Ed eccoci arrivati alle uscite di venerdì 21 settembre. Iniziamo con il secondo album solista di Billy F. Gibbons, il leader degli ZZ Top. Si intitola The Big Bad Blues e segnala un ritorno deciso al blues-rock dopo il non del tutto convincente (almeno per chi scrive, a cui non era piaciuto molto) Perfectamundo, il disco dal gusto Afro-cubano del 2015. Questa volta il nostro amico fa molto meglio, pur utilizzando più o meno gli stessi musicisti del disco precedente: l’ottimo Mike Flanigin all’organo e al piano, Joe Hardy al basso, Greg Morrow alla batteria, più i “nuovi” Austin Hanks alla seconda chitarra, Matt Sorum anche lui alla batteria, oltre a James Harman, per esempio presenteall’armonica in Missin’ Yo’ Kissin’ (brano firmato dalla moglie Gilligan, come Gilly Stillwater, e che ignoravo scrivesse canzoni).
Proprio questo pezzo, con un riff robusto di chitarra che rimanda sia agli ZZ Top, come pure al boogie blues dei primi Canned Heat, per la presenza dell’armonica, è un efficace esempio del sound che sembra bello tosto, come ai bei tempi andati, cosa che non capitava da tempo negli album di studio della sua band di origine (lo dico con cognizione di causa perché mi è già capitato di ascoltare buona parte del disco). Dove brillano anche non una ma ben due cover dal repertorio di Bo Diddley Bring It to Jerome e Crackin’ Up, e due pure di Muddy Waters,una poderosa Rollin’ & Tumblin’ che sembra uscire dai solchi di un vecchio disco di Johnny Winter, e una solida rilettura di Standin’ Around Crying, sempre con Harman all’armonica, che brilla pure in Let The Left Hand Know. Ma visto che questa non è una recensione mi limito a ribadire che questo The Big Bad Blues tiene fede al titolo e segnala un gradito ritorno al suono dei primi ZZ Tophttps://www.youtube.com/watch?v=Hxq5LciIeW4 , ma anche alle radici della passione del buon Billy per le 12 battute, con la solista spesso in bella evidenza. Il CD uscirà per la Concord/Universal e contiene le seguenti tracce.
1. Missin’ Yo’ Kissin’ (Gilly Stillwater) 2. My Baby She Rocks 3. Second Line 4. Standing Around Crying (Muddy Waters) 5. Let The Left Hand Know… 6. Bring It To Jerome (Jerome Green) 7. That’s What She Said 8. Mo’ Slower Blues 9. Hollywood 151 10. Rollin’ And Tumblin’ (Muddy Waters) 11. Crackin’ Up (Bo Diddley)
Nuova anche l’etichetta 100% UK, ma non la classe che rimane limpida e lo stile inimitabile, come dimostra l’estratto dall’album che potete ascoltare sopra. Ecco comunque la lista completa dei brani:
1. Girl In Need 2. Ancient Past 3. Brushes 4. Dreamin’ 5. Is The Sun Out Anywhere 6. Every Saturday Nite 7. Maida Hill 8. Bathtub Gin 9. Nothin’ From You 10. What Happens When Her Beauty Fades? 11. Love Comes
Per la serie a volte ritornano, a più di 30 anni dall’ultimo album di studio Cedar Creek tornano i Textones. Carla Olson, che era l’anima e la mente del gruppo, oltre che la voce solista e la principale autrice, racconta che quando venne pubblicato l’album nel 1987, poco dopo si accorse di essere malata e le venne diagnosticata una forma di diabete mellito, cosa che la costrinse a ritirarsi dalle scene, decretando la fine del suo gruppo. Comunque la Olson poi è tornata, con una serie di ottimi dischi, soprattutto quelli in coppia con Gene Clark e Mick Taylor, e nel corso degli anni è diventata anche una affermata produttrice, ma evidentemente quel finale brusco le deve essere rimasto sul gozzo. Ed ecco quindi che vengono riannodate le fila del discorso con i vecchi componenti della band: George Callins, alla chitarra e seconda voce, oltre che coautore di alcuni brani. Rick Hemmert, Tom Jr. Morgan al sax, e Joe Read. Come ospiti appaiono anche gli altri vecchi membri originali del gruppo, Markus Cuff, David Provost, Phil Seymour, Kathy Valentine, nonché Barry Goldberg e Rusty Young dei Poco, alla pedal steel, mandolino e banjo.
Quarto album di studio per i Villagers, la band dell’irlandese Conor O’Brien, gruppo che mi aveva colpito per il primo album https://discoclub.myblog.it/2010/06/18/anche-lui-di-nome-fa-conor-the-villagers-becoming-a-jackal/ , ma anche gli altri usciti in seguito erano ottimi. Il nuovo The Art Of Pretending To Swim, come di consueto pubblicato dalla Domino Records, conferma il talento di questo piccolo genio della pop music più raffinata e di squisita fattura (e non solo), musica di grande qualità e varietà. Sotto trovate una anticipazione del disco e la lista completa dei brani.
1. Again 2. A Trick Of The Light 3. Sweet Saviour 4. Long Time Waiting 5. Fool 6. Love Came With All That It Brings 7. Real Go-Getter 8. Hold Me Down 9. Ada
Questa è solo una segnalazione, la recensione completa del nuovo album di Joe Bonamassa Redemption, in uscita il 21 settembre su Mascot/Provogue, l’ho già scritta e la leggerete in anteprima sul numero del Buscadero di settembre. Comunque ecco una piccola anticipazione della recensione: il produttore Jerry Shirley, su suggerimento di Bonamassa si presume, ha voluto apportare alcune modifiche al sound: ci sono due chitarristi aggiunti alla formazione abituale, ossia Kenny Greenberg e Doug Lancio, per consentire a Joe di concentrarsi di più sulle parti soliste, un ospite a sorpresa come il cantante country Jamey Johnson, e tra gli autori o co-autori delle canzoni Dion DiMucci, Tom Hambridge sempre più lanciato, James House, Gary Nicholson e Richard Page. Per il resto la band è quella solita, ormai collaudata: Anton Fig, batteria, Michael Rhodes, basso e Reese Wynans alle tastiere, oltre alla piccola sezione fiati , Lee Thornburg e Paulie Cerra, usata in alcuni brani, Gary Pinto alle armonie vocali e le coriste Mahalia Barnes, Jade McRae, Juanita Tippins.
Ecco i titoli delle canzoni e qui sopra un assaggio video.
1. Evil Mama 2. King Bee Shakedown 3. Molly O’ 4. Deep In The Blues Again 5. Self-Inflicted Wounds 6. Pick Up The Pieces 7. The Ghost Of Macon Jones 8. Just ‘Cos You Can Don’t Mean You Should 9. Redemption 10. I’ve Got Some Mind Over What Matters 11. Stronger Now In Broken Places 12. Love Is A Gamble
Giorni fa vi abbiamo presentato la recensione in anteprima del nuovo David Bowie Blackstar, ma scorrendo la lista delle novità di gennaio mi sono accorto che c’erano molti più titoli in uscita di quanto pensassi, in un mese che di solito è abbastanza tranquillo a livello di pubblicazioni discografiche, per cui ripristiniamo la rubrica delle anticipazioni, divisa in tre parti, senza trascurare comunque altri possibili recuperi (anzi probabili) di uscite 2015, infatti partiamo proprio con due cofanetti che, usciti sul mercato internazionale a metà novembre, vedranno la luce anche in Italia solo a partire dal 15 gennaio.
Per iniziare i Raspberries, la storica band power pop/rock di Eric Carmen (esatto quello di All By Myself, che spudoratamente citava il concerto n°2 per piano e orchestra di Rachmaninov). ma allora, inizi anni ’70, era tutta un’altra storia, il nostro veniva da Cleveland, che come ricorda una famosa canzone di Ian Hunter, “rocks”, e la sua band, “I Lamponi” (apro un’altra parentesi, per ricordare che questo blog nasce come prosecuzione del negozio di cui vedete il logo proprio in apertura di Blog, e quindi ricordo che all’uscita di uno dei dischi Raspberries, del cui profumo l’album era imbevuto, il negozio profumò di quel frutto per diversi giorni) erano un eccellente gruppo, con influenze british invasion che andavano dai Beatles agli Who, gli Hollies, gli Small Faces, ma anche Beach Boys e Big Star, influenzando a loro volta band e solisti che sarebbero venuti in seguito in questo ambito power pop, Sweet e il primo Costello nel Regno Unito, Cheap Trick, Knack, Shoes, The Babys, Romantics, e in seguito Dwight Twilley, Plimsouls, Smithereens e dB’s, tanto per ricordarne alcuni altri di provenienza americana.
Questo box di 4 CD, pubblicato dalla Caroline Records del gruppo Universal a prezzo speciale, contiene i quattro album della band, tutta la loro produzione tra il 1970 e il 1974, ovvero questi:
[CD1: Raspberries] 1. Go All The Way 2. Come Around And See Me 3. I Saw The Light 4. Rock & Roll Mama 5. Waiting 6. Don’t Want To Say Goodbye 7. With You In My Life 8. Get It Moving 9. I Can Remember
[CD2: Fresh] 1. I Wanna Be With You 2. Goin’ Nowhere Tonight 3. Let’s Pretend 4. Every Way I Can 5. I Reach For The Light 6. Nobody Knows 7. It Seemed So Easy 8. Might As Well 9. If You Change Your Mind 10. Drivin’ Around
[CD3: Side 3] 1. Tonight 2. Last Dance 3. Making It Easy 4. On The Beach 5. Hard To Get Over A Heartbreak 6. I’m A Rocker 7. Should I Wait 8. Ecstasy 9. Money Down
[CD4: Starting Over] 1. Overnight Sensation (Hit Record) 2. Play On 3. Party’s Over 4. I Don’t Know What I Want 5. Rose Coloured Glasses 6. All Through The Night 7. Crusin’ Music 8. I Can Hardly Believe You’re Mine 9. Cry 10. Hands On You 11. Starting Over
Come potete sentire nei video, ballate zuccherine, ma anche rock con power chords e pop di eccellente qualità.
Stesso discorso si potrebbe fare anche per Hot Love, Cold World, il box dedicato, sempre dalla Caroline, a Bob Welch, il chitarrista americano che, prima dell’avvento della coppia Buckingham-Nicks si incaricò di traghettare gli inglesi Fleetwood Mac verso quel rock californiano che ne avrebbe fatto la fortuna nella seconda metà degli anni ’70. Di lui avevo parlato brevemente sul Blog, in occasione della sua morte avvenuta, in seguito a suicidio, nel giugno del 2012 http://discoclub.myblog.it/2012/06/08/un-fleetwood-mac-minore-se-ne-e-andato-bob-welch-1946-2012/. Bob Welch non era un “genio” della musica, ma i quattro album solisti pubblicati per la Capitol a cavallo tra anni ’70 ed ’80 rimangono buoni esempi di pop-rock tipico dell’epoca, e ovviamente contengono il suo unico grande successo, Sentimental Lady, che nei Fleetwood Mac cantava Christine McVie:
CD1: French Kiss] 1. Sentimental Lady 2. Easy To Fall 3. Hot Love, Cold World 4. Mystery Train 5. Lose My Heart 6. Outskirts 7. Ebony Eyes 8. Lose Your… 9. Carolene 10. Dancin’ Eyes 11. Danchiva 12. Lose Your Heart
[CD2: Three Hearts] 1. 3 Hearts 2. Oh Jenny 3. I Saw Her Standing There 4. Here Comes The Night 5. China 6. The Ghost Of Flight 401 7. Precious Love 8. Church 9. Come Softly To Me 10. Devil Wind 11. Don’t Wait Too Long 12. Little Star Bonus Tracks: 13. 3 Hearts (Alternate Version) 14. Une Fille Comme Toi 15. Something Strong 16. Precious Love (Mono)
[CD3: The Other One] 1. Rebel Rouser 2. Love Came 2X 3. Watch The Animals 4. Straight Up 5. Hideaway 6. Future Games 7. Oneonone 8. Don’t Let Me Fall 9. Spanish Dancers 10. Old Man Of 17
[CD4: Man Overboard] 1. Man Overboard 2. Justine 3. Nightmare 4. B666 5. Don’t Rush The Good Things 6. The Girl Can’t Stop 7. Jealous 8. Fate Decides 9. Reason 10. Those Days Are Gone
Sempre in 4 CD e a prezzo speciale anche questo.
I Mamas And Papas viceversa di successi ne hanno avuti tantissimi e sono tutti raccolti in questa bellissima antologia doppia pubblicata domani 8 gennaio dalla Real Gone Music, intitolata The Complete Singles 50th Anniversary Collection, riporta tutti i singoli, lati A e B, i successi e i pezzi più belli poi presenti anche negli album del gruppo e da quelli solisti di Mama Cass, Denny Doherty e John Phillips, tutti brani pubblicati per la ABC-Dunhill dall’8 gennaio 1966 (50 anni fa esatti), il giorno in cui California Dreamin’ entrava nelle classifiche americane e la storia di The Mamas And The Papas, per chiamarli con la loro esatta “ragione sociale”, iniziava in tutto il suo splendore, fino al 1972, anno in cui usciva l’ultimo singolo, dopo la reunion avvenuta quell’anno. Anche se per essere precisi, come è facilmente rilevabile leggendo la tracklist qui sotto, il primo singolo Go Where You Wanna Go era già uscito nel 1965, come pure California Dreamin’ che pero entrava in classifica in quel fatidico giorno:
April Anne (John Phillips) (ABC/Dunhill 3236, 1970)
53 canzoni, spesso meravigliose, che raccontano la storia di uno dei gruppi leggendari di quell’epoca, anche tra gli inventori del primo Festival della storia della nostra musica, quel Monterey Pop, che nel 1967 cambiò completamente le prospettive della musica dell’epoca. Penso che sicuramente ci torneremo, per il momento ve ne segnalo l’uscita.
Nel 1971 John David Souther venne messo sotto contratto dalla Aylum di David Geffen e nel 1972 pubblicò il suo album di debutto, questo omonimo John David Souther che conteneva dieci perle di puro country-rock californiano distillato. Souther era stato compagno di camera e di gruppo nei Longbranch/Pennywhistle del futuro Eagles Glenn Frey, e al piano di sotto abitava Jackson Browne che portò Souther al colloquio con Geffen.
Il nostro amico scriverà per, e con, gli Eagles, canzoni come Best Of My Love, New Kid In Town e Heartache Tonight, e nel suo disco d’esordio, prodotto da Fred Catero, c’era la crema dei musicisti dell’epoca, anche alcuni antesignani del futuro blue-eyes soul westcostiano come Ned Doheny, ma anche Johnny Barbata, Mike Bowden, Glenn Frey, Bryan Garofalo, Gib Guilbeau del giro Flying Burrito, Gary Mallaber, Wayne Perkins e Joel Tepp, collaboratore di Bonnie Raitt per cui Souther scriverà alcuni brani negli anni a venire. La ristampa Omnivore contiene sette bonus, tra alternates e demos ed è in uscita l’8 gennaio in USA e il 15 gennaio in Europa, via Warner. mentre i due album successivi, Black Rose e Home By Dawn (in mezzo c’era stato You’re Only Lonely, quello di maggior successo, che pero era uscito per la Columbia), verranno ripubblicati, sempre rimasterizzati e potenziati il prossimo 12 febbario.
Per il momento:
Tracklist 1. The Fast One 2. Run Like A Thief 3. Jesus In 3/4 Time 4. Kite Woman 5. Some People Call It Music 6. White Wing 7. It’s The Same 8. How Long 9. Out To Sea 10. Lullaby Bonus Tracks: 11. Kite Woman (Alternate Version) 12. Jesus In 3/4 Time (Demo) 13. The Fast One (Demo) 14. Run Like A Thief (Demo) 15. How Long (Demo) 16. One In The Middle (Demo) 17. Silver Blue (Demo)
Villagers è il nome d’arte che ha scelto il musicista irlandese Conor O’Brien per pubblicare la propria musica, con l’aiuto di alcuni altri musicisti ma spesso anche in solitaria, suonando tutti gli strumenti. Fino ad oggi ha pubblicato tre album Becoming a Jackal del 2010, forse fino ad ora il migliore http://discoclub.myblog.it/2010/06/18/anche-lui-di-nome-fa-conor-the-villagers-becoming-a-jackal/, poi Awayland nel 2013 e nella primavera del 2015 il recente Darling Arithmetic, tutti ottimi esempi di raffinato e complesso pop-rock. Ora l’8 gennaio, su etichetta Domino, esce questo Where Have You Been All My Life? dove Conor O’Brien rivisita molti brani dei suoi tre album precedenti in una nuova veste sonora, più articolata e vicina al sound del primo album, quello con gli arrangiamenti più complessi.
Grazie all’aiuto di Cormac Curran grand piano e analogue synthesizer, Danny Snow contabbasso, Mali Llywelyn arpa, mellotron e voce, e Gwion Llewelyn batteria, flicorno e voce, oltre allo stesso O’Brien che suona tutto il resto, in un solo giorno nel luglio del 2015, sono stati registrati 18 brani di cui 12 quelli pubblicati nell’album, tra cui una cover di Wichita Lineman e Memoir che era apparsa solo su un album di Charlotte Gainsbourg, per cui era stata scritta la canzone. Quindi una sorta di live in studio, ma con una strumentazione ricca e variegata che ci porta ad apprezzare la bravura e il talento di questo musicista, tra i più interessanti in circolazione sul lato britannico dell’Atlantico.
Sempre in questi giorni escono anche due album che gravitano nell’area blues (e che quindi non escludo di recensire per esteso a breve, sempre se trovo il tempo). Il primo è la ristampa potenziata del classico album Black Magic, attribuito alla Magic Sam Blues Band, uscito per la Delmark nel 1969 proprio pochi giorni prima della sua prematura scomparsa a soli 32 anni, il 1° dicembre di quell’anno. Ai 10 brani dell’album originale sono state aggiunte 7 tracce con versioni alternative o brani inediti:
I Just Want a Little Bit What Have I Done Wrong Easy, Baby You Belong to Me It’s All Your Fault Same Old Blues https://www.youtube.com/watch?v=0ScsUUNiuoQ You Don’t Love Me, Baby San-Ho-Zay Stop! You’re Hurting Me Keep on Loving Me Baby What Have I Done Wrong (Alternate) I Just Want a Little Bit (Alternate) Everythings Gonna Be All Right Keep on Doin’ What You’re Doin’ Blues for Odie Payne Same Old Blues (Alternate) What Have I done Wrong (Alternate) Keep on Loving Me Baby
Sempre grazie all’etichetta di Chicago sul finire del 2014 era uscito un CD inedito registrato dal vivo ai tempi dal grande chitarrista blues, di cui vi avevo parlato su queste pagine virtuali, Live At The Avant Garde.
Mentre per la Vizztone esce il nuovo album di Bob Margolin, storico chitarrista di Muddy Waters negli ultimi anni di carriera del vecchio McKinley Morganfield. La Vizztone è una benemerita etichetta indipendente americana che lo stesso Margolin ha contribuito a fondare e che periodicamente pubblica i suoi dischi ( in tempi relativamente recenti, tra i tanti, il Live di Brandon Santini, il disco inedito bellissimo di Sean Costello e l’ultimo Cathy Lemons, tutti dischi recensiti da chi scrive, anche sul Buscadero). My road dovrebbe essere, se non ho fatto male i conti l’11° della serie, il primo dopo Blues Around The World pubblicato nel 2012 http://discoclub.myblog.it/2012/03/12/incontri-blues-bob-margolin-with-mike-sponza-band-blues-aro/, e nello stesso anno era uscito anche Not Alone in coppia con Ann Rabson.
Per oggi è tutto, nei prossimi giorni si continua con le altre uscite del mese, seguendo, ove possibile, una sorta di sequenza più o meno cronologica, ma senza tralasciare le consuete recensioni ed eventuali “recuperi”!