Un Altro Disco “Fantasma”: La Sorpresa Che Non Ti Aspetti. William Topley – Amidst The Alien Cane

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William Topley – Amidst The Alien Cane – CD Baby – Download + Streaming

Come promesso qualche giorno fa, oggi parliamo con piacere del cantante inglese William Topley, che ha iniziato come cantante e leader nel gruppo dei Blessing (una meteora con soli due album all’attivo all’inizio degli anni ’90 https://www.youtube.com/watch?v=kesomrqNYn0 ), per poi lasciare la band per intraprendere la carriera solista con l’ottimo Black River (97), a cui farà seguire nell’arco di una decade Spanish Wells (99), Feasting With Panthers (01), Sea Fever (03), All In The Downs (06) per chi scrive il suo disco migliore, Water Taxi (09), South On Velvet Clouds (11), e due lavori usciti nell’assoluto anonimato come Aristocrats Of The South Seas (12) e Halved Moons & Hooded Mountains (16), per poi rispuntare come l’Araba Fenice con questo inaspettato Amidst The Alie Cane, che come al solito è, per usare un eufemismo, di difficile reperibilità.

Dotato di una bella voce scura, profonda e calda ( con i dovuti distinguo, alla Van Morrison per intenderci), il buon Topley è anche un ottimo compositore, che propone una musica molto influenzata dal blues e dal soul (che a dispetto delle sue origini ha ben poco di inglese, e considerando che vive negli Stati Uniti da oltre 20 anni), avvalendosi negli anni di “sessionmen” di qualità e della sua touring band, per una manciata di canzoni dalla durata media sui quattro minuti, di grande “feeling”. L’inizio è sorprendente con il sincopato ritmo di Pisco Sours, con un drumming secco e voce calda, a cui fa seguito The Sea Is My Religion, che inizia con dolci note di pianoforte, per poi trasformarsi in una classica “rock ballad” americana (alla Bruce Hornsby) con la voce potente dell’autore in evidenza, e una Harboured A Hope elettroacustica e malinconica.

Con Worn Out Heart si entra in un territorio caro al Joe Cocker d’annata, ma Topley predilige soprattutto le ballate lente come la malinconica Angels At The Ritz, e la coinvolgente High Lonesome, con la sua voce calda e personale che la domina, per poi arrivare alla bellezza disarmante di una Too Late Grace (qui troviamo molto Van Morrison), dove Topley può tirare fuori il meglio dalle sue corde vocali. Si cambia decisamente passo e ritmo con la versione acida di How Many Love Songs?, per poi passare al suono acustico delle chitarre in una confidenziale e quasi medioevale Somebody’s Heart, e andare a chiudere il viaggio con il bel rock-country di una Listen To The Band, dove sembra di sentire i primi Whiskeytown. Dai tempi dei Blessing e in tutta la sua carriera solista affrontata con tenacia e coerenza, William Topley non ha mai raccolto quanto effettivamente avrebbe meritato, nonostante una grande voce inconfondibile (capace di rendere interessante anche la lettura dell’elenco telefonico), che mischia una musicalità varia con liriche poetiche, con canzoni che parlano di solitudine, di amori spezzati, della vita di tutti i giorni, su melodie profonde e intense che creano forti emozioni nell’ascoltatore.

Non so se nel percorso artistico di William Topley questo Amidst The Alien Cane sia destinato ad essere un nuovo punto di partenza o di un’altra prova che come altre passerà inosservata, ma di una cosa sono sicuro, se ne accorgeranno forse in pochi ma questo ultimo lavoro è il suo disco migliore dai tempi eal citato All In The Downs. In definitiva belle canzoni più una grande voce, cosa volete di più!

Tino Montanari