Più Che L’Amore E’ “La Voce” Che Vince Ancora Una Volta, Splendida! Janiva Magness – Love Wins Again

janiva magness love wins again

Janiva Magness – Love Wins Again – Blue Elan/Ird

Ogni due anni, regolarmente, da un paio di lustri, Janiva Megness ci regala un nuovo album per la delizia dei nostri padiglioni auricolari: un misto di soul, blues, R&B, i dischi della cantante nativa di Detroit, ma, credo, da parecchi anni residente a Los Angeles, sono dei piccoli gioielli in quella categoria abitata anche da gente come Bonnie Raitt, Susan Tedeschi, Beth Hart, in passato (ma anche ora) Bonnie Bramlett, tra le recenti, magari con una maggiore propensione al blues e al gospel pure Ruthie Foster e Shemekia Copeland, e con una maggiore propensione al rock Dana Fuchs. Se ne potrebbero aggiungere altre, ma è comunque una bella lista. La Magness, è tra quelle in possesso di una delle voci più naturali, con un phrasing perfetto e una duttilità nella modulazione vocale tra le più genuine. Lo dico sempre, ma mi ripeto ancora per eventuali ritardatari che non la conoscessero. Per alcuni il suo album più bello è Stronger For It http://discoclub.myblog.it/2012/03/22/sempre-piu-forte-janiva-magness-stronger-for-it/ , ma per chi scrive sono belli tutti, non c’è mai un calo di qualità, e anche questo nuovo Love Wins Again, che segue l’ottimo Original del 2014 http://discoclub.myblog.it/2014/10/09/magari-originale-sicuramente-copia-dautore-janiva-magness-original/ , prodotto come di consueto da Dave Darling, che suona anche chitarra e basso, firma, da solo, con Janiva ed altri autori, la totalità dei brani (meno uno di cui tra un attimo), è una miscela perfetta di suoni classici, questa volta con una maggiore propensione verso un sound virato al soul dei primi anni ’70. Quello che usciva dai Fame Studios o dai Royal Studios di Memphis dove Willie Mitchell confezionava le sue perfette creazioni per Al Green o Ann Peebles.

Sintomatico in questo senso il primo brano Love Wins Again, una canzone di uptempo R&B che mi ha ricordato anche le prime cose di Joss Stone, quando sembrava destinata a grandi cose, prima di venire risucchiata (non del tutto, la voce rimane) nelle pieghe dell’industria discografica più commerciale; ma tornando al pezzo in questione, l’atmosfera è veramente gioiosa, tra chitarrine choppate, basso e batteria rotondi, armonie vocali deliziose, il tutto dà una sensazione di piacere ed allegria, un sentimento che non sempre alligna nelle composizioni della Magness (di cui è nota la vita, dolorosa e dalle mille difficoltà, ne potete leggere la storia nei precedenti post, da cui cerca sempre e comunque di rialzarsi, con grinta e carattere). Real Love è un funky-blues-rock più deciso e grintoso, con chitarre più presenti, un organo di supporto e quella magnifica voce sempre in azione in modo unico. When You Hold Me è la prima di una serie di deep soul ballads che sono il punto forte del suo repertorio https://www.youtube.com/watch?v=rHsV1kDTT8E , la voce leggermente rauca ma in grado di acrobazie vocali, che scivola sulle note di due o tre chitarre, oltre a Darling Zach Zunis e Garret Deloian, l’organo di Arlan Schierbaum (l’ex tastierista di Bonamassa), il sax di Alfredo Ballesteros e le “solite” armonie vocali d’ordinanza, un brano che potrebbe anche funzionare in qualche radio contemporanea se ce ne fossero ancora di “sane”.

Anche Say You Will profuma di errebi senza tempo, con una progressione vocale e strumentale di grande fascino, come pure Doorway, altra ballata da stracciarsi le vesti per il piacere che ne deriva dall’ascolto (con qualche reminiscenza con i brani più belli della migliore Joan Armatrading anni ’70, un’altra che mi piaceva non poco), musica genuina e di grande impatto emozionale. Moth To A Flame vira verso un jazzy blues più grintoso, sempre con questa contrapposizione tra il sound delle chitarre e dell’organo Hammond, con Your House Is Burnin’ che fonde un groove alla James Brown ad un sound chitarristico decisamente rock, con ottimi risultati https://www.youtube.com/watch?v=rfZ2oC7TkmM . Bellissima anche Just Another Lesson, un’altra delicata ballata, questa volta solo la voce e una chitarra acustica, intima ed intensa, gran classe vocale, inutile dirlo. E niente male pure le raffinate atmosfere notturne di Rain Down, benché forse troppo arrangiate, anche se la voce https://www.youtube.com/watch?v=b2mbtjdB7YU  … Discorso a parte per una fantastica versione di Long As I Can See The Light, il super classico dei Creedence di John Fogerty, che riceve un trattamento di lusso in puro Memphis style che ci riporta al suono di Stronger For It, dove c’erano delle cover formidabili, qui siamo dalle parti di Beth Hart, anche per la potenza e carica vocale. E per concludere in bellezza un’altra ballata di quelle strappalacrime, Who Will Come For Me, perfetta anche grazie all’ottimo lavoro di raccordo di Dave Darling, che ha diretto le operazioni dagli studi Doghouse di Los Angeles, con un gruppo di ottimi musicisti che hanno saputo evidenziare la splendida voce di Janiva Magness. Da avere assolutamente se amate le grandi cantanti!

Bruno Conti

P.S In questo 2016 ricco di morti eccellenti ma anche della scomparsa di musicisti meno noti, il 6 giugno ci ha lasciato anche una cantante come Candye Kane, pure lei blues e soul singer di qualità, vicina alla categoria di Janiva Magness. Soffriva da anni di una forma di tumore al pancreas che sembrava avere sconfitto, o così vi dicevo in questo post dell’epoca http://discoclub.myblog.it/2011/09/18/una-cantante-blues-particolare-candye-kane-sister-vagabond/ che ripubblico per renderle omaggio. Aveva 54 anni. R.I.P.