La Strana Storia Del Doppio John McVey

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Vi parlavo ieri di un ottimo chitarrista blues svizzero, Joe Colombo, oggi (tra una sanremata e l’altra per onore di firma) vorrei raccontarvi la “strana” storia di John McVey, veterano chitarrista texano di Houston, Texas (ma nativo di Little Rock, Arkansas, Bill Clinton è di lì, mi pare).

Lo strano caso origina da Amazon: provate a digitare John McVey e vi si apre un mondo, scusate non c’entra un tubo, però si apre una biografia, delle foto ed una discografia, a questo punto vi pongo una domanda, vi sembra la stessa persona?

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A voi non so, a me no. Oltre a tutto le due biografie sono pure completamente diverse: uno è un cantante, produttore, arrangiatore e chitarrista, l’altro è un veterano chitarrista blues dalla lunga carriera, iniziata nella notte dei tempi con Larry Davis, proprio quello di Texas Flood il cavallo di battaglia di Stevie Ray Vaughan.

Quello che chiameremo The Real McVey, per dirla con finezza da galateo, minchia se suona, file under powerful guitar driven rock-blues trio, non sarà più un giovanotto, come evidenziato dalla foto sul retro di questo cd dal vivo, ma la grinta e la voglia di suonare non mancano: il CD è stato registrato il 27 gennaio 2007 al Dan Electro’s Guitar Bar di Houston per la “famosa” etichetta DA Productions, l’anno di uscita non si sa, si presume tra il 2008 e il 2009 ed ora è giunto tra le mie mani.

Non è un grande cantante, se vogliamo fare un parallelo tipo Bugs Henderson prima maniera, meno logorroico dell’ultimo modello, ma le mani viaggiano sulle corde della chitarra (una Gibson, mi pare) con perizia, passione e feeling.

La dimensione dal vivo è sicuramente molto adatta a questo tipo di musica, anche se, bisogna dire, non è male pure quel Gone To texas effigiato all’estrema sinistra della serie di foto, dove suonavano con lui anche Kim Wilson e Joel Guzman alla fisarmonica, tra gli altri

Nove brani, di cui sei firmati dal nostro amico, una festa della chitarra: si va dall’iniziale, devastante I Gotta Mexican Black Bird dove McVey ti sommerge subito con un diluvio di note, tirate e micidiali, un suono corposo ed autorevole, favorito anche dall’ottima qualità della registrazione, un broadcast radiofonico, che ben evidenzia chitarra, basso e batteria, subito blues-rock all’ennesima potenza, ma attenzione Mcvey si ispira più ai grandi chitarristi neri, noti, Freddie King, Fenton Robinson, Magic Slim e oscuri, come l’ottimo Detroit Jr. autore della tiratissima Call My Job, dove la chitarra infila riff alla Alvin Lee a Woodstock per spiegare anche ai non iniziati.

Gone To Texas è uno di quei bluesoni goduriosi dove la quantità di note emessa dalla chitarra di Mcvey è impressionante, mentre la cover di 44 Boogie di Lurrie Bell, è come da titolo, un nome, un programma, un boogie devastante, come i Cannned Heat dell’epoca d’oro, Thorogood delle origini, Hound Dog Taylor in serata di grazia, un crescendo continuo, con ritmi e chitarra che rilanciano di continuo, eccezionale. Breve pausa di riflessione con la piacevole Stumble In e poi via di nuovo con una Sweet Little Upsetter che avrebbe reso felice il Johnny Winter del disco And Live con il suo retrogusto fortemente R&R. Poi parte il masterpiece del disco, una versione fantasmagorica del classico slow blues di Sonny Boy Williamson, quella Help me che sta deliziando generazioni di ascoltatori di blues, questa versione, per feeling ed esecuzione si attesta tra le migliori in assoluto, il crescendo chitarristico è assolutamente devastante nel finale del brano, McVey esplora il manico della sua chitarra in lungo e in largo con grande creatività. A questo punto potremmo andarcene tutti a casa ma il nostro amico ci regala ancora un paio di chicche, una Looking For a Woman dalle atmosfere vagamente alla Peter Green di Black Magic Woman e una Freddie King Goes Surfing che ci illustra cosa avrebbe saputo fare il grande bluesman alle prese con la surf music a velocità supersoniche.

Bruno Conti

La Strana Storia Del Doppio John McVeyultima modifica: 2010-02-16T10:09:00+01:00da bruno_conti
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