…E Figli! Rufus Wainwright – All Days Are Nights: Songs For Lulu

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Rufus Wainwright – All Days Are Nights: Songs For Lulu – Decca/Polydor/Universal

In Canada è uscito in questi giorni, in Europa ed America esce tra il 5 ed il 20 aprile (in Italia il 20).

Dopo il disco del babbo solo voce e chitarra acustica, ecco il disco del figlio solo voce e pianoforte: i brani che utilizzano dei Sonetti di William Shakespeare sono in effetti solo tre e farebbero parte di un progetto più ampio al quale ha collaborato Rufus Wainwright del direttore e compositore di classica contemporanea Robert Wilson, il progetto si chiama Sonette consta di 24 brani ed è stato eseguito a Berlino per la prima volta nell’aprile 2009.

Colui che Elton John (a proposito, il buon Elton sta registrando un nuovo album con Leon Russell, prodotto da T-Bone Burnett, suona molto promettente) ha definito “il più grande cantautore sulla terra al momento” questa volta non ha usato mezze misure, un disco solo voce e pianoforte non è uno scherzetto: eppure questo progetto che riporta Rufus alle sue origini per quanto possa risultare faticoso all’ascolto ha un suo fascino che risiede nella voce unica e particolare dell’artista, capace di convogliare emozioni profonde in chi ascolta, nonchè nella sua abilità come pianista. Grande appassionato di classica e lirica, ma anche di Judy Garland e Edith Piaf così come di Elton John appunto, questo disco nasce anche dalla necessità di fare di difficoltà virtù; non potendosi più permettere di fare tournée con un gruppo alle spalle ha colto l’occasione di realizzare questo disco in solitaria e poi portarlo nei teatri di tutto il mondo (Teatro Comunale di Firenze il 13 maggio, Conservatorio di Milano il 15 maggio).

L’album si apre con lo straordinario florilegio pianistico di Who Are You New York?, brano dedicato alla città statunitense che cita Grand Central Station, Madison Square Garden e Empire State Building nel testo (tiè Jay-Z!), il brano doveva far parte di una colonna sonora ma è stato rifiutato, peccato perché è uno dei migliori e più fruibili del disco. Sad With What I Have contiene riferimenti a Barbablù il personaggio delle favole di Perrault ed è un brano triste e melanconico.

Martha dedicato alla sorella, anche lei cantante (partecipa al progetto di David Byrne e Fatboy Slim Here Lies Love, in un prossimo Post, promesso! Magari domani.) è una bella canzone presentata come un dialogo tra fratelli, affascinante. Give Me What I Want And I Give It To Me Now è uno dei brani più movimentati del disco, definirlo rock sarebbe troppo visto che è dedicato ai detrattori dell’opera lirica, bel lavoro al piano comunque. True Loves è uno dei brani più romantici del disco, sempre sostenuto da un gran lavoro pianistico e dalla voce appassionata e partecipe di Rufus Wainwright, contiene una delle più belle frasi del disco Un cuore di pietra non va da nessuna parte!

Poi ci sono i tre Sonetti di Shakespeare, Numero 43, Numero 20 e Numero 10: il primo è il più pretenzioso del trio, difficile da digerire, complesso. Il numero 20 paradossalmente è uno dei momenti più orecchiabili del disco, il più vicino ad una struttura-canzone, una bella ballata, con un arrangiamento all’uopo potrebbe entrare anche in classifica. Il sonetto Numero 20, ironicamente, è quello nel quale Shakespeare incoraggia i giovani uomini a sposarsi e procreare, sarà dura vero Rufus? Bella esecuzione pianistica, però. The Dream è forse il brano che gode della più sentita interpretazione vocale del nostro amico, veramente bello e complesso, non lontano dal primo Elton John. What I Would Ever Do With A Rose?, come avrebbe detto un famoso allenatore a Mai Dire Gol, è un po’ ostico e anche agnostico, pesantuccio insomma. Non manca il brano in francese per illustrare il suo talento poliglotta Les Feux D’artifice T’appellent, ma è anche il brano conclusivo della sua prima opera Prima Donna (ha avuto anche il tempo per fare quello, ai primi di maggio uscirà un DVD Prima Donna The Story Of AN Opera, titolo quanto mai esplicativo), nonchè l’occasione per sciorinare ancora una volta la sua abilità al piano, con tanto di virtuosismi su coperchio e corde del piano stesso. Conclude Zebulon un brano triste e maestoso che contiene riferimenti alla mamma Kate McGarrigle, recentemente scomparsa (comprendo perché ci sono passato anch’io recentemente) e alla speranza di un sollievo dalla pena e dal dolore, era la preferita dall’album del figlio. Non facile ma molto bello.

Bruno Conti

…E Figli! Rufus Wainwright – All Days Are Nights: Songs For Luluultima modifica: 2010-03-29T19:41:42+02:00da bruno_conti
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