Ebbene Sì E’ Proprio Lui, Si E’ Dato Al Funky-Soul Con Profitto! Paul Stanley’s Soul Station – Now And Then

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Paul Stanley’s Soul Station – Now And Then – Universal

Chi sia Paul Stanley è cosa abbastanza nota: per i più distratti ricordiamo che è uno dei quattro Kiss, membro fondatore, chitarra ritmica e voce solista. E allora perché ne stiamo parlando? Già il nome della formazione aiuta, Paul Stanley’s Soul Station, ad indicare che il musicista di New York City per certi versi è uno dei “nostri”, inteso come amante della soul music, ma quella più genuina, non incrociata e contaminata da altri generi musicali, come lascia intendere il titolo del disco Now And Then, canzoni pescate sia da nuove composizioni firmate dallo stesso Stanley, cinque, quanto da una serie di classici del repertorio Motown e Philly Sound. E a scanso di equivoci, diciamolo subito, il disco è piuttosto riuscito, secondo il sottoscritto anche meglio di gran parte del cosidetto “nu soul” che circola al momento (per esempio, per non fare nomi, è meglio di quello del quasi osannatao dalla critica Aaron Frazer). Accompagnato appunto dai suoi Soul Station, una band con cui girava per piccoli club e locali di NYC prima del Covid, spargendo il verbo della musica nera, come ricorda lui stesso quella appresa in gioventù ascoltando le canzoni del Philly Soul e della Motown, e, non essendo un giovinetto, per avere visto dal vivo gente come Otis Redding e Solomon Burke (beato lui!).

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Poi come abbiamo visto è stato “traviato” da altri generi più rutilanti, ma evidentemente la vecchia passione non sì è spenta. Come evidenzia la foto di copertina, insieme ad un elegante Paul, ci sono ben dieci altri musicisti nel gruppo: il chitarrista e corista Rafael “Hoffa” Moreira, il bassista Sean Hurley, il tastierista Alex Alessandroni, la tastierista Ely Rise, il batterista e corista Eric Singer (sempre dei Kiss), il percussionista RayYslas, i coristi Gavyn Rhone, Crystal Starr e Laurhan Beato, il trombettista Pappenbrook, e anche una piccola sezione archi ed altri due fiatisti, quindi suono ricco mi ci ficco! Could It Be I’m Falling In Love, brano del 1973 degli Spinners, registrato ai Sigma Sound Studios di Philadelphia, indica subito la direzione della musica, quel soul/R&B che poi verrà definito Philly Sound, più morbido e mellifluo del suono della Stax e della prima Motown, cionondimeno molto godibile e piacevole, anche se anticipa l’avvento della Disco Music, archi, cori e fiati imperversano, Stanley ha una bella voce che può spaziare da un sicuro timbro tenorile al falsetto, non manca la tipica chitarrina maliziosa ingrediente immancabile di questo stile. I Do, cantata in un falsetto non esagerato, dimostra che il sound lussurioso è replicabile anche nei brani “originali” di Stanley, come nella successiva mossa I Oh I, tipico brano da dancefloor, con la sezione fiati che si prende i suoi spazi, ma quando è applicata alle cover risplende maggiormente https://www.youtube.com/watch?v=40gsFY0fnu0 .

Paul Stanley @ The Roxy (9.11.2015)

Paul Stanley @ The Roxy
(9.11.2015)

Per esempio nella malinconica ballata Ooh Baby Baby, brano di Smokey Robinson, anche nel repertorio di Linda Ronstadt, dove il nostro può indulgere di nuovo nell’amato falsetto, e il tasso zuccherino potrebbe essere pericoloso per i diabetici, ma si evita nella frizzante ed estiva O-o-h Child, pezzo di Chicago Soul del 1970 dei Five Stairsteps, anticipatori dei Jackson 5 https://www.youtube.com/watch?v=sBEULgmjnWk . Tra i brani migliori del CD, che forse ogni tanto esagera nel dancefloor sound, anche una ottima Just My Imagination (Running Away With Me), cavallo di battaglia del classico Motown sound dei Temptations, dove Stanley si conferma eccellente soul singer https://www.youtube.com/watch?v=2CKWxln5kgE , come ribadisce in The Tracks Of My Tears del maestro Smokey Robinson, e anche in una notevole Let’s Stay Together del grande Al Green https://www.youtube.com/watch?v=yXUBqc1qGuI . Eccellente pure la ripresa di La-La – Means I Love You dei Delfonics, alfieri di quel soul più morbido e sognante, niente male anche l’originale di Stanley Lorelei, spensierato scacciapensieri in questi tempi bui e tempestosi, ma anche la ballatona strappalacrime You Are Everything degli Stylistics, per non dire della splendida ed euforica Baby I Need Your Loving, uno dei capolavori scritti da Holland/Dozier/Holland per i Four Tops. Non un capolavoro quindi, ma tutto estremamente godibile e piacevole https://www.youtube.com/watch?v=kX8KUF6BPk8 . File under Soul Music.

Bruno Conti