

A proposito di confezioni CD+DVD sempre il 22 giugno esce il più volte annunciato, In Session di Albert King with Stevie Ray Vaughan, se avete comprato già 18 volte il CD nelle sue varie edizioni niente paura esce anche il DVD da solo.

Dimenticato qualcosa? Non mi sembra!

Al prossimo aggiornamento!

Bruno Conti

Le 500 Più Grandi Canzoni Di Tutti i Tempi Secondo La Rivista Rolling Stone Parte X

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Come i bambini! Scusate ma non ho resistito: Post n° 100 per i posti dal 91 al 100. Anticipo di qualche giorno l’appuntamento settimanale con la classifica di Rolling Stone per farla coincidere con il centesimo post di questo Blog (versione ufficiale, prove escluse).

In teoria, come promesso, con questa puntata finisce questa carrellata sulle canzoni che hanno fatto grande la musica rock. In teoria, perchè se vi interessa conoscere la classifica completa, come da cover di Rolling Stone, possiamo arrivare anche fino alla posizione 500. Dieci brani alla settimana sono altre 40 settimane, fatemi sapere. Per il momento…

91) Elvis Presley – Suspicious Minds

E’ stata un grande successo anche per i Fine Young Cannibals, ma non c’è paragone con quella di Elvis. Questa versione la conoscono in pochi x5nxq0_waylon-jennings-jessi-colter-suspic_music : Waylon Jennings e la moglie Jessi Colter erano due degli originali Outlaws con Willie Nelson e Tompall Glaser. Vi dirò di più: non tutti sanno che Waylon Jennings che era il bassista originale del gruppo di Buddy Holly avrebbe dovuto essere sull’aereo dove morirono l’occhialuto musicista texano, Ritchie Valens e The Big Bopper. Per concludere, tre aneddoti in uno, secondo il racconto dello stesso Jennings, quando Holly seppe che lo stesso Waylon non avrebbe volato con loro gli disse “Spero che vi geliate il sedere sul vostro autobus” e la risposta, dalla quale Jennings è sempre stato perseguitato fu, testuale “Va bene, e io spero che il vostro aereo cada!”. Last but not least… il bellissimo brano American Pie di Don McLean (l’ha fatta anche, male, Madonna) è dedicato a questo evento “The day the music died”.

92) Ramones – Blitzkrieg Bop

Come facevano loro one…two…three. four! x27v2v_the-ramones-blitzkrieg-bop_music. Esiste anche una tribute band, The Ramonas, fatta tutta da donne, giuro!

93) U2 – I Still Haven’t Found What I’m Looking For

E’ un po’ di anni che non ne fanno di così belle! Questa versione con Springsteen è grandiosa.


U2 & Bruce Springsteen – I Still Haven’t Found What I’m Look
Uploaded by Schutzengerl1205. – Music videos, artist interviews, concerts and more.

94) Little Richard – Good Golly Miss Molly

Questa faceva parte del Detroit Medley di Mitch Ryder poi ripresa in concerto da Bruce Springsteen con la E Street Band e resa un vero tour de force watch?v=lHa2LmcJUz4

95) Carl Perkins – Blue Suede Shoes

Uno dei classici del rock and roll. Bella formazioncina, occhio alla battuta di Ringo Starr watch?v=6qwLlvyClFI

96) Jerry Lee Lewis – Great balls of fire

Quello originale e quello finto del film (Dennis Quaid) watch?v=UHnEJaNZETY

97) Chuck Berry – Roll Over Beethoven

Giuro che non li ho messi in sequenza io! I Quattro Moschettieri del R&R. Elvis, ovviamente era il Re (Sole)… In questa versione con il suo fido successore nell’arte del riff xbbgrj_chuck-berry-keith-richards-roll-ove_music

98) Al Green – Love and Happiness

Mamma mia se era bravo! (Ma anche adesso non scherza un c.) Questo è tratto da una trasmissione televisiva fantastica degli anni ’70, Soul train xdhjp_soul-train-al-green-love-happiness_music

99) Creedence Clearwater Revival – Fortunate Son

La canzone dedicata al genero di Nixon (lo so, ve lo avevo già detto, ma non vi avevo detto che era anche il nipote di Eisenhower). Quella di Fogerty con Springsteen già vista, questa dei Pearl Jam con ospiti vari è bellissima x1aat0_pearl-jam-fortunate-son

100) Rolling Stones – You Can’t Get Always Get What You Want

Sarà anche al centesimo posto ma che canzone, ragazzi! x8qr24_the-rolling-stones-you-cant-always_music

Bruno Conti

The Best Of 2009 Ancora Classifiche. Il Gigante e i “nanetti” presunti

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Ancora un po’ di classifiche in questa fine anno che si avvicina velocemente (sempre in attesa delle riviste di “settore” italiane che usciranno ad inizio 2010).

Rolling Stone Best Albums of 2009

1) U2 – No Line On The Horizon

2) Bruce Springsteen – Working On A Dream

3) Phoenix – Wolfgang Amadeus Phoenix

4) Jay Z – The Blueprint 3
5)Green Day – 21st Century Breakdown
6) Dirty Projectors – Bitte Orca
7) Neko Case – Middle Cyclone
Al sottoscritto questo disco è piaciuto molto, ad altri meno, mi sentirei di consigliarvelo, una delle migliori “voci” in circolazione.
8) The-Dream – Love vs Money
Mai sentito, confesso la mia ignoranza!
9)The XX – The xx
10) Sonic Youth – The Eternal
What? No Animal Collective! La cosidetta Bibbia del Rock (‘na volta) scompagina un po’ le carte con delle scelte meno radicali di altre poll di fine anno (comunque “Essi” ci sono, al 14° posto).
Nel titolo si diceva di “nanetti”: ovviamente mi riferivo agli innumerevoli blog (questo compreso, a proposito se volete mandate la vostra lista dei preferiti, una più una meno!) che si occupano di musica. Ne ho scelti un paio a capocchia…no, non è vero, scelti in base a determinate caratteristiche che andiamo ad elencare.
Questo, un titolo un programma, www.besteveralbums.com solo per il fatto di avere avuto la pazienza di calcolare i “migliori dell’anno” tra 1.400 classifiche (dicono loro) si merita una citazione.
Al numero uno la mia nemesi Animal Collective Merriweather Post Pavilion, al numero due Muse The Resistance (e questa è un po’ una sorpresa), al numero tre Yeah Yeah Yeahs It’s Blitz. Gli altri, se volete, ve li andate a vedere.
Questo in effetti non è un blog, è il Sito per eccellenza delle vendite on line di musica, Amazon. Loro che dicono?
Top 100 Amazon Picks (non temete, solo i primi 5)
1) Neko Case – Middle Cyclone (Oh Perbacco!)
2)Yeah Yeah Yeahs – It’s Blitz
3) Phoenix – Wolfgang Amadeu Phoenix
4)The Pains Of Being Pure At Heart – The Pains of Being Pure At Heart
Non conosco ma indagherò, nome e titolo mi intrigano
5) Avett Brothers – I and Love and You
Questo conosco, molto bello, prodotto da Rick Rubin, controllare prego.

Per finire, da un altro blog, www.rollogrady.com, chi cacchio sono? Non so ma sembra interessante! Hanno chiesto ad oltre sessanta artisti la loro lista di fine anno. Quella di Angus and Julia Stone (peraltro bravissimi) recita così:1) Iron and Wine – The Sheperd’s Dog 2) Doveman The Conformist 3)Mumford and Sons – Sigh No More (meno male qualcuno che apprezza!). Brantley Senn dei Dead Confederate from Athens, Georgia e che fanno del sano alternative southern rock (definizione coniata al momento), ha invece citato… Al numero 1) Vic Chesnutt – At The Cut, un giusto omaggio, 2) Mastodon Crack The Skye 3) Flaming Lips Embryonic. Se vogliamo, tutte queste liste sono l’occasione per scoprire anche nomi nuovi da ascoltare, quindi studiate, miei cari signori e signore, studiate.

Bruno Conti