Novità Di Aprile, Speciale Pasqua E Dintorni Parte II. Ian Anderson, Rodney Crowell, Ben Watt, Paolo Nutini, Afghan Whigs, Smoke Fairies + Linda Perhacs

ian anderson homo erraticus

Ian Anderson – Homo Erraticus – Calliandra/Kscope CD o CD+DVDA

Anche il leader dei Jethro Tull ormai è un distinto signore (sul distinto ho qualche dubbio!) di 67 anni, per l’occasione veste ancora una volta i panni di Gerald Bostock, il personaggio fittizio inventato per i due Thick As A Brick, ma in questo caso il nuovo album non esce a nome del gruppo (tradotto in soldoni vuol dire che non c’è Martin Barre che nel frattempo ha pubblicato un disco strumentale Away With Words) ma come Ian Anderson. Per il resto “business as usual” https://www.youtube.com/watch?v=6DB_x0dWWgw !

rodney crowell tarpaper sky

Rodney Crowell – Tarpaper Sky – New West

Pure Rodney Crowell viaggia per i 64 anni e dopo due album “collaborativi”, Kin e quello in coppia con Emmylou Harris pubblica questo nuovo album da solista, Tarpaper Sky, registrato con la sua band del 1988, che aveva suonato nell’ottimo Diamonds And Dirts, uno dei suoi migliori in assoluto, ossia Steuart Smith alle chitarre, Eddie Bayers alla batteria e Michael Rhodes al basso, più molti ospiti, a partire da Shannon McNally, che duetta in uno dei brani migliori del disco, Famous Last Words Of A Fool In Love https://www.youtube.com/watch?v=qf4r8do0h1Y . Alle armonie vocali è presente una “truppa” di artisti che regala ottimi momenti al CD: Pat Buchanan, Cory Chisel, John Cowan, Mike Ferris, Vince Gill, Will Kimbrough (anche alla chitarra), Chely Wright, e non li ho citati tutti. Suonano nei vari pezzi anche Jerry Douglas, Fats Kaplan, Jim Horn, Steve Fishell, eccetera e questa corposa presenza si sente, il disco suona veramente bene https://www.youtube.com/watch?v=NGK55BNCuFg .

ben watt hendra

Ben Watt – Hendra – Unmade Records (universal) Deluxe Edition

Ben Watt viceversa dischi da solista ne fa veramente pochi, questo Hendra è il secondo, il primo North Marine Drive risaliva al 1983. In mezzo ha pubblicato moltissimi album come Everything But The Girl, in coppia con la moglie Tracy Thorn, e molti CD come DJ. Questo disco riveste una certa importanza anche per gli amanti dei Pink Floyd, visto che David Gilmour suona la chitarra nel brano The Levels https://www.youtube.com/watch?v=WG2Xh523Dt0 . Il disco è prodotto da Ewan Pearson e Bernard Butler partecipa in qualità di chitarrista e non alla consolle. Questa volta niente dance ma un disco da cantautore tipicamente inglese, non per nulla sia Mojo che Uncut gli hanno dato 4 stellette e devo ammettere che anche per chi scrive il disco è stato una piacevole sorpresa, un ritorno alle atmosfere del suo primo solista ma più complesse e ricercate, senza dire eresie ricorda molto, per certi versi, il lavoro di John Martyn, non la voce purtroppo, ma quella era unica, comunque quella di Ben Watt è molto piacevole. Che dire, molto bello! Come leggete sopra poteva forse mancare una bella versione Deluxe, singola, ma con quattro brani in più, tre demo e un live? Certo che no e quindi c’è!

paolo nutini caustic love

Paolo Nutini – Caustic Love – Atlantic

Nel caso di Nutini gli anni di attesa sono stati “solo” cinque dal precedente Sunny Side Up. Nonostante il nome tutti sanno che il nostro amico è scozzese, ha una voce rauca, vagamente alla Rod Stewart o Steve Marriott (ma solo vagamente), poi il sound è decisamente più commerciale anche se non disprezzabile, alterna ottimi momenti come la bella ballata Better Man https://www.youtube.com/watch?v=uaWpaewDjlc  o il soul-blues futuribile di Iron Sky https://www.youtube.com/watch?v=ELKbtFljucQ  e Diana (è un altro fan di John Martyn, infatti ha partecipato al tributo Johnny Boy Would Love This…C’è anche Fashion, un duetto con Janelle Monae. Meglio di quanto si possa pensare.

afghan whigs do the beast

Afghan Whigs – Do The Beast – Sub Pop

Anche gli Afghan Whigs di Greg Dulli non pubblicavano album nuovi dal 1998, ma dopo la reunion del 2012 hanno deciso di riprovarci. Della formazione originale, in questo Do The Beats, oltre a Dulli, c’è solo il bassista e multistrumentista John Curley. Non l’ho sentito (a parte i due video, non male https://www.youtube.com/watch?v=ovhzeqIaggY e quindi non vi so dire, anche se ho letto giudizi contrastanti https://www.youtube.com/watch?v=JFi5cY9nrf8

smoke fairies smoke fairies

Smoke Fairies – Smoke Fairies – Full Time Hobby

Due tipe “strane” queste Smoke Fairies, Jessica Davies e Katherine Blamire, inglesi, fanno un folk-rock britannico molto piacevole, anche elettrico e vicino al pop https://www.youtube.com/watch?v=OZaHXiNWKGM , con interessanti intrecci vocali, che possono ricordare vagamente certe cose di Kate Bush oltre al pop citato. Mi sembrano brave, anche se “particolari”, questo CD omonimo è già il quarto, oltre ad una compilation di rarità https://www.youtube.com/watch?v=bLCdKKgYXoE . Sentitevi i due brani inseriti nel Post per farvi una idea. e anche questa cover di Tim Hardin https://www.youtube.com/watch?v=qouNHkY5d8c

linda perhaccs the soul

Linda Pehacs – The Soul Of All Natural Things – Asthmatic Kitty Records

Avremmo raggiunto la quota dei 6 CD anche per oggi, ma visto che questo disco è già uscito, nel silenzio generale, da oltre un mesetto, parliamone. A proposito di tipe strane, Parallelograms di Linda Perhacs è considerato uno dei dischi “culto” folk dei primi anni ’70, insieme a quello di Vashty Bunyan, ed ora, solo a 44 anni di distanza dal precedente, la Perhacs pubblica un nuovo album, per l’etichetta di Sufjan Stevens (che fine ha fatto?), questo The Soul Of All Natural Things, molto bello, la signora, a dispetto dei 70 anni passti, ha ancora una bellissima voce, quasi da ragazza ed il disco si ascolta con estremo piacere, sentite https://www.youtube.com/watch?v=hd53r7xNdYk e https://www.youtube.com/watch?v=u6wX8VPNeys

Per oggi è tutto.

Bruno Conti

E I Chieftains Fanno “50” Con Un Gruppo Di Nuovi Amici – Voice Of Ages

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The Chieftains – Voice Of Ages – Hear Music/Concord CD o CD/DVD Usa 21/02/2012 Europa 23/04/2012

Perché quelle date diverse vi chiederete? Non so, chiedere alla Universal, mistero! Ma purtroppo è vero, in Europa uscirà 2 mesi dopo l’uscita americana. Come per Amnesty International, Bob Dylan e, più tardi nell’anno i Beatles, sono 50 anni di onorata carriera, 1962-2012 e quindi perché non festeggiarli con un nuovo gruppo di amici con un bell’album di duetti? Certo, eccolo qui: prodotto da Paddy Moloney e l’immancabile T-Bone Burnett arriva questo Voice Of Ages.

I Chieftains non sono nuovi a questo tipo di album; da quando nel 1988 hanno realizzato il bellissimo Irish Heartbeat con Van Morrison questa tradizione delle collaborazioni è stata coniugata in mille forme e con una infinità di artisti. Già, l’anno precedente, nel 1987 avevano realizzato un album con il flautista classico James Galway intitolato In Ireland e un altro, Celtic Wedding con un gruppo di musicisti bretoni, ma si trattava comunque di album strumentali con l’occasionale brano cantato, come era sempre stato nei primi 25 anni della loro carriera. Con irish heartbeat le cose cambiano, infatti nel 1991 arriverà The Bells Of Dublin con, tra gli altri, Costello, le sorelle McGarrigle, Nanci Griffith, Marianne Faithfull, Rickie Lee Jones e Jackson Browne. Nel 1992 Another Country, in trasferta in America con Willie Nelson, Emmylou Harris, la Nitty Gritty Dirt Band, Ricky Skaggs, Chet Atkins, Don Williams e altri, The Chieftains goes country. Sempre nel 1992 per il disco dal vivo An Irish Evening vengono invitati Roger Daltrey e di nuovo Nancy Griffith.

Nel 1995 con The Long Black Veil c’è l’apoteosi: Sting, Mick Jagger, Sinead O’Connor, Van Morrison, Mark Knopfler, Ry Cooder, Tom Jones e i Rolling Stones, cazzo! Se si può scrivere! Nel 1996 c’è Santiago il disco dell’incontro con la musica ispano-americana, tanto per non parlare solo dei dischi dei duetti e se volete risalire a risalire a ritroso nella loro discografia uno qualsiasi dei primi, numerati dall’1 al 7 e Bonaparte’s Retreat sono uno più bello dell’altro ma più per amanti e praticanti della musica celtica, mentre quelli con gli ospiti, per quanto sempre rigorosi nelle loro “radici musicali” sono più godibili anche dai novizi o dai fans degli ospiti. Long Journey Home un altro disco strepitoso vince il Grammy per miglior disco folk nel 1999 e vede tra gli ospiti Mary Black, Vince Gill, Liam O’Maonlai degli Hothouse Flowers e il ritorno di Elvis Costello e Van Morrison. Nel 1998 era uscito anche Fire In The Kitchen dove i Chieftains nel loro ecumenismo incontravano tutti musicisti canadesi.

E che dire di Tears Of Stone del 1999 un incontro tutto dedicato alle voci femminili? Una meraviglia, con Joni Mitchell, Natalie Merchant, Bonnie Raitt, Mary Chapin Carpenter, Joan Osborne, Loreena McKennitt, Corrs e molte altre.

Gli anni 2000 iniziano con Water From The Well che avrà anche una bella versione dal vivo su DVD. E il 2002 e il 2003 vedono l’uscita dei due dischi della trasferta a Nashville: Down The Old Plank Road e Further Down The Old Plank Road, con John Hiatt, Buddy & Julie Miller, Alison Krauss, Lyle Lovett, Patty Griffin, Gillian Welch e David Rawlings nel primo e John Prine, Joe Ely, Allison Moorer, Emmylou Harris, Carlene Carter, Patty Loveless, Rosanne Cash la Nitty Gritty e altri già presenti nel 1° volume. Uno più bello dell’altro!

Nel 2002 purtroppo muore Derek Bell, il loro leggendario arpista e tastierista, e quindi la loro produzione, anche per l’età (non dimentichiamo che Paddy Moloney è del 1938), si fa più rarefatta, ma un disco come San Patricio con Ry Cooder, uscito nel 2010 è un piccolo capolavoro e ha vinto molte poll di fine anno come miglior disco e non solo nella categoria folk-world music.

E alla fine arriviamo a questo Voice Of Ages che segna l’incontro dei Chieftains con un gruppo di “nuovi amici”, ovvero i rappresentanti di quel filone musicale neo folk-country-roots che si sta riaffermando proprio in questi ultimi anni.

Ad aprire le danze è la connazionale irlandese Imelda May, reginetta del neo rockabilly e della musica degli anni’50, una voce molto bella che ripropone Carolina Rua, cavallo di battaglia del repertorio di Mary Black e devo dire che pur facendo un ottimo lavoro non può competere con la voce pura e cristallina della Black. Molto brave anche le Pistol Annies, il trio americano country-roots reduce da un disco di esordio come Hell On Heels, tra le cose migliori sentite in quell’ambito musicale nel corso del 2011, propone una versione molto sentita (e ben cantata) di Come All Ye Fair And Tender Ladies, dove le voci di Miranda Lambert, Ashley Moore e Angaleena Presley si amalgano alla perfezione con il suono dei Chieftains. Ottima anche Pretty Little Girl dei Carolina Chocolate Drops e qui lo stile da string band si adatta alla perfezione al folk e il risultato finale ha anche screziature di old time music e cajun, ballabile e trascinante, ma suonando allo stesso tempo perfettamente Chieftains.

Bon Iver chiude un 2011 molto attivo con questa Down In The Willow Garden e anche Paddy Moloney ammette di essersi dovuto adattare al perfezionismo del musicista americano che ha preferito lavorare in proprio per mandare poi il suo lavoro ai musicisti irlandesi che scalpitavano in sala per completare il brano e l’album entro i tempi stabiliti. Altro gruppo (ma sono solo in due) assolutamente da scoprire se già non li conoscete sono i Civil Wars il cui debutto del 2011 Barton Hollow è tra gli esordi dell’anno più interessanti dell’anno appena finito. Tra country, folk e roots hanno scritto un brano appositamente per l’occasione, una Lily Love che ha tutte le caratteristiche di “un’aria irlandese” con le voci di Joy Williams e John Paul White che si intrecciano deliziosamente con flauti e flautini.

In Lark In The Clear Air il bluegrass dei Punch Brothers incontra l’antenato celtico e il risultato è tra i momenti più “tradizionali” e autentici dell’intero album. con i componenti del gruppo americano che potrebbero diventare Chieftains onorari tanto sono a loro agio in questa musica sia vocalmente che strumentalmente. Altra “aria celtica” struggente è quella cantata con passione e trasporto dalla bravissima Lisa Hannigan, la celeberrima My Lagan Love riceve un trattamento sontuoso in questa versione dove brillano le uillean pipes di Moloney. Finalmente, dopo 50 anni di carriera, la musica di Dylan e quella dei Chieftains si incontrano in una versione di When The Ship Comes In: a fare da tramite tra i due mondi i Decemberists che ancora una volta si confermano uno dei gruppi migliori attualmente in circolazione e con Colin Meloy che si trasforma nel Roger McGuinn della situazione per un brano che suona come un incrocio tra Band, Byrds e, naturalmente, Chieftains. 

Di pari livello è la partecipazione dei Low Anthem con una School Days Over introdotta da un coro di bambini e che poi si trasforma in una ulteriore “air” malinconica e di grande bellezza con la voce di Ben Knox Miller sostenuta da Joice Adams che trasforma l’indie folk del gruppo di Providence in perfetto folk irlandese. I Punch Brothers sono gli unici presenti con due brani: anche The Frost Is All Over con violini e flauti a duettare deliziosamente li conferma a perfetto agio con questa musica, con immagine non poetica ma efficace potrei dire che si trovano “come dei maiali a razzolare nel fango”. Le nuove regine dell’armonizzazione, ovvero le Secret Sisters (non a caso prodotte nel loro esordio da T-Bone Burnett) sono pressoché perfette nella dolce Peggy Gordon. Mentre mi ha sorpreso assai piacevolmente l’italo-scozzese Paolo Nutini  (peraltro i suoi dischi sono piacevoli e si ascoltano con gusto): Hard Times (Come Again No More) è uno dei brani migliori dell’intero progetto, cantato con voce maschia e sicura da Nutini è una bella ballata di stampo anglo-irlandese che non fa rimpiangere un Christy Moore della situazione.

Gli ultimi tre brani sono degli strumentali classici dei Chieftains, soprattutto il primo, la lunghissima (più di 11 minuti) The Chieftains Reunion rinnova i fasti dei loro anni migliori e, non accreditata (o meglio non lo so io perchè non ho il libretto del CD), appare anche una arpa celtica, se non mi sono sognato, oltre alle voci del gruppo (Kevin Conneff) e qualche ospite che armonizza nella parte centrale del brano caratterizzato da continui cambi di tempo e di atmosfere con violini, flauti, uillean pipes, arpa appunto e bodhran a duellare nella migliore tradizione del gruppo irlandese. E qui il piedino parte…Per concludere due curiosità: The Chieftains in Orbit è un brano registrato con la astronauta americana Cadie Coleman e il titolo dice tutto. L’ultimo brano rinnova l’incontro di cornamuse con il musicista spagnolo Carlos Nunez per una coinvolgente Lundu che conclude in gloria le danze.

Mi sa che anche questo entrerà nella lista dei migliori dell’anno. L’edizione Deluxe ha il video del brano con i Low Anthem e un making of.

Bruno Conti

P.s Il video di Lisa Hannigan che canta The Times They Are A-Changin’ accompagnata da Herbie Hancock e dai Chieftains è un omaggio ai 50 anni di carriera di Dylan e Chieftains, anche se non c’entra con il resto.