Non Solo Musica Malinconica! Sophia – As We Make Our Way (Unknown Harbours)

sophia as we make our way

Sophia – As We Make Our Way – Flower Shop Records / Self

Dopo un silenzio abbastanza lungo (sette anni), torna alla ribalta musicale Robin Proper Sheppard con i suoi Sophia, una formazione nata dalle ceneri dei sottovalutati God Machine. Originari della California meridionale (San Diego per la precisione), i God Machine iniziano a suonare in patria nel lontano ’90, ma ben presto si trasferiscono nel Regno Unito e incidono alcuni singoli apripista che precedono l’esordio Scenes From The Second Show (93), un lavoro caratterizzato da atmosfere con duri suoni di chitarra, venate da una psichedelia più malinconica. Le premesse per una carriera più che brillante venivano interrotte dalla tragica fine del bassista Jimmy Fernandez che muore durante la registrazione del secondo disco, con i compagni che decidono ugualmente di completare il lavoro e il risultato è One Last Laugh In A Place Of Dying (94), un album più elegante e meno duro rispetto all’esordio https://www.youtube.com/watch?v=gCXv08JNkhg .

Il gruppo inevitabilmente si scioglie, e il leader Robin Proper-Sheppard amico fraterno di Jimmy, devastato dal dolore, impiega due anni per tornare con una nuova formazione, i Sophia, e un disco Fixed Water (96), nel quale sono le ballate lente e malinconiche a prendere il sopravvento. Ancora sotto l’etichetta di Propher-Sheppard (la Flower Shop), il gruppo in seguito pubblica The Infinite Circle (98), lo splendido live (da recuperare assolutamente) De Nachten (01), con la meravigliosa The Sea https://www.youtube.com/watch?v=9LIw9NMAIo0  e una cover appassionata di Jealous Guy  di John Lennon, e dopo una ulteriore breve pausa ritornano con l’ottimo People Are Like Season (04), per proseguire nella medesima strada elettro-acustica con Technology Won’t Save Us (07) e There Are No Goodbyes (09), che completano una trilogia nel classico stile dei Sophia. Questo nuovo As We Make Our Way (Unknown Harbours), è stato registrato tra le varie città preferite di Robin, Bruxelles, Londra e Los Angeles, con il super fidato ingegnere del suono (fin dai tempi dei God Machine) Kenny Jones, e con l’attuale “line-up” del gruppo composta oltre che da Proper-Sheppard chitarra e voce, da Jeff Townsin alla batteria, Will Foster alle tastiere, e con l’ingresso del nuovo bassista  belga Sander Verstraete, per dieci tracce che certificano che Sheppard non ha perso sicuramente il tocco dei momenti migliori.

Il nuovo capitolo targato Sophia si apre con lo strumentale Unknown Harbours dagli ossessivi tocchi di pianoforte, seguito dal singolo Resisting con Sukie Smith degli “sconosciuti” Madam ai cori, per poi passare alle ballate melanconiche e classiche del gruppo come The Drifter (che inizialmente ricorda un vecchio brano degli australiani Church Under The Milky Way dall’album Starfish), e una Don’t Ask vellutata e struggente (da ascoltare possibilmente con la persona amata), e anche una Blame, di nuovo leggermente psichedelica. La seconda parte inizia con una solare pop song come California, percorrendo poi anche strade diverse con l’alt-rock di St.Tropez/The Hustle, i synth di una tambureggiante You Say It’s Alright, toccando lo splendore acustico di Baby Hold On, per terminare con quello che a Robin riesce meglio, una It’s Easy To Be Lonely avvolgente, con un maestoso arrangiamento di chitarre e pianoforte.

Con questo nuovo lavoro Robin Proper-Sheppard evidenzia contemporaneamente la sintesi e la sublimazione di una carriera “ispirata”, iniziata con i God Machine e proseguita, attraverso un passaggio doloroso, con i Sophia, e a sensazione sembra che le canzoni di As We Make Our Way siano la via più facile per arrivare al cuore e accostarsi a questo mondo: e per quanto mi riguarda sentivo la mancanza di questa band e del suo “profeta”. Per chi ama il “genere” e ancora non li conosce, da scoprire assolutamente.!

NDT: Se volete toccare con mano, Venerdì 6 Maggio 2016 suoneranno al Covo Club di Bologna!

Tino Montanari