Come molti sapranno quest’anno si festeggiano i 40 anni dall’uscita di Thick As A Brick dei Jethro Tull e si era detto che Steven Wilson oltre a rimasterizzare Aqulaung aveva preparato anche una “nuova” versione del famoso concept album. Poi Ian Anderson stesso aveva dichiarato che dalla tarda primavera del 2012 ci sarebbe stata una tourneé, prima in Europa e poi in America, per eseguire dal vivo per la prima volta nella sua interezza il disco del 1972.
In questo giorni si scopre che Gerald Bostock è ritornato al St Cleve Chronicle che ora giustamente si chiama St Cleve.com e ha edito un nuovo numero del famoso giornale. Uscirà il 3 aprile ed avrà i seguenti contenuti:
Track list: 1. “From a Pebble Thrown”; 2. “Pebbles Instrumental”; 3. “Might-have-beens”; 4. “Upper Sixth Loan Shark”; 5. “Banker Bets, Banker Wins”; 6. “Swing It Far”; “7. Adrift And Dumfounded”; 8. “Old School Song”; 9. “Wootton Bassett Town”; 10. “Power and Spirit”; 11. “Give Till It Hurts”; 12. “Cosy Corner”; 13. “Shunt and Shuffle”; 14. “A Change of Horses”; 15. “Confessional”; 16. “Kismet in Suburbia”; 17. “What-ifs, Maybes and Might-have-beens.”
Versione CD singolo con libretto di 8 pagine e versione Special Edition CD+DVDA con libretto di 16 pagine. Il DVD conterrà la versione 5.1 surround, stereo mixes a 24 bit, filmati sul making of dell’album, interviste, Ian Anderson che legge i testi del nuovo album in varie location, oltre naturalmente alle pagine del St Cleve.com e a quelle dell’originale St Cleve Chronicle, con traduzione dei testi in varie lingue tra cui l’italiano.
Il progetto dovrebbe uscire come album solista di Anderson e anche il tour dove verranno eseguiti entrambi i TAAB dovrebbe essere un progetto solitario senza Jethro Tull ma con la presenza di non meglio specificati ospiti (quindi pare niente Martin Barre).
Potrebbe essere molto interessante o una tavanata galattica, vedremo. Non appena ci saranno ulteriori informazioni vi farò sapere, anche se lo stesso Anderson ha già annunciato che c’è una forte presenza della chitarra acustica in gran parte dei brani ma non mancano sezioni dove l’immancabile flauto farà sentire la sua presenza. Sembra (anzi è certo)che alle spalle del progetto ci sia Derek Shulman, il non dimenticato leader dei Gentle Giant, che nel frattempo è diventato un discografico ai più alti livelli.
Ne approfitto per ringraziare chi lascia i suoi incoraggiamenti, che sono sempre graditi, nei commenti del Blog, e anche se non tutti i giorni riesco a parlare di tutti i dischi che vorrei. faccio del mio meglio. Oggi volevo dare spazio al quadruplo Chimes Of Freedom ma non ho fatto in tempo, magari domani, qualcosa di nuovo c’è comunque tutti i giorni.
Bruno Conti