L’Altra Metà Del Cielo: Chuck Prophet – Temple Beautiful

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Chuck Prophet – Temple Beautiful – Yep Roc Records 2012

Quando certi personaggi ritornano sulla scena discografica, provo sempre un po’ di emozione, se poi i ricordi portano alla mente una band che negli anni ’80 ha frantumato il cuore di molti, e parlo dei Green On Red (sguinzagliate i “cani poliziotto” e cercate l’album Scapegoats del ’91), il ricordo e la passione portano al piacere di parlare di questo lavoro. Di origine Californiana, Chuck ha fatto la gavetta in alcune band di San Francisco, prima di approdare giovanissimo alla corte dello scorbutico e mutevole Dan Stuart, nei citati Green On Red, finendo poi per imporsi diventandone una colonna portante. Il gruppo, a causa degli stati d’animo di Stuart, si concede dei momenti di stallo e proprio in uno di questi periodi Prophet, inizia a suonare da solo, giungendo all’esordio di Brother Aldo, che viene acclamato dalla critica e dal pubblico come uno dei migliori dischi del ’90, bissato nel ’93 dallo splendido Balinese Dancer, che non è semplicemente il seguito del disco di esordio, ma è la definitiva maturazione di un artista che affronta con piglio sicuro la seconda prova.

 

Carriera discontinua la sua, la discografia solista comprende undici dischi di varia caratura, con alti e bassi, ma sempre ricca di vero rock, cui si aggiunge questo Temple Beautiful, registrato ai Closet Studios di San Francisco e co-prodotto con Brad Jones, che ci regala un sano “sound” americano che va diritto al sodo, con una base ritmica importante, chitarre in spolvero e, quello che più conta, una manciata di belle canzoni. Lo aiutano in questa avventura, James Deprato alle chitarre, Rusty Miller al basso, Prairie Prince batteria e percussioni, Chris Carmichael violino e violoncello, Jim Hoke ai fiati, e la moglie Stephanie Finch voce e cori.

 

E il CD ti entra subito, a partire dal brano iniziale Play That Song Again, un rock sano, semplice e diretto. Un attacco ritmico deciso e una voce filtrata aprono Castro Halloween, in cui compaiono una tastiera digitale e chitarre dilatate. La “title track” è una canzone rock più tradizionale, puro stile anni ’60 (à la Kinks) con chitarre e organo in bella evidenza e la voce di Roy Loney dei leggendari Flamin’ Groovies in questo omaggio al leggendario locale di Frisco. Ballata acida è Museum of Broken Hearts, con accompagnamento ritmico chitarristico ed un violino in sottofondo. Willie Mays is up at Bat inizio blues con tanto di slide, si apre in un ritornello che entra subito in mente. The Left Hand and The Right Hand. e I Felt Like Jesus sono due brani un po’ incolori, che ricordano sonorità del George Harrison meno ispirato.

 

Who Shot John ha un inizio che ricorda i migliori Green On Red, ma poi si snoda con un ritmo alla Rolling Stones. La sognante He Came From So Far Away inizia con rumori elettrici di sottofondo, una ballata urbana con la voce della moglie Stephanie in perfetta sintonia con il tessuto sonoro dell’arrangiamento, come nella seguente Little Girl, Little Boy, in un duetto che richiama alla mente la famosa coppia Gram Parsons ed Emmylou Harris e dove spunta inaspettata anche una sezione fiati. White Night, Big City è un veloce country-rock che si snoda vivace e divertente, mentre la conclusiva Emperor Norton in The Last Year of His Life è una canzone dolcissima, una ballata dai sapori antichi, dove l’inconfondibile tocco della chitarra di Chuck punteggia una grande melodia.

 

Durante una lunga e onesta carriera, i suoi brani sono stati eseguiti da leggende come Solomon Burke, ha registrato con tutti da Calvin Russell a Kelly Willis, è salito sul palco con Lucinda Williams, Jim Dickinson, Aimee Mann, per citarne alcuni. Questo ultimo lavoro, dedicato alla sua città di adozione, San Francisco è consigliato a tutti e Chuck Prophet dimostra di non essere un semplice comprimario, ma un artista di spessore, che ci accompagna sull’autostrada della vita, con la sua musica suonata ad alto volume, mentre l’aria della notte entra dai finestrini aperti.

Tino Montanari

L’Altra Metà Del Cielo: Chuck Prophet – Temple Beautifulultima modifica: 2012-03-01T11:37:00+01:00da bruno_conti
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